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Il cibo dello spazio, ecco il menù di Samantha Cristoforetti

Organizzata una cena con il cibo che lo chef del ristorante Campiello di Monselice Stefano Polato ha creato per l’astronauta italiana

Elena Livieri
2 minuti di lettura

PADOVA. Dalla terra allo spazio e ritorno: un viaggio che si consuma comodamente seduti a tavola, sperimentando il cibo che l’astro chef Stefano Polato, responsabile dello Space Food Lab di Argotec di Torino e chef del ristorante Campiello di Monselice (lui è originario di Solesino, nel padovano) ha creato per l’astronauta Samantha Cristoforetti. Un’esperienza resa possibile da Gnammo, piattaforma che promuove il social eating in tutta Italia e che ha fatto tappa ieri per la prima volta nel padovano con l’evento “Cibo spaziale per terrestri” a cui si è prestato lo chef della community di Gnammo Alberto Berto.

Sotto la supervisione di Polato, Berto, direttore commerciale per professione e cuoco per passione, ha rivisitato i preparati “spaziali” del progetto “Space food” in un menu originale che si è aperto con un aperigreen a base di fragole e avocado, per proseguire con un gratin di hamburger di quinoa con sfoglie di patate al timo, gnocchi al cucchiaio su vellutata di cereali, arrosto di melanzane, cereali e mandorle e un cremoso di semi di chia e smoothie per finale. La cena si è consumata in una casa privata, messa a disposizione da un’amica di Berto.

Il cibo dello spazio, ecco il menù di AstroSamantha

A tavola una compagnia di persone che non si conoscevano prima e che hanno scelto di partecipare all’evento aderendo all’invito pubblicato sulla piattaforma Gnammo (start up nata nel 2012) il cui scopo, come ha spiegato uno dei fondatori, Cristiano Rigon, è proprio quello di promuovere la socializzazione attraverso la condivisione del cibo e la convivialità (www.gnammo.com).

Polato ha così raccontato come è nato il menu spaziale per Samantha Cristoforetti, un lavoro durato due anni e mezzo: “Prima ho dovuto conoscere le abitudini alimentari e i gusti di Samantha” ha raccontato l’astro chef, “poi c’è stata una prima scelta degli ingredienti e della loro preparazione con tutti i test di stabilizzazione fino alla composizione finale del menu presente ora nella dispensa spaziale”. In sintonia con la filosofia di Samantha, molto attenta al tema del cibo e della sana alimentazione, e con lo spirito di Expo 2015, i preparati “spaziali” rispettano e valorizzano nella scelta degli ingredienti la biodiversità del patrimonio alimentare.

Accanto a una serie di verdure e frutta liofilizzati, gustosi come e più di quelle fresche e decisamente piacevoli nella tipica consistenza “crunchy”, sono nati poi la zuppa di legumi dei Presidi Slow Food con la piattella Canavesana di Cortereggio, il cece nero della Murgia Carsica e la lenticchia di Ustica, l’insalata di quinoa con sgombro e verdure, i frullati di frutta biologica e le barrette con goji cioccolato e spirulina. Ma c’è qualcosa a cui Astro Samantha ha dovuto rinunciare durante al sua missione: nei laboratori di Argotec non è stato possibile creare la versione spaziale degli spaghetti. “Non siamo riusciti a stabilizzarli mantenendo la consistenza della pasta” conferma Polato, “ma in fondo, e per fortuna, non erano fra i piatti preferiti da Samantha”.

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