Bologna

Due agosto, la protesta dei familiari delle vittime: fuori dall'aula appena parla il ministro Galletti

37 anni fa una bomba alla stazione provocò 85 morti e 200 feriti. La clamorosa decisione dei parenti in Comune: "Abbiamo la dignità di arrabbiarci. Non si vogliono trovare i perché della strage". Critiche al "vittimismo della procura". Alla commemorazione anche il procuratore Amato: "Pretendo rispetto, la storia è una cosa. La giustizia un'altra". Il Presidente Mattarella: "Attentato infame e sanguinoso"

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BOLOGNA - Si attendeva una protesta plateale ed è arrivata. I famigliari delle vittime della strage di Bologna, nel giorno del 37esimo anniversario dell'attentato, lasciano l'aula del Comune dove ogni anno si tiene la cerimonia con le autorità proprio nel momento in cui il ministro Gian Luca Galletti, in rappresentanza del Governo, sta per pronunciare il suo discorso. E arriva un'altra stoccata nei confronti dei magistrati del capoluogo emiliano, accusati di "vittimismo" dopo le polemiche dei giorni scorsi. Nessuno sconto, hanno insomma deciso i parenti rappresentati da Paolo Bolognesi, che hanno definito la presenza dell'esecutivo "sgradita". Una decisione clamorosa, nel giorno del dolore e della memoria: 37 anni fa una bomba alla stazione provocò 85 morti e 200 feriti. "Bologna non dimentica", recita lo striscione che ogni anno apre il corteo che dal Comune porta alla Stazione, dove l'orologia segna ancora le 10.25, ora della strage. 
 
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Due agosto, i familiari delle vittime escono dall'aula prima che parli il ministro Galletti

• BOLOGNESI: DIRITTO DI CRITICA VERSO LA PROCURA
"Il Governo è stato scorretto con noi - esordisce in Comune Paolo Bolognesi -. Abbiamo ritenuto che la direttiva di Renzi fosse importante per arrivare alla verità, in modo che le carte venissero desecretate e che tutti potessero leggerle. Ma i nomi non ce li danno. I ministri Orlando e Franceschini, nel 2015, hanno fatto una convenzione con gli archivi per digitalizzare tutte le carte dei processi. Non hanno digitalizzato un foglio. E allora ci siamo arrabbiati, una sana arrabbiatura in difesa della democrazia". Riguardo ai rapporti con la procura e alle polemiche dei giorni scorsi, Bolognesi aggiunge: "Non si può chiedere l'archiviazione dell'inchiesta sui mandati non guardando nemmeno gli atti che abbiamo portato. Rispetto assoluto per i giudici, ma il diritto di critica anche i famigliari lo possono avere. Salta all'occhio questo vittimismo. Vorrei ricordare che qui le vittime siamo noi, non i magistrati". Infine la decisione clamorosa: "Con tutto il rispetto per Galletti, noi abbiamo deliberato di uscire dall'aula prima che prenda la parola".  • "NON SI VOGLIONO TROVARE I PERCHE' DI QUESTA STRAGE"
In silenzio i famigliari sfilano fuori dall'aula e scendono nel Cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, la residenza comunale. Un gesto forte? "Purtroppo sì, ma almeno abbiamo la dignità di arrabbiarci", scuotono la testa e allargano le braccia in tanti, "non c'è la volontà di trovare il perché di questa strage, non è una bomba messa da due pazzi: noi vogliamo la verità e dopo tante promesse mancate vediamo se almeno così si muovono le acque", dice Marco Tamagnini di Torino, cognato e genero di due vittime. Nicola, 29 anni, il padre invalido a causa dell'esplosione, dice: "E' un piccolo segnale per provare a capire se si può ancora credere nelle istituzioni". • GALLETTI NON PARTECIPA AL CORTEO: "MI DISPIACE"
"Oggi è il giorno del ricordo, non delle polemiche - dice il ministro alla fine della prima parte della commemorazione -. Bisogna stare uniti per onorare la memoria". Poi è salito in macchina ed è andato via, senza partecipare al corteo. Forse nel timore di ulteriori contestazioni. "Non partecipare al corteo? Mi dispiace da cittadino bolognese - ha aggiunto - perché sono andato tante volte. Quando è successo avevo 19 anni ed ero in piazza anche allora. Però ci siamo abitauati a questa cosa del governo che non va sul palco".  • "NON DIMENTICHIAMO": IL CORTEO VERSO LA STAZIONE
Lo striscione "Bologna non dimentica", due file di taxi bianchi, decine e decine di gonfaloni, poi un lungo serpentone di cittadini. Sfila corteo che ricorda la strage. La manifestazione è partita da piazza Nettuno verso il piazzale della stazione, riempiendo via Indipendenza. All'altezza della Montagnola, gli attivisti del Nodo sociale antifascista hanno lanciato dei volantini: "Senza tutta la verità la memoria è una farsa". Poi il discorso sul palco, al termine del quale Bolognesi è stato applaudito: "Siamo stati traditi da chi doveva essere al nostro fianco". Il sindaco Merola ha aggiunto: "Ricordiamo al governo che non è onorevole prendere un impegno e non mantenerlo, è peggio che non prenderlo. Non possiamo permettere che le autorità abbiamo torto troppo a lungo". In piazza anche gli occupanti di via Gandusio, che hanno protestato per lo sgombero di alcune settimane fa. In piazza Medaglie d'Oro ci sono stati pochi fischi, provenienti da un gruppo di anarchici che poi se ne sono andati dopo le prime battute del discorso del sindaco. Ma l'intervento del primo cittadino, che si è commosso più volte, è stato in alcuni passaggi sottolineato dagli applausi.

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• AMATO: "PRETENDO RISPETTO. LA STORIA E' UNA COSA, LA GIUSTIZIA UN'ALTRA"
"Io pretendo il rispetto delle posizioni che si assumono, perché la critica è una cosa, mentre il voler attribuire ad altri superficialità valutativa francamente non mi sembra una cosa corretta, quando poi l'impegno dell'ufficio c'è stato". Lo ha detto ai giornalisti il procuratore Giuseppe Amato, lasciando Palazzo D'Accursio e di fatto replicando alle parole di Bolognesi. "Noi abbiamo fatto le nostre scelte che non sono irrevocabili e definitive. Ognuno deve fare il suo lavoro: la storia è una cosa, la giustizia un'altra. Il rispetto che si deve avere anche nei confronti delle vittime è quello di dare una risposta. E la risposta è che quando non ci sono elementi processualmente spendibili bisogna avere il coraggio di chiudere, perché diversamente opinando si creano false illusioni, alibi, situazioni di incertezza che non sono accettabili. Se ci saranno altri elementi concretamente sviluppabili saremo i primi ad aprire nuovamente il fascicolo". Amarezza per le parole di Bolognesi? "Nessuna amarezza: il magistrato che pensa di fare il proprio lavoro con coscienza accetta da un lato le critiche e non può determinare le proprie conclusioni su quello che pensa essere gradito o sgradito ad uno o ad un altro, se no faremmo un altro lavoro". Amato è stato presente alla prima parte della cerimonia, poi non si è unito al corteo.
• MATTARELLA: "ATTENTATO INFAME E SANGUINOSO"
"A 37 anni dal 2 agosto 1980, l'Italia si raccoglie in ricordo dell'umanità straziata nella stazione di Bologna, teatro di un attentato infame e sanguinoso nella nostra storia repubblicana. La memoria del Paese esprime anzitutto il cordoglio per le 85 vite spezzate da quel micidiale ordigno, e una profonda solidarietà verso i familiari delle vittime". Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "E' fondamentale coltivare il ricordo di una stagione drammatica per l’Italia, segnata dalla folle violenza terroristica, proseguendo nella ricerca della completa verità", è invece il messaggio inviato dal premier, Paolo Gentiloni. Mentre Piero Grasso, presidente del Senato, aggiunge: "L'unica cura possibile a quel dolore è la verità che ancora non siamo stati in grado di ricostruire".  "Oggi proviamo rabbia e dolore. Chiediamo che si faccia piena chiarezza su questa tragedia. La verità è un presidio irrinunciabile per difendere la democrazia", ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini. "Oggi non ricordiamo solo il nostro dolore, che è stato tanto. Ma che questa città insieme ha saputo reagire e trasformare il dolore in un senso forte per la nostra democrazia. Ogni anno questa città prende la memoria e la trasforma in impegno civico. Come sindaco di questa bella città non permetteremo che si litighi tra noi", dice il sindaco di Bologna Virginio Merola

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• ZUPPI: "NON ARCHIVIARE LA MEMORIA"
"La messa celebrata con i famigliari delle vittime sarà l'occasione per continuare a interrogarsi su questa ferita, che resta tale pur a distanza di tanti anni. È un monito perchè non ci siano reti occulte di violenza, di qualunque colore essa sia, e per ricordare che il solo modo di contrastarla è la legalità. speriamo che la memoria non venga archiviata", dichiara il vescovo di Bologna Zuppi. 

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• IL BLOG DI GRILLO: "COMPORTAMENTO VERGOGNOSO DEI GOVERNI"
"Non possiamo esimerci dal condannare il vergognoso comportamento tenuto dai governi a marchio Pd che si sono succeduti dal 2013 ad oggi. Questi governi saranno ricordati come i governi degli annunci, delle grandi promesse mai mantenute, i governi dei bugiardi". Lo scrivono il vice presidente della Camera M5S Luigi Di Maio e il consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani in un post sul blog di Beppe Beppe Grillo. "Cominciò il ministro Delrio il 2 agosto del 2013 a promettere che sarebbero arrivati i tanto attesi risarcimenti ai familiari delle vittime con la finanziaria di quell'anno. Poi proseguì Poletti nel 2014 e si toccò l'apice con il sottosegretario De Vincenti. Tutte balle, menzogne in perfetto stile renziano, gettate però crudelmente in faccia a persone che soffrono la perdita dei loro cari e attendono la verità da 37 anni".