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Zanonato: "Dopo la Brexit serve un new deal per l'Europa"

L'ex ministro oggi europarlamentare: "Non servono reazioni di panico, ci saranno dei trattati che stabiliranno il percorso di uscita. Ma adesso l'Europa deve dare risposte. Per prima cosa sull'occupazione"

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BRUXELLES. "Adesso serve un new deal per l'Europa, un'idea di futuro che mobiliti i giovani a partire dall'occupazione. Perché l'Europa rappresenti davvero una prospettiva di affermazione per l'individuo e la sua famiglia. C'è un grande lavoro da fare". Risponde da Bruxelles, dove è in attesa di prendere l'aereo per tornare a Padova, l'ex sindaco Flavio Zanonato, oggi europarlamentare impegnato a "riformare" un'Europa che appare sempre più indebolita dopo il referendum che ha sancito l'uscita del Regno Unito.
 
Zanonato, quali sono le conseguenze di questo voto per il Veneto e Padova? 
Conseguenze immediate per il Veneto e per Padova non ce ne sono. Adesso si attiverà una negoziazione, che durerà alcuni mesi, per capire come verranno gestiti gli accordi commerciali - spiega -  Però mi rendo conto che l'evento ha un impatto psicologico fortissimo. Tanto è vero che le borse sono impazzite. E la dimensione psicologica, legata alle aspettative, in economia conta molto. Così come in politica: in tutti i paesi dove c'è un impulso anti-europeista adesso si metterà in moto una tendenza a promuovere altri referendum simili, come in Olanda".
 
Nel voto inglese però c'è anche un aspetto politico che mette in discussione l'idea stessa di Europa. Cosa accadrà adesso? 
"L'Europa è l'unico modo concreto con cui rispondiamo alla globalizzazione. Cos'è la globalizzazione? Il fatto che nei mercati mondiali arrivano prodotti della stessa qualità dei nostri ma con prezzi molti minori. Questo perché ci sono Paesi che  producono come noi ma non hanno lo stato sociale che abbiamo noi. Per fare un esempio: in Europa non si producono più televisori perché i coreani li vendono a un prezzo molto minore. Per questo gli stati europei hanno immaginato come risposta a questa globalizzazione una unità legata a uno spirito di solidarietà, che vuole allargare lo stato sociale e difenderlo. A partire da scuola, pensioni e sanità. La risposta inglese invece va in tutt'altra direzione".
 
Quale è però la risposta politica adesso alla Brexit dal suo punto di vista?
"Bisogna cercare di ridurre il più possibile il danno nell'immediato. E contemporaneamente rilanciare con grande forza l'Europa come progetto politico. Adesso l'Europa ha solo una dimensione economica, non c'è una progettualità comune, non ha saputo affrontare un fenomeno come quello dell'immigrazione. Se l'Europa non sa dare risposte prevarranno sempre gli atteggiamenti di pancia: bisogna essere in grado di costruire un'opinione pubblica non impaurita".
 
Cosa accadrà nella politica italiana? Si aprirà un fronte anti-europeista con in testa Lega e Cinque Stelle?
"La Lega in modo deciso cavalcherà quanto accaduto. Hanno già iniziato a dire "adesso tocca a noi". Mentre i Cinque Stelle fanno una riflessione più accurata. Vedo una evoluzione dell'M5S in un partito che non cerca più un consenso di pancia. Molti europarlantari "grillini" sono europeisti". 

Come reagirà l'europarlamento alla Brexit?
"Il parlamento verrà riunito in forma solenne e straordinaria martedì. Ci sarà anche Junker che relazionerà sullo stato dell'Unione. Si sta diffondendo l'opinione che o si rilancia risolvendo i problemi o ci dimostriamo pressocché inutili. Anche il tentativo di condizionare gli inglesi sulle conseguenze economiche della Brexit non li ha convinti perché c'è un problema anche di idealità. Oggi il problema fondamentale dell'Europa è l'occupazione in particolare quella giovanile. Attraverso questo tema bisogna mostrare che l'Europa è garanzia di benessere". 

Il risultato di questo referendum è anche colpa di alcuni atteggiamenti della Germania, soprattutto in economia?
"Abbiamo subito un'egemonia tedesca che ha puntato tutto sui conti in ordine e si è basata sulle teorie neoliberiste, che dalla Thatcher in poi, hanno avuto il sopravvento. Adesso si è visto che quel modello non riesce a riequilibrare e bisogna sostituirlo con un modello in cui l'austerità lascia spazio a un'idea di diritto, solidarietà e ai principi keynesiani di rilancio economico".

Questa sera (venerdì) alle 17.30 sarà in municipio a Padova a parlare di scienza e democrazia con l'ex ministro Trigilia. Quanto la Brexit peserà sul mondo della ricerca?
"Potrebbe avere un impatto notevole perché gli inglesi erano un punto di riferimento per quel mondo. Speriamo che non siano conseguenze irreparabili".

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