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L'AUTORE: «Lui personaggio della rete? No, uomo della tv che colonizza il web»

«I grillini? Elettori di destra delusi dal Pdl »

La tesi di «Un Grillo qualunque» di Giuliano Santoro: catturati anche i nuovi elettori, giovani mai andati alle urne

L'AUTORE: «Lui personaggio della rete? No, uomo della tv che colonizza il web»

«I grillini? Elettori di destra delusi dal Pdl »

La tesi di «Un Grillo qualunque» di Giuliano Santoro: catturati anche i nuovi elettori, giovani mai andati alle urne

La copertina del libro «Un grillo qualunque»La copertina del libro «Un grillo qualunque»
Miti da sfatare. Luoghi comuni da evitare. Uno tra tutti è che Beppe Grillo stia rubando elettori al Pd. Non è così. O almeno non ancora. Una grande parte dei voti al M5S arriva dagli «orfani del Pdl e della Lega, frustrati dalla crisi di Berlusconi e Bossi e dalla condizione economica». Solo così si «spiegherebbe l’accanimento di alcuni candidati a 5 Stelle su tematiche tipiche della Destra, come la chiusura dei campi rom o la protesta fiscale». Ma non solo. «Un'altra parte proviene dall'astensione». Senza contare che nel 2013 voteranno per la prima volta migliaia di giovani, gli stessi che «non hanno una provenienza definita, almeno dal punto di vista del pedigree elettorale». Attenzione però, non è così vero che il sodalizio tra votanti e Grillo avvenga solo attraverso la Rete. Se venisse confermato il successo in Sicilia questa relazione verrebbe a mancare. Dunque, Grillo piace. Questo almeno è ciò che sostiene il giornalista Giuliano Santoro nel libro Un grillo qualunque (edito da Castelvecchi, pagine 176, 16 euro).

IL LIBRO - La campagna elettorale è cominciata, anche se non ufficialmente. Il 2013 è alle porte. E gli occhi sono puntati tutti su di lui, il comico genovese «contro tutto e tutti». Il Movimento 5 Stelle, secondo i sondaggi, è diventato la terza forza politica del Paese. E potrebbe arrivare al 20 per cento. Ma come è successo? «L'unico modo di comprendere Grillo e il grillismo è accerchiarlo da diversi fronti e toccare i tanti livelli della comunicazione, della politica, della storia culturale e dell'innovazione dei media, che un attore -politico attraversa». Per afferrare Grillo, secondo Santoro, bisogna intraprendere un viaggio attraverso «la società e la politica italiana» per raccontare come «un cabarettista che ha mosso i primi passi sui palchi della provincia, sia poi arrivato a fondare un movimento politico». Insomma, per comprendere davvero questo fenomeno bisogna cercare di osservare da una prospettiva «insolita». E per farlo Santoro è riuscito a entrare nel cuore del movimento con interviste a socologi, politologi, sondaggisti e, soprattutto, grillini.

IL PERSONAGGIO- Un percorso che racconta luci e ombre di un movimento che si definisce trasversale, ma in realtà è tutto il contrario. Spiega le contraddizioni di chi per anni si è presentato al grande pubblico anche con pubblicità (come quella dello Yomo) per poi insultare le stesse aziende. E ancora gli incontri che hanno cambiato la vita (almeno quella pubblica) di Grillo. Da Antonio Ricci a Gianroberto Casaleggio. Il primo lo ha lanciato nel mondo della televisione, il secondo gli ha fatto scoprire la Rete. La stessa che lui ha demonizzato nei suoi spettacoli («Ho comprato il computer», dice. «Credevo che la tecnologia dei bit fosse una tecnologia leggera: un computer pesa quindici chili, per farlo occorrono quindici tonnellate di materiali e ogni sei mesi lo buttiamo nella spazzatura»). Dice che i 5 Stelle sono «espressione della Rete» ma rappresenta «la televisione che colonizza i nuovi strumenti di comunicazione, è un sintomo della convergenza di vecchi e nuovi mezzi di comunicazione».

I GRILLINI- Per la prima volta, però, si parla anche di loro: i votanti a 5 Stelle. Santoro divide la vita del movimento in due fasi. La prima catalizza l'attenzione di una nuova generazione, composta dal popolo delle partite Iva, contratti precari. Con una cultura tendenzialmente alta. E non solo: «Beppe Grillo è riuscito all’indomani del trauma generazione del G8 genovese, a tracciare arbitrarie relazioni di causa-effetto che a volte confinano nel complottismo ma che forniscono ai naufraghi della generazione perduta calpestata in piazza e vittima della sindrome di impotenza della politica tradizionale, uno scenario dentro al quale muoversi». Poi la seconda fase. Quella che riesce a catalizzare i voti perduti dal centrodestra. «La distribuzione del voto a Grillo è molto articolata, anche se negli anni del suo boom si è collocata soprattutto a Destra». Il quadro è fluido e in continua evoluzione. Il libro questo, lo mette ben in evidenza. L'idea che lo muove è comunque quello di sfatare molti miti.

(modifica il 25 ottobre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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