Mezzogiorno, 23 maggio 2017 - 16:05

Isde, in Campania tumori infantili «raddoppiati in venti anni»

I Medici dell’Ambiente sui dati diffusi da De Luca: «In questa regione nel decennio 1993-2012 le malattie oncologiche pediatriche sono invece cresciute a velocità doppia rispetto all’andamento del Paese, lo studio del Santobono non smentisce allarmi»

di *Antonio Marfella, Gaetano Rivezzi, Gennaro Esposito, Luigi Costanzo e Giuseppe Comella

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NAPOLI - Terra dei Fuochi. In merito allo studio sui tumori infantili dell’ospedale Santobono di Napoli riferito a 90 Comuni per il quinquennio 2008-2012, che sull’incidenza delle malattie oncologiche «non evidenzierebbe differenze significative con la situazione media nazionale», l’Isde-Medici per l’Ambiente Campania replica con una nota di considerazioni sui medesimi dati che giunge a conclusioni diametralmente opposte. Eccola.

Il registro tumori pediatrico che comincia ad operare e a diffondere dati per un periodo limitato di tempo (cinque anni) di fatto conferma quello che già da tempo (almeno tre anni) avevano già denunciato la Società di Pediatria ed i Medici dell’Ambiente sui tumori infantili in Italia e in Campania.

Posto che l’Italia è la peggiore nazione europea in termini di incidenza di tumori infantili (con un tasso persino doppio rispetto a quello degli Usa in questo stesso ambito, Lancet Oncology 11 aprile 2017) e analizzando i dati su un arco temporale superiore al quinquennio (1993 – 2012) appare chiaro che la Campania non mostra nessun picco maggiore di cancro infantile rispetto al resto della Penisola (17,3 casi ogni 100mila vs il 18,9 del resto del Paese anno 2012 ).

La crescita dei tumori pediatrici in Campania, pero’, rispetto all’Italia nel lungo periodo considerato dal gruppo di lavoro dei genetisti (1993 -2012) ha mostrato una velocità di crescita decisamente più elevata rispetto a quella (pur pessima) nazionale, confermando in pieno “le sensazioni” dei sacerdoti e delle madri campane e le denunce scientificamente corrette dei Medici dell’Ambiente della Campania .

Nel 1993 la Campania mostrava infatti 3,1 casi su 100mila abitanti in meno rispetto all’Italia (13,9 vs 10,8). Nel 2012 soltanto 1,6 in meno (18,9 vs 17,3). In scienza e coscienza, da anni affermiamo che la Campania non mostra una incidenza dei tumori pediatrici maggiore rispetto alla già tragica Italia, ma da anni affermiamo che, rispetto alla già drammatica situazione dell’Italia in tema di tumori pediatrici, la velocità di crescita dei tumori infantili in Campania risulta essere sostanzialmente doppia a quella (pessima) italiana nell’ultimo ventennio di ormai certificato disastro ambientale regionale.

La diffusione di dati in maniera scientificamente corretta e volutamente “non allarmista”, ma non discussa con Società scientifiche autonome ed indipendenti, come Isde Medici Ambiente Campania, a nostro parere non deve consentire alla politica di continuare ad avere alibi per non assumersi le proprie responsabilità . La Regione Campania oggi sta bene operando in tema di gestione dei rifiuti urbani (cioè per il 19 % del problema rifiuti in Campania, dati Osservasalute 2016 ).

Siamo invece ancora in grave ritardo nella corretta gestione dei rifiuti speciali, industriali e tossici (cioe’ dell’89% del problema rifiuti oggi, specialmente in Terra dei Fuochi) dove ancora registriamo un tragico zero assoluto ( dati ISPRA) nella presenza di impianti regionali per la corretta gestione e smaltimento ad esempio dei rifiuti ospedalieri e tossici come l’amianto .

Quindi, rispetto alla drammatica Italia, non possiamo certamente sentirci rassicurati dai dati presentati oggi dai registri tumori pediatrici, ma stimolati tutti a continuare ad impegnarci al massimo nella tutela dell’ambiente e della salute dei nostri figli in Campania, ancora in grave pericolo ogni giorno. Stiamo solo cominciando a fare chiarezza : che non si cerchi di deresponsabilizzare la Politica. Abbiamo ancora una lunga strada da percorrere per riportare in concreto la tutela della salute dei nostri figli a livelli non diciamo italiani (perché pessimi) ma europei.

Fin qui la nota firmata dal direttivo Isde Campania. Quindi l’oncologo dell’istituto Pascale Antonio Marfella aggiunge: «Gli studi nazionali, in ultimo Sentieri Kids, hanno dimostrato che il rischio di tumori infantili nei siti inquinati riconosciuti è aumentato considerevolmente in special modo in Campania. I dati degli oncologi infantili dell’ Università di Napoli Sun evidenziano un aumento dei tumori cerebrali e dei tumori renali nei bambini presi in cura. Il documento “Tutelare Madri e Bambini della Terra dei Fuochi” è stato pubblicato sulla Rivista Italiana di Pediatria e non può essere ignorato. Noi Medici per l’Ambiente abbiamo chiesto ripetutamente di non tenerci fuori dai team scientifici epidemiologici analitici e restiamo convinti, dimostrandolo scientificamente, coi numeri, che la Campania ha avuto un evidente problema sanitario in campo pediatrico a seguito del degrado ambientale».

Anche i comitati di Terra dei Fuochi riuniti nella sigla “Stop Biocidio” contestano «l’operazione del governatore De Luca: un dato uniforme alla media nazionale viene presentato come una vittoria del sistema sanitario campano, tuttavia questa elaborazione dati - dice Enzo Tosti della Rete di Cittadinanza e Comunità - dimostra semplicemente che gli studi vengono commissionati ad uso e consumo dell’esigenza politica e chi approvava il pacchetto leggi per “Terra dei Fuochi” oggi sceglie una linea negazionista sperando di nascondere la polvere sotto il tappeto deresponsabilizzandosi sulle risposte da dare ai cittadini». «Elaborazione anche faziosa - continua Stop Biocidio - se il dato campano dell’incidenza delle malattie si è adeguato ad una velocità doppia al dato nazionale che è uno dei più alti in Europa. In buona sostanza se in Campania si muore come nel Nord industrializzato è palesemente evidente che non c’è da essere tranquilli».

Infine le “Mamme della Terra dei Fuochi” e “Noi genitori di tutti” con Marzia Caccioppoli inviano una nota: «Lavoriamo costantemente negli ospedali per minori e ragazzi, da dicembre ad oggi abbiamo contato tredici tragedie. Mio figlio ci ha lasciati a causa di una malattia che viene normalmente contratta per prolungata esposizione ad agenti chimici industriali come solventi e il suo non è un caso isolato. Dopo una diagnosi lenta e sbagliata fummo costretti a continuare le cure a Genova, ed anche qui non è il solo. L’emigrazione sanitaria dalla nostra regione è un fenomeno in continua crescita e anche questi casi dovrebbero essere sempre compresi nel computo dei registri tumori locali. La politica sappia che nessun tentativo d’archiviare il problema può fermare mobilitazioni spontanee». (a cura di LMarconi)

*Direttivo Isde-Medici per l’Ambiente Campania

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