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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2014 alle ore 10:07.
L'ultima modifica è del 16 maggio 2014 alle ore 08:47.

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Nel primo trimestre dell'anno il Pil è tornato a scendere su base congiunturale dello 0,1%, mentre sull'anno il calo è stato dello 0,5 per cento. L'Italia è fanalino di coda tra i grandi Paesi europei. L'eurozona è cresciuta in media dello 0,2%; l'economia francese è ferma a crescita zero, mentre la Germania vola a +0,8%. Per quanto riguarda l'Italia, si tratta delle stime Istat espresse in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato (il primo trimestre 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del precedente e una in meno del primo trimestre 2013). L'ultimo trimestre 2013, con un +0,1% congiunturale, aveva interrotto nove trimestri consecutivi di segni negativi. Il Pil acquisito per l'anno in corso è pari a -0,2 per cento.

Il tweet di Padoan: teniamo alta la guardia
«Pil speculazione spread... Teniamo alta la guardia: testa alla crescita, occhi sui conti, cuore all'occupazione» scrive in un tweet il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan che aggiunge l'hastag #riformareovivacchiare.

Renzi: il dato non mi fa piacere, ma resto ottimista
Il premier Matteo Renzi incassa la cattiva notizia senza minimizzare, e pone l'accento sulla necessità di non lasciarsi abbattere: è «un dato che non fa certo piacere», ammette intervenendo a Zapping, «ma l'ottimismo resta». E spiega di non farsi «facili illusioni quando la ripresa è +0,1 e non mi deprimo se è -0,1. Peraltro dipende da come li calcoli, sul trimestre sarebbe peggiore, ma negli anni siamo andati da -2,8 a -0,5. Sicuramente è un dato che non ci fa piacere». Per Renzi «il dato di oggi sconta un problema di politica industriale, ecco perché noi interveniamo su questo, da Electrolux, a Fincantieri e Ansaldo Energia. In realtà è evidente che esiste un problema di politica industriale ma io sono molto fiducioso e ottimista».

Italia unico grande Paese Ue in crescita negativa
Nella Ue sono in crescita negativa solo l'Italia, l'Estonia (-1,2%), Olanda (-1,4%) Portogallo (-0,7%), Finlandia (-0,4%). Mancano le stime per diversi Paesi. Nel Regno Unito la crescita è stata dello 0,8% rispetto al trimestre precedente (0,7%), in Polonia è stata dell'1,1% dopo 0,7%.

Delrio: preoccupati ma impegnati
«Per noi il dato del Pil non è affatto sorprendente ed è il motivo per cui abbiamo deciso di fare scelte grandi e radicali. Siamo certo preoccupati come è giusto che sia ma sapevamo che era necessario dare una svolta«. Così il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio commenta i dati del Pil.

Il Tesoro: rallentamento per buona parte dell'eurozona
«Notiamo che il rallentamento é comune alla maggior parte dei Paesi dell'area euro e che Paesi come la Germania che hanno fatto le riforme e hanno messo i conti in ordine hanno risultati migliori degli altri». Così il Tesoro commenta il dato sul Pil diffuso oggi dall'Istat che testimonia un ritorno al segno meno nel primo trimestre. «Ci aspettiamo che il taglio dell'Irpef abbia effetti positivi sulla ripresa dei consumi e anche che le politiche annunciate dalle istituzioni europee diano una spinta alla crescita», spiega il ministero dell'Economia, spiegando che il tema della crescita «sarà l'impegno nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Ue. Il semestre italiano darà sicuramente una svolta alle politiche in favore di crescita e occupazione».

Economisti sorpresi
Il calo dello 0,1% registrato oggi dal Pil italiano nel primo trimestre è un dato che ha sorpreso in negativo gli economisti e gli osservatori del ciclo economico italiano. E' vero, dicono gli esperti interpellati da Radiocor, che oggi anche altri Paesi europei hanno comunicato dati decisamente sotto le attese per quanto riguarda la crescita economica, come l'Olanda e il Portogallo, ma in questi casi la performance è in larga parte spiegata da fattori eccezionali. Per l'Italia, invece, non solo non è possibile chiamare in causa fattori straordinari che hanno impattato negativamente sul ritmo della crescita, ma il dato di oggi è anche in contraddizione con gli esiti delle ultime indagini di fiducia. Una revisione al ribasso delle stime di crescita, dicono gli economisti, è inevitabile con questi presupposti. Si comincia a pensare ad alcuni decimali di punto in meno, qualcuno si spinge a ipotizzare +0,4% per l'intero anno (l'ultima indicazione del Governo è +0,8 per cento; l'Ocse ha stimato +0,5 per cento, la Commissione Ue +0,6 per cento).

Nomisma: «Siamo praticamente in stagnazione»
«La ripresa è scomparsa nel primo trimestre. L'Italia è praticamente in stagnazione: con il dato di inizio anno e scontando rialzi nei successivi trimestri, l'incremento del Pil del 2014 è dello 0,2-0,3% e non dello 0,8% (ipotizzato dal governo) o del 0,6% (previsto dalla Ce)», ha commentato Sergio De Nardis, capoeconomista di Nomisma.

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