A Marchese (Pd) 58mila euro
in nero per la campagna elettorale

Mercoledì 4 Giugno 2014
Il consigliere regionale del Pd Giampietro Marchese
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VENEZIA - L'accusa mossa nell'ambito dell'inchiesta Mose a Giampietro Marchese, consigliere regionale del Pd e uno degli esponenti di spicco dei democratici in Veneto, è di aver ricevuto finanziamenti illeciti per la sua campagna elettorale.

La somma che avrebbe ricevuto ammonta a 58mila euro, grazie a una serie di fatture false per operazioni inesistenti versate dalla societa Co.Ve.Co per 33mila euro e Selc per 25mila euro, senza che comparisse il Consorzio Venezia Nuova come reale finanziatore. Un sistema di cui Marchese avrebbe goduto in altre campagne elettorali.

Inoltre, sarebbe stato assunto fittiziamente presso la Eit. Studio Srl per complessivi 35mila euro.

Nelle carte dell'inchiesta compare anche la riproduzione di un appunto cartaceo scritto a mano, sequestrato nel luglio 2013 ad una dipendente del Coveco, con le 'erogazioni' effettuate dalla coop fino all'11 ottobre 2011. In esso si leggono i nomi di Marchese, ma anche quelli del consigliere regionale del Pd Lucio Tiozzo (33mila euro), della Fondazione Marcianum (100mila euro), il polo pedagogico-accademico fondato a Venezia dall'allora patriarca Angelo Scola, il Pd provinciale di Venezia (33mila) e il Premio Galileo a Padova (15mila euro). In proposito, il consigliere del Pd Lucio Tiozzo ha dichiarato di aver ricevuto il finanziamento in modo lecito, e di averlo dichiarato ufficialmente al Consiglio Veneto, per i successivi adempimenti, in occasione delle regionali 2010.
Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA