Assegni di cura e innovazione tra i nuovi impegni del bilancio 2019

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Le nuove risorse per gli assegni di cura e per l’innovazione sono alcuni dei punti qualificanti del bilancio di previsione 2019 della Regione Piemonte approvato il 13 marzo dal Consiglio regionale e illustrati il 6 marzo dal presidente Sergio Chiamparino e dal vicepresidente Aldo Reschigna.

Molto importante l’investimento di 20 milioni dal 2020 per allargare gli assegni di cura dalla città di Torino al territorio piemontese, che raggiungerà qualche migliaio di persone. “E’ un segnale concreto nel segno della integrazione tra politiche sanitarie e politiche sociali - ha sostenuto Chiamparino - La qualità della sanità non si misura solo con i posti letto degli ospedali, ma con la capacità di integrarli con i servizi sul territorio, sanitari e assistenziali, fino all’assistenza domiciliare”.

A renderlo possibile è stata un’operazione sui derivati: “Grazie alla disponibilità della Cassa Depositi e Prestiti di bloccare l’ammortamento per due anni sui mutui con essa rinegoziati - ha spiegato Reschigna - è possibile per la Regione risparmiare 175 milioni, che verranno utilizzati per acquistare il floor di uno dei tre derivati sottostanti a tre prestiti obbligazionari, per complessivi 1,8 miliardi. Questo ci permetterà nel 2020 di risparmiare 20 milioni di euro, che verranno utilizzati per l’allargamento degli assegni di cura, portando la dotazione degli extraLea da 53 a 73 milioni, In questo budget rientra anche la copertura del costo sociale sul disagio mentale”.

“Importanti - ha rilevato Reschigna - anche i 30 milioni investiti nel Manufacturing Technology Center, studiato per accrescere l’innovazione tecnologica nell’industria piemontese raccogliendo una sfida lanciata lo scorso giugno dagli imprenditori. Un’occasione di sviluppo, come le importanti risorse dedicate alla cultura, al turismo, al sistema neve, al diritto allo studio. Non ci sono manovre elettorali, che vivono in genere di promesse che non si possono mantenere. Qui tutti i progetti hanno copertura economica”.

Il risanamento dei conti

Chiamparino ha quindi voluto rivendicare che “in questi cinque anni abbiamo rimesso il bilancio della Regione su basi sicure. I dati della sanità parlano da soli: siamo passati dal commissariamento del piano di rientro a essere la Regione modello in Italia sui Lea e sui costi standard, ovvero sulle prestazioni sanitarie e sui costi con i quali le sosteniamo. Grazie all'opera di risanamento abbiamo liberato risorse da investire sulle politiche sociali, come il Bonus nidi e  questa estensione significativa degli assegni di cura. Inoltre abbiamo dato sostegno alla manifattura - l'automotive, la maccatronica, l'aerospazio - favorendo la ricerca e l'innovazione”.

“Quattro anni fa, quando siamo arrivati, il disavanzo certificato a cui dare copertura era di 3,285 miliardi di euro - ha infine ricordato il presidente - L’abbiamo ridotto di 889 milioni, in anticipo sui tempi, come riconosce la stessa Corte dei conti. Se si sommano anche le risorse ricevute grazie al DL 35 eravamo intorno ai 7,5 miliardi, a fine gennaio scorso la somma era scesa di un miliardo. Ciò nonostante abbiamo dedicato 80 milioni agli investimenti sul dissesto idrogeologico, e ne aspettiamo 120 milioni dal Governo, frutto di una intesa con l’esecutivo precedente: quando ci criticano sulla Tav dicendo che dovremmo spendere nelle piccole opere, ci sblocchino i soldi fermi in qualche cassetto per interventi diffusi sul territorio, come ad esempio le laminazioni della Dora”.

Ritornando ai derivati, Reschigna ha voluto mettere in chiaro che “siamo stati molto attenti a non creare elementi di pregiudizio per il futuro. Il riacquisto di un pezzo di derivati, che gravano sull'indebitamento della Regione per un miliardo e 800 milioni, è capace complessivamente di produrre risparmi da qui al 2036 di 175 milioni. E' un'operazione che guarda al futuro, di cui siamo orgogliosi. Significa trasferire risorse regionali dalle banche alla comunità piemontese, e farlo a costo zero per la Regione, con il solo effetto di allungare di due anni il piano di ammortamento degli interessi".

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