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A tavola col cibo spaziale «Così mangia Samantha»

L’astro chef padovano Stefano Polato protagonista di una cena-degustazione «Nella dispensa degli astronauti frutta, zuppa e frullati». Ma non gli spaghetti

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LEGNARO. Altro che insipide e tristi pillole sostitutive dei pasti: nell’anno di Expo, non solo i prodotti e le materie prime di qualità, ma anche l’alta scuola di cucina italiana hanno conquistato lo spazio grazie al progetto “Space food” per la missione Futura di Samantha Cristoforetti. Un viaggio dalla Terra allo spazio e ritorno, che ora, grazie alla “Space box” si può consumare comodamente seduti a tavola in casa propria, sperimentando il cibo che l’astro chef Stefano Polato, responsabile dello Space Food Lab di Argotec di Torino e chef del ristorante Campiello di Monselice (lui è originario di Solesino, nel Padovano) ha creato per la nostra astronauta. Un’esperienza resa possibile da Gnammo (www.gnammo.com), piattaforma nata nel 2012 e che oggi conta già 70 mila utenti, che promuove il social eating in tutta Italia.

Nei giorni scorsi per la prima volta un evento di home restaurant ha fatto tappa nel Padovano con l’evento “Cibo spaziale per terrestri” a cui si è prestato lo chef della community di Gnammo Alberto Berto. Sotto la supervisione di Polato, Berto, direttore commerciale per professione e cuoco per passione, ha rivisitato i preparati “spaziali” in un menu originale che si è aperto con un aperitivo a base di fragole e avocado, per proseguire con un gratin di hamburger di quinoa con sfoglie di patate al timo, gnocchi al cucchiaio su vellutata di cereali, arrosto di melanzane, cereali e mandorle e un cremoso di semi di chia e smoothie per finale. La cena si è consumata in una casa privata, messa a disposizione da un’amica di Berto. A tavola una compagnia di persone che non si conoscevano prima e che hanno scelto di partecipare all’evento aderendo all’invito pubblicato sulla piattaforma Gnammo. Polato ha così raccontato come è nato il menu per Samantha Cristoforetti, un lavoro durato due anni e mezzo: «Prima ho dovuto conoscere le abitudini alimentari e i gusti di Samantha» ha raccontato l’astro chef, «poi c’è stata una prima scelta degli ingredienti e della loro preparazione con i test di stabilizzazione fino alla composizione finale del menu presente ora nella dispensa spaziale».

In sintonia con la filosofia di Samantha, molto attenta al tema del cibo e della sana alimentazione, e con lo spirito di Expo 2015, i preparati “spaziali” rispettano e valorizzano nella scelta degli ingredienti la biodiversità del patrimonio alimentare. Accanto a una serie di verdure e frutti liofilizzati, gustosi come e più di quelli freschi e decisamente stuzzicanti nella tipica consistenza “crunchy”, sono nati la zuppa di legumi, l’insalata di quinoa con sgombro e verdure, i frullati di frutta biologica e le barrette con goji cioccolato e spirulina e tanti altri piatti pronti al consumo. «Sono preparati che piacciono molto anche ai colleghi di Samantha», confessa Polato, già impegnato a studiare nuovi menu richiesti da astronauti stranieri. La cucina italiana dopo aver conquistato la Terra conquista l’Universo e poco importa, a questo punto, se Astro Samantha ha dovuto rinunciare al piatto italiano per antonomasia come gli spaghetti che nemmeno la super tecnologia dei laboratori Argotec e la magia dello chef Polato hanno potuto trasformare in versione spaziale.

Elena Livieri

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