Il silenzio del M5S sul caso della senatrice Vittoria Bogo Deledda

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-04-10

Dopo la messa in onda del servizio delle Iene sulla senatrice guarita “miracolosamente” dopo l’elezione su Facebook si è scatenata la caccia a Vittoria Bogo Deledda e i più inferociti sono gli elettori pentastellati. Nel frattempo il M5S – in nome della trasparenza e del garantismo – non ha ancora preso posizione sulla questione

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Luigi Di Maio, si sa, ha problemi ben più seri per la testa che occuparsi delle questioni di partito. C’è da telefonare a Salvini, trattare con il PD, formare un governo insomma bisogna avviare la Terza Repubblica. Deve essere per questo che ancora non ha fatto causa “per danno d’immagine” a tutti quegli impresentabili che non solo non hanno rifiutato l’elezione ma addirittura si sono presentati alla Camera e al Senato. Deve essere per questo che non ha molto tempo di occuparsi del caso di Vittoria Bogo Deledda, la senatrice sarda accusata dalle Iene di essere stata in malattia per otto mesi e di essersi assentata così dal suo lavoro di dirigente dei servizi sociali del comune di Budoni.

Le “prove” fornite da Vittoria Bogo Deledda

Secondo una testimonianza anonima la senatrice, dopo aver vinto le Parlamentarie di febbraio è “miracolosamente” tornata al lavoro salvo mettersi in ferie per poter seguire la campagna elettorale. In un video pubblicato ieri la senatrice pentastellata “risponde” a tutte le accuse fatte da Filippo Roma delle Iene. Il video è un breve estratto di una telefonata tra la Bogo Deledda e Roma dove la senatrice dice all’inviato delle Iene che avrebbe dovuto controllare le fonti. Quali? La registrazione telefonata purtroppo si interrompe sul più bello ma dal post si capisce bene quali “prove” e quali “fonti” intenda la Deledda. Ad esempio le sue “agente degli appuntamenti socio-assistenziali di 25 anni” e “la corposa cartella INAIL con fitta relazione e ben 60 allegati”.

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Le prime non c’entrano visto che le viene contestata l’assenza da lavoro negli ultimi otto mesi mentre la seconda non poteva essere utilizzata da Roma perché coperta dalla privacy. Certo per amore di trasparenza (che è pur sempre uno dei valori fondanti del M5S) la senatrice potrebbe mostrare lei stessa le prove. Ma non lo fa. E nemmeno il MoVimento 5 Stelle sembra intenzionato a voler fare chiarezza sulla questione. Quasi che la caccia alle “mele marce” sia prerogativa esclusiva del periodo di campagna elettorale. “Accerteremo tutto” ha detto Di Maio alle Iene, e come è noto il 5 Stelle prima di emettere sentenze su uno dei loro è spudoratamente garantista.

Quelli che chiedono “un passo indietro” a Vittoria Bogo Deledda

Di diverso avviso è Michele Anzaldi (PD) che annuncia un’interrogazione parlamentare e chiede che «Il ministero del Lavoro e l’Inps avviino un’ispezione sul caso della neo senatrice Vittoria Bogo Deledda, in malattia per un anno come dipendente pubblico del Comune di Budoni in Sardegna e improvvisamente guarita al momento della sua candidatura al Senato con il Movimento 5 stelle, come documentato da un’inchiesta delle Iene». Su Twitter Augusto Minzolini ironizza sull’etica della politica della dipendente comunale sarda “da un anno in malattia rientrata tre giorni prima di diventare senatrice” mentre Daniele Capezzone grida al miracolo.

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La senatrice, nella breve intervista, spiega di aver avuto una sindrome da burnout che le ha impedito di lavorare per molto tempo, è stata curata per una patologia connessa alla sua attività professionale ed è stata seguita da specialisti che per un anno intero l’hanno aiutata a guarire. Un percorso di guarigione che su Facebook descrive come “lungo e graduale”.

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Su Facebook il post di Vittoria Bogo Deledda con la telefonata a Filippo Roma è stato preso d’assalto da decine di commentatori infuriati che non credono alle sue giustificazioni ma solo alle accuse fatte dall’anonimo dipendente del Comune di Budoni.

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Diversi utenti applicano alla senatrice il “metodo a 5 Stelle”. Ovvero: sicuramente è innocente ma per il momento, fino a che non avrà dimostrato la sua innocenza, deve fare un passo indietro per il bene del M5S. Un passo indietro che la Bogo Deledda non sembra intenzionata a fare e che del resto il MoVimento 5 Stelle non le ha ancora chiesto.

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Sono molti gli utenti che si dichiarano sostenitori o elettori del M5S, quando non addirittura elettori della senatrice, che le chiedono di “ritirarsi a vita privata” o che dichiarano di essere “molto delusi” dal comportamento della senatrice (e del marito, che ha picchiato il cameraman delle Iene).

L’ironia sulla malattia della senatrice

Non mancano coloro che invece fanno ironia sulla malattia della senatrice “consigliandole” di non imbarcarsi nel lavoro da parlamentare, che è senza dubbio più stressante. Questi utenti non concedono minimamente il beneficio del dubbio alla senatrice e dimostrano di non avere alcuna pietà.

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In fondo anche se la portavoce del MoVimento 5 Stelle non ha prodotto alcuna prova che dimostri il contrario di quanto affermato dalle Iene la malattia di cui dice di aver sofferto esiste ed è una patologia grave, soprattutto se ti costringe a stare a casa per quasi un anno.

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La vicenda della senatrice a 5 Stelle “guarita” grazie all’elezione ha tirato fuori il peggio di molti che si sfogano sul suo profilo Facebook confrontando il proprio caso personale – di cui ovviamente sanno tutto – con uno di cui per ora si sa ben poco. Certo sarebbe nell’interesse della senatrice fare chiarezza e spiegare la sua posizione.

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Anche perché non tutti i commentatori pentastellati sono disposti ad essere clementi nei suoi confronti. Qualcuno le ricorda il principio della “casa di vetro” del M5S nel quale la privacy non ha un grande valore, soprattutto per gli eletti. Nel giudizio pesa soprattutto il comportamento tenuto dal marito della senatrice che viene visto come “espressione di malafede”. Cosa dovrebbe fare allora la senatrice? Dimettersi e lasciare il posto ad un altro candidato del M5S, che non ha problemi di salute e che “avrà più tempo da dedicare agli obiettivi di tutto il MoVimento”. Come a dire: uno vale uno, in salute e in malattia.

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