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Mestrinaro verso il rinvio a giudizio. Zanoni: « Regione, Provincia e Comuni chiedano i danni»

I Pubblici Ministeri hanno chiuso le indagini e si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio per traffico clandestino di rifiuti pericolosi per la ditta Mestrinaro di Zero Branco (TV). L’europarlamentare Andrea Zanoni ha affermato: «Invito Regione, Provincia e Comuni interessati a chiedere i danni ai Mestrinaro. L’incubo dei casi “Ex Nuova ESA” e “C. & C. Pernumia” si abbatte ora sulla Bertoneria».

 

I Pubblici Ministeri della procura della Repubblica di Venezia, Giorgio Gava e Roberto Terzo, hanno chiuso le indagini e si preparerebbero a chiedere il rinvio a giudizio per traffico clandestino di rifiuti pericolosi di Lino e Sandro Mario Mestrinaro, Italo Bastianella, Loris  Guidolin e Maurizio Girolami.

 

Gli imprenditori Mestrinaro, secondo le accuse mosse a loro carico dai Pubblici Ministeri veneziani sulla base di due anni di indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Treviso e Venezia, invece di trattare a caro prezzo, 45 euro a tonnellata, i rifiuti inquinati che le aziende edili gli conferivano per renderli inerti, li miscelavano tali e quali a calce e cemento per poi venderli a 39 euro a tonnellata ai cantieri edili.

 

Il Rilcem, con questo nome l’impresa vendeva sul mercato il suo misto cementato per sottofondi stradali  e per  grandi cantieri: 4.145 tonnellate di Rilcem contaminato sono state utilizzate per il parcheggio dell’aeroporto Marco Polo di Venezia e 34.157 tonnellate per il tratto della nuova terza corsia dell’A4, all’altezza del casello di Roncade di Treviso, nel cantiere gestito da “La Quado scarl”. Sono stati rilevati quantitativi di arsenico, cobalto, nichel, cromo e rame fino a cento volte i limiti tollerati dalla legge.

 

L’attività della ditta Mestrinaro è continuata fino al sequestro preventivo dei Carabinieri del NOE, confermato dal Tribunale del riesame di Venezia, di 12 mila metri quadrati dell’ impianto di Zero Branco (TV), con capannoni, attrezzature e 4 mila metri cubi di rifiuti.

 

Con il provvedimento, il Giudice per le indagini Preliminari Antonio Liguori ha riconosciuto che le prove raccolte nel corso dell’indagine “Appalto scontato” permetterebbero di sostenere l’accusa di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”, prevista dall’articolo 260 del Decreto 152/2006.

 

Il rinvio a giudizio sembra verrà chiesto anche per i due imprenditori i cui rifiuti erano arrivati all’impianto di via Bertoneria: Maurizio Girolami dell’ “Intesa 3” e Loris Guidolin dell’ “Adriatica Strade Costruzioni generali”, oltre a Italo Bastianella dipendente dell’ufficio ambiente della ditta di Zero Branco.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Complimenti alla Magistratura veneziana. Ora invito il Governatore della Regione Luca Zaia, il Presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro e il sindaco di Zero Branco Mirco Feston a costituirsi parte civile contro Mestrinaro nel processo che si va delineando. Auspico che la stessa decisione di chiedere i danni venga presa da tutti i sindaci dei Comuni dove i Mestrinaro hanno portato i rifiuti nei cantieri. Mentre i Mestrinaro operavano nei loro traffici illeciti, la Provincia di Treviso rilasciava autorizzazioni per trattare rifiuti anche in deroga e la Regione, con la Commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) dava l’ok per l’ennesima volta ad ingrandire l’impianto di Zero Branco. I sindacati della CISL, come se non bastasse, per difendere i Mestrinaro, si scagliavano contro il sindaco Feston lasciato praticamente solo dalle altre istituzioni. I cittadini di Zero Branco dovrebbero andare fieri del loro sindaco che da solo ha combattuto contro questo ecomostro. Mi complimento con il Comitato della Bertoneria, con le mamme di Zero Branco e con tutti i cittadini e le forze locali che da anni si stanno battendo per la legalità e per la difesa della loro salute. Il pericolo non è passato: ora bisogna stare attenti che la Bertoneria con questi mostri di cemento armato pieni di rifiuti pericolosi non diventino un altro caso come quello della “Ex Nuova Esa” di Marcon (VE) e come la C &C di Pernumia (PD) dove da tempo, in seguito al fallimento e condanna delle società interessate, tonnellate di rifiuti pericolosi e tossico nocivi sono lasciati incustoditi minacciando contaminazioni di aria, suolo e falda acquifera con i conseguenti pericolosi effetti sulla salute dei residenti. L’altra minaccia potrebbe venire da acquirenti intenzionati ad acquistare l’attività di riciclo dei rifiuti pericolosi».

 

 

BACKGROUND

 

La Regione Veneto, con una delibera del 2010 (la n.100), aveva approvato il progetto della ditta Mestrinaro per la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento rifiuti speciali a Zero Branco (TV). La delibera è stata successivamente annullata dalla sentenza del Consiglio di Stato del 28 dicembre 2011 (la n. 1082/2011) e, in data 28 febbraio 2012, il comune di Zero Branco ha emesso un’ordinanza (la n. 1/2012) con la quale intimava alla ditta di demolire i capannoni costruiti grazie alla delibera Regionale poi annullata dal Consiglio di Stato.

 

Contro questa ordinanza, Mestinaro proponeva ricorso al TAR Veneto il quale, il 6 giugno 2012, ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza di demolizione, come convenuto anche con la difesa del Comune, in attesa del procedimento della Regione per rivedere per l’ennesima volta il progetto.

 

In data 3 febbraio 2012, la Provincia di Treviso è intervenuta con un sopralluogo, accertando che la ditta Mestrinaro aveva già ricevuto rifiuti grazie all’autorizzazione regionale annullata con sentenza del Consiglio di Stato e, in data 13 aprile 2012, apriva un procedimento per riportare alla legalità l’impianto, chiedendo un piano di allontanamento rifiuti non conformi.

 

La Ditta Mestrinaro provvedeva solo in parte, conferendo i rifiuti presso la Discarica CO.VE.RI. s.c.a.r.l. di Silea (TV) ma, come risulta testualmente da una comunicazione della Mestrinaro alla Provincia di Treviso datata 22 giugno 2012, questa operazione rappresenta una difficoltà per quanto riguarda i rifiuti cod. CER 19 13 02 Rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, in quanto il loro allontanamento comporterebbe “un costo stimabile di oltre 700.000 euro. Detto costo è oggi insostenibile per la scrivente azienda, stante il noto momento di gravissima crisi economica e creditizia”.

 

Il 19 novembre scorso, la Provincia, con decreto n. 684/2012, all’articolo 3 ha autorizzato la ditta a trattare i rifiuti di cui al codice “CER 19 13 02 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni”, limitatamente al quantitativo di rifiuti già presenti in impianto e ricevuti in forza alla Delibera della Giunta Zaia n. 100/2010, ora annullata con sentenza del Consiglio dello Stato del 28 dicembre 2011.

 

Il 16 gennaio scorso, la Commissione VIA della Regione Veneto ha dato parere positivo all’ennesimo progetto presentato dalla Mestrinaro. Si tratta del terzo parere positivo rilasciato dalla Commissione VIA che evidentemente non vuole tenere conto delle due precedenti sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato altrettante delibere della Giunta Regionale del Veneto che si basavano su tali pareri.

 

Il 10 aprile scorso, una cinquantina di Carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Venezia e Treviso hanno operato un blitz nell’azienda Mestrinaro di Zero Branco ordinato dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia che ha portato al sequestro cautelativo di due capannoni contenetti i rifiuti pericolosi incriminati.

 

Secondo le accuse, l’azienda comprava i rifiuti inquinanti da altre ditte come l’Intesa 3 di Susegana Ponte e la Adriatica Strade Costruzioni generali. Poi, però, non li smaltivano ma li rivendevano come rifiuti inerti utilizzati per i sottofondi stradali tra cui, la terza corsia della A4. In tutto, la Mestrinaro avrebbe trattato 40 mila tonnellate di rifiuti illeciti. Indagate cinque persone: Lino e Sandro Mestrinaro, Italo Bastianella, dipendente dell’ufficio ambiente della ditta di Zero Branco, Loris Guidolin di Adriatica e Maurizio Girolamo di Intesa 3.

 

Il giudice per le Indagini Preliminari della Procura della Repubblica di Venezia, Antonio Liguori, dopo due anni di indagini dei carabinieri del NOE di Venezia, nel provvedimento con il quale ha concesso ai Pubblici Ministeri veneziani Terzo e Gava di sequestrare 12.000 metri quadrati di cantiere e 4.000 metri cubi di rifiuti della Mestrinaro Spa di Zero Branco ha scritto: “Il misto cementato stabilizzato prodotto e venduto da Mestrinaro Spa come “Rilcem” è un semilavorato pericoloso per la salute e per l’ambiente: un rifiuto illecitamente e serialmente smaltito secondo un preordinato e strutturato disegno fraudolento e illecitamente e serialmente venduto a caro prezzo a terzi di buona fede”.

 

L’8 marzo 2013 Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere che si indagasse sulla possibile violazione delle Direttive “VIA” 2011/92/UE e “Rifiuti” 2008/98/CE da parte della Ditta Mestrinaro nell’attività di trattamento di rifiuti a Zero Branco.

 

Il 14 maggio scorso Zanoni aveva scritto al Presidente della Provincia Leonardo Muraro per chiedere l’attuazione del Decreto provinciale n. 857 del 23 dicembre 2008, relativo all’autorizzazione di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, che prevede sanzioni amministrative e la revoca dell’autorizzazione in caso di illeciti.

 

Il 15 maggio scorso la Provincia di Treviso con il Decreto 285/2013 ha revocato l’autorizzazione a ricevere rifiuti nell’impianto di via Bertoneria della ditta Mestrinaro.

 

Nella vicenda Mestrinaro, dopo il sequestro penale da parte della Magistratura veneziana, deve arrivare il verdetto del Consiglio di Stato, che si pronuncerà nel merito del ricorso al Presidente della Repubblica proposto dai cittadini di Zero Branco. In attesa di pronunciamento è anche il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto, presentato dalla ditta Mestrinaro contro l’ordinanza di demolizione dei capannoni abusivi emessa dal Comune di Zero Branco.

 

 

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