Apple Music, Spotify, Amazon Music, Youtube Music: quale servizio di streaming musicale scegliere?

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Negli ultimi anni i servizi di streaming musicale hanno rivoluzionato il modo di ascoltare musica guadagnando in pochi mesi milioni di abbonati, ai quali offrono una libreria pressoché illimitata abbinata al livello massimo della comodità. Questo nuovo mercato è stato aggredito dalle maggiori aziende del settore, ognuna delle quali ha messo sul tavolo il proprio servizio. Ora sta al consumatore fare la sua scelta.

Spotify

Spotify è stato il primo servizio di streaming musicale lanciato sul mercato nel lontano 2006 e vanta il maggiore numero di utenze, ben 170 milioni di fruitori in tutto il mondo di cui circa 70 milioni paganti. 

È possibile usufruire del servizio su qualsiasi dispositivo mobile tramite l’applicazione, su PC o Mac attraverso la pagina web, su Playstation e sulla maggior parte delle moderne smart tv.

L’azienda di Stoccolma offre un servizio gratuito, dove non è possibile scegliere la canzone da ascoltare bensì solo la playlist e si possono saltare solo un determinato numero di tracce all’ora, e un servizio a pagamento.

La versione Premium – disponibile dopo un mese di prova gratuita al costo di €9,99 al mese o €14,99 per l’abbonamento famiglia da sei account – offre la possibilità di scegliere quale pezzo ascoltare fra un numero illimitato di brani e di poterli scaricare sul proprio dispositivo per la riproduzione off-line, il tutto senza le fastidiose e periodiche interruzioni pubblicitarie presenti nella versione free.

Il servizio è costellato da alcuni preziosi particolari che rendono piacevole l’esperienza di utilizzo. Una di queste è l’opzione chiamata “Spotify Connect” che permette di gestire da remoto la riproduzione in corso su un dispositivo tramite lo smartphone, come se fosse il telecomando dello stereo. Ancora, la possibilità di abbinare la libreria di Spotify con applicazioni di terze parti, come il navigatore Waze con cui diventa così possibile riprodurre musica mentre si è alla guida, o alcune app per l’attività sportiva come Nike Run Club, consentendo la gestione delle tracce mentre si pratica sport.

Infine gli amanti di X-Factor saranno felici di trovare in esclusiva su Spotify i brani eseguiti dai concorrenti del celebre talent show.

Se queste attenzioni rendono gradevole la fruizione, la vera killer feature di Spotify sono sicuramente le playlist. Dall’azienda filtra infatti che il 31% dei miliardi di brani riprodotti provenga dalle loro playlist, talmente apprezzate ed ascoltate da essere in grado di fare tendenza, spesso più dei brani che contengono. Grazie ad accurati algoritmi le preferenze dell’utente vengono filtrate per offrirgli raccolte di musica concepite ad hoc, consentendo di scoprire continuamente nuovi brani e autori.

 

Apple Music

La risposta di Cupertino si è fatta attendere fino al giugno del 2015, quando Tim Cook ha lanciato il servizio di streaming musicale marchiato Apple. Apple Music è disponibile ovviamente per tutti i dispositivi della mela morsicata, ma è fruibile anche su Android attraverso l’applicazione dedicata e PC.

A differenza di Spotify, Apple Music offre un solo servizio a pagamento al costo di €9,99 al mese o €14,99 per l’abbonamento famiglia da 6 account che possono essere utilizzati contemporaneamente; agli studenti è riservata una tariffa da €4,99 mensili. Il costo può essere addebitato su qualsiasi carta di credito o debito, oppure si può pagare tramite i buoni regalo di iTunes per chi fosse sprovvisto di carta o semplicemente non la volesse abbinare. A questo prezzo Apple offre la possibilità di accedere ad una libreria di brani pressoché illimitata, con la possibilità di scaricarli sul proprio dispositivo per la riproduzione off-line.

Al momento della registrazione viene creato un profilo con cui l’utente può interagire con gli altri abbonati al servizio, così da sapere cosa ascolano i propri amici, condividere con loro le proprie playlist personalizzate e consigliare nuova musica.

I maggiori punti di forza di questo servizio derivano dalla totale connessione e interazione con i prodotti Apple. Music è perfettamente integrata con Siri, alla quale si può chiedere di riprodurre una canzone in particolare, ma anche un determinato genere piuttosto che semplicemente “qualcosa che mi piace”.

La libreria di Apple Music è automaticamente sincronizzata con quella di iTunes su tutti i propri dispositivi, così da riunire in unica sezione tutti i brani acquistati sullo Store e quelli salvati su Music. L’integrazione con l’ecosistema permette anche di condividere uno o più pezzi attraverso il servizio iMessage, con la semplicità con cui si invia un messaggio. È inoltre l’unico servizio di streaming musicale con cui è possibile far suonare HomePod, il nuovo smart speaker di Apple purtroppo non ancora disponibile nel catalogo italiano.

Una accortezza particolare rispetto ai concorrenti è la presenza su Apple Music dei testi delle canzoni. Scorrendo infatti verso il basso dal menù di riproduzione verranno visualizzate le parole del brano, consentendone una piena comprensione ed offrendo la possibilità di cantare tutto il pezzo anche a chi non conoscesse il testo a memoria.

 

Amazon Music

Anche il colosso americano Amazon è sbarcato sul mercato dello streaming musicale lanciando il proprio servizio: Amazon Music.

L’azienda propone ai suoi clienti due tipi di abbonamento. Amazon Prime Music consente di scegliere fra due milioni di brani, disponibili anche per il download ed è incluso nell’abbonamento ad Amazon Prime. Amazon Music Unlimited invece costa  9,99 euro al mese o €14,99 per il pacchetto famiglia da sei account, con la particolarità che quest’ultimo è riservato ai clienti Prime al costo di €149 annui, risparmiando due mesi sul totale.

Unlimited si pone come concorrente di Spotify Premium ed Apple Music, infatti come questi vanta una libreria vastissima (più di cinquanta milioni di brani) oltre alla possibilità del download per l’ascolto offline e l’assenza assoluta di pubblicità.

Entrambi gli abbonamenti possono essere gestiti dall’assistente vocale di Amazon, che permette una perfetta integrazione con i nuovi smart speaker Eco; grazie ad essi si potrà chiedere ad Alexa di allietare l’atmosfera con l’album adatto per l’occasione.

All’interno di Unlimited sono disponibili le Playlist selezionate in base ai gusti dell’utente, che però risultano meno accurate rispetto a quelle proposte dalla agguerrita concorrenza. È più facile infatti che vi si trovino canzoni che non incontrino il proprio gusto, eventualità davvero remota invece nel caso di Spotify, cosa che porta ad abbandonare l’ascolto delle playlist per dedicarsi alla ricerca manuale dei brani, precludendosi così la possibilità di scoprire nuove canzoni o autori.

La differenza di prezzo tra i due servizi è consistente (Unlimited viene a costare €120 all’anno, contro i 19,99 dell’abbonamento a Prime) come lo è il divario tra i due. Sebbene i due milioni di brani garantiti da Amazon per il proprio servizio più economico possano apparire una immensità, in realtà risulta difficile trovare disponibili le ultime uscite e mancano molti album che hanno segnato la storia della musica. La differenza diventa ancora più marcata nel caso si paragoni con la libreria della versione Unlimited, come suggerisce il nome praticamente illimitata.

Risulta dunque chiaro come la versione Prime non abbia nulla a che spartire con il fratello maggiore o con concorrenti più costosi del calibro di Spotify e Apple Music. Può però rivelarsi una buona ed economica scelta per quel fruitore già abbonato a Prime che non ha particolari richieste in termini di library e che si dedica ad un ascolto saltuario. Per avere di più bisogna mettere mano alla carta di credito.

 

YouTube Music

L’ultima piattaforma ad attaccare l’ormai affollato business dello streaming musicale è YouTube Music, lanciata sul mercato pochi mesi fa da Google.

Insieme a Spotify è l’unica ad offrire una versione gratuita del servizio, abbinata ad un servizio migliorato a pagamento. Nella versione free è possibile scegliere la singola canzone da riprodurre – a differenza di Spotify – ma non si può ascoltare la musica in background o con lo schermo bloccato e non si possono scaricare i brani per la riproduzione off-line.

La versione a pagamento invece permette di oltrepassare questi limiti al prezzo di €12,99 al mese o €19,99 per la versione da sei account. Salta agli occhi come il prezzo sia sensibilmente maggiore rispetto ai concorrenti, ma YouTube Music intende proporre un servizio più ampio di quello venduto dai competitors. Sulla piattaforma lanciata da Google infatti non è solo possibile fruire di una vastissima libreria musicale, ma si possono trovare anche le migliaia di video musicali caricati su YouTube dagli utenti, dando così la possibilità di ascoltare sia la versione originale di un brano che le centinaia di cover amatoriali presenti sulla piattaforma o le live dei concerti.

Entrare in un settore non semplice come quello dello streaming musicale proponendo un prezzo più alto rispetto ai concorrenti è sicuramente un rischio, ma Google è stata la prima azienda a proporre una innovazione. Partendo dalla versione base di YouTube che tutti adoriamo e clicchiamo ogni giorno hanno costruito un servizio ibrido che si differenzia dalla concorrenza. Solo il tempo dirà se la mossa sia stata azzardata o geniale.

 

Conclusioni

Tendendo conto di tutti questi elementi Apple Music rappresenta la scelta più indicata per i possessori e gli amanti di prodotti griffati con la mela morsicata, offrendo una integrazione totale con l’ecosistema che va dalla sincronizzazione con la libreria di iTunes fino alla gestione delle tracce tramite Siri, senza dimenticare la presenza dei testi.

Per tutti gli altri utenti ritengo che la scelta migliore sia Spotify Premium, per almeno due motivi. In principio per la comodità offerta dalla possibilità di gestire le tracce con “Spotify Connect”, che trasforma lo smartphone nel telecomando perfetto per interagire con i brani in riproduzione su qualsiasi dispositivo.

In secondo luogo con le proprie playlist Spotify – meglio di qualsiasi altro concorrente – dona all’ascoltatore la possibilità di scoprire nuovi autori e nuove canzoni, senza tradire mai i suoi gusti. Unendo ad esse un catalogo pressoché illimitato si pone come il più grande DJ virtuale del pianeta, che si è guadagnato la fiducia del suo pubblico al punto che un utente su tre gli affida la scelta del prossimo disco.

Francesco Bernardi

Autore

Francesco Bernardi

Nato nella primavera del ’96, ora vivo. Da quando ho messo le mani sul mio primo Mac sono rimasto colpito dalla cura per i dettagli e la facilità di utilizzo; da allora coltivo una smodata passione per i prodotti della mela morsicata. Adoro inserire ogni tipo di gadget tecnologico all’interno della mia giornata, selezionandoli con un occhio di riguardo per la componente estetica. Nulla mi soddisfa come l’espressione strabiliata della cassiera quando pago con ApplePay.

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