expr:class='"loading" + data:blog.mobileClass'>
Periodico giornaliero sportivo - Autorizzazione del Tribunale di Forlì - Registrato al n° 3309 della Cancelleria

Editore e Caporedattore: Simone Feroli
Direttore Responsabile: Roberto Feroli

Cerca nel blog

martedì 20 gennaio 2015

Il vero marketing sportivo - Chi il cuore ce lo mette davvero (Ed il ritorno di immagine passa in secondo piano)

Martedì scorso vi abbiamo raccontato di come, con una idea tutto sommato semplice ed una spesa totale di qualche centinaio di euro, sia stato possibile realizzare una campagna promo pubblicitaria sui social. Ottenendo un buonissimo riscontro in termini di diffusione e gradimento. L’hanno visto in tanti, il messaggio veicolato, per di più ad un costo contatto davvero basso.

(Costo Per Contatto. Ovvero: quanto ho speso io azienda per contattare una persona? Ogni contatto, cioè ogni persona con cui sono riuscito a creare un dialogo, un rapporto, quanti centesimi mi è costato? Una domanda fondamentale per valutare le proprie campagne pubblicitarie…non vi eravate mai posti il quesito? No buono….da oggi, iniziate sempre a farvi questa domanda, e vedrete come sarà più facile scegliere tra i vari mezzi disponibili sul mercato!!)

Bene. Ricorderete anche che al centro del pay off della campagna di cui vi abbiamo scritto la scorsa settimana, c’era il cuore, un elemento che nella comunicazione pubblicitaria degli ultimi mesi viene usato piuttosto spesso, per parlare di calcio come di computer, di dadi da brodo come di automobili. Un po’ a proposito, un po’ no.

Oggi abbiamo una grande fortuna. Perché possiamo portarvi un esempio in cui il termine "cuore" è stato utilizzato già diversi anni fa, e non in maniera strumentale, per richiamare qualche altro elemento del prodotto da vendere, ma per andare veramente al…cuore del discorso. Molto, moto pratico, ed utile.

L’Aics Basket Forlì ormai dieci anni fa ha acquistato un primissimo defibrillatore, formando nel contempo i primi 15 soggetti e certificandoli quindi operatori abilitati. Persone che, nella speranza non ce ne sia mai bisogno, sanno usare un defibrillatore in caso di attacco cardiaco.

Costa soldi, il defibrillatore. Ma la bontà della causa, il fatto che i denari venissero spesi a modo, la qualità dei tutto il processo (compro apparecchio-formo persone-metto apparecchio a disposizione di tutti-eseguo manutenzione apparecchio-organizzo il corso di retraining per confermare abilitazioni all’utilizzo-compro altro apparecchio-e via così) hanno fatto sì che in meno di 10 anni i defibrillatori divenissero 12. Tutti posizionati in luoghi dedicati allo sport, a disposizione di tutti i frequentatori di quella determinata palestra, per poter essere usato (si spera mai) non solo in casi di necessità che si possano verificare durante ore di allenamento dell’Aics Basket Forlì.

Ora, direte voi, ma quanto costa tutto questo giochino? Moto di più della cornice di cartone, 3 portachiavi e 7 cappellini, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana…

Direi che questo è ovvio. Ma direi anche che alcuni di questi apparecchi sono stati acquistati direttamente con le donazioni di sponsor, ovvero di persone che, a capo di aziende, hanno capito il progetto sposandone la causa.

Non so se mi sono spiegato. 12 defibrillatori acquisiti in meno di 10 anni, tutti posizionati sulla città di Forlì. Un record, che ha fatto sì che l’Aics nazionale prendesse il progetto dell’Aics Basket Forlì, sbianchettasse un po’ da un lato, fotocopiasse un po’ da un altro, e lo facesse diventare Progetto Guida Nazionale. Ancora…non so se mi sono spiegato.

La piega presa in questi due lustri è stata tale che perfino aziende slegate dal mondo Aics Basket Forlì, anzi slegate proprio dallo sport, abbiano chiesto consulenza per l’acquisto di un apparecchio salvavita e anche la formazione necessaria ai possibili operatori.

Allora, riepilogone finale.

Una società sportiva della città di Forlì compra un defibrillatore. Troppe volte si legge di problemi cardiaci in palestra, in Italia e nel mondo, e purtroppo anche Forlì negli ultimi 15 anni ha accusato i suoi morti sul campo. Gli apparecchi in poco tempo diventano 4, poi 7, poi 12.

Da anni c’è uno slogan per questo. "Ci mettiamo il cuore". Il "cuore" che torna, quindi, ma questa volta come un elemento di verità in merito a quanto la società sportiva sta facendo.

Ora, il punto è che in questo caso attorno ad un ritorno di immagine, che certamente esiste, si è aperto un mondo di comunicazione, contatti, idee, domande; l’attività sociale dell’Aics Basket Forlì, già comprovata (anche dai 400 baskettari del proprio settore giovanile) sta avendo quindi una fortissima ricaduta sul territorio.

Una comunicazione diversa, di certo più impegnativa, anche da un punto di vista economico. Una operazione però di grandissimo interesse, che ha portato la società forlivese a qualificarsi sulla città, sull’intero territorio, ed anche in tutta Italia come un vero e proprio esempio nazionale.

Una buona comunicazione è sempre fatta di verità. Ecco cosa dovrebbe fare chi si occupa di marketing: aiutare il proprio cliente a dire meglio la verità!

Meditate gente, meditate…


Roberto Feroli
 

 


Nessun commento:

Posta un commento

Ci riserviamo il diritto di non approvare o di cancellare i commenti che:
contengono linguaggio volgare, attacchi personali di qualsiasi tipo o commenti offensivi rivolti a qualsiasi gruppo etnico, politico o religioso;
contengono spam o link a siti esterni; sono palesemente fuori tema; promuovono attività illegali;
promuovono specifici prodotti, servizi o organizzazioni politiche;
infrangono il diritto d'autore e fanno uso non autorizzato di marchi registrati.