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. VIII Congresso Nazionale di Archeometria Scienze e Beni Culturali: Stato dell’Arte e Prospettive Bologna, 5-7 Febbraio 2014 IL TORSO LORICATO DI NERONE DA BOLOGNA: RESTAURO E INDAGINI SULLA POLICROMIA Pietro Baraldi*, Cristina Del Gallo **, Marinella Marchesi***, Andrea Rossi**** *Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Università di Modena e Reggio Emilia, Modena pietro.baraldi@unimore.it **Restauratrice ***Museo Civico Archeologico di Bologna ****Di.Ar. Laboratorio di Diagnostica per Immagini, Modena Nel febbraio 2011, in occasione di una richiesta di prestito per la grande mostra dedicata a Nerone al Colosseo, il Museo Civico Archeologico di Bologna ha avviato un progetto di restauro e di analisi della policromia residua della statua loricata in marmo attribuita al famoso imperatore giulio-claudio. L’opera, di pregevole fattura, rappresenta un personaggio maschile, di dimensioni leggermente maggiori al reale, in abbigliamento militare da parata trionfale, con corta tunica, ampio mantello sulla spalla e corazza anatomica (lorica), decorata da Nereidi a cavallo di draghi marini o ippocampi e da una testa di Gorgone. Rinvenuta nel 1513 nell’area dove sorgeva il teatro romano di Bononia, la statua costituiva un ornamento di questo edificio, probabilmente collocata davanti ad uno degli ingressi. Dovette essere eretta in onore di Nerone dagli abitanti della città quale segno di gratitudine, dopo che l’imperatore aveva promosso il finanziamento per la ricostruzione di Bologna, danneggiata dall’incendio del 53 d.C. La testa, perduta, fu intenzionalmente staccata in epoca antica, verosimilmente a seguito della damnatio memoriae di Nerone. Il restauro di tipo conservativo cui la statua è stata sottoposta ha comportato la pulitura delle superfici con alcool puro applicato a tampone e con getto di vapore, affiancata dalla stuccatura delle microfratture con grassello di calce stagionato e polvere di marmo setacciata cromaticamente adeguata all’originale. Immagine frontale del torso (a sin.) e del dettaglio in luce UV (sotto) con particelle di varia natura Indagine multispettrale Si è proceduto ad indagini fotografiche come la macrofotografia, fotografia in luce radente e l’indagine della fluorescenza indotta da luce ultravioletta; si è tentata anche l’indagine VIL per identificare eventuali residui di blu egiziano. Con l’ispezione del manufatto con macrofotografia si sono localizzati i punti dove permangono residui di colore, come sul mantello e sulla lorica. Dall’esame all’UV si è notato una tenue fluorescenza rossa sul retro della lorica e sui mantelli delle Nereidi che potrebbe indicare l’uso di un colore organico di origine vegetale come la robbia. Inoltre all’altezza dei pettorali una fluorescenza gialla potrebbe segnalare l’uso di un legante come la caseina. magnetite grafite ematite magnetite cerussite litargirio Indagini in spettroscopia Raman e FT-IR La scoperta di policromia sulla statua di Augusto di Prima Porta ha portato a verificare se tracce esistessero anche su altre statue di grande rilevanza pubblica. La perlustrazione della superficie dell’opera ha consentito di individuare particelle di materiali di vario colore: alcune sono state prelevate e analizzate in microscopia Raman e in spettroscopia infrarossa. I dati in Tab. indicano come le tracce di colore rosso sulla stoffa e sul fianco destro siano a base di ematite, quelli di colore giallo quasi sempre siano di goethite. Le incrostazioni rossastre dello spallaccio mostrano lo spettro Raman della cerussite e del litargirio che possono indicare un’antica presenza di cerussa, usata per uniformare la superficie del lapideo lavorata e prepararla per l’eventuale stesura del colore. Gli spettri FT-IR, invece, hanno additato l’elevata solfatazione della pellicola superficiale, con formazione di solfato di calcio diidrato. Liverani P., I colori del Bianco. Mille anni di colore nella scultura antica. Città del Vaticano, 2004, pp. 40-42. Spettro FT-IR di microprelievo superficiale: forte solfatazione della superficie carbonatica Camp. 1 Posiz Bordo in basso dx Colore Rosso giallo Ctrl Pigmento e legante Raman Ematite (da riscaldamento) carbone gesso quarzo (goethite) 2 Patina in basso davanti 3 Patina a destra in basso 4 5 6 Traccia in basso a destra abito Rosso giallo Interpretazione Giallo Materiale e legante Calcite goethite Colore ocra Nero Pigmento e legante Calcite carbone Colore nero Macchia abito in basso a sx Nero Materiale e legante Calcite carbone Colore nero Macchia in basso a sx Grigio-blu Pigmento Calcite carbone (goethite) Colore bruno Pigmento Ematite magnetite quarzo Questa ematite proviene dal riscaldamento di una goethite Tracciato di matita 7 Riga nera in basso dx Grigio giallo rosso Materiali e cemento Gesso, goethite, calcite, grafite 8 Traccia in basso sull’abito Rosso viola Pigmento Quarzo ematite feldspati Quarzo e feldspati da integrazione calcite gesso del supporto 9 Traccia sul seno dx Giallino Materiale e pigmento Calcite dolomite goethite 10 Crosta sullo spallaccio dx rosso nero Alterazione Biacca litargirio, (Minio) Preparazione della stesura del anidrite colore 11 Materiale sotto ascella dx Grigio Pigmento superstite Calcite carbone 12 Interno cavità del collo Rosso giallo Pigmento Ematite magnetite goethite Ocra rossa 13 Macchia spalla sinistra sul davanti Bruno Materiale e pigmento Cerussite litargirio carbone Preparazione della policromia scomparsa 14 Incrostazione spalla dx in alto Azzurro Pigmento Carbone ftalocianina Pennarello 15 Cemento sul basamento Grigio Composizione Cemento 16 Calce sulla base della statua Bianco Composizione Cemento Tab. I: sono qui riassunti i risultati ottenuti. Dolomite e goethite da un’ocra gialla di opportuna provenienza