Il frame della deboscia. Gli italiani e la disoccupazione: sulle reazioni a un recente sondaggio

Il frame della deboscia. Gli italiani e la disoccupazione: sulle reazioni a un recente sondaggio

Questi due tweet, che il quotidiano La Repubblica ha scelto per dare notizia delle ultime rilevazioni dell’Osservatorio Findomestic (condotte, per inciso, da uno specchiato centro di ricerca), hanno provocato una piccola (in termini quantitativi) ma interessante conversazione su Twitter e su FB (sulla fanpage dell quotidiani). Non si è trattato di una shitstorm, anche se su Twitter ci si è forse andati vicino: oggetto delle critiche l’ambasciatore (il quotidiano) e il committente (Findomestic). Per quale motivo? Proviamo a dare una scorsa ai commenti. La conversazione è di volume molto ridotto ma interessante, si diceva. Se si osservano i tweets dei “critici” ci si rende conto che gli hashtags che vengono associati con maggiore frequenza alla notizia data dal quotidiano sono #findomestic e #fakenews

Ciò ci introduce al primo punto: il ricorso da parte dell’"autore" a dati oggettivi, a una autorità (che si vorrebbe) indisputabile, viene etichettata dai “lettori” come fake news. È chiaro che ciò che i lettori intendono disputare è l’enunciazione del “dato”, il modo in cui questo viene impiegato per avvalorare (di fatto, al di là delle intenzioni) una tesi. O meglio, ed è questo che ci interessa qui, oggetto di disputa è il frame che certe sequenze, di fatto, invocano. In questo caso, il frame della deboscia. Con intensità diversa, il frame della deboscia è invocato in entrambe le sequenze, quando in quella inserzione contestuale “preferisce” e “meglio essere” selezionano tratti del “carattere” degli italiani e non, per fare solo un esempio di possibili valori narrativi correlativi, l’esito di “valutazioni”. Ancora, nella seconda sequenza, vengono comparate due entità qualitativamente diverse (con un effetto di quasi fallacia probabilistica che abbiamo osservato altrove): carriera vs disoccupazione. Già dal punto di vista discorsivo, 'fare carriera' e 'fare il disoccupato' rimandano a due domini di esperienza distinti; se poi ci si interroga sulla “qualità” delle due azioni è facile osservare che 'carriera' è graduabile, mentre 'disoccupazione' non lo è. Per metterla in termini banali, “quantificare” una carriera si può, una disoccupazione no. ‘Da quando sei disoccupato?’ funziona. ‘Quanto sei disoccupato? Molto? Poco?’ Questo pare non funzionare.

In questo quadro, si lascia strutturalmente margine a una “critica” che trasli, per l’appunto, quel “fatto” in un dominio di esperienza “economico” e non “naturale” (del carattere, delle pulsioni, etc.), in cui le azioni sono graduabili ed esito di valutazioni. Ed è questo che si legge, in fondo, nel tweet "critico" con più successo di pubblico. 

 “Quella sensazione tutta speciale che se le valutazioni costo-opportunità le fanno i lavoratori allora non è più mercato…”

La conversazione su Twitter ha avuto dimensioni ridotte si diceva; quando abbiamo dato una scorsa, il volume corrispondeva a circa 200 tra tweets e re-tweets, con soltanto 116 parole uniche.

Su Facebook i commenti (e le repliche) al post del quotidiano del 30/09, al momento della nostra lettura, ammontavano a 1.129.

Il frame della deboscia struttura anche lì i commenti. Per indicare un solo punto: chi fa proprio il frame colloca il proprio discorso nel dominio dei fatti “naturali”, con riferimento a quel “carattere”, per esempio, di cui abbiamo accennato in precedenza: “restassero attaccati alla gonna di mamma”, “ognuno è artefice della propria vita e può decidere se continuare a mangiare nella cucina di mamma oppure diventare uomo...", “questo è uno dei nostri problemi, mai allontanarsi dalla sottana della mamma”, “la mamma è sempre la mamma” (mamma conta 33 occorrenze: qui l’italiano assume sul piano discorsivo uno dei ruoli tematici di maggior “successo”: il mammone); chi lo respinge, invece, colloca i fatti nel dominio economico ('lavoro' è il primo termine non grammaticale): “magari non è questione di stare attaccati alla mamma, ma di valutare altre cose….”, “ti credo, mille euro di stipendio, 400 per mangiare, 400 per dormire, 200 volano via, dove vai?”. Il dominio economico, e ciò è interessante, è a sua volta sotto-articolato e comprende, anch’esso, una porzione di “critici”: “tanto ci sono i genitori che li campano”, “tanto finché ci sono mamma e papà, dopo tutti barboni”. 

Un ultimo appunto sul termine fake: su Facebook a differenza che su Twitter (e nonostante la rilevante differenza di volume delle due “conversazioni”), la sua frequenza è scarsa, alla pari di altri termini che, in quei contesti, paiono assumere uguale valore (cavolate, propaganda, e altri più coloriti). 


To view or add a comment, sign in

Explore topics