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TRIBUNALE DI PALERMO
UFFICIO ISTRUZIONE PROCESSI PENALI
N. 2289/82 R.G.U.I.
ORDINANZA - SE~rENZA
emessa nel procedimento penale
CONTRO
ABBATE GIOVANNI + 706
VOLUME N. 33
- Pag.6.960 -
Sanfilippo Ettore
Contro l'imputato venivano emessi ordine
di cattura del 2/1/1984 e mandato di cattura del
2/2/1984 in ordine ai reati p. e p. dagli
artt.416 e 416 bis C.P.sulla scorta delle
dichiarazioni rese da Sinagra Vincenzo di
Antonino il quale aveva riferito che l'utenza
telefonica installata nell'esercizio "CESAME",
ubicato nella locale Via Messina Montagna,
veniva utilizzata da Marchese Filippo, capo
della cosca mafiosa di Corso dei Mille, per
impartire ordini e direttive ai suoi affiliati.
In particolare, il Sinagra Vincenzo
ricordava che, una volta, si era recato presso
la ditta "CESAME" in compagnia del cugino
Sinagra Antonio, detto "Tempesta", per ricevere
una telefonata dal Marchese Filippo ed era stato
accolto dal titolare o direttore dell'esercizio,
un individuo alto, robusto, dai capelli bianchi
pettinati
all'indietro,
- Pag.6.961 -
di circa SO anni (f.100 - f.134 -
Sanfilippo
f.192 del fasc.pers. Sinagra).
Procedutosi alle indagini
persona veniva identificata
del
per
caso, tale
restrittivi di cui sopra.
Ettore contro
provvedimenti
il quale si emettevano i
Nel
corso delle indagini istruttorie, venivano
mostrate al Sinagra Vincenzo due fotografie del
Sanfilippo Ettore, una prodotta dalla difesa e
la seconda applicata sul passaporto dello
imputato; il Sinagra escludeva che l'individuo
raffigurato nelle istantanee mostrate gli in
visione fosse quello stesso che lo aveva
ricevuto nei locali della ditta CESAl1E,
comportandosi come titolare o direttore della
stessa (f.210 delle dichiarazioni del Sinagra
Vincenzo)
Rebus sic stantibus, veniva revocato il
mandato di cattura emesso contro il Sanfilippo
Ettore la cui completa estraneita' ai fatti
contestatigli necessita il suo proscioglimento
con l'ampia formula liberatoria "per non avere
commesso i fatti" (Capi 1 e 10).
- Pag.6.96Z -
Sangiorgi Gaetano
Al Sangiorgi e' stato contestato, con
mandato di cattura n.397/84 del 15.11.1984, il
delitto di favoreggiamento personale.
La villa di Antonino Salvo in cui Tommaso
Buscetta e' stato ospitato e' quella destinata
alla figlia del Salvo, Angela, coniugata col
prevenuto. L'immobile e' ubicato nei pressi
della villa del suocero e di quella di Ignazio
Salvo.
Dall'esame testimoniale di Moavero
Antonino, custode della villa, e' emerso che
quest'ultimo, nel novembre 1980, aveva visto
davanti alla villa del Sangiorgi dei bambini che
giocavano e parlavano in lingua straniera
(erano, evidentemente, i figli del Buscetta).
Egli, allora, aveva telefonato al Sangiorgi a
Palermo e quest'ultimo gli aveva risposto di non
preoccuparsi perche' erano suoi ospiti
f.2.48).
(VOL.144
Questa
- Pag.6.963 -
deposizione resa dal Moavero solo dopo essere
stato tratto in provvisorio arresto per falsa
testimonianza e' tutt'altro che appagante; fra
l'altro, sembra impossibile che egli non avesse
bussato alla porta della villa e che non avesse
visto nessun adulto. Comunque, pur nella sua
reticenza, la dichiarazione del Maovero
costituisce un indubbio riscontro di quanto
affermato dal Buscetta, poiche' Gonferma che
quest'ultimo era ospite nella villa messa a
disposizione di Antonino Salvo e che con lui vi
erano i familiari; conferma, ali:resi' , che il
Sangiorgi era perfei:tamente al corrente della
presenza di estranei nella villa di sua
peri:inenza.
Gaetano Sangiorgi ha creduto di potersi
giustificare, assumendo che il suocero gli aveva
chiesto le chiavi del villino per un amico senza
dargli ulteriori spiegazioni, per cui egli
ignorava del i:utto quale uso Mino Salvo
intendesse fare della villa (VOL.156 f.94)
(VOL.156 f. 95). Ma i:ale versione dei fatti non
regge, sia perche' e'
- Pag.6.964 -
incredibile che il prevenuto si sia accontentato
di una spiegazione cosi' inappagante per
accedere ad una richiesta del suocero tanto
inusuale, sia perche' e' estremamente
sintomatico che egli, abituato a trascorrere i
fine settimana nella villa insieme con la
moglie, si sia rigorosamente astenuto, come egli
stesso ha ammesso, di accedervi in quel periodo.
E, ancora una volta, deve rilevarsi la grande
estimazione di cui Buscetta godeva presso la
famigliaSalvo, se, come si e' visto, gli e'
stata offerta addirittura la villa della figlia
di Antonino Salvo.
Il Sangiorgi, pertanto, deve essere
rinviato a giudizio per il delitto di cui
all'art.390 C.P. (procurata inosservanza di
pena) , cosi' modificata l'originaria imputazione
di favoreggiamento
infatti, in quel
personale;
periodo
il
era
Buscetta,
latitante,
essendosi arbitrariamente allontanato da Torino
dove era detenuto in regime di semiliberta'.
- Pag.6.965 -
Sansone Fabzizio Nozbezto
Il Sansone e' imputato dei delitti di
associazione pez delinqueze ed associazione
finalizzata al tzaffico di sostanze
stupefacenti. in zelazione a quanto e' emezso a
suo cazico nelle indagini, condotte in Bzasile.
conseguenti all'azzesto di Tommaso Buscetta,
avvenuto a San Paolo il 22.10.1983 Cv. zappozto
della Cziminalpol e dei CC. di Palezmo del
15.12.1983: CFot.Q51795) - CFot.451904J.
Sansone eza stato in contatto
Eza stato acceztato. infatti,
con
che il
Gaetano
Badalamenti e coi figli Leonazdo e Vito,
conTommaso Buscetta e con Antonio Bazdellino;
che aveva acquista~o pez Badalamenti e Busce~~a
fattuzandoli ad unabiglietti di
(la Mayoz
ae:r::e o.
Key Spoztsweaz) che.
Societa'
secondo i
vezbalizzanti.
effettiva
eza fondato :r::itene:r::e fosse di
- Pag.6.966 -
pertinenza del Buscetta; che un'autovettura
usata dalla figlia del Buscetta
acquistata dai soci della Mayor Key,
stata
Fania
Giuseppe e Garello Lorenzo; che, fra gli appunti
del Sansone, e:r:ano state annotate spese
effettuate pe:r: conto del Buscetta; che aveva
preso in affitto un appartamento, a San Paolo,
per la famiglia di Gaetano Badalamenti, ubicato
nello stesso complesso immobiliare nel quale e'
sito il suo appartamento; che era interessato ad
una societa'-la "Ceico Export"
inviasse in Italia
che era da
stupefacenti,
dissimulandone l'invio mezzo
dell'esportazione di pesce; che, in una cassetta
di sicurezza a lui intestata, erano stati
rinvenuti i documenti falsi di pertinenza del
latitante Giuseppe Bizzarro, che si
rifugiato in Brasile.
I verbalizzanti concludevano, pertanto,
nel senso che il Sansone era da ritenere
associato a Buscetta e Badalamenti, rifugiatisi
in Brasile per le note vicende della guerra di
mafia.
- Pag.6.967 -
Una approfondita istruttoria (che ha
richiesto l'esecuzione di due commissioni
rogatorie in Brasile) e l'interrogatorio del
prevenuto, est:tadato dal Brasile, hanno
consentito di ridimensionare il suo ruolo in
queste vicende.
I fatti, come sopra riassunti,
corrispondono sostanzialmente al vero ma nessuna
traccia e ' stata rinvenuta del traffico di
stupefacenti in cui il Sansone sarebbe coinvolto
ne' gli elementi acquisiti consentono di
ritenere che il predetto sia un associato del
Badalamenti e di Buscetta.
Ne' dai documenti societa~i ne' in altro
modo e' dato desumere che le societa' sopra
indicate dissimulino traffici illeciti sotto
l'apparenza di affari leciti; ne' tanto meno e'
possibile sostenere che il Buscetta
socio occulto della Mayor Key.
sia un
La conoscenza di Badalamenti, Buscetta e
Bardellino da parte del Sansone e' innegabile ed
e ' stata ammessa dal medesimo prevenuto;
parimenti e' provato e confermato dal Sansone il
suo
- Pag.6.968 -
interessamento per i Badalamenti e Buscetta in
Brasile. Ma cio'. ad avviso dell'Ufficio. non
costituisce elemento dimostrativo della
contestata associazione per delinquere.
Il prevenuto. in buona sostanza. fece la
conoscenza di Buscetta e. poi. di Badalamenti
per il tramite di Vincenzo Randazzo. nipote del
Badalamenti e vecchio amico di famiglia dei
Sansone. Dispiego'. quindi, per i due suddetti
quell'interessamento, indubbiamente censurabile,
ritenuto dal Sansone. forse. meno grave perche'
trattavasi di fatti commessi all'Estero.
Ma non risulta in alcun modo provata
quella partecipazione del prevenuto
all'associazione mafiosa, di cui i fatti sopra
indicati erano meri indizi. che hanno trovato
una piu' adeguata giustificazione alla luca
della
positivi
istruttoria.
elementi di
Tanto
prova
meno
di
sussistono
qualsiasi
partecipazione del Sansone ad un presunto
traffico di stupefacenti nel Brasile, del quale,
ripetesi, non e' stata acquisita la benche'
minima traccia.
- Pag.6.969 -
Il Sansone ha affermato che solo in un
secondo tempo avrebbe conosciuto la vera
identita' di Buscetta. Badalamenti e Bardellino,
i quali
generalita'
gli si erano presentati con
((VOL.218 f.110) e segg.);
false
tale
assunto, pero' , non e' credibile. E' fondato
ritenere, invece, che anche per il prevenuto in
questione si sia manifestata quella
"contiguita'" che spesso si instaura fra gli
"uomini d'onore" e quelli che, pur non
essendolo, si prestano talora, anche di buon
grado, a favorirli e proteggerli. Questa
condotta, per i modi con cui si e' esplicata,
concreta a carico del pr.evenuto il delitto di
favoreggiamento personale, cosi' modificandosi
l'originaria imputazione di associazione per
delinquere di cui al capo 1.
deve essere dichiarata
E per tale reato
l'improcedibilita'
dell'azione penale, trattandosi di reato
commesso all'estero e mancando la necessaria
richiesta da parte del Ministero di Grazia e
Giustizia (art.9 Cod. Pen.).
- Pag.6.970 -
Dal delitto di associazione finalizzata al
t~affico di stupefacenti (capo 13) , il Sansone
invece deve esse~e p~osciolto con fo~mula
ampiamente libe~ato~ia.
- Pag.6.971 -
Sansone Rosario n.1.1.1923
Indicato da Tommaso Buscetta (Vo1.124
f.10) +
famiglia
(Vol.124/A f.2?) quale componente della
mafiosa di Passo di Rigano. venne
emesso nei suoi confronti mandato di cattura
323/84 del 29 settembre 1984. con il quale gli
furono contestati i reati di cui agli artt.416 e
416 bis C.P .• 75 e 71 legge n.685 del 1975.
Si e' protestato innocente asserendo di
essere estraneo a qualsiasi organizzazione
criminosa e di non conoscere il Buscetta.
Con ordinanza del 5 marzo 1985 (fasc.pers.
f. 12) gli sono stati concessi gli arresti
domiciliari.
Il Buscetta in realta' ha lealmente
ammesso di non conoscere il Sansone ed ha
precisato di averlo dapprima solo erroneamente
indicato come affiliato alla famiglia mafiosa
- Pag.6.972 -
della Noce, mentre in realta' la sua famiglia di
appartenenza era quella di Salvatore Inzerillo,
cioe' la cosca di Passo di Rigano.
Le indicazioni di Tommaso Buscetta
perfettamente
lontano 1973
coincidono con quelle rese nel
da Leonardo Vitale (Fot.45ZZ21),
che aveva anch'esso indicato il Sansone quale
affiliato alla cosca di Passo di Rigano, e
trovano riscontro in piu' recente episodio
verificatosi nel 1979 ed accertato nel corso del
procedimento contro Rosario Spatola ed altri
«Vol.193 f.1) e se~g.).
Risulta, infatti, che in quell'anno il
Sansone si attivo' per far rilasciare un
passaporto con false generalita' a tale John
Gambino, coimputato di Salvatore Inzerillo,
all'epoca, come si e' detto, capo della famiglia
di Passo di Rigano (fasc.pers. f.22).
Ne' dubbi sulla esatta identificazione del
Sansone possono sorgere dalle dichiarazioni di
Salvatore Contorno <Vo1.125/B f.10),
.....'
- Pag.6.973 -
(Vol.125/B f.85) e (Vol.125/B f.145), il quale,
asserendo di non conoscere alcun Sansone
guardiano della Casa del Sole (cioe' l'imputato
in esame) ha riferito, invece, indicandoli come
esponenti dalla famiglia mafiosa della Noce, di
tali Rosario e Francesco Sansone.
Costoro, figli di Domenico, fratello di
Rosario, sono stati identificati negli omonimi
imputati nei cui confronti e' stato emesso il
mandato di cattura 361/84 del 27 ottobre 1984.
Non e' tuttavia sostenibile che sia il Buscetta
sia il Contorno si siano riferiti allo stesso
Rosario Sansone, in quanto quello indicato dal
Buscetta e' affiliato, secondo costui, alla
cosca di Passo di Rigano, mentre i due Sansone
indicati dal Contorno sono invece componenti,
secondo costui, della famiglia della Noce. E
risulta che essi in quella 20na hanno sempre
risieduto ed operato (fasc.pers. f.23), mentre
della affilia2ione a Cosa Nostra di almeno uno
dei figli di
- Pag. 6 . 974 _.
Domenico Sansone aveva gia' pa~la~o Leona~do
Vi~ale.
A nulla infine ~ileva che nel co~so del
suo inter~ogato~io siano s~ate al Rosa~io (del
1923) formulate domande che facevano presuppor~e
una sua ritenuta
mafiosa della Noce
appartenenza
piuttos~o che
alla famiglia
a quella di
Passo di Rigano, ~~attandosi di equivoco insorto
successivamente,
a causa
Buscet~a,
delle originarie indicazioni
come si e'
del
detto,
~ettificate, che non ha comunque inciso sul
sostanziale oggetto della contestazione.
Sussistono, pertanto, a carico
dell'imputato sufficienti prove di colpevolezza
in ordine ai reati di cui agli ar~t.416 e 416
bis C.P., per ~ispondere dei quali va rinviato a
giudizio.
Nulle e' invece emerso circa il contestato
suo coinvolgimento in traffici di sostanze
stupefacenti e dalle imputazioni di cui agli
artt.75 e 71 legge n.685 del 1975 va, pertanto,
prosciol~o per non aver commesso i fatti.
- Pag.6.975 -
Santapaola Benedetto
Del Santapaola e della sua qualita' di
"rappresentante" della "famiglia" mafiosa di
Catania, ci si e' occupati "ex professo"
soprattutto nella parte di questa sentenza
concernente l'omicidio di Alfio Ferlito (parte
terza, capitolo quarto); ma un po' in tutta la
presente sentenza-ordinanza si e' parlato del
Santapaola e dei suoi legami con la mafia della
Sicilia Occidentale, e quella palermitana, in
particolare, nonche' del coinvolgimento del suo
clan nel traffico di stupefacenti. Ripetere in
questa sede quanto gia' si e' diffusamente
esposto altrove sarebbe superfluo e ci si
limitera', pertanto, a brevi cenni che valgano a
focalizzarne meglio la figura.
Buscetta
(VOL.124
((VOL.124 f.15), (VOL.124 f.66),
f.67);
- Pag.6.976 -
(VOL.124/B
(VOL.12,5
eVOL.125
(VOL. 12.4/A f.13), (VOL.1Z4/A f.84);
f.60)) e Contorno «VOL.1Z5 f.16),
f.19), eVOL.12.5 f.43), eVOL.12.5 f.117),
f.148)) hanno concordemente riferito che il
prevenuto e' il capo della "famiglia" di Catania
ed il "coro" dei malavitosi che gli attribuisce
tale qualita' e' unanime. Il camorrista Pasquale
D'Amico ha riferito di avere appreso daRaffaele
Cutolo che il Santapaola e' amico dei mafiosi
vincenti eeVOL.2.3 f.40 e segg.) e che tramite
Antonino Faro egemonizza il controllo delle
carceri eeVOL.2.3 F.43) e segg.)i lo stesso ha
riferito, per quanto concerne le carceri, il
camorrista Guido Catapano (VOL.2.3 f.39); del
Santapaola. come si e' gia'
- Pag.6.977 -
riferito, hanno parlato a lungo Angelo
Epaminonda ("Hitto Santapaola e' il capo della
filiale catanese della mafia palermitana");
Salvatore Parisi (secondo cui e' un fatto
perfino ovvio che Alfio Ferlito sia stato fatto
uccidere da Xitto Santapaola con l'accordo della
mafia palermitana); Saia Antonino (Gli unici a
Catania che sono mafiosi sono Hitto Santapaola
ed il suo gruppo); Roberto Miano (capo della
criminalita' organizzata a Catania e' Xitto
Santapaola); Maltese Salvatore (mi risulta da
voci insistentemente colte in carcere che le
cosche mafiose palermitane sono collegate con
quelle catanesi capeggiate dai Santapaola).
Dei rapporti fra Carmelo Colletti e Hitto
Santapaola ha parlato anche Colletti Vincenzo,
figlio del primo,
telefoniche sull'utenza
e dalle intercettazioni
del Colletti risultano
confermati i contatti fra il Santapaola,
Colletti Carmelo (capo della "famiglia"
Ribera) e Antonio Ferro (noto boss
di
di
Canicatti').
Inoltre,
- Pag.6.978 -
nell'agenda di Carmelo Colletti era
annotata l'utenza della
sicuramente interessato il
PAM-CAR,
Santapaola
cui e'
(VOL.198
:f.2.68L
I rapporti strettissimi :fra Santapaola e
Mariano Agate, potentissimo boss di Mazara del
Vallo, sono a:f:fermati da Saia Antonino e trovano
un riscontro non suscettibile di smentite
nell'arresto,
Campobello di
avvenuto
Mazara
in
il
terri.torio
13.8.1980,
di
del
Santapaola mentre era in compagnia, oltre che
dei suoi :fidi Mangion Francesco e Romeo Rosario,
di Mariano Agate.
Dalle indagini bancarie e' emerso, poi,
che Caltagirone Francesco Paolo, socio di Greco
(boss di Bagheria) nella ICRE,
lit.4.41+9.000, dell'AVIMEC,
Leonardo
emesso, il 2.1.2..1978,
all'ordine
un assegno
ha
di
che
risulta negoziato personalmente da
Santapaola.
Benedetto
Risulta, altresì', che, il 19.6.1978,
l'AVIMEC Trasporti (una societa' di cui :fa'
.....
- Pag.6.979 -
pa~te la sozella del Santapaola, Gzazia, e nei
cui locali avvenne la ziunion~ di t~afficanti di
stupefacenti con la partecipazione di Dattilo
Sebastiano) ha emesso un assegno di
lit.S.OOO.OOO all'ozdine di Di Ca~lo Fzancesco
("uomo d'onore" della famiglia di Altofonte, in
atto detenuto in Inghiltezza pez tzaffico di
stupefacenti) poi negoziato da Alessand~o Vanni
di San Vincenzo (anch'egli indicato dal Conto~no
quale "uomo d'onoze").
Al di la', quindi, delle giustificazioni
ziguazdanti gli assegni in questione, sono
visto anche che, pazlando
con l'1augeri Nicolo'
al clan Santapaola) si infozmava
Giuseppe l'1adonia, elemento di
mafia della provincia didellaspicco
provati i contatti del Santapaola con altri
pe~sonaggi di spicco della mafia palezmitana e,
cioe', con Leonazdo Gzecoe Fzancesco Di Cazlo.
Si e'
telefonicamente
(appartenente
sul prevenuto
Caltanissetta.
Il
- Pag.6.980 -
coinvolgimento, poi, della
organizzazione del Santapaola nel traffico di
stupefacenti risulta provato da numerose
risultanze processuali.
Si e' ampiamente parlato delle numerose
telefonate fra membri di spicco
catanese (Domenico Condorelli) e
del clan
personaggi
altrettanto autorevoli della "famiglia" di
Rosario Riccobono, certamente attinenti al
traffico di stupefacenti e si e' trattato anche
di riunioni mafiose, tenutesi a Palermo, cui
partecipo' anche Hitto Santapaola, aventi per
oggetto l'importazione di ingenti quantitativi
di stupefacenti (v. dich. F~anco Gasparini).
E si e' dimostrato come i catanesi, oltre
ad un ruolo autonomo nello smercio della droga,
svolgessero anche funzioni di supporto ai
palermitani nel traffico internazionale di
stupefacenti. Al riguardo, le risultanze della
suscettibiliistruttoria,
approfondimento,
ancora
sono tuttavia
di
chiarissime,
essendo stato dimostrato che i catanesi di
Santapaola, almeno in due occasioni, erano
- Pag.6.981 -
stati incaricati dai palermitani di trasportare
ingentissimi quantitativi di eroina. provenienti
dal Medio e dall'Estremo Oriente, via mare, nel
Mediterraneo, dove li avrebbero consegnati, nei
ai natanti deipressi delle coste siciliane,
palermitani.
La stessa uccisione, in Palermo, di Alfio
Ferlito, avvenuta sicuramente nell'interesse
precipuo del Santapaola, e' la dimostrazione
piu' chiara dei suoi legami coi palermitani e le
risultanze istruttorie su questo omicidio e
sugli altri episodi criminosi della faida contro
il clan del Ferlito sono l'ulteriore conferma
della capacita' criminale del prevenuto e della
sua qualita' di capo della "famiglia" di
Catania.
Se queste sono le risultanze, in
rapidissima sintesi, a carico del Santapaola,
non puo' che concludersi che il prevenuto deve
essere rinviato a giudizio per rispondere dei
reati di associazione per delinquere (capo 1 ) ,
associazione mafiosa (capo 10), associazione
finalizzata al traffico di stupefacenti (capi 13
e 17) e commercio di tali sostanze (capo 22).
- Pag.6.982 -
Per le imputazioni di omicidio, contestate
al Santapaola, si e' gia' provveduto nelle
apposite parti di questa sentenza dedicate a
tali episodi criminosi.
- Pag.6.983 -
Sardina Mercurio
L'appartenenza di Sardina Mercurio
all'organizzazione criminosa "Cosa Nostra" e'
didichiarazioniprecipuamente emersa dalle
Tommaso Buscetta.
Accennando alla famiglia della "Noce".
infatti, il boss di Porta Nuova (Vol.124 f.10)j
(Vol.124/A f.27) e (Vol.124/A f.105) ha compreso
il Sardina tra i suoi componenti, dimostrando di
conoscerlo molto bene attraverso il particolare
-puntualmente riscontrato delle lenti molto
spesse ed il riconoscimento fotografico
effettuatone. Contro l'imputato e' stato emesso
il mandato di cattura n.323/84 del 29/9/1984 con
il quale si sono stati contestati i reati p. e
p. dagli artt. 416, 416 bis C.P .• 71 e 75 della
legge n- 685 del 1975.
A sua volta Salvatore Contor:no ha
pr:ecisato di ave~ sentito p~~la~é del S~rdina
(Vo1.125 f.11)
- Pag.6.984 -
anche se. con una cautela che
dimostra la serieta' dello accusatore. ha
affermato di non sapere se egli fosse uomo
d'onore.
Tutto cio' dunque, se vale a far ritenere
il Sardina, rimasto latitante, affiliato
all'organizzazione mafiosa contestatagli e
percio' responsabile dei reati di cui ai capi
e10 dell'epigrafe non consente tuttavia di
rendere sicuri circa il suo inserimento nel
traffico di stupefacenti
nostra".
gestito da "cosa
Ed invero, non solo non sono emersi
specifici episodi di traffico addebitabili
all'imputato, ma lo stesso Tommaso Buscetta non
ha parlato di lui come di uno attivo esponente
dell'illecito mercato.
In tali condizioni appare conforme a
giustizia prosciogliere il Sardina Mercurio
dalle imputazioni contestategli ai capi 13) e
22) della rubrica con l'ampia formula
liberatoria "per non aver commesso i fatti".
- Pag.6.985 -
Savoca Caz:melo
Nei confz:onti del Savoca il P.M. ha emesso
gli oz:dini di cattuz:a n.1135/83 del 22.11.1983 e
n.1169/83 del 30.11.1983 pez: i delitti di
associazione pez: delinquez:e e finalizzata al
tz:affico di stupefacenti (capi 9 e 20
dell'epigz:afe). Gli atti sono stati tz:asmessi,
poi. a questo Ufficio pez: competenza pez:
connessione.
Come si e' gia' ampiamente illustz:ato, le
indagini della Guaz:dia di Finanza di Roma,
iniziate su alcuni soggetti che appaz:ivano come
spacciatoz:i di stupefacenti di medio calibz:o sul
mez:cato della Capitale. hanno gradualmente
consentito di accez:tare che quei soggetti ez:ano
i terminali della pez:icolosissima oz:ganizzazione
mafiosa catanese dei Ferrera e di Nitto
Santapaola. dedita ad ogni genez:e di delitti fra
cui il tz:affico intez:nazionale di stupefacenti
su laz:ga scala. e collegata con la mafia
palez:rnitana. Pez: i particolaz:i, si rinvia
- Pag.6.986 -
a quanto si e' esposto nella parte seconda,
capitolo quarto.
Il Savoca fa' parte indubbiamente
dell'organizzazione quale uomo di fiducia e
guardiaspalle dei Ferrera.
Dattilo Sebastiano ha riferito
Sul conto
fotograficamente,
che:
del predetto, riconosciuto
di 300
- il Savoca e Nino Ferrera lo avevano
raggiunto ad Atene quando erano in corso i
preparativi per il trasporto, via mare,
chilogrammi di eroina;
lo stesso Savoca lo aveva prelevato
all'Aeroporto di Catania il 14.8.1983, quando
esso Dattilo era stato convocato da Giuseppe
Ferrera per discutere circa la asserita' mancanza
dei documenti di navigazione dell'Alexandros T.
Tali dichiarazioni del Dattilo hanno
trovato conferma nell'attivita' istruttoria.
E' stato accertato, infatti che:
- Dattilo Sebastiano era stato prelevato,
all'Aeroporto di Catania, da Carmelo Savoca ~lla
guida di una Fiat 127;
- Pag.6.987 -
- il 22.5.1983, il Savoca aveva telefonato
alla moglie che era in procinto di partire per
Milano e per Atene con altre persone
(Fot.114784) - (Fot.114785)j
il Savoca aveva alloggiato presso
l'hotel "Four seasons" di Glifada CAtene) dal 25
al 26.5.1983, contemporaneamente a Ferrera
Antonino (si ricordi che il sequestro della
Alexandros G, con oltre duecento chilogrammi di
eroina, nel canale di Suez, e ' avvenuto il
24.5.1983 e che il Ferrera risulta presente nel
medesimo albergo dal 23 al 27.5.1983).
Le intercettazioni telefoniche e le altre
indagini della Finanza confermano, poi, il ruolo
del Savoca nell'organizzazione.
Si ricordano, al riguardo, la telefonata
dall'utenza romana del coimputato Ierna
Salvatore a quella di Carmelo Savoca, intestata
al cognato Francescon Giancarlo CFot.114672) ;
quelle fra la moglie del Savoca e la convivente
di Giuseppe Ferrera, di cui si apprende che
- Pag.6.988 -
Pippo (Giuseppe Ferrera)
Marcello (Bonica) e Melo
era xuori Catania con
<Carmelo Savoca) era
con Tor'I:isi <Orazio) (Fot.114758) i quella xra
Carmelo Savoca e l'avv. Francesco Savoca. in cui
si fa' cenno di "Pippuzzo" (Giuseppe Ferrera)
(Fot.11487Z) - (Fot.114874)j quella fra Carmelo
Savoca e la convivente di Giuseppe Ferrera
(Fot.114789); quella fra il Savoca ed Orazio
Torrisi in ordine alla presenza a Catania di
Dattilo Sebastiano ((Fot.114791). (Fot.114816)
(Fot.114817) )
E' stato constatato. poi. direttamente dai
militari della Finanza che il Savoca e Murabito
Concetto facevano da guardiaspalle anche a
Francesco Ferrera (Fot.114843) e che il Savoca.
molto probabilmente, e' coinvolto nella gestione
delle bische clandestine.
Infatti,
- Pag.6.989 -
il cognato di Ca%melo Savoca,
Nunzio Ba%bagallo, e' inte%essato alla gestione
del club cultu%ale Ve%ga di Catania, nel quale
si p%atica il gioco d'azza%do e ivi sono state
inte%cettate telefonate f%a il Nunzio e F%anco
(F%ancesco Fe%%e%a) (Fot.114792) - (Fot.114793)j
ed il Savoca %isulta socio del club
(Fot. 114827). Inoltre, il 12.7.1983, dall'utenza
del club cultu%ale Verga tale "Iuzzu" non meglio
identificato exfettuava una telefonata alla
Pe%la Ionica e chiedeva di Gambino o Santapaola
(in altra pa%te di questa sentenza-o%dinanza si
e' %ife%ito che, in quel pe%iodo, p%esso il
complesso alberghie%o "La Pe%la Jonica", e%a
alloggiata la famiglia di Nitto Santapaola
(Fot.114793). Infine, il 21.7.1983, du%ante una
perquisizione domiciliare effettuata dalla
Finanza nel circolo in questione, i finanzieri
rimasti davanti all'ingresso notavano arrivare
Nunzio
- Pag.6.990 -
Barbagallo e Carmelo Savcca i quali, pero', si
astenevano dall'entrare perche' altri, fermi nei
pressi, li avvertivano che, all'interno, c'erano
i "cacucciuliddi" ( carci.ofini=i finanzieri)
(Fot.114800) - (Fot.114801),
Il Savoca, di fronte a questo coacervo di
univoci elementi di prova, ha opposto il diniego
perfino sui fatti constatati direttamente dai
finanzieri
(Fot.122330)
( (Fot.116856)
(Fot.122333)j
(Fot.115859) j
(Fot.122533)
(Fot.122534», ulteriormente aggravando, cosi',
la sua posizione e confermando gli elementi di
accusa a suo carico.
Sussistono, pertanto, sufficienti
elementi, per il rinvio a giudizio del prevenuto
in ordine ad entramhi i reati ascrittigli.
- Pag.6.991 -
Savoca Giuseppe
stato ~aggiunto dai
~est~ittivi della
Savoca Giuseppe e'
seguenti p~ovvedimenti
lihe~ta' pe~sonale:
a) o.c. n.288/83 pe~ a~tt.416 e 416 bis
C. p • ;
b) m.c. n.33/84 pe~ gli stessi ~eatii
c) m. c. n.323/84 pe~ a~tt.416, 416 bis
C.P., 75 e 71 legge n.685/75 e pe~ tutti gli
omicidi e connessi ~eati asc~itti alla
commissione ed ai capi
Nost~a"j
famiglia di "Cosa
d)
Giaccone.
m.c. n.58/85 pe~ omicidio P~of.
Savoca Giuseppe e' stato denunciato con il
~appo~to congiunto in data 13.7.83 inolt~ato
dalla Squad~a Mobile e del Repa~to Ope~ativo dei
CC. di Pale~mo come uno dei componenti dei
g~uppi eme~genti legati ai coleonesi Liggio.
Riina e
- Pag.6.992 -
Provenzano ed ai trafficanti di eroina Vernengo
e Prestifilippo. passato nel campo degli
avversari di Stefano Bontate.
Del suo importante ruolo all'interno della
organizzazione mafiosa si comincia ad avere
"sentore" quando, innanzi alla villa di Michele
Greco vengono fermati Savoca Salvatore eCasella
Antonino in evidente attesa di qualcuno che era
entrato a rendere visita al "capo dei capi": i
due fermati, infatti, danno un risibile
giustificazione della lore presenza in quel
luogo ed il Savoca, in particolare, riferisce di
essere in attesa di uno sconosciuto che,
prelevatolo per fargli macellare degli animali.
lo aveva lasciato li' ad attenderlo e non si era
piu' fatto vivo.
Savoca e Masino
convinzione
Spadaro che si erano
La
infatti,
Giuseppe
che i due
degli
fungessero
inquirenti era,
da scorta
recati dal Greco.
Indicato nel citato rapporto quale uno dei
nuovi capi mafia, il Savoca si e '
zivelato,
- Pag.6.993 -
senza ombza di dubbio, il nuovo capo
della famiglia di Bzancaccio (cfr. zappozto del
13.7.83, (Vol.1 f.53). (Vol.1 f.56). (Vol.1
f.57). (Vol.1 f.57). (Vol.1 f.88). (Vol.1
f.109). (Vol.1 f.165) del rapporto stesso).
Pazlando di tale famiglia, Tommaso
Buscetta zicozdava come il capo della stessa
fosse stato Giuseppe Di Maggio, zio dei Mafara,
il cui posto eza stato pzeso da Giuseppe Savoca
che ziconosceva nella foto n.Z5 (Vol.1ZQ f.S).
Il Buscetta, quindi, indicava in tale
Casella un affiliato alla famiglia di Brancaccio
ed intimo amico del Sacova (Vol.1ZQ f.11).
Nel oozso di un successivo interzogatozio,
il Buscetta pzecisava:
- Pag.6.994 -
"Come ho gia' detto capo della famiglia di
Brancaccio era Giuseppe Di Maggio, della cui
uccisione e della cui sostituzione con Giuseppe
Savoca ho appreso da Gaetano Badalamenti. Quanto
a Pino Savoca, debbo dire che lo conoscevo fin
dal 1957 o 1956, quando entrambi siamo stati
arrestati a Taranto per contrabbando di cento
Savoca non era uomo d'onore .
chilogrammi, anzi 85 Kg.di t.l.e. Allora il
Ho saputo,
in seguito, al mio rientro dal Brasile, che il
Savoca era divenuto uomo d'onore a Brancaccio e
un contrabbandiere molto grosso di sigarette"
(Vol.124/A f.18) e eVol.124/A f.19).
Interessante, comunque, e' il riferimento
del Buscetta al traffico di stupefacenti:
"La S.V. mi chiede di quali notizie io sia
in possesso in ordine al traffico di
stupefacenti e di eroina in particolare. Al
riguardo mi risulta quanto segue.
- Pag.6.995 -
Ritornato a Palermo, nel giugno 1980, mi
accorsi che un grande benessere investiva un po'
tutti i membri di Cosa Nostra e Stefano Bontate
mi spiego' che cio' era la conseguenza del
traffico di stupefacenti. Egli, che concordava
con me che il traffico di stupefacenti avrebbe
portato alla rovina Cosa Nostra, mi disse che
all'origine vi era stata l'iniziativa di Nunzio
La Mattina. Il contrabbando di tabacchi
comincio' a essere abbandonato na Cosa Nostra
all'incirca verso il 1978, sia per gli aumentati
rischi derivanti da una maggiore pressione della
Finanza, sia per le beghe interne che spesso
mandavano a monte affari importanti.
Il La Mattina, che quale contrabbandiere
aveva avuto modo di avvicinare le fonti di
produzione e di approvvigionamento delle materie
prime per la produzione dell'eroina, ritenne di
tentare la sorte e riusci' a convicere gli
esponenti piu' autorevoli di Cosa Nostra.
- Pag.6.996 -
l'approvvigionamento
Ad un certo punto avvenne
della materia prima
che
era
riservata all'attivita' di Tommaso Spadaro,
Nunzio La Mattina e Pino Savoca, i quali pe~o'
lavoravano ognuno per conto proprio e mantenendo
gelosamente segreti i propri canali. Gli altri
partecipavano solo finanziariamente a tale
lucrosissima attivita' nel senso che si
poi da
quotavano per
raffinazione
finanziare
dell'eroina,
l'acquisto
ritirando
e la
laboratori palermitani il prodotto finito ..... "
(Vol.124/A f.10S) e (Vol.124/A f.109).
lungamente dell'importante ruolo
Anche Contorno Salvatore
del
parlava
Savoca
all'interno di "Cosa Nostra" in generale e del
traffico di stupefacenti in generale "((Vo1.125
(Vol.125
f.9n.
f.9). (Vol.125
f.66>'
f.63). (Vol.125 f.66).
(Vo1.125
- Pag.6.997 -
(Yol.125 f.92).
f.132). (Yo1.125
(Yol.125 :f.145).
f.155). (Yo1.125
(Yo1.125 f.202.)).
Il Contorno
(Yo1.125
f.140)'
(Yo1.12.5
f.175).
iniziava
:f.118). (Yol.125
(Yo1.125 f.144).
:f.148). (Yol.12.5
(Yol.125 f.2.01).
con l'indicare il
Savoca come rappresentante della famiglia di
Brancaccio (Yol.125 f.9) e uomo d'onore come suo
fratello Vincenzo (Yol.12.5 f.63), mentre il suo
"vice" era Manuli Antonino (Yol.12.5 :f.66).
Ricordava, quindi, come Di Pieri Pietro
gli fosse stato presentato da Pino Savoca e da
Stefano Bontate come capo-decina della famiglia
di Brancaccio
- Pag.6.998 -
(Vol.125 f.132)e come Lo vacono Antonino, genero
di Giuseppe Di Maggio, si occupasse attivamente
del commercio di droga assieme a Pino Savoca ed
al cognato Pietro Di Maggio, arrestato a Terni
perche' trovato in possesso di me220 chilo di
eroina (Vol.125 f.140).
Aggiungeva, inoltre (Vol.125 f.145): "Dei
fratelli Giuseppe e
Savoca conosco come uomini
Vincen20.
d'onore
Ribadisco
i due
che
anche quest'ultimo e' soprannominato "u
siddiatu". Hon conosco alt:::.: i Savoca Vincen20
siano o non siano anch'essi cosi'
soprannominati I Savoca erano i capi
del contrabbando di sigarette poi sono passati
al commercio di droga".
Tornando a parlare di Di Peri Gaetano,
aggiungeva: "Confermo quanto gia' dichiarato in
ordine a Di Peri Gaetano, che mi
come uomo d'onore
altri che
da Giuseppe
in
fu presentato
Di Maggio e da
questo
- Pag.6.999 -
momento non ricordo. Faccio presente che e'
persona che si e' enormemente arricchita poiche'
e' molto vicina, al gruppo Savoca (mi risulta
che una delle figlie del di lui fratello Di Peri
Pietro ha sposato uno dei Savoca) ho tutti i
motivi per ritenere che si sia perfettamente
inserito nel traffico di droga, del quale come
ho gia' detto i Savoca attivamente e
profiquamente si occupano" (Vol.125 f.148).
Sempre a proposito del coinvolgimento dei
Savoca nel traffico di droga: "Quanto ai Savoca
posso dire che costoro non avevano, per quanto
mi risulta, una propria raffineria bensi' si
occupavano della importazione della morfina base
in collegamento con Nunzio La Mattina.
Per la raffinazione si appoggiavano ai
Vernengo che sicuramente avevano una propria
raffineria ed avevano fama di esperti chimici,
nonostante io della ubicazione del loro
laboratorio all'epoca non abbia mai avuto esatte
notizie.
- Pag.7.000 -
Tutte le suddette circostanze erano
comunemente conosciute nell'ambiente di Cosa
Nostra e sono state da me apprese non per
particolari confidenze fattemi da quello o da
d'onorequell'alt:ro
particola:ri
uomo
confidenze che
(t:ranne
ho
per
piu'
le
sopra
rife:rito) bensi' in quanto tutti erano a
conoscenza di questi traffici e delle loro
modalita'" (Vol.1Z5 f.155).
Interessanti, poi, sono le dichiarazioni
di stefano Calzetta in relazione ai Savoca
stanti i riscont:ri oggettivi avutisi in
proposito con l'arresto di Giuseppe Savoca.
Dichia:rava, dunque, il Calzetta: "un'altra
famiglia che e' collegata con le altre e' quella
dei Graviano che sono molto ricchi perche'
posseggono terreni e
numero.
appartamenti in gran
La fabbrica di manufatti in cemento
costituisce un paravento per le attivita'
illecite dei Graviano che sono molto uniti ai
mafiosi della Kalsa.
. .....'
- Pag.7.001 -
Del clan dei Gzaviano fanno pazte: Pino
Battaglia il cui fzatello Antonino fa la spola
tza Palezmo e Nilano a bozdo di una Jetta
tzaspoztando eroina; un macellaio con esercizio
in una tzaversa di Corso Vittorio Emanuele
denominato "u parrineddu" e che riconosco nella
fotografia riproducente le sembianze di Di
Gaetano Giovanni. In questi ultimi tempi ho
n~tato il Gzaviano Filippo, figlio di Graviano
Michele ucciso, trattenersi alla Kalsa
unitamente a Pino Battaglia, a Nino Battaglia e
al Di Gaetano ed altri pzegiudicati facenti
pazte dei gruppi Spadaro, Savoca e Lucchese".
(Vol.11 f.44).
Ed, invero, Savoca Giuseppe in data 1.9.82
in Bzancaccio veniva contzollato dalla Polizia
con il Di Gaetano Giovanni e con Gzaviano
Filippo (Vol.10 f.57). Datosi alla latitanza,
veniva ar.restato mentze si trovava nascosto in
un edificio con la moglie, e con Gzaviano
- Pag.7.002 -
Benedetto e Battaglia Giuseppe (Vol.99/A f.38>.
Gli stessi Graviano Filippo e Di Gaetano
Giovanni, poi. venivano sorpresi insiemme dalla
Polizia ed arrestati nell'agosto del 1985,
mentre, pur latitanti, circolavano su di un'auto
nei dintorni di Trabia.
Non vi poteva. quindi. essere migliore
prova dei collegamenti del Savoca con i
Graviano, con i Battaglia e con il Di Gaetano,
tutti uomini della sua famiglia, due dei quali
lo "scortavano" durante la sua latitanza.
Altro importante dato da sottolineare e'
come alle nozze della figlia Benedetta fossero
stati invitati i Greco,gli Spadaro, Casella
Antonino, Adelfio Francesco, Di Salvo Nicola, Di
Gaetano Giovanni, Scavone Gaetano, Abbate
Salvatore, Lo Higro Francesco. Carollo Gaetano
(rapp. (Vo1.10 f.57)) tutti nomi di spicco e
della organizzazione mafiosa e del traffico di
stupefacenti.
- Pag,7,003 -
Sentito in me~ito agli olt~e i duecento
nominativi segnati nell'elenco degli invitati,
Corrao Attilio, lo "sposo" dichia~ava di
conoscerse solo sei, Interessante, comunque, e'
notare come il Corrao fosse dipendente della
"Immbiliare Malaspina" di Sanseverino Domenico,
con mansioni di addetto alle vendite di
appa~tamenti e con uno stipendio mensile di un
milione, somma che lo stesso Corrao divideva in
lit, 240,000 mensili per la locazione
dell'appartamento ove era andato a vivere, lit,
650,000 mensili per la rata di una "Volvo", auto
che si andava ad aggiungere ad una "Alfetta
"Honda2000" e ad una
pagate,
Il Di Gaetano
1000" gia'
"parrineddu",
interamente
controllato
con il Savoca e Graviano
invitato alle nozze
Filippo,
Corrao -Savoca,
nonche'
veniva
arrestato nell'agosto del 1985 proprio con
Graviano Filippo e cio' ad ulterio~e riprova
della esattezza delle dichiarazioni à~l Calzetta
e del Contorno che sempre hanno indicato,
- Pag.7.004 -
come facenti parte dello stesso gruppo mafioso,
il Savoca, il Di Gaetano, i Graviano ed i
Battaglia.
Anche Sinagra Vincenzo senza citare
episodi specifici indicava nel Savoca un
grande contrabbandiere di sigarette e droga
(Vo1.1/F f.373L
Dalle indagini bancarie e' emerso come il
Savoca abbia negoziato un assegno di un milione
tratto sul c/c della ditta Argano di Filippo e
Salvatore Argano.
Sempre il Savoca, inoltre, ha ricevuto un
assegno di lit.
Casella Antonino.
200.000 tratto sul c/c di
Tali scarne risultanze delle indagini
bancarie non debbono, pero', far pensare ad una
sorta di stato di indigenza dell'imputato che,
invece, e ' risultato interessato a diverse
societa' : per tutte, si veda la vicenda della
(rapporto volume
dell'ulteriore ascesa
tipico
Edilferro"
rapporto 38-39 e
1- ,
78-79),
economica
fogli
dei
del
esempio
gruppi
- Pag.7.005 -
Savoca - Spadaro - Marchese Greco dopo gli
omicidi di Stefano Bontate e Salvatore
Inzerillo.
In altra parte della presente ordinanza si
e' sottolineato il ruolo del Savoca nel traffico
di stupefacenti, nonche' la sua responsabilita',
come rappresentante della famiglia di
Brancaccio, nei vari omicidi della "guerra di
mafia".
Giova solo sottolineare l'importanza del
quartiere Brancaccio, regno incontrastato del
Savoca, nella mappa del crimine palermitano, un
quartiere destinato a insediamenti industriali e
segnato dalla protervia mafiosa, dai continui
danneggiamenti, estorsioni, omicidi tutti legati
al controllo ad allo sfruttamento di quel poco
di industria esistente in questa Citta'.
Non v'e' dubbio che il Savoca debba essere
rinviato a giudizio per rispondere dei reati di
cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 71 e 75 legge
n.685/75, nonche' per rispondere dei numerosi
omicidi dei quali si e' allo stesso
- Pag.7.006 -
dato carico e dei quali si e' dettagliatamente
detto in altra parte dell'ordinanza (Vedere
dispositivo).
- Pag.7.007 -
Savoca Salvato~e
Savoca Salvato~e e' stato ~aggiunto dai
seguenti p~ovvedimenti ~est~ittivi della
416 C.P. e
libe~ta' pe~sonale:
a) o.c. n.170 del 26.7.82 pe~ a~tt.
75 1.685/75;
b) m.c. n.343 del 17.8.82 pe~ gli stessi reati;
c) m.c. n.237 del 31.5.83 pe~ gli stessi ~eati;
d) m.c. n.323/84 pe~ a~tt. 416, 416 bis C.P., 71
e 75 legge n.685/ del 1975, nel quale debbono
~itene~si asso~biti i p~ovvedimenti di cui alle
lette~e a), b) e c).
Savoca Salvato~e e' stato denunciato con
il ~appo~to del 13.7.82 «Vol.1 f.88) e (Vol.1
f.89), (Vol.1 f.109) del ~appo~to) quale memb~o
dell'o~ganizzazione c~iminosa, associato in
illecite attivita' ai suoi cugini Savoca.
- Pag.7.008 -
Il 13 gennaio 1982 veniva identificato,
insieme con Casella Antonio, (fratello di
Casella Giuseppe socio, con altri Savoca, della
Edilferro) dinnanzi alla abitazione di Ci acuIli
di Michele Greco.
E' sempre convinzione degli inquirenti che
i due stessero li' ad aspettare Pino Savoca il
quale, come capo della famiglia di Brancaccio,
si era recato dal Greco.
Il Savoca dava della sua presenza in quel
luogo una spiegazione risibile ((Vo1.4 f.86) e
segg.) riferendo che, mentre si trovava nella
macelleria della cognata Bellisi Gioacchina,
intento a scorticare dei capretti, si era
presentata una persona mai vista prima e che gli
aveva proposto l'acquisto di quattro capretti
che avrebbe dovuto prelevare dalle parti di
Ciaculli.
Erano, quindi, partiti con l'auto del
fratello,
quale,
condotta
condottolo,
dallo
appunto,
"sconosciuto",
ai Ciaculli,
il
gli
aveva detto di attendere e si era addentrato in
una campagna.
- Pag.7.009 -
Mentre attendeva, era sopraggiunta l'auto
della Polizia con a bordo "un tale Casella
Antonio suo conoscente e gia' suo compagno di
carcete".
Lui, comunque, non si era mosso, essendo
:rimasto in attesa della pe:rsona che doveva
vendergli i capretti e che,
volatilizzata.
invece, si era
Escludeva, quindi, di conosce:re Michele
Greco e la di lui abitazione, come pu:re
escludeva di conoscere Lo Nigro Francesco
(invitato come lui alle nozze Savoca-Co:rrao
(Vol.39/R f.43)), Napoli Salvatore e Di Fazio
Giuseppe, tutti contrabbandieri della Kalsa a
lui, secondo il citato rapporto, associati.
Escludeva, inoltre, di sape:re alcunche'
sulla "Edilferro" alla quale erano interessati
sia il f:ratello che Casella Giuseppe, mentre
confermava che come "u siddiatu" era indicato
Savoca Vincenzo di Luigi.
- Pag.7.010 -
L'imputato, con numerosi precedenti per
contrabbando di sigarette «Vol.2 f.18) e segg.)
e ' , come tutti i Savoca coinvolti nel
contrabbando, uno degli associati che, con il
tempo, seguendo le orme del piu' famoso cugino
passato al piu'
Pino (capo della famiglia di
redditizio
Brancaccio)
traffico
e'
di
stupefacenti.
La circostanza del controllo davanti
l'abitazione di Michele Greco, nonche' la
stretta connessione dell'imputato con il cugino
Pino portano a ritenere che lo stesso sia
organicamente inserito in "Cosa Nostra" e nel
traffico di stupefacenti.
L'imputato, pertanto, va rinviato a
giudizio per rispondere di
contesta tigl~..
tutti i reati
- Pag.7.011 -
Savoca Vincenzo n.16.7.1933
Savoca Vincenzo e' stato ~aggiunto dai
seguenti p~ovvedimenti ~est~ittivi della
libe~ta' pe~sonale:
a) o.c. n.170 del 26.7.82 pe~ a~tt. 416 C.P. e
75 1.685/75.
b) m.c. n.343 del 17.8.82 pe~ gli stessi ~eati;
c) m.c. n.237 del 31.5.83 per gli stessi ~eati;
d) m.c. n.361/84 per artt. 416, 416 bis C.P., 71
e 75 1.685/75.
In tale ultimo mandato di cattu~a si
intendono asso~biti i provvedimenti di cui alle
lette~e a), b), c).-
Denunciato con rapporto del 13.7.82 (c.d.
dei 162 ed indicato come uno dei componenti il
"clan" Savoca passato t~a le fila dei t~aditori
del Bontate (Vo1.1 f.56), ((Vol.1 f.109),
f.165),
(Volo 1
(Volo 1 :E.167)
- Pag.7.012. -
del ~appo~to) insieme con Filippo
Ma%chese, gli Zanca, i Tinnirello, gli Spadaro
ed altri, l'imputato e' sempre stato indicato
dagli organi di Polizia come affiliato alla
ma:Eia in una con il suo piu' noto :Eratello,
Pino, capo della ":Eamiglia" di Brancaccio.
La scheda biografica dell'imputato (Volo 2.
f.?) e' altamente indicativa dei collegamenti
dello stesso con alt%i associati, quali gli
Spadaro e Lo Presti Ignazio.
Arrestato a seguito della presentazione
del rapporto di cui sopra e sentito dal P.M.
((Vol.4 :E.58) e segg.) l'imputato dichiarava di
non conoscere nessuno dei coimputati ad
eccezione dei suoi congiunti e di Tommaso
in relazione alla soc. "Edilferro" dei
Spadaro.
alcunche'
Negava, altresi' , di conoscere
suoi cugini, come pure escludeva, contrariamente
a quanto af:Eermato dagli organi di Polizia, di
conoscere personaggi
- Pag.7.013 -
come Bruno Cosimo. Messina Filippo ed altri che
erano soliti riunirsi presso il "Gay Bar"
gestito dalla moglie.
Ammetteva di aver conosciuto l'Ing. Lo
P:resti. ma solo perche' allo stesso aveva
presentato una richiesta di assunzione presso la
"Immobiliare Malaspina" come autista. In
relazione al controllo di Polizia effettuato il
15.5.82. nel corso del quale era stato trovato
in compagnia del fratello Pino e del Lo Presti.
dichia:rava essersi trattato di un incont:ro del
tutto casuale. trovandosi il Lo Presti a passa:re
per piazza Kalsa.
Tali gli elementi :risultanti a ca:rico del
Savoca a seguito del citato :rappo:rto del
13.7.82, elementi che questo Ufficio non
riteneva sufficienti pe:r il mantenimento dello
stato di custodia cautelare dell'imputato che,
in data 7.6.84. veniva sca:rce:rato ai sensi
dell'a:rt. 269 C.P.P (Vol.83 f.115).
Salvatore Conto:rno. pazlando della
"famiglia" di Bzancaccio, inseziva tra i memb:ri
- Pag.?014 -
della stessa Savoca Vincenzo inteso"u siddiatu"
(Vol.125 f.9): vi e' da ~ileva~e come nel citato
~appo~to del 13 luglio 82 il Savoca era indicato
prop~io con tale nomignolo.
Piu' oltre (Vol.125 f.63) il Conto~no
specificava come gli ~isultasse~o essere uomini
d'ono~e Savoca Giuseppe e suo f~atello Vincenzo,
ment~e non sapeva se il cugino degli stessi,
alt~o Vincenzo, lo fosse.
Riconosceva, quindi, nella foto n.5 Savoca
Vincenzo "u siddiatu" (Vo1.125 f.?3),
precisando: "Dei Savoca conosco come uomini
d'ono~e i due fratelli Giuseppe e Vincenzo.
Ribadisco che anche quest'ultimo e'
soprannominato "u siddiatu". Non conosco altri
Savoca Vincenzo siano o non siano anch'essi
cosi' sop~annominati. Il Savoca Vincenzo mi fu
p~esentato come uomo d'ono~e da Masino Spada~o
all'interno di
- Pag.7.015 -
un bar sito nella via Stabile sulla sinistra
proveniente dal mare tra la via Roma e la via
Ruggero Settimo. Come uomo d'onore conosco
altresi' suo cugino Rosolino Savoca, detto
"l'avvocato", presentatomi da Franco Mafara. I
Savoca erano i capi del contrabbando di
sigarette poi sono passati al commercio di
droga" <Vol.125 f.145).
Parlava, poi, dei Savoca in genere con
riferimento al loro inserimento nel traffico di
stupefacenti <Vo1.1Z5 f.148), <Volo 12.5 f.155).
In data 19.6.85 <Vol.12.5 f.201), il
Contorno, messo di fronte alle esatte foto dei
due Savoca
essendosi in
Vincenzo (fu
precedenza
Gaetano e di Luigi) -
commesso l'errore di
inserire nell'albo fotografico una erronea foto
di Savoca Vincenzo fu Gaetano -, precisava:
"La S.V. mi fa notare che nei miei precedenti
interrogatori ho indicato come "uomo d'onore"
:,,:'
- Pag.7.016 -
Savoca Vincenzo f~atello di Savoca Giuseppe e
che tuttavia nel co~so di ~iconoscimento
fotog~afico ho indicato invece la fotog~afia di
Savoca Vincenzo di Luigi che ~isulta esse~e non
f~atello bensi' cugino di Giuseppe Savoca.
Chia~isco che la pe~sona da me conosciuta
come "uomo d'ono~e" e' quella di cui ho indicato
l'immagine fotog~afica e che non ho alcun dubbio
in p~oposito pe~che' t~attasi di una fisionomia
molto ca~atte~istica.
So che e ' pe~sona inte~essata
all'Edilfe~~o. Io ho semp~e ~itenuto che si
t~attasse del fratello di Pino Savoca e non del
cugino".
Ancora una volta, dunque, deve ~ilevarsi
la estrema correttezza del Contorno in ielazione
alle sue dichiarazioni che, nel caso in esame,
portano a scagionare l'imputato il quale va
prosciolto dai reati ascrittigli con formula
dubitativa.
Ed, invero, gli elementi indicati nel
citato rapporto, seppure non sufficienti per
- Pag.?017 -
ritenere l'imputato organicamente inserito in
(come rilevato nella ordinanza di"Cosa Nostra"
scarcerazione citata) • fanno permanere molti
dubbi sul reale ruolo dello stesso in detta
organizzazione anche alla luce dei rapporti con
il cugino Pino Savoca e con l'ing. Lo Presti.
La formula dubitativa, quindi. nel caso in
esame, si impone.
- Pag.7.018 -
Savoca Vincenzo n.20.S.1931
Savoca Vincenzo e' stato raggiunto dal
mandato di cattura n.225/84 del 5.7.84 per la
rapina Quadrini e connessi delitti di porto e
detenzione di armi, nonche' dal mandato di
cattura n.323/84 per i reati di cui agli artt.
416 e 416 bis C.P., 71 e 75. 1.685/75-
Chiamato in causa da Di Marco un
personaggio inteso"u siddiatu" quale complice
nella rapina in danno di Quadrini, Savoca
Vincenzo di Luigi e' risultato completamente
estraneo a tale episodio delittuoso.
Lo stesso Sinagra Vincenzo, infatti, aveva
confermato l'estraneita' dell'imputato a tale
rapina e l'equivoco era sorto proprio perche',
tra i partecipanti a detto fatto, era stato
indicato un personaggio della Kalsa inteso "u
siddiatu".
- Pag.?019 -
Savoca Vincenzo e', con Casella Giuseppe e
Antonino, Buccafusca Vincenzo, Messina Filippo,
Di Maggio Pietro e Corrao Antonino uno dei soci
della "Edilferro", una societa' le cui vicende,
come detto nella parte terza capitolo
rispecchiano pienamente gli esiti dello scontro
all'interno della organizzazione: a tali pagine
si rimanda per comprendere come il Savoca fosse
organicamente nell'organizzazione
stessa e
inserito
appa:rtenesse alla schie:ra dei
"vincenti".
Vi e' solo da ricordare che detta
societa', costituita dai personaggi sopra
indicati, con un capitale iniziale di appena 21
milioni, realizzava uno stabilimento industriale
indicato in bilancio per un costo di
Lit.222.384.181, senza che i soci sapessero
indicare la provenienza di tale notevole
di denaro.
appO:I:to
Il Savoca veniva confuso, come si dira',
con l'omonimo cugino, figlio del fu
- Pag.7.020 -
Gaetano Savoca, ma e' da ritenere che le
assoluta sicuz:ezza,
parlando
dichiarazioni
z:ifez:iscano,
all'imputato.
Salvatoz:e
accusatorie
con
Contoz:no,
del Contorno si
della
famiglia di Bz:ancaccio, insez:iva tz:a i membri
della stessa Savoca Vincenzo inteso "u siddiatu"
(Vo1.125 f.9L Piu' oltre (Vo1.125 f.63) il
Contorno specificava come gli z:isultassero
essere uomini d'onoz:e Savoca Giuseppe e suo
fratello Vincenzo, mentre non sapeva se il
cugino degli stessi, altz:o Vincenzo, lo fosse.
Riconosceva, quindi, nella foto n.5 Savoca
"Dei Savoca conosco come
Vincenzo
precisando:
"u siddiatu" (Vo1.125 f.73),
uomini
d'onoz:e i due fratelli Giuseppe e Vincenzo.
Ribadisco che anche quest'ultimo e'
soprannominato "u siddiatu". Non conosco altri
Savoca Vincenzo, siano o non siano anch'essi
cosi' soprannominati. Il Savoca Vincenzo mi fu
pz:esentato come uomo
- Pag.7.021 -
d'onore da Masino Spadaro all'interno di un bar
sito nella via Stabi.le sulla sinistra
proveniente dal mare tra la via Roma e la via
Come uomo d'onore conoscoRuggero
altresi'
Settimo.
suo cugino Rosolino, detto
"l'avvocato", presentatomi da Franco Mafara. I
Savoca erano i capi del contrabbando di
sigarette poi sono passati al commercio di droga
<Vol.125 f.145).
ilf.lOD,
Parlava, quindi, dei Savoca in riferimento
al loro inserimento nel traffico di stupefacenti
<Vo1.125 f.148), (Vo1.125 f.155).
In data 19.6.85 (Vol.1l5
Contorno, messo di fronte alle esatte foto dei
due Savoca Vincenzo (fu Gaetano e di Luigi)
essendovi stato in precedenza un errore di
inserimento delle relative foto nell'albo
fotografico -, precisava:
"La S.V.
- Pag.7.022 -
mi fa notare che nei miei precedenti
interrogatori ho indicato come "uomo d'onore"
Savoca Vincenzo fratello di Savoca Giuseppe e
che tuttavia nel corso del riconoscimento
fotografico ho indicato invece la fotografia di
Savoca Vincenzo di Luigi che risulta essere non
fratello bensi' cugino di Giuseppe Savoca.
Chiarisco che la pezsona da me conosciuta
come "uomo d'onore" e' quella di cui ho indicato
l'immagine fotografica e che non ho alcun dubbio
in proposito perche' trattasi di una fisionomia
molto caratteristica. So che e' persona
all'Edilfe;rro". Io ho sempre
ritenuto che si trattasse del fratello di Pino
Savoca e non del cugino".
Che "u siddiatu" sia proprio Savoca
Vincenzo di Luigi e non l'omonimo fu Gaetano e'
dato di rilevare anche dall'interrogatorio di
Savoca Salvatore fu Francesco (altro cugino) il
quale ((Vol.4 f.86) e segg.)
Vincenzo
precisava: "Savoca
- Pag.7.023 -
inteso"u siddiatu" non e' mio fratello. ma
l'omonimo mio cugino figlio di Savoca Luigi".
Cade, quindi, ogni dubbio sulla
identificazione del Savoca "siddiatu" che e' da
indicarsi proprio nell'imputato.
Quanto gia' altrove detto in relazione
alle vicende della Edilferro e quanto riferito
dal Contorno mostrano chiaramente come Savoca
Vincenzo sia uno dei membri della "famiglia" di
Brancaccio, strettamente collegato al cugino
Pino che della stessa e' il capo.
Con detto cugino e' schierato
contro
Salvatore
dalla parte
Bontate e
dimorte
Stefano
allaed,Inzerillo
corleonesidei
quest'ultimo, ritornera' • con i suoi soci,
proprietario della "Ed.ilferro" che avevano
dovuto "cedere" a uomini dell'Inzerillo stesso.
Il Contorno lo associa al cugino Pino
Savoca anche nel traffico di
- Pag.7.02.4 -
stupefacenti e cio' con est:rema sicu:re22a,
:riconoscendolo sia in foto che indicandolo come
"u siddiatu", nomignolo con il quale l'imputato
e' noto anche in famiglia.
Savoca Vincen2o, quindi, va :rinviato a
giudizio pe:r :risponde:re dei :reati di cui agli
a:rtt. 416 e 416 bis C.P., 71 e 75 L.685/75 (Capi
1, 10, 13, 22.).
Va, invece, p:rosciolto pe:r la :rapina
Quadrini e reati connessi per non aver commesso
il fatto (Capi 324, 325).
- Pag.7.025 -
Scaduto Giovanni
Prima di indicarlo con il suo vero nome,
Bagheria (Vol.124 f.6), aveva riferito
Tommaso Buscetta, accennando alla :famiglia di
che tale
"Greco", mingherlino, di trent'anni, parente
originario o acquisito di Michele Greco, aveva
preso il posto di capo della cennata famiglia
attorno al 1979.
Cio' era avvenuto per volere di Michele
Greco il cui "parente", anzi, era entrato a far
parte anche della "Commissione", occupando il
posto di capo-mandamento che era
tempo, di Antonino Mineo (ex capo della
stato, un
famiglia
di Bagheria) e di Giuseppe Panno, gia'
rappresentante della famiglia di Casteldaccia.
Insistendo sul cennato "Greco", (Volo 124/A
f.86) Buscetta ha poi precisato che questi, un
giorno, gli era stato indicato pez: le vie di
- Pag.?026 -
Palermo da stefano Bontate il quale,
descrivendolo come una persona insignificante,
si era lamentato dell'importanza che aveva
finito con l'assumere in seno a "Cosa Nostra",
grazie a Michele Greco.
Successivamente, nell'interrogatorio del
22/8/1984, Buscetta ha mostrato di riconoscere
nella fotografia di Scaduto Giovanni l'individuo
da lui prima indicato con nome di Greco, anche
se, con una cautela che costituisce ennesima
dimostrazione della sua serieta', egli ha detto
di non poter formulare un giudizio di assoluta
certezza al riguardo, non ricordandone
(Vo1.124/Aperfettamente le fattezze del viso
f.10S> .
Ogni dubbio, tuttavia, e' stato sciolto da
Salvatore Contorno il quale ha indicato proprio
nel nominato
Salvatore Greco
"rappresentante"
Giovanni Scaduto
ed impiegato di
della "famiglia"
genez:o di
banca il
di Bagheria,
affrettandosi pero' ad aggiungere che, mentre
costui e' una figura meramente onorifica, il
vero capo famiglia e'
...."
- Pag.7.027 -
Leonardo Greco, aggregato a "Cosa Nostra"
insieme ai suoi fratelli <Vol.125 f.5 ). Contro
l'imputato e' stato emesso il mandato di cattura
n.323/84 del 29/9/94 con il quale gli sono stati
contestati i reati di cui agli artti .416, 416
bis C.P., 7 1 , e 75 della legge n 685 del 1975
nonche' il concorso in numerosi omicidi ed altri
reati minorii nonche' il mandati di cattura
n.58/85 del 16/2/85 in ordine all'omicidio del
prof. Carlo Giaccone e il mandato di cattura
n.97/85 del 28/3/1985 in ordine all'omicidio di
Ferdico Vittorio.
Interrogato, l'imputato ha sempre respinto
gli addebiti assumendo di non avere "capito" la
natura delle contestazioni mosse gli (Vo1.123
f.259) e di non conoscere Buscetta Tommaso e
Contorno Salvatore aggiungendo che, all'epoca
della commissione di
contestatigli, egli
alcuni
era
degli
detenuto.
omicidi
Tali
generiche, labiali discolpe non reggono a fronte
delle emergenze istruttorie gia' evidenziate -
conclamanti l'appartenenza dello imputato
- Pag.?028 -
all'o%ganizzazione mafiosa denominata "Cosa
Nost%a" che, hanno t%ovato, poi, %iscontro nel
fatto che sul conto co%%ente di Catalano
Onof%io, appa%tenente alla famiglia di Ciminna e
"all'Extrabar"
palermitani e statunitensi,
incontrogia' coinvolto in
di
un
Palermo tra
sono
avvenuto
mafiosi
%isultati
ve%sati alcuni vaglia cambiari dello importo di
li%e 10.000.000 ciascuno, facenti parte di un
gruppo di cinquanta vaglia del complessivo
importo di lire 500.000.000, emessi con fondi
p%elevati da lib%etti di deposito a %isparmio al
portato%e di pextinenza di Tommaso Spadaro .
Due di questi, per complessive
lit.ZO.OOO.OOO, sono stati negoziati proprio da
Scaduto Giovanni, mentre nume%osi altri sono
stati negoziati da personaggi di tutto spessore
50.000.000), Salvatore Greco Ferrara
Prestifilippo Giovanni
mafioso quali
40.000.000),
30.000.000),
ZO.OOO.OOO), La
Catalano
Grado
Rosa
Onofrio
Giacomo
Antonino
(per lire
(pe% lire
(per lire
(per lire
(per lire
- Pag.7.02.9 -
10.000.000), Greco Salvatore, padre di
"Giovannello" (per lire 40.000.000), Bisconti
Pietro (per lire 10.000.000), Greco Leonardo
(per lire 10.000.000), Caltagirone Francesco
Paolo,socio di Greco Leonardo della ICRE (per
lire 40.000.000), Gargano Carmelo, altro socio
di Greco Leonardo (per lire 10.000.000), Alfano
Pasquale (per lire 10.000.000), Priolo
Salvatore, genero di La Mattina Nunzio (per lire
10. OO0.00 O) , Oliveri Giovanni, socio della
OLIMAR di Filippo Marchese (per lire 10.000.000)
e Ingrassia Ignazio (per lir.e 20.000.000).
Tale operazione bancaria, dunque, nella
quale risulta coinvolto Scaduto Giovanni
dimostra in maniera inconfutabile il
collegamento "circolare"
importanti "famiglie" di
esistente tra
mafia facenti capo a
(attraverso i Grado),Bontate
(attraverso il fratello
Greco
Salvatore),
Michele
Greco
Leonardo, i ~orleonesi (attraverso Prestigiacomo
Salvatore e i Brusca),
- Pag.7.030 -
Marchese, Inzerillo (attraverso SeiditaSpadaro,
Ignazio) .
Ne' va dimenticato che costituisce riprova
degli stretti rapporti non solo dovuti
all'affinita' - intez:correnti tra l'imputato e
il suocero Gz:eco Salvatore, l'accertata
negoziazione da parte di quest'ultimo di quattz:o
assegni circolari all'ordine di Scaduto
Salvatore, :tichiesti, in data 20/4/76, dal
prevenuto utilizzando p:tovvista prelevata dal
deposito a risparmio n.1064869/52 allo stesso
scheda bancaz:ia dello Scaduto( v •intestato
Giovanni).
Non puo' dubitaz:si, dunque, della
responsabilita' di Scaduto Giovanni in ordine
ai :teati p. e p. dagli a:z:tt.416, 416 bis C.P.
71, 74 e 75 della legge n.68S del 1975,
condestatigli col mandato di cattura n.323/84
del 29.9.1984 (Capi 1 , 10 , 13, 22 ).
Per quanto z:iguarda la posizione
pz:ocessuale dell'imputato in ordine agli omicidi
contestatigli, la stessa viene esaminata in
alt:z:a pa:z:te del p:z:esente p:z:ovvedimento
quale si :timanda.
alla
- Pag.7.031 -
Scaglione Salvatore
"Toto' l'uvaru" perche'
SalvatoreSu Scaglione
commercio di uova e
dedito,
pollame
soprannominato
in passato al
ha riferito
Tommaso Buscetta allorquando ha disegnato lo
organigramma della famiglia della "Noce" di cui
presovenisseil prevenuto, prima che il posto
da Picone Giusto, era il capo.
Lo Scaglione, gia' detenuto all'Ucciardone
Tommaso Buscettainsieme
processo
a
dei 114, e'
all'epoca
stato indicato
del
dal
predetto, che lo ha riconosciuto
fotograficamente, come alleato dei Corleonesi e
successore, all'epoca della ricostituzione di
Calcedonio Di Pisa ((Vol.124 f.10)
"Cosa Nostra" del vecchio capo
e
famiglia,
(Vo1.124
f.26)) nonche' componente della "commissione" o
"cupola" (Vol.124 f.S5) e (Vol.124 f.SS).
- Pag.7.03Z -
Nonostante l'alleanza coi Corleonesi,
tuttavia, Buscetta ha riferito di avere appreso
sia pure in
della scomparsa dello Scaglione
Badalamenti e la circostanza
da Gaetano
termini dubitativi e ' stata confermata da
Salvatoze Contozno che ha insistito sulla di lui
appartenenza, quale capo,
Noce (Vol.1Z5 f.11).
alla famiglia della
Cio' ha trovato poi riscontro nelle
dichiazazioni di Faldetta Luigi, il quale
(13/10/1984) ha rivelato senza mezzi termini, la
proterva ed insistente attivita' estorsiva posta
in essere, in suo danno, dallo Scaglione con
determinazione e modalita' tipicamente mafiose.
In particolare, Faldetta ha ziferito che,
mentre costruiva in via Tricomi di Palermo, lo
Scaglione pretese di acquistare due appartamenti
alla meta' del loro prezzo di mercato, per di
piu' pagando meta' del voluto.
Egli ha poi riferito che, in altra
occasione, avendo iniziato a costruire in Corso
Calatafimi, era stato oggetto di manovre
- Pag.7.033 -
esto~sive di cui ~iusci' a veni~e a capo solo
allo~quando vendette allo Scaglione due
appa~tamenti pe~ il p~ezzo di li~e 25.000.000,
in luogo dei settanta che gli stessi valevano.
Infine, lo Scaglione p~ivo' il Faldetta di
un te~~eno esteso mq.650 (co~~ispondendogli
l'i~~iso~ia somma di lit.14.000.000) su cui
cost~ui' una palazzina con mate~iali in g~an
pa~te fo~nitigli g~atuitamente dallo stesso
Faldetta, ment~e altri materiali pretese per la
cost~uzione di un capannone adiacente alla sua
abitazione, e adibito ad allevamento di conigli.
Per ultimo, in occasione del matrimonio
della figlia, egli p~etese dal Faldetta il
"cadeau" di un candelabro di c~istallo del
valore di lit.830.000. Ma su Acaglione Salvatore
ha ~iferito anche Salvatore Conto~no il quale ha
indicato che il p~edetto e' uomo d'onore della
famiglia della "Noce" in seno alla quale ha la
qualifica di ~appresentante (anche se si e'
dimostrato scettico sulla esistenza in vita
dello stesso) ed ha aggiunto che lo Scaglione
era molto
- Pag.7.034 -
amico di Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo e
che l'amante di quest'ultimo
Scaglione abitavano nello
e quella dello
stesso palazzo
(Vo1.125 f.1" e (Vo1.125 f.30L
Contro l'imputato sono stati emessi:
1) mandato di cattura n.323/84 del 29/10/1984 in
ordione ai reati p. e p. dagli artt. 416, 416
bis C.P., 71, 75 della legge 685 del 1975 e al
concorso in numerosi omicidi ed altri reati
minori;
2) mandato di cattura n.58/8S del 16/2/1982 con
il quale gli e' stato contestato il conCOrso
nell'omicidio .del prof. Carlo Giaccone j
3) mandato di cattura n.97/85 del 28/3/1985 con
il·quale gli e' stato contestato il coincorso
nell'omicidio di Ferdico Vittorio.
Sulla scorta delle emergenze istruttorie,
come sopra evidenziate, che hanno posto in luce
certi e sufficienti elementi probatori a carico
dell'imputato, questi deve essere chiamato a
rispondere in giudizio dei reati di cui ai capi
1, 10, 13, 22 dell' epigrafe avendo il Buscetta
Tommaso affermato che lo
- Pag.7.035 -
Scaglione e:ra t:ra i capi-famiglia piu'
attivamente inse:riti nel traffico della d:roga
(Vol.124/A .115).
Per quanto concerne la posizione
processuale dello Scaglione Salvatore in ordine
agli alt:ri reati contestatigli, la stessa viene
esaminata in alt:ra parte del presente
provvedimento, alla quale si :rimanda.
- Pag.7.036 -
Scalia Giuseppe
E' inse~ito nella cosca di Co~so dei
Mille, nel cui ambito e' collegato con il clan
degli Zanca, e con D'Angelo Giuseppe, unitamente
e' dedito commissionial quale
esto~sioni.
Infatti, lo
alla
Scalia che
di
in passato
gestiva una ba~be~ia in questa via Rudini' e'
dal Calzetta come un elementostato indicato
pa~ticola~mente pe~icoloso, che ope~a insieme
agli Zanca e a Giuseppe D'Angelo nel campo delle
esto~sioni in danno dei comme~cianti della zona.
In pa~ticola~e, ha p~ecisato il Calzetta, che
lo Scalia ed il D'Angelo - cugino questi di Melo
Zanca agendo pe~ conto di quest'ultimo
avvicinavano colo~o cui doveva esse~e imposto il
"pizzo" e li convincevano a paga~e facendo
inte~veni~e come "pe~suaso~i"
che, pe~ esse~si ~ifiutate
amici di pe~sone
di paga~e, avevano
subito dei danneggiamenti
fasc.pe~s. Calzetta Stefano).
(Vo1.1 f. 17 bis
- Pag.7.037 -
Significativo dell'inse:rimento dello
Scalia nella o:rganizzazione mafiosa nonche' del
suo collegamento con Melo Zanca e', poi, quanto
:rife:rito semp:re dal Calzetta secondo cui il
p:redetto aveva imposto un fratello dello Scalia,
a nome Nino, come guardiano in un cantiere di
via dei Picciotti. Il Nino Scalia, cosi' come
alt:re pe:rsone imposte dallo Zanca Pippo
Tinnirello ed Onofrio Zanca - pur ricevendo un
:regola:re stipendio ed essendo in :regola con le
assicu:razioni obbligatorie, di fatto non
(VoL1esplicava alcuna attivita' di gua:rdiania
f.20 bis fasc.pers. Calzetta).
E' questo un tipico esempio di imposizione
mafiosa, che testimonia della appartenenza del
prevenuto alla cosca in questione.
Sulla scorta di tali "indicazioni" fo:rnite
sul conto dello Scalia Giuseppe, venivano emessi
cont:ro lo stesso, mandati di cattu:ra del
n.323/84 R.M.C.
31/5/1983
a:rtt.416
in
C.P.
ordine ai reati p. e p. dagli
e 75 della legge n.685 del 1975 e
del 29/9/1984 in o:rdine agli
- Pag.7.038 -
stessi reati e a quelli p. e p. dagli a~tt.416
bis C.P., 71 e 74 della legge n.685 del 1975.
Interrogato, l'imputato ~espingeva gli addebiti
p~oclamando la sua completa estraneita' ai reati
contestatigli.
Sulla base delle risultanze processuali
acquisite, in mancanza di zatti ed accuse
specifiche e considerato che non sono stati
acquisiti agli atti del processo elementi in
base ai quali possa sostenersi che lo Scalia
rivesta in seno alla cosca di Co~so dei Mille
una posizione di pa~ticolare rilievo. allo
Scalia Giuseppe non puo' esse~e dato ca~ico
delle imputazioni di associazione per delinque~e
finalizzata al traffico di droga e detenzione e
spaccio di sostanze stupefacenti dalle quali va
sollevato con ampia formula liberatoria (Capi
13, 22).
Va, invece, ordinato il rinvio a giudizio
del prevenuto per rispondere dei reati di cui
agli artt.416 e 416 bis C.P. (Capi 1, 10).
.~.
- Pag.7.039 -
Scavone Gaetano
E' elemento ce~tamente inse~ito nella
o~ganizzazione c~iminale di cui ci si occupa. ed
in pa~ticola~e nella "famiglia" dei Savoca, con
i quali e' impa~entato.
Lo stesso, piu' V'olte denunciato pe~
associazione pe~ delinque~e, cont~abbando,
~apina, t~affico di stupefacenti, e' stato anche
denunciato alla P~ocu~a della Repubblica di
To~ino in quanto trovato in possesso di
banconote, facenti pa~te del riscatto pagato pe~
il sequestro di Lavagna Renato.
Tommaso Buscetta.
Scavone,
Savoca e
coinvolto nel
con
anche se
1957 in un
tabacchidicontrabbandodi
Lo
episodio
Giuseppe
allo~a non era un uomo d'ono~e ce~tamente lo e'
diventato in seguito. se si ha ~igua~do alle
dichia~azioni di Stefano Calzetta, il quale lo
ha indicato come alleato dei G~eco di Ciaculli e
delle alt~e "famiglie" di mafia Lo Iacono,
- Pag.7.040 -
Vernengo, Spadaro, Zanca, Tinnirello, Oliveri,
Marchese, Savoca,Lucchese, Federico, Bisconti -
palermitano contronella guerra scatenatasi nel
gli aderenti ai clan
-Badalamenti.
Bontate Inzerillo
La riprova di cio' e ' costituita dalla
partecipazione dello Scavone Gaetano alle nozze
della figlia di Savoca Giuseppe, Benedetta,
unitamente a tutti gli elementi di maggiore
prestigio delle cosche del palermitano.
Ed invero, nel corso
effettuata nell'ambito
della perquisizione
delle indagini
susseguenti all'omicidio del Generale Dalla
Chiesa, nella abitazione di Co~~ao Attilio,
genero del Savoca Giuseppe, venne rinvenuto un
foglio manoscritto ~ecante, appunto l'elenco
degli invitati al matrimonio tra il Corrao e la
Savoca Benedetta. Tra costoro figuravano, oltre
lo Scavone Gaetano tutti i Savoca, gli Spadaro,
Casella Antonio,
Hicola,
Adelfio Francesco, Di Salvo
Di
- Pag.7.041 -
Gaetano Giovanni, Lave%de%a Piet%o, Lo Jacono
And%ea, i Lau%icella, Messina Filippo, Abbate
Salvato%e, Lo Nig%o F%ancesco, (poi ucciso),
Michele "senato%e" , Giuseppe
(indicati pu%e come zio Michele ,senato%e e
Pino) Magliozzo Vitto%io, Ge%aci Nino, Ca%ollo
Gaetano quasi tutti
p%ocedimento penale.
imputati nel
Si.gni:ficativo, poi della appa%tenenza dei
va%i invitati a gzuppi :familia%i o criminali, e'
la sistematica dell'elenco dei nomi, %acchiusi,
come nel caso dei G%eco, con una pa%entesi.
Cont%o l'imputato e' stato emesso il
mandato di cattu%a n.323/84 del 29.9.1984 con il
quale gli sono stati contestati i %eati p. e p.
dagli a%tt.416, 416 bis cp., 71 e 75 della legge
n.685 del 1975.
Inte%%ogato, lo Scavone si e' p%otestato
innocente di tutti i %eati contestatigli ed ha
%espinto gli addebbiti (Vol.123 :f.232),
:f.234l.
(Vo1.123
- Pag.7.042 -
Ma le sue labiali discolpe non possono
trovare ingresso processuale perche' non reggono
a fronte delle emergenze processuali come sopra
evidenziate.
Pertanto, allo Scavone, deve essere dato
caxico anche dei reati di associazione pex
delinquere finalizzata al traffico di droga e
detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e
cio' avuto riguardo agli stretti legami
esistenti con i Savoca, famiglia attivamente
insexita nel txaffico di droga.
alle dichiarazioni rese in
Avuto riguardo
proposito dal
Buscetta e' da ritenere, infatti, che IOScavone,
in quanto elemento della cosca pa:rticolarmente
vicino ai Savoca non possa non essere coinvolto
nella illecita attivita' di cui trattasi o
comunque non essere partecipe degli utili da
tale attivita' derivanti.
Dello Scavone va pertanto disposto il
rinvio a giudizio per rispondere dei reati allo
stesso ascritti ai capi 10) 13) 22.)
dell'epigrafe.
- Pag.7.043 -
Schiavo Carlo
Fa parte della cosca di Corso dei Mille e
nell'ambito della stessa e' collegato con i
coimputati Sinagra Vincenzo e Antonino,
detto "Tempesta", Sinagra Antonio,
Sinagra
Rotolo
Salvatore,
Girolamo,
Di Marco
Baiamonte
Salvatore, Castiglione
Angelo, Battaglia Antonino,
unitamente ai quali e' dedito alla commissione
di reati contro il patrimonio Ce in particolare
furti), che vengono perpetrati previo assenso
del capo della cosca, Filippo Marchese, al quale
va poi una parte della refurtiva o della somma
ricavata dalla vendita della stessa.
Elementi di responsabilita' a carico dello
Schiavo sono costituiti dalle dichiarazioni dei
coimputati Calzetta, Sinagra Vincenzo di A. e
Di Marco sulla cui scorta sono stati spiccati
nei confronti del prevenuto:
~...'
- Pag.7.044 -
1) mandato di cattura n.71/84 del 29.2.1984 in
ordine ai reati di cui ai capi 327,
della rubrica;
328 e 330
2) mandato di cattura n.323/84 del 29.9.1984 in
ordine ai reati di cui ~opra e a quelli di cui
agli artt.416, 416 bis C.P., 71 e 75 L.685 del
1975 (Capi 1, 10, 13, 22L
Ha riferito il Calzetta di avere appreso
da Battaglia Antonino che quest'ultimo,
unitamente a Castiglione Domenico, Raia Pietro e
a Schiavo Carlo, che all'uopo faceva venire da
Palermo a Castellanza dove esso Battaglia
risiedeva, era dedito alla commissione di furti
e rapine in tale 10ca1ita'. In particolare, il
Battaglia aveva riferito sempre al Calzetta di
un tentativo di furto posto in essere in
concorso con 10 Schiavo, il Raia e il
Castiglione ai danni di una gioielleria di
dell'intervento
Varese, tentativo
del
non :riuscito
p:roprietario
a causa
che,
sveg1iatosi, aveva dato l'allarme. In tale
ci:rcostanza soltanto 10 Schiavo e:ra stato
fermato dalla Polizia, e
- Pag.7.045 -
subito dopo rilasciato (fasc.pers. 1~ Calzetta,
f.34).
Ancora il Calzetta ha riferito che lo
Schiavo ed il Sinagra "Tempesta" nel 1982
avevano offerto, proprio a lui, una partita di
orologi di metallo di provenienza furtiva e che
lo Schiavo era un esperto nella fabbricazione di
chiavi adulterine, mestiere questo appreso dal
noto Angelo Hicolini - detenuto per traffico di
stupefacenti che "con le chiavi false aveva
sventrato mezza Sicilia" (fasc.pers. 2~
Calzetta, f.60).
Lo Schiavo, infine, e' stato concordemente
indicato da Sinagra Vincenzo e Di Marco
Salvatore «Vol. f.30) e (Vol. f.62) delle
dichiarazioni del Di Marco) quale partecipe del
furto in ùanno della gioielleria di Bracco
Salvatore (al quale venivano asportati oggetti
preziosi per un valore di lire 60 milioni)j
nonche' dei furti in danno di Piraino Francesco
(titolare di una orologeria
- Pag.7.046 -
da cui venivano aspo%tati nume%osi o%ologi pe%
40 milioni) e di Tu%co
Giuseppa e Ba%%ale Gaspa%e (titola%e di alt%a
gioielle%ia da cui venivano sott%atti oggetti
p%eziosi pe% un valo%e di olt%e 20 milioni).
Inte%%ogato, lo Schiavo Ca%lo ha %espinto
tutti gli addebiti mossigli, assumendo di
conosce%e, i coimputati, solo Calzetta
statae'Stefano, la cui chiamata in co%%eita'
dal p%evenuto definita una "infamia".
Ma le ci%costanziate e precise indicazioni
fornite dal Sinagra Vincenzo, dal Di
Salvato%e e dal Calzetta Stefano sul conto
dell'imputato costituiscono ce%ti e sufficienti
elementi p%obato%i a suo carico in o%dine ai
%e a t i di c u i a i c a pi 1, 1O, 3 2. 7, 3 2. 8, 3 3'0 •
Pe% quanto conce%ne le imputazioni di cui
ai capi 13 e 22. della %ub%ica, in assenza di
fatti ed accuse specifiche e considerato il
%uolo non ce%tamente %ilevante occupato dal
prevenuto nella ge%archia della cosca, allo
stesso non puo' essere dato carico anche dei
- Pag.7.047 -
reati di associazione per delinquere finalizzata
al traffico di droga e detenzione e spaccio di
sostanze stupefacenti.
Per quanto precede dello Schiavo rimasto
latitante va ordinato il rinvio a giudizio per
rispondere dei reati di cui ai capi 1) e 10)
della rubrica.
Va, invece, ordinato non doversi procedere
nei confronti dello Schiavo Carlo in ordine alle
imputazioni di cui ai capi 13) e 22)
dell'epigrafe per non avere commesso i fatti.
Delle residue imputazioni ascritte allo
Schiavo Carlo viene trattato in altra parte del
presente provvedimento.
- Pag.7.048 -
Sciarabba Calcedonio
Sciarabba Calcedonio et stato accusato da
Tommaso Buscetta d'essere affiliato a "Cosa
Nost~a" quale uomo d'onore della famiglia della
Noce e, a dimostrazione della conoscenza del
predetto, egli, non solo lo ha riconosciuto
fotog~aficamente, ma ne ha indicato anche
l'attivita' di vinaio aggiungendo che nello
svolgimento della stessa e' incorso in "grane"
con la giustizia si' da essere, piu' volte,
tratto in arresto (Vol.124/A f.26) e
f.10S) .
(Vo1.124/A
Sulla scorta di tali dichiarazioni e'
stato emesso contro l'imputato mandato di
cattura n.323/84 del 29.9.1984 con il quale gli
sono stati contestati i reati di cui agli
a~tt.416, 416 bis c.p., 71 e 75 della legge
n.685 del 1975.
- Pag.7.049 -
Intezzogato, l'imputato ha pzotestato la
sua estzaneita' agli addebbiti mossigli ma la
chiamata di cozzeo opezata nei suoi confzonti da
una fonte pazticolazmente qualificata come il
Buscetta ha tzovato, pezaltzo, ziscontzo nelle
coimputato Contoznodichiazazioni
Salvatoze che
zese
ha
dal
indicato nel Calcedonio
Sciazabba un affiliato alla famiglia mafiosa
della "Noce" <Vol.125 f.11).
Sulla scozta di tali zisultanze appaze
confozme a giustizia disporre il zinvio a
giudizio dell'imputato per rispondere dei zeati
di cui ai capi 1 e 10 della zubzica, essendo
rimasta accertata l'appartenenza del prevenuto
alla consortezia mafiosa di cui e' processo.
Ma l'imputato deve esseze chiamato a
zispondere anche dei reati di cui ai capi 13, ZZ
dell'epigrafe, in quanto il suo insezimento nel
traffico di stupefacenti e ' compzovato
dall'essere stato lo stesso sorpreso in possesso
di mezzo chilo di eroina finissima <al 92~) che,
insieme a Perna Francesco, trasportava da
Palezmo a Roma per consegnarla a Fzank Coppola
nella villa di quest'ultimo.
- Pag.7.0S0 -
In ordine a tale fatto l'imputato e' stato
condannato a severa pena detentiva nell'ambito
del procedimento penale n.13ZS/81 R.G.U.I.
contro Frank Coppola, Perna Francesco, lo stesso
S~iarabba Calcedonio ed altre persone.
A cio' si aggiunga che il coimputato
Sciarabba Giusto, pregiudicato per traffico di
stupefacen,ti e indicato da Tommaso Buscetta e
Salvatore Contorno come affiliato alla famiglia
della Noce, in atto latitante, ebbe a
dichiarare, sentito come teste, di avere
ricevuto assegni emessi da persone sospettate di
essere inserite nel traffico di sostanzt"
stupefacenti, per motivi inerenti alla sua
attivita' di commerciante di vini e liquori e di
averli consegnati allo zio, Calcedonio Sciarabba
(Vol. 6/B f.12).
riprovaInfine,
intercorrenti
a
tra il
dei
predetto ed
rapporti
altri
componenti della consorteria mafiosa di cui e'
processo va segnalato che Sciarabba Giusto, in
data 21.6.1979, ha tratto sul suo
- Pag.7.051 -
conto cozzente pzesso la Banca del Sud di
Palezmo un assegno di lire 1.973.000 all'ozdine
di Calcedonio Sciarabba che zisulta versato sul
c/c di Contozno Antonina (Vol.1 f.142) sozella
di Contorno Antonino (e quindi zia di Contozno
Salvatoze) e madze dei Grado del cui inserimento
a pieno titolo nel tzaffico delle sostanze
stupefacenti si tratta in altze pazti della
pzesente sentenza, alle quali si zimanda.
A cio' si aggiunga che l'imputato, il
9.1. 1980, e ' stato identificato mentze si
tzovava in compagnia di Spallino Michele e Lo
Jacono Salvatoze Ugo, noto pzegiudicato e
tzafficante di dzoga.
appare di giustizia disporre il
Sulla
pzocessuali
scozta di tali risultanze
rinvio a giudizio dell'imputato pez rispondere
anche dei reati di cui ai capi 13) e 22) della
rubrica.
- Pag.7.052 -
Sciarabba Giusto
Le stesse considerazioni svolte sul conto
di Calcedonio Sciarabba valgono per Ino (Giusto)
Sciarabba, che Tommaso Buscetta ha indicato come
uomo d'onore della famiglia della Noce,
affiliata alla organizzazione mafiosa denominata
"Cosa Nostra".
A dimostrazione della conoscenza che ha
mostrato di averne, Buscetta, ha detto che lo
Sciarabba gestiva una lavanderia a Roma e che
era stato imputato assieme a lui nel c.d.
processo dei
f.10G) .
114 (Volo 124/A f.26) e (Vo1012l.j/A
Orbene, tale accusa di appartenenza a
"Cosa Nostra", provenendo da uno dei massimi
esponenti di essa, non puo' far dubitare della
responsabilita' del prevenuto in ordine ai reati
p. e p. dagli artt. 410, 416 bis C.P., 71 e 75
della legge n.685 del 1975 contestatigli con il
mandato di
- Pag.7.053 -
cattuza n.323/84 del 29.9.1984,
emesso a seguito della chiamata di cozzeo
opezata nei suoi confzonti da Tommaso Buscetta.
Pezaltzo le indicazioni foznite da quest'ultimo
sul suo conto dallo Sciazabba Giusto, zimasto
latitante, hanno tzollato ziscontzo nelle
dichiazazioni rese da Contozno Salvatore che ha
indicato, a sua volta, nell'imputato un uomo
d'onoze della famiglia della "Noce"
f.ll>.
(Vol.1Z5
Tali risultanze pzocessuali, cezte ed
univoche giustificano l'utile celebrazione del
dibattimento nei confzonti dello imputato
davanti la Corte di Assise di Palermo pez
zispondeze dei zeati contestatigli ai capi 1)
10) della rubzica.
Ma anche in ozdine alle altze imputazioni
dell'inserimento
sono emezsi
pzobatori
cezti e sufficienti
dello
elementi
Sciazabba
Giusto nel tzaffico delle sostanze stupefacenti
pez come emerge dagli acceztamenti bancari che
hanno evidenziato come la firma di gizata
"Giusto Sciarabba" figuzi su
- Pag.7.054 -
numerosi assegni (Volo 1 f.142), (Vo1.1 f.143),
(Vol.1 f.144), (Volo 1 f.145), (Volo 1 f.146),
(Volo 1 f.147) emessi da altre persone e versati
sul conto corrente intestato a Contoz:no
Antonina, sorella e zia degli imputati Contorno
Antonino e Contorno Salvatore, rispettivamente,
nonche' madre dei Grado del cui inserimento, a
pieno titolo, nel traffico delle sostanze
stupefacenti si tratta ampiamente in altre parti
della presente ordinanza, alle quali si rimanda.
Appare, pertanto, aderente a tali
risultanze processuali disporre il rinvio a
giudizio dell'imputato davanti la Corte di
Assise per rispondere, anche, dei reati
contestatigli ai capi 13) 22) della rubrica.
- Pag.7.055 -
Scrima Francesco
Tommaso Buscctta ha rei-tera-tamen-te
accusato Scima Francesco d'essere aggrega-to a
"Cosa Nos-tra" quale componen-te della famiglia di
Por-ta Nuova <Vol.124 f.11).
Egli, in par-ticolare, ha a~fermato che nel
1980, allorquando era venu-to a Palermo ed aveva
avuto modo di incon-trarsi con Pippo Calo' che lo
blandiva perche' riprendesse un ruolo a-t-tivo in
seno alla famiglia, aveva appreso che il
vice-capo di Por-ta Nuova, Lipari Giovanni (u'
Tignusu), non era all'al-tezza della carica
ricoperta e che ques-t'ultima quindi, nel 1982,
era s-ta-ta assunta dallo Scrima, cugino di Pippo
Calo'
Buscetta ha detto che lo Scrima, macellaio
dal carattere -taciturno e riservato, e:ra in
buoni rapporti con lui durante il periodo (circa
-trascorso insieme all'Ucciardone,cinque
dove
anni)
quegli era stato ristretto
- Pag.7.056 -
per:che' coinvolto nel sequestro dell'ing.
Luciano Cassina.
Proprio in relazione al cennato delitto,
lo Scrima che aveva sempre negato la sua
responsabilita' aveva infine ammesso a
Buscetta di essersi trovato, per puro caso, in
via Principe di Belmonte all'atto del sequestro,
facendo in tal modo intender:e al boss di Porta
Nuova la parte da lui avuta nel sequestr:o
eVol.124/A f.41).
Lo Scrima, inoltre, ha riferito a lungo al
Buscetta sul conto di Salvatore Rotolo
dilungandosi su fatti
concernevano.
ed episodi che lo
A riprova della conoscenza che ne aveva,I
giova considerare che Buscetta ha ricbnosciuto
fotograficamente lo Scrima evol.124/A f.104), e
cio' raffor:za certamente l'accusa di
appartenenza a "Cosa Nost:ra" da lui fatta.
Contro l'imputato e ' stato emesso il
mandato di cattura n.323/84 del 29.9.1984con il
quale gli sono stati contestati i reati p. e p.
- Pag.7.057 -
dagli aztt.416, 416 bis cp., 75 e 76 della legge
n.685 del 1975.
Cio' pzemesso, va zilevato che l'espletata
istzuzione ha evidenziato cezti e sufficienti
elementi pzobatozi a cazioco dell'imputato,
zimasto latitante, quali si desumono dalle
"indicazioni" foznite sul suo conto da Buscetta
Tommaso dalle quali si deduce l'appaztenenza
dello Sczima Fzancesco a "Cosa Hostza".
Tale appartenenza, d'altronde, e ' stata
ribadita da Salvatore Contorno (Vol.125 f.11) il
quale ha insistito sulla qualita' di uomo
d'onoze della "famiglia" di Pozta Nuova dello
Scrima.
Pezaltro, la intimita' e la frequenza di
rapporti tra l'imputato, Pippo Calo e Rotolo
Salvatore (le cui posizioni vengono trattate in
altre parti della ordinanza), era stata gia'
rivelata da Leonardo Vitale il quale, nel corso
delle dichiazazioni rese nel mazzo 1973, pose
l'accento sui rapporti strettissimi tra i tre,
complici in diversi misfatti (vedi ff.4 e 5 di
tali dichiarazioni).
- Pag.7.058 -
Sulla scorta di tali acquisizioni
processuali, appare di giustizia disporre il
rinvio a giudizio dello Scrima Francesco per
rispondere di tutti i reati ascrittigli ai capi
1) 10) 13) 22) della rubrica, ivi compresi i
delitti concernenti il traffico degli
stupefacenti.
Invero, atteso il suo ruolo di "vice" del
capofamiglia Pippo Calo', occorre far menzione
di quanto ha asserito Buscetta (Vol.124/A f.115)
laddove ha affermato che nel traffico di droga,
cui ormai si sono convertite tutte le famiglie
di "Cosa Nostra", il capo favorisce gli uomini
d'onore a lui vicini e piu'
interessi.
funzionali ai suoi
Ne deriva che se un personaggio come Pippo
Calo' - indicato da Buscetta come uno dei piu'
attivi trafficanti di stupefacenti - ha ritenuto
di dover scegliere come suo "vice" lo Scrima,
questi non puo' essere estraneo al traffico
degli stupefacenti cui e' dedita la "famiglia"
di appartenenza.
- Pag.7.059 -
Senapa Pietro
Senapa Pietro e' stato raggiunto dai
seguenti provvedimenti restrittivi della
liberta' provvisoria:
a) m. c.
legge n.685/75;
n.237/83 per artt.416 P.E. 75
b) m.c. n.372/83 per omicidio Lo Nigro e
x:eati connessi;
c) o . c . n.274/83 per omicidio Manzella e
Pedone e x:eati connessi;
d) o.c. n.279/83 pex: omicidio Rugnetta
Antonino e reati connessi;
e) o.c. n.280/83 per omicidio Tagliavia
Gioacchino e reati connessi;
f) o.c. n.283/83 per omicidio Lo Jacono
Carmelo e Peri Ant., con reati connessi;
g) o . c . n.285/83 per omicidio Buscemi e
Rizzuto e reati connessi;
h) o.c. n.286/83 per art.374 C.P.;
i) o.c. n.290/83 per omicidio Patricola
stefano e reati connessi;
l) m.c.
Ot:azio
- Pag.7.0GO -
n.278/84 pex omicidio Fioxentino
m) m.c. n.323/84 per artt.416 e 416 bis
C.P., at:tt.71 e 75 legge n.685 del 1975.
In det1:o ultimo provvedimento debbono
t:itenexsi assot:biti tutti i pxovvedimenti di cui
alle pt:eceden1:i le1:tet:e, con esclusione dei
pxovvedimenti di cui alle lettexe f) ed h).
Senapa Pie1:xo, con Sinagxa Vincenzo
"Tempes1:a" e Rotolo Salvatoxe e' uno dei killex
piu' spietati della cosca di Coxso dei Mille e,
pet: questo, uno dei piu' utilizza1:i dal
Mat:chese.
Ben conosciu1:o da S1:efano Calze1:1:a, veniva
dallo stesso indicato come un Tet:oce assassino,
killet: degli Spadaxo eVol.11 f.41), nonche'
gxande ammit:atoxe di Maxio Pr.pstifilippo eVol.11
f.45).
Il Senapa fxequen1:ava assiduamente i bagni
Vir.zi' eVol.11 f.13) con gli al1:xi accoliti tr.a
i quali l'Alfano ed, anzi, con questi e'
t:itenuto
- Pag.7.061 -
dallo stesso Calzetta autore dell'omicidio di
Francesco Lo Migro (Vol.11 f.43).
Il Calzetta, poi, lo vede partecipare ad
un banchetto sempre presso i bagni Virzi', in
compagnia di Cece' Spadaro, Mario Prestifilippo,
Carmelo Zanca, Lillo Tinnirello, Alfano Paolo,
Rotolo Salvatore e Mario Abbate.
Sinagra Vincenzo di Antonino ha
diffusamente riferito delle imprese criminose
del Senapa, avendolo avuto come complice in
molti omicidi.
Ed, invero, proprio in base alle
dichiarazioni del Sinagra si e' potuto delineare
un quadro esatto del ruolo avuto dal Senapa nei
vari omicidi che hanno funestato Palermo negli
ultimi anni.
Pietroinfatti,Sinagra,ilSecondo
Senapa:
sopraggiunge immediatamente dopo il sequestro di
Rugnetta Antonino, con Filippo
MaI:chese.
- Pag.7.06Z -
Giuseppe MaI:chese, PietI:o VeI:nengo e
Pino GI:eco "scaI:puzzedda", dal SinagI:a
eI:I:oneamente indicato come "Giovannello GI:eco",
e, insieme agli altI:i, aiuta "scaI:puzzedda" a
tiI:aI:e la cOI:da peI: stI:angolaI:e il Rugnettai
sempI:e con Filippo MaI:chese e Pino GI:eco,
sopI:aggiunge dopo ciI:ca una OI:a dal sequestI:o di
Rizzuto e Buscemi ed e' pI:esente allo
stI:angolamento dei due e, a seI:a, aiuta i
complici a tI:aspoI:taI:e i COI:pi peI: inabissaI:li
in maI:ei
uccide, insieme a Francesco "Peppuccio" SpadaI:o,
di non aver volutoPatI:icola FI:ancesco,
I:ivelare al Marchese
I:eo
ove si nascondesse il
figlio Stefano, fuggito propI:io peI:che', essendo
legato al clan dei Bontate,
soppI:eSSOi
temeva di esseI:e
sempI:e con lo SpadaI:o su disposizione del
MaI:chese uccide Ginetto Tagliavia ed, anche, i
due sequestI:ano lo sfoI:tunato giovane pI:oprio in
pI:esenza delSinagI:a
- Pag.7.063 -
pa%tecipa al sequest%o ed allo st%angolamento di
Pedone Ignazio e Manzella CeSa%ei
sequest%a, con Ma%chese Antonino, Lo Jacono
Ca%melo e, nel condu%lo dal Ma%chese, tampona
l'auto del Di Pe%i il quale, infastidito dal
fatto che l'auto %esponsabile del tamponamento
non si e%a fe%mata, li insegue, venendo ucciso
dal Ma%chese stesso, ment%e esso Senapa uccide
tentava dinel f%attempo,il Lo Jacono che,
fuggi%e.
Gli episodi sono stati t%attati specificamente
in alt%a pa%te della p%esente o%dinanza e da
tale t%attazione si puo' evince%e la p%ecisione
delle dichia%azioni del Sinagra, obbiettivamente
%iscont%ate dalle indagini di P.G. a suo tempo
svolte a ca%ico di ignoti in %elazione a tali
episodi delittuosi.
Il Senapa, poi. olt%e che dal calzetta e
dal Sinag%a, era ben conosciuto da Melluso
Salvatore il quale, in sede di %icognizione
fotog%afica,
p%esentatagli
lo indicava come pe%sona
a Milano da Lo
- Pag.7.064 -
Presti Salvatore con il quale aveva rapporti di
amicizia.
Secondo il Melluso, l'imputato gli avrebbe
confidato di essere un killer e di guadagnare
molto bene con gli omicidi su commissione.
Riferiva, ancora, il Melluso come il
Senapa a Milano era molto vicino a Gaetano
Fidanzati frequentava il ristorante "La Vecchia
Milano" del quale erano titolari Murianni Cosimo
e Peppino Murgida,
Francis Turatello.
entrambi fatti sparire da
D'Amico Pasquale, uno degli uomini piu'
vicini a Raffaele Cutolo, tra le tante notizie
utili ad inquadrare i rapporti mantenuti da
Michele Greco con il predetto e con gli altri
"campani", riferiva di aver appreso dal suo capo
come il Senapa fosse un pericolosissimo killer.
Il Senapa, quindi, aveva un ruolo di
grande preminenza all'interno della famiglia di
Corso dei Mille in particolare e all'interno di
"Cosa Nostra" in generale.
- Pag.7.065 -
Sintomatiche, a tale p~oposito, sono le
circostanze dell'arresto dello stesso, fermato
mentze, il 14.2.82, a bordo di una autovettura
di pzopzieta' di Lucchese Diego, faceva da
autista ad Aglieri Giorgio (Vol.3/S f.89).
In detta autovettura, inolt~e, venivano
~invenuti anche documenti (una comunicazione
Pzestifilippoaappa~tenentigiudizia~ia)
Giovanni.
Aglieri Giorgio - il cassie~e della mafia
suicidatosi mentre era ristretto in un manicomio
giudizia~io era stato pesantemente coinvolto
nelle indagini relative al laboratorio di e~oina
di Via Messina Ma~ine, essendo stati zinvenuti,
tza l'altzo, nella sua abitazione, banconote,
anche di valuta stranie~a, pe~ centinaia di
milioni a seguito del c . d • "blitz di
Villagrazia".
P~estifilippo Giovanni, dal canto suo, e'
stato concordemente indicato dal Buscetta e dal
Contorno come uno degli elementi. di spicco della
famiglia di Ciaculli,
- Pag.7.066 -
con preminenti
stupefacenti.
interessi nel campo degli
Non v' e ' , quindi, dubbio alcuno della
appartenenza del Senapa alla famiglia di Corso
dei Mille,
del Sinagra
date le circostanziate dichiarazioni
secondo le quali l'imputato
spesso sopraggiungeva con il capo di detta
famiglia per "interrogare" le vittime e
strangolarle.
Del pari, nussun dubbio puo' sussistere
sul coinvolgimento del Senapa nel traffico di
stupefacenti, stanti, come detto, le circostanze
del suo arresto con un peI:sonaggio come
l'Aglieri. A cio' si deve aggiungere che il clan
del Marchese disponeva nel covo di Sant'Erasmo
di un ingente quantitativo di sostanze
stupefacenti.
Deve, quindi, riteneI:si che anche il
Senapa, date le sue "fI:equentazioni" ed il suo
fossestretto rappoI:to con il Marchese,
interessato al tI:affico di tali sostanze.
UlterioI:e dimostI:azione del coinvolgimento
del Senapa nel traffico di stupefacenti e'
- Pag.7.067 -
stata data in altra parte dell'ordinanza,
parlando dei rapporti tra l'imputato e Di Salvo
Nicola, rapporti che, in una con la circostanza
dell'arresto con l'Aglieri, confermano i
collegamenti di esso Senapa con i personaggi
coinvolti nel "blitz" di via Valenza e nelle
indagini concernenti il laboratorio di eroina di
via Messina Marine.
Ripercorz:endo, in questa scheda,
giova z:icoz:daz:e come, paz:tendo da un
bz:evemente
probatoz:ie,
l'esame di quelle acquisizioni
si accertava come detto assegno
assegno di lit.
dal Di Salvo,
9.100.000 emesso il 18.6. 1981
un'autovettuz:a Turbo Alpine
fosse stato utilizzato
Renau1t RS
pez: acquistare
intestata a Lauz:icella Angela, moglie del
Senapa.
Anche un'altra operazione bancaria ha
evidenziato i rappoz:ti del Di Salvo con il
Senapa, sempz:e in z:elazione ad acquisti di
autovetture.
Vitrano Antonino il 21.1.1980, emetteva un
assegno di lit. 4.000.000, assegno
- Pag.7.068 -
che veniva negoziato da Di Salvo Nicola
(Vol.12/S ~.144).
Attraverso esami testimoniali emergeva
come il Vitrano avesse consegnato l'assegno a
Pitarresi Domenico quale prezzo di acquisto
dell'autovettura usata FIAT 127 targata 515519,
af~idata al Pitarresi per la vendita dal Di
Salvo: anche tale vettura veniva intestata alla
moglie del Senapa, Lauricella Angela.
Tali risultanze probatorie mostrano, tra
l'altro, come il Senapa, all'interno della
organizzazione avesse un ruolo di gran lunga
superiore a quello del Di Salvo il quale ultimo,
appunto, doveva esporsi per procurare al primo
le autovetture.
Che il Senapa,poi, orbitasse nell'ambiente
di Filippo Marchese e' dimostrato da altre
risultanze di accertamenti bancari.
Il Senapa, infatti, ha negoziato un
assegno per lite 2.800.000 tratto sul c/c di
Lupo Giuseppe ed emesso all'ordine di Tinnirello
Gregorio il quale, a sua volta, lo aveva girato
al Senapa.
- Pag.7.069 -
Senapa pietro, inoltre, e' stato testimone
delle nozze Calcagno Tagliavia, alle quali
avevano partecipato altri mafiosi quali Iano
Lombardo, i fratelli Graviano, Giuseppe
Battaglia.
Il Calcagno risult.a ricercato perche'
imputato
delinquere.
di omicidio e associazione per
Le sue nozze si sono celebrate il
30.10.1980 eeYo1.8/S f.74) e segg.) eeYol.8/S
f.91) e segg.) eYol.8/S f.102).
E' da notare, inoltre, che il banchetto
nuziale venne pagato con un assegno tratto da Di
Salvo Nicola sul suo c/c.
L'imputato va, quindi, rinviato a giudizio
per rispondere dei reati di cui gli artt.416 e
416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/75 e di tutti
gli altri reati di cui si e'
trattato altrove.
specificamente
- Pag.7.070 -
Se:t:ra Carlo
Nei confronti del Ser:t:a il P.M. di Roma,
ha emesso, il ZZ.11.1983, l'ordine di cattura
n.1135/83 pe:t: i delitti di associazione per
delinque:t:e e finalizzata al t:t:affico di sostanze
stupefacenti (capi 9 e ZO dell'epig:t:afe) e, il
30.11.1983, l'o:t:dine di cattura n.1169/83 per il
delitto di detenzione e vendita di cocaina (capo
44); gli atti sono stati trasmessi, poi, a
questo Ufficio pe:t: competenza per connessione.
Come si e' ampiamente illust:t:ato, le
indagini della Guardia di Finanza di Roma,
iniziate su alcuni soggetti che appa:t:ivano come
spacciatori di stupefacenti di medio calibro sul
mercato della Capitale. hanno gradualmente
consentito di accertare che quei soggetti erano
i terminali della pericolosissima organizzazione
mafiosa catanese dei Ferrera e di Nitto
dedita ad ogni genere di attivita'Santapaola,
illecita, f:r:a cui anche il traffico
- Pag.7.071 -
inteznazionale di stupefacenti su lazga scala, e
collegata con la mafia pale~mitana.
Pez i pazticolazi si zinvia a quanto si e'
esposto nella parte 2, capitolo 4.
Il Serra, socio di fatto del coimputato
Cannizzaro Umberto nella gestione di una
pellicceria nella via del Corso di Roma, e'
sicuzamente membro di non secondaria impoztanza
dell'associazione criminosa ed e' coinvolto
da tempo noto alla Polizia
sicuramentealtrettanto
stupefacenti.
Il Serra e'
nel traffico di
Giudiziaria pez il suo coinvol~imento in
attivita' illecite di vario geneze. Si richiama,
in proposito, tza i fatti piu' recenti, quanto
(Fot.117613); in
rifezito dai CC. di
1'8.9.1982 (Fot.117082)
Monterotondo' (Roma)
particolare, va fatto cenno che la pellicceria
di via del Corso era punto di ziferimento del
latitante Trisolini Vincenzo e che, in sede di
perquisizione domiciliare nell'abitazione del
Serza, vennero rinvenuti un falso passaporto con
la sua fotografia e, occultata nella
- Pag.7.07Z -
SO milioni inla somma di oltrebiancheria,
contante.
La figura del Serra in queste indagini e'
emersa in relazione ai suoi accertati contatti
telefonici ed incontri con Giovanni Rapisarda,
del quale si e'
(Fot.11462.5).
gia' parlato (Fot.11462.4) -
Veniva disposta, allora, l'intercettazione
dell'utenza della pellicceria di via del Corso,
intestata al prevenuto,
rivelava proficua.
e l'iniziativa si
A parte le telefonate di contenuto
equivoco (sulle quali il prevenuto non e' stato
in grado di dare alcuna giustificazione: vedi,
ad esempio, quella di cui ai (Fot.11462.6)
(Fot.11462S) in cui si accenna ad un "cliente"
che dava problemi), venivano registrate alcune
telefonate fra il Serra e un uomo poi
identificato per Cagnano Ciro che inducevano la
Finanza ad intervenire, effettuando una
perquisizione domiciliare in un negozio sito in
via Vigna
- Pag.7.0?3 -
Fabb:ri n.8/D (allo stesso civico vi e'
l'abitazione di Cannizza%o Umbe:rto) nel quale
avrebbe dovuto essere recapitato il carico di un
autocarro proveniente da Salerno. Nel negozio
veniva rinvenuto, nascosto sotto il bancone di
vendita, un quantitativo di grammi 266 di
clo:rid:rato di cocaina e venivano arrestati il
(nipote di UmbertoSerra e Geremia Sebastiano
Cannizzaro).
Addosso al Ge:remia veniva rinvenuto un
foglio di appunti di pertinenza, come ammesso da
quest'ultimo, del Se:r:ra in cui, fra le alt:re, vi
erano annotate le utenze telefoniche dei
e Paolo(Zi Tu:ri)coimputati Ie:rna Salvatore
Fiche:ra.
A questo punto, e' possibile comp%ende%e
di cosa parlasse il Ser:ra nella telefonata
dell'8.2.1983, fra lui e ce:rto Giacomino del
quale non ha voluto forni:re alcuna indicazione
(Fot.114638) - (Fot.114639):
"G: sono qua vicino. Senti ..... siccome quello
li' mi ha p:romesso che mi dava quella :roba
........ 7 o 8 pezzi .
- Pag.7.074 -
S: (incomprensibile) .... 8 pezzi di che cosa?
(con tono arrabbiato).
G No per dire .... quella cosa la', no?
S: 8 pezzi di che cosa?
G: Ti ricordi l'altro giorno?
S: E che cosa e', cos'e', salmone??
G: Si' .
S: Ehi C'era bisogno ..... dici otto pezzi ....
otto pezzi (parolaccia) ...
G: No.
S: eh, si dice salmone coso, Cosi' si
paz:la Il
G: Ma otto .. eh, salmone, insomma .. e in piu'
una bottiglia di whisky .. pero' siccome me
la doveva consegnaz:e oggi .... adesso me la
da domani mattina.
S: Domani mattina?
G: Sì'. Io posso veniz:e la' vez:so
mezzogioz:no
eventualmente oppure a quest'oz:a, sempre
alle cinque, quando ti fa comodo.
S: Pez: me puoi veniz:e quando vuoi. Puoi
venire a mezzogiorno a poz:tare queste
cose .
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  • 1. TRIBUNALE DI PALERMO UFFICIO ISTRUZIONE PROCESSI PENALI N. 2289/82 R.G.U.I. ORDINANZA - SE~rENZA emessa nel procedimento penale CONTRO ABBATE GIOVANNI + 706 VOLUME N. 33
  • 2. - Pag.6.960 - Sanfilippo Ettore Contro l'imputato venivano emessi ordine di cattura del 2/1/1984 e mandato di cattura del 2/2/1984 in ordine ai reati p. e p. dagli artt.416 e 416 bis C.P.sulla scorta delle dichiarazioni rese da Sinagra Vincenzo di Antonino il quale aveva riferito che l'utenza telefonica installata nell'esercizio "CESAME", ubicato nella locale Via Messina Montagna, veniva utilizzata da Marchese Filippo, capo della cosca mafiosa di Corso dei Mille, per impartire ordini e direttive ai suoi affiliati. In particolare, il Sinagra Vincenzo ricordava che, una volta, si era recato presso la ditta "CESAME" in compagnia del cugino Sinagra Antonio, detto "Tempesta", per ricevere una telefonata dal Marchese Filippo ed era stato accolto dal titolare o direttore dell'esercizio, un individuo alto, robusto, dai capelli bianchi pettinati
  • 3. all'indietro, - Pag.6.961 - di circa SO anni (f.100 - f.134 - Sanfilippo f.192 del fasc.pers. Sinagra). Procedutosi alle indagini persona veniva identificata del per caso, tale restrittivi di cui sopra. Ettore contro provvedimenti il quale si emettevano i Nel corso delle indagini istruttorie, venivano mostrate al Sinagra Vincenzo due fotografie del Sanfilippo Ettore, una prodotta dalla difesa e la seconda applicata sul passaporto dello imputato; il Sinagra escludeva che l'individuo raffigurato nelle istantanee mostrate gli in visione fosse quello stesso che lo aveva ricevuto nei locali della ditta CESAl1E, comportandosi come titolare o direttore della stessa (f.210 delle dichiarazioni del Sinagra Vincenzo) Rebus sic stantibus, veniva revocato il mandato di cattura emesso contro il Sanfilippo Ettore la cui completa estraneita' ai fatti contestatigli necessita il suo proscioglimento con l'ampia formula liberatoria "per non avere commesso i fatti" (Capi 1 e 10).
  • 4. - Pag.6.96Z - Sangiorgi Gaetano Al Sangiorgi e' stato contestato, con mandato di cattura n.397/84 del 15.11.1984, il delitto di favoreggiamento personale. La villa di Antonino Salvo in cui Tommaso Buscetta e' stato ospitato e' quella destinata alla figlia del Salvo, Angela, coniugata col prevenuto. L'immobile e' ubicato nei pressi della villa del suocero e di quella di Ignazio Salvo. Dall'esame testimoniale di Moavero Antonino, custode della villa, e' emerso che quest'ultimo, nel novembre 1980, aveva visto davanti alla villa del Sangiorgi dei bambini che giocavano e parlavano in lingua straniera (erano, evidentemente, i figli del Buscetta). Egli, allora, aveva telefonato al Sangiorgi a Palermo e quest'ultimo gli aveva risposto di non preoccuparsi perche' erano suoi ospiti f.2.48). (VOL.144 Questa
  • 5. - Pag.6.963 - deposizione resa dal Moavero solo dopo essere stato tratto in provvisorio arresto per falsa testimonianza e' tutt'altro che appagante; fra l'altro, sembra impossibile che egli non avesse bussato alla porta della villa e che non avesse visto nessun adulto. Comunque, pur nella sua reticenza, la dichiarazione del Maovero costituisce un indubbio riscontro di quanto affermato dal Buscetta, poiche' Gonferma che quest'ultimo era ospite nella villa messa a disposizione di Antonino Salvo e che con lui vi erano i familiari; conferma, ali:resi' , che il Sangiorgi era perfei:tamente al corrente della presenza di estranei nella villa di sua peri:inenza. Gaetano Sangiorgi ha creduto di potersi giustificare, assumendo che il suocero gli aveva chiesto le chiavi del villino per un amico senza dargli ulteriori spiegazioni, per cui egli ignorava del i:utto quale uso Mino Salvo intendesse fare della villa (VOL.156 f.94) (VOL.156 f. 95). Ma i:ale versione dei fatti non regge, sia perche' e'
  • 6. - Pag.6.964 - incredibile che il prevenuto si sia accontentato di una spiegazione cosi' inappagante per accedere ad una richiesta del suocero tanto inusuale, sia perche' e' estremamente sintomatico che egli, abituato a trascorrere i fine settimana nella villa insieme con la moglie, si sia rigorosamente astenuto, come egli stesso ha ammesso, di accedervi in quel periodo. E, ancora una volta, deve rilevarsi la grande estimazione di cui Buscetta godeva presso la famigliaSalvo, se, come si e' visto, gli e' stata offerta addirittura la villa della figlia di Antonino Salvo. Il Sangiorgi, pertanto, deve essere rinviato a giudizio per il delitto di cui all'art.390 C.P. (procurata inosservanza di pena) , cosi' modificata l'originaria imputazione di favoreggiamento infatti, in quel personale; periodo il era Buscetta, latitante, essendosi arbitrariamente allontanato da Torino dove era detenuto in regime di semiliberta'.
  • 7. - Pag.6.965 - Sansone Fabzizio Nozbezto Il Sansone e' imputato dei delitti di associazione pez delinqueze ed associazione finalizzata al tzaffico di sostanze stupefacenti. in zelazione a quanto e' emezso a suo cazico nelle indagini, condotte in Bzasile. conseguenti all'azzesto di Tommaso Buscetta, avvenuto a San Paolo il 22.10.1983 Cv. zappozto della Cziminalpol e dei CC. di Palezmo del 15.12.1983: CFot.Q51795) - CFot.451904J. Sansone eza stato in contatto Eza stato acceztato. infatti, con che il Gaetano Badalamenti e coi figli Leonazdo e Vito, conTommaso Buscetta e con Antonio Bazdellino; che aveva acquista~o pez Badalamenti e Busce~~a fattuzandoli ad unabiglietti di (la Mayoz ae:r::e o. Key Spoztsweaz) che. Societa' secondo i vezbalizzanti. effettiva eza fondato :r::itene:r::e fosse di
  • 8. - Pag.6.966 - pertinenza del Buscetta; che un'autovettura usata dalla figlia del Buscetta acquistata dai soci della Mayor Key, stata Fania Giuseppe e Garello Lorenzo; che, fra gli appunti del Sansone, e:r:ano state annotate spese effettuate pe:r: conto del Buscetta; che aveva preso in affitto un appartamento, a San Paolo, per la famiglia di Gaetano Badalamenti, ubicato nello stesso complesso immobiliare nel quale e' sito il suo appartamento; che era interessato ad una societa'-la "Ceico Export" inviasse in Italia che era da stupefacenti, dissimulandone l'invio mezzo dell'esportazione di pesce; che, in una cassetta di sicurezza a lui intestata, erano stati rinvenuti i documenti falsi di pertinenza del latitante Giuseppe Bizzarro, che si rifugiato in Brasile. I verbalizzanti concludevano, pertanto, nel senso che il Sansone era da ritenere associato a Buscetta e Badalamenti, rifugiatisi in Brasile per le note vicende della guerra di mafia.
  • 9. - Pag.6.967 - Una approfondita istruttoria (che ha richiesto l'esecuzione di due commissioni rogatorie in Brasile) e l'interrogatorio del prevenuto, est:tadato dal Brasile, hanno consentito di ridimensionare il suo ruolo in queste vicende. I fatti, come sopra riassunti, corrispondono sostanzialmente al vero ma nessuna traccia e ' stata rinvenuta del traffico di stupefacenti in cui il Sansone sarebbe coinvolto ne' gli elementi acquisiti consentono di ritenere che il predetto sia un associato del Badalamenti e di Buscetta. Ne' dai documenti societa~i ne' in altro modo e' dato desumere che le societa' sopra indicate dissimulino traffici illeciti sotto l'apparenza di affari leciti; ne' tanto meno e' possibile sostenere che il Buscetta socio occulto della Mayor Key. sia un La conoscenza di Badalamenti, Buscetta e Bardellino da parte del Sansone e' innegabile ed e ' stata ammessa dal medesimo prevenuto; parimenti e' provato e confermato dal Sansone il suo
  • 10. - Pag.6.968 - interessamento per i Badalamenti e Buscetta in Brasile. Ma cio'. ad avviso dell'Ufficio. non costituisce elemento dimostrativo della contestata associazione per delinquere. Il prevenuto. in buona sostanza. fece la conoscenza di Buscetta e. poi. di Badalamenti per il tramite di Vincenzo Randazzo. nipote del Badalamenti e vecchio amico di famiglia dei Sansone. Dispiego'. quindi, per i due suddetti quell'interessamento, indubbiamente censurabile, ritenuto dal Sansone. forse. meno grave perche' trattavasi di fatti commessi all'Estero. Ma non risulta in alcun modo provata quella partecipazione del prevenuto all'associazione mafiosa, di cui i fatti sopra indicati erano meri indizi. che hanno trovato una piu' adeguata giustificazione alla luca della positivi istruttoria. elementi di Tanto prova meno di sussistono qualsiasi partecipazione del Sansone ad un presunto traffico di stupefacenti nel Brasile, del quale, ripetesi, non e' stata acquisita la benche' minima traccia.
  • 11. - Pag.6.969 - Il Sansone ha affermato che solo in un secondo tempo avrebbe conosciuto la vera identita' di Buscetta. Badalamenti e Bardellino, i quali generalita' gli si erano presentati con ((VOL.218 f.110) e segg.); false tale assunto, pero' , non e' credibile. E' fondato ritenere, invece, che anche per il prevenuto in questione si sia manifestata quella "contiguita'" che spesso si instaura fra gli "uomini d'onore" e quelli che, pur non essendolo, si prestano talora, anche di buon grado, a favorirli e proteggerli. Questa condotta, per i modi con cui si e' esplicata, concreta a carico del pr.evenuto il delitto di favoreggiamento personale, cosi' modificandosi l'originaria imputazione di associazione per delinquere di cui al capo 1. deve essere dichiarata E per tale reato l'improcedibilita' dell'azione penale, trattandosi di reato commesso all'estero e mancando la necessaria richiesta da parte del Ministero di Grazia e Giustizia (art.9 Cod. Pen.).
  • 12. - Pag.6.970 - Dal delitto di associazione finalizzata al t~affico di stupefacenti (capo 13) , il Sansone invece deve esse~e p~osciolto con fo~mula ampiamente libe~ato~ia.
  • 13. - Pag.6.971 - Sansone Rosario n.1.1.1923 Indicato da Tommaso Buscetta (Vo1.124 f.10) + famiglia (Vol.124/A f.2?) quale componente della mafiosa di Passo di Rigano. venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984. con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P .• 75 e 71 legge n.685 del 1975. Si e' protestato innocente asserendo di essere estraneo a qualsiasi organizzazione criminosa e di non conoscere il Buscetta. Con ordinanza del 5 marzo 1985 (fasc.pers. f. 12) gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Il Buscetta in realta' ha lealmente ammesso di non conoscere il Sansone ed ha precisato di averlo dapprima solo erroneamente indicato come affiliato alla famiglia mafiosa
  • 14. - Pag.6.972 - della Noce, mentre in realta' la sua famiglia di appartenenza era quella di Salvatore Inzerillo, cioe' la cosca di Passo di Rigano. Le indicazioni di Tommaso Buscetta perfettamente lontano 1973 coincidono con quelle rese nel da Leonardo Vitale (Fot.45ZZ21), che aveva anch'esso indicato il Sansone quale affiliato alla cosca di Passo di Rigano, e trovano riscontro in piu' recente episodio verificatosi nel 1979 ed accertato nel corso del procedimento contro Rosario Spatola ed altri «Vol.193 f.1) e se~g.). Risulta, infatti, che in quell'anno il Sansone si attivo' per far rilasciare un passaporto con false generalita' a tale John Gambino, coimputato di Salvatore Inzerillo, all'epoca, come si e' detto, capo della famiglia di Passo di Rigano (fasc.pers. f.22). Ne' dubbi sulla esatta identificazione del Sansone possono sorgere dalle dichiarazioni di Salvatore Contorno <Vo1.125/B f.10), .....'
  • 15. - Pag.6.973 - (Vol.125/B f.85) e (Vol.125/B f.145), il quale, asserendo di non conoscere alcun Sansone guardiano della Casa del Sole (cioe' l'imputato in esame) ha riferito, invece, indicandoli come esponenti dalla famiglia mafiosa della Noce, di tali Rosario e Francesco Sansone. Costoro, figli di Domenico, fratello di Rosario, sono stati identificati negli omonimi imputati nei cui confronti e' stato emesso il mandato di cattura 361/84 del 27 ottobre 1984. Non e' tuttavia sostenibile che sia il Buscetta sia il Contorno si siano riferiti allo stesso Rosario Sansone, in quanto quello indicato dal Buscetta e' affiliato, secondo costui, alla cosca di Passo di Rigano, mentre i due Sansone indicati dal Contorno sono invece componenti, secondo costui, della famiglia della Noce. E risulta che essi in quella 20na hanno sempre risieduto ed operato (fasc.pers. f.23), mentre della affilia2ione a Cosa Nostra di almeno uno dei figli di
  • 16. - Pag. 6 . 974 _. Domenico Sansone aveva gia' pa~la~o Leona~do Vi~ale. A nulla infine ~ileva che nel co~so del suo inter~ogato~io siano s~ate al Rosa~io (del 1923) formulate domande che facevano presuppor~e una sua ritenuta mafiosa della Noce appartenenza piuttos~o che alla famiglia a quella di Passo di Rigano, ~~attandosi di equivoco insorto successivamente, a causa Buscet~a, delle originarie indicazioni come si e' del detto, ~ettificate, che non ha comunque inciso sul sostanziale oggetto della contestazione. Sussistono, pertanto, a carico dell'imputato sufficienti prove di colpevolezza in ordine ai reati di cui agli ar~t.416 e 416 bis C.P., per ~ispondere dei quali va rinviato a giudizio. Nulle e' invece emerso circa il contestato suo coinvolgimento in traffici di sostanze stupefacenti e dalle imputazioni di cui agli artt.75 e 71 legge n.685 del 1975 va, pertanto, prosciol~o per non aver commesso i fatti.
  • 17. - Pag.6.975 - Santapaola Benedetto Del Santapaola e della sua qualita' di "rappresentante" della "famiglia" mafiosa di Catania, ci si e' occupati "ex professo" soprattutto nella parte di questa sentenza concernente l'omicidio di Alfio Ferlito (parte terza, capitolo quarto); ma un po' in tutta la presente sentenza-ordinanza si e' parlato del Santapaola e dei suoi legami con la mafia della Sicilia Occidentale, e quella palermitana, in particolare, nonche' del coinvolgimento del suo clan nel traffico di stupefacenti. Ripetere in questa sede quanto gia' si e' diffusamente esposto altrove sarebbe superfluo e ci si limitera', pertanto, a brevi cenni che valgano a focalizzarne meglio la figura. Buscetta (VOL.124 ((VOL.124 f.15), (VOL.124 f.66), f.67);
  • 18. - Pag.6.976 - (VOL.124/B (VOL.12,5 eVOL.125 (VOL. 12.4/A f.13), (VOL.1Z4/A f.84); f.60)) e Contorno «VOL.1Z5 f.16), f.19), eVOL.12.5 f.43), eVOL.12.5 f.117), f.148)) hanno concordemente riferito che il prevenuto e' il capo della "famiglia" di Catania ed il "coro" dei malavitosi che gli attribuisce tale qualita' e' unanime. Il camorrista Pasquale D'Amico ha riferito di avere appreso daRaffaele Cutolo che il Santapaola e' amico dei mafiosi vincenti eeVOL.2.3 f.40 e segg.) e che tramite Antonino Faro egemonizza il controllo delle carceri eeVOL.2.3 F.43) e segg.)i lo stesso ha riferito, per quanto concerne le carceri, il camorrista Guido Catapano (VOL.2.3 f.39); del Santapaola. come si e' gia'
  • 19. - Pag.6.977 - riferito, hanno parlato a lungo Angelo Epaminonda ("Hitto Santapaola e' il capo della filiale catanese della mafia palermitana"); Salvatore Parisi (secondo cui e' un fatto perfino ovvio che Alfio Ferlito sia stato fatto uccidere da Xitto Santapaola con l'accordo della mafia palermitana); Saia Antonino (Gli unici a Catania che sono mafiosi sono Hitto Santapaola ed il suo gruppo); Roberto Miano (capo della criminalita' organizzata a Catania e' Xitto Santapaola); Maltese Salvatore (mi risulta da voci insistentemente colte in carcere che le cosche mafiose palermitane sono collegate con quelle catanesi capeggiate dai Santapaola). Dei rapporti fra Carmelo Colletti e Hitto Santapaola ha parlato anche Colletti Vincenzo, figlio del primo, telefoniche sull'utenza e dalle intercettazioni del Colletti risultano confermati i contatti fra il Santapaola, Colletti Carmelo (capo della "famiglia" Ribera) e Antonio Ferro (noto boss di di Canicatti').
  • 20. Inoltre, - Pag.6.978 - nell'agenda di Carmelo Colletti era annotata l'utenza della sicuramente interessato il PAM-CAR, Santapaola cui e' (VOL.198 :f.2.68L I rapporti strettissimi :fra Santapaola e Mariano Agate, potentissimo boss di Mazara del Vallo, sono a:f:fermati da Saia Antonino e trovano un riscontro non suscettibile di smentite nell'arresto, Campobello di avvenuto Mazara in il terri.torio 13.8.1980, di del Santapaola mentre era in compagnia, oltre che dei suoi :fidi Mangion Francesco e Romeo Rosario, di Mariano Agate. Dalle indagini bancarie e' emerso, poi, che Caltagirone Francesco Paolo, socio di Greco (boss di Bagheria) nella ICRE, lit.4.41+9.000, dell'AVIMEC, Leonardo emesso, il 2.1.2..1978, all'ordine un assegno ha di che risulta negoziato personalmente da Santapaola. Benedetto Risulta, altresì', che, il 19.6.1978, l'AVIMEC Trasporti (una societa' di cui :fa' .....
  • 21. - Pag.6.979 - pa~te la sozella del Santapaola, Gzazia, e nei cui locali avvenne la ziunion~ di t~afficanti di stupefacenti con la partecipazione di Dattilo Sebastiano) ha emesso un assegno di lit.S.OOO.OOO all'ozdine di Di Ca~lo Fzancesco ("uomo d'onore" della famiglia di Altofonte, in atto detenuto in Inghiltezza pez tzaffico di stupefacenti) poi negoziato da Alessand~o Vanni di San Vincenzo (anch'egli indicato dal Conto~no quale "uomo d'onoze"). Al di la', quindi, delle giustificazioni ziguazdanti gli assegni in questione, sono visto anche che, pazlando con l'1augeri Nicolo' al clan Santapaola) si infozmava Giuseppe l'1adonia, elemento di mafia della provincia didellaspicco provati i contatti del Santapaola con altri pe~sonaggi di spicco della mafia palezmitana e, cioe', con Leonazdo Gzecoe Fzancesco Di Cazlo. Si e' telefonicamente (appartenente sul prevenuto Caltanissetta.
  • 22. Il - Pag.6.980 - coinvolgimento, poi, della organizzazione del Santapaola nel traffico di stupefacenti risulta provato da numerose risultanze processuali. Si e' ampiamente parlato delle numerose telefonate fra membri di spicco catanese (Domenico Condorelli) e del clan personaggi altrettanto autorevoli della "famiglia" di Rosario Riccobono, certamente attinenti al traffico di stupefacenti e si e' trattato anche di riunioni mafiose, tenutesi a Palermo, cui partecipo' anche Hitto Santapaola, aventi per oggetto l'importazione di ingenti quantitativi di stupefacenti (v. dich. F~anco Gasparini). E si e' dimostrato come i catanesi, oltre ad un ruolo autonomo nello smercio della droga, svolgessero anche funzioni di supporto ai palermitani nel traffico internazionale di stupefacenti. Al riguardo, le risultanze della suscettibiliistruttoria, approfondimento, ancora sono tuttavia di chiarissime, essendo stato dimostrato che i catanesi di Santapaola, almeno in due occasioni, erano
  • 23. - Pag.6.981 - stati incaricati dai palermitani di trasportare ingentissimi quantitativi di eroina. provenienti dal Medio e dall'Estremo Oriente, via mare, nel Mediterraneo, dove li avrebbero consegnati, nei ai natanti deipressi delle coste siciliane, palermitani. La stessa uccisione, in Palermo, di Alfio Ferlito, avvenuta sicuramente nell'interesse precipuo del Santapaola, e' la dimostrazione piu' chiara dei suoi legami coi palermitani e le risultanze istruttorie su questo omicidio e sugli altri episodi criminosi della faida contro il clan del Ferlito sono l'ulteriore conferma della capacita' criminale del prevenuto e della sua qualita' di capo della "famiglia" di Catania. Se queste sono le risultanze, in rapidissima sintesi, a carico del Santapaola, non puo' che concludersi che il prevenuto deve essere rinviato a giudizio per rispondere dei reati di associazione per delinquere (capo 1 ) , associazione mafiosa (capo 10), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (capi 13 e 17) e commercio di tali sostanze (capo 22).
  • 24. - Pag.6.982 - Per le imputazioni di omicidio, contestate al Santapaola, si e' gia' provveduto nelle apposite parti di questa sentenza dedicate a tali episodi criminosi.
  • 25. - Pag.6.983 - Sardina Mercurio L'appartenenza di Sardina Mercurio all'organizzazione criminosa "Cosa Nostra" e' didichiarazioniprecipuamente emersa dalle Tommaso Buscetta. Accennando alla famiglia della "Noce". infatti, il boss di Porta Nuova (Vol.124 f.10)j (Vol.124/A f.27) e (Vol.124/A f.105) ha compreso il Sardina tra i suoi componenti, dimostrando di conoscerlo molto bene attraverso il particolare -puntualmente riscontrato delle lenti molto spesse ed il riconoscimento fotografico effettuatone. Contro l'imputato e' stato emesso il mandato di cattura n.323/84 del 29/9/1984 con il quale si sono stati contestati i reati p. e p. dagli artt. 416, 416 bis C.P .• 71 e 75 della legge n- 685 del 1975. A sua volta Salvatore Contor:no ha pr:ecisato di ave~ sentito p~~la~é del S~rdina
  • 26. (Vo1.125 f.11) - Pag.6.984 - anche se. con una cautela che dimostra la serieta' dello accusatore. ha affermato di non sapere se egli fosse uomo d'onore. Tutto cio' dunque, se vale a far ritenere il Sardina, rimasto latitante, affiliato all'organizzazione mafiosa contestatagli e percio' responsabile dei reati di cui ai capi e10 dell'epigrafe non consente tuttavia di rendere sicuri circa il suo inserimento nel traffico di stupefacenti nostra". gestito da "cosa Ed invero, non solo non sono emersi specifici episodi di traffico addebitabili all'imputato, ma lo stesso Tommaso Buscetta non ha parlato di lui come di uno attivo esponente dell'illecito mercato. In tali condizioni appare conforme a giustizia prosciogliere il Sardina Mercurio dalle imputazioni contestategli ai capi 13) e 22) della rubrica con l'ampia formula liberatoria "per non aver commesso i fatti".
  • 27. - Pag.6.985 - Savoca Caz:melo Nei confz:onti del Savoca il P.M. ha emesso gli oz:dini di cattuz:a n.1135/83 del 22.11.1983 e n.1169/83 del 30.11.1983 pez: i delitti di associazione pez: delinquez:e e finalizzata al tz:affico di stupefacenti (capi 9 e 20 dell'epigz:afe). Gli atti sono stati tz:asmessi, poi. a questo Ufficio pez: competenza pez: connessione. Come si e' gia' ampiamente illustz:ato, le indagini della Guaz:dia di Finanza di Roma, iniziate su alcuni soggetti che appaz:ivano come spacciatoz:i di stupefacenti di medio calibz:o sul mez:cato della Capitale. hanno gradualmente consentito di accez:tare che quei soggetti ez:ano i terminali della pez:icolosissima oz:ganizzazione mafiosa catanese dei Ferrera e di Nitto Santapaola. dedita ad ogni genez:e di delitti fra cui il tz:affico intez:nazionale di stupefacenti su laz:ga scala. e collegata con la mafia palez:rnitana. Pez: i particolaz:i, si rinvia
  • 28. - Pag.6.986 - a quanto si e' esposto nella parte seconda, capitolo quarto. Il Savoca fa' parte indubbiamente dell'organizzazione quale uomo di fiducia e guardiaspalle dei Ferrera. Dattilo Sebastiano ha riferito Sul conto fotograficamente, che: del predetto, riconosciuto di 300 - il Savoca e Nino Ferrera lo avevano raggiunto ad Atene quando erano in corso i preparativi per il trasporto, via mare, chilogrammi di eroina; lo stesso Savoca lo aveva prelevato all'Aeroporto di Catania il 14.8.1983, quando esso Dattilo era stato convocato da Giuseppe Ferrera per discutere circa la asserita' mancanza dei documenti di navigazione dell'Alexandros T. Tali dichiarazioni del Dattilo hanno trovato conferma nell'attivita' istruttoria. E' stato accertato, infatti che: - Dattilo Sebastiano era stato prelevato, all'Aeroporto di Catania, da Carmelo Savoca ~lla guida di una Fiat 127;
  • 29. - Pag.6.987 - - il 22.5.1983, il Savoca aveva telefonato alla moglie che era in procinto di partire per Milano e per Atene con altre persone (Fot.114784) - (Fot.114785)j il Savoca aveva alloggiato presso l'hotel "Four seasons" di Glifada CAtene) dal 25 al 26.5.1983, contemporaneamente a Ferrera Antonino (si ricordi che il sequestro della Alexandros G, con oltre duecento chilogrammi di eroina, nel canale di Suez, e ' avvenuto il 24.5.1983 e che il Ferrera risulta presente nel medesimo albergo dal 23 al 27.5.1983). Le intercettazioni telefoniche e le altre indagini della Finanza confermano, poi, il ruolo del Savoca nell'organizzazione. Si ricordano, al riguardo, la telefonata dall'utenza romana del coimputato Ierna Salvatore a quella di Carmelo Savoca, intestata al cognato Francescon Giancarlo CFot.114672) ; quelle fra la moglie del Savoca e la convivente di Giuseppe Ferrera, di cui si apprende che
  • 30. - Pag.6.988 - Pippo (Giuseppe Ferrera) Marcello (Bonica) e Melo era xuori Catania con <Carmelo Savoca) era con Tor'I:isi <Orazio) (Fot.114758) i quella xra Carmelo Savoca e l'avv. Francesco Savoca. in cui si fa' cenno di "Pippuzzo" (Giuseppe Ferrera) (Fot.11487Z) - (Fot.114874)j quella fra Carmelo Savoca e la convivente di Giuseppe Ferrera (Fot.114789); quella fra il Savoca ed Orazio Torrisi in ordine alla presenza a Catania di Dattilo Sebastiano ((Fot.114791). (Fot.114816) (Fot.114817) ) E' stato constatato. poi. direttamente dai militari della Finanza che il Savoca e Murabito Concetto facevano da guardiaspalle anche a Francesco Ferrera (Fot.114843) e che il Savoca. molto probabilmente, e' coinvolto nella gestione delle bische clandestine.
  • 31. Infatti, - Pag.6.989 - il cognato di Ca%melo Savoca, Nunzio Ba%bagallo, e' inte%essato alla gestione del club cultu%ale Ve%ga di Catania, nel quale si p%atica il gioco d'azza%do e ivi sono state inte%cettate telefonate f%a il Nunzio e F%anco (F%ancesco Fe%%e%a) (Fot.114792) - (Fot.114793)j ed il Savoca %isulta socio del club (Fot. 114827). Inoltre, il 12.7.1983, dall'utenza del club cultu%ale Verga tale "Iuzzu" non meglio identificato exfettuava una telefonata alla Pe%la Ionica e chiedeva di Gambino o Santapaola (in altra pa%te di questa sentenza-o%dinanza si e' %ife%ito che, in quel pe%iodo, p%esso il complesso alberghie%o "La Pe%la Jonica", e%a alloggiata la famiglia di Nitto Santapaola (Fot.114793). Infine, il 21.7.1983, du%ante una perquisizione domiciliare effettuata dalla Finanza nel circolo in questione, i finanzieri rimasti davanti all'ingresso notavano arrivare Nunzio
  • 32. - Pag.6.990 - Barbagallo e Carmelo Savcca i quali, pero', si astenevano dall'entrare perche' altri, fermi nei pressi, li avvertivano che, all'interno, c'erano i "cacucciuliddi" ( carci.ofini=i finanzieri) (Fot.114800) - (Fot.114801), Il Savoca, di fronte a questo coacervo di univoci elementi di prova, ha opposto il diniego perfino sui fatti constatati direttamente dai finanzieri (Fot.122330) ( (Fot.116856) (Fot.122333)j (Fot.115859) j (Fot.122533) (Fot.122534», ulteriormente aggravando, cosi', la sua posizione e confermando gli elementi di accusa a suo carico. Sussistono, pertanto, sufficienti elementi, per il rinvio a giudizio del prevenuto in ordine ad entramhi i reati ascrittigli.
  • 33. - Pag.6.991 - Savoca Giuseppe stato ~aggiunto dai ~est~ittivi della Savoca Giuseppe e' seguenti p~ovvedimenti lihe~ta' pe~sonale: a) o.c. n.288/83 pe~ a~tt.416 e 416 bis C. p • ; b) m.c. n.33/84 pe~ gli stessi ~eatii c) m. c. n.323/84 pe~ a~tt.416, 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685/75 e pe~ tutti gli omicidi e connessi ~eati asc~itti alla commissione ed ai capi Nost~a"j famiglia di "Cosa d) Giaccone. m.c. n.58/85 pe~ omicidio P~of. Savoca Giuseppe e' stato denunciato con il ~appo~to congiunto in data 13.7.83 inolt~ato dalla Squad~a Mobile e del Repa~to Ope~ativo dei CC. di Pale~mo come uno dei componenti dei g~uppi eme~genti legati ai coleonesi Liggio. Riina e
  • 34. - Pag.6.992 - Provenzano ed ai trafficanti di eroina Vernengo e Prestifilippo. passato nel campo degli avversari di Stefano Bontate. Del suo importante ruolo all'interno della organizzazione mafiosa si comincia ad avere "sentore" quando, innanzi alla villa di Michele Greco vengono fermati Savoca Salvatore eCasella Antonino in evidente attesa di qualcuno che era entrato a rendere visita al "capo dei capi": i due fermati, infatti, danno un risibile giustificazione della lore presenza in quel luogo ed il Savoca, in particolare, riferisce di essere in attesa di uno sconosciuto che, prelevatolo per fargli macellare degli animali. lo aveva lasciato li' ad attenderlo e non si era piu' fatto vivo. Savoca e Masino convinzione Spadaro che si erano La infatti, Giuseppe che i due degli fungessero inquirenti era, da scorta recati dal Greco. Indicato nel citato rapporto quale uno dei nuovi capi mafia, il Savoca si e '
  • 35. zivelato, - Pag.6.993 - senza ombza di dubbio, il nuovo capo della famiglia di Bzancaccio (cfr. zappozto del 13.7.83, (Vol.1 f.53). (Vol.1 f.56). (Vol.1 f.57). (Vol.1 f.57). (Vol.1 f.88). (Vol.1 f.109). (Vol.1 f.165) del rapporto stesso). Pazlando di tale famiglia, Tommaso Buscetta zicozdava come il capo della stessa fosse stato Giuseppe Di Maggio, zio dei Mafara, il cui posto eza stato pzeso da Giuseppe Savoca che ziconosceva nella foto n.Z5 (Vol.1ZQ f.S). Il Buscetta, quindi, indicava in tale Casella un affiliato alla famiglia di Brancaccio ed intimo amico del Sacova (Vol.1ZQ f.11). Nel oozso di un successivo interzogatozio, il Buscetta pzecisava:
  • 36. - Pag.6.994 - "Come ho gia' detto capo della famiglia di Brancaccio era Giuseppe Di Maggio, della cui uccisione e della cui sostituzione con Giuseppe Savoca ho appreso da Gaetano Badalamenti. Quanto a Pino Savoca, debbo dire che lo conoscevo fin dal 1957 o 1956, quando entrambi siamo stati arrestati a Taranto per contrabbando di cento Savoca non era uomo d'onore . chilogrammi, anzi 85 Kg.di t.l.e. Allora il Ho saputo, in seguito, al mio rientro dal Brasile, che il Savoca era divenuto uomo d'onore a Brancaccio e un contrabbandiere molto grosso di sigarette" (Vol.124/A f.18) e eVol.124/A f.19). Interessante, comunque, e' il riferimento del Buscetta al traffico di stupefacenti: "La S.V. mi chiede di quali notizie io sia in possesso in ordine al traffico di stupefacenti e di eroina in particolare. Al riguardo mi risulta quanto segue.
  • 37. - Pag.6.995 - Ritornato a Palermo, nel giugno 1980, mi accorsi che un grande benessere investiva un po' tutti i membri di Cosa Nostra e Stefano Bontate mi spiego' che cio' era la conseguenza del traffico di stupefacenti. Egli, che concordava con me che il traffico di stupefacenti avrebbe portato alla rovina Cosa Nostra, mi disse che all'origine vi era stata l'iniziativa di Nunzio La Mattina. Il contrabbando di tabacchi comincio' a essere abbandonato na Cosa Nostra all'incirca verso il 1978, sia per gli aumentati rischi derivanti da una maggiore pressione della Finanza, sia per le beghe interne che spesso mandavano a monte affari importanti. Il La Mattina, che quale contrabbandiere aveva avuto modo di avvicinare le fonti di produzione e di approvvigionamento delle materie prime per la produzione dell'eroina, ritenne di tentare la sorte e riusci' a convicere gli esponenti piu' autorevoli di Cosa Nostra.
  • 38. - Pag.6.996 - l'approvvigionamento Ad un certo punto avvenne della materia prima che era riservata all'attivita' di Tommaso Spadaro, Nunzio La Mattina e Pino Savoca, i quali pe~o' lavoravano ognuno per conto proprio e mantenendo gelosamente segreti i propri canali. Gli altri partecipavano solo finanziariamente a tale lucrosissima attivita' nel senso che si poi da quotavano per raffinazione finanziare dell'eroina, l'acquisto ritirando e la laboratori palermitani il prodotto finito ..... " (Vol.124/A f.10S) e (Vol.124/A f.109). lungamente dell'importante ruolo Anche Contorno Salvatore del parlava Savoca all'interno di "Cosa Nostra" in generale e del traffico di stupefacenti in generale "((Vo1.125 (Vol.125 f.9n. f.9). (Vol.125 f.66>' f.63). (Vol.125 f.66). (Vo1.125
  • 39. - Pag.6.997 - (Yol.125 f.92). f.132). (Yo1.125 (Yol.125 :f.145). f.155). (Yo1.125 (Yo1.125 f.202.)). Il Contorno (Yo1.125 f.140)' (Yo1.12.5 f.175). iniziava :f.118). (Yol.125 (Yo1.125 f.144). :f.148). (Yol.12.5 (Yol.125 f.2.01). con l'indicare il Savoca come rappresentante della famiglia di Brancaccio (Yol.125 f.9) e uomo d'onore come suo fratello Vincenzo (Yol.12.5 f.63), mentre il suo "vice" era Manuli Antonino (Yol.12.5 :f.66). Ricordava, quindi, come Di Pieri Pietro gli fosse stato presentato da Pino Savoca e da Stefano Bontate come capo-decina della famiglia di Brancaccio
  • 40. - Pag.6.998 - (Vol.125 f.132)e come Lo vacono Antonino, genero di Giuseppe Di Maggio, si occupasse attivamente del commercio di droga assieme a Pino Savoca ed al cognato Pietro Di Maggio, arrestato a Terni perche' trovato in possesso di me220 chilo di eroina (Vol.125 f.140). Aggiungeva, inoltre (Vol.125 f.145): "Dei fratelli Giuseppe e Savoca conosco come uomini Vincen20. d'onore Ribadisco i due che anche quest'ultimo e' soprannominato "u siddiatu". Hon conosco alt:::.: i Savoca Vincen20 siano o non siano anch'essi cosi' soprannominati I Savoca erano i capi del contrabbando di sigarette poi sono passati al commercio di droga". Tornando a parlare di Di Peri Gaetano, aggiungeva: "Confermo quanto gia' dichiarato in ordine a Di Peri Gaetano, che mi come uomo d'onore altri che da Giuseppe in fu presentato Di Maggio e da questo
  • 41. - Pag.6.999 - momento non ricordo. Faccio presente che e' persona che si e' enormemente arricchita poiche' e' molto vicina, al gruppo Savoca (mi risulta che una delle figlie del di lui fratello Di Peri Pietro ha sposato uno dei Savoca) ho tutti i motivi per ritenere che si sia perfettamente inserito nel traffico di droga, del quale come ho gia' detto i Savoca attivamente e profiquamente si occupano" (Vol.125 f.148). Sempre a proposito del coinvolgimento dei Savoca nel traffico di droga: "Quanto ai Savoca posso dire che costoro non avevano, per quanto mi risulta, una propria raffineria bensi' si occupavano della importazione della morfina base in collegamento con Nunzio La Mattina. Per la raffinazione si appoggiavano ai Vernengo che sicuramente avevano una propria raffineria ed avevano fama di esperti chimici, nonostante io della ubicazione del loro laboratorio all'epoca non abbia mai avuto esatte notizie.
  • 42. - Pag.7.000 - Tutte le suddette circostanze erano comunemente conosciute nell'ambiente di Cosa Nostra e sono state da me apprese non per particolari confidenze fattemi da quello o da d'onorequell'alt:ro particola:ri uomo confidenze che (t:ranne ho per piu' le sopra rife:rito) bensi' in quanto tutti erano a conoscenza di questi traffici e delle loro modalita'" (Vol.1Z5 f.155). Interessanti, poi, sono le dichiarazioni di stefano Calzetta in relazione ai Savoca stanti i riscont:ri oggettivi avutisi in proposito con l'arresto di Giuseppe Savoca. Dichia:rava, dunque, il Calzetta: "un'altra famiglia che e' collegata con le altre e' quella dei Graviano che sono molto ricchi perche' posseggono terreni e numero. appartamenti in gran La fabbrica di manufatti in cemento costituisce un paravento per le attivita' illecite dei Graviano che sono molto uniti ai mafiosi della Kalsa. . .....'
  • 43. - Pag.7.001 - Del clan dei Gzaviano fanno pazte: Pino Battaglia il cui fzatello Antonino fa la spola tza Palezmo e Nilano a bozdo di una Jetta tzaspoztando eroina; un macellaio con esercizio in una tzaversa di Corso Vittorio Emanuele denominato "u parrineddu" e che riconosco nella fotografia riproducente le sembianze di Di Gaetano Giovanni. In questi ultimi tempi ho n~tato il Gzaviano Filippo, figlio di Graviano Michele ucciso, trattenersi alla Kalsa unitamente a Pino Battaglia, a Nino Battaglia e al Di Gaetano ed altri pzegiudicati facenti pazte dei gruppi Spadaro, Savoca e Lucchese". (Vol.11 f.44). Ed, invero, Savoca Giuseppe in data 1.9.82 in Bzancaccio veniva contzollato dalla Polizia con il Di Gaetano Giovanni e con Gzaviano Filippo (Vol.10 f.57). Datosi alla latitanza, veniva ar.restato mentze si trovava nascosto in un edificio con la moglie, e con Gzaviano
  • 44. - Pag.7.002 - Benedetto e Battaglia Giuseppe (Vol.99/A f.38>. Gli stessi Graviano Filippo e Di Gaetano Giovanni, poi. venivano sorpresi insiemme dalla Polizia ed arrestati nell'agosto del 1985, mentre, pur latitanti, circolavano su di un'auto nei dintorni di Trabia. Non vi poteva. quindi. essere migliore prova dei collegamenti del Savoca con i Graviano, con i Battaglia e con il Di Gaetano, tutti uomini della sua famiglia, due dei quali lo "scortavano" durante la sua latitanza. Altro importante dato da sottolineare e' come alle nozze della figlia Benedetta fossero stati invitati i Greco,gli Spadaro, Casella Antonino, Adelfio Francesco, Di Salvo Nicola, Di Gaetano Giovanni, Scavone Gaetano, Abbate Salvatore, Lo Higro Francesco. Carollo Gaetano (rapp. (Vo1.10 f.57)) tutti nomi di spicco e della organizzazione mafiosa e del traffico di stupefacenti.
  • 45. - Pag,7,003 - Sentito in me~ito agli olt~e i duecento nominativi segnati nell'elenco degli invitati, Corrao Attilio, lo "sposo" dichia~ava di conoscerse solo sei, Interessante, comunque, e' notare come il Corrao fosse dipendente della "Immbiliare Malaspina" di Sanseverino Domenico, con mansioni di addetto alle vendite di appa~tamenti e con uno stipendio mensile di un milione, somma che lo stesso Corrao divideva in lit, 240,000 mensili per la locazione dell'appartamento ove era andato a vivere, lit, 650,000 mensili per la rata di una "Volvo", auto che si andava ad aggiungere ad una "Alfetta "Honda2000" e ad una pagate, Il Di Gaetano 1000" gia' "parrineddu", interamente controllato con il Savoca e Graviano invitato alle nozze Filippo, Corrao -Savoca, nonche' veniva arrestato nell'agosto del 1985 proprio con Graviano Filippo e cio' ad ulterio~e riprova della esattezza delle dichiarazioni à~l Calzetta e del Contorno che sempre hanno indicato,
  • 46. - Pag.7.004 - come facenti parte dello stesso gruppo mafioso, il Savoca, il Di Gaetano, i Graviano ed i Battaglia. Anche Sinagra Vincenzo senza citare episodi specifici indicava nel Savoca un grande contrabbandiere di sigarette e droga (Vo1.1/F f.373L Dalle indagini bancarie e' emerso come il Savoca abbia negoziato un assegno di un milione tratto sul c/c della ditta Argano di Filippo e Salvatore Argano. Sempre il Savoca, inoltre, ha ricevuto un assegno di lit. Casella Antonino. 200.000 tratto sul c/c di Tali scarne risultanze delle indagini bancarie non debbono, pero', far pensare ad una sorta di stato di indigenza dell'imputato che, invece, e ' risultato interessato a diverse societa' : per tutte, si veda la vicenda della (rapporto volume dell'ulteriore ascesa tipico Edilferro" rapporto 38-39 e 1- , 78-79), economica fogli dei del esempio gruppi
  • 47. - Pag.7.005 - Savoca - Spadaro - Marchese Greco dopo gli omicidi di Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo. In altra parte della presente ordinanza si e' sottolineato il ruolo del Savoca nel traffico di stupefacenti, nonche' la sua responsabilita', come rappresentante della famiglia di Brancaccio, nei vari omicidi della "guerra di mafia". Giova solo sottolineare l'importanza del quartiere Brancaccio, regno incontrastato del Savoca, nella mappa del crimine palermitano, un quartiere destinato a insediamenti industriali e segnato dalla protervia mafiosa, dai continui danneggiamenti, estorsioni, omicidi tutti legati al controllo ad allo sfruttamento di quel poco di industria esistente in questa Citta'. Non v'e' dubbio che il Savoca debba essere rinviato a giudizio per rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/75, nonche' per rispondere dei numerosi omicidi dei quali si e' allo stesso
  • 48. - Pag.7.006 - dato carico e dei quali si e' dettagliatamente detto in altra parte dell'ordinanza (Vedere dispositivo).
  • 49. - Pag.7.007 - Savoca Salvato~e Savoca Salvato~e e' stato ~aggiunto dai seguenti p~ovvedimenti ~est~ittivi della 416 C.P. e libe~ta' pe~sonale: a) o.c. n.170 del 26.7.82 pe~ a~tt. 75 1.685/75; b) m.c. n.343 del 17.8.82 pe~ gli stessi reati; c) m.c. n.237 del 31.5.83 pe~ gli stessi ~eati; d) m.c. n.323/84 pe~ a~tt. 416, 416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/ del 1975, nel quale debbono ~itene~si asso~biti i p~ovvedimenti di cui alle lette~e a), b) e c). Savoca Salvato~e e' stato denunciato con il ~appo~to del 13.7.82 «Vol.1 f.88) e (Vol.1 f.89), (Vol.1 f.109) del ~appo~to) quale memb~o dell'o~ganizzazione c~iminosa, associato in illecite attivita' ai suoi cugini Savoca.
  • 50. - Pag.7.008 - Il 13 gennaio 1982 veniva identificato, insieme con Casella Antonio, (fratello di Casella Giuseppe socio, con altri Savoca, della Edilferro) dinnanzi alla abitazione di Ci acuIli di Michele Greco. E' sempre convinzione degli inquirenti che i due stessero li' ad aspettare Pino Savoca il quale, come capo della famiglia di Brancaccio, si era recato dal Greco. Il Savoca dava della sua presenza in quel luogo una spiegazione risibile ((Vo1.4 f.86) e segg.) riferendo che, mentre si trovava nella macelleria della cognata Bellisi Gioacchina, intento a scorticare dei capretti, si era presentata una persona mai vista prima e che gli aveva proposto l'acquisto di quattro capretti che avrebbe dovuto prelevare dalle parti di Ciaculli. Erano, quindi, partiti con l'auto del fratello, quale, condotta condottolo, dallo appunto, "sconosciuto", ai Ciaculli, il gli aveva detto di attendere e si era addentrato in una campagna.
  • 51. - Pag.7.009 - Mentre attendeva, era sopraggiunta l'auto della Polizia con a bordo "un tale Casella Antonio suo conoscente e gia' suo compagno di carcete". Lui, comunque, non si era mosso, essendo :rimasto in attesa della pe:rsona che doveva vendergli i capretti e che, volatilizzata. invece, si era Escludeva, quindi, di conosce:re Michele Greco e la di lui abitazione, come pu:re escludeva di conoscere Lo Nigro Francesco (invitato come lui alle nozze Savoca-Co:rrao (Vol.39/R f.43)), Napoli Salvatore e Di Fazio Giuseppe, tutti contrabbandieri della Kalsa a lui, secondo il citato rapporto, associati. Escludeva, inoltre, di sape:re alcunche' sulla "Edilferro" alla quale erano interessati sia il f:ratello che Casella Giuseppe, mentre confermava che come "u siddiatu" era indicato Savoca Vincenzo di Luigi.
  • 52. - Pag.7.010 - L'imputato, con numerosi precedenti per contrabbando di sigarette «Vol.2 f.18) e segg.) e ' , come tutti i Savoca coinvolti nel contrabbando, uno degli associati che, con il tempo, seguendo le orme del piu' famoso cugino passato al piu' Pino (capo della famiglia di redditizio Brancaccio) traffico e' di stupefacenti. La circostanza del controllo davanti l'abitazione di Michele Greco, nonche' la stretta connessione dell'imputato con il cugino Pino portano a ritenere che lo stesso sia organicamente inserito in "Cosa Nostra" e nel traffico di stupefacenti. L'imputato, pertanto, va rinviato a giudizio per rispondere di contesta tigl~.. tutti i reati
  • 53. - Pag.7.011 - Savoca Vincenzo n.16.7.1933 Savoca Vincenzo e' stato ~aggiunto dai seguenti p~ovvedimenti ~est~ittivi della libe~ta' pe~sonale: a) o.c. n.170 del 26.7.82 pe~ a~tt. 416 C.P. e 75 1.685/75. b) m.c. n.343 del 17.8.82 pe~ gli stessi ~eati; c) m.c. n.237 del 31.5.83 per gli stessi ~eati; d) m.c. n.361/84 per artt. 416, 416 bis C.P., 71 e 75 1.685/75. In tale ultimo mandato di cattu~a si intendono asso~biti i provvedimenti di cui alle lette~e a), b), c).- Denunciato con rapporto del 13.7.82 (c.d. dei 162 ed indicato come uno dei componenti il "clan" Savoca passato t~a le fila dei t~aditori del Bontate (Vo1.1 f.56), ((Vol.1 f.109), f.165), (Volo 1
  • 54. (Volo 1 :E.167) - Pag.7.012. - del ~appo~to) insieme con Filippo Ma%chese, gli Zanca, i Tinnirello, gli Spadaro ed altri, l'imputato e' sempre stato indicato dagli organi di Polizia come affiliato alla ma:Eia in una con il suo piu' noto :Eratello, Pino, capo della ":Eamiglia" di Brancaccio. La scheda biografica dell'imputato (Volo 2. f.?) e' altamente indicativa dei collegamenti dello stesso con alt%i associati, quali gli Spadaro e Lo Presti Ignazio. Arrestato a seguito della presentazione del rapporto di cui sopra e sentito dal P.M. ((Vol.4 :E.58) e segg.) l'imputato dichiarava di non conoscere nessuno dei coimputati ad eccezione dei suoi congiunti e di Tommaso in relazione alla soc. "Edilferro" dei Spadaro. alcunche' Negava, altresi' , di conoscere suoi cugini, come pure escludeva, contrariamente a quanto af:Eermato dagli organi di Polizia, di conoscere personaggi
  • 55. - Pag.7.013 - come Bruno Cosimo. Messina Filippo ed altri che erano soliti riunirsi presso il "Gay Bar" gestito dalla moglie. Ammetteva di aver conosciuto l'Ing. Lo P:resti. ma solo perche' allo stesso aveva presentato una richiesta di assunzione presso la "Immobiliare Malaspina" come autista. In relazione al controllo di Polizia effettuato il 15.5.82. nel corso del quale era stato trovato in compagnia del fratello Pino e del Lo Presti. dichia:rava essersi trattato di un incont:ro del tutto casuale. trovandosi il Lo Presti a passa:re per piazza Kalsa. Tali gli elementi :risultanti a ca:rico del Savoca a seguito del citato :rappo:rto del 13.7.82, elementi che questo Ufficio non riteneva sufficienti pe:r il mantenimento dello stato di custodia cautelare dell'imputato che, in data 7.6.84. veniva sca:rce:rato ai sensi dell'a:rt. 269 C.P.P (Vol.83 f.115). Salvatore Conto:rno. pazlando della "famiglia" di Bzancaccio, inseziva tra i memb:ri
  • 56. - Pag.?014 - della stessa Savoca Vincenzo inteso"u siddiatu" (Vol.125 f.9): vi e' da ~ileva~e come nel citato ~appo~to del 13 luglio 82 il Savoca era indicato prop~io con tale nomignolo. Piu' oltre (Vol.125 f.63) il Conto~no specificava come gli ~isultasse~o essere uomini d'ono~e Savoca Giuseppe e suo f~atello Vincenzo, ment~e non sapeva se il cugino degli stessi, alt~o Vincenzo, lo fosse. Riconosceva, quindi, nella foto n.5 Savoca Vincenzo "u siddiatu" (Vo1.125 f.?3), precisando: "Dei Savoca conosco come uomini d'ono~e i due fratelli Giuseppe e Vincenzo. Ribadisco che anche quest'ultimo e' soprannominato "u siddiatu". Non conosco altri Savoca Vincenzo siano o non siano anch'essi cosi' sop~annominati. Il Savoca Vincenzo mi fu p~esentato come uomo d'ono~e da Masino Spada~o all'interno di
  • 57. - Pag.7.015 - un bar sito nella via Stabile sulla sinistra proveniente dal mare tra la via Roma e la via Ruggero Settimo. Come uomo d'onore conosco altresi' suo cugino Rosolino Savoca, detto "l'avvocato", presentatomi da Franco Mafara. I Savoca erano i capi del contrabbando di sigarette poi sono passati al commercio di droga" <Vol.125 f.145). Parlava, poi, dei Savoca in genere con riferimento al loro inserimento nel traffico di stupefacenti <Vo1.1Z5 f.148), <Volo 12.5 f.155). In data 19.6.85 <Vol.12.5 f.201), il Contorno, messo di fronte alle esatte foto dei due Savoca essendosi in Vincenzo (fu precedenza Gaetano e di Luigi) - commesso l'errore di inserire nell'albo fotografico una erronea foto di Savoca Vincenzo fu Gaetano -, precisava: "La S.V. mi fa notare che nei miei precedenti interrogatori ho indicato come "uomo d'onore" :,,:'
  • 58. - Pag.7.016 - Savoca Vincenzo f~atello di Savoca Giuseppe e che tuttavia nel co~so di ~iconoscimento fotog~afico ho indicato invece la fotog~afia di Savoca Vincenzo di Luigi che ~isulta esse~e non f~atello bensi' cugino di Giuseppe Savoca. Chia~isco che la pe~sona da me conosciuta come "uomo d'ono~e" e' quella di cui ho indicato l'immagine fotog~afica e che non ho alcun dubbio in p~oposito pe~che' t~attasi di una fisionomia molto ca~atte~istica. So che e ' pe~sona inte~essata all'Edilfe~~o. Io ho semp~e ~itenuto che si t~attasse del fratello di Pino Savoca e non del cugino". Ancora una volta, dunque, deve ~ilevarsi la estrema correttezza del Contorno in ielazione alle sue dichiarazioni che, nel caso in esame, portano a scagionare l'imputato il quale va prosciolto dai reati ascrittigli con formula dubitativa. Ed, invero, gli elementi indicati nel citato rapporto, seppure non sufficienti per
  • 59. - Pag.?017 - ritenere l'imputato organicamente inserito in (come rilevato nella ordinanza di"Cosa Nostra" scarcerazione citata) • fanno permanere molti dubbi sul reale ruolo dello stesso in detta organizzazione anche alla luce dei rapporti con il cugino Pino Savoca e con l'ing. Lo Presti. La formula dubitativa, quindi. nel caso in esame, si impone.
  • 60. - Pag.7.018 - Savoca Vincenzo n.20.S.1931 Savoca Vincenzo e' stato raggiunto dal mandato di cattura n.225/84 del 5.7.84 per la rapina Quadrini e connessi delitti di porto e detenzione di armi, nonche' dal mandato di cattura n.323/84 per i reati di cui agli artt. 416 e 416 bis C.P., 71 e 75. 1.685/75- Chiamato in causa da Di Marco un personaggio inteso"u siddiatu" quale complice nella rapina in danno di Quadrini, Savoca Vincenzo di Luigi e' risultato completamente estraneo a tale episodio delittuoso. Lo stesso Sinagra Vincenzo, infatti, aveva confermato l'estraneita' dell'imputato a tale rapina e l'equivoco era sorto proprio perche', tra i partecipanti a detto fatto, era stato indicato un personaggio della Kalsa inteso "u siddiatu".
  • 61. - Pag.?019 - Savoca Vincenzo e', con Casella Giuseppe e Antonino, Buccafusca Vincenzo, Messina Filippo, Di Maggio Pietro e Corrao Antonino uno dei soci della "Edilferro", una societa' le cui vicende, come detto nella parte terza capitolo rispecchiano pienamente gli esiti dello scontro all'interno della organizzazione: a tali pagine si rimanda per comprendere come il Savoca fosse organicamente nell'organizzazione stessa e inserito appa:rtenesse alla schie:ra dei "vincenti". Vi e' solo da ricordare che detta societa', costituita dai personaggi sopra indicati, con un capitale iniziale di appena 21 milioni, realizzava uno stabilimento industriale indicato in bilancio per un costo di Lit.222.384.181, senza che i soci sapessero indicare la provenienza di tale notevole di denaro. appO:I:to Il Savoca veniva confuso, come si dira', con l'omonimo cugino, figlio del fu
  • 62. - Pag.7.020 - Gaetano Savoca, ma e' da ritenere che le assoluta sicuz:ezza, parlando dichiarazioni z:ifez:iscano, all'imputato. Salvatoz:e accusatorie con Contoz:no, del Contorno si della famiglia di Bz:ancaccio, insez:iva tz:a i membri della stessa Savoca Vincenzo inteso "u siddiatu" (Vo1.125 f.9L Piu' oltre (Vo1.125 f.63) il Contorno specificava come gli z:isultassero essere uomini d'onoz:e Savoca Giuseppe e suo fratello Vincenzo, mentre non sapeva se il cugino degli stessi, altz:o Vincenzo, lo fosse. Riconosceva, quindi, nella foto n.5 Savoca "Dei Savoca conosco come Vincenzo precisando: "u siddiatu" (Vo1.125 f.73), uomini d'onoz:e i due fratelli Giuseppe e Vincenzo. Ribadisco che anche quest'ultimo e' soprannominato "u siddiatu". Non conosco altri Savoca Vincenzo, siano o non siano anch'essi cosi' soprannominati. Il Savoca Vincenzo mi fu pz:esentato come uomo
  • 63. - Pag.7.021 - d'onore da Masino Spadaro all'interno di un bar sito nella via Stabi.le sulla sinistra proveniente dal mare tra la via Roma e la via Come uomo d'onore conoscoRuggero altresi' Settimo. suo cugino Rosolino, detto "l'avvocato", presentatomi da Franco Mafara. I Savoca erano i capi del contrabbando di sigarette poi sono passati al commercio di droga <Vol.125 f.145). ilf.lOD, Parlava, quindi, dei Savoca in riferimento al loro inserimento nel traffico di stupefacenti <Vo1.125 f.148), (Vo1.125 f.155). In data 19.6.85 (Vol.1l5 Contorno, messo di fronte alle esatte foto dei due Savoca Vincenzo (fu Gaetano e di Luigi) essendovi stato in precedenza un errore di inserimento delle relative foto nell'albo fotografico -, precisava:
  • 64. "La S.V. - Pag.7.022 - mi fa notare che nei miei precedenti interrogatori ho indicato come "uomo d'onore" Savoca Vincenzo fratello di Savoca Giuseppe e che tuttavia nel corso del riconoscimento fotografico ho indicato invece la fotografia di Savoca Vincenzo di Luigi che risulta essere non fratello bensi' cugino di Giuseppe Savoca. Chiarisco che la pezsona da me conosciuta come "uomo d'onore" e' quella di cui ho indicato l'immagine fotografica e che non ho alcun dubbio in proposito perche' trattasi di una fisionomia molto caratteristica. So che e' persona all'Edilfe;rro". Io ho sempre ritenuto che si trattasse del fratello di Pino Savoca e non del cugino". Che "u siddiatu" sia proprio Savoca Vincenzo di Luigi e non l'omonimo fu Gaetano e' dato di rilevare anche dall'interrogatorio di Savoca Salvatore fu Francesco (altro cugino) il quale ((Vol.4 f.86) e segg.) Vincenzo precisava: "Savoca
  • 65. - Pag.7.023 - inteso"u siddiatu" non e' mio fratello. ma l'omonimo mio cugino figlio di Savoca Luigi". Cade, quindi, ogni dubbio sulla identificazione del Savoca "siddiatu" che e' da indicarsi proprio nell'imputato. Quanto gia' altrove detto in relazione alle vicende della Edilferro e quanto riferito dal Contorno mostrano chiaramente come Savoca Vincenzo sia uno dei membri della "famiglia" di Brancaccio, strettamente collegato al cugino Pino che della stessa e' il capo. Con detto cugino e' schierato contro Salvatore dalla parte Bontate e dimorte Stefano allaed,Inzerillo corleonesidei quest'ultimo, ritornera' • con i suoi soci, proprietario della "Ed.ilferro" che avevano dovuto "cedere" a uomini dell'Inzerillo stesso. Il Contorno lo associa al cugino Pino Savoca anche nel traffico di
  • 66. - Pag.7.02.4 - stupefacenti e cio' con est:rema sicu:re22a, :riconoscendolo sia in foto che indicandolo come "u siddiatu", nomignolo con il quale l'imputato e' noto anche in famiglia. Savoca Vincen2o, quindi, va :rinviato a giudizio pe:r :risponde:re dei :reati di cui agli a:rtt. 416 e 416 bis C.P., 71 e 75 L.685/75 (Capi 1, 10, 13, 22.). Va, invece, p:rosciolto pe:r la :rapina Quadrini e reati connessi per non aver commesso il fatto (Capi 324, 325).
  • 67. - Pag.7.025 - Scaduto Giovanni Prima di indicarlo con il suo vero nome, Bagheria (Vol.124 f.6), aveva riferito Tommaso Buscetta, accennando alla :famiglia di che tale "Greco", mingherlino, di trent'anni, parente originario o acquisito di Michele Greco, aveva preso il posto di capo della cennata famiglia attorno al 1979. Cio' era avvenuto per volere di Michele Greco il cui "parente", anzi, era entrato a far parte anche della "Commissione", occupando il posto di capo-mandamento che era tempo, di Antonino Mineo (ex capo della stato, un famiglia di Bagheria) e di Giuseppe Panno, gia' rappresentante della famiglia di Casteldaccia. Insistendo sul cennato "Greco", (Volo 124/A f.86) Buscetta ha poi precisato che questi, un giorno, gli era stato indicato pez: le vie di
  • 68. - Pag.?026 - Palermo da stefano Bontate il quale, descrivendolo come una persona insignificante, si era lamentato dell'importanza che aveva finito con l'assumere in seno a "Cosa Nostra", grazie a Michele Greco. Successivamente, nell'interrogatorio del 22/8/1984, Buscetta ha mostrato di riconoscere nella fotografia di Scaduto Giovanni l'individuo da lui prima indicato con nome di Greco, anche se, con una cautela che costituisce ennesima dimostrazione della sua serieta', egli ha detto di non poter formulare un giudizio di assoluta certezza al riguardo, non ricordandone (Vo1.124/Aperfettamente le fattezze del viso f.10S> . Ogni dubbio, tuttavia, e' stato sciolto da Salvatore Contorno il quale ha indicato proprio nel nominato Salvatore Greco "rappresentante" Giovanni Scaduto ed impiegato di della "famiglia" genez:o di banca il di Bagheria, affrettandosi pero' ad aggiungere che, mentre costui e' una figura meramente onorifica, il vero capo famiglia e' ...."
  • 69. - Pag.7.027 - Leonardo Greco, aggregato a "Cosa Nostra" insieme ai suoi fratelli <Vol.125 f.5 ). Contro l'imputato e' stato emesso il mandato di cattura n.323/84 del 29/9/94 con il quale gli sono stati contestati i reati di cui agli artti .416, 416 bis C.P., 7 1 , e 75 della legge n 685 del 1975 nonche' il concorso in numerosi omicidi ed altri reati minorii nonche' il mandati di cattura n.58/85 del 16/2/85 in ordine all'omicidio del prof. Carlo Giaccone e il mandato di cattura n.97/85 del 28/3/1985 in ordine all'omicidio di Ferdico Vittorio. Interrogato, l'imputato ha sempre respinto gli addebiti assumendo di non avere "capito" la natura delle contestazioni mosse gli (Vo1.123 f.259) e di non conoscere Buscetta Tommaso e Contorno Salvatore aggiungendo che, all'epoca della commissione di contestatigli, egli alcuni era degli detenuto. omicidi Tali generiche, labiali discolpe non reggono a fronte delle emergenze istruttorie gia' evidenziate - conclamanti l'appartenenza dello imputato
  • 70. - Pag.?028 - all'o%ganizzazione mafiosa denominata "Cosa Nost%a" che, hanno t%ovato, poi, %iscontro nel fatto che sul conto co%%ente di Catalano Onof%io, appa%tenente alla famiglia di Ciminna e "all'Extrabar" palermitani e statunitensi, incontrogia' coinvolto in di un Palermo tra sono avvenuto mafiosi %isultati ve%sati alcuni vaglia cambiari dello importo di li%e 10.000.000 ciascuno, facenti parte di un gruppo di cinquanta vaglia del complessivo importo di lire 500.000.000, emessi con fondi p%elevati da lib%etti di deposito a %isparmio al portato%e di pextinenza di Tommaso Spadaro . Due di questi, per complessive lit.ZO.OOO.OOO, sono stati negoziati proprio da Scaduto Giovanni, mentre nume%osi altri sono stati negoziati da personaggi di tutto spessore 50.000.000), Salvatore Greco Ferrara Prestifilippo Giovanni mafioso quali 40.000.000), 30.000.000), ZO.OOO.OOO), La Catalano Grado Rosa Onofrio Giacomo Antonino (per lire (pe% lire (per lire (per lire (per lire
  • 71. - Pag.7.02.9 - 10.000.000), Greco Salvatore, padre di "Giovannello" (per lire 40.000.000), Bisconti Pietro (per lire 10.000.000), Greco Leonardo (per lire 10.000.000), Caltagirone Francesco Paolo,socio di Greco Leonardo della ICRE (per lire 40.000.000), Gargano Carmelo, altro socio di Greco Leonardo (per lire 10.000.000), Alfano Pasquale (per lire 10.000.000), Priolo Salvatore, genero di La Mattina Nunzio (per lire 10. OO0.00 O) , Oliveri Giovanni, socio della OLIMAR di Filippo Marchese (per lire 10.000.000) e Ingrassia Ignazio (per lir.e 20.000.000). Tale operazione bancaria, dunque, nella quale risulta coinvolto Scaduto Giovanni dimostra in maniera inconfutabile il collegamento "circolare" importanti "famiglie" di esistente tra mafia facenti capo a (attraverso i Grado),Bontate (attraverso il fratello Greco Salvatore), Michele Greco Leonardo, i ~orleonesi (attraverso Prestigiacomo Salvatore e i Brusca),
  • 72. - Pag.7.030 - Marchese, Inzerillo (attraverso SeiditaSpadaro, Ignazio) . Ne' va dimenticato che costituisce riprova degli stretti rapporti non solo dovuti all'affinita' - intez:correnti tra l'imputato e il suocero Gz:eco Salvatore, l'accertata negoziazione da parte di quest'ultimo di quattz:o assegni circolari all'ordine di Scaduto Salvatore, :tichiesti, in data 20/4/76, dal prevenuto utilizzando p:tovvista prelevata dal deposito a risparmio n.1064869/52 allo stesso scheda bancaz:ia dello Scaduto( v •intestato Giovanni). Non puo' dubitaz:si, dunque, della responsabilita' di Scaduto Giovanni in ordine ai :teati p. e p. dagli a:z:tt.416, 416 bis C.P. 71, 74 e 75 della legge n.68S del 1975, condestatigli col mandato di cattura n.323/84 del 29.9.1984 (Capi 1 , 10 , 13, 22 ). Per quanto z:iguarda la posizione pz:ocessuale dell'imputato in ordine agli omicidi contestatigli, la stessa viene esaminata in alt:z:a pa:z:te del p:z:esente p:z:ovvedimento quale si :timanda. alla
  • 73. - Pag.7.031 - Scaglione Salvatore "Toto' l'uvaru" perche' SalvatoreSu Scaglione commercio di uova e dedito, pollame soprannominato in passato al ha riferito Tommaso Buscetta allorquando ha disegnato lo organigramma della famiglia della "Noce" di cui presovenisseil prevenuto, prima che il posto da Picone Giusto, era il capo. Lo Scaglione, gia' detenuto all'Ucciardone Tommaso Buscettainsieme processo a dei 114, e' all'epoca stato indicato del dal predetto, che lo ha riconosciuto fotograficamente, come alleato dei Corleonesi e successore, all'epoca della ricostituzione di Calcedonio Di Pisa ((Vol.124 f.10) "Cosa Nostra" del vecchio capo e famiglia, (Vo1.124 f.26)) nonche' componente della "commissione" o "cupola" (Vol.124 f.S5) e (Vol.124 f.SS).
  • 74. - Pag.7.03Z - Nonostante l'alleanza coi Corleonesi, tuttavia, Buscetta ha riferito di avere appreso sia pure in della scomparsa dello Scaglione Badalamenti e la circostanza da Gaetano termini dubitativi e ' stata confermata da Salvatoze Contozno che ha insistito sulla di lui appartenenza, quale capo, Noce (Vol.1Z5 f.11). alla famiglia della Cio' ha trovato poi riscontro nelle dichiazazioni di Faldetta Luigi, il quale (13/10/1984) ha rivelato senza mezzi termini, la proterva ed insistente attivita' estorsiva posta in essere, in suo danno, dallo Scaglione con determinazione e modalita' tipicamente mafiose. In particolare, Faldetta ha ziferito che, mentre costruiva in via Tricomi di Palermo, lo Scaglione pretese di acquistare due appartamenti alla meta' del loro prezzo di mercato, per di piu' pagando meta' del voluto. Egli ha poi riferito che, in altra occasione, avendo iniziato a costruire in Corso Calatafimi, era stato oggetto di manovre
  • 75. - Pag.7.033 - esto~sive di cui ~iusci' a veni~e a capo solo allo~quando vendette allo Scaglione due appa~tamenti pe~ il p~ezzo di li~e 25.000.000, in luogo dei settanta che gli stessi valevano. Infine, lo Scaglione p~ivo' il Faldetta di un te~~eno esteso mq.650 (co~~ispondendogli l'i~~iso~ia somma di lit.14.000.000) su cui cost~ui' una palazzina con mate~iali in g~an pa~te fo~nitigli g~atuitamente dallo stesso Faldetta, ment~e altri materiali pretese per la cost~uzione di un capannone adiacente alla sua abitazione, e adibito ad allevamento di conigli. Per ultimo, in occasione del matrimonio della figlia, egli p~etese dal Faldetta il "cadeau" di un candelabro di c~istallo del valore di lit.830.000. Ma su Acaglione Salvatore ha ~iferito anche Salvatore Conto~no il quale ha indicato che il p~edetto e' uomo d'onore della famiglia della "Noce" in seno alla quale ha la qualifica di ~appresentante (anche se si e' dimostrato scettico sulla esistenza in vita dello stesso) ed ha aggiunto che lo Scaglione era molto
  • 76. - Pag.7.034 - amico di Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo e che l'amante di quest'ultimo Scaglione abitavano nello e quella dello stesso palazzo (Vo1.125 f.1" e (Vo1.125 f.30L Contro l'imputato sono stati emessi: 1) mandato di cattura n.323/84 del 29/10/1984 in ordione ai reati p. e p. dagli artt. 416, 416 bis C.P., 71, 75 della legge 685 del 1975 e al concorso in numerosi omicidi ed altri reati minori; 2) mandato di cattura n.58/8S del 16/2/1982 con il quale gli e' stato contestato il conCOrso nell'omicidio .del prof. Carlo Giaccone j 3) mandato di cattura n.97/85 del 28/3/1985 con il·quale gli e' stato contestato il coincorso nell'omicidio di Ferdico Vittorio. Sulla scorta delle emergenze istruttorie, come sopra evidenziate, che hanno posto in luce certi e sufficienti elementi probatori a carico dell'imputato, questi deve essere chiamato a rispondere in giudizio dei reati di cui ai capi 1, 10, 13, 22 dell' epigrafe avendo il Buscetta Tommaso affermato che lo
  • 77. - Pag.7.035 - Scaglione e:ra t:ra i capi-famiglia piu' attivamente inse:riti nel traffico della d:roga (Vol.124/A .115). Per quanto concerne la posizione processuale dello Scaglione Salvatore in ordine agli alt:ri reati contestatigli, la stessa viene esaminata in alt:ra parte del presente provvedimento, alla quale si :rimanda.
  • 78. - Pag.7.036 - Scalia Giuseppe E' inse~ito nella cosca di Co~so dei Mille, nel cui ambito e' collegato con il clan degli Zanca, e con D'Angelo Giuseppe, unitamente e' dedito commissionial quale esto~sioni. Infatti, lo alla Scalia che di in passato gestiva una ba~be~ia in questa via Rudini' e' dal Calzetta come un elementostato indicato pa~ticola~mente pe~icoloso, che ope~a insieme agli Zanca e a Giuseppe D'Angelo nel campo delle esto~sioni in danno dei comme~cianti della zona. In pa~ticola~e, ha p~ecisato il Calzetta, che lo Scalia ed il D'Angelo - cugino questi di Melo Zanca agendo pe~ conto di quest'ultimo avvicinavano colo~o cui doveva esse~e imposto il "pizzo" e li convincevano a paga~e facendo inte~veni~e come "pe~suaso~i" che, pe~ esse~si ~ifiutate amici di pe~sone di paga~e, avevano subito dei danneggiamenti fasc.pe~s. Calzetta Stefano). (Vo1.1 f. 17 bis
  • 79. - Pag.7.037 - Significativo dell'inse:rimento dello Scalia nella o:rganizzazione mafiosa nonche' del suo collegamento con Melo Zanca e', poi, quanto :rife:rito semp:re dal Calzetta secondo cui il p:redetto aveva imposto un fratello dello Scalia, a nome Nino, come guardiano in un cantiere di via dei Picciotti. Il Nino Scalia, cosi' come alt:re pe:rsone imposte dallo Zanca Pippo Tinnirello ed Onofrio Zanca - pur ricevendo un :regola:re stipendio ed essendo in :regola con le assicu:razioni obbligatorie, di fatto non (VoL1esplicava alcuna attivita' di gua:rdiania f.20 bis fasc.pers. Calzetta). E' questo un tipico esempio di imposizione mafiosa, che testimonia della appartenenza del prevenuto alla cosca in questione. Sulla scorta di tali "indicazioni" fo:rnite sul conto dello Scalia Giuseppe, venivano emessi cont:ro lo stesso, mandati di cattu:ra del n.323/84 R.M.C. 31/5/1983 a:rtt.416 in C.P. ordine ai reati p. e p. dagli e 75 della legge n.685 del 1975 e del 29/9/1984 in o:rdine agli
  • 80. - Pag.7.038 - stessi reati e a quelli p. e p. dagli a~tt.416 bis C.P., 71 e 74 della legge n.685 del 1975. Interrogato, l'imputato ~espingeva gli addebiti p~oclamando la sua completa estraneita' ai reati contestatigli. Sulla base delle risultanze processuali acquisite, in mancanza di zatti ed accuse specifiche e considerato che non sono stati acquisiti agli atti del processo elementi in base ai quali possa sostenersi che lo Scalia rivesta in seno alla cosca di Co~so dei Mille una posizione di pa~ticolare rilievo. allo Scalia Giuseppe non puo' esse~e dato ca~ico delle imputazioni di associazione per delinque~e finalizzata al traffico di droga e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti dalle quali va sollevato con ampia formula liberatoria (Capi 13, 22). Va, invece, ordinato il rinvio a giudizio del prevenuto per rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P. (Capi 1, 10). .~.
  • 81. - Pag.7.039 - Scavone Gaetano E' elemento ce~tamente inse~ito nella o~ganizzazione c~iminale di cui ci si occupa. ed in pa~ticola~e nella "famiglia" dei Savoca, con i quali e' impa~entato. Lo stesso, piu' V'olte denunciato pe~ associazione pe~ delinque~e, cont~abbando, ~apina, t~affico di stupefacenti, e' stato anche denunciato alla P~ocu~a della Repubblica di To~ino in quanto trovato in possesso di banconote, facenti pa~te del riscatto pagato pe~ il sequestro di Lavagna Renato. Tommaso Buscetta. Scavone, Savoca e coinvolto nel con anche se 1957 in un tabacchidicontrabbandodi Lo episodio Giuseppe allo~a non era un uomo d'ono~e ce~tamente lo e' diventato in seguito. se si ha ~igua~do alle dichia~azioni di Stefano Calzetta, il quale lo ha indicato come alleato dei G~eco di Ciaculli e delle alt~e "famiglie" di mafia Lo Iacono,
  • 82. - Pag.7.040 - Vernengo, Spadaro, Zanca, Tinnirello, Oliveri, Marchese, Savoca,Lucchese, Federico, Bisconti - palermitano contronella guerra scatenatasi nel gli aderenti ai clan -Badalamenti. Bontate Inzerillo La riprova di cio' e ' costituita dalla partecipazione dello Scavone Gaetano alle nozze della figlia di Savoca Giuseppe, Benedetta, unitamente a tutti gli elementi di maggiore prestigio delle cosche del palermitano. Ed invero, nel corso effettuata nell'ambito della perquisizione delle indagini susseguenti all'omicidio del Generale Dalla Chiesa, nella abitazione di Co~~ao Attilio, genero del Savoca Giuseppe, venne rinvenuto un foglio manoscritto ~ecante, appunto l'elenco degli invitati al matrimonio tra il Corrao e la Savoca Benedetta. Tra costoro figuravano, oltre lo Scavone Gaetano tutti i Savoca, gli Spadaro, Casella Antonio, Hicola, Adelfio Francesco, Di Salvo Di
  • 83. - Pag.7.041 - Gaetano Giovanni, Lave%de%a Piet%o, Lo Jacono And%ea, i Lau%icella, Messina Filippo, Abbate Salvato%e, Lo Nig%o F%ancesco, (poi ucciso), Michele "senato%e" , Giuseppe (indicati pu%e come zio Michele ,senato%e e Pino) Magliozzo Vitto%io, Ge%aci Nino, Ca%ollo Gaetano quasi tutti p%ocedimento penale. imputati nel Si.gni:ficativo, poi della appa%tenenza dei va%i invitati a gzuppi :familia%i o criminali, e' la sistematica dell'elenco dei nomi, %acchiusi, come nel caso dei G%eco, con una pa%entesi. Cont%o l'imputato e' stato emesso il mandato di cattu%a n.323/84 del 29.9.1984 con il quale gli sono stati contestati i %eati p. e p. dagli a%tt.416, 416 bis cp., 71 e 75 della legge n.685 del 1975. Inte%%ogato, lo Scavone si e' p%otestato innocente di tutti i %eati contestatigli ed ha %espinto gli addebbiti (Vol.123 :f.232), :f.234l. (Vo1.123
  • 84. - Pag.7.042 - Ma le sue labiali discolpe non possono trovare ingresso processuale perche' non reggono a fronte delle emergenze processuali come sopra evidenziate. Pertanto, allo Scavone, deve essere dato caxico anche dei reati di associazione pex delinquere finalizzata al traffico di droga e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e cio' avuto riguardo agli stretti legami esistenti con i Savoca, famiglia attivamente insexita nel txaffico di droga. alle dichiarazioni rese in Avuto riguardo proposito dal Buscetta e' da ritenere, infatti, che IOScavone, in quanto elemento della cosca pa:rticolarmente vicino ai Savoca non possa non essere coinvolto nella illecita attivita' di cui trattasi o comunque non essere partecipe degli utili da tale attivita' derivanti. Dello Scavone va pertanto disposto il rinvio a giudizio per rispondere dei reati allo stesso ascritti ai capi 10) 13) 22.) dell'epigrafe.
  • 85. - Pag.7.043 - Schiavo Carlo Fa parte della cosca di Corso dei Mille e nell'ambito della stessa e' collegato con i coimputati Sinagra Vincenzo e Antonino, detto "Tempesta", Sinagra Antonio, Sinagra Rotolo Salvatore, Girolamo, Di Marco Baiamonte Salvatore, Castiglione Angelo, Battaglia Antonino, unitamente ai quali e' dedito alla commissione di reati contro il patrimonio Ce in particolare furti), che vengono perpetrati previo assenso del capo della cosca, Filippo Marchese, al quale va poi una parte della refurtiva o della somma ricavata dalla vendita della stessa. Elementi di responsabilita' a carico dello Schiavo sono costituiti dalle dichiarazioni dei coimputati Calzetta, Sinagra Vincenzo di A. e Di Marco sulla cui scorta sono stati spiccati nei confronti del prevenuto: ~...'
  • 86. - Pag.7.044 - 1) mandato di cattura n.71/84 del 29.2.1984 in ordine ai reati di cui ai capi 327, della rubrica; 328 e 330 2) mandato di cattura n.323/84 del 29.9.1984 in ordine ai reati di cui ~opra e a quelli di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71 e 75 L.685 del 1975 (Capi 1, 10, 13, 22L Ha riferito il Calzetta di avere appreso da Battaglia Antonino che quest'ultimo, unitamente a Castiglione Domenico, Raia Pietro e a Schiavo Carlo, che all'uopo faceva venire da Palermo a Castellanza dove esso Battaglia risiedeva, era dedito alla commissione di furti e rapine in tale 10ca1ita'. In particolare, il Battaglia aveva riferito sempre al Calzetta di un tentativo di furto posto in essere in concorso con 10 Schiavo, il Raia e il Castiglione ai danni di una gioielleria di dell'intervento Varese, tentativo del non :riuscito p:roprietario a causa che, sveg1iatosi, aveva dato l'allarme. In tale ci:rcostanza soltanto 10 Schiavo e:ra stato fermato dalla Polizia, e
  • 87. - Pag.7.045 - subito dopo rilasciato (fasc.pers. 1~ Calzetta, f.34). Ancora il Calzetta ha riferito che lo Schiavo ed il Sinagra "Tempesta" nel 1982 avevano offerto, proprio a lui, una partita di orologi di metallo di provenienza furtiva e che lo Schiavo era un esperto nella fabbricazione di chiavi adulterine, mestiere questo appreso dal noto Angelo Hicolini - detenuto per traffico di stupefacenti che "con le chiavi false aveva sventrato mezza Sicilia" (fasc.pers. 2~ Calzetta, f.60). Lo Schiavo, infine, e' stato concordemente indicato da Sinagra Vincenzo e Di Marco Salvatore «Vol. f.30) e (Vol. f.62) delle dichiarazioni del Di Marco) quale partecipe del furto in ùanno della gioielleria di Bracco Salvatore (al quale venivano asportati oggetti preziosi per un valore di lire 60 milioni)j nonche' dei furti in danno di Piraino Francesco (titolare di una orologeria
  • 88. - Pag.7.046 - da cui venivano aspo%tati nume%osi o%ologi pe% 40 milioni) e di Tu%co Giuseppa e Ba%%ale Gaspa%e (titola%e di alt%a gioielle%ia da cui venivano sott%atti oggetti p%eziosi pe% un valo%e di olt%e 20 milioni). Inte%%ogato, lo Schiavo Ca%lo ha %espinto tutti gli addebiti mossigli, assumendo di conosce%e, i coimputati, solo Calzetta statae'Stefano, la cui chiamata in co%%eita' dal p%evenuto definita una "infamia". Ma le ci%costanziate e precise indicazioni fornite dal Sinagra Vincenzo, dal Di Salvato%e e dal Calzetta Stefano sul conto dell'imputato costituiscono ce%ti e sufficienti elementi p%obato%i a suo carico in o%dine ai %e a t i di c u i a i c a pi 1, 1O, 3 2. 7, 3 2. 8, 3 3'0 • Pe% quanto conce%ne le imputazioni di cui ai capi 13 e 22. della %ub%ica, in assenza di fatti ed accuse specifiche e considerato il %uolo non ce%tamente %ilevante occupato dal prevenuto nella ge%archia della cosca, allo stesso non puo' essere dato carico anche dei
  • 89. - Pag.7.047 - reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per quanto precede dello Schiavo rimasto latitante va ordinato il rinvio a giudizio per rispondere dei reati di cui ai capi 1) e 10) della rubrica. Va, invece, ordinato non doversi procedere nei confronti dello Schiavo Carlo in ordine alle imputazioni di cui ai capi 13) e 22) dell'epigrafe per non avere commesso i fatti. Delle residue imputazioni ascritte allo Schiavo Carlo viene trattato in altra parte del presente provvedimento.
  • 90. - Pag.7.048 - Sciarabba Calcedonio Sciarabba Calcedonio et stato accusato da Tommaso Buscetta d'essere affiliato a "Cosa Nost~a" quale uomo d'onore della famiglia della Noce e, a dimostrazione della conoscenza del predetto, egli, non solo lo ha riconosciuto fotog~aficamente, ma ne ha indicato anche l'attivita' di vinaio aggiungendo che nello svolgimento della stessa e' incorso in "grane" con la giustizia si' da essere, piu' volte, tratto in arresto (Vol.124/A f.26) e f.10S) . (Vo1.124/A Sulla scorta di tali dichiarazioni e' stato emesso contro l'imputato mandato di cattura n.323/84 del 29.9.1984 con il quale gli sono stati contestati i reati di cui agli a~tt.416, 416 bis c.p., 71 e 75 della legge n.685 del 1975.
  • 91. - Pag.7.049 - Intezzogato, l'imputato ha pzotestato la sua estzaneita' agli addebbiti mossigli ma la chiamata di cozzeo opezata nei suoi confzonti da una fonte pazticolazmente qualificata come il Buscetta ha tzovato, pezaltzo, ziscontzo nelle coimputato Contoznodichiazazioni Salvatoze che zese ha dal indicato nel Calcedonio Sciazabba un affiliato alla famiglia mafiosa della "Noce" <Vol.125 f.11). Sulla scozta di tali zisultanze appaze confozme a giustizia disporre il zinvio a giudizio dell'imputato per rispondere dei zeati di cui ai capi 1 e 10 della zubzica, essendo rimasta accertata l'appartenenza del prevenuto alla consortezia mafiosa di cui e' processo. Ma l'imputato deve esseze chiamato a zispondere anche dei reati di cui ai capi 13, ZZ dell'epigrafe, in quanto il suo insezimento nel traffico di stupefacenti e ' compzovato dall'essere stato lo stesso sorpreso in possesso di mezzo chilo di eroina finissima <al 92~) che, insieme a Perna Francesco, trasportava da Palezmo a Roma per consegnarla a Fzank Coppola nella villa di quest'ultimo.
  • 92. - Pag.7.0S0 - In ordine a tale fatto l'imputato e' stato condannato a severa pena detentiva nell'ambito del procedimento penale n.13ZS/81 R.G.U.I. contro Frank Coppola, Perna Francesco, lo stesso S~iarabba Calcedonio ed altre persone. A cio' si aggiunga che il coimputato Sciarabba Giusto, pregiudicato per traffico di stupefacen,ti e indicato da Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno come affiliato alla famiglia della Noce, in atto latitante, ebbe a dichiarare, sentito come teste, di avere ricevuto assegni emessi da persone sospettate di essere inserite nel traffico di sostanzt" stupefacenti, per motivi inerenti alla sua attivita' di commerciante di vini e liquori e di averli consegnati allo zio, Calcedonio Sciarabba (Vol. 6/B f.12). riprovaInfine, intercorrenti a tra il dei predetto ed rapporti altri componenti della consorteria mafiosa di cui e' processo va segnalato che Sciarabba Giusto, in data 21.6.1979, ha tratto sul suo
  • 93. - Pag.7.051 - conto cozzente pzesso la Banca del Sud di Palezmo un assegno di lire 1.973.000 all'ozdine di Calcedonio Sciarabba che zisulta versato sul c/c di Contozno Antonina (Vol.1 f.142) sozella di Contorno Antonino (e quindi zia di Contozno Salvatoze) e madze dei Grado del cui inserimento a pieno titolo nel tzaffico delle sostanze stupefacenti si tratta in altze pazti della pzesente sentenza, alle quali si zimanda. A cio' si aggiunga che l'imputato, il 9.1. 1980, e ' stato identificato mentze si tzovava in compagnia di Spallino Michele e Lo Jacono Salvatoze Ugo, noto pzegiudicato e tzafficante di dzoga. appare di giustizia disporre il Sulla pzocessuali scozta di tali risultanze rinvio a giudizio dell'imputato pez rispondere anche dei reati di cui ai capi 13) e 22) della rubrica.
  • 94. - Pag.7.052 - Sciarabba Giusto Le stesse considerazioni svolte sul conto di Calcedonio Sciarabba valgono per Ino (Giusto) Sciarabba, che Tommaso Buscetta ha indicato come uomo d'onore della famiglia della Noce, affiliata alla organizzazione mafiosa denominata "Cosa Nostra". A dimostrazione della conoscenza che ha mostrato di averne, Buscetta, ha detto che lo Sciarabba gestiva una lavanderia a Roma e che era stato imputato assieme a lui nel c.d. processo dei f.10G) . 114 (Volo 124/A f.26) e (Vo1012l.j/A Orbene, tale accusa di appartenenza a "Cosa Nostra", provenendo da uno dei massimi esponenti di essa, non puo' far dubitare della responsabilita' del prevenuto in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 410, 416 bis C.P., 71 e 75 della legge n.685 del 1975 contestatigli con il
  • 95. mandato di - Pag.7.053 - cattuza n.323/84 del 29.9.1984, emesso a seguito della chiamata di cozzeo opezata nei suoi confzonti da Tommaso Buscetta. Pezaltzo le indicazioni foznite da quest'ultimo sul suo conto dallo Sciazabba Giusto, zimasto latitante, hanno tzollato ziscontzo nelle dichiazazioni rese da Contozno Salvatore che ha indicato, a sua volta, nell'imputato un uomo d'onoze della famiglia della "Noce" f.ll>. (Vol.1Z5 Tali risultanze pzocessuali, cezte ed univoche giustificano l'utile celebrazione del dibattimento nei confzonti dello imputato davanti la Corte di Assise di Palermo pez zispondeze dei zeati contestatigli ai capi 1) 10) della rubzica. Ma anche in ozdine alle altze imputazioni dell'inserimento sono emezsi pzobatori cezti e sufficienti dello elementi Sciazabba Giusto nel tzaffico delle sostanze stupefacenti pez come emerge dagli acceztamenti bancari che hanno evidenziato come la firma di gizata "Giusto Sciarabba" figuzi su
  • 96. - Pag.7.054 - numerosi assegni (Volo 1 f.142), (Vo1.1 f.143), (Vol.1 f.144), (Volo 1 f.145), (Volo 1 f.146), (Volo 1 f.147) emessi da altre persone e versati sul conto corrente intestato a Contoz:no Antonina, sorella e zia degli imputati Contorno Antonino e Contorno Salvatore, rispettivamente, nonche' madre dei Grado del cui inserimento, a pieno titolo, nel traffico delle sostanze stupefacenti si tratta ampiamente in altre parti della presente ordinanza, alle quali si rimanda. Appare, pertanto, aderente a tali risultanze processuali disporre il rinvio a giudizio dell'imputato davanti la Corte di Assise per rispondere, anche, dei reati contestatigli ai capi 13) 22) della rubrica.
  • 97. - Pag.7.055 - Scrima Francesco Tommaso Buscctta ha rei-tera-tamen-te accusato Scima Francesco d'essere aggrega-to a "Cosa Nos-tra" quale componen-te della famiglia di Por-ta Nuova <Vol.124 f.11). Egli, in par-ticolare, ha a~fermato che nel 1980, allorquando era venu-to a Palermo ed aveva avuto modo di incon-trarsi con Pippo Calo' che lo blandiva perche' riprendesse un ruolo a-t-tivo in seno alla famiglia, aveva appreso che il vice-capo di Por-ta Nuova, Lipari Giovanni (u' Tignusu), non era all'al-tezza della carica ricoperta e che ques-t'ultima quindi, nel 1982, era s-ta-ta assunta dallo Scrima, cugino di Pippo Calo' Buscetta ha detto che lo Scrima, macellaio dal carattere -taciturno e riservato, e:ra in buoni rapporti con lui durante il periodo (circa -trascorso insieme all'Ucciardone,cinque dove anni) quegli era stato ristretto
  • 98. - Pag.7.056 - per:che' coinvolto nel sequestro dell'ing. Luciano Cassina. Proprio in relazione al cennato delitto, lo Scrima che aveva sempre negato la sua responsabilita' aveva infine ammesso a Buscetta di essersi trovato, per puro caso, in via Principe di Belmonte all'atto del sequestro, facendo in tal modo intender:e al boss di Porta Nuova la parte da lui avuta nel sequestr:o eVol.124/A f.41). Lo Scrima, inoltre, ha riferito a lungo al Buscetta sul conto di Salvatore Rotolo dilungandosi su fatti concernevano. ed episodi che lo A riprova della conoscenza che ne aveva,I giova considerare che Buscetta ha ricbnosciuto fotograficamente lo Scrima evol.124/A f.104), e cio' raffor:za certamente l'accusa di appartenenza a "Cosa Nost:ra" da lui fatta. Contro l'imputato e ' stato emesso il mandato di cattura n.323/84 del 29.9.1984con il quale gli sono stati contestati i reati p. e p.
  • 99. - Pag.7.057 - dagli aztt.416, 416 bis cp., 75 e 76 della legge n.685 del 1975. Cio' pzemesso, va zilevato che l'espletata istzuzione ha evidenziato cezti e sufficienti elementi pzobatozi a cazioco dell'imputato, zimasto latitante, quali si desumono dalle "indicazioni" foznite sul suo conto da Buscetta Tommaso dalle quali si deduce l'appaztenenza dello Sczima Fzancesco a "Cosa Hostza". Tale appartenenza, d'altronde, e ' stata ribadita da Salvatore Contorno (Vol.125 f.11) il quale ha insistito sulla qualita' di uomo d'onoze della "famiglia" di Pozta Nuova dello Scrima. Pezaltro, la intimita' e la frequenza di rapporti tra l'imputato, Pippo Calo e Rotolo Salvatore (le cui posizioni vengono trattate in altre parti della ordinanza), era stata gia' rivelata da Leonardo Vitale il quale, nel corso delle dichiazazioni rese nel mazzo 1973, pose l'accento sui rapporti strettissimi tra i tre, complici in diversi misfatti (vedi ff.4 e 5 di tali dichiarazioni).
  • 100. - Pag.7.058 - Sulla scorta di tali acquisizioni processuali, appare di giustizia disporre il rinvio a giudizio dello Scrima Francesco per rispondere di tutti i reati ascrittigli ai capi 1) 10) 13) 22) della rubrica, ivi compresi i delitti concernenti il traffico degli stupefacenti. Invero, atteso il suo ruolo di "vice" del capofamiglia Pippo Calo', occorre far menzione di quanto ha asserito Buscetta (Vol.124/A f.115) laddove ha affermato che nel traffico di droga, cui ormai si sono convertite tutte le famiglie di "Cosa Nostra", il capo favorisce gli uomini d'onore a lui vicini e piu' interessi. funzionali ai suoi Ne deriva che se un personaggio come Pippo Calo' - indicato da Buscetta come uno dei piu' attivi trafficanti di stupefacenti - ha ritenuto di dover scegliere come suo "vice" lo Scrima, questi non puo' essere estraneo al traffico degli stupefacenti cui e' dedita la "famiglia" di appartenenza.
  • 101. - Pag.7.059 - Senapa Pietro Senapa Pietro e' stato raggiunto dai seguenti provvedimenti restrittivi della liberta' provvisoria: a) m. c. legge n.685/75; n.237/83 per artt.416 P.E. 75 b) m.c. n.372/83 per omicidio Lo Nigro e x:eati connessi; c) o . c . n.274/83 per omicidio Manzella e Pedone e x:eati connessi; d) o.c. n.279/83 pex: omicidio Rugnetta Antonino e reati connessi; e) o.c. n.280/83 per omicidio Tagliavia Gioacchino e reati connessi; f) o.c. n.283/83 per omicidio Lo Jacono Carmelo e Peri Ant., con reati connessi; g) o . c . n.285/83 per omicidio Buscemi e Rizzuto e reati connessi; h) o.c. n.286/83 per art.374 C.P.; i) o.c. n.290/83 per omicidio Patricola stefano e reati connessi;
  • 102. l) m.c. Ot:azio - Pag.7.0GO - n.278/84 pex omicidio Fioxentino m) m.c. n.323/84 per artt.416 e 416 bis C.P., at:tt.71 e 75 legge n.685 del 1975. In det1:o ultimo provvedimento debbono t:itenexsi assot:biti tutti i pxovvedimenti di cui alle pt:eceden1:i le1:tet:e, con esclusione dei pxovvedimenti di cui alle lettexe f) ed h). Senapa Pie1:xo, con Sinagxa Vincenzo "Tempes1:a" e Rotolo Salvatoxe e' uno dei killex piu' spietati della cosca di Coxso dei Mille e, pet: questo, uno dei piu' utilizza1:i dal Mat:chese. Ben conosciu1:o da S1:efano Calze1:1:a, veniva dallo stesso indicato come un Tet:oce assassino, killet: degli Spadaxo eVol.11 f.41), nonche' gxande ammit:atoxe di Maxio Pr.pstifilippo eVol.11 f.45). Il Senapa fxequen1:ava assiduamente i bagni Vir.zi' eVol.11 f.13) con gli al1:xi accoliti tr.a i quali l'Alfano ed, anzi, con questi e' t:itenuto
  • 103. - Pag.7.061 - dallo stesso Calzetta autore dell'omicidio di Francesco Lo Migro (Vol.11 f.43). Il Calzetta, poi, lo vede partecipare ad un banchetto sempre presso i bagni Virzi', in compagnia di Cece' Spadaro, Mario Prestifilippo, Carmelo Zanca, Lillo Tinnirello, Alfano Paolo, Rotolo Salvatore e Mario Abbate. Sinagra Vincenzo di Antonino ha diffusamente riferito delle imprese criminose del Senapa, avendolo avuto come complice in molti omicidi. Ed, invero, proprio in base alle dichiarazioni del Sinagra si e' potuto delineare un quadro esatto del ruolo avuto dal Senapa nei vari omicidi che hanno funestato Palermo negli ultimi anni. Pietroinfatti,Sinagra,ilSecondo Senapa: sopraggiunge immediatamente dopo il sequestro di Rugnetta Antonino, con Filippo
  • 104. MaI:chese. - Pag.7.06Z - Giuseppe MaI:chese, PietI:o VeI:nengo e Pino GI:eco "scaI:puzzedda", dal SinagI:a eI:I:oneamente indicato come "Giovannello GI:eco", e, insieme agli altI:i, aiuta "scaI:puzzedda" a tiI:aI:e la cOI:da peI: stI:angolaI:e il Rugnettai sempI:e con Filippo MaI:chese e Pino GI:eco, sopI:aggiunge dopo ciI:ca una OI:a dal sequestI:o di Rizzuto e Buscemi ed e' pI:esente allo stI:angolamento dei due e, a seI:a, aiuta i complici a tI:aspoI:taI:e i COI:pi peI: inabissaI:li in maI:ei uccide, insieme a Francesco "Peppuccio" SpadaI:o, di non aver volutoPatI:icola FI:ancesco, I:ivelare al Marchese I:eo ove si nascondesse il figlio Stefano, fuggito propI:io peI:che', essendo legato al clan dei Bontate, soppI:eSSOi temeva di esseI:e sempI:e con lo SpadaI:o su disposizione del MaI:chese uccide Ginetto Tagliavia ed, anche, i due sequestI:ano lo sfoI:tunato giovane pI:oprio in pI:esenza delSinagI:a
  • 105. - Pag.7.063 - pa%tecipa al sequest%o ed allo st%angolamento di Pedone Ignazio e Manzella CeSa%ei sequest%a, con Ma%chese Antonino, Lo Jacono Ca%melo e, nel condu%lo dal Ma%chese, tampona l'auto del Di Pe%i il quale, infastidito dal fatto che l'auto %esponsabile del tamponamento non si e%a fe%mata, li insegue, venendo ucciso dal Ma%chese stesso, ment%e esso Senapa uccide tentava dinel f%attempo,il Lo Jacono che, fuggi%e. Gli episodi sono stati t%attati specificamente in alt%a pa%te della p%esente o%dinanza e da tale t%attazione si puo' evince%e la p%ecisione delle dichia%azioni del Sinagra, obbiettivamente %iscont%ate dalle indagini di P.G. a suo tempo svolte a ca%ico di ignoti in %elazione a tali episodi delittuosi. Il Senapa, poi. olt%e che dal calzetta e dal Sinag%a, era ben conosciuto da Melluso Salvatore il quale, in sede di %icognizione fotog%afica, p%esentatagli lo indicava come pe%sona a Milano da Lo
  • 106. - Pag.7.064 - Presti Salvatore con il quale aveva rapporti di amicizia. Secondo il Melluso, l'imputato gli avrebbe confidato di essere un killer e di guadagnare molto bene con gli omicidi su commissione. Riferiva, ancora, il Melluso come il Senapa a Milano era molto vicino a Gaetano Fidanzati frequentava il ristorante "La Vecchia Milano" del quale erano titolari Murianni Cosimo e Peppino Murgida, Francis Turatello. entrambi fatti sparire da D'Amico Pasquale, uno degli uomini piu' vicini a Raffaele Cutolo, tra le tante notizie utili ad inquadrare i rapporti mantenuti da Michele Greco con il predetto e con gli altri "campani", riferiva di aver appreso dal suo capo come il Senapa fosse un pericolosissimo killer. Il Senapa, quindi, aveva un ruolo di grande preminenza all'interno della famiglia di Corso dei Mille in particolare e all'interno di "Cosa Nostra" in generale.
  • 107. - Pag.7.065 - Sintomatiche, a tale p~oposito, sono le circostanze dell'arresto dello stesso, fermato mentze, il 14.2.82, a bordo di una autovettura di pzopzieta' di Lucchese Diego, faceva da autista ad Aglieri Giorgio (Vol.3/S f.89). In detta autovettura, inolt~e, venivano ~invenuti anche documenti (una comunicazione Pzestifilippoaappa~tenentigiudizia~ia) Giovanni. Aglieri Giorgio - il cassie~e della mafia suicidatosi mentre era ristretto in un manicomio giudizia~io era stato pesantemente coinvolto nelle indagini relative al laboratorio di e~oina di Via Messina Ma~ine, essendo stati zinvenuti, tza l'altzo, nella sua abitazione, banconote, anche di valuta stranie~a, pe~ centinaia di milioni a seguito del c . d • "blitz di Villagrazia". P~estifilippo Giovanni, dal canto suo, e' stato concordemente indicato dal Buscetta e dal Contorno come uno degli elementi. di spicco della famiglia di Ciaculli,
  • 108. - Pag.7.066 - con preminenti stupefacenti. interessi nel campo degli Non v' e ' , quindi, dubbio alcuno della appartenenza del Senapa alla famiglia di Corso dei Mille, del Sinagra date le circostanziate dichiarazioni secondo le quali l'imputato spesso sopraggiungeva con il capo di detta famiglia per "interrogare" le vittime e strangolarle. Del pari, nussun dubbio puo' sussistere sul coinvolgimento del Senapa nel traffico di stupefacenti, stanti, come detto, le circostanze del suo arresto con un peI:sonaggio come l'Aglieri. A cio' si deve aggiungere che il clan del Marchese disponeva nel covo di Sant'Erasmo di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti. Deve, quindi, riteneI:si che anche il Senapa, date le sue "fI:equentazioni" ed il suo fossestretto rappoI:to con il Marchese, interessato al tI:affico di tali sostanze. UlterioI:e dimostI:azione del coinvolgimento del Senapa nel traffico di stupefacenti e'
  • 109. - Pag.7.067 - stata data in altra parte dell'ordinanza, parlando dei rapporti tra l'imputato e Di Salvo Nicola, rapporti che, in una con la circostanza dell'arresto con l'Aglieri, confermano i collegamenti di esso Senapa con i personaggi coinvolti nel "blitz" di via Valenza e nelle indagini concernenti il laboratorio di eroina di via Messina Marine. Ripercorz:endo, in questa scheda, giova z:icoz:daz:e come, paz:tendo da un bz:evemente probatoz:ie, l'esame di quelle acquisizioni si accertava come detto assegno assegno di lit. dal Di Salvo, 9.100.000 emesso il 18.6. 1981 un'autovettuz:a Turbo Alpine fosse stato utilizzato Renau1t RS pez: acquistare intestata a Lauz:icella Angela, moglie del Senapa. Anche un'altra operazione bancaria ha evidenziato i rappoz:ti del Di Salvo con il Senapa, sempz:e in z:elazione ad acquisti di autovetture. Vitrano Antonino il 21.1.1980, emetteva un assegno di lit. 4.000.000, assegno
  • 110. - Pag.7.068 - che veniva negoziato da Di Salvo Nicola (Vol.12/S ~.144). Attraverso esami testimoniali emergeva come il Vitrano avesse consegnato l'assegno a Pitarresi Domenico quale prezzo di acquisto dell'autovettura usata FIAT 127 targata 515519, af~idata al Pitarresi per la vendita dal Di Salvo: anche tale vettura veniva intestata alla moglie del Senapa, Lauricella Angela. Tali risultanze probatorie mostrano, tra l'altro, come il Senapa, all'interno della organizzazione avesse un ruolo di gran lunga superiore a quello del Di Salvo il quale ultimo, appunto, doveva esporsi per procurare al primo le autovetture. Che il Senapa,poi, orbitasse nell'ambiente di Filippo Marchese e' dimostrato da altre risultanze di accertamenti bancari. Il Senapa, infatti, ha negoziato un assegno per lite 2.800.000 tratto sul c/c di Lupo Giuseppe ed emesso all'ordine di Tinnirello Gregorio il quale, a sua volta, lo aveva girato al Senapa.
  • 111. - Pag.7.069 - Senapa pietro, inoltre, e' stato testimone delle nozze Calcagno Tagliavia, alle quali avevano partecipato altri mafiosi quali Iano Lombardo, i fratelli Graviano, Giuseppe Battaglia. Il Calcagno risult.a ricercato perche' imputato delinquere. di omicidio e associazione per Le sue nozze si sono celebrate il 30.10.1980 eeYo1.8/S f.74) e segg.) eeYol.8/S f.91) e segg.) eYol.8/S f.102). E' da notare, inoltre, che il banchetto nuziale venne pagato con un assegno tratto da Di Salvo Nicola sul suo c/c. L'imputato va, quindi, rinviato a giudizio per rispondere dei reati di cui gli artt.416 e 416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/75 e di tutti gli altri reati di cui si e' trattato altrove. specificamente
  • 112. - Pag.7.070 - Se:t:ra Carlo Nei confronti del Ser:t:a il P.M. di Roma, ha emesso, il ZZ.11.1983, l'ordine di cattura n.1135/83 pe:t: i delitti di associazione per delinque:t:e e finalizzata al t:t:affico di sostanze stupefacenti (capi 9 e ZO dell'epig:t:afe) e, il 30.11.1983, l'o:t:dine di cattura n.1169/83 per il delitto di detenzione e vendita di cocaina (capo 44); gli atti sono stati trasmessi, poi, a questo Ufficio pe:t: competenza per connessione. Come si e' ampiamente illust:t:ato, le indagini della Guardia di Finanza di Roma, iniziate su alcuni soggetti che appa:t:ivano come spacciatori di stupefacenti di medio calibro sul mercato della Capitale. hanno gradualmente consentito di accertare che quei soggetti erano i terminali della pericolosissima organizzazione mafiosa catanese dei Ferrera e di Nitto dedita ad ogni genere di attivita'Santapaola, illecita, f:r:a cui anche il traffico
  • 113. - Pag.7.071 - inteznazionale di stupefacenti su lazga scala, e collegata con la mafia pale~mitana. Pez i pazticolazi si zinvia a quanto si e' esposto nella parte 2, capitolo 4. Il Serra, socio di fatto del coimputato Cannizzaro Umberto nella gestione di una pellicceria nella via del Corso di Roma, e' sicuzamente membro di non secondaria impoztanza dell'associazione criminosa ed e' coinvolto da tempo noto alla Polizia sicuramentealtrettanto stupefacenti. Il Serra e' nel traffico di Giudiziaria pez il suo coinvol~imento in attivita' illecite di vario geneze. Si richiama, in proposito, tza i fatti piu' recenti, quanto (Fot.117613); in rifezito dai CC. di 1'8.9.1982 (Fot.117082) Monterotondo' (Roma) particolare, va fatto cenno che la pellicceria di via del Corso era punto di ziferimento del latitante Trisolini Vincenzo e che, in sede di perquisizione domiciliare nell'abitazione del Serza, vennero rinvenuti un falso passaporto con la sua fotografia e, occultata nella
  • 114. - Pag.7.07Z - SO milioni inla somma di oltrebiancheria, contante. La figura del Serra in queste indagini e' emersa in relazione ai suoi accertati contatti telefonici ed incontri con Giovanni Rapisarda, del quale si e' (Fot.11462.5). gia' parlato (Fot.11462.4) - Veniva disposta, allora, l'intercettazione dell'utenza della pellicceria di via del Corso, intestata al prevenuto, rivelava proficua. e l'iniziativa si A parte le telefonate di contenuto equivoco (sulle quali il prevenuto non e' stato in grado di dare alcuna giustificazione: vedi, ad esempio, quella di cui ai (Fot.11462.6) (Fot.11462S) in cui si accenna ad un "cliente" che dava problemi), venivano registrate alcune telefonate fra il Serra e un uomo poi identificato per Cagnano Ciro che inducevano la Finanza ad intervenire, effettuando una perquisizione domiciliare in un negozio sito in via Vigna
  • 115. - Pag.7.0?3 - Fabb:ri n.8/D (allo stesso civico vi e' l'abitazione di Cannizza%o Umbe:rto) nel quale avrebbe dovuto essere recapitato il carico di un autocarro proveniente da Salerno. Nel negozio veniva rinvenuto, nascosto sotto il bancone di vendita, un quantitativo di grammi 266 di clo:rid:rato di cocaina e venivano arrestati il (nipote di UmbertoSerra e Geremia Sebastiano Cannizzaro). Addosso al Ge:remia veniva rinvenuto un foglio di appunti di pertinenza, come ammesso da quest'ultimo, del Se:r:ra in cui, fra le alt:re, vi erano annotate le utenze telefoniche dei e Paolo(Zi Tu:ri)coimputati Ie:rna Salvatore Fiche:ra. A questo punto, e' possibile comp%ende%e di cosa parlasse il Ser:ra nella telefonata dell'8.2.1983, fra lui e ce:rto Giacomino del quale non ha voluto forni:re alcuna indicazione (Fot.114638) - (Fot.114639): "G: sono qua vicino. Senti ..... siccome quello li' mi ha p:romesso che mi dava quella :roba ........ 7 o 8 pezzi .
  • 116. - Pag.7.074 - S: (incomprensibile) .... 8 pezzi di che cosa? (con tono arrabbiato). G No per dire .... quella cosa la', no? S: 8 pezzi di che cosa? G: Ti ricordi l'altro giorno? S: E che cosa e', cos'e', salmone?? G: Si' . S: Ehi C'era bisogno ..... dici otto pezzi .... otto pezzi (parolaccia) ... G: No. S: eh, si dice salmone coso, Cosi' si paz:la Il G: Ma otto .. eh, salmone, insomma .. e in piu' una bottiglia di whisky .. pero' siccome me la doveva consegnaz:e oggi .... adesso me la da domani mattina. S: Domani mattina? G: Sì'. Io posso veniz:e la' vez:so mezzogioz:no eventualmente oppure a quest'oz:a, sempre alle cinque, quando ti fa comodo. S: Pez: me puoi veniz:e quando vuoi. Puoi venire a mezzogiorno a poz:tare queste cose .