TRAMA THOR: THE DARK WORLD
Thor: The Dark World è un film del 2013 diretto da Alan Taylor, ispirato ai fumetti della Marvel.
Dopo l’avventura vissuta sulla Terra, Thor (Chris Hemsworth) fa rientro ad Asgard, con i suoi compagni e suo fratello Loki (Tom Hiddlestone), il quale viene incarcerato a causa dei crimini commessi sul pianeta degli umani.
Odino (Anthony Hopkins), re di Asgard, cerca di convincere suo figlio Thor a dimenticare Jane Foster (Natalie Portman), l’astronoma di cui si è innamorato. Nel frattempo la scienziata è andata a vivere a Londra e fa del suo meglio per non pensare al Dio del Tuono. Mentre lavora con la stagista Darcy Lewis, Jane scopre l’Aether, un materiale fluido dotato di poteri eccezionali. Il misterioso liquido è proprio ciò che bramano tanti esseri nel regno di Asgard e nei pianeti limitrofi: chi lo possiede, infatti, ottiene una forza sovrumana ed estremamente pericolosa capace di dominare ogni cosa.
Intanto sul pianeta di Thor antichi nemici si risvegliano, richiamati proprio da questo oscuro potere, desiderosi di vendicare i soprusi subiti. Tutti sono coinvolti nella lotta e persino la regina Frigga (René Russo) cerca di proteggere come può i suoi cari. Tuttavia, il dolore e la morte seminati da questo popolo dell’oscurità saranno per alcuni intollerabili. Ancora una volta Thor si trova costretto a intervenire per salvaguardare ciò che ama: difendere Jane e la sua famiglia non sarà però semplice.
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CRITICA DI THOR: THE DARK WORLD
Torna a impugnare il Mjolnir sul grande schermo il possente Thor, coadiuvato dal fratellastro Loki, che più passa il tempo più diventa, grazie a Tom Hiddleston che lo incarna con adeguato carisma, il villain preferito dai fan. Thor: The Dark World è il film che si conviene ad un personaggio relativamente “minore” dell'universo Marvel, un action fantasy pieno di colpi di scena, in-jokes, momenti divertenti e piccole sorprese. Godibile anche dallo spettatore comune, più che un filmone è un pezzo – riuscito – di quel mondo immaginario che dal fumetto si traduce sempre più efficacemente in cinema, grazie alla varietà dei suoi personaggi e delle storie possibili. Bravo il regista Alan Taylor a non perdere il controllo della materia durante una lavorazione tutt'altro che facile. (Daniela Catelli)
