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TRIBUNALE DI PALERMO
UFFICIO ISTRUZIOXE PROCESSI PEXALI
X. 2289/82 R.G.U.I.
ORDINANZA - SENTENZA
emessa nel p~ocedimento penale
COXTRO
ABBATE GIOVANNI + 706
VOLUME: N. 24
- Pag.4.836 -
Chionne Otello
A seguito dell'a:rI:esto di F:rancesco
Gaspa:rini, so:rp:reso il 10 novemb:re 1981
all'Ae:ropo:rto O:rly di pa:rigi in possesso di
Kg.4,500 di e:roina purissima, venne accertato
che durante la sua assenza dall'Italia Otello
Chionne aveva co:r:rotto alcuni agenti di Polizia
pe:rche' falsificassero la firma del Gasparini
medesimo, obbligato alla p:resentazione periodica
presso il Commissa:riato di Polizia di Po:rta
Maggiore di Roma.
Nel p:resupposto della sua appartenenza al
gruppo c:riminale facente capo al Gaspa:rini. a
Gaspare Mutolo ed a nume:rosi aIt:ri. :responsabile
della tentata impo:rtazione in Italia dalla
Thailandia della eroina sequestrata al
Gaspal:ini, con mandato di cattura 326/82 del 23
all'al:t.416
contestatoluglio
reato
1982.
di
venne
cui
al Chionne
C.P. (capo
il
7
dell'epig:r:afe).
- Pag.4.837 -
Si protestava innocente, ammettendo
soltanto di aver appreso dallo stesso Gasparini
dei rapporti di costui con ma~iosi siciliani
(Yo1.1/R f.80) (Yol.l/R f.8l).
La compiuta istruzione non ha consentito
l'acquisizione di sufficienti elementi di
carico dell'imputato di cuiacolpevolezza
trattasi.
Invero per cio' che attiene alla attivita'
delittuosa posta in essere dal Chionne per
consentire che l'assenza di Gasparini
dall'Italia durante il suo viaggio in Estremo
Oriente passasse inosservata pende dinanzi
all'Autorita' giudiziaria di Roma distinto
procedimento penale, ma l'indizio, in ordine
alla sua partecipazione all'associazione per
delinquere contestatale, clesumibile da detta
vicenda processuale non e' stato irrobustito da
ulteriori acquisizioni probatorie, sicche' non
puo' seriamente escludersi che i rapporti fra il
Gasparini ed il Chionne non fossero quelli di
due appartenenti alla medesima
- Pag.4.838 -
banda criminale, bensi' piu' semplicemente
quegli episodici contatti che normalmente si
instaurano fra i malavitosi ed i vaz:i
faccendieri gravitanti attorno al mondo della
criminalita' organizzata.
Va, pertanto, l'imputato prosciolto per
insufficienza di prove dal delitto contestatogli
al capo 7 dell'epigrafe.
- Pag.4.839 -
CilIari Antonino
CilIari Gioacchino
I fratelli Cilla%i debbono rispondere dei
reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P.,
nonche' dei %eati di cui agli artt.75 e 71 legge
n.685/75, agli stessi contestati con mandato di
cattura n.323/84.
Personaggi di prima grandezza nel mondo
dei fornitori di e%oina e cocaina del
Capizzi Benedetto, con
palermitano, collegati con
gli
gli Anselmo, con
Adelfio ed altri,
sono stati coinvolti nel procedimento penale c/
Anselmo Vincenzo + 46 (Vol.224/A) e sono stati
condannati, in primo grado, alla pena di anni
nove di reclusione e lit. 25 milioni ciascuno di
multa.
Formano una coppia inscindibile ed, anzi,
spesso, sono stati indicati da altri coimputati
come i "CilIari".
Salvatoxe
- Pag.4.840 -
Coniglio ha ampiamente
illustxato il xuolo dei due nel campo dei
foxnitoxi di dxoga e queste sono le pagine
pxocessuali nelle quali si pazla dei "Cillaxi":
eeYol.206 f.7). eYol.206 f.14). eYol.206 f.22).
(Vol.206 f.l8). (Vol.206 f.28). eVol.206 f.38).
eVol.206 f.40). (Vol.206 f.41). <Yol.206 f.46).
(Vol.206 f.48). (Vol.206 f.SO). eYol.206 f.69).
(Yol.206 f.70). (Yol.206 f.91). (Yol.206 f.96).
(Yol.206 f.128). (Yol.206 f.131). (Yol.206
f.132).
- Pag.~.841 -
(Vo1.206 f.13~). (Vo1.206 f.135L (Vo1.206
f.136L (Vol.2.06 f.141L (Vol.2.06 f.150>'
(Vol.206 f.155). (Vol.206 f.162). (Vol.206
f.167L (Vo1.206 f.169L (Vo1.206 f.137».-
Sempre nel (Vol.206), il Coniglio parla di
Mino CilIari alle pagine ((Vol.206 f.54).
(Vol.2.06 f.64). (Vol.206 f.96). (Vol.206 f.128).
(Vo1.206 f.139>' (Vo1.206 f.151L (Vol.206
f.137», mentre di Gioacchino CilIari parla
nelle pagine ((Vol.206 f.21). (Vo1.206 f.65).
- Pag.4.842 -
f.136" (Vo1.206
(Vo1.206 f.138».-
(Vol.206 f.96). (Vo1.206
f.139"
f.131).
(Vo1.206
(Vo1.206
f. 151).
Le dichiarazioni del Coniglio. le
intercettazioni telefoniche, le risultanze
bancarie hanno portato. nel citato procedimento
penale, al riconoscimento del ruolo dei Cillari,
con conseguente pesante condanna.
L'esordio del Coniglio sui CilIari e'
relativo ad uno specifico episodio:
"Conoscevo i fratelli CilIari da tanti
anni, ma
traffico di
i rapporti con i predetti inerenti il
droga si limitarono ad una sola
cessione di cocaina per una quantita' di circa
130 grammi che io pattuii per lire 8 milioni, ma
che non arrivai a pagare a causa dei mancati
introiti che conseguirono agli arresti di Di
Benedetto Giacomo e di Raimo Antonio al quale io
avevo consegnato l'eroina sequestratagli
(Vo1.206 f.14).
- Pag.4.843 -
Ed, ancora, : "In merito ai CilIari
desidero aggiungere che costoro sulla piazza di
Milano si affidavano anche a tale Andrea
Lucchese, palermitano, del1 t
eta t
di circa 34
anni, il quale prima gestiva una bisca nei
pressi della stazione centrale e che poi cedette
ad alcuni slavi.
Inizialmente ero io che rifornivo il
Lucchese di cocaina e complessivamente gli ho
fornito circa 500 grammi in tempi diversi
nell'anno 1980. Successivamente, dopo che questi
entro' in contatto con i CilIari crebbe a tal
punto che fu egli stesso a rifornire me e
successivamente nell'anno 1980 e 81 mi cedette
Kg.2 di cocaina che io smerciai al dettaglio
sulla piazza di Milano...... (( VoI. 206 f. 41 )
(Vol.206 f.42)).-
"I CilIari non hanno maiaggiungeva:
In
Coniglio
un successivo interrogatorio, il
voluto accettare in pagamento per le forniture
di droga assegni di conto corrente, in q~anto
non volevano lasciare tracce della loro
- Pag.4.844 -
attivita' illegale. Toto' Anselmo mi disse che
non poteva consegnare per tal motivo ai Cillari
un assegno di 10 milioni che il Cannone aveva
dato al Brucia e che questi aveva consegnato a
Toto' Anselmo ((Vol.2.06 :f.46) (Vo1.206
f.47».-
Non manca un accenno del Coniglio sulla
importanza dei Cillari all'interno
dell'Ucciardone: "Ho avuto modo di notare che i
Cillari sia all'interno che all'esterno della
Casa Circondariale di Palermo, godono di un
grande prestigio ma:fioso e sono abbastanza
quotati sia tra i reclusi che tra gli operatori
penitenziari eVol.2.06 f.70).
Piu' sopra si e' accennato alle
dichiarazioni del Coniglio circa i 130 grammi di
cocaina fornitagli dai CilIari e l'eroina
sequestratagli a Sale.rno mentre veniva
trasportata dal corriere Raimo Antonio: confusa,
risultava, infatti, la connessione tra i due
episodi, ma, successivamente, il
- Pag.4.845 -
ConiglioeVol.206 f.96) chiariva: "A Palermo mi
sono approvvigionato di eroina anche dai
fratelli Gioacchino e Antonino Cillari e da Di
Giacomo Giovanni, costituenti un unico gruppo.
L'indicazione mi fu fornita da .Salvatore Anselmo
ma io questi CilIari li conoscevo gia'
precedentemente perche' anch'essi, come me,
macellai. Quindi mi recai direttamente da loro
senza alcuna presentazione. Li localizzai in un
bar vicino la Zisa. Preciso che incontrai
soltano Hino CilIari e Di Giacomo i quali mi
fecero una fornitura di circa 200 gr.di eroina,
che e'
tratta
quella sequestrata a
il processo in corso
Salerno
a mio
di cui
carico".
(Vol.2.06 f.96).
Tale versione dei fatti, il Coniglio
confermava successivamente nel corso di un
interrogatorio (Vol.206 f.128).
Il Coniglio, tra l'altro, riferiva anche
un particolare riguardante i legami
- Pag.4.846 -
parentali di Cillari Gioacchino, specificando
come questi fosse fidanzato con la figlia di Lo
Presti Salvatore, altro coimputato nel presente
procedimento penale (Vol.206 f.131).-
Il Coniglio poi riferiva come alla stessa
cosca dei Cillari appartenesse Salvatore
Cucuzza, da lui conosciuto all'Ucciardone
(Vol.206 f.141"
In relazione a episodi determinati
riguardanti Hino e Gioacchino Cillari,
specificamente indicati, sono state riportate le
pagine processuali e, pertanto, non si ritiene
di dover ulteriormente analizzare le singole
posizioni dei due, dato che, come evidenziato
dal Coniglio, gli stessi agivano congiuntamente.
Salvatore Anselmo, dal canto suo, ha
ribadito la preminente posizione dei fratelli
Cillari all'interno dei fornitori di eroina e,
come il Coniglio, li ha indicati sia
congiuntamente che disgiuntamente.
- Pag.4.8~7 -
L'Anselmo ha parlato dei "Cillari"nel
«VoL133 f.330>' (VoL133 f.332>' (Vol.133
f.334>' (VoL133 f.338). (VoL133 f.339).
(VoL133 f.340>' (VoL13: f.342). (VoL133
f.301>' (VoL133 f.315L (VoL133 f.318).
(Volo 133 f.319). (VoL133 f.320)' (Vol.133
f.2?2L (VoL133 f.274L (VoL133 f.276).
(Volo 133 f.282>' (VoL133 f.284). (VoL133
f.288>' (VoL133 f.292>' (VoL133 f.294L
(VoL133 f.260L
- Pag.4.848 -
(Vol.133 f.266). (Vol.133 f.242) (Vol.134
f.168L (Vol.134 f.169L (Vol.7/Z f.2.72.).-
CilIari Gioacchino e ' indicato
dall'Anselmo ai (Vol.133 f.32.8). (Vol.133
f.301L (Vo1.133 f.319L (Vo1.133 f.271L
(Vo1.133 f.2.72.L (Vol.133 f.2.93). (Vol.133
f.2.58L (Vol.133 f.2.62.L (Vo1.134 f.167);
(Vol.7/Z f.2.72.). (Vol.7/Z f.2.79». CilIari
Mino e ' nominato dall'Anselmo nel «Vol.133
f.32.8). (Volo 133 f.316). (Vol.133 f.318L
(Vo1.133 f.319L
- Pag.4.849 -
(Volo 133 f.271). (Vo10133 f.272). (Vo10133
f.243). - (Vol.134 f.167). (Vol.7/Z f.275)).-
Cillari, in quanto,
Anselmo Salvatore ben conosceva i fratelli
come suo fratello Anselmo
Vincenzo, operavano nello stesso campo
dell'eroina ed erano i fornitori, tra gli altri,
di Coniglio Salvatore (Vol.133 f.330).
Confermava l'Anselmo come i Cillari
esigessero solo pagamenti in contanti, come pure
confermava che gli stessi avevano consegnato al
Coniglio 320 grammi di eroina, eroina che
quest'ultimi avevano dato a tale Buscemi
affinche' la portassero a Salerno.
Il Buscemi, pero', mentre viaggiava in
compagnia di altro giovane (Peritore), era stato
fermato nei pressi di Caltanisetta da una
pattuglia di militi anche se, nel corso della
perquisizione, la droga non era stata rinvenuta
in quanto abilmente occultata
- Pag.4.850 -
(Yol.133 f.332): tale episodio e' lungamente
nella
dibattimentale del proe.penale
46 (Yol.224/A),
descritto
Vincenzo +
nell'ordinanza e
e
e/
sentenza
Anselmo
conferma
ulteriormente il ruolo di fornitori di eroina
dei fratelli Cillari.
Le dichiarazioni dell'Anselmo, comunque,
ricalcano pedissequamente quelle del Coniglio.
attinendo a episodi vissuti da due personaggi
g~avitanti nello stesso ambiente di spacciatori
di droga.
Contorno Salvatore (Yol.125 f.11) indica i
Cillari quali componenti della famiglia di
"Porta Nuova", insieme con Di Giacomo Giovanni,
inteso "u luongu", in cio' confermando quanto
sempre dichiarato e dall'Anselmo e dal Coniglio
circa lo stretto rapporto tra i fratelli CilIari
ed il Di Giacomo.
Anche Tommaso Buscetta indica Gioacchino
Cillari come uomo d'onore della sua famiglia di
"Porta Nuova", insieme. tra gli altri. al Di
Giacomo che in tale famiglia ha la qualifica di
capo-decina.
- Pag.4.851 -
Le risultanze processuali mostrano,
quindi, un pieno inserimento dei CilIari nella
nella famiglia di Porta Nuova -
associazione
segnatamente,
mafiosa "Cosa NostI:a" e ,
una delle piu' pI:estigiose e pericolose
nonche' un loro pieno inserimento nel tI:affico
di stupefacenti cocaina ed eroina quali
fornitoI:i del mercato palermitano e nazionale.
Gli stessi vanno, quindi, rinviati a
giudizio per rispondere di tutti i reati
contestatigli
n.3Z3/84:
con il mandato di cattuI:a
CilIari Antonio capi 1, 10, 13, 22, 37.
CilIari Gioacchino capi 1, 10, 13,
39.
22, 33, 37,
- Pag.4.852. -
Ciriminna Salvatore
Ciriminna Salvatore e: stato raggiunto dal
mandato di cattura n.32.3/84 e deve rispondere
dei reati di cui agli artt.41G; 416 bis C.P., 71
e 75 legge n.685/75.
Tommaso Buscetta (Vol.12.4 f.11> indicava
il Ciriminna come uomo d'onore della famiglia
del Borgo e in un successivo inte~~ogato~io,
specificava alcune vicende di detta famiglia
((Vol.12.4/A f.52.) (Vol.12.4/A i.53»: "Negli
anni GO io conobbi Leopoldo Cancelliere, molto
anziano ed immobilizzato su una sedia a ~otelle,
c~edo pe~ effetto di un incidente stradale;
nell'occasione conobbi anche Salvatore
ma molto meno di Cancelliere;
una decina di anni piu' di me.
Ciriminna, suo consigliere, anch'egli anziano,
credo che abbia
- Pag.4.853 -
Se non sbaglio i due gestivano in societa'
una ditta di trasporti di materiali ferrosi.
Durante la mia detenzione - credo intorno
al 1974/75 vennero arrestati numerosi membri
della famiglia del Borgo, in relazione ad una
serie di attentati dinamitardi a scopo
estorsivo, avvenuti in quel periodo.
Incontrai, cos i' , nuovamente Salvatore
Ciriminna e feci la conoscenza, come uomo
d'onore, di Salvatore Cucuzza. Quest'ultimo
allora era un operaio dei Cantieri Navali e si
riempiva la bocca di problemi sindacali".
Parlando di Gaetano Calista, altro membro
della famiglia del Borgo, il Buscetta riferiva
come questi gli fosse stato presentato come uomo
d'onore dallo stesso Ciriminna, in quante, con
questi arrestato per gli attentati dinamitardi
(Vo1.124/A f.54L
Il Buscetta riconosceva successivamente la
foto del Ciriminna eVol.124/A f.104).
- Pag.4.854 -
Hon v'e' dubbio, quindi, che il Ciriminna
faccia parte della associazione mafiosa e che le
dichiarazioni del Buscetta sul suo conto siano
del tutto attendibili.
Il Ciriminna consigliere del vecchio capo
Calcelliere, non puo', pe r o' , essere ritenuto
responsabile del traffico di stupefacenti in
quanto, sul punto, nessun elemento di prova e'
emerso.
L'imputato, poi, gia' avanti con gli anni,
da lungo tempo ha stabilito la sua residenza
nelle Marche (Camerano) e, pertanto, non sembra
poter esser stato utilizzate per detto traffico.
Sentito dal G.I. (Vo1.123 f.12,9', il
Ciriminna negava ogni addebito, anche se
confermava di avere, per ragioni di lavoro,
conosciuto Leopoldo Cancelliere.Precisava di
essere stato inviato nel 1971 a Camerano quale
soggiornante obbligato e di non essersi piu'
mosso da quel centro, nonostante
decreto.
la revoca del
- Pag.4.855 -
Ammetteva di essere stato coinvolto in
procedimenti penali insieme con Calista Gaetano
e con il Cucuzza, ma specificava di essere stato
prosciolto per gli omicidi e rinviato a giudizio
per la sola associazione a delinquere, in
ricorsorelazione alla quale era ancora pendente
in Cassazione.
Le dichiarazioni del Buscetta non sembrano
essere state smentite del Ciriminna in relazione
alla "conoscenza" di altri associati, e alla
subita carcerazione con gli stessi.
confermavaIl
essersi
Ciriminna,
incontrato
comunque,
all'Ucciardone con
di
il
dell'istituto
all'infermeriaBuscetta e, segnatamente,
penitenziario, mentre escludeva
che ilCancelliere girasse su una sedia a
rotelle, sebbene claudicante.
Ammetteva, infine, di essere ancora socio
in Palermo di una impresa c~mmerciale gestita da
altro socio.
Il Ciriminna, proprio in considerazione
delle riscontrate dichiarazioni
- Pag.4.856 -
del Buscetta sui punti sopra indicati, nonche'
in considerazione dei legami societari che lo
hanno sempre legato a Palermo,
da questo centro dal 1971 ,
sebbene lontano
va rinviato a
giudizio per rispondere dei reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P. (Capi 1, 10), mentre va
prosciolto, per non aver commesso il fatto, dai
reati di cui agli artt.71 e 75 legge n.685/75
(Capi 13, 22).
- Pag.4.857 -
Ciulla Antonino
Ciulla Giuseppe
I fratelli Giuseppe e Antonino Ciulla sono
stati raggiunti dai seguenti provvedimenti
restrittivi della liberta' personale:
a) ord. di cattura n.170 del 26.7.82
b) mando di cattura n.343 del 17.8.82
c) mando di cattura n.237 del 31.5.83
con i citati provvedimenti sono stati
contestati ai Ciulla il reato di cui all'art.416
C.P. e il reato di
n.685/75.
cui all'art.75 legge
Successivamente i due venivano raggiunti
dal mandato di cattura n.323/84 con il quale si
contestavano loro l'associazione a delinquere
(art.416 C.P.), l'associazione di
(art.416 bis C.P.) e i delitti
artt.75 e 71 legge 685/75.
tipo
di
mafioso
cui agli
- Pag.4.858 -
I provvedimenti di cui sopra (lett.a-b-c)
debbono, quindi, considerarsi assorbiti in
questo ultimo mandato di cattura.
Dei fratelli Ciulla, inteso come gruppo
familiare, hanno parlato molti coimputati. Tali
dichiarazioni, comunque, lungi dal far venir
meno riferimenti specifici a singoli fratelli,
stante la personalita' della responsabilita'
indicano come sia "unitaria" all'internopenale,
della stessa famiglia (intesa in senso
giuridico-tecnico) la gestione del crimine.
La storia e la cronaca di "Cosa Nostra",
infatti, sono piene di riferimenti a gruppi
familiari in genere e a gruppi di fratelli in
specie, quali i Cillari, i Grado, iFidanzati, i
Mafara, ecc. e il riferimento agli stessi,
indistintamente, mostra non la incapacita' dei
testi o dei coimputati a distinguere individuo
da individuo, ma il coinvolgimento di tutti i
congiunti in imprese criminali, senza eccezioni
di sorta.
- Pag.4.S59 -
Ciulla Giuseppe, noto alle cronache
giudiziarie di questi ultimi anni per essere
stato protagonista di clamorosi sequestri di
persona. e' stato condannato in data 19.12.1979
dalla Corte d'Appello di Milano ad anni 13 di
reclusione e lit. SOO.OOO di multa in relazione
ai sequestri Torielli e Rossi di Montelera
(Vol.220 f.555).-
Salvatore Contorno, parlando dei fratelli
Ciulla, insisteva nel dire come fossero tutti
uomini d'onore e come cio' gli fosse noto sin da
quando era entrato a far parte di "Cosa Nostra".
Precisava, altresi', come gli stessi fossero
collegati ai Bono.
(Volo 125 f. 72).
ai Fidanzati ed altri
Successivamente precisava "non ho mai
conosciuto tutti e cinque i fLatelli Ciulla. Ne
ho incontrati soltanto due, almeno credo. a
Milano. subito dopo la mia iniziazione ad uomo
d'onore nel corso di un pranzo tenuto da
Giuseppe Bono in un locale di Corso Buenos
Aires.
- Pag.4.860 -
Ivi e~ano p~esenti anche Mimmo Te~esi e
Fede~ico Salvato~e i quali mi p~esenta~ono uno o
due dei f~atelli Ciulla dicendomi che tutti i
Ciulla e~ano "la stessa cosa ", tuttavia non mi
p~ecisa~ono quanti fosse~o i f~atelli. Il Te~esi
e il Fede~ico mi disse~o anche che si e~ano
a~~icchiti a Milano e che ope~avano nella zona
di T~ezzano sul Naviglio, e p~ecisamente nel
qua~tie~e Zingone". (Vo1.125 f.127).-
Tommaso Buscetta indicava in Ciulla
Giuseppe uno dei componenti della famiglia di
Resuttana, capeggiata da F~ancesco Madonia
(Yol.124 f.12) e p~ecisava di non ave~lo mai
conosciuto pe~sonalmente, ma di ave~ app~eso in
ca~ce~e che si t~attava di un uomo d'ono~e della
famiglia di Resuttana. Tale notizia,
pe~venutagli da alt~i uomini d'ono~e, e~a
~itenuta
f.60)'-
dalBuscetta come ce~ta (Yo1.124/A
'
.0
- Pag.4.861 -
Giovanni Melluso, nell'intezzogatozio del
5.4.84, ziconosceva nella foto n.54, con la
indicazione di Ciulla Giuseppe, le sembianze di
un uomo che aveva incontzato a Pezo, vicino
Milano, dove abitava o aveva una donna.
Ricozdava, inoltze, come tale pezsonaggio avesse
pzotetto la latitanza di
Giuseppe, siciliano
un
tzapiantato
cezto
a
Oztisi
Milano,
implicato nel tzaffico di dzoga e in zapine.
Gennazo Totta (cfz. intezzogatozio al G.I.
di Tzento (Vo1.4/A f.263) zifeziva come
conoscesse i Ciulla e come sapesse che questi
ezano in contatto con i Gzado e con i Fidanzati,
avendo spesso assistito a scambi di buste e
valigette tza costozo, pzesso il baz "Motta" di
via Napoli a Milano.
Sempre secondo il Totta, Vincenzo Grado
annovezava tza i suoi nemici i Ciulla e i
Fidanzati e gli diceva di sapere che un gzosso
mafioso siciliano zesidente a Roma stava
tempestando di telefonate i
- Pag.4.86Z -
Ciulla stessi perche' uccidessero lui e i suoi
fratelli.
D'Aloisio Michele eVol.8/B f.1) - eVol.8/B
f.49) eVol.8/B f.55) (Vol.8/B f.ZOO)
(Vol.8/B f.Z38) riferiva come i fratelli Ciulla
rifornissero di eroina il suo amico Paolo Aprile
e che gli stessi erano collegati, in posizione
subalterna,
Alberti) .
Angelo
al "paccare'"
Epaminonda.
(alias
stella di
Gerlando
p:rima
grandezza nel firmamento del crimine organizzato
milanese, determinatosi a collaborare con
dei palermitani che a Milano
l'A.G., riferiva,
facessero parte
tra l'altro, come i Ciulla
erano diretti e coordinati da Tanino Fidanzati,
dai fratelli Bono e da Robertino Enea e che, per
conto dei loro capi, controllavano il traffico
dell'eroina
f.210).
in regime di monopolio (VoI. 17Z
- Pag.4.863 -
Non v' e ' , quindi, dubbio alcuno come i
fratelli Ciulla fossero conosciuti come uomini
d'onoze della famiglia di Resuttana all'intezno
della ozganizzazione ma:iiosa "Cosa Nostra"
(Contozno) e come, in pazticolare, Ciulla
Giuseppe fosse conosciuto dal Buscetta quale
uomo d'onore di detta famiglia.
Nello specifico ambiente dei tzafficanti
di stupefacenti, gli stessi ezano ben conosciuti
quali elementi collegati ai Bono ed ai
e, a tal pzoposito, illuminante
Fidanzati
e' la
testimonianza di Angelo Epaminonda che di tale
ambiente e' stato pez lunghi anni un pezsonaggio
di pzima gzandezza.
Ciulla Giuseppe, poi, ha sempze gzavitato
nell'ozbita dei siciliani e non va dimenticato,
come gia' detto, il suo coinvolgimento con i
liggiani nel campo dei sequestri di persona.
Gli stessi Ciulla, inoltze, erano
conosciuti anche da Coniglio Salvatore i quali,
con Cangelosi Salvatore cognato
- Pag.4.864 -
di Gaetano Fidanzati venivano dallo stesso
annoverati come fornitori di stupefacenti nella
zona del milanese, stupefacenti che
monopolizzavano (Yol.206 f.140).
Riferiva, infatti, il Coniglio di essere
direttamente a conoscenza come i Ciulla
operassero nel settore degli stupefacenti
(Yol.206 f.140) e come questi fossero collegati
con i Fidanzati e con il Cangelosi (Yol.2.06
f.?lf), (Yol.206 f.96) e (Yol.206 f.11?); proprio
quel Cangelosi conosciuto da Ciulla Salvatore
operante a Trezzano sul Naviglio nel settore
dell'edilizia nel quale era impegnato anche il
fratello Ciulla Giuseppe (Yol.186 f.30?),
Ed, invero, proprio a riscontro delle
dichiarazioni del Coniglio, secondo cui i Ciulla
erano collegati con Salvatore Cangelosi nel
traffico della cocaina,
- Pag.4.865 -
Ciulla Salvatore, il quale seppur sommessamente
ha dovuto ammettere di conoscere un "Salvatore
Cangelosi" costruttore edile in Trezzano sul
Naviglio proprio come il fratello Giuseppe.
Il Cangelosi, infatti, quale cognato di
Fidanzati Gaetano (Vo1.186 f.41)
specificatamente collegato con i Ciulla nel
traffico di droga a Milano e in tale sua veste
conosciuto dal Coniglio che, a sua volta, aveva
trascorso gran parte della sua esitenza di
spacciatore in detta citta' - non poteva essere
sconosciuto ai Ciulla stessi ed, anzi, in
Trezzano sul Naviglio esercitava attivita' di
copertura come lo stesso Giuseppe Ciulla.
Per ulteriormente evidenziare il ruolo di
Ciulla Giuseppe ed Antonino si rimanda,
comunque, e alla parte riguardante i fratelli
Grado e alla scheda di Ciulla Cesare, Giovanni e
Salvatore.
Si puo', dunque, ritenere che sussitano
sufficienti prove per rinviare a giudizio Ciulla
Giuseppe e Ciulla Antonino in
- Pag.4.866 -
ordine ai reati agli stessi contestati con il
mandato di cattura n.323/84 (Capi 1, 10, 13,
2. 2. >.
- Pag.4.867 -
Ciulla Cesare
Ciulla Giovanni
Ciulla Salvatore
I fratelli Ciulla Cesare, Giovanni e
Salvatore sono stati raggiunti dal mandato di
cattura n.361/84 e debbono r.ispondere dei reati
di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71 e 75
legge n.685/75.
Trattando degli altri due fratelli Ciulla
Giuseppe e Antonino, si e' gia' detto come tutti
i fratelli Ciulla siano stati indicati dal
Contorno quali uomini d'onore, cosa a lui nota
sin da quando era entrato a far parte della
associazione
f.7Z).
mafiosa "Cosa Nostra" (Vo1.125
Successivamente il Contorno precisava:
"non ho mai conosciuto tutti e cinque i fratelli
Ciulla. Ne ho incontrati soltanto due,
credo, a Milano subito
almeno
dopo
- Pag.4.868 -
la mia iniziazione a uomo d'onore nel corso di
un pranzo tenuto da Giuseppe Bono in un locale
di Corso Buenos Aires.
Ivi erano presenti anche Mimmo Teresi e
Federico Salvatore i quali mi presentarono uno o
due dei fratelli Ciulla dicendomi che tutti i
Ciulla erano "la stessa cosa", tuttavia non mi
precisarono quanti fossero i fratelli. Il Teresi
e il Federico mi dissero anche che si erano
arricchiti a Milano e che operavano nella zona
di Trezzano sul Naviglio, e precisamente nel
quartiere Zincone."(Yol.125 f.127).-
Buscetta Tommaso gia' aveva riferito di
essere venuto a conoscenza della appartenenza di
Ciulla Domenico alla famiglia di Resuttana
(Yo1.124 f.1Z) e (Vo1.124/A f.GOl.
Giovanni Melluso riconosceva nella foto di
Ciulla Giuseppe un personaggio incontrato a
Milano e protettore di un siciliano latitante,
certo Ortisi Giuseppe.
Gennaro
- Pag.4.869 -
Totta riferiva di conoscere i
Ciulla e di sapere che questi erano in contatto
con i Grado e con i Fidanzati, avendo spesso
assistito, nel bar "Motta" di Milano,
di buste e valigette tra gli stessi.
a scambi
Vincenzo Grado, poi, gli aveva confidato
come i Ciulla e i Fidanzati fossero suoi nemici
e come un grosso mafioso siciliano residente a
Roma tempestassi di telefonate i Ciu11a perche'
uccidessero lui e i suoi fratelli.
D'Aloisio Michele riferiva come i fratelli
Ciu1la rifornissero di eroina il suo amico Paolo
Aprile e come gli stessi fossero collegati, in
subordine, al "paccare'", alias Gerlando Alberti
«Vol.8/B f.1) - (Vol.8/B f.49) - (VOL.008/ /B
F.055)~(Vol.8/B f.ZOO) - (Vol.8/B f.238) vedere
parte riguardante fratelli Grado).
Angelo
- Pag.4.870 -
Epaminonda, determinatosi a
collaborare con l'A.G., riferiva come i Ciulla
dai fratelli Bono e da Robertino Enea
coordinati
gruppo di palermitanifacessero
diretti e
Fidanzati,
parte del
a Milano da Tanino
e che gli stessi Ciulla, per conto dei loro
capi, a Milano controllassero il traffico
(Vol.172
fratelli Ciulla, dunque, erano ben
conosciuti all'interno di "Cosa Nostra" come
uomini d'ono:re (Buscetta e Contorno), mentre
nello specifico ambiente dei trafficanti di
stupefacenti del milanese erano conosciuti come
collegati ai Bono ed ai Fidanzati.
La testimonianza di Angelo Epaminonda, a
per lunghi anni ha avuto un
tal proposito,
personaggio che
e' decisiva, trattandosi di un
ruolo di primaria grandezza nel mondo del
crimine organizzato milanese.
- Pag.4.871 -
Non va sottaciuto, peraltro, il
coinvolgimento di Ciulla Giuseppe nei sequestri
di persona attuati con il gruppo dei liggiani
(Vol.2Z0) e la relativa pena inflittagli dalla
Corte d' Appello di Milano ( 13 anni di
reclusione) .
La costante indicazione dei "Ciulla" come
gruppo familiare dimostra come gli stessi,
unitariamente, fossero inseriti nel traffico di
G.r.dal
stupefacenti e, a tal proposito, si rimanda alle
argomentazioni svolte nel trattare degli altri
due fratelli, Antonino e Giuseppe.
Ciulla Salvatore, sentito
(Vo1.186 f.307) si protestava innocente
attribuendo a notizie giornalistiche infondate
il coinvolgimento della sua famiglia in traffici
di stupefacenti.
Ammetteva, pero' , di essere stato
condannato di recente dalla Corte d'Appello di
Milano a nove anni di reclusione per traffico di
cocaina.
Negava di aver mai conosciuto, se non per
notizie di stampa, Gen.naro Totta, come
- Pag.4.872. -
puze negava di avez conosciuto i Gzado, nonche'
Salvato:re Contozno della cui esistenza aveva
l'esistenza della mafia.
con la notizia del mandatoappzeso solo
cattuza.
Negava pe:rsino
come pure negava di esse:re stato rifornito
di
di
cocaina dai coniugi sudame:ricani "Ca:rmen e
Cazlos" (come dichiazato dall' Epaminonda) e non
sapeva dire se i due fosse:ro suoi coimputati nel
citato procedimento penale nel quale, appunto,
per traffico di cocaina era stato condannato in
una con alcuni sudame:ricani.
Negava di conoscere Paolo Aprile, mentre
ammetteva di conoscere un "Salvatoze Cangelosi"
costruttore
di Tzezzano sul
edile
Naviglio,
nello
impegnato
stesso setto:re
come
di
attivita' del fzatello Giuseppe.
Salvatore Cangelosi, cognato di Fidanzati
Gaetano (Vol.186 f.41) - zappozto Squadza Mobile
del 16.2.85 - eza stato indicato da Salvatoze
Coniglio
- Pag.4.873 -
(Vol.2.06 f.74), (Vol.2.06 f.96) e
(Vol.2.06 f.117) come un trafficante di cocaina
in Milano, collegato proprio con i Ciulla, con i
Grado e con i Fidanzati.
Lo stesso Coniglio (Vol.2.06 f.140)
riferiva: " ... sempre dal Di Giacomo ho avuto
conferma che egli era in contatto con i fratelli
Fidanzati che monopolizzavano in quella citta'
(Milano) il
con i Grado.
traffico della droga con i Ciulla e
Sono a conoscenza diretta che i
Ciulla operavano fuori Milano nel settore degli
stupefacenti .... ".
E' impressionante la coincidenza delle
dichiarazioni del Coniglio e dell'Epaminonda
secondo cui i Ciulla operavano in regime di
monopolio nel traffico di stupefacenti e cio' e'
una ulteriore riprova della posizione di
preminenza che gli stessi avevano assunto in
tale campo.
- Pag.4.874 -
Tutto quanto detto po%ta a %itene%e i
f%atelli Ciulla ben inse%iti in "Cosa Nost%a" e,
specificamente, nel t%affico di stupefacenti.
Ciulla Cesa%e, Salvato%e e Giovanni
pe%tanto, vanno %inviati a giudizio pe%
%isponde%e dei %eati ad essi asc%itti con il
mandato di cattu%a n.361/S4 (Capi 1, 10, 13,
22).
- Pag.4.875 -
Clemente Antonino
Nel corso delle indagini susseguenti alle
dichiarazioni rese dall'imputato Sinagra
Vincenzo di Antonino sul conto di La Malfa
Gaspare, si accertava che, in data 7/10/1980, al
predetto era stata rilasciata la carta di
identita' n.52372368 su cui era apposta la
fotografia dello imputato Rotolo Salvatore.
Procedutosi agli accertamenti del caso
presso la delegazione Comunale di Settecannoli,
dove la carta di identita' era stata richiesta,
si apprendeva dal segretario Bellante Giovanni
che, per il rilascio del documento di identita'
di cui sopra, non era stata seguita la normale
procedura poiche', evidentemente, il richiedente
era persona ben nota all'impiegato compilatore -
Gambino Pietro
Clemente Antonino.
o al presidente-pro-tempore
- Pag.4.876 -
Quest'ultimo, richiesto di spiegazioni,
dichiarava di avere conosciuto la persona
effigiata nella fotografia apposta sul documento
in occasione della campagna elettorale e di
averla vista soltanto in cccasione del rilascio
della carta di identita' ; aggiungeva che,
essendo stato il documento rilasciato lo stesso
giorno della richiesta, l'interessato gli era
stato sicuramente "segnalato" da qualcuno degli
impiegati.
ordine
A sua volta il Gambino Pietro,
ai fatti di cui sopra,
sentito in
riferiva di
conoscere la persona effigiata sul documento di
identita' mostratogli in visione perche',
diverse volte, l'aveva incontrato nella zona di
S. Erasmo e nei locali della Delegazione
Settecannoli dove si incontrava con il Clemente
Antonino; aggiungeva che, per il rilascio del
documento di identita' al La Malfa Gaspare, si
era seguita una procedura "particolare" in
quanto non erano stati effettuati i normali
accertamenti da parte dei Vigili Urbani giacche'
la relativa attestazione "timbrata" sulla
richiesta era stata cancellata
- Pag.4.877 -
e apposto, invece, il timbro e la firma del
Clemente Antonino, quale presidente pro-tempore
della delegazione.
Sulla scorta di tali elementi veniva
spiccato mandato di cattura contro il Clemente
Antonino in ordine ai reati di cui agli artt.477
e 378 C.P.; interrogato, l'imputato respingeva
gli addebiti assumendo di avere conosciuto come
La Malfa Gaspare, la persona che aveva richiesto
la carta di identita' e che, in realta', era il
Rotolo Salvatore, e di avere rilasciato il
documento seguendo una prassi particolare o
perche' il richiedente gli era stato segnalato
da qualche suo collaboratore o perche' dallo
stesso conosciuto in occasione della campagna
elettorale (Vo1.169 f.190) e (Vo1.169 f.191).
Cio' premesso, va rilevato che le
emergenze processuali hanno evidenziato certi e
sufficienti elementi probatori a carico
dell'imputato in ordine ai reati contestatigli,
quali si desumono delle modalita' di rilascio
- Pag.4.878 -
della carta di identita' richiesta dal Rotolo
Salvatore sotto il nome del La Malfa Gaspare e
dal comportamento tenuto nell'occorso dal
Clemente Antonino il quale, al fine di favorire
latitante perche' colpitoil Rotolo (all'epoca
dal mandato di cattura n.2.88/78 del 10/7/1978
emesso dal Giudice Istruttore di Palermo perche'
imputato di omicidio ed altro) si e'
fattivamente interessato perche' allo stesso
venisse rilasciato, lo stesso della
richiesta, un documento di identita' sotto falso
nome e cio' al fine di sottrarsi alle ricerche
dell'autorita'.
pertanto, conforme alle risultanze
processuali disporre il
Clemente Antonino
rinvio a giudizio del
rispondere dei' reati
contestatigli come in rubrica (Capi 401, 416).
- Pag.4.879 -
Colizzi Anna
Secondo le dichiaz:azioni di Az:mando
Fz:agomeni (Yol.18 f.240) + (Yol.27 f.57), costui
nell'estate del 1980 si z:eco' a Palez:mo pez:
incaz:ico di Antonio Yessichelli al fine di
pz:elevaz:e un quantitativo di dz:oga (cocaina) da
un non meglio identificato meccanico.
Giunto il Fz:agomeni a Palez:mo, in
compagnia di tali Concetto Cammisa ed Oz:azio
Amato (le loz:o pz:esenze albez:ghiez:e z:isultano
z:egistz:ate nella notte tz:a il 15 e 16 agosto
1980 presso il Motel Agip di Palez:mo,(Yol.71
f.105)), il meccanico non fu subito z:intracciato
ed i tz:e vennexo indixizzati pxesso un villino
della zona di Caz:ini, la cui ubicazione e'
quella dell'immobile ove il 26 agosto 1980 fu
scopez:ta la xaffinexia di dxoga gestita da
Gez:lando Albez:ti.
Ivi
- Pag.4.880 -
"il meccanico", sos~enendo di non
conoscere il Vessichelli, diede loro
appun~amento per il giorno successivo presso la
sua officina, ma all'incontro, secondo il
Fragomeni, si presen~arono invece Nicola Faraone
e Salvatore Procida insieme ad altre persone,
fra cui Gerlando Alber~i di San~o e la
conviven~e del Faraone, che erano a bordo di una
Volkswagen ~ipo maggiolino di colore verde.
Il Faraone, la di lei convivente, poi
iden~ifica~a in Anna Colizzi, ed il Procida
erano persone gia' conosciu~e dal Fragomeni, che
li aveva preceden~emente
maneggio gestito in
incon~rati
Moncalieri
presso il
da An~onio
Vessichelli, il quale gli aveva presen~a~o anche
Tommaso Buscetta, per conto del quale i medesimi
Fa:raone e Procida gli avevano successivamen~e
rivelato di lavorare nel traffico della cocaina.
Si rimanda a ques~o pun~o alla par~e della
sen~enza dedicata all'esame delle posizioni
- Pag.4.881 -
degli imputati Tommaso Buscetta, Nicola Faraone,
Salvato~e P~ocida, Ge~lando Alberti di Santo ed
Antonio Vessichelli per cio' che attiene alla
trattazione dell'episodio conce~nente la visita
a Palermo del Fragomeni per
cocaina.
rifornirsi di
In questa sede occorre osservare che,
identificata la Colizzi e sentita in qualita' di
teste il 23 febbraio 1984 (Vol.27 f.70), costei
nego' di conoscere il Fragomeni e quindi di
averlo mai incontrato in Palermo o altrove.
Ammise, quanto al Buscetta, di averlo
casualmente conosciuto ed incontrato in Torino,
escludendo tuttavia qualsiasi illecito rapporto
tra il predetto ed il di lei convivente Faraone.
Incriminata per falsa testimonianza, venne
emesso nei suoi confronti mandato di cattura
93/84 del 20 ma~zo 1984 (la data del commesso
reato, indicata erroneamente sia nel mandato di
cattura sia nel corso dell'interrogatorio, va
modificata in "23 febbraio 1984").
- Pag.4.882 -
Interrogata (fase. perso f.11) ribadi' le
sue precedenti dichiarazioni. ottenne il 28
aprile 1984 la liberta' provvisoria (fase.
f.16L
perso
A suo carico sussistono sufficienti prove
di colpevolezza, essendo fuor di dubbio abbia la
Colizzi mentito in ordine ai rapporti fra il
convivente Nicola Faraone ed il Fragomeni e sia
rimasta estremamente reticente in ordine ai
rapporti tra lo
Buscetta.
stesso convivente ed il
Essa invero ha strenuamente negatò di
conoscere il Fragomeni, il quale invece si e'
mostrato particolarmente informato su di lei,
indicandone addirittura anche il luogo di
lavoro. Ha negato inoltr~ di averlo incontrato
in Palermo, mentre il Fragomeni, la cui presenza
in questa citta' e' dimostrata dall'accertato
pernottamento presso il Motel Agip nella notte
tra il 15 e 16 agosto 1980, e' stato finanche in
grado di indicare tipo e colore dell'autovettura
della quale la vide a bordo.
E la
- Pag.4.883 -
stessa Colizzi, foznendo sicuzo
ziscontzo alle dichiazazioni del Fzagomeni, ha
ammesso che quell'estate, in compagnia del
Faraone, del Pzocida e della donna di costui, si
zeco' in vacanza a Palezmo, ivi giungendo a
bozdo di una Volkswagen tipo maggiolino, di
colore vezde, cioe' di un'autovettura identica a
quella della quale il Fragomeni la vide a bordo,
allorche' ivi si incontzo' con il Fazaone.
Orbene, la paztecipazione della Colizzi a
questo incontzo inconfutabilmente dimostza che
essa eza ben al corrente dei tzaffici illeciti
del convivente, il quale nell'occasione si era
insieme
fissato
al
dal
Procida portato
non identificato
all'appuntamento
meccanico al
Fzagomeni pez acceztaze chi fosse costui' e chi
lo avesse in effetti invitato a Palermo per
rifornirsi di droga.
Le parziali ammissioni della Colizzi e gli
appunti manoscritti rinvenuti in un taccuino
reticenza
sequestratole
dimostrano
(fase.
la
perso
sua
Faraone f.87)
in o:rdine
- Pag.4.884 -
ai :r:appo:rti t:ra il convivente e
Tommaso Buscetta. del quale essa conosceva la
ve:ra identita' ed il sop:rannome "Robe:rto"
utilizzato nascondeJ.:la. E del tutto
inconsistente l'assunto secondo cui
sa:rebbesi trattato di casuale conoscenza dovuta
alle frequentazioni della moglie del Buscetta
p:resso il negozio ove la Colizzi prestava lavoro
come commessa, stante che le gravi
contraddizioni esistenti f:ra le dichiarazioni
del Faraone. del Procida e del Vessichelli in
ordine ai loro :rapporti col Buscetta ed alla
costituiscono decisivo riscont:ro in
loro illeciti rapporti, affe:rmati
conoscenza della sua reale
dal
identita'
ordine ai
Fragomeni
e certamente non igno:rati dalla Colizzi, la
quale, come il :riferito episodio verificatosi in
Palermo dimost:ra, non veniva pe:r ce:rto tenuta
dal convivente all'oscu:ro delle sue trame.
Va, pe:rtanto. rinviata a giudizio per
:rettificata la data del commesso
rispondere
ascrittole.
del reato di falsa testimonianza
reato, secondo quanto prima e' stato precisato.
- Pag.4.885 -
Comunian Silvano
Nei conf~onti di Silvano Comunian venne
emesso mandato di cattura 2/83 del 5 gennaio
pe~ i ~eati di cui agli a~tt.75 e 71 legge1983,
n.685 del 1975, essendo eme~sa la sua
partecipazione ad associazione pe~ delinque~e
ope~ante nella zona di Si~acusa e capeggiata da
Nunzio Salafia, che aveva importato dal Ma~occo
600 Kg. di hashish.
Sulla vicenda indagava questo Ufficio a
seguito delle dichia~azioni ~ese da A~mando Di
Natale, concernenti anche l'omicidio di Alfio
Ferlito, in forza di esse addebitato al Salafia.
Dei fatti tratta ampiamente la pa~te della
sentenza dedicata all'omicidio del Ferlito e si
e' in quella sede rilevato che, dovendo esse~e
prosciolti da quest'ultima imputazione Ce da
successivamentequella,
omicidio
lo~o
del generale Dalla
contestata,
Chiesa)
di
i
- ...'
- Pag.4.886 -
provenuti Nunzio Salafia, Salvatore Genovese ed
Antonino Ragona, cui anche era stata addebitata
a seguito delle dichiarazioni del Di Natale, e'
venuta meno ogni ragione di connessione al
presente procedimento dei fatti ascritti al
Comunian, il piu' grave dei quali (associazione
per delinquere finalizzata al traffico delle
sostanze stupefacenti> risulta in Siracusa
commesso.
Va dichiarata, pertanto, l'incompetenza
per territorio del Giudice istruttore di Palermo
in ordine ai reati di cui ai capi 18, 27
dell'epigrafe ascritti al Comunian e trasmessi
al Procuratore della Repubblica di Siracusa gli
atti che lo riguardano (previa acquisizione di
copia dei medesimi a questo procedimento> ,
specificamente indicati nella parte della
sentenza dedicata all'omicidio del Ferlito.
- Pag.4.887 -
Condo~elli Domenico
Denunciato con rappo~to del 7 giugno 1982
(Vol.1/R f.153) quale appa~tenente al gruppo
mafioso facente capo a Benedetto Santapaola,
co~responsabile, insieme al g~uppo palermitano
di Gaspare Mutolo, dei traffici di droga
scoperti con l'arresto a Parigi di Francesco
Gasparini, venne emesso nei suoi confronti
mandato di cattura 326/8~ del 23 luglio 1982,
con il quale gli furono contestati i reati di
cui agli artt. 416 C.P., 75 e 71 legge n.685 del
1975. Il reato di cui all'art.416 C.P.gli venne
inoltre ricontestato con mandato di cattura
378/82 del 27 settembre 1982, in concorso, tra
gli altri, con Benedetto Santapaola.
Intervenute quindi le rivelazioni di
Tommaso Buscetta, concernenti anche
l'appartenenza a Cosa Nontra della "famiglia"
mafiosa catanese, capeggiata dal Santapaola, con
mandato di cattura 323/84 del
- Pag.4.888 -
29 settemb:re 198tf, :ricontestatigli tutti i
suddetti :reati, gli venne ulte:rio:rmente
addebitato quello di cui all'a:rt.416 bis C.P ..
Dell'imputato t:rattano ampiamente le pa:rti
della sentenza dedicate all'a:r:resto del
Gaspa:rini ed all'omicidio di Alfio Fe:rlito ed
sono stati ivi esau:rientemente dimost:rati sia il
suo coinvolgimento nei di d:roga
condotti dal Mutolo dal g:ruppo del
Santapaola, sia il suo organico inse:rimento in
quest'ultimo clan.
In questa sede va sinteticamente rico:rdato
che il Condo:relli venne all'attenzione degli
inquirenti allo:rche' il 2. febbraio 1982 fu
cont:rollato a Catania insieme a Gaspare Mutolo,
che aveva ottenuto un
dichia:ravano
allontanarsi
semilibe:rta'.
da
I due
breve
ove
pe:rmesso
trovavasi
di
per
in
non
conoscersi ed essersi casualmente incontrati, ma
a casa del Condorelli fu t:rovato Ca:rlo De Caro,
nipote del Mutolo (Vol.2.0/R f.1tf9).
- Pag.4.889 -
Successivamente
intercettazioni telefoniche
le espletate
permettevano di
accertare che fra i due vi era grande amicizia e
familiarita' e che il Mutolo addirittura lo
aveva pregato di ospitare presso la sua
abitazione di Catania il fratello Giovanni. ivi
inviato in soggiorno obbligato.
Le risultanze delle intercettazioni sono
analiticamente esposte nelle richiamate parti
della sentenza e possono in questa sede esser
richiamate per brevi accenni.
Il Condorelli mostra di essere persona
molto vicina a Benedetto Santapaola, menzionato
talvolta nel corso delle conversazioni col
nomignolo inconfondibile di "Nitto".
Si mostra molto preoccupato per le vicende
della faida mafiosa che allora imperversava a
Catania e che si sarebbe conclusa con l'omicidio
delprincipale avversariodi Alfio Ferlito,
Santapaola.
A causa delle preoccupazioni per la sua
incolumita' preferisce limitare al massimo i
- Pag.4.890 -
suoi movimenti, servendosi per gli incontri col
Mutolo di taluni suoi emissari, quali Nicolo'
Maugeri e Salvatore Cristaldi, che vengono
controllati ed identificati mentre rientrano a
Catania da Palermo, dove, previo appuntamento
telefonico preso tra il Condorelli ed il Mutolo,
si sono incontrati con costui presso il Motel
Agip.
La ragione delle frequentissime
conversazioni fra il Mutolo ed il Condorelli
deve ritenersi sicuramente il traffico delle
sostanze stupefacenti nel quale entrambi erano
coinvolti e, fra le altre, chiara dimostrazione
e' l'accenno a "macchine", termine con il quale
la banda chiamava la droga, come risulta
evidente da una conversazione telefonica
intercorsa tra il Mutol0 ed il loro fornitore
orientaleKoh Bak Kin.
Ulteriore dimostrazione del coinvolgimento
del Condorelli nel traffico e' data da
conversazioni telefoniche c~n le quali il Mutolo
lo informa dei suoi contatti con il ilKin.
"
- Pag.4.891 -
L'inserimento a pieno titolo ed
addirittura "rituale" del Condo:z::elli in Cosa
Nost:z::a emerge da altra conversazione col Mutolo,
du:z::ante la quale, pe:z:: p:z::eannunciargli l'a:z::rivo
di due suoi emissari a Palermo, il catanese dice
al suo intez:locutore che "uno e' come me e come
te", utilizzando pez: defini:z::e un soggetto "uomo
d'onore" il tipico frasa:z::io mafioso rivelato da
Tommaso Buscetta e Salvato:z::e Conto:z::no.
Di estremo interesse e' infine una
telefonata intercorsa f:z::a il Condo:z::elli ed uno
sconosciuto che gli comunica che, per
intez:essamento di "Saro" (cioe' Rosario
Riccobono), pot:z::a' rifornirsi di "macchine"
presso tale "Mimmo", che abita a Palermo in via
Conte Fedez:ico 155, cioe' quel Domenico Russo
indicato da Salvatore Contorno (Vo1.125 f.8),
(Vo1.125 f.74) e (Vo1.125 f.144) come "uomo
d'onore" della famiglia di Ciaculli, che
- Pag.4.892 -
fungeva da coxriere nel trafzico di dxoga,
txaspoxtando a Milano pxesso Salvatore
Prestifilippo e Giuseppe Ingrassia, nascosta in
carichi di agxumi, l'eroina raffinata nel
laboratoxio dei Greco e dei Prestifilippo a
Ciaculli.
Pez: tutte le suesposte xisultanze
l'imputato va xinviato a giudizio per rispondere
di tutti i reati ascritti~li ai capi 1, in esso
unificato il capo 7, nonche' 10, 13, 17, 22. e 40
dell'epigrafe.
- Pag.~.893 -
Conti Vale~ia
Nei conf~onti di Valeria Conti venne
emesso o~dine di cattu~a del 21 dicemb~e 198Z
del Procurato~e della Repubblica di Padova, per
i ~eati di cui agli artt. 75 e 71 legge n. 685
del 1975, essendo emezsa la sua pa~tecipazione
ad associa2ione pe~ delinque~e, operante nella
20na di Siracusa e capeggiata da Nunzio Salafia,
che aveva impoztato dal Marocco 600 Kg. di
hashish.
L'episodio era gia' oggetto di indagini da
parte di questo Ufficio, che aveva ~ccolto in
p~oposito le dichiara2ioni di Armando Di Natale,
concernenti anche l'omicidio di Alfio Ferlito,
in fO~2a di esse addebitato al Salafia.
Per ragioni di connessione, pertanto, gli
atti venivano da Padova trasmessi al Procurato~e
della Repubblica di Palermo, a richiesta del
quale questo Ufficio emetteva mandato di cattura
- Pag.4.894 -
2/83 del 5 gennaio 1983 nei confxonti della
Conti xicontestandole i suddetti xeati di cui
agli axtt. 75 e 71 legge n. 685 del 1975.
Della vicenda txatta ampiamente la paxte
della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio
Fexlito e si e' in quella sede xilevato che,
dovendo essex pxosciolti da quest'ultima
imputazione (e da quella, loxo successivamente
contestata,
Chiesa) i
di omicidio
p~evenuti Nunzio
del gene~ale Dalla
Salafia, Salvato~e
Genovese ed Antonino Ragona, cui anche e~a stata
addebitata in forza delle dichia~azioni del Di
Natale, e ' venuta meno ogni ragione di
connessione al presente pxocedimento dei fatti
ascxitti alla Conti, il piu' grave dei quali
(associazione pe~ delinque~e finalizzata al
traffico di sostanze stupefacenti)
Siracusa commesso.
~isulta in
Va dichiarata, pez:tanto, l'incompetenza
per territorio del Giudice istruttore di Palez:mo
in o~dine ai ~eati di cui ai capi 18 e '1.7
dell'epigrafe ascritti alla Conti e
- Pag.4.895 -
~rasmessi al Procura~ore della Repubblica di
Siracusa gli a~ti che la riguardano (previa
acquisizione di copia dei medesimi a questo
procedimento) , specificamente indicati nella
:richiamata parte della sentenza dedicata
all'omicidio di Alfio Ferlito.
- Pag.4.896 -
Contorno Antonino
Indicato da Buscetta Tommaso come uomo
d'onore della famiglia di via Giafar, disciolta
e aggregata a quella di Brancaccio o Ciaculli i
cui territori
prima, Contorno
sono contigui a quello della
Antonino e' stato colpito da
mandato di cattura n.323/84 del 29/9/84 con il
quale gli sono stati contestati reati di cui
agli artt.416,
685 del 1975.
416 bis, 71, 74 e 75 della legge
Sebbene il figlio Salvatore abbia
dichiarato di non sapere se il padre fosse uomo
d'onore, il Contorno Antonino ha esplicitamente
ammesso la sua appartenen2a a "Cosa Nostra",
quale esponente della famiglia mafiosa di via
Giafar, di cui era rappresentante La Mantia
dissociato dagli ambienti di
Giuseppe ed ha
moltissimo tempo,
soggiunto di essersi, da
"Cosa Nostra", profondamente disgustato dal
comportamento tenuto nei suoi confronti dal La
Mantia
- Pag.4.897 -
Giuseppe (Vol.123 f.325) e (Vol.123 f.326).
2ues~e affe%mazioni hanno t%ovato conforto
e ~iscont~o nelle dichia~azioni del Buscetta
Tommaso il quale ha riferito che, sin dal 1950,
il Conto~no Antonino e' stato "posato" e non fa
piu' parte dell' organizzazione criminosa "Cosa
Nostra" (Vol.124/A f.3) e (Vol.12,4/A f.4);
<Vo1.124/B f.38), <Vo1.12.4/B f.48}.
Purtuttavia, che l'imputato non abbia, in
effetti, rotto i ponti con l'organizzazione
criminosa di appartenenza e' dimostrato dagli
Qcce%ta.menti bancari effettua.ti che hanno
evidenziato come:
il Contorno Antonino abbia negoziato,
versandoli sul suo conto cor%ente n.21836/20
intrattenuto presso la succursale 22 di Palermo
dalla C.C.R.V.E., tre assegni, di lire 5.000.000
ciascuno, tratti da Capizzi Benedetto sul
proprio conto corrente;
- Pag.lJ.898 -
2) l'imputato abbia negoziato un assegno di lize
3.000.000 tzatto il 22/11/1979 sul conto
cozrente della sorella Antonina Contozno, madre
dei Grado, e un altzo assegno - dell'importo di
lire 5.000.000 tratto dal nipote Grado Giacomo
sull'agenzia 5 di Milano del Banco di Sicilia in
data 15/11/1978
f.2.14) -
(Volo 10/B f.6ni (Vol.19/B
L'attivita', posta in essere dal Contorno
Antonino e' indicativa del perdurante
inserimento dello stesso nell'associazione
processo attravezsocziminosa di cui e'
stretti legami con i nipoti Grado, figli
gli
della
sorella Antonina, e il Capizzi Benedetto, dediti
al traffico delle sostanze stupefacenti.
Appare, pertanto, conforme a tali
specifiche risultanze processuali disporre il
rinvio a giudizio dell'imputato per zispondere
dei reati p. e p. dagli aztt.416 e 416 bis C.P ..
Pez quanto concezne, invece, le altze
va zilevato che alcunimputazioni,
probatozio e'
elemento
emerso a carico del Contorno
- Pag.4.899 -
Antonino in relazione a specifici episodi di
detenzione o traffico di sostanze stupefacenti,
per cui lo stesso deve essere sollevato
dall'imputazione di cui al capo 22) della
rubrica con l'ampia formula liberatoria per non
aver commesso i fatti.
In ordine, invece, all'imputazione di cui
al capo 13) dell'epigrafe, va rilevato che
quale documentata dagli accertamenti
l'attivita'
Antonino
posta in essere dal Contorno
bancari effettuati integra gli estremi del
reato p. e p. dall'art.648 C.P. (ricettazione) e
non quelli del delitto cont~stato in quanto non
e' stata acquisita la prova dell'inserimento del
Contorno Antonino nell'organizzazione criminosa
finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti
ma dagli elementi istruttori emersi si evidenzia
che l'imputato ha ricevuto somme di denaro
sicuramente provenienti dalle attivita' illecite
poste in essere dai coimputati Capizzi Benedetto
e Grado Giacomo, notoriamente inseriti a pieno
titolo nel traffico di sostanze stupefacenti.
Appare,
- Pag.4.900 -
pertanto, aderente a tali
risultanze processuali, disporre il rinvio a
giudizio di Contorno
cosi' modificata e
imputazione di cui
Antonino per rispondere,
riqualificata l'originaria
al capo 13) della rubrica,
del reato p. e p.
esecutivi del medesimoperche', con piu'
dagli
atti
artt.81 cpv, 648 cp.
disegno criminoso e al fine di procurare a se e
agli altri un profitto, riceveva da Capizzi
Benedetto, Contorno Antoninao e da Grado
Giacomo, assegni di conto corrente portanti
somme di denaro provenienti da attivita'
illecite poste in essere dal Capizzi e dal Grado
Giacomo e, in particolare, dal traffico di
sostanze
dediti.
stupefacenti cui i predetti sono
In Palermo, in epoca compresa tra il
15/11/1978 e il 22/11/1979.
- Pag.4.901 -
Contorno Salvatore
Il Contorno e' uno degli imputati di cui
si parla piu' a lungo nella presente
sentenza-ordinanza.
Ha scelto, dopo lunga esitazione, la via
della collaborazione con la Giustizia rivelando
notizie importantissime sulla struttura ed il
funzionamento di "Cosa Nostra" e sulle cause ed
i protagonisti della c.d. guerra di mafia, forte
della sua profonda conoscenza della mafia
derivantegli dall'appartenenza alla "famiglia"
mafiosa di Stefano Bontate, del quale era uomo
di fiducia. Del resto, l'essere stato vittima di
un attentato mafioso, dal quale e ' uscito
pressocche' illeso solo in virtu' della sua
prontezza di riflessi e del
e ' la migliore
suo
dimostrazione
sangue freddo,
di quanto la sua
eliminazione stesse a cuore ai suoi avversari. E
di cio' si ha conferma ulteriore nelle decine di
suoi parenti ed amici barbaramente trucidati dai
corleonesi e dai loro
- Pag.4.902.
alleati nel tentativo di stanarlo, seguendo la
nota tattica della "terra bruciata".
Del pari preziosa si e' rivelata la
collaborazione del Contorno nel rivelare
particolari inediti del traffico di stupefacenti
gestito da "Cosa Nostra" e nel descriverne le
poi, constatato - sulla presenza
articolazioni e i soggetti interessati,
obiettivi punti
luida
fornendo
decisivadi
quanto
in
per esempio,
e,
( v .
riscontri
importanza
riferito
di segni di riconoscimento sui pacchi contenenti
l'eroina sequestrata a Cedrate di Gallarate il
18.3.1980),
Non si puo' certo sostenere che il
Contorno abbia rivelato tutto quanto a sua
conoscenza sui misfatti di "Cosa Nostra" e, per
quanto attiene al suo ruolo e alle sue attivita'
in seno alla mafia, e' fondato il sospetto che
abbia comprensibilmente
sue responsabilita'.
cercato di sfumare le
Ma in ordine al contenuto di quanto ha
dichiarato ed alle sue chiamate in correita',
sono tali e tanti i riscontri che non e '
seriamente contestabile, anche in una ottica
improntata a
- Pag.4.903 -
giusto rigore, la complessiva
attendibilita' delle sue rivelazioni.
L'affermazione, poi, che egli avrebbe
accusato solo i suoi avversari e' un argomento
che si ritorce contro chi, per avventura,
volesse usarlo; e cio' a prescindere da
qualsiasi rilievo sulla sua rispondenza alla
realta' . Si dimenticherebbe, infatti, che
Contorno non e' un ladro di polli ma uno degli
elementi piu' fidati di Stefano Bontate e che i
fatti di cui e' stato protagonista sono
gravissime vicende di matrice mafiosa. I suoi
avversari, dunque, non possono essere che
anch'essi coinvolti nelle stesse vicende, dato
che il Contorno sicuramente non e' ne' un pazzo
ne' un mitomane; pertanto, gli eventuali motivi
di astio e di vendetta ispiratori della condotta
del prevenuto ne aumentano, semmai, la
credibilita' .
Ma in questa sede occorre occuparsi
piuttosto dei reati contestati al prevenuto e,
cioe' , dei delitti di associazione per
delinquere, associazione mafiosa, associazione
finalizzata al traffico di stupefacenti e
- Pag.4.904 -
commercio di tali sostanze, di cui ai capi 1,
10, 13, 22 dell'epigrafe (ordine di cattura
n.169/82 del 26.7.1982; mandati di cattura
n.343/82 del 17.8.1982, n.237/83 del 31.5.1983,
n.323/84 del 29.9.1984).
Al riguardo, sussistono sufficienti prove
per il rinvio a giudizio del prevenuto in ordine
a tutti i reati ascrittigli.
Per quanto si riferisce ai capi e 10,
giova osservare che il Contorno ha ampiamente
ammesso la sua appartenenza a "Cosa Nostra" e,
lo aveva indicato come taleancora
Tommaso
prima,
Buscetta. E, ripetesi, il suo
coinvolgimento in tante vicende di mafia (il suo
attentato, le uccisioni di parenti ed amici,
ecc.) costituiscono indiscubili riscontri della
pero' ,
sua ammissione di colpevolezza.
Circa, invece, il suo coinvolgimento nel
traffico di stupefacenti, egli ha mantenuto toni
sfumati ma sostanzialmente negativi che,
non possono essere ritenuti credibili.
Basterebbe far riferimento alla serie di
particolari che egli ha fornito sul traffico di
- Pag.4.90S -
eroina per far ritenere inverosimile che egli
fosse un semplice spettatore e di cio', tutto
sommato, il Contorno si e' reso oonto anohe se
ha preferito non formulare alcuna esplicita
ammissione di responsabilita'. Del resto, anche
per i suoi cugini Grado, gravati di prove
schiaccianti in ordine al loro coinvolgimento
nel traffico di stupefacenti, il Contorno ha
esplicitamente chiesto che si tenesse conto del
fatto che essi erano suoi parenti e che non se
la sentiva di accusarli esplicitamente; e questo
comportamento processuale e ' altrettanto
significativo di specifiche accuse.
In ordine al coinvolgimento del Contorno
nel traffico di droga, basterebbe osservare che,
all'atto del suo arresto avvenuto a Roma il
23.3.1982, vennero trovati, nascosti
nell'abitazione del prevenuto (una casa con
annesso terreno sulla BraccianeseJ
centoventicinque chilogrammi di hashish e un
di eroina, oltre adchilogrammo
e trentadue milioni di lire
armi,
in
munizioni
contanti
CCFot.400255).
- Pag.4.906 -
Per tali fatti il Contorno e' stato gia'
conferma
giudicato e
costituiscono
condannato
precisa
ma e ' ovvio
del
che
suo
inserimento nel traffico di stupefacenti gestito
da Cosa Nostra. E cio' ha trovato un ulteriore
inequivoco riscontro nel fatto che, dopo la
chiusura dell'istruttoria, e' stato arrestato in
Inghilterra, perche' coinvolto in un traffico
internazionale di eroina, proprio quel Franco Di
Carlo, "uomo d'onore" della "famiglia" di
Altofonte, dal quale il Cv~~ozno ha sostenuto di
aver ricevuto l'eroina e l'hashish
sequestratigli a Roma.
Aggiungasi che, ancor prima che il
prevenuto decidesse di collaborare, da numerosi
indizi era possibile arguire che trafficasse in
droga ed in altre attivita' illecite. Sul suo
conto, infatti, stefano Calzetta aveva riferito
con Pietro Vernengo.associandosi
che operava nel contrabbando di tabacchi,
Alessandro
Zerhetto, di cui si e' parlato a proposito del
traffico di stupefacenti riguardante i fratelli
Grado, aveva puntualizzato anche che il Contorno
- Pag.4.907 -
gli aveva confidato di rifornirsi di hashish
presso tale Roberto Menin di Padova e che aveva
avuto rapporti, ineI:enti al tI:affico di
stupefacenti, anche con Duca Antonino, suo
attuale coimputato ed indicato
d'onore" dallo stesso Contorno.
quale "uomo
Il prevenuto, inoltI:e, lo aveva
accompagnato nella villa di Besano (Varese) di
Grado Vincenzo peI: illustI:aI:e un suo metodo
oI:iginale di importazione della cocaina e gli
aveva confidato, in quella ciI:costanza, che il
GI:ado aveva commeI:ciato ben 3.000 chilogrammi di
eroina.
Ed anche Rodolfo Azzoli, coinvolto coi
Grado nello smercio dell'eroina nell'Italia
SettentI:ionale, ha sostenuto che Salvatore
ContoI:no era dedito al traffico di droga.
Anche per i reati concernenti il traffico
di stupefacenti si impone, dunque, il rinvio a
giudizio del prevenuto.
- Pag.4.90S -
Coppola Giacomo
Indicato da Buscetta Tommaso come membro
della famiglia mafiosa di Partinico, Coppola
Giacomo veniva colpito dal mandato di cattura
n.323/84 del 29/9/1984 con il quale gli si
contestavano i reati p. e p. dagli artt.416, 416
bis C.P.?l, e 75 della legge n.685 del 1975.
Ha riferito il Buscetta (Yol.124 f.18) e
(Yol.124 f.Zl) di avere appreso
dell'appartenenza del Coppola Giacomo alla
organizzazione criminosa "Cosa Nostra" dal di
lui fratello Domenico, conosciuto negli U.S.A.,
il quale, detenuto insieme allo stesso
Buscettanel carcere di Palermo, gli confido' che
anche il germano Giacomo era un affiliato alla
famiglia di Partinico, mentre non lo era l'altro
fratello Agostino.
- Pag.4.909 -
Tale accusa e' stata respinta dal Coppola
Giacomo ma le circostanze di tempo e di luogo in
cui il Buscetta ha dichiarato di avel:e
conosciuto e incontrato il Coppola sono state
confermate dall'imputato il quale ha riferito
(v. Verbale interrogatorio del 10/10/1984) che il
germano Domenico, deceduto nel 1981, aveva
vissuto negli U.S.A.a cavallo degli anni 70 ed
era stato ristretto nel carcere di Palermo
qualche tempo dopo.
Inoltre, l'imputato ha ammesso di
conoscere e di avere avuto rapporti, a suo dire
leciti, con Nania Filippo e Bertolino Giuseppe,
indicati dal Buscetta Tommaso quali uomini
d'onore della stessa famiglia di Partinico, di
cui il Bertolino era stato "reggente" prima
dell'avvento di Geraci Antonino,
(Vo1.124 f.18L
detto Nene'
appare utile la celebrazione del
Sulla
processuali,
dibattimento
scorta
nei
di
confronti
tali risultanze
dell'imputato,
chiamato a rispondere, nello stato di custodia
cautelare in cui versa, dei reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P. (Capi 1 e 10).
- Pag.4.910 -
Per quanto concerne le altre imputazioni,
le acquisizioni istruttorie non hanno
evidenziato alcun utile elemento a carico del
Coppola Giacomo in ordine ai reati di cui agli
artt.71 e 75 della Legge n.68 del 1982; appare,
pertanto, aderente alle non equivoche risultanze
processuali sollevare il prevenuto da tali
imputazioni con l'ampia formula liberatoria "per
non aver commesso i fatti" (Capi 13 e 22).
- Pag.4.911 -
Corallo Giovanni
Alla s~zegua delle rivelazioni di Tommaso
Busce~~a. Corallo Giovanni appartiene alla
"famiglia" di Palermo di cui e' divenuto
"rappresentante" dopo l'uccisione
Ignazio (Vol.124 f.11).
di Gnoffo
apparteneva alla famiglia di capeggia~a
Quest'ultimo. infatti. negli
Palermo
anni , 6O•
da Angelo La Barbera. Senonche', dopo i
contrasti insorti con la commissione, tale
famiglia venne sciolta e lo Gnoffo (assieme ad
altri componenti) fu aggregato alla famiglia di
Stefano Bontate.
A~torno al 1977 pero', il Bontate
consenti' a Gnoffo di ricostituire la famiglia
di Palermo. di cui ques~i divenne capo.
Allo scoppio della guerra di mafia, una
volta uccisi Bontate ed Inzerillo. la figura di
Gnoffo non poteva non destare preoccupazione ai
"vincenti". essendo noti il
suo affetto e
Bontate.
- Pag.4.912 -
la sua g~atitudine pe~ Stefano
Cio' pe~ alt~o lo Gnoffo non aveva mancato
di fa~ comp~ende~e, dato che aveva dise~tato gli
inca~icato dalla "cupola"
~ip~ese fissato.
appuntamenti che Pippo Calo'
gli
all'uopo
aveva a piu'
Da cio' la decisione di
uccide~e lo
de~ivo'
Gnoffo,
dunque
il cui posto di
capo-famiglia venne p~eso dall'odie~no imputato,
amico di Pippo Calo' fin da quando ent~ambi
dipendenze della ditta Gia~diniallelavo~avano
in Pale~mo.
In tal modo la posizione di Pippo Calo'
fini' col ~affo~za~si ulte~io~mente dimost~ando
- ove anco~a ce ne fosse bisogno - la scelta di
campo da lui fatta a favo~e dei Co~leonesi,
cont~o Stefano Bontate.
che ha p~ecisatoquest'ultimo
GaetanoTutto
Badalamenti
so~p~ende~e
cio' ,
a
~ife~ito
Buscetta, non
da
manco' di
di
ave~ conosciuto il Co~allo negli anni , 6O,
quando il medesimo non e~a anco~a "uomo
d'ono~e", e di non ave~ne sentito pa~laIe
- Pag.4.913 -
durante la sua detenzione all' Ucciardone
eVol.124/A f.28). eVol.124/A f.49).
f.52). eVo1.124/A f.107).
eVo1.124/A
Contro l'imputato sono stati emessi
mandati di cattura n. 323/84 del 29/9/1984 in
ordine ai reati p. e p. dagli artt.416. 416 bis
cp .• 71 e 75 della legge n.685 del 1985 e al
concorso in una serie di omicidi e n.58/85 del
16/2/1985 con il quale e' stato contestato
all'imputato il concorso nell'omicidio del prof.
Paolo Giaccone.
Interrogato. il Corallo Giovanni ha
protestato la sua innocenza ed ha dichiarato di
conoscere il Buscetta. lo Gnoffo Ignazio. il La
Barbera e Pippo Calo' al quale lo lega un
rapporto di fraterna amicizia eevol.123 f.184) e
segg.). Ha negato. invece. di conoscere Gaetano
Badalamenti il quale. a suo dire, ha mentito sul
suo conto.
- Pag.4.914 -
Ma le discolpe dell'imputato non ~eggono a
f~onte delle p~ecise e circostanziate
"indicazioni" fornite dal Buscetta Tommaso circa
l'appartenenza del
rappresentante
Corallo
della
Giovanni,
famiglia
quale
di
"Palermo-centro",
"Cosa Nostra".
all'organizzazione denominata
Dall'appa~tenenza quindi del prevenuto a
"Cosa Nostra" e, in particolare, dalla sua
qualita' di "~appresentante" della famiglia di
Palermo, discende che Co~allo Giovanni deve
essere chiamato a rispondere dei delitti
contestatigli ai capi 1) 10) 13) 22) ment~e, dei
delitti di omicidio ascrittigli, tratta altra
parte del presente p~ovvedimento, alla quale si
rimanda.
- Pag.4.915 -
Corona Matteo
Indicato da Vincenzo Sinagra di Antonino
(fase. perso ff.
Marco ((Vol.34/F
117, 134 e 194) e Salvatore Di
f ZZS)j (Vo1.58 f.80), (Vo1.58
f.81» quale responsabile, insieme allo stesso
Di Marco ed altri della rapina verificatasi
presso lo scalo ferroviario di
Villabate-Ficarazzelli il 24 luglio 1981, venne
emesso nei suoi confronti mandato di cattura
170/84 del 25 maggio 1984, con il quale gli
furono contestati i reati di rapina aggravata,
tentato omicidio di uno dei rapinati, sequestro
di persona dello stesso e di altri e furto di
un'auto utilizzata per la consumazione del
delitto.
A seguito delle dichiarazioni di Tommaso
Buscetta, concernenti, tra l'altro,
l'appartenenza alla associazione mafiosa Cosa
- Pag.4.916 -
Nostra delle "famiglie" di Corso dei Mille e
Ciaculli, alle quali, secondo ulteriori
dichiarazioni del Sinagra e del Di Marco,
risultava il Corona essersi legato, Veniva
emesso nei suoi confronti mandato di cattura
3Z3/84, con il quale, ricontestatigli i suddetti
reati, gli vennero ulteriormente addebitati
quelli di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 75 e
71 legge n.685 del 1975.
Si e' protestato innocente. asserendo di
essere estraneo a qualsiasi organizzazione
criminosa, di non avere partecipato a rapina
alcuna e di non conoscere ne' il Sinagra, ne' il
partecipB:z:ione
ferroviario Villabate
alla rapina
Di Marco
coimputati.
Della
presso lo
ne'
sua
scalo
alcuno degli
di
altri suoi
Ficarazzelli tratta altra parte della sentenza
dedicata all'esame dell'episodio.
In questa sede appare opportuno ricordare
che il Sinagra ed il Di Marco, come dagli stessi
concordemente dichiarato, parteciparono entrambi
all'inaugurazione
- Pag.4.917 -
dell'esercizio commerciale Palermo-Carni,
avvenuta con l'intervento di numerosi esponenti
mafiosi. In quell'occasione il Di Marco indico'
al Sinagra una persona, dicendola proprietaria
dell'esercizio e confidandogli che costui era
stato uno dei suoi complici nella consumazione
della rapina.
Identificato in Antonino De Lisi il
proprietario della Palermo-Carni, costui venne
tratto in arresto ma dopo poco tempo
avendolo il Sinagra
corso di ricognizionenel
non
riconosciuto
personale.
Successivamente sia il Sinagra che il Di
escarcerato,
Marco riconobbero nel Corona la persona di cui
avevano precedentemente parlato ed, essendo
detto imputato marito della sorella della moglie
del De Lisi, sono state chiarite anche le
ragioni per le quali entrambi i suoi coimputati
lo avevano indicato come proprietario della
Palermo Carni, esercizio alla cui inaugurazione
e' ben presumibile che egli partecipasse con
l'atteggiamento di chi, essendo st:retto
congiunto del titolare, "fa gli ono:ri di casa".
altre
- Pag.4.918 -
Va altresi' ricordato che, come esposto in
parti della sentenza, tutti i partecipanti
scalo ferroviarioalla rapina presso lo
Villabate Ficarezzelli, commessa senza
di
la
preventiva autorizzazione dei capi mafiosi della
zona, vennero barbaramenti uccisi o furono
costretti a far perdere le proprie tracce,
emigrando all'estero o in altre parti d'Italia,
ovvero, come il Di Marco furono perdonati ma a
patto che si inserissero nell'organizzazione
criminosa che aveva decretato l'eliminazione dei
loro complici.
Quest'ultimo "benevolo" trattamento fu
riservato a Salvatore Di Mar.co e, come riferito
dal Sinagra anche al Corona, che fu "perdonato"
ed evidentemente, come il Di Marco, inserito
nell'organizzazione criminosa tanto da diventare
intimo del famigerato Giuseppe Greco di Nicolo',
con il quale il Sinagra lo vide abbracciarsi e
baciarsi nel corso
Palermo- Carni.
della inaugurazione della
- Pag.4.919 -
A ca~ico del Co~ona sussistono. pe~tanto.
sufficienti p~ove di colpevole2za in o~dine ai
~eati di cui agli a~tt.~16 e 416 bis C.P .•
contestatigli con mandato di cattu~a 323/84.
Nulla e' invece eme~so a suo ca~ico in
o~dine al cointestato coinvolgimento nel
t~affico delle sostanze stupefacenti e va di
conseguenza p~osciolto dalle imputazioni di cui
agli a~tt.75 e 71 legge n.685
addebitatigli col medesimo mandato.
del 1975
Quanto alle imputa2ioni conce~nenti la
~apina allo scalo fe~~ovia~io Villabate
dedicata
Fica~azzelli
sentenza
dell'episodio.
si ~imanda alla
alla
pa~te della
t~attazione
- Pag.4.92.0 -
Corona Orazio
Indicato dal coimputato Stefano Calzetta
((Vol.11 f.41), (Vol." f.70), fase. perso II
f.84)) quale componente di COSCa criminosa
facente capo a Pietro Lo Iacono, venne emesso
nei suoi confronti mandato di cattura n.2.37/83
del 3' maggio 1983, con il quale gli furono
contestati i reati di cui agli artt.416 C.P.e 75
legge n.685 del 1975.
A seguito delle rivelazioni di Tommaso
Buscetta sull'associazione mafiosa Cosa Nostra e
sull'appartenenza alla stessa del nominato
Pietro Lo Iacono, venne emesso nei suoi
confronti mandato di cattura n.32.3/84 del 29
settembre 1984, con il quale, ricontestatigli i
reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685
del 1975, gli furono ulteriormente addebitati
quelli di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge
n.685 del 1975.
- Pag.4.92.1 -
Catturato dopo lungo periodo di latitanza,
si e' protestato innocente, asserendo di essere
estraneo a qualsiasi organizzazione criminosa e
di non conoscere n} il Lo Iacono ne' il
Calzetta.
Quest'ultimo ha in particolare riferito,
premettendo che il Lo Iacono e ' capo
dell'organizzazione criminosa che controlla la
zona circostante la stazione ferroviaria
centrale, comprese le vie Lincoln, Roma e
Maqueda, che i suoi piu' vicini collaboratori
sono tale Giovanni Di Pasquale, detto" Giannuzzu
u beddu", Rosario Mistretta e lo stesso Corona,
tutti dediti, cosi' come gli altri appartenenti
alla medesima cosca, alla consumazione di
del Corona si era
che
del
stessi
di Emanuele
estremamente
posizione
Calzetta
dagli
il
la
scomparsa
cosca
quartiere
la
della
nel
dopo
all'interno
Mis'tre'tta e
rafforzata
estorsioni
controllato.
Ha aggiunto altresi'
D'Agostino del quale essi avevano soggezione.
- Pag.4.9ZZ -
Le suddette dichia~azioni hanno t~ovato
ampi ~iscont~i nelle successive vicende del
essendop~ocedimento,
dichia~azioni di Tommaso
eme~sa,
Buscetto e
dalle
da
innume~evoli alt~i elementi p~obato~i ~accolti
ed esposti nella pa~te della sentenza dedicata
alla t~attazione della posizione di Piet~o Lo
Iacono, che costui appartiene effettivamente a
"famiglia" mafiosa, quella di S.Ma~ia di Gesu',
e che la sua posizione, e ovviamente quella dei
malavitosi a lui piu' vicini, si e' eno~memente
acc~esciuta a seguito dell'uccisione di Stefano
Bontate ed alla scompa~sa e sicu~a sopp~essione
di Emanuele D'Agostino, memb~o della stessa
famiglia e fedelissimo del Bontate, vittima
della lupara bianca dopo l'uccisione di
quest'ultimo.
Il Co~ona, pu~ negando contro ogni
evidenza di conosce~e il Lo Iacono, pe~sona a
tutti nota nella sua zona di influenza ed in
particolare ai comme~cianti ivi come l'imputato
operanti, ha almeno ammesso
esse~e in ottimi
di conoscere
rappo~ti
e di
con
- Pag.4.923 ..
Rosa~io Mist~etta e Giovanni Di Pasquale, cosi'
dell'assuntoriscontrandopa~zialmente
Calzetta.
Ha altresi' negato l'imputato di conoscere
Emanuele D'Agostino, pu~ ammettendo di averne
sentito pa~lare e di avere appreso della sua
scompazsa. Il diniego tuttavia si palesa del
tutto menzognezo ove si consideri che il Co~ona
ha ammesso, a specifica dom~nda dell'istruttore,
di esse~e uno dei frequentato~i della sala da
ba~ba di Luigi Gatto, luogo di ~it~ovo abituale,
secondo lo stesso Calzetta ed il teste B~uno
Felice (Vo1.90 f.55), di numerosi esponenti
mafiosi e dello stesso D'Agostino.
Per alt~o. il nume~o telefonico di detto
locale ~isulta annotato, con pa~ticola~i
a~tifizi pe~ evita~ne il ~iconoscimento, in
manoscritto sicu~amente riferibile a Giovanni
Bontate, come esposto nell~ pa~te della sentenza
dedicata alla t~attazione della posizione di
costui. E non deve, pertanto,
- Pag.4.92.4 -
ritenersi privo di signiiicato il iatto che il
Corona frequentasse tale locale, essendo il
Bontate appartenente alla stessa cosca di
S.Maria di Gesu', cui risulta aiiiliato il Lo
Iacono, alla cui banda criminale, secondo il
Calzetta, il Corona appartiene.
Sussistono conseguemente a suo carico
sufficienti prove di colpevolezza in ordine ai
reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P.,
contestatigli col mandato di cattura n.323/84
del 2.9 settembre 1984, che ha per questa parte
sostituito ed integrato il precedente mandato
n.237/83.
Nulla invece risulta a suo carico in
ordine al contestato traffico di sostanze
stupefacenti, non potendo ritenersi che egli vi
sia stato coinvolto sol per la generica
posizione di preminenza nell'ambito della cosca
di Pietro Lo Iacono di cui ha parlato il
Calzetta.
Va, pertanto, prosciolto dai reati di cui
agli artt.75 e 71 legge n.685 del 1975
- Pag.4.925 -
contestatigli con entrambi i mandati di cattura
emessi nei suoi confronti.
- Pag.4.926 -
Corrao Vincenzo
Secondo Stefano Calzetta eevol.11 f.78) e
fasc. perso I f.S) alla famiglia Zanca era molto
legato un maresciallo dei Carabinieri, ora in
pensione, di nome Vincenzo Corrao, il quale
tanti anni prima, come il Calzetta apprese da
Onofrio Zanca, che glielo racconto' in presenza
di Paolo Alfano e Giovanni Matranga, aveva,
fornendogli un falso alibi, fatto scagionare
Pietro Zanca di Pietro da una imputazione di
rapina.
Il militare e' stato identificato
nell'odierno imputato, cui, con mandato di
comparizione del 16 ottob:r::e 1984, e' stato
contestato il delitto di falsa testimonianza.
Nel corso del suo interrogato:r::io (Vol.133
f.24) ha sostenuto di nulla piu' rico:r::da:r::e della
vicenda, ammettendo pero' di esse:r::e da lungo
tempo amico della famiglia Zanca.
- Pag.4.927 -
pxocedimento penale menzionato dal
Acquisita copia di taluni atti del
Calzetta,
instauxato contxo il pxedetto Pietxo Zanca e
tali Giovanni Lo Cascio e Benedetto Asciutto pex
una tentata xapina vexificatasi il 18 maxzo 1955
in danno di tale Vittoxio Schixo', e' emeISO che
effettivamente il COIrao venne assunto in
qualita' di teste il 26 maggio 1955 (Vol.133
f.49) e sostenne che nel gioxno e nell'oIa della
Iapina lo Zanca era in sua compagnia poiche'
insieme si eIano xecati in gita a FicaIazzi.
Anche in foxza di tale testimonianza lo Zanca
venne in pximo gxado assolto pex insufficienza
di prove con sentenza del Txibunale di Palexmo
del 18 novembxe 1955 (Vo1.133 f.53) ma
condannato invece in appello con sentenza della
locale Coxte del 3 maggio 1956 (Vol.133 f.85),
che considexo' del tutto inattendibile la
testimonianza del Coxrao.
- Pag.4.928 -
Costui nel corso del presente procedimento
si e' prudente mente astenuto dal ribadire le
falsita' con le quali aveva cercato di favorire
l'amico Zanca ed ha anzi affermato di non essere
affatto certo che la gita a Ficarazzi fosse
nell'orastata davvero effettuata e nel giorno e
p:rima indicati.
I fatti suesposti costituiscono ennesima
rip:rova della piena attendibilita' del Calzetta
e costituiscono sufficiente dimost:razione della
responsabilita' del Corrao, il quale tuttavia
non puo' essere :rinviato a giudizio per
rispondere del :reato ascrittogli, poiche' esso,
commesso in epoca remota, e ' estinto per
intervenuta amnistia.
"
- Pag.4.929 -
Costantino Antonino n.27.11.19Z3
Denunciato il 6 maggio 1980 dalla Squadza
Mobile di Palezmo (Volo 12/L f.43) quale
ultezioze componente del g:r:uppo cziminale
facente capo al c.d. "covo" di Corso dei Mille,
ubicato nel laborato:r:io di autotappe22ezia di
Rosazio Spitaliezi.
Nei suoi confronti venne emesso mandato di
cattura n.162/84 del 22 maggio 1984 (Volo15/L
f.53) con il quale gli fu contestato il reato di
cui all'art.416 C.P .. Risultava pezo' gia'
deceduto
f.369),
in data 29 aprile 1983 (Volo 13/L
Va dichiarato non dovezsi procedere nei
suoi confronti perche'
morte dell'imputato.
il reato e' estinto pe:r:
- Pag.4.930 -
Costantino Antonino n.5.1.1945
Indicato da Stefano Calzetta ((Vol.11
f.61),
e 57)
fase. pezs. I f.15 e fase. pe~s. II ff.34
come trafficante di droga legato alla
cosca dei suoi parenti Ve~nengo, venne emesso
nei suoi confronti mandato di cattuza n.Z37/83
del 31 maggio 1983, con il quale gli furono
contestati i zeati di cui agli aztt.416 C.P.e 75
legge n.685 del 1975.
A seguito delle rivelazioni di Tommaso
Buscetta, concernenti anche l'appartenenza dei
Vernengo a "famiglie" mafiose di Cosa Nostra,
gli furono, con mandato di cattu~a 323/84 del 29
settembre 1984, zie onte stati i suddetti reati ed
ulte~iormente addebitati quelli di cui
artt.416 bis C.P.e 71 legge n.68S del 1975.
agli
Si e' protestato innocente, asserendo di
non conoscere il Calzetta e di aver
- Pag.4.931 -
intrattenuto con i suoi congiunti Vernengo
altro saltuari,
soltanto normali rapporti di
essendo egli
parentela,
da gran
per
tempo
risiedente in Francia, pur recandosi abbastanza
suoiispesso a Palermo in visita presso
familiari.
Il Costantino e' in realta' un affine dei
Vernengo, in quanto cugino di Rosa Vernengo di
Pietro. poiche' costei risulta sposata con
Francesco Marino Mannoia, la cui madre Leonarda
Costantino e' sorella del padre dell'imputato.
Secondo il Calzetta egli e' uno dei piu'
intimi e fidati collaboratori dei Vernengo, per
conto dei quali viaggiava spesso, soprattutto in
Grecia ed in Turchia, con il preciso incarico di
trattare l'acquisto di sigarette di contrabbando
e di droga, come allo stesso Calzetta confidato
dai Vernengo.
Egli e' risultato in possesso di regolare
passaporto, rilasciatogli dalla Questura di
Palermo il 9 marzo 1973 e rinnovato il 7 marzo
1978
- Pag.4.932 -
a richiesta del Consolato italiano di
Bastia.
I suoi frequenti viaggi risultano
confermati dalle dichiarazioni da lui rese nel
corso dei suoi interrogatori, avendo egli
riferito di risiedere da parecchi anni in
Francia, di recarsi molto spesso in Grecia,
nazione di origine della moglie, e di recarsi
spesso a Palermo per brevi periodi.
Il Calzetta, pertanto, nonostante il
Costantino sostenga di non conoscerlo, si e'
mostrato molto ben informato sui suoi frequenti
spostamenti.
Ma ha altresi' ife rito un significativo
episodio, comprovante il sicuro inserimento
dell'imputato nella cosca mafiosa dei Vernengo
e , quindi, alla luce delle rivelazioni di
in una delle "famiglie" diTommaso Buscetta,
Cosa Nostra.
Ha infatti dichiarato il Calzetta che due
giorni prima dell'uccisione del fratello di
si era egli recato pressoFrancesco Mafara,
l'abitazione di Pietro
- Pag.4.933 -
Vernengo, in via Ponte Ammiraglio, avendo
appreso che quest'ultimo era stato dimesso dal
carcere. Nell'occasione aveva trovato ivi,
intenti a conversare con il citato Vernengo, il
cugino di costui Ruggero Vernengo, il Costantino
e Vincenzo Sinagra di Salvatore detto
"Tempesta".
Si era quindi presentato Francesco Mafara,
subito apostrofato da Pietro Vernengo con
l'epiteto "pezzo di merda". Ciononostante il
Mafara si era avvicinato a tutti i presenti,
baciandoli, e chiedendo anche di baciare
un'altra volta il Costantino.
Rimasti per breve tempo tutti i presenti a
conversare, il Calzetta era stato quindi
lasciato in compagnia del solo Costantino,
ritoz:nando senza costui
mentz:e
Mafara,
gli altri si erano allontanati
dopo
col
circa
mezz'ora. Dopo tale episodio il Calzetta non
aveva piu' rivisto il Mafara (effettivamente
scomparso pe z: sempz:e) , mentz:e due giorni dopo,
a11'intez:no della Calcestz:uzzi Maredo1ce, era
stato ucciso dello stesso Mafara il fratello.
- Pag.4.934 -
L'episodio, come si e' detto, e '
sintomatico non solo dell'inserimento a pieno
titolo del Costantino nella cosca dei Vernengo,
ma anche dalla sua posizione di rilievo in seno
alla stessa, come e' agevole intuire dal fatto
che egi partecipa ad un incontro fra personaggi
di spicco di "famiglie" mafiose, nel corso del
quale il Mafara lo bacia per ben due volte,
evidentemente a ragione del prestigio di cui il
Costantino godeva, non essendo altrimenti
intel:pretabile l'atteggiamento del Mafal:a se non
come manifestazione del desiderio di dimostl:are
il proprio rispetto e la propl:ia' sincel:ita' a
persona che ben sapeva esseLe il
del Vel:nengo.
b:z::accio destl:o
Essendo stato possibile, con l:ifel:imento
alla data di uccisione del fratello del Mafal:a,
stabilil:e che l'episodio llarl:ato dal Calzetta si
era verificato il 12 ottobre 1981, il Costantino
ha sostenuto che in quell'epoca egli si tl:ovava
sicuramente in Francia e, precisamente, a Nizza,
ove
- Pag.4.935 -
prestava servizio alle dipendenze di tale Roger
Sabbagh.
veniva in data 30 giugno 1984
Questi,
all'istruttore.
spontaneamente presentatosi
assunto in qualita' di teste. Confe:rmava
l'assunto del Costantino, precisando che costui
era stato alle sue dipendenze in qualita' di
autista dal 25 settembre al 28 ottobre 1981,
senza mai allontanarsi da Nizza in tale periodo
per piu' di ventiquattro o~e. Esibiva inolt:re il
teste taluni stampati dell'Istituto di
Previdenza sociale francese. asserendo che essi
comp:rovavano il :rapporto di lavoro del
Costantino <Vol.86 f.200).
Tuttavia, disposte successivamente
indagini, si app:rendeva dalla Polizia F:rancese
che in :realta' il Costantino aveva
clandestinamente lavo:rato in Nizza alle
dipendenze del Sabbagh non nell'autunno bensi'
nella p:rimavera del 1981 e che non vi era
clandestino, p:resso la Securite'
traccia di tale rapporto, come
sociale
detto
(vedi
- Pag.4.936 -
rappor.to Criminalpol 6 novembre 1984 a
f.324L
(Vol.143
Va, pertanto, segnalata al P.M. per le
iniziative di sua competenza la deposizione del
Sabbagh, risultata falsa, mentre dal fallito
alibi del Costantino non possono che trarsi le
dovute conseguenze in ordine alla veridicita' di
quanto a suo carico riferito dal Calzetta.
Costui, nel ribadire l'impegno
dell'imputato quale trafficante di droga addetto
base utilizzataal reperimento della morfina di
dai Vernengo nei loro laboratori (uno
effettivamente scoperto in via Messina Marine,
come esposto in altra parte della sentenza), ha
aggiunto di averlo visto spesso in via Conte
Federico assieme a Giuseppe Battaglia e Gaetano
Di Giovanni, noti esponenti della Cosca di Corso
dei Mille e trafficanti di droga.
Le dichiarazioni del Calzetta, infine,
sono state pienamente confermate da Salvatore
Contorno
di
(Vo1.1Z5 f.146), il quale ha riferito
- Pag.4.937 -
aver appreso da Francesco Marino Mannoia,
congiunto dell'imputato, che costui e' un
provetto chimico capace di occuparsi della
raffinazione della morfina, essendo stato a cio'
istruito, insieme a tutti i Vernengo e ad
Antonino De Simone da Antonino Vernengo, detto
"u dutturi" proprio per la sua esperienza nel
ramo.
Per le considerazioni suesposte il
Costantino va rinviato a giudizio per rispondere
di tutti i reati ascrittigli con il mandato di
cattura n.323/84 del 29 settembre 1984, che ha
assorbito ed integrato il precedente mandato
n.237/83.
- Pag.4.938 -
Cottone Giuseppe
Indicato da Salvatore Contorno (Vol.125
f.S), (Volo 125 f.69) e (Vo10125 f.128) come
esponente, insieme al fratello Vincenzo, della
famiglia mafiosa di Villabate, venne emesso nei
suoi confronti mandato di cattura n.361/84 del
contestati i reati di cui
24 ottobre 1984, con il quale gli
agli artt.416
furono
e 416
bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975.
Si e' protestato innocente, asserendo di
non conoscere il Contorno e di essere estraneo a
qualsivoglia organizzazione criminosa. Con
ordinanza del 23 aprile 1985 e' stato scarcerato
per mancanza di sufficienti indizi di
colpevolezza (fase. perso f.44).
Ed invero il Contorno, indicando come
di Villabate "i fratelliesponenti
Cottone,
mafiosi
una sorella dei quali ha
- Pag.I.f.939 -
sposato Gzeco Salvatoze
foznito notizie
n
inesatta,
aveva sicuramente
in quanto Mazia
Cottone, moglie di Salvatoze Gzeco, e' figlia
del defunto Antonino Cottone, fzatello dei
suddetti Giuseppe e Vincenzo, che del Gzeco,
pertanto, sono soltanto zii acquisiti e non
cognati (vedi zappozto Squadza Mobile 19 ottobze
1984 a (Vol.125/A f.58L
La Mazia Cottone, inoltze, non ha fzatelli
di sesso maschile e, peT.tanto, il salvatoz:e
Gz:eco non ha cognati per parte della moglie, le
cui soz:elle Angela e Paola z:isultano coniugate
con tali Giovanni Di Fz:esco e Giovanni Di Pace,
quest'ultimo imputato nel presente pz:ocedimento
a seguito
Contorno, che
delle
lo
dichiaz:azioni
ha indicato
dello stesso
come esponente
mafioso della famiglia di Ciaculli
menzionato rapporto a (Vol.125/A f.58).
(vedi
- Pag.4.940 -
Reinterrogato sul punto, il Contorno ha
precisato di non aver mai conosciuto i Cottone e
di aver soltanto raccolto nell'ambiente mafioso
voci dell'appartenenza degli stessi a Cosa
Nostra.
Tale precisazione hn ovviamente fatto
venir meno i sufficienti indizi di colpevolezza
a carico dei Cottone, che, come sopra detto,
sono stati scarcerati, non potendosi escludere
addirittura che le voci raccolte dal Contorno si
riferissero a persone diverse degli imputati e,
comunque, non sussistendo ne' essendo stati
raccolti elementi atti a confermarle.
Ne', con specifico riferimento a Giuseppe
indagini bancarie, dalle quali
Cottone,
risultanze
possono
delle
ritenersi rilevanti le
dell'importo complessivo di poco piu'
e' emerso l'esistenza di due assegni
di due
milioni emessi a suo favore da Michele Greco. Ed
invero l'imputato non ha affatto negato di
conoscere i Greco, uno dei quali e' il coniuge
di una sua nipote, ed ha chiarito
- Pag.4.941 -
di avergli fatto delle forniture di carne (egli
gestisce una macelleria in Villabate',
quale i titoli costituivano il pagamento.
della
L'imputato va, pertanto, prosciolto da
tutti i reati ascrittigli.
Va ordinata la restituzione della
documentazione sequestratagli,
e' emerso nulla di rilevante.
dalla quale non
- Pag.4.942 -
Cottone Vincenzo
Indicato da Salvatore Contorno (Vol.125
f.8), (Vol.125 f.68) e (Vol.126 f.128) come
esponente, insieme al fratello Giuseppe, della
famiglia mafiosa di Villabate, venne emesso nei
suoi confronti mandato di cattura 361/84, con il
quale gli furono contestati i reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P. e 71 legge n.685 del
1975.
Si e' protestato innocente, asserendo di
non conoscere il Contorno e di essere estraneo a
qualsivoglia organizzazione criminosa. Con
ordinanza del 23 aprile 1985 e' stato scarcerato
per mancanza di sufficienti indizi di
colpevolezza (fase. perso f. 18).
Ed invero il Contorno, indicando come
di Villabate "i fratelliesponenti
Cottone,
mafiosi
una sorella dei quali ha
- Pag.4.943 -
sposato G~eco Salvato~e", aveva sicu~amente
fornito notizie inesatte, in quanto Maria
Cottone, moglie di Salvatore Greco, e' figlia
del defunto Antonino Cottone, f~atello dei
suddetti Giuseppe e Vincenzo, che del Greco
pertanto sono soltanto gli zii acquisiti e non i
cognati (vedi rapporto Squadra Mobile 19 ottobre
1984 a (Vol.125/A f.58).
La Maria Cottone, inoltre, non ha fratelli
di sesso maschile e, pertanto, il Salvatore
Greco non ha cognati da parte di moglie, le cui
sorelle Angela e Paola risultano coniugate con
tali Giovanni Di Fresco e Giovanni Di Pace,
quest'ultimo imputato nel presente procedimento
a seguito delle dichiar.azioni dello stesso
Contorno, che lo ha indicato come esponente
della famiglia mafiosa di Ciaculli (vedi
menzionato rapporto a (Vol.125/A f.58».
Reinterrogato sul punto, il Contorno ha
precisato di non aver mai conosciuto i
- Pag.4.944 -
Cottone e di aver soltanto raccolto
nell'ambiente mafioso voci dell'appartenenza
degli stessi a Cosa Nostra.
Tale precisazione ha ovviamente fatto
venir meno i sufficienti indizi di colpevolezza
a carico dei Cottone, che, come sopra detto,
sono stati scarcerati, non potendosi addirittura
escludere che le voci raccolte dal Contorno si
riferissero a persone diverse dagli imputati e,
comunque, non sussistendo ne' essendo stati
raccolti elementi atti a confermarle.
L'imputato va, pertanto, prosciolto da
tutti i reati ascrittigli.
Va ordinata la restituzione della
documentazione in sequestro, dalla quale non e'
emerso nulla di rilevante.
- pag.l+.945 -
Cristaldi Salvatoze
Nei confzonti di Salvatore Cristaldi venne
emesso mandato di cattura 326/82 del 23 luglio
1982, con il quale gli furono contestati i zeati
di cui agli artt. 416 C.P., 75 e 71 legge n. 685
del 1975, perche' ritenuto affiliato al clan
mafioso di Benedetto Santapaola e coinvolto nei
traffici di dzoga che quest'ultimo conduceva
insieme a Gaspare Mutolo ed alla famiglia
mafiosa capeggiata da Rosario Riccobono.
Intel:venute le rivela2ioni di Tommaso
Buscetta, conceznenti tra l'altro,
l'appaztenen28 a Cosa Nostra della famiglia
mafiosa catanese capeggiata dal Santapaola, con
mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984,
zicontestatigli tutti i suddetti reati, gli fu
ulteriormente addebitato quello di cui all'art.
416 bis C.P ..
- Pag.4.946 -
Gli elementi di prova a carico
dell'imputato sono stati esposti nella parte
della sentenza dedicata all'esame dei menzionati
traffici di droga e possono come appreso essere
sinteticamente riassunti.
Innanzi tutto, come emerge dalle espletate
intercettazioni telefoniche, il Cristaldi dava
abituale ospitalita' presso la sua abitazione al
coimputato Calogero Campanella, che era tra
l'altro, per conto del Santapaola, il
dispensiere delle sovvenzioni in denaro versate
in carcere agli appartenenti al clan che
trovavansi detenuti, fra i quali Venerando
Cristaldi. fratello del Salvatore
Dalle stesse intercettazioni. e
p:!:ecisamente da una telefonata che risulta
effettuata la sera del 14 maggio 1982 tra
Gaspare Mutol0 a Domenico Condorelli, emerse che
quest'ultimo stava inviando a Palermo due suoi
emissari che si dovevano col Muto10 incontrare
(Yol.63/R f.25). Nel corso della conversazione,
in particolare, il
Condorelli,
- Pag.4.947 -
parlando dei due precisa, col ~ipico
linguaggio mafioso utilizzato per indicare gli
appa~tenenti a Cosa Nostra, che "uno e' come me
e come te" e l'altro "e' un ca~issimo amico
mio", uno cioe' e' "uomo d'onore" e l'al~ro in
attesa della ri~uale iniziazione e comunque
organicamente gia' inserito nell'associazione.
Effe1:tua~i appositi servizi di
appos~amen~o, si acce~~o' che a Pale~mo per
incontra~si col Mu~olo inviati dal Condo~elli si
e~ano recati Nicolo' Maugeri e Salva~o~e
Cris~aldi, identificati cosi' duran~e il loro
viaggio di ri~orno a Catania (Vol.12/R f.65) +
(Vol.21/R f.l1) + (Vol.l8/R f.178).
Quanto alle ragioni dell'incontro col
Mutolo, sicuramente riferibili al traffico "delle
sostanze stupefacenti, e ad altri
interessantissimi particolari emersi da quella
operazione di polizia giudiziaria e dalle
parallele in~ercettazioni telefoniche si rimanda
- Pag.4.948 -
alla parte della sentenza che specificamente ed
analiticamente se ne occupa.
Le suesposte ~isultan2e pzovano comunque
abbondantemente l'organico inserimento del
Cristaldi nella associazione mafiosa di cui ci
si occupa ed il suo pieno coinvolgimento nel
traffico delle sostanze stupefacenti, sicche'
l'imputato va rinviato a giudizio per rispondere
di tutti i reati ascrittigli di cui ai capi 1,
in esso unificato il capo 7, nonche' 10, 13, 17,
22 e 40 dell'epigrafe.
- Pag.4.949 -
Cristaldi Venerando
Nei confzonti di Venezando Czistaldi venne
emesso mandato di cattura 378/82 del 27
settembre 1982, con il q~~le gli fu contestato
il reato di cui all'a~t.416 C. P., perche'
ritenuto appartenente al clan del boss catanese
Benedetto Santapaola.
Intervenute le dichiarazioni di Tommaso
Bus ce tta, conceznenti, tra l'altro,
l'appartenenza a Cosa Nostra della "famiglia"
mafiosa catanese, con mandato di cattura 323/84
del 29 settembre 1984, ricontestatogli il
suddetto reato di cui all'art.416 C.P., gli
furono ulteriormente addebitati quelli di cui
agli artt.416 bis C.P., 75 e 71 legge n.68S del
1975.
Gli elementi di pz:ova a carico
dell'imputato sono stati gia' esposti nelle
parti della sentenza dedicata all'omicidio di
Alfio Ferlito ed ai traffici di d:toga
condotti,
- Pag.4.950 -
anche in conco~so col g~uppo mafioso
catanese, da Gaspa~e Mutolo e possono come
app~eso sinteticamente ~iassume~si.
Nel co~so di pe~quisi2ione effettuata il
22 ap~ile 1982 nella abita2ione pale~mitana del
Mutolo venne t~a l'alt~o ~it~ovata una lette~a a
fi~ma del C~istaldi (Vol.1/R f.22), (Vol.1/R
f.2.2.5) e (Vo1.1/R f.2.3U, nella quale questi
este~nava al mafioso pale~mitano sentimenti di
stima e devozione. Alt~a analoga lette~a e~a
stata spedita dal sanguina~io kille~ delle
ca~ce~i Antonino Fa~o e deve ~ico~da~si che
Salvatore Cxistaldi, f~atello di Vene~ando,
:risulta esser stato fermato a Catania col
Mutolo, che t~ovandosi in semiliberta' a Teramo
aveva chiesto ed ottenuto un pezrnesso pez
reca~si a Pale~mo, e che altro incont:ro f~a i
due :risulta essere avvenuto presso il Motel Agip
di quest'ultima citta'.
- Pag.4.951 -
Du~ante un suo pe~iodo di detenzione
Vene~ando Cristaldi risultn ave~ telefonato alla
di lui madre per info~marla che in sua compagnia
vi era "./'{inuzzu" Santapaola (Fot.073034) e
successivamente al coimputato Calogero
Campanella per trasmettergli i saluti dello
stesso Santapaola, indicato come "Hino il babbo"
(Fot.073057).
Lo stesso Campanella, che evidentemente
aveva il ~uolo il tesorie~e del g~uppo, nel
corso dell'anno 1981, aveva provveduto ad
di dena~o a favo~e
effettua~e p~esso la Casa
Catania periodiche rimesse
Circondariale di
del Venerando Cristaldi (Fot.075057)
(Fot.075073) e nello stesso pe~iodo a favore di
altri appartenenti al clan Santapaola, quali
Sebastiano Cali' , Kicola Ci~incione, Natale Di
AgatinoRaimondo,
Giovanni
Angelo
Rapisa~da
Fazio,
ed altri
Litrico,
(Fot.058211)
- Pag.4.952 -
(Fot.0582.43J. Altxe somme il C%istaldi %isulta
ave% %icevuto da altri due membri del clan,
cioe' Giuseppe Pulvizenti e Domenico Amato
(Fot.0582.11L
Infine, qualche mese prima dell'omicidio
di Alfio Ferlito, costui venne gravemente offeso
all'inte~no del carcere dì Catania proprio dal
Cristaldi.
L'imputato, come emerge dalle concordi
dichia%azioni di tutti i testi escussi, al
rientro nelle celle dopo il passeggio, si
%ivolse al Ferlito dicendogli "sei co%nuto,
sbirro e carabiniere" e cio' impensieri' molto
l'autorita' ca%cera~ia, che convoco' i due
assumendo
baciandosi ed abbzacciandosi.
tuttavia minimizzazono
di
Era
trattavàsiche
qualiidetenuti,
l'accaduto,
fesserie,
tuttavia evidente che quello del Cristaldi era
stato un tentativo di provocare il Ferlito, che
jnvece, molto opportunamente, non aveva reagito
immediatamente
evitare pericolosi disordiniall'o:ffesa
all'interno
pe%
del carcere. Cio' venne
percepito
- Pag.~.9S3 -
dalle auto~ita' competenti. le quali segnalarono
che l'episodio si inse~iva(Fot.058452)
quad:ro dei
:rispettive
g:ravi dissensi
organizzazioni
e
nel
:rivalita' f~a le
c~iminose. del
C:ristaldi e del Ferlito. ed e~a prevedibile che
quanto p:rirna venisse attuato il proposito
c~iminoso di eliminazione del Ferlito. che
secondo notizie confidenziali era stato anche
minacciato di morte del Cristaldi. Il Fe:rlito,
come si sa, venne effettivamente ucciso qualche
tempo dopo durante una sua traduzione a Trapani
proprio ad ope:ra, tra gli altri, di elementi del
clan di Benedetto Santapaola.
Le suesposte risultanze istruttorie non
lasciano pe:rtanto dubbi sulla appartenenza del
Cristaldi alla famiglia mafiosa catanese e
dell'epigrafe,
l'imputato
giudizio per
col mandato di
rispondere dei reati di cui
a
agli
1Oe
z:inviato
(capi
conseguentemente
416 bis C.P.
contestatigli
va
416 eartt.
cattura 323/84, che ha integrato ed
quello precedentemente emesso
confz:onti).
asso:t:bito
nei suoi
- Pag.4.954 -
Han sussistono invece elementi (se non ~i
mero sospetto, consistenti negli accertati
incontri del fratello Salvatore con Gaspare
Mutolo nel pe:tiodo in cui costui era
maggiormente impegnato nei suoi traffici di
droga) per ri tenere l'imputato in esame
coinvolto nel traffico della sostanza
stupefacente, al quale, come e' noto, a non
tutti gli appartenenti a famiglie mafiose e'
consentito inserirsi.
Dalle relative imputazioni (capi, 13, 22
dell'epig%afe) Venerando Cristaldi va, pertanto,
prosciolto pe% non ave% commesso i fatti.
- Pag.4.955 -
Croce Alfredo
Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982
(Vol.1 f.90). venne successivamente indicato dal
coimputato Salvatore Contorno «Vol.1Z5 f.?),
(Vol.12.5 f.57" (Vo1.12.5 f.64), (Vo1.125 f.74) e
(Vol.1Z5 f.12.S)) quale componente, insieme ai
fratelli Domenico e Giorgio,
mafiosa di Ciaculli.
della famiglia
Venne emesso a suo carico mandato di
cattuxa 361/84 del 24 ottobre 1984. con il quale
gli furono contestati i reati di cui
artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685
1975.
agli
del
Si e' protestato innocente. asserendo di
conoscere il Contorno ma di non vede~lo da piu'
di dieci anni.
- Pag.4.956 -
2ues1:'ultimo assun1:o appare decisamente
menzogneIo in quanto il Contorno e' sta1:o in
grado non solo di riconoscerlo in fotografia ma
anche di indicare specifiche ciIcostanze che lo
come la sua attivita' di autis1:ariguaIdano,
dell'Amat, il nome della moglie e la sua
di Salvatore Grecoqualita'
FeIIaIa,
di "figlioccio"
che del Crooe, come dallo s1:esso
imputato ha ammesso, fu padrino di cresima,
circostanza questa che deve ritenersi
particolarmente significativa in considerazione
dell'indiscutibile valore attribuito a siffatti
rapporti nell'ambiente mafioso.
Nell'inteIrogatorio dell'imputato Ignazio
(Vo1.187Guagliardi1:o
riscontro altra
f. 12)
afferma2ione
t:rova
del
inoltre
Contorno
concernente il Croce, dal primo indica1:o come
proprietario della casa di abitazione del
Guagliardi1:o medesimo.
Il quadro probato:rio a carico di Alf:redo
Croce e' , infine, completato dagli elementi
raccolti a carico dei suoi piu' stretti
- Pag.4.957 -
congiunti, i fratelli Domenico e Giorgio. il
primo dei quali gia' indicato come esponente
mafioso anche da S~efano Calzetta (fase. perso I
f.28) e daAntonino Federico (Vol.79 f.51) ed
interessato a rapporti bancari con Salvatore
Greco "padrino" del fratello. nonche' con
Michele Greco, fratello del predetto. e con i
coimputati Giuseppe Nangano e Giuseppe D'Angelo.
L'imputato va. pertanto, rinviato a
giudizio per rispondere dei reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P. aserittigli.
Nulla e' invece emerso a suo carico con
riferimento al contestato traffico di sostanze
stupefacenti, avendo anzi il Contorno escluso un
suo ruolo del genere nell'ambito della famiglia
mafiosa di appartenenza.
Dalle relative imputazioni di cui agli
artt.75 e 71 legge n.685 del
prosciolto.
1975 va pertanto
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  • 1. TRIBUNALE DI PALERMO UFFICIO ISTRUZIOXE PROCESSI PEXALI X. 2289/82 R.G.U.I. ORDINANZA - SENTENZA emessa nel p~ocedimento penale COXTRO ABBATE GIOVANNI + 706 VOLUME: N. 24
  • 2. - Pag.4.836 - Chionne Otello A seguito dell'a:rI:esto di F:rancesco Gaspa:rini, so:rp:reso il 10 novemb:re 1981 all'Ae:ropo:rto O:rly di pa:rigi in possesso di Kg.4,500 di e:roina purissima, venne accertato che durante la sua assenza dall'Italia Otello Chionne aveva co:r:rotto alcuni agenti di Polizia pe:rche' falsificassero la firma del Gasparini medesimo, obbligato alla p:resentazione periodica presso il Commissa:riato di Polizia di Po:rta Maggiore di Roma. Nel p:resupposto della sua appartenenza al gruppo c:riminale facente capo al Gaspa:rini. a Gaspare Mutolo ed a nume:rosi aIt:ri. :responsabile della tentata impo:rtazione in Italia dalla Thailandia della eroina sequestrata al Gaspal:ini, con mandato di cattura 326/82 del 23 all'al:t.416 contestatoluglio reato 1982. di venne cui al Chionne C.P. (capo il 7 dell'epig:r:afe).
  • 3. - Pag.4.837 - Si protestava innocente, ammettendo soltanto di aver appreso dallo stesso Gasparini dei rapporti di costui con ma~iosi siciliani (Yo1.1/R f.80) (Yol.l/R f.8l). La compiuta istruzione non ha consentito l'acquisizione di sufficienti elementi di carico dell'imputato di cuiacolpevolezza trattasi. Invero per cio' che attiene alla attivita' delittuosa posta in essere dal Chionne per consentire che l'assenza di Gasparini dall'Italia durante il suo viaggio in Estremo Oriente passasse inosservata pende dinanzi all'Autorita' giudiziaria di Roma distinto procedimento penale, ma l'indizio, in ordine alla sua partecipazione all'associazione per delinquere contestatale, clesumibile da detta vicenda processuale non e' stato irrobustito da ulteriori acquisizioni probatorie, sicche' non puo' seriamente escludersi che i rapporti fra il Gasparini ed il Chionne non fossero quelli di due appartenenti alla medesima
  • 4. - Pag.4.838 - banda criminale, bensi' piu' semplicemente quegli episodici contatti che normalmente si instaurano fra i malavitosi ed i vaz:i faccendieri gravitanti attorno al mondo della criminalita' organizzata. Va, pertanto, l'imputato prosciolto per insufficienza di prove dal delitto contestatogli al capo 7 dell'epigrafe.
  • 5. - Pag.4.839 - CilIari Antonino CilIari Gioacchino I fratelli Cilla%i debbono rispondere dei reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P., nonche' dei %eati di cui agli artt.75 e 71 legge n.685/75, agli stessi contestati con mandato di cattura n.323/84. Personaggi di prima grandezza nel mondo dei fornitori di e%oina e cocaina del Capizzi Benedetto, con palermitano, collegati con gli gli Anselmo, con Adelfio ed altri, sono stati coinvolti nel procedimento penale c/ Anselmo Vincenzo + 46 (Vol.224/A) e sono stati condannati, in primo grado, alla pena di anni nove di reclusione e lit. 25 milioni ciascuno di multa. Formano una coppia inscindibile ed, anzi, spesso, sono stati indicati da altri coimputati come i "CilIari".
  • 6. Salvatoxe - Pag.4.840 - Coniglio ha ampiamente illustxato il xuolo dei due nel campo dei foxnitoxi di dxoga e queste sono le pagine pxocessuali nelle quali si pazla dei "Cillaxi": eeYol.206 f.7). eYol.206 f.14). eYol.206 f.22). (Vol.206 f.l8). (Vol.206 f.28). eVol.206 f.38). eVol.206 f.40). (Vol.206 f.41). <Yol.206 f.46). (Vol.206 f.48). (Vol.206 f.SO). eYol.206 f.69). (Yol.206 f.70). (Yol.206 f.91). (Yol.206 f.96). (Yol.206 f.128). (Yol.206 f.131). (Yol.206 f.132).
  • 7. - Pag.~.841 - (Vo1.206 f.13~). (Vo1.206 f.135L (Vo1.206 f.136L (Vol.2.06 f.141L (Vol.2.06 f.150>' (Vol.206 f.155). (Vol.206 f.162). (Vol.206 f.167L (Vo1.206 f.169L (Vo1.206 f.137».- Sempre nel (Vol.206), il Coniglio parla di Mino CilIari alle pagine ((Vol.206 f.54). (Vol.2.06 f.64). (Vol.206 f.96). (Vol.206 f.128). (Vo1.206 f.139>' (Vo1.206 f.151L (Vol.206 f.137», mentre di Gioacchino CilIari parla nelle pagine ((Vol.206 f.21). (Vo1.206 f.65).
  • 8. - Pag.4.842 - f.136" (Vo1.206 (Vo1.206 f.138».- (Vol.206 f.96). (Vo1.206 f.139" f.131). (Vo1.206 (Vo1.206 f. 151). Le dichiarazioni del Coniglio. le intercettazioni telefoniche, le risultanze bancarie hanno portato. nel citato procedimento penale, al riconoscimento del ruolo dei Cillari, con conseguente pesante condanna. L'esordio del Coniglio sui CilIari e' relativo ad uno specifico episodio: "Conoscevo i fratelli CilIari da tanti anni, ma traffico di i rapporti con i predetti inerenti il droga si limitarono ad una sola cessione di cocaina per una quantita' di circa 130 grammi che io pattuii per lire 8 milioni, ma che non arrivai a pagare a causa dei mancati introiti che conseguirono agli arresti di Di Benedetto Giacomo e di Raimo Antonio al quale io avevo consegnato l'eroina sequestratagli (Vo1.206 f.14).
  • 9. - Pag.4.843 - Ed, ancora, : "In merito ai CilIari desidero aggiungere che costoro sulla piazza di Milano si affidavano anche a tale Andrea Lucchese, palermitano, del1 t eta t di circa 34 anni, il quale prima gestiva una bisca nei pressi della stazione centrale e che poi cedette ad alcuni slavi. Inizialmente ero io che rifornivo il Lucchese di cocaina e complessivamente gli ho fornito circa 500 grammi in tempi diversi nell'anno 1980. Successivamente, dopo che questi entro' in contatto con i CilIari crebbe a tal punto che fu egli stesso a rifornire me e successivamente nell'anno 1980 e 81 mi cedette Kg.2 di cocaina che io smerciai al dettaglio sulla piazza di Milano...... (( VoI. 206 f. 41 ) (Vol.206 f.42)).- "I CilIari non hanno maiaggiungeva: In Coniglio un successivo interrogatorio, il voluto accettare in pagamento per le forniture di droga assegni di conto corrente, in q~anto non volevano lasciare tracce della loro
  • 10. - Pag.4.844 - attivita' illegale. Toto' Anselmo mi disse che non poteva consegnare per tal motivo ai Cillari un assegno di 10 milioni che il Cannone aveva dato al Brucia e che questi aveva consegnato a Toto' Anselmo ((Vol.2.06 :f.46) (Vo1.206 f.47».- Non manca un accenno del Coniglio sulla importanza dei Cillari all'interno dell'Ucciardone: "Ho avuto modo di notare che i Cillari sia all'interno che all'esterno della Casa Circondariale di Palermo, godono di un grande prestigio ma:fioso e sono abbastanza quotati sia tra i reclusi che tra gli operatori penitenziari eVol.2.06 f.70). Piu' sopra si e' accennato alle dichiarazioni del Coniglio circa i 130 grammi di cocaina fornitagli dai CilIari e l'eroina sequestratagli a Sale.rno mentre veniva trasportata dal corriere Raimo Antonio: confusa, risultava, infatti, la connessione tra i due episodi, ma, successivamente, il
  • 11. - Pag.4.845 - ConiglioeVol.206 f.96) chiariva: "A Palermo mi sono approvvigionato di eroina anche dai fratelli Gioacchino e Antonino Cillari e da Di Giacomo Giovanni, costituenti un unico gruppo. L'indicazione mi fu fornita da .Salvatore Anselmo ma io questi CilIari li conoscevo gia' precedentemente perche' anch'essi, come me, macellai. Quindi mi recai direttamente da loro senza alcuna presentazione. Li localizzai in un bar vicino la Zisa. Preciso che incontrai soltano Hino CilIari e Di Giacomo i quali mi fecero una fornitura di circa 200 gr.di eroina, che e' tratta quella sequestrata a il processo in corso Salerno a mio di cui carico". (Vol.2.06 f.96). Tale versione dei fatti, il Coniglio confermava successivamente nel corso di un interrogatorio (Vol.206 f.128). Il Coniglio, tra l'altro, riferiva anche un particolare riguardante i legami
  • 12. - Pag.4.846 - parentali di Cillari Gioacchino, specificando come questi fosse fidanzato con la figlia di Lo Presti Salvatore, altro coimputato nel presente procedimento penale (Vol.206 f.131).- Il Coniglio poi riferiva come alla stessa cosca dei Cillari appartenesse Salvatore Cucuzza, da lui conosciuto all'Ucciardone (Vol.206 f.141" In relazione a episodi determinati riguardanti Hino e Gioacchino Cillari, specificamente indicati, sono state riportate le pagine processuali e, pertanto, non si ritiene di dover ulteriormente analizzare le singole posizioni dei due, dato che, come evidenziato dal Coniglio, gli stessi agivano congiuntamente. Salvatore Anselmo, dal canto suo, ha ribadito la preminente posizione dei fratelli Cillari all'interno dei fornitori di eroina e, come il Coniglio, li ha indicati sia congiuntamente che disgiuntamente.
  • 13. - Pag.4.8~7 - L'Anselmo ha parlato dei "Cillari"nel «VoL133 f.330>' (VoL133 f.332>' (Vol.133 f.334>' (VoL133 f.338). (VoL133 f.339). (VoL133 f.340>' (VoL13: f.342). (VoL133 f.301>' (VoL133 f.315L (VoL133 f.318). (Volo 133 f.319). (VoL133 f.320)' (Vol.133 f.2?2L (VoL133 f.274L (VoL133 f.276). (Volo 133 f.282>' (VoL133 f.284). (VoL133 f.288>' (VoL133 f.292>' (VoL133 f.294L (VoL133 f.260L
  • 14. - Pag.4.848 - (Vol.133 f.266). (Vol.133 f.242) (Vol.134 f.168L (Vol.134 f.169L (Vol.7/Z f.2.72.).- CilIari Gioacchino e ' indicato dall'Anselmo ai (Vol.133 f.32.8). (Vol.133 f.301L (Vo1.133 f.319L (Vo1.133 f.271L (Vo1.133 f.2.72.L (Vol.133 f.2.93). (Vol.133 f.2.58L (Vol.133 f.2.62.L (Vo1.134 f.167); (Vol.7/Z f.2.72.). (Vol.7/Z f.2.79». CilIari Mino e ' nominato dall'Anselmo nel «Vol.133 f.32.8). (Volo 133 f.316). (Vol.133 f.318L (Vo1.133 f.319L
  • 15. - Pag.4.849 - (Volo 133 f.271). (Vo10133 f.272). (Vo10133 f.243). - (Vol.134 f.167). (Vol.7/Z f.275)).- Cillari, in quanto, Anselmo Salvatore ben conosceva i fratelli come suo fratello Anselmo Vincenzo, operavano nello stesso campo dell'eroina ed erano i fornitori, tra gli altri, di Coniglio Salvatore (Vol.133 f.330). Confermava l'Anselmo come i Cillari esigessero solo pagamenti in contanti, come pure confermava che gli stessi avevano consegnato al Coniglio 320 grammi di eroina, eroina che quest'ultimi avevano dato a tale Buscemi affinche' la portassero a Salerno. Il Buscemi, pero', mentre viaggiava in compagnia di altro giovane (Peritore), era stato fermato nei pressi di Caltanisetta da una pattuglia di militi anche se, nel corso della perquisizione, la droga non era stata rinvenuta in quanto abilmente occultata
  • 16. - Pag.4.850 - (Yol.133 f.332): tale episodio e' lungamente nella dibattimentale del proe.penale 46 (Yol.224/A), descritto Vincenzo + nell'ordinanza e e e/ sentenza Anselmo conferma ulteriormente il ruolo di fornitori di eroina dei fratelli Cillari. Le dichiarazioni dell'Anselmo, comunque, ricalcano pedissequamente quelle del Coniglio. attinendo a episodi vissuti da due personaggi g~avitanti nello stesso ambiente di spacciatori di droga. Contorno Salvatore (Yol.125 f.11) indica i Cillari quali componenti della famiglia di "Porta Nuova", insieme con Di Giacomo Giovanni, inteso "u luongu", in cio' confermando quanto sempre dichiarato e dall'Anselmo e dal Coniglio circa lo stretto rapporto tra i fratelli CilIari ed il Di Giacomo. Anche Tommaso Buscetta indica Gioacchino Cillari come uomo d'onore della sua famiglia di "Porta Nuova", insieme. tra gli altri. al Di Giacomo che in tale famiglia ha la qualifica di capo-decina.
  • 17. - Pag.4.851 - Le risultanze processuali mostrano, quindi, un pieno inserimento dei CilIari nella nella famiglia di Porta Nuova - associazione segnatamente, mafiosa "Cosa NostI:a" e , una delle piu' pI:estigiose e pericolose nonche' un loro pieno inserimento nel tI:affico di stupefacenti cocaina ed eroina quali fornitoI:i del mercato palermitano e nazionale. Gli stessi vanno, quindi, rinviati a giudizio per rispondere di tutti i reati contestatigli n.3Z3/84: con il mandato di cattuI:a CilIari Antonio capi 1, 10, 13, 22, 37. CilIari Gioacchino capi 1, 10, 13, 39. 22, 33, 37,
  • 18. - Pag.4.852. - Ciriminna Salvatore Ciriminna Salvatore e: stato raggiunto dal mandato di cattura n.32.3/84 e deve rispondere dei reati di cui agli artt.41G; 416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/75. Tommaso Buscetta (Vol.12.4 f.11> indicava il Ciriminna come uomo d'onore della famiglia del Borgo e in un successivo inte~~ogato~io, specificava alcune vicende di detta famiglia ((Vol.12.4/A f.52.) (Vol.12.4/A i.53»: "Negli anni GO io conobbi Leopoldo Cancelliere, molto anziano ed immobilizzato su una sedia a ~otelle, c~edo pe~ effetto di un incidente stradale; nell'occasione conobbi anche Salvatore ma molto meno di Cancelliere; una decina di anni piu' di me. Ciriminna, suo consigliere, anch'egli anziano, credo che abbia
  • 19. - Pag.4.853 - Se non sbaglio i due gestivano in societa' una ditta di trasporti di materiali ferrosi. Durante la mia detenzione - credo intorno al 1974/75 vennero arrestati numerosi membri della famiglia del Borgo, in relazione ad una serie di attentati dinamitardi a scopo estorsivo, avvenuti in quel periodo. Incontrai, cos i' , nuovamente Salvatore Ciriminna e feci la conoscenza, come uomo d'onore, di Salvatore Cucuzza. Quest'ultimo allora era un operaio dei Cantieri Navali e si riempiva la bocca di problemi sindacali". Parlando di Gaetano Calista, altro membro della famiglia del Borgo, il Buscetta riferiva come questi gli fosse stato presentato come uomo d'onore dallo stesso Ciriminna, in quante, con questi arrestato per gli attentati dinamitardi (Vo1.124/A f.54L Il Buscetta riconosceva successivamente la foto del Ciriminna eVol.124/A f.104).
  • 20. - Pag.4.854 - Hon v'e' dubbio, quindi, che il Ciriminna faccia parte della associazione mafiosa e che le dichiarazioni del Buscetta sul suo conto siano del tutto attendibili. Il Ciriminna consigliere del vecchio capo Calcelliere, non puo', pe r o' , essere ritenuto responsabile del traffico di stupefacenti in quanto, sul punto, nessun elemento di prova e' emerso. L'imputato, poi, gia' avanti con gli anni, da lungo tempo ha stabilito la sua residenza nelle Marche (Camerano) e, pertanto, non sembra poter esser stato utilizzate per detto traffico. Sentito dal G.I. (Vo1.123 f.12,9', il Ciriminna negava ogni addebito, anche se confermava di avere, per ragioni di lavoro, conosciuto Leopoldo Cancelliere.Precisava di essere stato inviato nel 1971 a Camerano quale soggiornante obbligato e di non essersi piu' mosso da quel centro, nonostante decreto. la revoca del
  • 21. - Pag.4.855 - Ammetteva di essere stato coinvolto in procedimenti penali insieme con Calista Gaetano e con il Cucuzza, ma specificava di essere stato prosciolto per gli omicidi e rinviato a giudizio per la sola associazione a delinquere, in ricorsorelazione alla quale era ancora pendente in Cassazione. Le dichiarazioni del Buscetta non sembrano essere state smentite del Ciriminna in relazione alla "conoscenza" di altri associati, e alla subita carcerazione con gli stessi. confermavaIl essersi Ciriminna, incontrato comunque, all'Ucciardone con di il dell'istituto all'infermeriaBuscetta e, segnatamente, penitenziario, mentre escludeva che ilCancelliere girasse su una sedia a rotelle, sebbene claudicante. Ammetteva, infine, di essere ancora socio in Palermo di una impresa c~mmerciale gestita da altro socio. Il Ciriminna, proprio in considerazione delle riscontrate dichiarazioni
  • 22. - Pag.4.856 - del Buscetta sui punti sopra indicati, nonche' in considerazione dei legami societari che lo hanno sempre legato a Palermo, da questo centro dal 1971 , sebbene lontano va rinviato a giudizio per rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P. (Capi 1, 10), mentre va prosciolto, per non aver commesso il fatto, dai reati di cui agli artt.71 e 75 legge n.685/75 (Capi 13, 22).
  • 23. - Pag.4.857 - Ciulla Antonino Ciulla Giuseppe I fratelli Giuseppe e Antonino Ciulla sono stati raggiunti dai seguenti provvedimenti restrittivi della liberta' personale: a) ord. di cattura n.170 del 26.7.82 b) mando di cattura n.343 del 17.8.82 c) mando di cattura n.237 del 31.5.83 con i citati provvedimenti sono stati contestati ai Ciulla il reato di cui all'art.416 C.P. e il reato di n.685/75. cui all'art.75 legge Successivamente i due venivano raggiunti dal mandato di cattura n.323/84 con il quale si contestavano loro l'associazione a delinquere (art.416 C.P.), l'associazione di (art.416 bis C.P.) e i delitti artt.75 e 71 legge 685/75. tipo di mafioso cui agli
  • 24. - Pag.4.858 - I provvedimenti di cui sopra (lett.a-b-c) debbono, quindi, considerarsi assorbiti in questo ultimo mandato di cattura. Dei fratelli Ciulla, inteso come gruppo familiare, hanno parlato molti coimputati. Tali dichiarazioni, comunque, lungi dal far venir meno riferimenti specifici a singoli fratelli, stante la personalita' della responsabilita' indicano come sia "unitaria" all'internopenale, della stessa famiglia (intesa in senso giuridico-tecnico) la gestione del crimine. La storia e la cronaca di "Cosa Nostra", infatti, sono piene di riferimenti a gruppi familiari in genere e a gruppi di fratelli in specie, quali i Cillari, i Grado, iFidanzati, i Mafara, ecc. e il riferimento agli stessi, indistintamente, mostra non la incapacita' dei testi o dei coimputati a distinguere individuo da individuo, ma il coinvolgimento di tutti i congiunti in imprese criminali, senza eccezioni di sorta.
  • 25. - Pag.4.S59 - Ciulla Giuseppe, noto alle cronache giudiziarie di questi ultimi anni per essere stato protagonista di clamorosi sequestri di persona. e' stato condannato in data 19.12.1979 dalla Corte d'Appello di Milano ad anni 13 di reclusione e lit. SOO.OOO di multa in relazione ai sequestri Torielli e Rossi di Montelera (Vol.220 f.555).- Salvatore Contorno, parlando dei fratelli Ciulla, insisteva nel dire come fossero tutti uomini d'onore e come cio' gli fosse noto sin da quando era entrato a far parte di "Cosa Nostra". Precisava, altresi', come gli stessi fossero collegati ai Bono. (Volo 125 f. 72). ai Fidanzati ed altri Successivamente precisava "non ho mai conosciuto tutti e cinque i fLatelli Ciulla. Ne ho incontrati soltanto due, almeno credo. a Milano. subito dopo la mia iniziazione ad uomo d'onore nel corso di un pranzo tenuto da Giuseppe Bono in un locale di Corso Buenos Aires.
  • 26. - Pag.4.860 - Ivi e~ano p~esenti anche Mimmo Te~esi e Fede~ico Salvato~e i quali mi p~esenta~ono uno o due dei f~atelli Ciulla dicendomi che tutti i Ciulla e~ano "la stessa cosa ", tuttavia non mi p~ecisa~ono quanti fosse~o i f~atelli. Il Te~esi e il Fede~ico mi disse~o anche che si e~ano a~~icchiti a Milano e che ope~avano nella zona di T~ezzano sul Naviglio, e p~ecisamente nel qua~tie~e Zingone". (Vo1.125 f.127).- Tommaso Buscetta indicava in Ciulla Giuseppe uno dei componenti della famiglia di Resuttana, capeggiata da F~ancesco Madonia (Yol.124 f.12) e p~ecisava di non ave~lo mai conosciuto pe~sonalmente, ma di ave~ app~eso in ca~ce~e che si t~attava di un uomo d'ono~e della famiglia di Resuttana. Tale notizia, pe~venutagli da alt~i uomini d'ono~e, e~a ~itenuta f.60)'- dalBuscetta come ce~ta (Yo1.124/A ' .0
  • 27. - Pag.4.861 - Giovanni Melluso, nell'intezzogatozio del 5.4.84, ziconosceva nella foto n.54, con la indicazione di Ciulla Giuseppe, le sembianze di un uomo che aveva incontzato a Pezo, vicino Milano, dove abitava o aveva una donna. Ricozdava, inoltze, come tale pezsonaggio avesse pzotetto la latitanza di Giuseppe, siciliano un tzapiantato cezto a Oztisi Milano, implicato nel tzaffico di dzoga e in zapine. Gennazo Totta (cfz. intezzogatozio al G.I. di Tzento (Vo1.4/A f.263) zifeziva come conoscesse i Ciulla e come sapesse che questi ezano in contatto con i Gzado e con i Fidanzati, avendo spesso assistito a scambi di buste e valigette tza costozo, pzesso il baz "Motta" di via Napoli a Milano. Sempre secondo il Totta, Vincenzo Grado annovezava tza i suoi nemici i Ciulla e i Fidanzati e gli diceva di sapere che un gzosso mafioso siciliano zesidente a Roma stava tempestando di telefonate i
  • 28. - Pag.4.86Z - Ciulla stessi perche' uccidessero lui e i suoi fratelli. D'Aloisio Michele eVol.8/B f.1) - eVol.8/B f.49) eVol.8/B f.55) (Vol.8/B f.ZOO) (Vol.8/B f.Z38) riferiva come i fratelli Ciulla rifornissero di eroina il suo amico Paolo Aprile e che gli stessi erano collegati, in posizione subalterna, Alberti) . Angelo al "paccare'" Epaminonda. (alias stella di Gerlando p:rima grandezza nel firmamento del crimine organizzato milanese, determinatosi a collaborare con dei palermitani che a Milano l'A.G., riferiva, facessero parte tra l'altro, come i Ciulla erano diretti e coordinati da Tanino Fidanzati, dai fratelli Bono e da Robertino Enea e che, per conto dei loro capi, controllavano il traffico dell'eroina f.210). in regime di monopolio (VoI. 17Z
  • 29. - Pag.4.863 - Non v' e ' , quindi, dubbio alcuno come i fratelli Ciulla fossero conosciuti come uomini d'onoze della famiglia di Resuttana all'intezno della ozganizzazione ma:iiosa "Cosa Nostra" (Contozno) e come, in pazticolare, Ciulla Giuseppe fosse conosciuto dal Buscetta quale uomo d'onore di detta famiglia. Nello specifico ambiente dei tzafficanti di stupefacenti, gli stessi ezano ben conosciuti quali elementi collegati ai Bono ed ai e, a tal pzoposito, illuminante Fidanzati e' la testimonianza di Angelo Epaminonda che di tale ambiente e' stato pez lunghi anni un pezsonaggio di pzima gzandezza. Ciulla Giuseppe, poi, ha sempze gzavitato nell'ozbita dei siciliani e non va dimenticato, come gia' detto, il suo coinvolgimento con i liggiani nel campo dei sequestri di persona. Gli stessi Ciulla, inoltze, erano conosciuti anche da Coniglio Salvatore i quali, con Cangelosi Salvatore cognato
  • 30. - Pag.4.864 - di Gaetano Fidanzati venivano dallo stesso annoverati come fornitori di stupefacenti nella zona del milanese, stupefacenti che monopolizzavano (Yol.206 f.140). Riferiva, infatti, il Coniglio di essere direttamente a conoscenza come i Ciulla operassero nel settore degli stupefacenti (Yol.206 f.140) e come questi fossero collegati con i Fidanzati e con il Cangelosi (Yol.2.06 f.?lf), (Yol.206 f.96) e (Yol.206 f.11?); proprio quel Cangelosi conosciuto da Ciulla Salvatore operante a Trezzano sul Naviglio nel settore dell'edilizia nel quale era impegnato anche il fratello Ciulla Giuseppe (Yol.186 f.30?), Ed, invero, proprio a riscontro delle dichiarazioni del Coniglio, secondo cui i Ciulla erano collegati con Salvatore Cangelosi nel traffico della cocaina,
  • 31. - Pag.4.865 - Ciulla Salvatore, il quale seppur sommessamente ha dovuto ammettere di conoscere un "Salvatore Cangelosi" costruttore edile in Trezzano sul Naviglio proprio come il fratello Giuseppe. Il Cangelosi, infatti, quale cognato di Fidanzati Gaetano (Vo1.186 f.41) specificatamente collegato con i Ciulla nel traffico di droga a Milano e in tale sua veste conosciuto dal Coniglio che, a sua volta, aveva trascorso gran parte della sua esitenza di spacciatore in detta citta' - non poteva essere sconosciuto ai Ciulla stessi ed, anzi, in Trezzano sul Naviglio esercitava attivita' di copertura come lo stesso Giuseppe Ciulla. Per ulteriormente evidenziare il ruolo di Ciulla Giuseppe ed Antonino si rimanda, comunque, e alla parte riguardante i fratelli Grado e alla scheda di Ciulla Cesare, Giovanni e Salvatore. Si puo', dunque, ritenere che sussitano sufficienti prove per rinviare a giudizio Ciulla Giuseppe e Ciulla Antonino in
  • 32. - Pag.4.866 - ordine ai reati agli stessi contestati con il mandato di cattura n.323/84 (Capi 1, 10, 13, 2. 2. >.
  • 33. - Pag.4.867 - Ciulla Cesare Ciulla Giovanni Ciulla Salvatore I fratelli Ciulla Cesare, Giovanni e Salvatore sono stati raggiunti dal mandato di cattura n.361/84 e debbono r.ispondere dei reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/75. Trattando degli altri due fratelli Ciulla Giuseppe e Antonino, si e' gia' detto come tutti i fratelli Ciulla siano stati indicati dal Contorno quali uomini d'onore, cosa a lui nota sin da quando era entrato a far parte della associazione f.7Z). mafiosa "Cosa Nostra" (Vo1.125 Successivamente il Contorno precisava: "non ho mai conosciuto tutti e cinque i fratelli Ciulla. Ne ho incontrati soltanto due, credo, a Milano subito almeno dopo
  • 34. - Pag.4.868 - la mia iniziazione a uomo d'onore nel corso di un pranzo tenuto da Giuseppe Bono in un locale di Corso Buenos Aires. Ivi erano presenti anche Mimmo Teresi e Federico Salvatore i quali mi presentarono uno o due dei fratelli Ciulla dicendomi che tutti i Ciulla erano "la stessa cosa", tuttavia non mi precisarono quanti fossero i fratelli. Il Teresi e il Federico mi dissero anche che si erano arricchiti a Milano e che operavano nella zona di Trezzano sul Naviglio, e precisamente nel quartiere Zincone."(Yol.125 f.127).- Buscetta Tommaso gia' aveva riferito di essere venuto a conoscenza della appartenenza di Ciulla Domenico alla famiglia di Resuttana (Yo1.124 f.1Z) e (Vo1.124/A f.GOl. Giovanni Melluso riconosceva nella foto di Ciulla Giuseppe un personaggio incontrato a Milano e protettore di un siciliano latitante, certo Ortisi Giuseppe.
  • 35. Gennaro - Pag.4.869 - Totta riferiva di conoscere i Ciulla e di sapere che questi erano in contatto con i Grado e con i Fidanzati, avendo spesso assistito, nel bar "Motta" di Milano, di buste e valigette tra gli stessi. a scambi Vincenzo Grado, poi, gli aveva confidato come i Ciulla e i Fidanzati fossero suoi nemici e come un grosso mafioso siciliano residente a Roma tempestassi di telefonate i Ciu11a perche' uccidessero lui e i suoi fratelli. D'Aloisio Michele riferiva come i fratelli Ciu1la rifornissero di eroina il suo amico Paolo Aprile e come gli stessi fossero collegati, in subordine, al "paccare'", alias Gerlando Alberti «Vol.8/B f.1) - (Vol.8/B f.49) - (VOL.008/ /B F.055)~(Vol.8/B f.ZOO) - (Vol.8/B f.238) vedere parte riguardante fratelli Grado).
  • 36. Angelo - Pag.4.870 - Epaminonda, determinatosi a collaborare con l'A.G., riferiva come i Ciulla dai fratelli Bono e da Robertino Enea coordinati gruppo di palermitanifacessero diretti e Fidanzati, parte del a Milano da Tanino e che gli stessi Ciulla, per conto dei loro capi, a Milano controllassero il traffico (Vol.172 fratelli Ciulla, dunque, erano ben conosciuti all'interno di "Cosa Nostra" come uomini d'ono:re (Buscetta e Contorno), mentre nello specifico ambiente dei trafficanti di stupefacenti del milanese erano conosciuti come collegati ai Bono ed ai Fidanzati. La testimonianza di Angelo Epaminonda, a per lunghi anni ha avuto un tal proposito, personaggio che e' decisiva, trattandosi di un ruolo di primaria grandezza nel mondo del crimine organizzato milanese.
  • 37. - Pag.4.871 - Non va sottaciuto, peraltro, il coinvolgimento di Ciulla Giuseppe nei sequestri di persona attuati con il gruppo dei liggiani (Vol.2Z0) e la relativa pena inflittagli dalla Corte d' Appello di Milano ( 13 anni di reclusione) . La costante indicazione dei "Ciulla" come gruppo familiare dimostra come gli stessi, unitariamente, fossero inseriti nel traffico di G.r.dal stupefacenti e, a tal proposito, si rimanda alle argomentazioni svolte nel trattare degli altri due fratelli, Antonino e Giuseppe. Ciulla Salvatore, sentito (Vo1.186 f.307) si protestava innocente attribuendo a notizie giornalistiche infondate il coinvolgimento della sua famiglia in traffici di stupefacenti. Ammetteva, pero' , di essere stato condannato di recente dalla Corte d'Appello di Milano a nove anni di reclusione per traffico di cocaina. Negava di aver mai conosciuto, se non per notizie di stampa, Gen.naro Totta, come
  • 38. - Pag.4.872. - puze negava di avez conosciuto i Gzado, nonche' Salvato:re Contozno della cui esistenza aveva l'esistenza della mafia. con la notizia del mandatoappzeso solo cattuza. Negava pe:rsino come pure negava di esse:re stato rifornito di di cocaina dai coniugi sudame:ricani "Ca:rmen e Cazlos" (come dichiazato dall' Epaminonda) e non sapeva dire se i due fosse:ro suoi coimputati nel citato procedimento penale nel quale, appunto, per traffico di cocaina era stato condannato in una con alcuni sudame:ricani. Negava di conoscere Paolo Aprile, mentre ammetteva di conoscere un "Salvatoze Cangelosi" costruttore di Tzezzano sul edile Naviglio, nello impegnato stesso setto:re come di attivita' del fzatello Giuseppe. Salvatore Cangelosi, cognato di Fidanzati Gaetano (Vol.186 f.41) - zappozto Squadza Mobile del 16.2.85 - eza stato indicato da Salvatoze
  • 39. Coniglio - Pag.4.873 - (Vol.2.06 f.74), (Vol.2.06 f.96) e (Vol.2.06 f.117) come un trafficante di cocaina in Milano, collegato proprio con i Ciulla, con i Grado e con i Fidanzati. Lo stesso Coniglio (Vol.2.06 f.140) riferiva: " ... sempre dal Di Giacomo ho avuto conferma che egli era in contatto con i fratelli Fidanzati che monopolizzavano in quella citta' (Milano) il con i Grado. traffico della droga con i Ciulla e Sono a conoscenza diretta che i Ciulla operavano fuori Milano nel settore degli stupefacenti .... ". E' impressionante la coincidenza delle dichiarazioni del Coniglio e dell'Epaminonda secondo cui i Ciulla operavano in regime di monopolio nel traffico di stupefacenti e cio' e' una ulteriore riprova della posizione di preminenza che gli stessi avevano assunto in tale campo.
  • 40. - Pag.4.874 - Tutto quanto detto po%ta a %itene%e i f%atelli Ciulla ben inse%iti in "Cosa Nost%a" e, specificamente, nel t%affico di stupefacenti. Ciulla Cesa%e, Salvato%e e Giovanni pe%tanto, vanno %inviati a giudizio pe% %isponde%e dei %eati ad essi asc%itti con il mandato di cattu%a n.361/S4 (Capi 1, 10, 13, 22).
  • 41. - Pag.4.875 - Clemente Antonino Nel corso delle indagini susseguenti alle dichiarazioni rese dall'imputato Sinagra Vincenzo di Antonino sul conto di La Malfa Gaspare, si accertava che, in data 7/10/1980, al predetto era stata rilasciata la carta di identita' n.52372368 su cui era apposta la fotografia dello imputato Rotolo Salvatore. Procedutosi agli accertamenti del caso presso la delegazione Comunale di Settecannoli, dove la carta di identita' era stata richiesta, si apprendeva dal segretario Bellante Giovanni che, per il rilascio del documento di identita' di cui sopra, non era stata seguita la normale procedura poiche', evidentemente, il richiedente era persona ben nota all'impiegato compilatore - Gambino Pietro Clemente Antonino. o al presidente-pro-tempore
  • 42. - Pag.4.876 - Quest'ultimo, richiesto di spiegazioni, dichiarava di avere conosciuto la persona effigiata nella fotografia apposta sul documento in occasione della campagna elettorale e di averla vista soltanto in cccasione del rilascio della carta di identita' ; aggiungeva che, essendo stato il documento rilasciato lo stesso giorno della richiesta, l'interessato gli era stato sicuramente "segnalato" da qualcuno degli impiegati. ordine A sua volta il Gambino Pietro, ai fatti di cui sopra, sentito in riferiva di conoscere la persona effigiata sul documento di identita' mostratogli in visione perche', diverse volte, l'aveva incontrato nella zona di S. Erasmo e nei locali della Delegazione Settecannoli dove si incontrava con il Clemente Antonino; aggiungeva che, per il rilascio del documento di identita' al La Malfa Gaspare, si era seguita una procedura "particolare" in quanto non erano stati effettuati i normali accertamenti da parte dei Vigili Urbani giacche' la relativa attestazione "timbrata" sulla richiesta era stata cancellata
  • 43. - Pag.4.877 - e apposto, invece, il timbro e la firma del Clemente Antonino, quale presidente pro-tempore della delegazione. Sulla scorta di tali elementi veniva spiccato mandato di cattura contro il Clemente Antonino in ordine ai reati di cui agli artt.477 e 378 C.P.; interrogato, l'imputato respingeva gli addebiti assumendo di avere conosciuto come La Malfa Gaspare, la persona che aveva richiesto la carta di identita' e che, in realta', era il Rotolo Salvatore, e di avere rilasciato il documento seguendo una prassi particolare o perche' il richiedente gli era stato segnalato da qualche suo collaboratore o perche' dallo stesso conosciuto in occasione della campagna elettorale (Vo1.169 f.190) e (Vo1.169 f.191). Cio' premesso, va rilevato che le emergenze processuali hanno evidenziato certi e sufficienti elementi probatori a carico dell'imputato in ordine ai reati contestatigli, quali si desumono delle modalita' di rilascio
  • 44. - Pag.4.878 - della carta di identita' richiesta dal Rotolo Salvatore sotto il nome del La Malfa Gaspare e dal comportamento tenuto nell'occorso dal Clemente Antonino il quale, al fine di favorire latitante perche' colpitoil Rotolo (all'epoca dal mandato di cattura n.2.88/78 del 10/7/1978 emesso dal Giudice Istruttore di Palermo perche' imputato di omicidio ed altro) si e' fattivamente interessato perche' allo stesso venisse rilasciato, lo stesso della richiesta, un documento di identita' sotto falso nome e cio' al fine di sottrarsi alle ricerche dell'autorita'. pertanto, conforme alle risultanze processuali disporre il Clemente Antonino rinvio a giudizio del rispondere dei' reati contestatigli come in rubrica (Capi 401, 416).
  • 45. - Pag.4.879 - Colizzi Anna Secondo le dichiaz:azioni di Az:mando Fz:agomeni (Yol.18 f.240) + (Yol.27 f.57), costui nell'estate del 1980 si z:eco' a Palez:mo pez: incaz:ico di Antonio Yessichelli al fine di pz:elevaz:e un quantitativo di dz:oga (cocaina) da un non meglio identificato meccanico. Giunto il Fz:agomeni a Palez:mo, in compagnia di tali Concetto Cammisa ed Oz:azio Amato (le loz:o pz:esenze albez:ghiez:e z:isultano z:egistz:ate nella notte tz:a il 15 e 16 agosto 1980 presso il Motel Agip di Palez:mo,(Yol.71 f.105)), il meccanico non fu subito z:intracciato ed i tz:e vennexo indixizzati pxesso un villino della zona di Caz:ini, la cui ubicazione e' quella dell'immobile ove il 26 agosto 1980 fu scopez:ta la xaffinexia di dxoga gestita da Gez:lando Albez:ti.
  • 46. Ivi - Pag.4.880 - "il meccanico", sos~enendo di non conoscere il Vessichelli, diede loro appun~amento per il giorno successivo presso la sua officina, ma all'incontro, secondo il Fragomeni, si presen~arono invece Nicola Faraone e Salvatore Procida insieme ad altre persone, fra cui Gerlando Alber~i di San~o e la conviven~e del Faraone, che erano a bordo di una Volkswagen ~ipo maggiolino di colore verde. Il Faraone, la di lei convivente, poi iden~ifica~a in Anna Colizzi, ed il Procida erano persone gia' conosciu~e dal Fragomeni, che li aveva preceden~emente maneggio gestito in incon~rati Moncalieri presso il da An~onio Vessichelli, il quale gli aveva presen~a~o anche Tommaso Buscetta, per conto del quale i medesimi Fa:raone e Procida gli avevano successivamen~e rivelato di lavorare nel traffico della cocaina. Si rimanda a ques~o pun~o alla par~e della sen~enza dedicata all'esame delle posizioni
  • 47. - Pag.4.881 - degli imputati Tommaso Buscetta, Nicola Faraone, Salvato~e P~ocida, Ge~lando Alberti di Santo ed Antonio Vessichelli per cio' che attiene alla trattazione dell'episodio conce~nente la visita a Palermo del Fragomeni per cocaina. rifornirsi di In questa sede occorre osservare che, identificata la Colizzi e sentita in qualita' di teste il 23 febbraio 1984 (Vol.27 f.70), costei nego' di conoscere il Fragomeni e quindi di averlo mai incontrato in Palermo o altrove. Ammise, quanto al Buscetta, di averlo casualmente conosciuto ed incontrato in Torino, escludendo tuttavia qualsiasi illecito rapporto tra il predetto ed il di lei convivente Faraone. Incriminata per falsa testimonianza, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 93/84 del 20 ma~zo 1984 (la data del commesso reato, indicata erroneamente sia nel mandato di cattura sia nel corso dell'interrogatorio, va modificata in "23 febbraio 1984").
  • 48. - Pag.4.882 - Interrogata (fase. perso f.11) ribadi' le sue precedenti dichiarazioni. ottenne il 28 aprile 1984 la liberta' provvisoria (fase. f.16L perso A suo carico sussistono sufficienti prove di colpevolezza, essendo fuor di dubbio abbia la Colizzi mentito in ordine ai rapporti fra il convivente Nicola Faraone ed il Fragomeni e sia rimasta estremamente reticente in ordine ai rapporti tra lo Buscetta. stesso convivente ed il Essa invero ha strenuamente negatò di conoscere il Fragomeni, il quale invece si e' mostrato particolarmente informato su di lei, indicandone addirittura anche il luogo di lavoro. Ha negato inoltr~ di averlo incontrato in Palermo, mentre il Fragomeni, la cui presenza in questa citta' e' dimostrata dall'accertato pernottamento presso il Motel Agip nella notte tra il 15 e 16 agosto 1980, e' stato finanche in grado di indicare tipo e colore dell'autovettura della quale la vide a bordo.
  • 49. E la - Pag.4.883 - stessa Colizzi, foznendo sicuzo ziscontzo alle dichiazazioni del Fzagomeni, ha ammesso che quell'estate, in compagnia del Faraone, del Pzocida e della donna di costui, si zeco' in vacanza a Palezmo, ivi giungendo a bozdo di una Volkswagen tipo maggiolino, di colore vezde, cioe' di un'autovettura identica a quella della quale il Fragomeni la vide a bordo, allorche' ivi si incontzo' con il Fazaone. Orbene, la paztecipazione della Colizzi a questo incontzo inconfutabilmente dimostza che essa eza ben al corrente dei tzaffici illeciti del convivente, il quale nell'occasione si era insieme fissato al dal Procida portato non identificato all'appuntamento meccanico al Fzagomeni pez acceztaze chi fosse costui' e chi lo avesse in effetti invitato a Palermo per rifornirsi di droga. Le parziali ammissioni della Colizzi e gli appunti manoscritti rinvenuti in un taccuino reticenza sequestratole dimostrano (fase. la perso sua Faraone f.87)
  • 50. in o:rdine - Pag.4.884 - ai :r:appo:rti t:ra il convivente e Tommaso Buscetta. del quale essa conosceva la ve:ra identita' ed il sop:rannome "Robe:rto" utilizzato nascondeJ.:la. E del tutto inconsistente l'assunto secondo cui sa:rebbesi trattato di casuale conoscenza dovuta alle frequentazioni della moglie del Buscetta p:resso il negozio ove la Colizzi prestava lavoro come commessa, stante che le gravi contraddizioni esistenti f:ra le dichiarazioni del Faraone. del Procida e del Vessichelli in ordine ai loro :rapporti col Buscetta ed alla costituiscono decisivo riscont:ro in loro illeciti rapporti, affe:rmati conoscenza della sua reale dal identita' ordine ai Fragomeni e certamente non igno:rati dalla Colizzi, la quale, come il :riferito episodio verificatosi in Palermo dimost:ra, non veniva pe:r ce:rto tenuta dal convivente all'oscu:ro delle sue trame. Va, pe:rtanto. rinviata a giudizio per :rettificata la data del commesso rispondere ascrittole. del reato di falsa testimonianza reato, secondo quanto prima e' stato precisato.
  • 51. - Pag.4.885 - Comunian Silvano Nei conf~onti di Silvano Comunian venne emesso mandato di cattura 2/83 del 5 gennaio pe~ i ~eati di cui agli a~tt.75 e 71 legge1983, n.685 del 1975, essendo eme~sa la sua partecipazione ad associazione pe~ delinque~e ope~ante nella zona di Si~acusa e capeggiata da Nunzio Salafia, che aveva importato dal Ma~occo 600 Kg. di hashish. Sulla vicenda indagava questo Ufficio a seguito delle dichia~azioni ~ese da A~mando Di Natale, concernenti anche l'omicidio di Alfio Ferlito, in forza di esse addebitato al Salafia. Dei fatti tratta ampiamente la pa~te della sentenza dedicata all'omicidio del Ferlito e si e' in quella sede rilevato che, dovendo esse~e prosciolti da quest'ultima imputazione Ce da successivamentequella, omicidio lo~o del generale Dalla contestata, Chiesa) di i - ...'
  • 52. - Pag.4.886 - provenuti Nunzio Salafia, Salvatore Genovese ed Antonino Ragona, cui anche era stata addebitata a seguito delle dichiarazioni del Di Natale, e' venuta meno ogni ragione di connessione al presente procedimento dei fatti ascritti al Comunian, il piu' grave dei quali (associazione per delinquere finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti> risulta in Siracusa commesso. Va dichiarata, pertanto, l'incompetenza per territorio del Giudice istruttore di Palermo in ordine ai reati di cui ai capi 18, 27 dell'epigrafe ascritti al Comunian e trasmessi al Procuratore della Repubblica di Siracusa gli atti che lo riguardano (previa acquisizione di copia dei medesimi a questo procedimento> , specificamente indicati nella parte della sentenza dedicata all'omicidio del Ferlito.
  • 53. - Pag.4.887 - Condo~elli Domenico Denunciato con rappo~to del 7 giugno 1982 (Vol.1/R f.153) quale appa~tenente al gruppo mafioso facente capo a Benedetto Santapaola, co~responsabile, insieme al g~uppo palermitano di Gaspare Mutolo, dei traffici di droga scoperti con l'arresto a Parigi di Francesco Gasparini, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 326/8~ del 23 luglio 1982, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt. 416 C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975. Il reato di cui all'art.416 C.P.gli venne inoltre ricontestato con mandato di cattura 378/82 del 27 settembre 1982, in concorso, tra gli altri, con Benedetto Santapaola. Intervenute quindi le rivelazioni di Tommaso Buscetta, concernenti anche l'appartenenza a Cosa Nontra della "famiglia" mafiosa catanese, capeggiata dal Santapaola, con mandato di cattura 323/84 del
  • 54. - Pag.4.888 - 29 settemb:re 198tf, :ricontestatigli tutti i suddetti :reati, gli venne ulte:rio:rmente addebitato quello di cui all'a:rt.416 bis C.P .. Dell'imputato t:rattano ampiamente le pa:rti della sentenza dedicate all'a:r:resto del Gaspa:rini ed all'omicidio di Alfio Fe:rlito ed sono stati ivi esau:rientemente dimost:rati sia il suo coinvolgimento nei di d:roga condotti dal Mutolo dal g:ruppo del Santapaola, sia il suo organico inse:rimento in quest'ultimo clan. In questa sede va sinteticamente rico:rdato che il Condo:relli venne all'attenzione degli inquirenti allo:rche' il 2. febbraio 1982 fu cont:rollato a Catania insieme a Gaspare Mutolo, che aveva ottenuto un dichia:ravano allontanarsi semilibe:rta'. da I due breve ove pe:rmesso trovavasi di per in non conoscersi ed essersi casualmente incontrati, ma a casa del Condorelli fu t:rovato Ca:rlo De Caro, nipote del Mutolo (Vol.2.0/R f.1tf9).
  • 55. - Pag.4.889 - Successivamente intercettazioni telefoniche le espletate permettevano di accertare che fra i due vi era grande amicizia e familiarita' e che il Mutolo addirittura lo aveva pregato di ospitare presso la sua abitazione di Catania il fratello Giovanni. ivi inviato in soggiorno obbligato. Le risultanze delle intercettazioni sono analiticamente esposte nelle richiamate parti della sentenza e possono in questa sede esser richiamate per brevi accenni. Il Condorelli mostra di essere persona molto vicina a Benedetto Santapaola, menzionato talvolta nel corso delle conversazioni col nomignolo inconfondibile di "Nitto". Si mostra molto preoccupato per le vicende della faida mafiosa che allora imperversava a Catania e che si sarebbe conclusa con l'omicidio delprincipale avversariodi Alfio Ferlito, Santapaola. A causa delle preoccupazioni per la sua incolumita' preferisce limitare al massimo i
  • 56. - Pag.4.890 - suoi movimenti, servendosi per gli incontri col Mutolo di taluni suoi emissari, quali Nicolo' Maugeri e Salvatore Cristaldi, che vengono controllati ed identificati mentre rientrano a Catania da Palermo, dove, previo appuntamento telefonico preso tra il Condorelli ed il Mutolo, si sono incontrati con costui presso il Motel Agip. La ragione delle frequentissime conversazioni fra il Mutolo ed il Condorelli deve ritenersi sicuramente il traffico delle sostanze stupefacenti nel quale entrambi erano coinvolti e, fra le altre, chiara dimostrazione e' l'accenno a "macchine", termine con il quale la banda chiamava la droga, come risulta evidente da una conversazione telefonica intercorsa tra il Mutol0 ed il loro fornitore orientaleKoh Bak Kin. Ulteriore dimostrazione del coinvolgimento del Condorelli nel traffico e' data da conversazioni telefoniche c~n le quali il Mutolo lo informa dei suoi contatti con il ilKin. "
  • 57. - Pag.4.891 - L'inserimento a pieno titolo ed addirittura "rituale" del Condo:z::elli in Cosa Nost:z::a emerge da altra conversazione col Mutolo, du:z::ante la quale, pe:z:: p:z::eannunciargli l'a:z::rivo di due suoi emissari a Palermo, il catanese dice al suo intez:locutore che "uno e' come me e come te", utilizzando pez: defini:z::e un soggetto "uomo d'onore" il tipico frasa:z::io mafioso rivelato da Tommaso Buscetta e Salvato:z::e Conto:z::no. Di estremo interesse e' infine una telefonata intercorsa f:z::a il Condo:z::elli ed uno sconosciuto che gli comunica che, per intez:essamento di "Saro" (cioe' Rosario Riccobono), pot:z::a' rifornirsi di "macchine" presso tale "Mimmo", che abita a Palermo in via Conte Fedez:ico 155, cioe' quel Domenico Russo indicato da Salvatore Contorno (Vo1.125 f.8), (Vo1.125 f.74) e (Vo1.125 f.144) come "uomo d'onore" della famiglia di Ciaculli, che
  • 58. - Pag.4.892 - fungeva da coxriere nel trafzico di dxoga, txaspoxtando a Milano pxesso Salvatore Prestifilippo e Giuseppe Ingrassia, nascosta in carichi di agxumi, l'eroina raffinata nel laboratoxio dei Greco e dei Prestifilippo a Ciaculli. Pez: tutte le suesposte xisultanze l'imputato va xinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati ascritti~li ai capi 1, in esso unificato il capo 7, nonche' 10, 13, 17, 22. e 40 dell'epigrafe.
  • 59. - Pag.~.893 - Conti Vale~ia Nei conf~onti di Valeria Conti venne emesso o~dine di cattu~a del 21 dicemb~e 198Z del Procurato~e della Repubblica di Padova, per i ~eati di cui agli artt. 75 e 71 legge n. 685 del 1975, essendo emezsa la sua pa~tecipazione ad associa2ione pe~ delinque~e, operante nella 20na di Siracusa e capeggiata da Nunzio Salafia, che aveva impoztato dal Marocco 600 Kg. di hashish. L'episodio era gia' oggetto di indagini da parte di questo Ufficio, che aveva ~ccolto in p~oposito le dichiara2ioni di Armando Di Natale, concernenti anche l'omicidio di Alfio Ferlito, in fO~2a di esse addebitato al Salafia. Per ragioni di connessione, pertanto, gli atti venivano da Padova trasmessi al Procurato~e della Repubblica di Palermo, a richiesta del quale questo Ufficio emetteva mandato di cattura
  • 60. - Pag.4.894 - 2/83 del 5 gennaio 1983 nei confxonti della Conti xicontestandole i suddetti xeati di cui agli axtt. 75 e 71 legge n. 685 del 1975. Della vicenda txatta ampiamente la paxte della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Fexlito e si e' in quella sede xilevato che, dovendo essex pxosciolti da quest'ultima imputazione (e da quella, loxo successivamente contestata, Chiesa) i di omicidio p~evenuti Nunzio del gene~ale Dalla Salafia, Salvato~e Genovese ed Antonino Ragona, cui anche e~a stata addebitata in forza delle dichia~azioni del Di Natale, e ' venuta meno ogni ragione di connessione al presente pxocedimento dei fatti ascxitti alla Conti, il piu' grave dei quali (associazione pe~ delinque~e finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti) Siracusa commesso. ~isulta in Va dichiarata, pez:tanto, l'incompetenza per territorio del Giudice istruttore di Palez:mo in o~dine ai ~eati di cui ai capi 18 e '1.7 dell'epigrafe ascritti alla Conti e
  • 61. - Pag.4.895 - ~rasmessi al Procura~ore della Repubblica di Siracusa gli a~ti che la riguardano (previa acquisizione di copia dei medesimi a questo procedimento) , specificamente indicati nella :richiamata parte della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito.
  • 62. - Pag.4.896 - Contorno Antonino Indicato da Buscetta Tommaso come uomo d'onore della famiglia di via Giafar, disciolta e aggregata a quella di Brancaccio o Ciaculli i cui territori prima, Contorno sono contigui a quello della Antonino e' stato colpito da mandato di cattura n.323/84 del 29/9/84 con il quale gli sono stati contestati reati di cui agli artt.416, 685 del 1975. 416 bis, 71, 74 e 75 della legge Sebbene il figlio Salvatore abbia dichiarato di non sapere se il padre fosse uomo d'onore, il Contorno Antonino ha esplicitamente ammesso la sua appartenen2a a "Cosa Nostra", quale esponente della famiglia mafiosa di via Giafar, di cui era rappresentante La Mantia dissociato dagli ambienti di Giuseppe ed ha moltissimo tempo, soggiunto di essersi, da "Cosa Nostra", profondamente disgustato dal comportamento tenuto nei suoi confronti dal La Mantia
  • 63. - Pag.4.897 - Giuseppe (Vol.123 f.325) e (Vol.123 f.326). 2ues~e affe%mazioni hanno t%ovato conforto e ~iscont~o nelle dichia~azioni del Buscetta Tommaso il quale ha riferito che, sin dal 1950, il Conto~no Antonino e' stato "posato" e non fa piu' parte dell' organizzazione criminosa "Cosa Nostra" (Vol.124/A f.3) e (Vol.12,4/A f.4); <Vo1.124/B f.38), <Vo1.12.4/B f.48}. Purtuttavia, che l'imputato non abbia, in effetti, rotto i ponti con l'organizzazione criminosa di appartenenza e' dimostrato dagli Qcce%ta.menti bancari effettua.ti che hanno evidenziato come: il Contorno Antonino abbia negoziato, versandoli sul suo conto cor%ente n.21836/20 intrattenuto presso la succursale 22 di Palermo dalla C.C.R.V.E., tre assegni, di lire 5.000.000 ciascuno, tratti da Capizzi Benedetto sul proprio conto corrente;
  • 64. - Pag.lJ.898 - 2) l'imputato abbia negoziato un assegno di lize 3.000.000 tzatto il 22/11/1979 sul conto cozrente della sorella Antonina Contozno, madre dei Grado, e un altzo assegno - dell'importo di lire 5.000.000 tratto dal nipote Grado Giacomo sull'agenzia 5 di Milano del Banco di Sicilia in data 15/11/1978 f.2.14) - (Volo 10/B f.6ni (Vol.19/B L'attivita', posta in essere dal Contorno Antonino e' indicativa del perdurante inserimento dello stesso nell'associazione processo attravezsocziminosa di cui e' stretti legami con i nipoti Grado, figli gli della sorella Antonina, e il Capizzi Benedetto, dediti al traffico delle sostanze stupefacenti. Appare, pertanto, conforme a tali specifiche risultanze processuali disporre il rinvio a giudizio dell'imputato per zispondere dei reati p. e p. dagli aztt.416 e 416 bis C.P .. Pez quanto concezne, invece, le altze va zilevato che alcunimputazioni, probatozio e' elemento emerso a carico del Contorno
  • 65. - Pag.4.899 - Antonino in relazione a specifici episodi di detenzione o traffico di sostanze stupefacenti, per cui lo stesso deve essere sollevato dall'imputazione di cui al capo 22) della rubrica con l'ampia formula liberatoria per non aver commesso i fatti. In ordine, invece, all'imputazione di cui al capo 13) dell'epigrafe, va rilevato che quale documentata dagli accertamenti l'attivita' Antonino posta in essere dal Contorno bancari effettuati integra gli estremi del reato p. e p. dall'art.648 C.P. (ricettazione) e non quelli del delitto cont~stato in quanto non e' stata acquisita la prova dell'inserimento del Contorno Antonino nell'organizzazione criminosa finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ma dagli elementi istruttori emersi si evidenzia che l'imputato ha ricevuto somme di denaro sicuramente provenienti dalle attivita' illecite poste in essere dai coimputati Capizzi Benedetto e Grado Giacomo, notoriamente inseriti a pieno titolo nel traffico di sostanze stupefacenti.
  • 66. Appare, - Pag.4.900 - pertanto, aderente a tali risultanze processuali, disporre il rinvio a giudizio di Contorno cosi' modificata e imputazione di cui Antonino per rispondere, riqualificata l'originaria al capo 13) della rubrica, del reato p. e p. esecutivi del medesimoperche', con piu' dagli atti artt.81 cpv, 648 cp. disegno criminoso e al fine di procurare a se e agli altri un profitto, riceveva da Capizzi Benedetto, Contorno Antoninao e da Grado Giacomo, assegni di conto corrente portanti somme di denaro provenienti da attivita' illecite poste in essere dal Capizzi e dal Grado Giacomo e, in particolare, dal traffico di sostanze dediti. stupefacenti cui i predetti sono In Palermo, in epoca compresa tra il 15/11/1978 e il 22/11/1979.
  • 67. - Pag.4.901 - Contorno Salvatore Il Contorno e' uno degli imputati di cui si parla piu' a lungo nella presente sentenza-ordinanza. Ha scelto, dopo lunga esitazione, la via della collaborazione con la Giustizia rivelando notizie importantissime sulla struttura ed il funzionamento di "Cosa Nostra" e sulle cause ed i protagonisti della c.d. guerra di mafia, forte della sua profonda conoscenza della mafia derivantegli dall'appartenenza alla "famiglia" mafiosa di Stefano Bontate, del quale era uomo di fiducia. Del resto, l'essere stato vittima di un attentato mafioso, dal quale e ' uscito pressocche' illeso solo in virtu' della sua prontezza di riflessi e del e ' la migliore suo dimostrazione sangue freddo, di quanto la sua eliminazione stesse a cuore ai suoi avversari. E di cio' si ha conferma ulteriore nelle decine di suoi parenti ed amici barbaramente trucidati dai corleonesi e dai loro
  • 68. - Pag.4.902. alleati nel tentativo di stanarlo, seguendo la nota tattica della "terra bruciata". Del pari preziosa si e' rivelata la collaborazione del Contorno nel rivelare particolari inediti del traffico di stupefacenti gestito da "Cosa Nostra" e nel descriverne le poi, constatato - sulla presenza articolazioni e i soggetti interessati, obiettivi punti luida fornendo decisivadi quanto in per esempio, e, ( v . riscontri importanza riferito di segni di riconoscimento sui pacchi contenenti l'eroina sequestrata a Cedrate di Gallarate il 18.3.1980), Non si puo' certo sostenere che il Contorno abbia rivelato tutto quanto a sua conoscenza sui misfatti di "Cosa Nostra" e, per quanto attiene al suo ruolo e alle sue attivita' in seno alla mafia, e' fondato il sospetto che abbia comprensibilmente sue responsabilita'. cercato di sfumare le Ma in ordine al contenuto di quanto ha dichiarato ed alle sue chiamate in correita', sono tali e tanti i riscontri che non e ' seriamente contestabile, anche in una ottica
  • 69. improntata a - Pag.4.903 - giusto rigore, la complessiva attendibilita' delle sue rivelazioni. L'affermazione, poi, che egli avrebbe accusato solo i suoi avversari e' un argomento che si ritorce contro chi, per avventura, volesse usarlo; e cio' a prescindere da qualsiasi rilievo sulla sua rispondenza alla realta' . Si dimenticherebbe, infatti, che Contorno non e' un ladro di polli ma uno degli elementi piu' fidati di Stefano Bontate e che i fatti di cui e' stato protagonista sono gravissime vicende di matrice mafiosa. I suoi avversari, dunque, non possono essere che anch'essi coinvolti nelle stesse vicende, dato che il Contorno sicuramente non e' ne' un pazzo ne' un mitomane; pertanto, gli eventuali motivi di astio e di vendetta ispiratori della condotta del prevenuto ne aumentano, semmai, la credibilita' . Ma in questa sede occorre occuparsi piuttosto dei reati contestati al prevenuto e, cioe' , dei delitti di associazione per delinquere, associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e
  • 70. - Pag.4.904 - commercio di tali sostanze, di cui ai capi 1, 10, 13, 22 dell'epigrafe (ordine di cattura n.169/82 del 26.7.1982; mandati di cattura n.343/82 del 17.8.1982, n.237/83 del 31.5.1983, n.323/84 del 29.9.1984). Al riguardo, sussistono sufficienti prove per il rinvio a giudizio del prevenuto in ordine a tutti i reati ascrittigli. Per quanto si riferisce ai capi e 10, giova osservare che il Contorno ha ampiamente ammesso la sua appartenenza a "Cosa Nostra" e, lo aveva indicato come taleancora Tommaso prima, Buscetta. E, ripetesi, il suo coinvolgimento in tante vicende di mafia (il suo attentato, le uccisioni di parenti ed amici, ecc.) costituiscono indiscubili riscontri della pero' , sua ammissione di colpevolezza. Circa, invece, il suo coinvolgimento nel traffico di stupefacenti, egli ha mantenuto toni sfumati ma sostanzialmente negativi che, non possono essere ritenuti credibili. Basterebbe far riferimento alla serie di particolari che egli ha fornito sul traffico di
  • 71. - Pag.4.90S - eroina per far ritenere inverosimile che egli fosse un semplice spettatore e di cio', tutto sommato, il Contorno si e' reso oonto anohe se ha preferito non formulare alcuna esplicita ammissione di responsabilita'. Del resto, anche per i suoi cugini Grado, gravati di prove schiaccianti in ordine al loro coinvolgimento nel traffico di stupefacenti, il Contorno ha esplicitamente chiesto che si tenesse conto del fatto che essi erano suoi parenti e che non se la sentiva di accusarli esplicitamente; e questo comportamento processuale e ' altrettanto significativo di specifiche accuse. In ordine al coinvolgimento del Contorno nel traffico di droga, basterebbe osservare che, all'atto del suo arresto avvenuto a Roma il 23.3.1982, vennero trovati, nascosti nell'abitazione del prevenuto (una casa con annesso terreno sulla BraccianeseJ centoventicinque chilogrammi di hashish e un di eroina, oltre adchilogrammo e trentadue milioni di lire armi, in munizioni contanti CCFot.400255).
  • 72. - Pag.4.906 - Per tali fatti il Contorno e' stato gia' conferma giudicato e costituiscono condannato precisa ma e ' ovvio del che suo inserimento nel traffico di stupefacenti gestito da Cosa Nostra. E cio' ha trovato un ulteriore inequivoco riscontro nel fatto che, dopo la chiusura dell'istruttoria, e' stato arrestato in Inghilterra, perche' coinvolto in un traffico internazionale di eroina, proprio quel Franco Di Carlo, "uomo d'onore" della "famiglia" di Altofonte, dal quale il Cv~~ozno ha sostenuto di aver ricevuto l'eroina e l'hashish sequestratigli a Roma. Aggiungasi che, ancor prima che il prevenuto decidesse di collaborare, da numerosi indizi era possibile arguire che trafficasse in droga ed in altre attivita' illecite. Sul suo conto, infatti, stefano Calzetta aveva riferito con Pietro Vernengo.associandosi che operava nel contrabbando di tabacchi, Alessandro Zerhetto, di cui si e' parlato a proposito del traffico di stupefacenti riguardante i fratelli Grado, aveva puntualizzato anche che il Contorno
  • 73. - Pag.4.907 - gli aveva confidato di rifornirsi di hashish presso tale Roberto Menin di Padova e che aveva avuto rapporti, ineI:enti al tI:affico di stupefacenti, anche con Duca Antonino, suo attuale coimputato ed indicato d'onore" dallo stesso Contorno. quale "uomo Il prevenuto, inoltI:e, lo aveva accompagnato nella villa di Besano (Varese) di Grado Vincenzo peI: illustI:aI:e un suo metodo oI:iginale di importazione della cocaina e gli aveva confidato, in quella ciI:costanza, che il GI:ado aveva commeI:ciato ben 3.000 chilogrammi di eroina. Ed anche Rodolfo Azzoli, coinvolto coi Grado nello smercio dell'eroina nell'Italia SettentI:ionale, ha sostenuto che Salvatore ContoI:no era dedito al traffico di droga. Anche per i reati concernenti il traffico di stupefacenti si impone, dunque, il rinvio a giudizio del prevenuto.
  • 74. - Pag.4.90S - Coppola Giacomo Indicato da Buscetta Tommaso come membro della famiglia mafiosa di Partinico, Coppola Giacomo veniva colpito dal mandato di cattura n.323/84 del 29/9/1984 con il quale gli si contestavano i reati p. e p. dagli artt.416, 416 bis C.P.?l, e 75 della legge n.685 del 1975. Ha riferito il Buscetta (Yol.124 f.18) e (Yol.124 f.Zl) di avere appreso dell'appartenenza del Coppola Giacomo alla organizzazione criminosa "Cosa Nostra" dal di lui fratello Domenico, conosciuto negli U.S.A., il quale, detenuto insieme allo stesso Buscettanel carcere di Palermo, gli confido' che anche il germano Giacomo era un affiliato alla famiglia di Partinico, mentre non lo era l'altro fratello Agostino.
  • 75. - Pag.4.909 - Tale accusa e' stata respinta dal Coppola Giacomo ma le circostanze di tempo e di luogo in cui il Buscetta ha dichiarato di avel:e conosciuto e incontrato il Coppola sono state confermate dall'imputato il quale ha riferito (v. Verbale interrogatorio del 10/10/1984) che il germano Domenico, deceduto nel 1981, aveva vissuto negli U.S.A.a cavallo degli anni 70 ed era stato ristretto nel carcere di Palermo qualche tempo dopo. Inoltre, l'imputato ha ammesso di conoscere e di avere avuto rapporti, a suo dire leciti, con Nania Filippo e Bertolino Giuseppe, indicati dal Buscetta Tommaso quali uomini d'onore della stessa famiglia di Partinico, di cui il Bertolino era stato "reggente" prima dell'avvento di Geraci Antonino, (Vo1.124 f.18L detto Nene' appare utile la celebrazione del Sulla processuali, dibattimento scorta nei di confronti tali risultanze dell'imputato, chiamato a rispondere, nello stato di custodia cautelare in cui versa, dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P. (Capi 1 e 10).
  • 76. - Pag.4.910 - Per quanto concerne le altre imputazioni, le acquisizioni istruttorie non hanno evidenziato alcun utile elemento a carico del Coppola Giacomo in ordine ai reati di cui agli artt.71 e 75 della Legge n.68 del 1982; appare, pertanto, aderente alle non equivoche risultanze processuali sollevare il prevenuto da tali imputazioni con l'ampia formula liberatoria "per non aver commesso i fatti" (Capi 13 e 22).
  • 77. - Pag.4.911 - Corallo Giovanni Alla s~zegua delle rivelazioni di Tommaso Busce~~a. Corallo Giovanni appartiene alla "famiglia" di Palermo di cui e' divenuto "rappresentante" dopo l'uccisione Ignazio (Vol.124 f.11). di Gnoffo apparteneva alla famiglia di capeggia~a Quest'ultimo. infatti. negli Palermo anni , 6O• da Angelo La Barbera. Senonche', dopo i contrasti insorti con la commissione, tale famiglia venne sciolta e lo Gnoffo (assieme ad altri componenti) fu aggregato alla famiglia di Stefano Bontate. A~torno al 1977 pero', il Bontate consenti' a Gnoffo di ricostituire la famiglia di Palermo. di cui ques~i divenne capo. Allo scoppio della guerra di mafia, una volta uccisi Bontate ed Inzerillo. la figura di Gnoffo non poteva non destare preoccupazione ai "vincenti". essendo noti il
  • 78. suo affetto e Bontate. - Pag.4.912 - la sua g~atitudine pe~ Stefano Cio' pe~ alt~o lo Gnoffo non aveva mancato di fa~ comp~ende~e, dato che aveva dise~tato gli inca~icato dalla "cupola" ~ip~ese fissato. appuntamenti che Pippo Calo' gli all'uopo aveva a piu' Da cio' la decisione di uccide~e lo de~ivo' Gnoffo, dunque il cui posto di capo-famiglia venne p~eso dall'odie~no imputato, amico di Pippo Calo' fin da quando ent~ambi dipendenze della ditta Gia~diniallelavo~avano in Pale~mo. In tal modo la posizione di Pippo Calo' fini' col ~affo~za~si ulte~io~mente dimost~ando - ove anco~a ce ne fosse bisogno - la scelta di campo da lui fatta a favo~e dei Co~leonesi, cont~o Stefano Bontate. che ha p~ecisatoquest'ultimo GaetanoTutto Badalamenti so~p~ende~e cio' , a ~ife~ito Buscetta, non da manco' di di ave~ conosciuto il Co~allo negli anni , 6O, quando il medesimo non e~a anco~a "uomo d'ono~e", e di non ave~ne sentito pa~laIe
  • 79. - Pag.4.913 - durante la sua detenzione all' Ucciardone eVol.124/A f.28). eVol.124/A f.49). f.52). eVo1.124/A f.107). eVo1.124/A Contro l'imputato sono stati emessi mandati di cattura n. 323/84 del 29/9/1984 in ordine ai reati p. e p. dagli artt.416. 416 bis cp .• 71 e 75 della legge n.685 del 1985 e al concorso in una serie di omicidi e n.58/85 del 16/2/1985 con il quale e' stato contestato all'imputato il concorso nell'omicidio del prof. Paolo Giaccone. Interrogato. il Corallo Giovanni ha protestato la sua innocenza ed ha dichiarato di conoscere il Buscetta. lo Gnoffo Ignazio. il La Barbera e Pippo Calo' al quale lo lega un rapporto di fraterna amicizia eevol.123 f.184) e segg.). Ha negato. invece. di conoscere Gaetano Badalamenti il quale. a suo dire, ha mentito sul suo conto.
  • 80. - Pag.4.914 - Ma le discolpe dell'imputato non ~eggono a f~onte delle p~ecise e circostanziate "indicazioni" fornite dal Buscetta Tommaso circa l'appartenenza del rappresentante Corallo della Giovanni, famiglia quale di "Palermo-centro", "Cosa Nostra". all'organizzazione denominata Dall'appa~tenenza quindi del prevenuto a "Cosa Nostra" e, in particolare, dalla sua qualita' di "~appresentante" della famiglia di Palermo, discende che Co~allo Giovanni deve essere chiamato a rispondere dei delitti contestatigli ai capi 1) 10) 13) 22) ment~e, dei delitti di omicidio ascrittigli, tratta altra parte del presente p~ovvedimento, alla quale si rimanda.
  • 81. - Pag.4.915 - Corona Matteo Indicato da Vincenzo Sinagra di Antonino (fase. perso ff. Marco ((Vol.34/F 117, 134 e 194) e Salvatore Di f ZZS)j (Vo1.58 f.80), (Vo1.58 f.81» quale responsabile, insieme allo stesso Di Marco ed altri della rapina verificatasi presso lo scalo ferroviario di Villabate-Ficarazzelli il 24 luglio 1981, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 170/84 del 25 maggio 1984, con il quale gli furono contestati i reati di rapina aggravata, tentato omicidio di uno dei rapinati, sequestro di persona dello stesso e di altri e furto di un'auto utilizzata per la consumazione del delitto. A seguito delle dichiarazioni di Tommaso Buscetta, concernenti, tra l'altro, l'appartenenza alla associazione mafiosa Cosa
  • 82. - Pag.4.916 - Nostra delle "famiglie" di Corso dei Mille e Ciaculli, alle quali, secondo ulteriori dichiarazioni del Sinagra e del Di Marco, risultava il Corona essersi legato, Veniva emesso nei suoi confronti mandato di cattura 3Z3/84, con il quale, ricontestatigli i suddetti reati, gli vennero ulteriormente addebitati quelli di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975. Si e' protestato innocente. asserendo di essere estraneo a qualsiasi organizzazione criminosa, di non avere partecipato a rapina alcuna e di non conoscere ne' il Sinagra, ne' il partecipB:z:ione ferroviario Villabate alla rapina Di Marco coimputati. Della presso lo ne' sua scalo alcuno degli di altri suoi Ficarazzelli tratta altra parte della sentenza dedicata all'esame dell'episodio. In questa sede appare opportuno ricordare che il Sinagra ed il Di Marco, come dagli stessi concordemente dichiarato, parteciparono entrambi all'inaugurazione
  • 83. - Pag.4.917 - dell'esercizio commerciale Palermo-Carni, avvenuta con l'intervento di numerosi esponenti mafiosi. In quell'occasione il Di Marco indico' al Sinagra una persona, dicendola proprietaria dell'esercizio e confidandogli che costui era stato uno dei suoi complici nella consumazione della rapina. Identificato in Antonino De Lisi il proprietario della Palermo-Carni, costui venne tratto in arresto ma dopo poco tempo avendolo il Sinagra corso di ricognizionenel non riconosciuto personale. Successivamente sia il Sinagra che il Di escarcerato, Marco riconobbero nel Corona la persona di cui avevano precedentemente parlato ed, essendo detto imputato marito della sorella della moglie del De Lisi, sono state chiarite anche le ragioni per le quali entrambi i suoi coimputati lo avevano indicato come proprietario della Palermo Carni, esercizio alla cui inaugurazione e' ben presumibile che egli partecipasse con l'atteggiamento di chi, essendo st:retto congiunto del titolare, "fa gli ono:ri di casa".
  • 84. altre - Pag.4.918 - Va altresi' ricordato che, come esposto in parti della sentenza, tutti i partecipanti scalo ferroviarioalla rapina presso lo Villabate Ficarezzelli, commessa senza di la preventiva autorizzazione dei capi mafiosi della zona, vennero barbaramenti uccisi o furono costretti a far perdere le proprie tracce, emigrando all'estero o in altre parti d'Italia, ovvero, come il Di Marco furono perdonati ma a patto che si inserissero nell'organizzazione criminosa che aveva decretato l'eliminazione dei loro complici. Quest'ultimo "benevolo" trattamento fu riservato a Salvatore Di Mar.co e, come riferito dal Sinagra anche al Corona, che fu "perdonato" ed evidentemente, come il Di Marco, inserito nell'organizzazione criminosa tanto da diventare intimo del famigerato Giuseppe Greco di Nicolo', con il quale il Sinagra lo vide abbracciarsi e baciarsi nel corso Palermo- Carni. della inaugurazione della
  • 85. - Pag.4.919 - A ca~ico del Co~ona sussistono. pe~tanto. sufficienti p~ove di colpevole2za in o~dine ai ~eati di cui agli a~tt.~16 e 416 bis C.P .• contestatigli con mandato di cattu~a 323/84. Nulla e' invece eme~so a suo ca~ico in o~dine al cointestato coinvolgimento nel t~affico delle sostanze stupefacenti e va di conseguenza p~osciolto dalle imputazioni di cui agli a~tt.75 e 71 legge n.685 addebitatigli col medesimo mandato. del 1975 Quanto alle imputa2ioni conce~nenti la ~apina allo scalo fe~~ovia~io Villabate dedicata Fica~azzelli sentenza dell'episodio. si ~imanda alla alla pa~te della t~attazione
  • 86. - Pag.4.92.0 - Corona Orazio Indicato dal coimputato Stefano Calzetta ((Vol.11 f.41), (Vol." f.70), fase. perso II f.84)) quale componente di COSCa criminosa facente capo a Pietro Lo Iacono, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura n.2.37/83 del 3' maggio 1983, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 C.P.e 75 legge n.685 del 1975. A seguito delle rivelazioni di Tommaso Buscetta sull'associazione mafiosa Cosa Nostra e sull'appartenenza alla stessa del nominato Pietro Lo Iacono, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura n.32.3/84 del 29 settembre 1984, con il quale, ricontestatigli i reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del 1975, gli furono ulteriormente addebitati quelli di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge n.685 del 1975.
  • 87. - Pag.4.92.1 - Catturato dopo lungo periodo di latitanza, si e' protestato innocente, asserendo di essere estraneo a qualsiasi organizzazione criminosa e di non conoscere n} il Lo Iacono ne' il Calzetta. Quest'ultimo ha in particolare riferito, premettendo che il Lo Iacono e ' capo dell'organizzazione criminosa che controlla la zona circostante la stazione ferroviaria centrale, comprese le vie Lincoln, Roma e Maqueda, che i suoi piu' vicini collaboratori sono tale Giovanni Di Pasquale, detto" Giannuzzu u beddu", Rosario Mistretta e lo stesso Corona, tutti dediti, cosi' come gli altri appartenenti alla medesima cosca, alla consumazione di del Corona si era che del stessi di Emanuele estremamente posizione Calzetta dagli il la scomparsa cosca quartiere la della nel dopo all'interno Mis'tre'tta e rafforzata estorsioni controllato. Ha aggiunto altresi' D'Agostino del quale essi avevano soggezione.
  • 88. - Pag.4.9ZZ - Le suddette dichia~azioni hanno t~ovato ampi ~iscont~i nelle successive vicende del essendop~ocedimento, dichia~azioni di Tommaso eme~sa, Buscetto e dalle da innume~evoli alt~i elementi p~obato~i ~accolti ed esposti nella pa~te della sentenza dedicata alla t~attazione della posizione di Piet~o Lo Iacono, che costui appartiene effettivamente a "famiglia" mafiosa, quella di S.Ma~ia di Gesu', e che la sua posizione, e ovviamente quella dei malavitosi a lui piu' vicini, si e' eno~memente acc~esciuta a seguito dell'uccisione di Stefano Bontate ed alla scompa~sa e sicu~a sopp~essione di Emanuele D'Agostino, memb~o della stessa famiglia e fedelissimo del Bontate, vittima della lupara bianca dopo l'uccisione di quest'ultimo. Il Co~ona, pu~ negando contro ogni evidenza di conosce~e il Lo Iacono, pe~sona a tutti nota nella sua zona di influenza ed in particolare ai comme~cianti ivi come l'imputato operanti, ha almeno ammesso esse~e in ottimi di conoscere rappo~ti e di con
  • 89. - Pag.4.923 .. Rosa~io Mist~etta e Giovanni Di Pasquale, cosi' dell'assuntoriscontrandopa~zialmente Calzetta. Ha altresi' negato l'imputato di conoscere Emanuele D'Agostino, pu~ ammettendo di averne sentito pa~lare e di avere appreso della sua scompazsa. Il diniego tuttavia si palesa del tutto menzognezo ove si consideri che il Co~ona ha ammesso, a specifica dom~nda dell'istruttore, di esse~e uno dei frequentato~i della sala da ba~ba di Luigi Gatto, luogo di ~it~ovo abituale, secondo lo stesso Calzetta ed il teste B~uno Felice (Vo1.90 f.55), di numerosi esponenti mafiosi e dello stesso D'Agostino. Per alt~o. il nume~o telefonico di detto locale ~isulta annotato, con pa~ticola~i a~tifizi pe~ evita~ne il ~iconoscimento, in manoscritto sicu~amente riferibile a Giovanni Bontate, come esposto nell~ pa~te della sentenza dedicata alla t~attazione della posizione di costui. E non deve, pertanto,
  • 90. - Pag.4.92.4 - ritenersi privo di signiiicato il iatto che il Corona frequentasse tale locale, essendo il Bontate appartenente alla stessa cosca di S.Maria di Gesu', cui risulta aiiiliato il Lo Iacono, alla cui banda criminale, secondo il Calzetta, il Corona appartiene. Sussistono conseguemente a suo carico sufficienti prove di colpevolezza in ordine ai reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., contestatigli col mandato di cattura n.323/84 del 2.9 settembre 1984, che ha per questa parte sostituito ed integrato il precedente mandato n.237/83. Nulla invece risulta a suo carico in ordine al contestato traffico di sostanze stupefacenti, non potendo ritenersi che egli vi sia stato coinvolto sol per la generica posizione di preminenza nell'ambito della cosca di Pietro Lo Iacono di cui ha parlato il Calzetta. Va, pertanto, prosciolto dai reati di cui agli artt.75 e 71 legge n.685 del 1975
  • 91. - Pag.4.925 - contestatigli con entrambi i mandati di cattura emessi nei suoi confronti.
  • 92. - Pag.4.926 - Corrao Vincenzo Secondo Stefano Calzetta eevol.11 f.78) e fasc. perso I f.S) alla famiglia Zanca era molto legato un maresciallo dei Carabinieri, ora in pensione, di nome Vincenzo Corrao, il quale tanti anni prima, come il Calzetta apprese da Onofrio Zanca, che glielo racconto' in presenza di Paolo Alfano e Giovanni Matranga, aveva, fornendogli un falso alibi, fatto scagionare Pietro Zanca di Pietro da una imputazione di rapina. Il militare e' stato identificato nell'odierno imputato, cui, con mandato di comparizione del 16 ottob:r::e 1984, e' stato contestato il delitto di falsa testimonianza. Nel corso del suo interrogato:r::io (Vol.133 f.24) ha sostenuto di nulla piu' rico:r::da:r::e della vicenda, ammettendo pero' di esse:r::e da lungo tempo amico della famiglia Zanca.
  • 93. - Pag.4.927 - pxocedimento penale menzionato dal Acquisita copia di taluni atti del Calzetta, instauxato contxo il pxedetto Pietxo Zanca e tali Giovanni Lo Cascio e Benedetto Asciutto pex una tentata xapina vexificatasi il 18 maxzo 1955 in danno di tale Vittoxio Schixo', e' emeISO che effettivamente il COIrao venne assunto in qualita' di teste il 26 maggio 1955 (Vol.133 f.49) e sostenne che nel gioxno e nell'oIa della Iapina lo Zanca era in sua compagnia poiche' insieme si eIano xecati in gita a FicaIazzi. Anche in foxza di tale testimonianza lo Zanca venne in pximo gxado assolto pex insufficienza di prove con sentenza del Txibunale di Palexmo del 18 novembxe 1955 (Vo1.133 f.53) ma condannato invece in appello con sentenza della locale Coxte del 3 maggio 1956 (Vol.133 f.85), che considexo' del tutto inattendibile la testimonianza del Coxrao.
  • 94. - Pag.4.928 - Costui nel corso del presente procedimento si e' prudente mente astenuto dal ribadire le falsita' con le quali aveva cercato di favorire l'amico Zanca ed ha anzi affermato di non essere affatto certo che la gita a Ficarazzi fosse nell'orastata davvero effettuata e nel giorno e p:rima indicati. I fatti suesposti costituiscono ennesima rip:rova della piena attendibilita' del Calzetta e costituiscono sufficiente dimost:razione della responsabilita' del Corrao, il quale tuttavia non puo' essere :rinviato a giudizio per rispondere del :reato ascrittogli, poiche' esso, commesso in epoca remota, e ' estinto per intervenuta amnistia. "
  • 95. - Pag.4.929 - Costantino Antonino n.27.11.19Z3 Denunciato il 6 maggio 1980 dalla Squadza Mobile di Palezmo (Volo 12/L f.43) quale ultezioze componente del g:r:uppo cziminale facente capo al c.d. "covo" di Corso dei Mille, ubicato nel laborato:r:io di autotappe22ezia di Rosazio Spitaliezi. Nei suoi confronti venne emesso mandato di cattura n.162/84 del 22 maggio 1984 (Volo15/L f.53) con il quale gli fu contestato il reato di cui all'art.416 C.P .. Risultava pezo' gia' deceduto f.369), in data 29 aprile 1983 (Volo 13/L Va dichiarato non dovezsi procedere nei suoi confronti perche' morte dell'imputato. il reato e' estinto pe:r:
  • 96. - Pag.4.930 - Costantino Antonino n.5.1.1945 Indicato da Stefano Calzetta ((Vol.11 f.61), e 57) fase. pezs. I f.15 e fase. pe~s. II ff.34 come trafficante di droga legato alla cosca dei suoi parenti Ve~nengo, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattuza n.Z37/83 del 31 maggio 1983, con il quale gli furono contestati i zeati di cui agli aztt.416 C.P.e 75 legge n.685 del 1975. A seguito delle rivelazioni di Tommaso Buscetta, concernenti anche l'appartenenza dei Vernengo a "famiglie" mafiose di Cosa Nostra, gli furono, con mandato di cattu~a 323/84 del 29 settembre 1984, zie onte stati i suddetti reati ed ulte~iormente addebitati quelli di cui artt.416 bis C.P.e 71 legge n.68S del 1975. agli Si e' protestato innocente, asserendo di non conoscere il Calzetta e di aver
  • 97. - Pag.4.931 - intrattenuto con i suoi congiunti Vernengo altro saltuari, soltanto normali rapporti di essendo egli parentela, da gran per tempo risiedente in Francia, pur recandosi abbastanza suoiispesso a Palermo in visita presso familiari. Il Costantino e' in realta' un affine dei Vernengo, in quanto cugino di Rosa Vernengo di Pietro. poiche' costei risulta sposata con Francesco Marino Mannoia, la cui madre Leonarda Costantino e' sorella del padre dell'imputato. Secondo il Calzetta egli e' uno dei piu' intimi e fidati collaboratori dei Vernengo, per conto dei quali viaggiava spesso, soprattutto in Grecia ed in Turchia, con il preciso incarico di trattare l'acquisto di sigarette di contrabbando e di droga, come allo stesso Calzetta confidato dai Vernengo. Egli e' risultato in possesso di regolare passaporto, rilasciatogli dalla Questura di Palermo il 9 marzo 1973 e rinnovato il 7 marzo
  • 98. 1978 - Pag.4.932 - a richiesta del Consolato italiano di Bastia. I suoi frequenti viaggi risultano confermati dalle dichiarazioni da lui rese nel corso dei suoi interrogatori, avendo egli riferito di risiedere da parecchi anni in Francia, di recarsi molto spesso in Grecia, nazione di origine della moglie, e di recarsi spesso a Palermo per brevi periodi. Il Calzetta, pertanto, nonostante il Costantino sostenga di non conoscerlo, si e' mostrato molto ben informato sui suoi frequenti spostamenti. Ma ha altresi' ife rito un significativo episodio, comprovante il sicuro inserimento dell'imputato nella cosca mafiosa dei Vernengo e , quindi, alla luce delle rivelazioni di in una delle "famiglie" diTommaso Buscetta, Cosa Nostra. Ha infatti dichiarato il Calzetta che due giorni prima dell'uccisione del fratello di si era egli recato pressoFrancesco Mafara, l'abitazione di Pietro
  • 99. - Pag.4.933 - Vernengo, in via Ponte Ammiraglio, avendo appreso che quest'ultimo era stato dimesso dal carcere. Nell'occasione aveva trovato ivi, intenti a conversare con il citato Vernengo, il cugino di costui Ruggero Vernengo, il Costantino e Vincenzo Sinagra di Salvatore detto "Tempesta". Si era quindi presentato Francesco Mafara, subito apostrofato da Pietro Vernengo con l'epiteto "pezzo di merda". Ciononostante il Mafara si era avvicinato a tutti i presenti, baciandoli, e chiedendo anche di baciare un'altra volta il Costantino. Rimasti per breve tempo tutti i presenti a conversare, il Calzetta era stato quindi lasciato in compagnia del solo Costantino, ritoz:nando senza costui mentz:e Mafara, gli altri si erano allontanati dopo col circa mezz'ora. Dopo tale episodio il Calzetta non aveva piu' rivisto il Mafara (effettivamente scomparso pe z: sempz:e) , mentz:e due giorni dopo, a11'intez:no della Calcestz:uzzi Maredo1ce, era stato ucciso dello stesso Mafara il fratello.
  • 100. - Pag.4.934 - L'episodio, come si e' detto, e ' sintomatico non solo dell'inserimento a pieno titolo del Costantino nella cosca dei Vernengo, ma anche dalla sua posizione di rilievo in seno alla stessa, come e' agevole intuire dal fatto che egi partecipa ad un incontro fra personaggi di spicco di "famiglie" mafiose, nel corso del quale il Mafara lo bacia per ben due volte, evidentemente a ragione del prestigio di cui il Costantino godeva, non essendo altrimenti intel:pretabile l'atteggiamento del Mafal:a se non come manifestazione del desiderio di dimostl:are il proprio rispetto e la propl:ia' sincel:ita' a persona che ben sapeva esseLe il del Vel:nengo. b:z::accio destl:o Essendo stato possibile, con l:ifel:imento alla data di uccisione del fratello del Mafal:a, stabilil:e che l'episodio llarl:ato dal Calzetta si era verificato il 12 ottobre 1981, il Costantino ha sostenuto che in quell'epoca egli si tl:ovava sicuramente in Francia e, precisamente, a Nizza, ove
  • 101. - Pag.4.935 - prestava servizio alle dipendenze di tale Roger Sabbagh. veniva in data 30 giugno 1984 Questi, all'istruttore. spontaneamente presentatosi assunto in qualita' di teste. Confe:rmava l'assunto del Costantino, precisando che costui era stato alle sue dipendenze in qualita' di autista dal 25 settembre al 28 ottobre 1981, senza mai allontanarsi da Nizza in tale periodo per piu' di ventiquattro o~e. Esibiva inolt:re il teste taluni stampati dell'Istituto di Previdenza sociale francese. asserendo che essi comp:rovavano il :rapporto di lavoro del Costantino <Vol.86 f.200). Tuttavia, disposte successivamente indagini, si app:rendeva dalla Polizia F:rancese che in :realta' il Costantino aveva clandestinamente lavo:rato in Nizza alle dipendenze del Sabbagh non nell'autunno bensi' nella p:rimavera del 1981 e che non vi era clandestino, p:resso la Securite' traccia di tale rapporto, come sociale detto (vedi
  • 102. - Pag.4.936 - rappor.to Criminalpol 6 novembre 1984 a f.324L (Vol.143 Va, pertanto, segnalata al P.M. per le iniziative di sua competenza la deposizione del Sabbagh, risultata falsa, mentre dal fallito alibi del Costantino non possono che trarsi le dovute conseguenze in ordine alla veridicita' di quanto a suo carico riferito dal Calzetta. Costui, nel ribadire l'impegno dell'imputato quale trafficante di droga addetto base utilizzataal reperimento della morfina di dai Vernengo nei loro laboratori (uno effettivamente scoperto in via Messina Marine, come esposto in altra parte della sentenza), ha aggiunto di averlo visto spesso in via Conte Federico assieme a Giuseppe Battaglia e Gaetano Di Giovanni, noti esponenti della Cosca di Corso dei Mille e trafficanti di droga. Le dichiarazioni del Calzetta, infine, sono state pienamente confermate da Salvatore Contorno di (Vo1.1Z5 f.146), il quale ha riferito
  • 103. - Pag.4.937 - aver appreso da Francesco Marino Mannoia, congiunto dell'imputato, che costui e' un provetto chimico capace di occuparsi della raffinazione della morfina, essendo stato a cio' istruito, insieme a tutti i Vernengo e ad Antonino De Simone da Antonino Vernengo, detto "u dutturi" proprio per la sua esperienza nel ramo. Per le considerazioni suesposte il Costantino va rinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati ascrittigli con il mandato di cattura n.323/84 del 29 settembre 1984, che ha assorbito ed integrato il precedente mandato n.237/83.
  • 104. - Pag.4.938 - Cottone Giuseppe Indicato da Salvatore Contorno (Vol.125 f.S), (Volo 125 f.69) e (Vo10125 f.128) come esponente, insieme al fratello Vincenzo, della famiglia mafiosa di Villabate, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura n.361/84 del contestati i reati di cui 24 ottobre 1984, con il quale gli agli artt.416 furono e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975. Si e' protestato innocente, asserendo di non conoscere il Contorno e di essere estraneo a qualsivoglia organizzazione criminosa. Con ordinanza del 23 aprile 1985 e' stato scarcerato per mancanza di sufficienti indizi di colpevolezza (fase. perso f.44). Ed invero il Contorno, indicando come di Villabate "i fratelliesponenti Cottone, mafiosi una sorella dei quali ha
  • 105. - Pag.I.f.939 - sposato Gzeco Salvatoze foznito notizie n inesatta, aveva sicuramente in quanto Mazia Cottone, moglie di Salvatoze Gzeco, e' figlia del defunto Antonino Cottone, fzatello dei suddetti Giuseppe e Vincenzo, che del Gzeco, pertanto, sono soltanto zii acquisiti e non cognati (vedi zappozto Squadza Mobile 19 ottobze 1984 a (Vol.125/A f.58L La Mazia Cottone, inoltze, non ha fzatelli di sesso maschile e, peT.tanto, il salvatoz:e Gz:eco non ha cognati per parte della moglie, le cui soz:elle Angela e Paola z:isultano coniugate con tali Giovanni Di Fz:esco e Giovanni Di Pace, quest'ultimo imputato nel presente pz:ocedimento a seguito Contorno, che delle lo dichiaz:azioni ha indicato dello stesso come esponente mafioso della famiglia di Ciaculli menzionato rapporto a (Vol.125/A f.58). (vedi
  • 106. - Pag.4.940 - Reinterrogato sul punto, il Contorno ha precisato di non aver mai conosciuto i Cottone e di aver soltanto raccolto nell'ambiente mafioso voci dell'appartenenza degli stessi a Cosa Nostra. Tale precisazione hn ovviamente fatto venir meno i sufficienti indizi di colpevolezza a carico dei Cottone, che, come sopra detto, sono stati scarcerati, non potendosi escludere addirittura che le voci raccolte dal Contorno si riferissero a persone diverse degli imputati e, comunque, non sussistendo ne' essendo stati raccolti elementi atti a confermarle. Ne', con specifico riferimento a Giuseppe indagini bancarie, dalle quali Cottone, risultanze possono delle ritenersi rilevanti le dell'importo complessivo di poco piu' e' emerso l'esistenza di due assegni di due milioni emessi a suo favore da Michele Greco. Ed invero l'imputato non ha affatto negato di conoscere i Greco, uno dei quali e' il coniuge di una sua nipote, ed ha chiarito
  • 107. - Pag.4.941 - di avergli fatto delle forniture di carne (egli gestisce una macelleria in Villabate', quale i titoli costituivano il pagamento. della L'imputato va, pertanto, prosciolto da tutti i reati ascrittigli. Va ordinata la restituzione della documentazione sequestratagli, e' emerso nulla di rilevante. dalla quale non
  • 108. - Pag.4.942 - Cottone Vincenzo Indicato da Salvatore Contorno (Vol.125 f.8), (Vol.125 f.68) e (Vol.126 f.128) come esponente, insieme al fratello Giuseppe, della famiglia mafiosa di Villabate, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 361/84, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P. e 71 legge n.685 del 1975. Si e' protestato innocente, asserendo di non conoscere il Contorno e di essere estraneo a qualsivoglia organizzazione criminosa. Con ordinanza del 23 aprile 1985 e' stato scarcerato per mancanza di sufficienti indizi di colpevolezza (fase. perso f. 18). Ed invero il Contorno, indicando come di Villabate "i fratelliesponenti Cottone, mafiosi una sorella dei quali ha
  • 109. - Pag.4.943 - sposato G~eco Salvato~e", aveva sicu~amente fornito notizie inesatte, in quanto Maria Cottone, moglie di Salvatore Greco, e' figlia del defunto Antonino Cottone, f~atello dei suddetti Giuseppe e Vincenzo, che del Greco pertanto sono soltanto gli zii acquisiti e non i cognati (vedi rapporto Squadra Mobile 19 ottobre 1984 a (Vol.125/A f.58). La Maria Cottone, inoltre, non ha fratelli di sesso maschile e, pertanto, il Salvatore Greco non ha cognati da parte di moglie, le cui sorelle Angela e Paola risultano coniugate con tali Giovanni Di Fresco e Giovanni Di Pace, quest'ultimo imputato nel presente procedimento a seguito delle dichiar.azioni dello stesso Contorno, che lo ha indicato come esponente della famiglia mafiosa di Ciaculli (vedi menzionato rapporto a (Vol.125/A f.58». Reinterrogato sul punto, il Contorno ha precisato di non aver mai conosciuto i
  • 110. - Pag.4.944 - Cottone e di aver soltanto raccolto nell'ambiente mafioso voci dell'appartenenza degli stessi a Cosa Nostra. Tale precisazione ha ovviamente fatto venir meno i sufficienti indizi di colpevolezza a carico dei Cottone, che, come sopra detto, sono stati scarcerati, non potendosi addirittura escludere che le voci raccolte dal Contorno si riferissero a persone diverse dagli imputati e, comunque, non sussistendo ne' essendo stati raccolti elementi atti a confermarle. L'imputato va, pertanto, prosciolto da tutti i reati ascrittigli. Va ordinata la restituzione della documentazione in sequestro, dalla quale non e' emerso nulla di rilevante.
  • 111. - pag.l+.945 - Cristaldi Salvatoze Nei confzonti di Salvatore Cristaldi venne emesso mandato di cattura 326/82 del 23 luglio 1982, con il quale gli furono contestati i zeati di cui agli artt. 416 C.P., 75 e 71 legge n. 685 del 1975, perche' ritenuto affiliato al clan mafioso di Benedetto Santapaola e coinvolto nei traffici di dzoga che quest'ultimo conduceva insieme a Gaspare Mutolo ed alla famiglia mafiosa capeggiata da Rosario Riccobono. Intel:venute le rivela2ioni di Tommaso Buscetta, conceznenti tra l'altro, l'appaztenen28 a Cosa Nostra della famiglia mafiosa catanese capeggiata dal Santapaola, con mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984, zicontestatigli tutti i suddetti reati, gli fu ulteriormente addebitato quello di cui all'art. 416 bis C.P ..
  • 112. - Pag.4.946 - Gli elementi di prova a carico dell'imputato sono stati esposti nella parte della sentenza dedicata all'esame dei menzionati traffici di droga e possono come appreso essere sinteticamente riassunti. Innanzi tutto, come emerge dalle espletate intercettazioni telefoniche, il Cristaldi dava abituale ospitalita' presso la sua abitazione al coimputato Calogero Campanella, che era tra l'altro, per conto del Santapaola, il dispensiere delle sovvenzioni in denaro versate in carcere agli appartenenti al clan che trovavansi detenuti, fra i quali Venerando Cristaldi. fratello del Salvatore Dalle stesse intercettazioni. e p:!:ecisamente da una telefonata che risulta effettuata la sera del 14 maggio 1982 tra Gaspare Mutol0 a Domenico Condorelli, emerse che quest'ultimo stava inviando a Palermo due suoi emissari che si dovevano col Muto10 incontrare (Yol.63/R f.25). Nel corso della conversazione, in particolare, il
  • 113. Condorelli, - Pag.4.947 - parlando dei due precisa, col ~ipico linguaggio mafioso utilizzato per indicare gli appa~tenenti a Cosa Nostra, che "uno e' come me e come te" e l'altro "e' un ca~issimo amico mio", uno cioe' e' "uomo d'onore" e l'al~ro in attesa della ri~uale iniziazione e comunque organicamente gia' inserito nell'associazione. Effe1:tua~i appositi servizi di appos~amen~o, si acce~~o' che a Pale~mo per incontra~si col Mu~olo inviati dal Condo~elli si e~ano recati Nicolo' Maugeri e Salva~o~e Cris~aldi, identificati cosi' duran~e il loro viaggio di ri~orno a Catania (Vol.12/R f.65) + (Vol.21/R f.l1) + (Vol.l8/R f.178). Quanto alle ragioni dell'incontro col Mutolo, sicuramente riferibili al traffico "delle sostanze stupefacenti, e ad altri interessantissimi particolari emersi da quella operazione di polizia giudiziaria e dalle parallele in~ercettazioni telefoniche si rimanda
  • 114. - Pag.4.948 - alla parte della sentenza che specificamente ed analiticamente se ne occupa. Le suesposte ~isultan2e pzovano comunque abbondantemente l'organico inserimento del Cristaldi nella associazione mafiosa di cui ci si occupa ed il suo pieno coinvolgimento nel traffico delle sostanze stupefacenti, sicche' l'imputato va rinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati ascrittigli di cui ai capi 1, in esso unificato il capo 7, nonche' 10, 13, 17, 22 e 40 dell'epigrafe.
  • 115. - Pag.4.949 - Cristaldi Venerando Nei confzonti di Venezando Czistaldi venne emesso mandato di cattura 378/82 del 27 settembre 1982, con il q~~le gli fu contestato il reato di cui all'a~t.416 C. P., perche' ritenuto appartenente al clan del boss catanese Benedetto Santapaola. Intervenute le dichiarazioni di Tommaso Bus ce tta, conceznenti, tra l'altro, l'appartenenza a Cosa Nostra della "famiglia" mafiosa catanese, con mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984, ricontestatogli il suddetto reato di cui all'art.416 C.P., gli furono ulteriormente addebitati quelli di cui agli artt.416 bis C.P., 75 e 71 legge n.68S del 1975. Gli elementi di pz:ova a carico dell'imputato sono stati gia' esposti nelle parti della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito ed ai traffici di d:toga
  • 116. condotti, - Pag.4.950 - anche in conco~so col g~uppo mafioso catanese, da Gaspa~e Mutolo e possono come app~eso sinteticamente ~iassume~si. Nel co~so di pe~quisi2ione effettuata il 22 ap~ile 1982 nella abita2ione pale~mitana del Mutolo venne t~a l'alt~o ~it~ovata una lette~a a fi~ma del C~istaldi (Vol.1/R f.22), (Vol.1/R f.2.2.5) e (Vo1.1/R f.2.3U, nella quale questi este~nava al mafioso pale~mitano sentimenti di stima e devozione. Alt~a analoga lette~a e~a stata spedita dal sanguina~io kille~ delle ca~ce~i Antonino Fa~o e deve ~ico~da~si che Salvatore Cxistaldi, f~atello di Vene~ando, :risulta esser stato fermato a Catania col Mutolo, che t~ovandosi in semiliberta' a Teramo aveva chiesto ed ottenuto un pezrnesso pez reca~si a Pale~mo, e che altro incont:ro f~a i due :risulta essere avvenuto presso il Motel Agip di quest'ultima citta'.
  • 117. - Pag.4.951 - Du~ante un suo pe~iodo di detenzione Vene~ando Cristaldi risultn ave~ telefonato alla di lui madre per info~marla che in sua compagnia vi era "./'{inuzzu" Santapaola (Fot.073034) e successivamente al coimputato Calogero Campanella per trasmettergli i saluti dello stesso Santapaola, indicato come "Hino il babbo" (Fot.073057). Lo stesso Campanella, che evidentemente aveva il ~uolo il tesorie~e del g~uppo, nel corso dell'anno 1981, aveva provveduto ad di dena~o a favo~e effettua~e p~esso la Casa Catania periodiche rimesse Circondariale di del Venerando Cristaldi (Fot.075057) (Fot.075073) e nello stesso pe~iodo a favore di altri appartenenti al clan Santapaola, quali Sebastiano Cali' , Kicola Ci~incione, Natale Di AgatinoRaimondo, Giovanni Angelo Rapisa~da Fazio, ed altri Litrico, (Fot.058211)
  • 118. - Pag.4.952 - (Fot.0582.43J. Altxe somme il C%istaldi %isulta ave% %icevuto da altri due membri del clan, cioe' Giuseppe Pulvizenti e Domenico Amato (Fot.0582.11L Infine, qualche mese prima dell'omicidio di Alfio Ferlito, costui venne gravemente offeso all'inte~no del carcere dì Catania proprio dal Cristaldi. L'imputato, come emerge dalle concordi dichia%azioni di tutti i testi escussi, al rientro nelle celle dopo il passeggio, si %ivolse al Ferlito dicendogli "sei co%nuto, sbirro e carabiniere" e cio' impensieri' molto l'autorita' ca%cera~ia, che convoco' i due assumendo baciandosi ed abbzacciandosi. tuttavia minimizzazono di Era trattavàsiche qualiidetenuti, l'accaduto, fesserie, tuttavia evidente che quello del Cristaldi era stato un tentativo di provocare il Ferlito, che jnvece, molto opportunamente, non aveva reagito immediatamente evitare pericolosi disordiniall'o:ffesa all'interno pe% del carcere. Cio' venne percepito
  • 119. - Pag.~.9S3 - dalle auto~ita' competenti. le quali segnalarono che l'episodio si inse~iva(Fot.058452) quad:ro dei :rispettive g:ravi dissensi organizzazioni e nel :rivalita' f~a le c~iminose. del C:ristaldi e del Ferlito. ed e~a prevedibile che quanto p:rirna venisse attuato il proposito c~iminoso di eliminazione del Ferlito. che secondo notizie confidenziali era stato anche minacciato di morte del Cristaldi. Il Fe:rlito, come si sa, venne effettivamente ucciso qualche tempo dopo durante una sua traduzione a Trapani proprio ad ope:ra, tra gli altri, di elementi del clan di Benedetto Santapaola. Le suesposte risultanze istruttorie non lasciano pe:rtanto dubbi sulla appartenenza del Cristaldi alla famiglia mafiosa catanese e dell'epigrafe, l'imputato giudizio per col mandato di rispondere dei reati di cui a agli 1Oe z:inviato (capi conseguentemente 416 bis C.P. contestatigli va 416 eartt. cattura 323/84, che ha integrato ed quello precedentemente emesso confz:onti). asso:t:bito nei suoi
  • 120. - Pag.4.954 - Han sussistono invece elementi (se non ~i mero sospetto, consistenti negli accertati incontri del fratello Salvatore con Gaspare Mutolo nel pe:tiodo in cui costui era maggiormente impegnato nei suoi traffici di droga) per ri tenere l'imputato in esame coinvolto nel traffico della sostanza stupefacente, al quale, come e' noto, a non tutti gli appartenenti a famiglie mafiose e' consentito inserirsi. Dalle relative imputazioni (capi, 13, 22 dell'epig%afe) Venerando Cristaldi va, pertanto, prosciolto pe% non ave% commesso i fatti.
  • 121. - Pag.4.955 - Croce Alfredo Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982 (Vol.1 f.90). venne successivamente indicato dal coimputato Salvatore Contorno «Vol.1Z5 f.?), (Vol.12.5 f.57" (Vo1.12.5 f.64), (Vo1.125 f.74) e (Vol.1Z5 f.12.S)) quale componente, insieme ai fratelli Domenico e Giorgio, mafiosa di Ciaculli. della famiglia Venne emesso a suo carico mandato di cattuxa 361/84 del 24 ottobre 1984. con il quale gli furono contestati i reati di cui artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 1975. agli del Si e' protestato innocente. asserendo di conoscere il Contorno ma di non vede~lo da piu' di dieci anni.
  • 122. - Pag.4.956 - 2ues1:'ultimo assun1:o appare decisamente menzogneIo in quanto il Contorno e' sta1:o in grado non solo di riconoscerlo in fotografia ma anche di indicare specifiche ciIcostanze che lo come la sua attivita' di autis1:ariguaIdano, dell'Amat, il nome della moglie e la sua di Salvatore Grecoqualita' FeIIaIa, di "figlioccio" che del Crooe, come dallo s1:esso imputato ha ammesso, fu padrino di cresima, circostanza questa che deve ritenersi particolarmente significativa in considerazione dell'indiscutibile valore attribuito a siffatti rapporti nell'ambiente mafioso. Nell'inteIrogatorio dell'imputato Ignazio (Vo1.187Guagliardi1:o riscontro altra f. 12) afferma2ione t:rova del inoltre Contorno concernente il Croce, dal primo indica1:o come proprietario della casa di abitazione del Guagliardi1:o medesimo. Il quadro probato:rio a carico di Alf:redo Croce e' , infine, completato dagli elementi raccolti a carico dei suoi piu' stretti
  • 123. - Pag.4.957 - congiunti, i fratelli Domenico e Giorgio. il primo dei quali gia' indicato come esponente mafioso anche da S~efano Calzetta (fase. perso I f.28) e daAntonino Federico (Vol.79 f.51) ed interessato a rapporti bancari con Salvatore Greco "padrino" del fratello. nonche' con Michele Greco, fratello del predetto. e con i coimputati Giuseppe Nangano e Giuseppe D'Angelo. L'imputato va. pertanto, rinviato a giudizio per rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P. aserittigli. Nulla e' invece emerso a suo carico con riferimento al contestato traffico di sostanze stupefacenti, avendo anzi il Contorno escluso un suo ruolo del genere nell'ambito della famiglia mafiosa di appartenenza. Dalle relative imputazioni di cui agli artt.75 e 71 legge n.685 del prosciolto. 1975 va pertanto