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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2013 alle ore 21:37.
L'ultima modifica è del 29 ottobre 2013 alle ore 22:24.

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Rosario Crocetta (Agf)Rosario Crocetta (Agf)

PALERMO - Un intervento lungo 78 minuti per respingere analizzare i fatti, spiegare ma soprattutto respingere le accuse di chi ha presentato la mozione di sfiducia. Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta tira fuori tutta la sua verve e arte oratoria per fare puntualizzazioni sul lavoro fatto: i tagli alla spesa, le trenta denunce presentate alla magistratura sul settore della formazione professionale, il taglio al proprio stipendio che è ora di 7.600 euro.

Al culmine di un dibattito cominciato alle 12, Crocetta cita la Bibbia, il Vangelo, Cicerone, e prova a smontare pezzo per pezzo tutte le tesi contenute nella mozione di sfiducia presentata dai grillino e da altri deputati (Lista Musumeci e altri). E' diretta ai grillini e in particolare al loro capogruppo e già candidato alla presidenza della regione Giancarlo Cancelleri la gran parte delle risposte, delle spiegazioni. Crocetta evoca ma non dice pur avendolo fatto in passato ma è ovvio che ha chiari i nodi, i punti che stanno alla base di alcune posizioni politiche. Lo dice Crocetta: «La mozione di sfiducia presentata dai grillini è legata all'Irsap che è una vicenda tutta nissena».

Ma è il deputato ragusano Nello Dipasquale a far chiarezza e a spiegare le cose facendo i nomi e i cognomi, spiegando a tutti che Cancelleri è dipendente di tale Lo Cascio, dal 2007 presidente dell'associazione Liberi imprenditori e che molto si è speso a difesa dell'ingegnere Pietro Di Vincenzo, l'imprenditore che è stato al vertice di Confindustria Caltanissetta e dell'Ance regionale cui è stato sequestrato un patrimonio di 260 milioni per mafia e che è finito in carcere con accuse varie. E Dipasquale ha lasciato chiaramente intendere chi fossero i mandanti degli attacchi di Cancelleri contro l'Irsap, l'Istituto per le attività produttive che ha inglobato i dieci Consorzi per lo sviluppo delle aree industriali in alcune delle quali (Caltanissetta tra queste) sono state verificate gravi irregolarità.

Una vicenda a margine che tanto a margine non è cui Cancelleri ha replicato, accusando Dipasquale di aver fatto insinuazioni. Non vi è dubbio che la vicenda non si chiuderà qui. Ai grillino Crocetta dice che la mozione è frutto del «pregiudizio» e su Beppe Grillo va giù pesante: «Grillo - dice Crocetta - nel 2006 era venuto a Gela a dire ai miei concittadini che non avrebbero mai compreso uno come me. O nel 2008, quando diceva che io sono l'unico politico siciliano per il quale valesse la pena venire nell'isola». E ai grillino il governatore lancia la peggiore delle accuse per un movimento nato sull'onda dell'antipolitica: «Siete diventati partitocratici come tutti gli altri». Ma dopo sette ore di dibattito un risultato politico evidente è il risultato che porta a casa Crocetta, il quale ha distribuito un documento con tutti i risultati del suo governo in questi mesi, che incassa il sostegno del suo partito, il Pd, con cui nei mesi scorsi c'era stato più di uno scontro (anche se alla conta mancavano in quattro perchè assenti) e rinsalda i legami con gli alleati.

Un dibattito di cui, sostengono i sindaci dell'Anci, non si sentiva il bisogno: «I comuni sono allo stremo e invece di discutere di bilancio si perde tempo con questa discussione» è in sintesi il senso di un comunicato diffuso ieri. Il voto arriva alle 21,10, dura una ventina di minuti: su 77 votanti, 46 si esprimono contro la mozione di sfiducia, 31 a favore. La mozione non passa. Crocetta, intervenendo dopo il voto, dice: «Questa è una pagina dolorosa che noi abbiamo vissuto. Abbiamo il dovere di governare e di non sfuggire alle nostre responsabilità».

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