Lo dice Christian Raimo su Internazionale.

Se si pensa a Roma come a una città sull’orlo del baratro, le sole scelte possibili saranno quelle emergenziali. E quindi: commissariamenti ufficiali o informali, o – per parte avversa – il vittimismo da parte dell’amministrazione pubblica e la conseguente deresponsabilizzazione.
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Fare politica a Roma in nome del degrado e del decoro vuol dire non aver presente che la “riparazione” che occorre a questa città non è un belletto, ma una cura radicale. Fatta di trasformazioni profondissime, infrastrutture serie, investimenti massivi, e soprattutto visione politica e scelte di lungo respiro, che si giocano sui trasporti, sui rifiuti, sul consumo del suolo.

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