lunedì 9 marzo 2015

GIANCARLO ELIA VALORI, potere decadente o Maestro?

Per molti anni, fra l'altro, Presidente di Sviluppo Lazio e Unione Industriali di Roma.


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/03/11/poteri-servizi-valori-aggiunti.html (DATATO MA PREOCCUPANTE)


 
SPERO CHE NULLA DI QUANTO SCRIVO IN QUESTO POST DEDICATO AD ELIA VALORI SIA VERO https://leorugens.wordpress.com/2014/08/21/spero-che-nulla-di-quanto-scrivo-in-questo-post-dedicato-ad-elia-valori-sia-vero/ (RECENTE E PREOCCUPANTE)



 
La P2 ieri. La sua vittoria oggi http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/massoni/p2.html



#P2: Elia Valori, Gelli, #Cia, Cosanostra, Sindona, Berlusconi.. Un paese ancora in ostaggio http://malgradotuttoblog.blogspot.it/2014/12/p2-elia-valori-gelli-cia-cosanostra.html



















  • http://www.giornaledellumbria.it/article/article157509.html
  • http://archivio.panorama.it/archivio/Confesso-che-ho-vissuto
  • http://archivio.panorama.it/archivio/L-amico-di-Kim
  • http://www.radicalifvg.it/Luttwak.html
  • http://www.romaebraica.it/valori-foxman-kissinger-powel-e-la-rice-insieme-per-il-centenario-dellanti-defamation-league/
  • http://www.youtube.com/watch?v=6z0lL1-QH8c
  • http://www.lacentralegroup.it/presidente.html
  • http://www.lab-pa.com/chisiamo.php
  • http://www.lab-pa.com/eventi/Programma_invito.pdf
  • http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/craxi-top-secret-miliardi-svizzera-all-ordine-proteggere-85313.htm
  • http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/catto-massone-boiardo-elia-valori-vivo-lotta-insieme-68134.htm
  • https://hovistocosechevoiumani.wordpress.com/2009/12/09/rivelazioni-dall%E2%80%99archivio-genchi-chi-e-elia-valori-pietro-orsatti/
  • http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/qui-parigi-david-de-rotschild-banchiere-banchieri-presenta-9990.htm



  • Possibile che non lo conosca nessuno?

    Ecco di seguito, per comodità, alcune informazioni sul Suo conto:



    A tavola con la cinese più ricca del mondo
    http://www.giornaledellumbria.it/article/article157509.html



    Luttwak: con Valori avete sbagliato
    http://www.radicalifvg.it/Luttwak.html

    Valori, Foxman, Kissinger, Powel e la Rice insieme per il centenario dell’Anti-Defamation League
    http://www.romaebraica.it/valori-foxman-kissinger-powel-e-la-rice-insieme-per-il-centenario-dellanti-defamation-league/

    La Centrale finanziaria generale http://www.lacentralegroup.it/presidente.html


    CRAXI TOP SECRET - DAI MILIARDI IN SVIZZERA ALL’ORDINE DI PROTEGGERE BERLUSCONI: I DOCUMENTI RISERVATI DEL LEADER SOCIALISTA - IL BURATTINAIO CHE VUOLE AFFOSSARE IL PSI? GIANCARLO ELIA VALORI - E AMATO SCRIVE A BETTINO: SAREI ADATTO PER LA CORTE COSTITUZIONALE

    Rivelazioni dall’archivio Genchi: Chi è Elia Valori | Pietro Orsatti


    IL CATTO-MASSONE E BOIARDO ELIA VALORI È VIVO, E LOTTA INSIEME A BALDASSARRE NELLA TRUFFA ALITALIA IN SOSTEGNO DELLE MAGAGNE DEL BANANA

    Gioacchino Genchi: "L'Italia nelle mani di un puparo addirittura indegno della P2"







    QUI PARIGI! DAVID DE ROTSCHILD, IL BANCHIERE DEI BANCHIERI, PRESENTA CON IL 'LOGGIONISTA' ANTOINE BERNHEIM E L'INTRUFOLONE TARAK BEN AMMAR, IL LIBRO DI GIANCARLO ELIA VALORI - NON FINISCE QUI, IN PLATEA: GALATERI, RENÈ CARRON (CREDIT AGRICOLE), ZALESKI E FITOUSSI - DE ROTSCHILD: "IL MONDO È PASSATO VICINISSIMO AL BARATRO - SFIORATO IL FALLIMENTO BANCARIO"
    Antoine Bernheim, David de Rotschild e Tarak Ben Ammar hanno presentato questa sera a Parigi, 'Il futuro è già qui, al fianco del suo autore Giancarlo Elia Valori, nel corso di una serata di prestigio all'Ambasciata d'Italia. Per la presentazione francese dell'opera di Valori, già vincitrice del Premio Ischia Mediterraneo 2009, era presente un parterre 'top' del mondo dell'economia.
    Il dibattito, che ha spaziato dagli scenari dell'attuale crisi mondiale, alle prospettive del Mediterraneo, ai principali temi internazionali, è stato introdotto dall'Ambasciatore d'Italia a Parigi, Giovanni Caracciolo di Vietri.
    «Il futuro è già qui - ha detto l'ambasciatore - è un esercizio intellettuale complesso, che nasce da conoscenze profonde dell'autore in materia di economia, di politica, di relazioni internazionali, militari e di sicurezza. Non un libro 'da comodino, ma un'opera che reclama l'attenzione costante del lettore, che deve essere studiata, analizzata e deve essere oggetto di riflessioni».
    Riflessioni e attenzioni che i tre rappresentanti del mondo economico al fianco di Valori hanno proposto ad un pubblico nel quale erano presenti fra gli altri il presidente del Consiglio di amministrazione della Saint-Gobain, Jean-Louis Beffa, il direttore dell'Ice di Parigi, Leonardo Radicati, il presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri e il presidente di Credit Agricole, Renè Carron.
    Il produttore Ben Ammar ha proposto riflessioni a tutto campo, soprattutto su temi di politica internazionale, come la pace in Medio Oriente, il Mediterraneo e l'immigrazione. Sul Medio Oriente, ha sottolineato che il Nobel al presidente Barack Obama è stato «un modo di dire al presidente del più grande paese del mondo, fate in modo che l'anno prossimo si raggiunga la pace in Medio oriente».
    Sul Mediterraneo ha ricordato come il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia fatto «quello che mai nessuno aveva fatto prima, ha chiesto scusa per il passato dell'Italia in quel paese». Ed è questa la chiave, ha aggiunto, per risolvere anche i problemi di immigrazione: «il diritto a spostarsi, a viaggiare ha sempre fatto parte dell'umanesimo. Se l'Africa non conosce l'Europa, un giorno avremo tutti capi che non hanno viaggiato, come Saddam o Ahmadinejad».
    Per il presidente di Generali, Antoine Bernheim, «se si arriva a scambi importanti» fra l'Europa e l'Africa, «si ridurranno i flussi migratori e ci sarà maggior sviluppo nei paesi africani». Bernheim ha discusso anche un tema forte del libro di Valori, il futuro del petrolio: «non sarei così pessimista - ha detto - io penso che abbia ancora un futuro, anche se il prezzo del barile dovrebbe essere un pò più alto». Quanto alla crisi, per Bernheim si tratta di un problema «più grave del riscaldamento climatico» e «il pessimismo di Valori è più che giustificato».
    Il banchiere David de Rotschild ha osservato che «il mondo è passato vicinissimo al baratro» con questa crisi e che «è stato sfiorato il fallimento del sistema bancario. Ora - ha aggiunto - anche se il sistema bancario non è del tutto sano, ne è globalmente uscito». Per Rotschild, il mondo, dopo la caduta, si trova «in piano» ma non ancora all'uscita dalla crisi: «non bisogna fare gli ottimisti ad ogni costo. Fin quando si distruggono posti di lavoro non possiamo dire di avere la crisi dietro le spalle».
    Valori ha parlato di alcuni temi forti del suo libro, in cui - ha detto - «ho analizzato uno per uno, nella loro realtà attuale e nelle loro future implicazioni, gli elementi essenziali attorno ai quali ruotano i destini dell'umanità: il petrolio, la crescita demografica dei paesi in via di sviluppo, l'invecchiamento della popolazione del mondo occidentale, il riscaldamento globale e le attività finanziarie».

    L'opera, ha ricordato non dimentica aspetti «ideologici, culturali e religiosi» come la minaccia del fondamentalismo islamico, le ambizioni della Russia, l'ascesa di Cina e India e «soprattutto, il ruolo importante dell'Italia in Europa e nel bacino del Mediterraneo». Il futuro, per Valori, è «scrutare il mondo 'nelle nebbie del domanì», ha detto con riferimento «al titolo di un vecchio libro di Johann Huizinga». Un'attività che ha voluto divulgare con la sua opera e che «finora è stata un esercizio intellettuale utile ma ristretto a piccoli gruppi di intellettuali e di decisori politici ed economici».








    Vaticano: le carte mai lette del segretario dei misteri
    L’intervento sul sequestro brigatista del dc Ciro Cirillo, nel 1981. Gli accordi sugli appalti del G8. E poi riunioni nel gotha della finanza, affari milionari, strani furti. Ecco i documenti segreti di don Pietrino Principe, al servizio di cinque papi ed ex braccio destro del cardinal Sodano.
    L’interessamento del cardinale Leonardo Sandri all’assegnazione degli appalti del G8, i rapporti tra l’ex segretario di Stato Angelo Sodano e la famiglia Ligresti per la vendita di alcune proprietà del Vaticano, il ruolo dello Ior nella liberazione dell’assessore democristiano della Regione Campania Ciro Cirillo, sequestrato dalle Brigate rosse. Sono alcune delle scoperte fatte da Panorama consultando in esclusiva l’archivio di monsignor Pietrino Principe, morto il 25 agosto 2010. Principe ha lavorato nella segreteria di Stato al servizio di cinque papi, da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, per 42 anni. A questo sacerdote, originario di Acqui-Visone (Alessandria), era affidata la direzione dell’ufficio cifra. Era il custode dei segreti più sensibili del Papa e della curia romana. Dalla cifra partono tuttora i cablo in codice segreto destinati alle nunziature di tutto il mondo, con i documenti più riservati.
    Il monsignore, alto e dall’aspetto aristocratico, spesso con una sciarpa bianca di seta al collo, era anche il braccio destro del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Confidente, factotum ed emissario del porporato, Principe intratteneva rapporti con alcuni dei personaggi più in vista del mondo politico ed economico. Per questo il giorno della sua morte i gendarmi vaticani si sono presentati a casa sua, all’ultimo piano del Palazzo del sant’Uffizio, hanno prelevato il suo archivio personale e lo hanno trasferito in Vaticano, affidandolo all’archivio della segreteria di Stato. O almeno credevano di avere preso tutto. Perché in realtà una parte delle carte e degli appunti di Principe è rimasta in mano al medico del prelato: Giovanna Bergui, docente di cardiochirurgia e primario di fama (oggi in pensione) al Policlinico di Milano.
    Negli ultimi mesi della malattia Principe aveva nominato Bergui sua esecutrice testamentaria e Panorama, alla presenza della dottoressa, ha potuto consultare l’archivio mentre stava per essere inscatolato e trasferito ad Alba, in Piemonte, dove Bergui abita. C’è anche un giallo su questo archivio perché, secondo quanto riferisce l’esecutrice testamentaria, prima ancora che si presentasse la gendarmeria vaticana, e mentre Principe era già in ospedale, due uomini sono entrati nella sua casa con il pretesto di fare un intervento di manutenzione e avrebbero sottratto due valigie di documenti  riservati.
    Non si sa che cosa sia stato portato via, tuttavia i documenti che il monsignore e il suo medico hanno conservato sono una miniera di sorprese. A cominciare da un appunto, datato 25 marzo 2008. Quel giorno Bernardo Carchella, consigliere delegato dell’Impresa Carchella, trasmette a Principe una nota relativa alla proposta di appalti per l’organizzazione del G8 della Maddalena. La nota è conservata con il biglietto da visita di Carchella. L’appunto riporta l’elenco delle opere previste per il G8 per circa 300 milioni di euro. C’è un’annotazione: «I lavori saranno aggiudicati e gestiti tramite la struttura coordinata dall’ingegner Angelo Balducci». A margine, un appunto a matita di Principe: «Telefonato al cardinale Sandri, 83400, il 26 marzo 2008». Il monsignore dunque riceve l’elenco dei lavori della Maddalena e l’indicazione di chi dovrà gestire l’appalto. E il giorno seguente chiama il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali ed ex sostituto alla segreteria di Stato. Le ragioni sono tutte da spiegare.
    Un altro appunto riguarda un summit riservato, che si svolge la sera del 9 giugno 2001 in una saletta privé del ristorante Cesarina a Roma, tra il cardinale Sodano e il gotha della finanza italiana. Con il porporato si ritrovano Cesare Geronzi, Sergio Cragnotti, Antonino Ligresti e signora, Paolo Ligresti e signora, il nipote di Sodano, Guido (dirigente della Fonsai agricola di Ligresti), Massimo Pini e signora. Secondo la nota di Principe, in quella cena si parla della vendita della tenuta dell’Elemosineria apostolica a Roma e dello sviluppo delle aree del Vaticano ad Acquafredda. Quest’ultima operazione si è conclusa proprio nei mesi scorsi, dopo un’intesa con il Comune di Roma.
    Un terzo appunto potrebbe gettare invece una luce nuova sul sequestro Cirillo. Il 27 aprile 1981 a Torre del Greco (Napoli) un commando delle Br rapisce l’assessore. La trattativa per la liberazione dura 90 giorni con la partecipazione di funzionari dei servizi segreti, boss della camorra, terroristi ed esponenti della Dc. Fino alla liberazione di Cirillo, il 23 luglio 1981. Secondo le Br sarebbe stato pagato un riscatto di 1 miliardo 450 milioni di lire. Una storia ancora da chiarire. Ora spunta dall’archivio del braccio destro di Sodano un foglio a quadretti un po’ ingiallito, scritto a mano con inchiostro blu. La grafia è di Principe: «Il caso Cirillo l’ha risolto Valori prendendo soldi dalla Seat (Silvano) – Dardozzi – Fiat». Il foglio risale al 1994. Chi è il Valori citato in quelle poche righe? Si tratta di Giancarlo Elia Valori? Sullo stesso foglio ci sono altre note: «Valori – era al matrimonio del figlio di Gava». Poi c’è un altro schema: «Valori > Cina; Valori > Peron-Argentina; Valori > Ceausescu (presidente dal ’67) Romania; Valori > Gava > Napoli – caso “Cirillo” > Raffaele Lauro > Benincasa Carmine (antiquario) > Pascale > Tedeschi – Opus Dei; Valori > Andreotti».
    Principe non spiega quale potrebbe essere stato il coinvolgimento di Valori nel caso Cirillo. Non ci sono dubbi invece che il Silvano indicato accanto alla voce Seat sia Francesco Silvano, fino al 1992 amministratore delegato della controllante Stet e futuro braccio destro del cardinale Crescenzio Sepe. Da notare il riferimento all’ingegnere Renato Dardozzi, sacerdote dell’Opus Dei, che negli anni del sequestro Cirillo lavorava allo Ior ed era amico di Principe. A suo tempo il giudice istruttore Carlo Alemi aveva ipotizzato il coinvolgimento della banca vaticana nel caso Cirillo. Il riferimento alla Fiat lascia invece intuire un coinvolgimento dell’azienda torinese nella liberazione. Non va dimenticato infatti che proprio il giorno seguente la liberazione di Cirillo venne riconsegnato dai brigatisti anche il dirigente dell’Alfa Romeo Renzo Sandrucci. Sono documenti preziosi per ricostruire l’intreccio tra il Vaticano e il mondo politico-finanziario, da Karol Wojtyla a Joseph Ratzinger.



















    Intervista con il professor Giancarlo Elia Valori
    Una conversazione con il Professor Giancarlo Elia Valori, un esperto di politica internazionale, discutere alcune delle zone più importanti del pianeta. Si parla di Cina, Regno Unito e usa le relazioni e il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo.
    "Il professor Giancarlo Elia Valori è un economista italiano eminente e uomo d'affari, un professore universitario e un acuto osservatore della situazione politica ed economica internazionale. Nel corso della sua lunga carriera ha ricoperto numerosi incarichi ad alto contenuto di prestigiose aziende italiane ed estere. Attualmente presiede" La Centrale Finanziaria Generale SpA ", la Fondazione Laboratorio per la Pubblica Amministrazione e la delegazione italiana della Fondazione Abertis. Egli è anche il presidente onorario di Huawei Italia, consigliere economico del gigante cinese HNA Group, consigliere di Khashoggi Holding e titolare delle cattedre importanti al prestigioso università come Yeshiva University di New York, l'Università Ebraica di Gerusalemme e l'Università di Pechino.
    Nel 1992 è stato nominato Officier de la Légion d'Honneur de la République Française, con questa motivazione: "Un uomo che può vedere oltre le frontiere per comprendere il mondo". Dal 11 Maggio 2001, è un ambasciatore di buona volontà dell'UNESCO per i suoi meriti generosamente trascorsa nella difesa e nella promozione del patrimonio immateriale. Nel 2002 ha ricevuto il titolo di "Onorevole" dell'Académie des Sciences de l'Institut de France ".
    Asia
    Nel mese di novembre 2014, i mercati azionari di Shanghai e Hong Kong hanno lanciato un ambizioso programma di collegamento tra i due centri finanziari. Secondo la vostra opinione, che trarrà i maggiori vantaggi?
    Il collegamento tra i due centri finanziari, Shanghai e Hong Kong, è un evento storico per i mercati internazionali perché apre la strada per l'ulteriore internazionalizzazione dello yuan, contribuendo a rafforzare gradualmente la leadership mondiale per lo sviluppo finanziario della Cina continentale . Questa partnership, che ha suscitato grandi aspettative tra le autorità finanziarie asiatiche, sarà favorevole per un mercato dei capitali più aperto, favorendo così l'emergere di Hong Kong come centro finanziario internazionale.
    Il Presidente Giancarlo Elia Valori con l'ex segretario generale del Partito comunista cinese e il presidente della Repubblica popolare cinese Jiang Zemin
    Possa questa connessione essere considerato come una minaccia per Tokyo, essendo la terza più grande mondo di borsa per capitalizzazione di mercato, dopo New York e Londra?
    E non è una minaccia a Tokyo, ma la collaborazione tra i centri finanziari di Hong Kong e Shanghai, ha infatti dato alla luce la terza borsa valori del mondo e il primo in Asia. Così il mercato azionario giapponese, che era al terzo posto dopo quelli di New York (NYSE e NASDAQ), è stato superato da un concorrente asiatico dopo 40 anni. Inoltre si prevede che in futuro si assisterà alla ulteriore allargamento di Shenzhen in Borsa, che consentirebbe ai tre mercati insieme per raggiungere una capitalizzazione di circa 7000 miliardi di dollari.
    Il Presidente Giancarlo Elia Valori con l'attuale primo classificato il Vice Premier della Repubblica Popolare Cinese, Zhang Gaoli
    Quale dei grandi megalopoli asiatiche diventerà il più influente in termini economici e politici?
    Hong Kong diventerà il più influente.
    UK & USA
    Secondo alcuni esperti del settore , London mira a diventare il centro mondiale della finanza , con o senza l'approvazione di Washington .
    - Secondo lei , accadrà questo ?
    - Potrebbe il rapporto speciale che lega questi due paesi subire un deterioramento ?
    I locali che Londra diventerà il centro mondiale della finanza ci sono tutti , per una serie di motivi . Ricordo che a Londra , per il suo passato non così lontano come potenza mondiale , ha mantenuto una forte ramificazione di sua presenza in molti paesi. Se questo è combinato con l'uso globale del suo linguaggio e la massiccia presenza di persone fisiche , imprese e fondi finanziari da tutti gli angoli del mondo , credo che Londra diventi - naturalmente - il centro mondiale della finanza , senza alcuna approvazione o deterioramento le relazioni con gli Stati Uniti .
    Il Presidente Giancarlo Elia Valori con Shimon Peres e James David Wolfensohn , Presidente Emerito , rispettivamente , dello Stato di Israele e la Banca mondiale
    Italiana, mediterranea e asiatica Infrastructure Investment Bank (AIIB)
    L'Italia, considerando la sua posizione strategica nel Mediterraneo, potrebbe ritagliarsi un ruolo importante.
    - Come può l'influenza italiana nel Mediterraneo aumenterà? Con o senza l'approvazione di Washington?
    - Potrebbe la possibile espansionismo italiano scontrarsi con gli interessi francesi?
    - Vedete come positivo l'adesione in Italia per l'infrastruttura di Asian Investment Bank (AIIB), promosso da Pechino, tenendo conto della crescente importanza della Cina nel Mediterraneo?
    Certo. Ho sempre affermato che l'Italia, grazie alla centralità esclusiva del suo territorio, potrebbe ritagliarsi un ruolo di primo piano nel Mediterraneo, perché, in ultima analisi, il Mare Nostrum ha riacquistato il peso che merita nel commercio internazionale. Si tratta di una rivalutazione che dà un ruolo speciale e importante per l'Italia: una condizione unica che lo rende un punto di incontro tra l'Europa continentale e il Mediterraneo, così come un ponte tra Oriente e Occidente nel nostro quadrante. Invece la nostra costa centrale, visto come il cardine per il resto del Mediterraneo, avrebbe permesso la nascita di una regione, da Roma al Sud, di una forte cooperazione marittima internazionale con la possibilità di portare al rafforzamento dei porti e città, e per facilitare una rete regionale mediterranea di infrastrutture, necessarie per dare forza e nuove dimensioni per il turismo nautico e il trasporto marittimo. A mio modesto parere, credo che questa pianificazione, istituito dalla centralità esclusiva del nostro territorio nell'area del Mediterraneo, non pregiudica in alcun modo compromesso gli interessi della Francia.
    Il Presidente Giancarlo Elia Valori con il finanziere franco-Tunisien Tarak Ben Ammar, Egli è anche il Vice Presidente del Gruppo LaCentrale
    Così l'Italia ha il potenziale per diventare una logistica naturale e piattaforma marittima nel cuore del Mediterraneo, attraverso la creazione di un aggiornamento dell'infrastruttura funzionale del sistema portuale nazionale, insieme con una politica efficace finalizzata allo sviluppo della logistica, che va dal l'industria manifatturiera e prosegue con merci, i porti e le compagnie di navigazione. Che si sta concentrando su strade e ferrovie intermodali, nonché attuare strutturati, azioni mirate a spingere le nostre aziende a processi di proiezione sui mercati esteri, soprattutto in quelle aree in cui la qualità italiana e la presenza, in termini imprenditoriali sono forti: aerospaziale, automobilistico, agroalimentare, abbigliamento. A questo proposito, ritengo molto importante l'adesione d'Italia, insieme al Regno Unito, la Francia e la Germania, per la nuova Banca asiatica sotto la guida cinese, chiamato Infrastructure Asian Investment Bank (AIIB). Questo perché Pechino sta lavorando ad un "via della seta marittima", che partirà dalla provincia cinese del Guangdong, passando attraverso lo Stretto di Malacca, l'Oceano Indiano, il Corno d'Africa e il Mar Rosso, arriverà nel Mediterraneo e fino a Venezia.
    ---> http://One-Europe.info/Interview-with-Prof-Giancarlo-Elia-valori









    Nuovo “Convivio” dell’Associazione Risorgere, con Giancarlo E. Valori, Oliviero Diliberto e Sergio Santoro. Al Castello dell'Oscano incontro su “Legge, Eguaglianza, Certezza del Diritto, Democrazia” | Dieci domande sul tema al Prof. Valori ---> http://goo.gl/M9gRbb
    Componente ANAC ---> http://goo.gl/OyW0b0
    Esplora il significato del termine: Appalti. Parla il presidente commissariato: «Con Cantone non cambierà niente»Appalti. Parla il presidente commissariato: «Con Cantone non cambierà niente» ---> http://goo.gl/SyIGQh








    ItaliaOGGI: Giancarlo Elia Valori & Garofano

    Si fa tutto in salita il matrimonio tra La Centrale Finanziaria Generale (Lcgf) guidata da Giancarlo Elia Valori e Industria e Innovazione (IndIn), la quotata presieduta da Giuseppe Garofano. La ratifica della progettata aggregazione fra le due realtà, entrambe alle prese con conti difficili e con la necessità di rifocalizzare i business, sta slittando di mese in mese dopo che le trattative erano partite nella scorsa primavera. E Garofano ha iniziato a prendere in considerazioni altre partnership, mentre non cessa di ristrutturare IndIn chem, nei primi nove mesi di quest'anno, ha visto un ebitda negativo per 7,7 milioni di euro e una posizione finanziaria netta negativa per oltre 46,2 milioni. L'aggregazione con La Centrale di Valori avrebbe dovuto dar vita a una Siiq, riequilibrando la struttura patrimoniale e finanziaria delle due società. Si è arrivati molto avanti nel negoziato e ad una bozza di contratto, ma negli ultimi giorni Valori ha fatto una parziale marcia indietro sull'apporto di liquidità a supporto dei fabbisogni funzionali del piano di risanamento. È molto probabile che sulla retromarcia di Valori abbiano pesato le frizioni esistenti nell'azionariato di Lcfg, dove gli Amenduni col 18% sono in una posizione critica verso il presidente. Garofano deve quindi ora andare avanti da solo e non esclude di ricapitalizzare IndInv mediante l'ingresso di nuovi soci.








    09/04/2013 - TORNO
    Chiuse le indagini sul crac. Giancarlo Elia Valori e Bulgheroni tra gli indagati
    TORNO - Chiuse le indagini sul crac. Giancarlo Elia Valori e Bulgheroni tra gli indagati
    Il pm Luigi Orsi ha terminato le investigazioni sulla società di costruzioni in fallimento per un buco da 150 milioni di euro. Tra i nomi coinvolti, anche l'ex presidente fino al 2008, Giancarlo Elia Valori e l'industriale argentino Carlo Bulgheroni---> http://goo.gl/hMIKR0

    Questa per esempio l'ha "schivata" come quella Alitalia...
    Ecco anche Carlos Alberto Bulgheroni altro bel personaggio: http://www.lacentralegroup.it/it/partners
    (ultima foto sotto... partners: GEV fra Bulgheroni e Palenzona).







    Centrale Finanziaria: accordo trasformazione Industria e Innovazione in Siiq
    (AdnKronos) - Centrale Finanziaria Generale, presieduta da Giancarlo Elia Valori, ha sottoscritto un importante accordo per la trasformazione di Industria e Innovazione, società quotata a Piazza Affari, in Siiq (Società di investimento immobiliare quotata).
    L?accordo, si legge in una nota, è sottoposto ad alcune condizioni, tra le quali l?intesa con i creditori di Industria e Innovazione (finanziari, obbligazionisti, terzi) nell?ambito di un piano ex art.
    67 legge fallimentare.
    In tale quadro sono previsti apporti di immobili a reddito da parte di privati, in modo tale che il portafoglio immobiliare risultante sia in grado di remunerare il capitale di rischio della nuova Industria e Innovazione. Il piano prevede un apporto di cassa per 1,5 milioni di euro, derivante dalla cessione di attivi o da aumento di capitale in opzione, garantito da alcuni soci attuali di Industria e Innovazione e prospettici (La Centrale Finanziaria Generale e alcuni suoi soci).
    La Centrale Finanziaria Generale, all?esito dell?operazione, verrà a detenere il controllo di diritto di Industria e Innovazione, con l?esenzione dall?obbligo di opa.
    Contestualmente, la stessa merchant bank guidata da Giancarlo Elia Valori ha inoltre acquisito da Serenissima Partecipazioni il 27% del capitale di Serenissima SGR, elevando così al 78% il suo controllo sulla società veronese.
    Serenissima SGR, tra l?altro, su impulso dell?azionista di maggioranza, La Centrale Finanziaria Generale, ha anche chiuso brillantemente l?acquisizione di otto fondi di Est Capital, con un patrimonio aggregato di circa 500 milioni di Euro.
    Con questa operazione la Serenissima SGR fa salire le masse gestite a 1,8 miliardi di Euro, incrementando così il suo già pregiato parterre di investitori istituzionali, che spazia tra fondazioni, enti previdenziali e importanti esponenti dell?imprenditoria.








    CREDIT MUTUEL, VIVENDI, VINCENTE BOLLORE'... (Giancarlo Elia Valori):
    Francia, Bolloré accusato di aver fatto censurare un documentario
    Un film accusa Crédit mutuel. Il patron di Vivendi lo censurò su Canal+.
    Un editore, un'inchiesta censurata, e una banca amica. Sono gli ingredienti della storia che vede sotto accusa Vincent Bolloré, patron di Vivendi, che avrebbe personalmente bloccato un documentario sul Crédit mutuel. Secondo quanto rivelato da Mediapart, il film, Évasion fiscale, une affaire française, doveva essere trasmesso il 18 maggio su Canal+, all'interno del programma Spécial investigation, ma non è mai andato in onda. TELEFONÒ A BELMER. Venuto a conoscenza dei contenuti dell'inchiesta, che accusava Crédit mutel di aver messo in piedi un sistema per evadere il fisco utilizzando le sue sedi in Svizzera e nel Principato di Monaco, Bolloré avrebbe chiamato personalmente l'allora direttore generale di Canal+, Rodolphe Belmer, e posto il suo veto.
    I legami tra Vivendi, che il 12 maggio aveva annunciato l'Opa per prendere il controllo totale di Canal+, e il Crédit mutuel sono noti. Tra il gruppo e la banca ci sono diversi interessi comuni. Ed è stata proprio quella banca a fornire le garanzie per l'Opa su Canal+. L'AUTORE: «NON MI ERA MAI CAPITATO PRIMA». «In 15 anni non mi era mai capitata una censura così chiara e brutale», ha commentato Jean-Pierre Canet, autore del documentario, a Mediapart, «Non è stato possibile negoziare o trovare un accordo con la direzione o l'azionista principale di Canal+».
    Né Bolloré né Vivendi hanno voluto commentare le accuse. Contro Crédit mutuel, nel 2014, è stata aperta un'inchiesta giudiziaria per frode fiscale.






    SERENISSIMA SGR - Prove di risanamento in casa di Elia Valori
    Prove di risanamento per la Centrale Finanziaria, presieduta da Giancarlo Elia Valori che nell'ultimo bilancio (2013) ha perso quasi 10 milioni di euro mentre dal capitale sono usciti sia Assicurazioni Generali sia Allianz e le quote sono state rilevate parzialmente dal costruttore Pierluigi Toti che oggi detiene il 18,6%. La prima partita aperta riguarda la partecipazione più importante della holding, cioè il 51% nella Serenissima sgr, presieduta da Luca Galli e guidata da Luca Giacomelli, nel cui board in quota della Centrale siedono Vittorio Fini e Armando Maffeis.
    La società di gestione di otto fondi immobiliari, con asset per 1,3 miliardi di euro, sta puntando in queste settimane a rilevare gli attivi di Est Capital sgr, un'altra società di gestione di venti fondi chiusi (immobiliari, di social housing e di energie alternative) finita recentemente in amministrazione straordinaria dopo alcune burrascose vicende che hanno coinvolto l'ex management guidato da Gianfranco Mossetto. L'accorpamento tra Serenissima sgr ed Est Capital sgr consentirebbe di rafforzare la massa d'urto del veicolo controllato dal gruppo di Valori, di cui altri soci sono Serenissima Partecipazioni (emanazione di A4 Holding), Banca Popolare di Vicenza, Banca Mediolanum, Ubi e Banco Popolare.
    La seconda partita in corso riguarda il riassetto dell'altra partecipazione della Centrale, il 20% nella Centax, società che fornisce servizi di accettazione assegni per la grande distribuzione. Il socio di controllo di Centax è la Somar di Maffeis, che in Centrale ha il 9,3% ed è componente del comitato esecutivo. La partecipazione del gruppo di Valori, costata 8 milioni, è già stata svalutata a 5 milioni e la società ha chiuso il 2014 in perdita, pur fatturando oltre 8 milioni. Di qui la necessità di trovare un nuovo azionista, dopo che Centax fra l'altro ha appena pagato una sanzione di 270 mila euro dopo una verifica fiscale. «Risulta determinante - ha spiegato il presidente Maffeis ai soci - avere un rapporto industriale consolidato e duraturo con un'entità del mondo bancario, che possa supportare la crescita del fabbisogno». Ed è lo stesso Maffeis a comunicare che i già esistenti rapporti con Cofidis del gruppo bancario francese Credit Mutuel potrebbero portare nei prossimi mesi «anche ad accordi di natura societaria».





    Otto nuovi fondi di Est Capital a Serenissima SGR
    I fondi sono investiti nel settore immobiliare core e value added oltreché nel settore delle energie rinnovabili.
    Dopo un anno di trattativa, Serenissima SGR subentra nella gestione di 8 fondi di Est Capital in amministrazione straordinaria con un patrimonio aggregato di circa 500 milioni. I fondi sono investiti nel settore immobiliare core e value added oltreché nel settore delle energie rinnovabili. Con questa operazione, Serenissima SGR di Verona, con masse gestite per circa 1,8 miliardi, incrementa il suo già pregiato parterre di investitori istituzionali che spazia fra fondazioni, enti previdenziali ed importanti esponenti dell’imprenditoria.
    La fase conclusiva del percorso, avviato su impulso dell’azionista di maggioranza La Centrale Finanziaria Generale, guidata da Giancarlo Elia Valori, è culminata con le assemblee dei sottoscrittori dei fondi, in ossequio alle modalità di subentro nelle gestioni di fondi, che hanno già tutte deliberato a favore del nuovo gestore così come gli Istituti di credito sotto l’occhio vigile di Banca di Italia. Serenissima SGR, a seguito di questa articolata operazione, assumerà anche nuove risorse funzionali al potenziamento della struttura organizzativa adeguandola alle aumentate dimensioni operative.
    "È un'operazione auspicata, studiata da tempo, valutata in tutti i suoi risvolti ed è soprattutto sintonica alle linee strategiche previste dal nostro piano industriale", dichiara Luca Giacomelli, ad di Serenissima SGR, che ha chiuso il bilancio 2014 con un sensibile incremento delle commissioni di gestione, con un EBITDA del 38% ed un utile netto del 21%. "Con l'arrivo dei nuovi fondi", sottolinea infine Giacomelli, "vi saranno anche nuove sfide e qualche complessità in più da gestire ma per Serenissima si apre anche la sfida di proseguire nella linea che abbiamo sempre mantenuta, ovvero di contemperare gli interessi dei clienti con la creazione di valore, aumentando le masse gestite per arrivare a dimensioni oggi ritenute più idonee per uno sviluppo costante e ordinato del business. Da qui la nostra apertura misurata anche verso nuovi dossier".








    Etruria, banca spolpata tra fidi ai consiglieri e yacht "fantasma"
    "Come è umano lei!" Se non ci fosse già la mestizia per un morto suicida, verrebbe da usare le parole di Giandomenico Fracchia ne "La belva umana" per giudicare "le misure di tipo umanitario" annunciate dal ministro Pier Carlo Padoan a favore dei risparmiatori più poveri, il parco buoi che con le obbligazioni "subordinate" di quattro banche ha perso tutto.
    Ruggisce la Chimera di Arezzo verso i 13 ricchi ex amministratori e 5 ex sindaci di Banca Etruria che invece probabilmente non restituiranno mai i 185 milioni che si sono auto-concessi con 198 posizioni di fido finiti in " sofferenza" e in "incaglio", settore che in banca curava Emanuele Boschi, fratello del super-ministro Maria Elena. Né, visti i precedenti, restituiranno i 14 milioni riscossi di gettoni negli ultimi cinque anni. Figurarsi poi i 20 primi "sofferenti" per oltre 200 milioni. A cominciare da Francesco Bellavista Caltagirone dell'Acqua Antica Pia Marcia, "un dono fatto all'Urbe dagli dei"(Plinio il Vecchio) esposta con le sue controllate per 80 milioni o la Sacci (40 milioni) della famiglia Federici, passata adesso all' Unicem, o la Finanziaria Italia Spa del Gruppo Landi di Eutelia (16), o ancora la Realizzazioni e Bonifiche del Gruppo Uno A Erre (10,6) , l'Immobiliare Cardinal Grimaldi, titolare di un mutuo di 11,8 milioni a 40 anni, una durata che non esiste sul mercato, e l' Acquamare srl (17,1) sempre del gruppo Bellavista Caltagirone.
    Tra le storie più deliranti tra quelle nelle quali ci si imbatte percorrendo i sentieri delle quattro banche fallite, la più sconclusionata è quella del panfilo più lussuoso al mondo che doveva essere costruito dalla Privilege Yard Spa a Civitavecchia, lungo 127 metri e già opzionato – si diceva - da Brad Pitt e Angelina Jolie.
    Dal 2007, quando fu costituito il pool di banche capeggiato dall'Etruria, esiste solo il rendering della nave di carta e la società è fallita con un buco di 200 milioni.
    L'inventore del bidone si chiama Mario La Via, che si definisce "finanziere internazionale", e che esibiva come suoi soci l'ex segretario generale dell'Onu Perez de Cuellar, il sultano del Brunei e Robert Miller, azionista di Louis Vuitton e CNN. L'inaugurazione del cantiere fu benedetta dal cardinale Tarcisio Bertone. Nel consiglio figuravano Mauro Masi, ex direttore generale della Rai, Giorgio Assumma, ex presidente della Siae, e il tributarista Tommaso Di Tanno.
    Per non farsi mancare niente, tra gli sponsor c'era anche Giancarlo Elia Valori, l'unico massone espulso a suo tempo dalla P2 di Licio Gelli.
    D'altro canto, la Banca Etruria è da lustri teatro dello scontro e anche degli incontri d'interessi tra finanza massonica e finanza cattolica. Quasi tutte storie che vengono dalla notte dei tempi.
    La Banca dell'oro, come era chiamata per il ruolo nel mercato dei lingotti, nasce nel 1882 in via della Fiorandola come Banca Mutua Popolare Aretina. Ma è cent'anni dopo, nel 1982, che comincia l'espansione con l'acquisto della Popolare Cagli, della Popolare di Gualdo Tadino e della Popolare dell'Alto Lazio, feudo di Giulio Andreotti che era sull'orlo del default. E comincia il trentennio del padre-padrone Elio Faralli, classe 1922, massone, che rinunciò alla presidenza con una buonuscita di 1,3 milioni e un assegno annuale di 120 mila euro perché a 87 anni non facesse concorrenza alla sua ex banca. Scomparso nel 2013 e sostituito dal cattolico Giuseppe Fornasari, ex deputato democristiano, Faralli sponsorizzò tutte le prime venti operazioni in sofferenza di cui abbiamo dato conto, salvo 20 milioni deliberati ancora per la nave di carta durante la presidenza Fornasari. Risale poi al 2006 l'acquisto di Banca Federico Del Vecchio. Doveva essere la boutique bancaria che portava in Etruria i patrimoni delle ricche famiglie fiorentine, ma si è rivelata un buco senza fondo. Un giorno Faralli si rinchiuse da solo in una stanza col presidente della Del Vecchio e ne uscì con un contratto di acquisto per 113 milioni, contro una stima di 50, mentre mesi fa veniva offerta in vendita a 25 milioni.
    "La Banca Etruria non si tocca," andava proclamando il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, nipote del leader storico della Democrazia Cristiana Amintore e figlio del leader locale Ameglio, alla vigilia di lasciare l'incarico per trasferirsi nella poltrona di membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Un sindaco aretino, chiunque egli fosse, era costretto a difendere "per contratto" l'icona bancaria cittadina, 186 sportelli e 1.800 dipendenti, con un modello fondato su un groviglio di interessi intrecciati tra loro. Lo stesso modello ad Arezzo, come nelle Marche, a Chieti e Ferrara, con banchieri improvvisati, politici locali, imprenditori, azionisti, grandi famiglie feudatarie, truffatori, a spese dei piccoli correntisti spinti ad acquistare prodotti a rischio per loro incomprensibili. Ma il mito della banca semplice, radicata sul territorio, per clienti semplici, dove tutti si fidano, si è infranto definitivamente un mercoledì del febbraio scorso, quando ad Arezzo di fronte ai capi- area convocati per avere comunicazione dei tragici dati di bilancio irrompono due commissari nominati dalla Banca d'Italia, Riccardo Sora e Antonio Pironti. Il presidente vuole annullare la riunione , ma i commissari dicono: "No, la riunione la facciamo noi." E di fronte ai dirigenti esordiscono così: "Qualcuno in Consiglio d'amministrazione insiste nel non voler capire bene la situazione". E dalla sala si alza un commento:"Meglio i commissari che il geometra", che non è altri che il presidente commissariato Lorenzo Rosi, affiancato dal vice Pier Luigi Boschi. Ma la Banca d'Italia finalmente muscolare non fa miglior figura. Passano due o tre giorni e si scopre che il commissario di Bankitalia Sora è indagato a Rimini, dove era stato commissario della locale Cassa di risparmio per l'acquisto di azioni proprie "a un prezzo illecitamente maggiorato".
    Adesso, con il pellegrinaggio di ieri ad Arezzo di Matteo Salvini ed altri raccogliticci salvatori della patria, le polemiche tutt'altro che ingiustificate sulla Banca d'Italia, che era finora un tabernacolo inviolabile, si spostano dritte dritte sul governo Renzi. Il capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo evoca i 238 miliardi di aiuti alle banche messi dalla Germania, che poi ha promosso i vincoli per impedire interventi analoghi agli altri paesi, contro il nostro miliardo. E lamenta gli inadeguati poteri d'intervento e sanzionatori. Ma non spiega perché il commissariamento non fu fatto dopo la terribile ispezione del 2010 o dopo quelle altrettanto tragiche del 2013 e 2014. Quanto al governo, ci ha messo non più di venti minuti per approvare il Salva-banche. Ma, attenzione. Così com'è, c'è chi teme che rischi di provocare altri monumentali guai.
    Ex amministratori e sindaci si sono auto concessi prestiti per 185 milioni oltre a gettoni di presenza da 14 milioni in 5 anni I primi 20 prestiti in sofferenza ammontano a 200 milioni. Tra i beneficiari la famiglia Federici e Bellavista Caltagirone.
    Un azionista della Banca dell'Etruria all'assemblea organizzata dai consumatori









    PRESENTE ANCHE NEL CDA DI LabPA


    1° Master Anticorruzione di II livello
     La Global Management Group e la Fondazione Lab PA sono partner dell’Università di Roma Tor Vergata nel 1° Masteranticorruzione (MAC), approvato dal Senato Accademico dell’Università, con il coordinamento del Prof. Gustavo Piga.
    L’iniziativa, sostenuta anche dal Presidente dell’ANAC Raffaele Cantone, si inserisce nel percorso più complessivo che l’Italia sta avviando verso una crescita durevole e sostenibile anche tramite la lotta concreta al fenomeno della corruzione, che ostacola l’attività delle imprese e delle amministrazioni pubbliche e che genera distorsioni nell’allocazione delle risorse, rendendo impossibile la costituzione di un ambiente favorevole all’innovazione, all’occupazione e allo sviluppo, riducendonei fatti la possibilità di crescita dell’economia.
    Il Master in Anticorruzione di II livello risponde all’esigenza di creare professionisti esperti in grado di supportare imprese private ed amministrazioni pubbliche negli adempimenti normativi e nella realizzazione di sistemi di controllo organizzativo/gestionali idonei a ridurre l’incidenza dei fenomeni devianti, contribuendo a diffondere la cultura della trasparenza ed integrità. Esso è rivolto a neolaureati, professionisti e dipendenti di aziende private e pubbliche che intendono ottenere tutti gli strumenti, non solo giuridici, ma anche organizzativi e gestionali, necessari al contrasto della corruzione.
    Per maggiori informazioni: www.masteranticorruzione.it

    CHI SIAMO
    Home Chi Siamo
    Organi della Fondazione
    Soci fondatori   [ + ]
    Presidente Onorario   [ + ]
    Consiglio di Amministrazione   [ + ]
    Cav. Giancarlo Elia Valori (Presidente)
    Roberto Piccinini (Vicepresidente) - Curriculum
    Ruggero Battisti - Curriculum
    Francesco Vaccaro
    Flaviano Bruno - Curriculum
    Andrea Guarino
    Segretario Generale   [ + ]
    Ufficio di Presidenza   [ + ]
    Collegio dei Revisori   [ + ]
    Comitato Scientifico   [ + ]

    La Fondazione LAB-PA collabora con enti pubblici e privati al fine di “fare rete”, creare positive sinergie e qualificare le attività della Fondazione stessa. Attraverso tali relazioni intendiamo sviluppare il dibattito riguardo la riorganizzazione e l'efficientamento della Pubblica Amministrazione.
    Al momento, partner della Fondazione sono:
      http://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/174869_288084461235839_1759441473_n.jpghttp://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/o_31350.jpghttp://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/z5C53GFt.jpeg
    http://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/aisveclogo.jpghttp://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/Banca-Popolare-Mediterraneo.pnghttp://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/banner-300x166.jpg
    http://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/takeda.jpghttp://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/technomid.jpg
    http://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/prova.png
    http://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/gmglogo_new.pnghttp://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/italrevi_logo.jpghttp://www.gmggroup.it/immagini_fckeditor_lab-pa/LOGO%20Legalit%20blu.jpg
    I convegni realizzati si sono svolti, inoltre, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio di:
    • Ministero Affari Esteri
    • Regione Lazio
    • Provincia di Roma
    • Comune di Roma
    • Università “La Sapienza” di Roma

    Diventa partner della Fondazione
    La Fondazione porta avanti le proprie attività unicamente grazie all'apporto di idee, all'impegno e al sostegno economico dei propri soci. Dato il forte successo raggiunto in questo primo periodo di attività, intendiamo ricercare il contributo e la partecipazione attiva anche di quanti - singoli cittadini, associazioni ed imprese - ritengono come noi il tema dello sviluppo, del miglioramento e dell’efficientamento della PA cruciale per il rilancio dell’intero Paese. 
    Chi è intenzionato a partecipare alle nostre attività può acquisire la qualifica di “Amico della Fondazione” e di “Partner strategico”, con l’obiettivo di rafforzare le sinergie con la Fondazione “facendo rete” e strutturando collaborazioni stabili e continuative; può quindi compilare e farci avere l’allegato modulo, unitamente al contributo previsto, che ci aiuterò a coprire i costi della nostra attività.










    Camera dei Deputati – 5-07700 – Interrogazione a risposta in commissione presentata dall’On. Daniele Pesco (M5S) ed altri il 08 Febbraio 2016.
    PESCO, VILLAROSA, ALBERTI, CANCELLERI, DELLA VALLE, CASTELLI, TRIPIEDI, COMINARDI, CIPRINI, CHIMIENTI, LIUZZI, BONAFEDE, SIBILIA e TERZONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
    Si intendono riprese e richiamate le premesse espresse nell’interrogazione n.4/08511 del 20 marzo 2015, ancora senza una risposta; all’interrogazione n. 5-05097 presentata dalla deputata Fabiana Dadone, in particolare al quesito «se il Ministro dell’economia e delle finanze abbia svolto un’istruttoria a seguito della proposta di Banca d’Italia di sciogliere gli organi di Bene Banca e, in caso contrario, quali siano le motivazioni per la mancata istruttoria», il sottosegretario per l’economia e le finanze Pier Paolo Baretta, solo il 29 ottobre 2015 dichiara: «… Al riguardo, la Banca d’Italia ha fatto presente che Bene Banca è stata posta in amministrazione straordinaria con decreto ministeriale del 26 aprile 2013 per gravi irregolarità nell’amministrazione e gravi violazioni normative, ai sensi dell’articolo 70, comma 1, lettera a) del Testo Unico Bancario. Gli accertamenti ispettivi condotti presso l’intermediario dal 28 novembre 2012 al 15 febbraio 2013 avevano posto in luce rilevanti anomalie nella governance, marcate irregolarità nella gestione di importanti relazioni d’affari e gravi carenze nel presidio dei rischi di credito, di non conformità e reputazionali. L’attività condotta dagli Organi Straordinari nel corso della procedura è stata principalmente diretta all’accertamento della situazione aziendale, alla rimozione delle irregolarità riscontrate e all’individuazione della soluzione della crisi. Il 31 maggio 2014, la procedura di amministrazione straordinaria si è conclusa con la restituzione della Bee alla gestione ordinaria.». Riportando le parole di Banca d’Italia ed evitando di rispondere all’esplicito quesito, il Governo, a giudizio degli interroganti, conferma la mancanza dell’istruttoria prevista e d’aver lasciato quindi carta bianca alla discrezionalità degli organi di Banca d’Italia, banca privata al pari della Banca centrale europea. Il Ministero quindi, sulla sola base del provvedimento deliberato da Banca d’Italia, emette un decreto per il commissariamento di Bene Banca in virtù anche di non meglio specificate cause «reputazionali». Appare curioso, preoccupante, che una banca possa essere commissariata non per conflitti di interesse e esplicite violazioni di diritto, ma per problemi «reputazionali» e vaghe «anomalie». Nella stessa risposta, lo stesso sottosegretario, riportando elementi informativi della Banca d’Italia prosegue con: «In ordine alle circostanze richiamate nell’interrogazione parlamentare relativamente al dottor Duso e al professor Ossola, la Banca d’Italia ha precisato che nella selezione dei componenti degli organi per le procedure di gestione delle crisi, oltre a tenere conto della professionalità e dell’indipendenza dei soggetti candidati, considera ulteriori elementi quali: – la ricorrenza di fattispecie rientranti nelle previsioni dei decreti del Ministro del tesoro concernenti i requisiti di onorabilità degli esponenti aziendali; – l’esistenza di sentenze penati di condanna, anche non definitive; – l’irrogazione di sanzioni amministrative nel settore creditizio, finanziario, mobiliare o assicurativo; – lo svolgimento, per almeno due esercizi precedenti l’adozione dei relativi provvedimenti, di funzioni di amministrazione, direzione e controllo in società sottoposte a fallimento o a procedure equiparate. A tal fine, al momento dell’accettazione dell’incarico di vigilanza, gli interessati sono chiamati a riferire su qualsiasi circostanza che possa condurre alle situazioni richiamate, impegnandosi a dare immediata comunicazione della eventuale sopravvenienza delle stesse nel corso dell’espletamento dell’incarico. Quanto al presunto conflitto di interessi in capo al dottor Duso – che all’epoca del commissariamento ricopriva anche la carica di amministratore delegato della Marzotto Sim, partecipata per il 9,8 per cento dalla Banca Popolare di Vicenza – il Commissario, successivamente all’avvio della procedura straordinaria, in considerazione dell’accresciuto rischio di ritiro dei depositi da parte della clientela, ha ritenuto di incrementare le controparti presso cui detenere depositi prontamente monetizzabili e adeguatamente remunerati. Dopo aver esaminato le offerte di diversi istituti di credito per lo sviluppo di partnership commerciali, è stato aperto un c/c di corrispondenza con la Banca Popolare di Vicenza, in considerazione delle favorevoli condizioni economiche accordate dall’intermediario (tasso d’interesse dell’1, 75 per cento, senza vincoli temporali). Per quanto attiene al professor Ossola, a seguito dell’adozione di un provvedimento sanzionatorio a suo carico da parte della Consob avvenuta il 6 dicembre 2013, lo stesso ha proceduto a darne immediata informativa alla Banca d’Italia e in data 25 gennaio 2014 ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Presidente del Comitato di sorveglianza di Banca delle Marche, in a. s. Con riguardo, invece, all’incarico nel Comitato di Sorveglianza di Bene Banca, l’istituto ha ritenuto rilevante la circostanza che la procedura si trovasse già in fase conclusiva». Relativamente agli adeguamenti normativi in tema di conflitto d’interesse, la Banca d’Italia ha comunicato che i relativi presidi sono stati di recente ulteriormente rafforzati in occasione del recepimento nell’ordinamento italiano della CRD IV (Capital Requirements Directive). In particolare, l’articolo 53, comma 4 del decreto legislativo 385 del 1993 (TUB) stabilisce che «in ogni caso i soci e gli amministratori, fermi restando gli obblighi previsti dall’articolo 2391, primo comma, del codice civile, si astengono dalle deliberazioni in cui abbiano un interesse in conflitto, per conto proprio o di terzi»; secondo Banca d’Italia, e quindi secondo il Governo, è possibile che Banca d’Italia per problemi «reputazionali» possa commissariare una banca (una proprietà privata dei cittadini soci, con i propri progetti, relazioni d’affari, obiettivi di sviluppo territoriali e relativi investimenti), e al contempo ignorare gli stessi nella nomina di ben pagati commissari membri dei comitati di sorveglianza, che restano carica fino all’ultimo incassando lauti stipendi a spese degli enti commissariati (articolo 71, comma 4, del decreto legislativo 385 del 1993). Nel caso specifico poi del dottor Duso, il Governo risponde all’interrogazione Dadone solo pochi giorni dopo il riaccendersi dei riflettori su Bene Banca, a causa di uno scambio di «missive» tra il sindaco di Bene Vagienna e il direttore generale dell’istituto Riccardo Giovanni Massaro, ignorando sembra quanto riportato dalla stampa locale;
    riporta infatti il settimanale Provincia Granda Fossanese, a firma Alberto Prieri, in un articolo del 21 ottobre 2015: «Quanto ai depositi ancora in essere presso la Popolare di Vicenza, la dirigenza di Bene Banca ha chiarito che con quell’istituto i rapporti commerciali sono iniziati nel 2003 e proseguono ancora oggi. Attualmente, presso la popolare vicentina sono investiti 8 milioni di euro a rendimenti tra il 3,25% e il 5% che scadranno tra 2016 e 2018, e altri 2 milioni di obbligazioni a tasso variabile dello 0,27% superiore all’euribor a 3 mesi, con scadenza nel 2017». Stranamente il Governo, nella sua risposta non fa menzione di 10 milioni di euro in obbligazioni, difficilmente «prontamente monetizzabili e adeguatamente remunerate», come non menziona (come riportato dal Il Fatto Quotidiano il 7 marzo 2015 a firma Paolo Fior «…l’esposizione verso Vicenza (cioè la consistenza di quel deposito) superava il limite del 25% del patrimonio prudenziale di Bene Banca che a fine 2013 ammontava a circa 70,5 milioni. Dunque, al minimo, a Vicenza sono stati depositati 17,6 milioni di euro, anche se fonti interne alla banca parlano di una cifra di molto superiore, intorno ai 50 milioni»), la segnalazione dovuta per il superamento del limite prudenziale di esposizione verso una singola controparte, a firma proprio del dottor Duso: segnalazione che informa Banca d’Italia proprio dell’entità dell’avvenuto intrecciarsi degli interessi privati del commissario; sulle pagine del sito del comitato « SvegliamociBene», ripreso dall’Osservatorio Politico Internazionale e da targatoCN.it, dall’«Esposto-informativa dell’ex direttore generale a Procura e Banca d’Italia», Silvano Trucco, si apprende che secondo l’ex manager solo in seguito all’arrivo del commissario Duso, avvenuto il 3 maggio 2013, l’istituto cominciò a instaurare rapporti commerciali stabili con la Banca Popolare di Vicenza tramite l’apertura di un conto corrente a fine maggio 2013 dove furono versati subito 5 milioni di euro, e con la società Marzotto Sim di cui lo stesso dottor Duso era appena divenuto amministratore delegato, nonostante l’universo di società di intermediazione mobiliare presenti nel mercato nazionale; precedentemente l’unica connessione tra l’istituto piemontese e la banca vicentina distante 370 chilometri era la presenza in portafoglio di obbligazioni pari a 3.055.000 nominali (750.000 con scadenza giugno 2014, 305.000 scadenza febbraio 2015 e 2.000.000 scadenza maggio 2017, queste ultime acquistate nel luglio 2008 e nell’agosto 2009, quando la banca vicentina godeva ancora di buona reputazione). Tale importo appare evidente rientrare in una diversificazione standard prudenziale di un portafoglio investimenti di una banca territoriale, ed è in linea con gli standard di diversificazione del rischio, raffrontato al totale degli impieghi. Sempre solo dopo l’arrivo del commissario Duso l’esposizione in obbligazioni salì a 10 milioni di euro. Furono acquistate quindi altre obbligazioni per un totale di 8.000.000 di euro (il 26 luglio 2013, il 24 ottobre 2013, il 12 novembre 2014 e il 30 ottobre 2014), dal commissario Duso e dal nuovo direttore generale di Bene Banca Massaro. Quest’ultimo (già consulente incaricato da Banca d’Italia) in una lettera pubblica del 16 ottobre 2015, resasi necessaria dopo la richiesta di informazioni ricevuta dal sindaco di Bene Viagenna sulle voci di possibili fusioni tra 1 Bene Banca e Banca Alpi Marittime, aveva anche asserito «Per quanto riguarda la situazione della Banca Popolare di Vicenza, i rapporti con l’Istituto, iniziati già dal precedente CdA e proseguiti dall’attuale compagine sono di tipo obbligazionale e stanno andando verso la loro naturale scadenza. L’Istituto, come molti altri Crediti Cooperativi ha spuntato con l’istituto vicentino, tassi vantaggiosi e, per evitare minusvalenze, andranno a cessare con la naturale scadenza dei termini contrattuali» (Agata Pagani, TargatoCN.it 21 ottobre 2015). A tale dichiarazione dà eco una nota diffusa da Bene Banca ripresa dal settimanale, Provincia Granda, che scrive «L’investimento serviva a sviluppare partnership commerciali con altri istituti di credito e la banca selezionata proponeva rendimenti mediamente superiori di almeno 1 punto percentuale rispetto ai conti correnti offerti dagli altri istituti – spiega una nota diffusa da Bene Banca –. Il deposito raggiunse la somma di circa 38 milioni di euro, poi ridotti progressivamente a 20 milioni. Ogni operazione è sempre stata condotta nel rispetto dei limiti di vigilanza e con l’unico intento di massimizzare i rendimenti, minimizzando i rischi: Bene Banca, per statuto, non ha scopo di lucro e il risultato utile della gestione è strumento per promuovere il benessere dei soci e del territorio di riferimento». In merito ai depositi e alla loro redditività, lo stesso ex direttore generale Trucco asserisce che ancora ad aprile 2015 (dopo quindi lo scalpore suscitato dai media) ancora persistevano depositi per 10,7 milioni di euro allo 0,375 per cento 10 milioni di euro al 1,75 per cento. Tra depositi e obbligazioni, il commissario Duso arrivò a veicolare su Banca Popolare di Vicenza quasi 50 milioni, in piena campagna « stress test» della Banca centrale europea e in piena campagna «acquisti»: Popolare Vicenza, nonostante le denunce e gli esposti a suo carico, proseguì a operare liberamente con il consenso di Bankitalia tanto da risultare interessata a fusioni con banche di mezza Italia, soprattutto con le banche colpite poi a novembre, 2015 dal cosiddetto decreto «SalvaBanche» (in realtà un esproprio coatto ad avviso degli interroganti illegittimo, indebito e incostituzionale) mentre Bene Banca fu commissariata discrezionalmente con la sostanziale accondiscendenza del Governo, reo di assoluto disinteresse sull’operato della Banca centrale italiana che impedì così all’istituto di Bene Viagenna di approvare il bilancio (positivo) in assemblea dei soci e rinominare il nuovo consiglio d’amministrazione, poi invece sostituito dagli emissari di Palazzo Koch che nominarono, dopo aver finanziato i vicentini, presidente di Bene Banca Pier Vittorio Vietti, stretto congiunto dell’allora membro e vicepresidente del CSM e ex deputato UDC, Michele Vietti, oggi sostenitore del partito della nazione); dall’articolo del 7 ottobre 2010 de « Il Mattino di Padova» dal titolo «Giambattista Duso da Antonveneta ai vertici di La Centrale finanziaria» si legge e apprende «Giambattista Duso, 30 anni in Antonveneta di cui è stato direttore commerciale corporate fino a luglio 2009, è stato nominato ieri dal cda de La Centrale finanziaria generale, nuovo amministratore delegato della società romana presieduta da Giancarlo Elia Valori. Sempre ieri l’assemblea ha rinnovato il cda. Accanto al presidente Valori nel board siedono il vice Tarak Ben Ammar (consigliere di Mediobanca) e i consiglieri Sergio Balbinot (Generali), Vittorio Fini (Banca Popolare dell’Emilia e Romagna), Achille D’Avanzo (Solido Holding), Jean-Louis Andreux (Compagnie Générale d’Investissements et de Participations Coginvest); Michelangelo Canova (Allianz), Ercole Galizzi (Return Holding), Nicolò Azzolini (Amenduni e Cattolica Popolare), Beniamino Itri (Partners&Partecipation), Fabio Aparo (Investimenti mobiliari), Antonio Maccanico, Pierluigi Toti, Massimo Faccioli Pintozzi, Io stesso Giambattista Duso, Armando Maffeis e Mauro Ardesi. Il cda ha confermato il collegio sindacale, presieduto da Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato». La Centrale Finanziaria Generale di Giancarlo Elia Valori (Dagospia il 10 dicembre 2013 Molava «Il catto-massone e boiardo Elia Valori è vivo, e lotta insieme a Baldassarre nella truffa Alitalia in sostegno delle magagne del banana», riprendendo un articolo di Affari Italiani): ex direttore commerciale corporate di Antonveneta, diventa amministratore delegato di una holding il cui presidente risulta espulso già dal 1981 dalla P2, vicino ai servizi segreti, con organi di amministrazione condivisi con altre e potenti banche e holding. Non solo, con Andrea Monorchio confermato nel collegio sindacale. Lo stesso Monorchio, ragioniere dello Stato fino al 2002, diventato poi vicepresidente nel 2011 di Banca Popolare di Vicenza, dove Zonin chiamò a se anche Mariano Sommella, ex funzionario di Banca d’Italia, Luigi Amore, ex ispettore di vigilanza divenuto capo dell’audit interna della BPVI, e da settembre 2013 anche Giannandrea Falchi (consigliere per le relazioni istituzionali), ex capo della «Segreteria particolare» dell’allora governatore di Bankitalia Mario Draghi (dicembre 2005 – ottobre 2011), ai tempi in cui vennero depositate le prime denunce ed esposti contro la disinvolta gestione dell’istituto vicentino, poi archiviate –: se il Governo fosse a conoscenza di quanto premesso; se il Governo intenda assumere iniziative normative al fine di evitare che operazioni come aprire un rapporto di conto corrente reciproco presso un istituto di credito sul quale vengano convogliate svariate decine di milioni di euro, o comprare milioni di euro nominali di obbligazioni di quello stesso istituto, o sottoscrivere un nuovo contratto con una nuova società d’intermediazione, possano avvenire con una semplice autorizzazione del commissario straordinario, che, come nel caso in questione, può risultare egli stesso firmatario della segnalazione a Banca d’Italia in merito a quella che agli interroganti appare una indebita esposizione oltre il 25 per cento del capitale prudenziale, e con interessi che lo coinvolgono personalmente; se risultino quali siano gli istituti di credito che tra il 2009 e il 2015 abbiano intrattenuto rapporti di finanziamento con una esposizione superiore al 25 per cento del capitale prudenziale di vigilanza a qualsiasi titolo, nei confronti della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, con particolare attenzione verso gli istituti commissariati in questi anni dal Governo; se il Governo intenda intervenire con urgenza, e con quali iniziative, per rafforzare il sistema di vigilanza, dato quanto previsto dall’articolo 47 della Costituzione italiana. (5-07700).
    ---> 
    http://www.infoparlamento.it/camera-dei-deputati-5-07700-interrogazione-a-risposta-in-commissione-presentata-dallon-daniele-pesco-m5s-ed-altri-il-08-febbraio-2016/








    BERNARDO GIORGIO MATTARELLA E FONDAZIONE LABORATORIO PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

    Il burocrate in carriera ora è pronto al grande salto
    In cattedra giovanissimo all'università, braccio destro del ministro Madia, amicizie bipartisan. Con il padre al Colle non dovrà più stare nell'ombra.
    Ogni padre sarebbe orgoglioso di un figlio come Bernardo Giorgio Mattarella. Figurarsi il presidente della Repubblica! Maturità classica con 60 sessantesimi e menzione dai Padri Gesuiti dell'Istituto Gonzaga di Palermo (lo stesso frequentato dal quirinalizio genitore), 110 e lode in Giurisprudenza nell'ateneo panormita, Master of Laws a Berkeley (California) e ordinario di diritto amministrativo poco più che trentenne (una rarità in Italia) all'Università di Siena e condirettore del Master in management della Pa della Luiss di Roma.
    A quasi 47 anni Bernardo Giorgio è una vera autorità tra gli amministrativisti e il fatto che porti un cognome tanto prestigioso si può dire che sia un fatto secondario giacché il suo curriculum vitae parla a suo nome: oltre 300 pubblicazioni valgono molto di più dei titoli accademici. Il caso ha, però, voluto che Mattarella junior non abbia assistito da spettatore «esterno» all'insediamento del padre alla più alta carica dello Stato. Bernardo Giorgio Mattarella, infatti, fa parte a pieno titolo dell' establishment non solo in quanto membro della classe dirigente del Paese, ma in quanto organico al governo Renzi giacché è capo dell'ufficio legislativo del dipartimento della Funzione pubblica. È un uomo di punta dello staff del ministro Marianna Madia. Anche il compenso è in linea: 125mila euro annui lordi. Bernardo Giorgio Mattarella è in aspettativa dal suo incarico universitario ed è bene ricordarlo: non cumula incarichi e prebende. Dal padre non ha ereditato solo la passione per il diritto, ma anche la sobrietà.
    D'altronde la giovane e inesperta Madia, che si sta occupando della riforma della Pubblica amministrazione, non poteva fare proprio a meno di uno dei «cervelli» del diritto amministrativo italiano. Mattarella jr conosce molto bene i segreti di Palazzo Vidoni: vi è entrato giovanissimo nel 1993 al seguito del suo mentore Sabino Cassese che lo incaricò di collaborare ai lavori della commissione che doveva redigere il Rapporto sulle condizioni della Pa. Vi è ritornato a più riprese. Nel 2006 elaborò assieme al giuslavorista liberal Pietro Ichino il disegno di legge per l'istituzione di un'Authority per la valutazione dei dipendenti pubblici. Fu lui a svolgere quel lavoro per conto del premier Prodi e dell'allora ministro Nicolais. Lavoro «cestinato» dalla sinistra radicale per la quale i travet sono degli intoccabili. E anche Renato Brunetta lo volle con sé sia per lo studio della class action nei confronti della Pa e anche per l'elaborazione della Carta dei doveri. Da lì, fondamentalmente, non s'è più mosso anche se il primo vero grande incarico è quello attuale.
    Eppure in Italia non ci si mette nulla a restare vittima delle malelingue. Negli anni scorsi è stato accusato di essere un «figlio di papà» visto che aveva ottenuto un incarico retribuito per insegnare alla Scuola superiore della Pubblica amministrazione. Molto più recentemente non gli si perdona la «vicinanza» ai «poteri forti» di quella intellighenzia italiana che si riunisce nella associazione Astrid di Franco Bassanini, ex senatore, ex ministro e oggi presidente della Cassa depositi e prestiti. Oltre a lui vi siedono Tiziano Treu, Francesco Merloni, l'ex presidente della Consulta Valerio Onida, Giovanni Maria Flick, il viceministro De Vincenti e anche il figlio dell'ex capo dello Stato, Giulio Napolitano. A Siena, città nella quale insegnava Mattarella, i più malevoli dicono che l'amministrativista sia uno dei consiglieri più ascoltati del presidente della Fondazione Monte dei Paschi, l'avvocato Marcello Clarich, anche lui in Astrid. Sempre per rimanere in tema c'è un altro trait d'union politico che lega molti dei summenzionati associati di Astrid. Nel 2006 firmarono quasi tutti l'appello degli ex presidenti della Corte costituzionale Casavola, Elia, Zagrebelsky e Onida contro la riforma del governo Berlusconi. Ebbene, un atto politico il giovane Mattarellal'ha compiuto anche se si parla di una decina d'anni fa.
    Ma, poi, si può definire politico solo ciò che attiene alle istituzioni elettive? Assolutamente no. Bernardo Giorgio Mattarella è molto politico anche in quello che scrive. Ad esempio, il blog Roars.it , il più visitato dai professori universitari, ospita due suoi testi. In un intervento di due anni fa il nostro si dichiarò contrario, ovviamente fornendo valide argomentazioni giuridiche, all'abolizione del valore legale del titolo di studio, uno degli obiettivi dei pochi liberali ormai rimasti in Italia. Come si risolve il problema dei concorsi? Non con una legge ma con lo «spiegare come scrivere i bandi, fornire la corretta interpretazione delle norme, sperare che le commissioni di concorso la capiscano e anche che i giudici amministrativi non enuncino regole che non ci sono». Una spiegazione da «innamorato del diritto» , ma anche da politico raffinato. Magari adesso che papà è al Quirinale, anche Bernardo Giorgio potrebbe avere un ulteriore spazio di crescita. Per continuare la tradizione dei Mattarella.
    Chi è - Bernardo Giorgio Mattarella, classe 1968, è il primo dei tre figli del neoeletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella (poi viene Laura e il più piccolo è Francesco). Il secondo nome, Giorgio, viene spesso utilizzato per evitare confusioni con due cugini, figli degli zii Piersanti e Antonino, che si chiamano anch'essi come il nonno. Uno di loro (Bernardo figlio di Piersanti) è un alto manager di Invitalia. Bernardo Giorgio è tra l'altro professore di Diritto amministrativo a Siena e capo dell'Ufficio legislativo del ministero della Pubblica amministrazione.








    PROF. BERNARDO GIORGIO MATTARELLA, ORDINARIO DELL’UNIVERSITÀ DI SIENA, DOCENTE DELLA SCUOLA SUPERIORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
    Bernardo Giorgio Mattarella (1968) è professore ordinario di Diritto amministrativo presso il Dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena; professore di diritto amministrativo presso il Dipartimento di giurisprudenza della Luiss “Guido Carli”; condirettore del master in Management e politiche delle amministrazioni pubbliche della Luiss Guido Carli e della Scuola nazionale dell’amministrazione e del master interuniversitario in Diritto amministrativo delle facoltà giuridiche romane e della Scuola nazionale dell’amministrazione.
    Capo dell’Ufficio legislativo del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.
    Laureato in giurisprudenza (Università di Palermo, 1991), Master of laws (University of California at Berkeley, 1992), dottore di ricerca in diritto pubblico (Università degli studi di Firenze, 1997). Vincitore di numerose borse di studio, tra cui la Erasmus e la Fulbright. Studi a Washington D.C., Berkeley, Parigi, Tubinga.
    Relatore in oltre 150 convegni scientifici, autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche.
    Vincitore del Premio “Giuseppe Mantellini” per la Scienza di Stato, Conferito dall’Accademia Nazionale dei Lincei (2008).
    Vicedirettore e direttore responsabile della Rivista trimestrale di diritto pubblico.
    Componente del Comitato scientifico delle seguenti riviste: Rivista italiana di diritto pubblico comunitario; Rivista della Corte dei conti; Rassegna giuridica dell’energia elettrica; www.Nelmerito.com; Gazzetta amministrativa della Repubblica italiana.
    Referee delle seguenti riviste: International Journal of Public Administration, Giornale di diritto amministrativo, Studi parlamentari e di politica costituzionale, Munus.
    Componente del direttivo o del comitato scientifico delle seguenti associazioni: Istituto di ricerche sulla pubblica amministrazione – Irpa, Associazione italiana dei professori di diritto amministrativo – Aipda, Associazione per gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e dell’innovazione nelle amministrazioni – Astrid, Laboratoire Méditerranéen de Droit Public – Lm-Dp, Devolution Club, Associazione giovani classi dirigenti delle pubbliche amministrazioni – Agdp, Fondazione laboratorio per la pubblica amministrazione – LabPA.
    Assistente di studio dei giudici costituzionali prof. Enzo Cheli (1996), prof. Guido Neppi Modona (1996-1997) e prof. Sabino Cassese (2007-2009). Componente del Gruppo di specialisti sull’etica pubblica al livello locale del Consiglio d’Europa (2001-2002). Componente di diverse Commissioni di studio e di indagine ministeriali.







    Nessun commento:

    Posta un commento