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Violata la mail del creatore del Bitcoin: in vendita i dati dell'uomo da 400 milioni di dollari

L'identità del misterioso Satoshi Nakamoto, inventore della moneta virtuale, potrebbe essere rivelata. Colpa di un presunto hacker che si è impadronito del suo account

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IL SUO nome è Jeffrey e tiene stretta nelle sue mani o, meglio, nel suo pc, la vita di un uomo che vale 400 milioni di dollari. Quali saranno le richieste di Jeffrey per vendere il suo prezioso ostaggio? E chi sarà il migliore offerente? Potrebbe essere la trama di una nuova avventura targata James Bond. L'agente 007 potrebbe essere chiamato per salvare il facoltoso uomo misterioso... Invece è realtà. E le azioni dei protagonisti di questa storia, misteriose e astute, hanno risvolti un po' goffi.


Dietro il nome vero o falso di "Jeffrey", infatti, si nasconde un abile hacker che è riuscito a insinuarsi nella mail di Satoshi Nakamoto, il milionario creatore del Bitcoin. L'identità di quest'ultimo non è chiara. Nel marzo di quest'anno il settimanale Newsweek aveva rivelato di aver finalmente trovato il vero Nakamoto, un 64enne di origini giapponesi che da tempo conduce una vita da eremita in California. Ma il diretto interessato aveva subito smentito la notizia in un'intervista rilasciata alla Associated Press. Sulla vera identità del creatore della moneta digitale, quindi, al momento non c'è nessuna certezza. E anche la CIA, che lo aveva invitato a presentarsi per rispondere a quesiti sulla "sua attività", non ha avuto successo nelle ricerche. La risposta potrebbe venire proprio da "Jeffrey" che, entrato in possesso della mail di Nakamoto (satoshin@gmx.com), ha annunciato la sua intenzione di rivelare i dati sensibili che lo riguardano. A un'unica condizone, che il suo conto "corrente digitale" raggiugna i 25 bitcoin, l'equivalente di poco più di 9100 euro.
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Una richiesta non certo esosa in cambio della divulgazione di dati sensibili tra i quali contatti, password e indirizzi IP utilizzati da Nakamoto. Peccato che fino a questo momento le "donazioni" in favore di Jeffrey siano ferme a meno di 0,02 bitcoin, ovvero poco più di 700 euro. E dire che i messaggi sulla serietà delle sue intenzioni erano convincenti. Come il post pubblicato sul forum di P2PFoundation attraverso l'account di Nakamoto: "Caro Satoshi. I tuoi documenti, password e indirizzi IP stanno per essere venduti sul darknet. Pare che tu non abbia configurato Tor in modo corretto e il tuo IP ha fatto trapelare le informazioni quando hai usato il tuo account email nel 2010. Non sei al sicuro. Devi andare via da dove sei il prima possibile prima che queste persone ti facciano del male. Grazie per aver inventato il Bitcoin". E anche la richiesta di denaro virtuale postata su Pastebin era in puro stile "riscatto": "Rilascerò i documenti se il mio indirizzo arriverà a 25 BTC. E no, non è una truffa, potete vedere gli screenshot qui sotto come prova che possiedo la sua casella di posta...", scrive Jeffrey aggiungendo anche l'indirizzo dove versare la netmoneta.
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Insomma, fino a questo momento non sembra che i dati sensibili di Nakamoto siano in serio perciolo. Di vero però c'è che la sua casella di posta è stata violata. Ma forse non è tutto merito dell'abilità di Jeffrey come hacker. Pare infatti che l'indirizzo usato dal creatore del Bitcoin, satoshin@gmx.com, sia rimasto inutilizzato per parecchio tempo, almeno dal 2010 (con un'unica riapparizione a marzo di quest'anno, solo per confermare "non sono Dorian Nakamoto", ovvero la persona individuata da Newsweek), da quando Nakamoto ha smesso di scambiare email con la gente e lasciato le redini del regno dei Bitcoin nelle mani dello sviluppatore Gavin Andresen. La lunga assenza dalla sua casella potrebbe essere la causa dell'"appropriazione" di Jeffrey. Secondo i Termini di Servizio del provider Gmx, infatti, un account "fermo" per più di sei mesi può essere eliminato e reso disponibile per un nuovo utente, avendo preventivamente cancellato il contenuto delle caselle. Una volta in possesso dell'indirizzo mail, riuscire a loggarsi a siti e servizi web a cui Nakamoto si era registrato, per un hacker che si rispetti è davvero un gioco da ragazzi.
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