Un'innocente evasione di un frontman non rassegnato a un periodo di pausa (forzata) o il primo cigolio di quella che, per quasi un ventennio, è stata l'invincibile corazzata industrial metal teutonica? Prima di lanciarsi in fantasiose ipotesi, conviene limitarsi a registrare la recente mossa di Till Lindemann, voce e volto dei Rammstein, che da pochi giorni è uscito allo scoperto con il suo progetto solista.
Il gruppo, battezzato con il cognome del cantante, sulla pagina Facebook ufficiale offre pochissime informazioni: secondo quanto trapelato fino ad ora, ad affiancare Lindemann nell'avventura ci sarebbe Peter Tagtgren, già frontman degli Hypocrisy, fidura di spicco del death metal svedese e già chiamato in cabina di regia da - tra gli altri - Dimmu Borgir, Children of Bodom, Immortal e Celtic Frost.
Per il momento, i primi frutti delle session in studio del duo sono rimasti appannaggio di una selezionatissima cerchia di amici e colleghi come il trio svedese Raubtier, che ha definito il sound dei Lindemann "impressionante".
Di certo, il futuro dell'ensemble che debuttò nel '95 con "Herzeleid" pare oggi tutto fuorché chiaro: nella seconda metà dello scorso anno il chitarrista Richard Kruspe annunciò un periodo di pausa a tempo indeterminato, senza però escludere a priori un ritorno in attività. Meno rassicurante, lo scorso novembre, fu sempre lo stesso addetto alle sei corde della formazione, che lasciò intendere un possibile prossimo scioglimento del gruppo: "I Rammstein sono - o sono stati - una parte fondamentale della mia vita, ma sono comunque pronto a guardare avanti", spiegò l'artista, "I dischi ormai non si vendono più, così la gente è costretta a suonare dal vivo, per guadagnare, come fanno i Rolling Stones: sarei molto contento se i Rammstein non facessero lo stesso errore. Preferirei che tutto si chiudesse lasciando un buon ricordo".