Gli orti a domicilio conquistano le terrazze di Palermo

orto capovolto
di GIOIA SGARLATA

 

L’idea è nata meno di un anno fa ed oggi conta già un decina di commesse e un piano di investimenti per 50 mila euro. Loro sono quattro ragazzi di Palermo e la cooperativa che costituiranno a giorni si chiama Orto Capovolto. Il core business? La creazione di orti. Ovunque: dai terrazzi alle scuole, ai cortili condominiali, alle aziende. A misura anche di persone in carrozzella. Orti sociali, verticali, condivisi, realizzati attraverso l’uso di pallet. Un sistema che garantisce oltre al giusto spazio per la coltivazione degli ortaggi anche un corretto drenaggio dell’acqua d’irrigazione per evitare problemi di umidità nei palazzi e sui terrazzi. Un’impresa «di design commestibile», per dirla coi suoi ideatori. Che “capovolge” l’idea di orto ma anche di città puntando alla realizzazione di una fattoria urbana mappata su internet. «Vogliamo contribuire alla creazione di un orto diffuso, orti condivisi di quartiere, orti aziendali, orti didattici - spiega Angelica - Soluzioni già sperimentate in altri Paesi con successo». I prezzi? 150 euro per un mini- campo di un metro e 20 per un metro e 20. Nello statuto di Orto Capovolto ha anche la realizzazione di progetti di educazione ambientale e percorsi sensoriali e terapeutici.
Ma come è nata l’idea? «Casualmente ormai quasi un anno fa», dice Angelica Agnello, 28 anni, architetto e titolare di un’azienda agricola. «Un mio parente voleva creare un orto in terrazza e non sapeva come fare, così mi ha chiesto aiuto», dice. E’ bastato questo ad accendere la lampadina e dar vita a un’associazione per sperimentarne la fattibilità. La risposta è arrivata quasi subito con una serie di richieste e orti da realizzare a Palermo e non solo. «In Sicilia ci sono varie competenze ma non esistono aziende di questo tipo e con questo scopo sociale - dice Angelica - Al contrario, invece, la sensibilità verso i cibi sani, produzioni a chilometro zero e orti urbani è in forte crescita». Così, ecco il passo successivo: la partecipazione al programma per le start up del Consorzio Arca di Palermo e il via ai primi orti, tra cui quello al Farm Cultural Park di Favara, dove sono stati ideati anche tavoli a ribalta «per pranzare in terrazza con i profumi delle erbe aromatiche», dice ancora Angelica.
Con lei in questa sfida, altri tre giovani tra i 27 e i 30 anni: Giorgio Vaccaro, 29 anni, educatore ambientale (co-ideatore del progetto); Claudia Rizzo, 30 anni, manager culturale; e Loris Franco, 27 anni, agronomo. In cantiere la nuova coop ha già  un orto aziendale “a millimetro zero” in un lido del palermitano «dove verranno coltivate - racconta Giorgio Vaccaro - menta per i mojito, cetrioli per lo sharbat, rucola per le piadine servite la sera». E, a febbraio, anche il primo progetto di orto didattico nella scuola media intitolata a Setti Carraro all’Uditore. «Inizieremo con i semenzai in aula per arrivare alla fine dell’anno a raccogliere i prodotti, frutto del lavoro svolto nel corso di tutto l’anno», dice ancora Angelica. Nelle dinamiche del progetto anche l’intervento di un nonno che condivide con la classe ricordi e esperienze della campagna. Infine, un altro step ambizioso: l’apertura di una sede con orto - giardino accessibile al pubblico e teatro di iniziative educative e culturali.

 

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