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Snapchat, ora si paga via chat con "Snapcash": schiaffo a Facebook e WhatsApp

Già operativa la novità, frutto dell'accordo fra il programma di messaggistica fantasma amato dai giovani e il gruppo di mobile payment Square: attiva al momento solo negli Stati Uniti, la nuova funzione consente di spedire somme direttamente dalle conversazioni in corso. E brucia sul tempo i progetti di Facebook

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SNAPCHAT brucia tutti sul tempo: lancia la possibilità di pagare via chat e rifila un altro schiaffo a Facebook. Snapcash, la nuova funzione dell'app di messaggistica più amata dai giovani, perché basata su un meccanismo che consente l'autodistruzione a tempo di foto e video, nasce da un patto con Square. Da oggi gli utenti statunitensi di smartphone Android
(l'aggiornamento per iOs è atteso a breve) possono dunque inviare e ricevere denaro direttamente dall'interno della conversazione. "Ecco 5$ per la mia quota del regalo": il sistema riconosce la cifra e il simbolo della valuta e sblocca un bottone con cui spedire il pagamento così come si invierebbero una frase o una foto. Ovviamente non senza aver prima aperto o collegato un account su Square, una delle realtà che stanno ridisegnando l'ecosistema dei pagamenti in mobilità, da cui prelevare o in cui depositare i fondi.

A dirla tutta, Snapcash  -  che al momento è appunto disponibile solo negli Stati Uniti  -  non è altro che l'integrazione del sistema già implementato da Square col suo Cash, un sistema per trasmettere denaro via app o email. Mai, tuttavia, era successo che i fondi potessero transitare direttamente da uno scambio di messaggini, senza alcun tipo di passaggio intermedio: "Ecco 10$". Invia. Fatto. A rivelare la novità è stato Evan Spiegel, 24enne fondatore dell'app del fantasmino, in un'intervista al sito Re/Code. L'alleanza con Square è evidentemente fondamentale per tutta la parte logistica: spetta all'app fondata cinque anni fa dal Ceo Jack Dorsey (sì, lo stesso di Twitter) e Jim McKevley la gestione dei dati sensibili relativi alle carte bancarie, prepagate e ai conti correnti associati ai singoli account.

Una rassicurazione non da poco, considerando i diversi problemi di privacy in cui Snapchat è incappato negli ultimi mesi, con furti di numeri telefonici ed emorragie di foto e video osé. Molti dei quali legati tuttavia all'uso improprio di applicazioni sviluppate da terze parti e mai autorizzate. Tornando ai pagamenti, al momento dell'abilitazione di Snapcash l'utente, che deve essere maggiorenne, creerà di fatto un profilo su Square Cash, collegando la propria carta Visa o MasterCard. Un bel colpo per entrambi i partner ma soprattutto per l'azienda specializzata in pagamenti digitali e in mobilità: vedrà così aumentare i propri utenti e  -  stando alle indiscrezioni  -  riceverà una piccola percentuale per ogni transazione processata per conto della chat fantasma.

Stando alle dichiarazioni di Spiegel, l'idea non è al momento quella di sfidare giganti come PayPal, Venmo Google Wallet o il più recente Apple Pay. Impossibile e in fondo sono paragoni poco calibrati. Piuttosto, la mossa punta a fornire una possibilità aggiuntiva ai propri utenti tramite un arricchimento dell'ecosistema. Utenti che, secondo i numeri risalenti alla fine di agosto, marciano ormai oltre i 100 milioni per una valutazione della società che secondo gli analisti sfiora i 10 miliardi di dollari. Tre volte quanto messo sul piatto esattamente un anno fa da Mark Zuckerberg, che ha fatto di tutto per portarsela a casa e alla fine ha dovuto ordinare agli uffici di Menlo Park di confezionare un'applicazione fotocopia, Slingshot. Oltre, ovviamente, a consolarsi con l'acquisto monstre di WhatsApp. Stavolta, l'ennesimo sgarbo fra ex teenager prodigio: anche Facebook sta infatti lavorando da tempo a un sistema di pagamenti tramite la piattaforma. Anzi, in particolare via Messenger, l'app parallela che gestisce i messaggi e che dallo scorso giugno è guidata non a caso da David Marcus, già in forze a PayPal.

L'allargamento di Snapcash ad altri mercati sembra cosa rapida: "Pare che Snapchat possa espandere questa funzione oltre i limiti iniziali dopo aver capito bene in che modo le persone utilizzeranno il servizio" commenta Re/Code. Che fa anche notare come l'accordo con Square costituisca la prima, autentica partnership aziendale di peso, esclusi gli accordi per i contenuti. A parte i sistemi consolidati come PayPal, infatti, la liquefazione e frammentazione del denaro all'interno di servizi inizialmente nati per altri obiettivi, come i social network o i programmi di messaggistica, sembra la tendenza del momento. Oltre che una necessità: c'è infatti bisogno di evolvere continuamente il modello di business alla ricerca di nuovi fronti di redditività. È il caso delle microinserzioni pubblicitarie o delle notizie, appena sbarcate su Snapchat.

Un domani invece, come sviluppo del nuovo servizio, potrebbe invece essere possibile effettuare un acquisto direttamente via chat e non solo scambiarsi denaro fra amici e contatti. Pagamenti e micropagamenti sembrano fra l'altro intrigare anche Twitter, che ha da poco introdotto il bottone per acquistare via cinguettio i prodotti di alcuni partner e sta pensando di buttarsi su questa strada. D'altronde, c'è pur sempre Dorsey di mezzo. Secondo le indiscrezioni il progetto sarebbe tuttavia partito su richiesta della seconda banca francese, il Groupe des Banques populaires et des caisses d'Epargne.