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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2010 alle ore 14:16.
L'ultima modifica è del 25 luglio 2010 alle ore 08:09.
Il 25 luglio abbiamo pubblicato sulla pagina dei commenti una proposta futuribile per la riforma della scuola - l'abolizione dell'ora di ginnastica in cambio di un bonus palestra per le famiglie- dell'economista e professore universitario presso l'Università di Bologna Andrea Ichino. L'articolo è stato commentato anche da Gigi Garanzini che ha a sua volta rilanciato, suggerendo una revisione dell'insegnamento: da educazione fisica a educazione civica. Gli utenti stanno partecipando numerosissimi al dibattito con lettere e mail. Da registrare anche la presa di posizione critica della confederazione dei diplomati Isef e dei laureati in Scienze motorie. Voi che ne pensate?
- Gli italiani soffrono di una strana forma di schizofrenia: chiedono allo stato di erogare ogni sorta di servizi pubblici, lamentandosi se questi vengono tolti o negati, e al tempo stesso protestano contro un prelievo fiscale asfissiante ma inevitabile se quei servizi li deve fornire la pubblica amministrazione. Se poi, come spesso accade, i servizi richiesti sono forniti in modo inefficiente dal governo, ancor meno si capisce perché gli italiani vogliano a tutti i costi che sia questo, e non il mercato, a fornirli.
Facciamo un esempio concreto. Attualmente gli italiani pagano attraverso le tasse l'insegnamento dell'educazione fisica che i loro figli ricevono a scuola. Nel panorama vacillante dell'istruzione pubblica italiana, la ginnastica è forse uno degli ambiti più disastrati, soprattutto per le condizioni fatiscenti delle palestre e delle attrezzature di cui i nostri edifici scolastici sono dotati. Tanto è vero che, al pomeriggio, gli adolescenti italiani vengono iscritti dai loro genitori a ogni tipo di associazione sportiva privata che possa far fare a loro quell'esercizio fisico essenziale per la crescita, che la scuola pubblica, nella maggior parte dei casi, non è in grado di offrire al mattino. Quindi i genitori italiani pagano due volte per la ginnastica dei loro figli: allo stato al mattino, per un servizio inefficiente, e ai privati al pomeriggio per un servizio di qualità commisurata alle loro preferenze e possibilità.