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Il caso

I negozi inglesi contro il «cappuccino» (sostituito col frothy coffee )

Niente più uso dei nomi «cappuccino»,«espresso»,«caffelatte» nelle diciture di una nota catena di supermercati

Il caso

I negozi inglesi contro il «cappuccino» (sostituito col frothy coffee )

Niente più uso dei nomi «cappuccino»,«espresso»,«caffelatte» nelle diciture di una nota catena di supermercati

Troppa confusione di termini intorno al momento del caffè, anzi, del coffee, nel Regno Unito. Ecco perché una grande catena di negozi ha deciso di promuovere un progetto per riportare quel che è del caffè su suolo britannico al caffè: cominciando dal suo nome, in tutte le sue varianti, che d’ora in avanti verrà perfettamente tradotto in inglese della Regina, senza contaminazioni estere e senza usare dunque i tipici termini italiani tanto famosi nei coffee shop.

(Reuters)(Reuters)
FINE DEL CAPPUCCINO – Nelle caffetterie della catena della grande distribuzione Debenhams (oltre 160 grandi magazzini tra Regno Unito, Irlanda, Danimarca) i menu d’ora in avanti riporteranno i nuovi nomi voluti dalla Plain English Campaign. Niente più cappuccino, espresso, e tutti i suoi derivati. Si passa a coffee, with milk (con latte, il vecchio macchiato), really really milky (che va a sostituire un nostro caffelatte), e poi ci sarà il frothy coffee (il nostro cappuccino, dove frothy sta per schiumoso) mentre il mocha (una sorta di clone del bicerin torinese o del marocchino un po’ più elaborato, a seconda delle interpretazioni) diventerà un semplice chocolate flavoured coffee, un caffè insaporito al cioccolato. Bandito anche l’espresso, nonostante l’uso sia ormai comune da decenni ovunque all’estero: sarà sostituito da un più esaustivo a shot of strong coffee, una dose di caffè forte. E non ci sono solo i termini italiani a infastidire i fautori del progetto dell’inglese puro in caffetteria, giacché anche l’inglese black coffee usato per chiamare la tazza di caffè semplice e nero, non espresso, diventerà banalmente un simple coffee.

DUE TAZZE PER TUTTI – Sotto il mirino dei puristi ci sono pure i contenitori e relative misure delle varie bevande calde: per esempio le nuove dimensioni amate dalla catena americana Starbucks (come il bicchiere venti, o trenta, oppure il tall, il grande, ma anche i più comuni e internazionali small, medium, large) con cui si denominano le varie tazze e il contenuto. Vengono banditi anche questi termini per tornare a due soli modelli, più noti in tutte le case inglesi, ovvero la cup, tazzina regina del tè pomeridiano, e il mug, la tipica tazza grande con manico usata per la colazione, ma in modo informale per sorseggiare lo stesso tè, le tisane, il caffè lungo, il latte in tutte le case.

L’IDEA – Tutto nasce, sostiene il comunicato stampa ufficiale diramato dalla catena Debenhams, proprio dalla confusione riscontrata tra gli avventori delle caffetterie. Cui i negozi hanno chiesto, in un questionario, se si sentivano a proprio agio con i nomi attuali: il 70 per cento dei clienti abituali ammetterebbe di provare confusione davanti al menu dei coffee shop britannici e a quegli strani nomi esotici. E allora, ecco partire la prima sperimentazione, in una delle caffetterie più frequentate della catena, quella che si affaccia sulla londinese Oxford Street. Se il progetto piacerà, presto tutto il Regno Unito (almeno nei negozi del gruppo) bandirà l’espresso italiano e il cappuccino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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