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TRIBUNALE DI PALERMO
UFFICIO ISTRUZIONE PROCESSI PENALI
N. 2289/82 R.G.U.I.
ORDINANZA - SENTENZA
emessa nel procedimento penale
CONTRO
ABBATE GIOVANNI + 706
VOLUME N. 31
- Pag.6.449 -
Palestini Fiozavante
Nei confzonti di Fiozavante Palestini
venne emesso mandato di cattuza 233/83 del 27
maggio 1983, con il quale gli fuzono contestati
i zeati di cui agli aztt.416 C.P., 75 e 71 legge
n.G85 del 1975 (capi 7, 17 e 40 dell'epigzafe).
Eza stato tzatto in azzesto dalla Polizia
egiziana il 24 maggio 1983 pezche' sozpzeso a
bozdo della nave Alexandzos G. pzoveniente dalla
Thailandia con un cazico di ben 233 chilogzammi
accertavano
di ezoina,
condotte,
che le indagini
eza
in
stato
proposito
inviato
dall'ozientale Koh Bak Kin all'organizzazione
siciliana capeggiata da Rosario Riccobono e
Gaspare Mutolo.
Del Palestini tzatta ampiamente la parte
della sentenza dedicata ai traffici di droga
condotti dal Mutolo e dal Riccobono.
- Pag.6.450 -
In questa sede giova sinteticamente
ricordare che egli, originario di Giulianova,
ove il Gaspare Mutolo era stato in soggiorno
obbligato, venne per. la prima volta
all'attenzione degli inquirenti allorche' in
data 22 aprile 1982 fu trovato a casa del Mutolo
durante una perquisizione ivi effettuata.
Le indagini immediatamente condotte dopo
il suo arresto consentivano di accertare che
aveva effettuato diversi viaggi in Thailandia
nell'aprile, nel luglio, nell'ottobre e nel
dicembre 1982 (Yol.65/R f.279) e che era stato
in contatti anche telefonici col Mutolo
risultando fra gli appunti sequestratigli un
recapito telefonico di una abitazione attigua a
quella del . coimputato (Yol.2/R f.183) +
(Vol.65/R f.203) e (Yol.65/R f.308).
La sua convivente Luana De Angelis,
inoltre, riferiva che si era recata con lui a
- Pag.6.451 -
Pale~mo in casa del Mutolo f~a l'ottob~e ed il
novemb~e 1981 (Vol.65/R f.35Z), in significativa
coincidenza tempo~ale con l'a~~esto a Pa~igi di
F~ancesco Gaspa~ini, co~~ie~e
dell'o~ganizzazione sicili~na. Aggiungeva che
qualche mese dopo il Palestini le aveva
telefonato da Pale~mo e p~op~io dalla casa del
Mutolo e si acce~tava, t~attandosi di telefonata
che e~a stata intercettata, che la data di essa
e' il 29 ap~ile 1982, cioe' pochi giorni prima
che l'imputato facesse il suo primo viaggio in
Thailandia (Vol.1/R f.238).
Rife~iva ancora la De Angelis che il
Palestini le aveva p~esentato un o~ientale dal
nome simile ad una ma~c~ di siga~ette e cioe'
"Kim" (e palese il ~ife~imento a Koh Bak Kin) e
che nel 1983 l'aveva condotta ad Atene,
lasciandola a lungo sola in albe~go.
- Pag.6.li52 -
Nel corso di altra testimonianza, resa dal
tenente della Polizia greca Paulos Bograkos,
costui riferiva eVo1.78/R f.69) + eVol.94/R
f. 1) , riportando in gran parte notizie
fornitegli dal comandante della nave Alexandros
G., a bordo della quale era stato arrestato il
Palestini, che costui era salito sulla nave al
largo della Thailandia allorche' sul natante era
stato trasbordato il carico di droga e con lo
specifico incarico di sorvegliarlo.
Il Palestini, da parte sua, avvicinato
nelle carceri egiziane, dove e' ristretto per
scontare la pena dell'ergastolo ivi inflittagli,
dal Magg. Pitino e del dr. Portaccio (Vol.76/R
f.l) + eVol.103/R f.9l) + (Vo1.107/R f.7),
spontaneamente riferiva a costoro di aver
conosciuto il Mutolo a Giulianova e di avere
frequentato la sua abitazione di Palermo.
l'arresto del predetto, era
Dopo
stato
contattato,
- Pag.6.453 -
nel novembze dèl 1982, dai fzatelli
Michele e Salvatoze Micalizzi. i quali gli
avevano proposto di trasportaze in Sicilia dalla
Thailandia un carico di ezoina a bordo di una
nave. Successivamente era stato contattato da
Giovanni Mutolo, fzatello di Gaspaze, che, nel
gennaio 1983, lo aveva presentato a tze
pezsonaggi molto autozevoli, che non sapeva (o
voleva) identificaze, i quali lo avevano
convinto a poztare a compimento il progetto
pzima espostogli dal Micalizzi.
Si eza pertanto nel mazzo 1983 poztato in
Atene, dove, previ contatti con i coimputati
Dimitzios Ghezokunas e Fotios Palmos, aveva
ricevuto l'incarico di recarsi in Thailandia in
apzile. Ivi giunto, dopo qualche giorno i
trafficanti locali lo avevano condotto a bordo
di un peschezeccio vicino all'isola di Findordr,
dove era avvenuto il trasbordo sull'
G ••
Ale><andzos
Concludeva, riconoscendo in alcune delle
fotografie mostrategli il Mutolo, RosaJ::io
Riccobono e, forse, Benedetto Santapaola.
- Pag.6. lf54 -
Nel corso del suo interrogatorio
giudiziale (Vol.131/R f.258) si mostrava molto
piu' reticente, ma ammetteva comunque di essersi
che gli aveva
recato in Thailandia su incarico del Palmos
(quello incontrato ad Atene),
pagato il biglietto aereo.
Le suesposte risultanze della istruzione
ricevevano clamorosa conferma proprio ad opera
rendendo ampie edel Koh Bak Kin,
particolareggiate
il quale,
dichiarazioni sui suoi
rapporti col gruppo palermitano del Mutolo,
riferiva in particolare sul Palestini, che
costui gli era stato dal primo presentato a Roma
dopo l'arresto a Parigi del corriere Gasparini e
che con lo stesso Palestini aveva effettuato
diversi viaggi a Palermo proprio al fine di
organizzare il trasporto della droga via mare.
Nel frattempo gli aveva consegnato piu' modici
quantitativi di eroina, personalmente o a mezzo
di altri corrieri, uno dei quali veniva
identificato in Michele Abbenante. stante il
riferimento del Kin al fatto che era stato
arrestato a Roma, ed altro in Thomas Alan.
- Pag.6.455 -
Le modalita' del t:raspo:rto del piu'
ingente quantitativo di d:roga e:rano state poi
piu' volte discusse in Pale:rmo in casa del
Mutolo, nonostante costui fosse stato nelle mo:re
t:ratto in a:r:resto. Stabilito finalmente
l'acco:rdo, si e:ra incont:rato col Palestini e con
alt:ri siciliani a Zu:rigo, :ricevendo parte del
dena:ro spettantegli pe:r la fo:rnitu:ra. Quindi
aveva atteso in Thailandia il Palestini
consegnandogli la d:roga ed accompagnandolo fino
all'imbarco sulla Alexandros G..
Quanto sop:ra sinteticamente esposto e
quanto piu' analiticamente riferito nella
richiamata parte della sentenza dimostra la
:responsabilita' del Palestini quale componente
della associazione per delinquere finalizzata al
traffico di droga facente capo al Mutolo ed il
suo coinvolgimento nel traffico medesimo,
conclusosi per lui con l'arresto in territorio
egiziano ed il sequestro del carico trasportato.
Va, pertanto, rinviato a giudizio per
:rispondere dei :reati contestatigli ai capi 17 e
40 della epigrafe.
- Pag.6.456 -
Non sussistono invece seri elementi per
ritenere che col Mutolo ed i suoi complici egli
si sia associato per commettere piu' delitti
anche diversi dal traffico di eroina ed anzi la
specifica attivita' posta in essere e le stesse
modalita' di "reclutamento" da parte del Mutolo
inducono ad escludere che dell'associazione
mafiosa di costui sia egli organicamente entrato
a far parte. Trattasi con ogni evidenza di uno
di quei trafficanti con i quali. secondo le
concordi dichiarazioni del Buscetta e del
Contorno, possono nel commercio della droga
associarsi gli "uomini d'onore". senza che cio'
comporti loro organico inserimento
nell'associazione mafiosa.
Va, pertanto, il Palestini prosciolto dal
contestatogli come al capo
non aver commesso il fatto.
reato di associazione
7
per delinquere
dell'epigrafe per
- Pag.G.457 -
Palmos Fotios
Nei confronti di Fotios Palmos venne
emesso mandato di cattura 389/83 del 27 agosto
1983, con il quale gli furono contestati i reati
di cui agli artt.416 C.P., 75 e 71
del 1975.
legge n.685
Dell'imputato tratta ampiamente la parte
della sentenza dedicata, tra l'altro,
in data 24 maggio 1983,all'arresto in Egitto,
di Fioravante Palestini ed al contestuale
sequestro della nave Alexandros G., a bordo
della quale egli si trovava con un ca~ico di ben
233 chilogrammi di eroina purissima di origine
thailandese.
In questa sede giova ricordare che,
secondo la deposizione del tenente della Polizia
ellenica Paulus Bograkos (Vo1.78/R f.69) +
organizzato~i
(Vol.94/R f.1),il Palmos
del
fu uno degli
carico
sicilianaall'organizzazione
spedito
- Pag.6.458 -
dall'orientale Koh Bak
capeggiata
Kin
da
Gaspare Mutolo. Nel marzo del 1983 si reco'
infatti in Svizzera col comandante della nave
Gherokunas per ricevere il denaro occorrente per
il viaggio.
A sua volta il Gherokunas ha
spontaneamente riferito al Magg. stefano Pitino
(Vo1.82/R f.l) che il Palmos gli fece intendere
che aveva dietro di se' in Svizzera persone
"molto grosse", delle quali era meglio non
cercasse lo stesso Gherokunas di fare
conoscenza.
Da parte sua il Fioravante Palestini, in
altre dichiarazioni spontaneamente rese , allo
stesso Magg. Pitino ed al dr. Portaccio
(Vol.76/R f.2) + (Vol.103/R f.92) + (Vo1.107/R
ha riferito di avere in Atene nel marzof.7) ,
1983 incontrato il Gherokunas ed il
Palmos,
- Pag.6.l.f59 -
ricevendo da costoro l'incarico di
recarsi a Bangkok e contattare il fornitore
dell'eroina per preannunciargli l'arrivo della
nave sulla quale doveva essere trasportato il
carico. E dallo stesso Pa.lestini risultano
effettuate mentre si trovava in Thailandia ben
tre telefonate all'utenza di Atene intestata
all'imputato in esame (Vol.122/R f.242).
Nel corso del suo piu' reticente
interrogatorio giudiziale, inoltre, il Palestini
ha comunque ammesso di essersi recato in
Thailandia su invito del Palmos, che gli aveva
anche regalato il biglietto aereo
f.259L
(Vo1.131/R
Del Palmos ha altresi'
Sebastiano Dattilo in
parlato
relazione
l'imputato
ad altro
traffico di eroina, questa volta proveniente
dalla Turchia, di cui si tratta nella stessa
richiamata parte della sentenza.
Il Dattilo ha infatti riferito (Vol.16/RA
f.40) + (Vo1.17/RA f.185) +
- Pag.6.460 -
(Vol.~~/RA i.4) + (Vol.2~/RA i.10) + (Vol.41/RA
f.82)che anche il Palmos, da lui definito "longa
G%ecia, si occupavamanus"
delle
dei pale%mitani
modalita' tecniche
in
del t%aspo%to del
ca%ico, ma, essendo nel i%attempo giunta notizia
del sequest%o in Egitto della Alexand%os G., si
era %eso i%%epe%ibile ingiungendo p%ima ai suoi
complici di disfa%si degli appunti con i suoi
%ecapiti telefonici da lui p%ima fo%niti.
Sussistono, pe%tanto, a ca%ico
dell'imputato sufficienti prove di colpevolezza
in o%dine alla contestata sua pa%tecipazione
all'associazione pe% delinque%e finalizzata al
t%aifico di sostanze stupefacenti facente capo
al Gaspa%e Mutolo ed al Koh Bak Kin ed al
contestato t%affico di d%oga conclusosi con il
piu' sopra menzionato sequestro di 233 kg.Di
e%oina.
Non sussiste invece elemento alcuno che
induca a %itenere si sia l'imputato coi p%edetti
associato al fine di commettere delitti anche
diversi dal t%affico di d%oga e va,
egli prosciolto dal %elativo addebito.
pertanto,
Deve
- Pag.6.461 -
conseguentemente il Palmos esser
rinviato a giudizio per rispondere'dei reati di
cui ai capi 17 e 40 dell'epigrafe e prosciolto
per non aver commesso il fatto dal reato
ascrittogli al capo 7.
- Pag.6.~62 -
Pandolfo Sebastiano
Nei conf~onti di Sebastiano Pandolfo
venne~o emessi mandato di cattu~a 388/82 del 7
ottob~e 1982, pe~ i ~eati di cui agli artt.416
C.P.e 71 legge n.685 del 1975; mandato di
cattura 416/82 del 26 ottobre 1982, per i reati
di sequest~o di persona, minaccia grave,
detenzione e po~to illegal~ d'a~mi; e mandato di
cattura 461/82 del 25 novembre 1982, per il
reato di cui all'art.75 legge n.G85 del 1975,
essendo emerso dalle dichiarazioni' rese da
Armando Di Natale che egli apparteneva ad
associazione per delinquere, operante nella zona
di Siracusa e capeggiata da Nunzio Salafia, che
aveva importato dal Marocco 600 Kg.di hashish, e
èhe lo stesso Di Natale, reo di essersi
appropriato di una parte dello stupefacente
importato, era stato in Florida trattenuto
contro la sua volonta' all'interno di un villino
e gravemente minacciato con armi da parte di
alcuni esponenti dall'associazione,
Pandolfo.
fra cui il
- Pag.6.Q63 -
In ordine a tali fatti procedeva questo
Ufficio in quanto, in forza delle stesse
dichiarazioni del Di Natale, l'omicidio di Alfio
Ferlito, commesso in Palermo, era stato
addebitato al Nunzio Salafia e ad altri membri
dell'associazione.
Dei fatti tratta ampiamente la parte della
sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito
e si e' in quella sede rilevato che, dovendo
esser prosciolti da quest'ultima imputazione (e
da quella, loro successivamente contestata, di
omicidio del generale Dalla Chiesa) i preve~uti
Nunzio Salafia, Salvatore Genovese ed Antonino
Ragona, cui anche era stata addebitata in forza
delle dichiarazioni del Di Natale, e' venuta
meno ogni ragione di connessione al presente
procedimento dei fatti ascritti al Pandolfo, "il
piu' grave dei quali (associazione per
delinquere finalizzata al traffico della
sostanza
commesso.
stupefacente) risulta in Siracusa
- Pag.6.LJ64 -
Va dichiarata, pertanto, l'incompetenza
per territorio del Giudice istruttore di Palermo
in ordine ai reati di cui ai capi 8, 18, 27,
Pandolfo
407, 408,
e
409 e 410 dell'epigraie ascritti al
trasmessi al Procuratore della
Repubblica di Siracusa i relativi atti (previa
acquisizione di copia dei medesimi a questo
procedimento), specificamente indicati nella
richiamata parte della sentenza dedicata
all'omicidio di Alfio Ferlito.
- Pag.6.465 -
Papastavru stavros
Nei confronti di stavros Papastavru venne
emesso mandato di cattura 389/83 del 27 agosto
1983, con il quale gli furono contestati i reati
di cui agli artt.416 C.P., 75 e 71 legge n.685
del 1975 (capi 7, 17 e 40 dell'epigrafe).
Dell'imputato tratta la parte della
sentenza dedicata, tra l'altro, all'arresto in
Egitto in data 24 maggio 1983 di Fioravante
Palestini ed al contestuale sequestro della nave
Alexandros G. , a bordo della quale egli si
trovava con un carico di ben 233 chilogrammi di
eroina purissima di origine thailandese. Il
Papastavru era uno dei componenti
dell'equipaggio 'del natante, identificato ed
arresto dalI Polizia egiziana.
Nella richiamata parte della sentenza e'
stato dimostrato che il carico di eroina era
dall'orientale
capeggiata
stato inviato
all'organizzazione siciliana
Koh Bak Kin
da
- Pag.6.466 -
Gaspare Mutolo e, pertanto, sussistono a carico
dell'imputato sufficienti prove di colpevolezza
in ordine alla contestata sua partecipazione
all'associazione per delinquere finalizzata al
traffico di sostanze stupefacenti comprendente i
menzionati Mutolo e Kin ed al contestato
traffico di droga conclusosi con suddetto
sequestro di 233 Kg.di eroina.
Non sussiste invece alcun elemento che
induca a ritenere si sia l'imputato con i
predetti associato al fine di commettere delitti
anche diversi dal traffico di droga e va,
pertanto, prosciolto dal relativo addebito.
Deve conseguentemente essere il Papastavru
rinviato a giudizio per rispondere dei reati di
cui ai capi 17 e 40 dell'epigrafe e prosciolto
invece per non aver commesso il fatto dal reato
ascrittogli al capo n.7.
- Pag.6.467 -
Patricola Stefano
Patricola Stefano e'
seguenti provvedimenti
stato raggiunto dai
restrittivi della
liberta' personale:
a) mando di cattura n.237 del 31.5.83 per
i reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge
n.685/75i
b) mando di cattura n.373 del'8.8.83 per
il reato di cui all'art.71 legge n.685/75;
c) mando di cattura n.323/84 nel quale si
intendono assorbiti i provvedimenti di cui alle
lettere a) e b).
Il Patricola, pertanto, deve rispondere
dei reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71
e 75 legge n.685/75.
Calzetta Stefano (Vol.11 f.22) indicava il
Patricola come legato a Giovanni Matranga nel
traffico della cocaina e precisava:
" Frequentando assiduamente
- Pag.6.468 -
i Bagni Virzi' e conversando con le persone che
abitualmente vi si riuniscono, poiche' godo
della fiducia di tutti, ho appreso che
Toto' Virzi' e Matranga Giovanni, quest'ultimo
nativo di Piana degli Albanesi, da circa 4 anni
trafficano in stupefacenti e cioe' eroina e
cocaina. Quella che io ho visto con i miei occhi
e' cocaina ma so che il Matranga commerciava
prima con Stefano Patricola in eroina. Per
inciso devo dire che il padre di Stefano
di indicare ove
Patricola venne ucciso perche' gli avversari del
Bontate volevano rintracciare Stefano Patricola
e il di lui padre si rifiut
Stefano si trovasse ... ".
Dell'omicidio di Pat~icola Francesco si e'
gia' specificamente trattato.
In un successivo interrogatorio, il
Calzetta indicava anche "l'americano" (Romano
Giuseppe) come altro associato al Matranga ed al
Patricola nel traffico di stupefacenti e
precisava come quèsti ed il Patricola si fossero
allontanati da
- Pag.6.469 -
Palermo perche'
f.SO).
legati al clan Bontate (Vol.11
Anche del Romano si e' ampiamente detto
trattando della sparatoria di CiacuIli (la c.d.
"tufiata") in danno di Pino Greco "scarpuzzedda"
ed i riferimenti sono rinvenibili nella parte
che tratta l'omicidio di Ficano
Michele.
Gaspare e
Sinagra Vincenzo confermava la causale
dell'omicidio di Patricola Francesco, reo di non
aver voluto indicare a Filippo Marchese il luogo
ove si nascondeva il figlio Stefano (Vo1.1/F
f.133), precisando che l'intenzione del Marchese
era. in realta', quella di sopprimere il
Patricola proprio perche' frequentava
"l'americano" (Vol.1/F f.192).
Il Sinagra poi riconosceva nella foto n.89
Patricola Stefano.
Le concordanti dichiarazioni del Sinagra e
del Calzetta, la perfetta conoscenza che i due
avevano dei
- Pag.6.470 -
fosse ozganicamente insezito
Patzicola, padze
come il Patzicola
e figlio, poztano a ziteneze
nel tzaffico di stupefacenti e come fosse legato
al gzuppo di Stefano Bontate. Non altzimenti,
infatti, potzebbe spiegazsi la spietata caccia
datagli dal Mazchese e la delusione dello stesso
pez non pote:z:lo scova:z:e,' tanto da o:z:dina:z:e la
soppzessione del di lui pad:z:e.
Il Calzetta, poi, ben conosceva gli
spacciato:z:i di e:z:oina e cocaina che si davano
convegno p:z:esso i Bagni Vi:z:zi' e tra questi,
senza omb:z:a di dubbio, ha annove:z:ato il
Patzicola.
Pat:z:icola Stefano, pe:z:tanto, va :z:inviato a
giudizio pez rispondere di tutti i reati
asc:z:ittigli con il mandato di cattu:z:a n.323/84
(Capi 1, 10, 13, 22).
- Pag.6.471 -
Patti Antonino
Patti Antonino, detto "u Rita", gia'
coinvolto nel pIOC. penale c/ Anselmo Vincenzo +
46 (Volo225/A) e pIosciolto in istIutto~ia, e'
stato raggiunto dal ordine di cattura n.237 del
23.10.1984 e deve rispondere del reato di cui
alla letteIa F), artt.81 C. P . , 71 e 74 legge
n.685/75, in concorso con Scalia Nunzio e
Lombardo SalvatoIe, gia' Iinviati a giudizio (e
condannati in primo grado) nel citato
eracome detto,procedimento penale dal quale,
stato prosciolto.
Degli illeciti traffici del Patti riferiva
Anselmo Salvatore (Volo7/Z f.275) (Volo 7/Z
f.277) il quale, in sintesi, precisava che il
primo, abitante nei pressi Qell!abitazione di
Nunzio Scalia, soleva con questo spesso
intrattenersi presso il bar
Lombardo.
"Sornbrero" dei
- Pag.6.1.j72 -
Con lo Scalia lo aveva visto aveze una
accesa discussione den~zo la auto BMW in suo
possesso, come puze insieme li aveva visti
all'Ucciazdone.
Il Pat~i soleva aveze con~at~i anche con
Mazsalone Rocco e con Toti Lombardo, insieme ai
quali, una seza, uni~amente allo Scalia, si eza
intza~tenu~o
champagne e
pzincipi".
cio'
bevendo
nel
mol~e
locale "Il
bo~tiglie
giazdino
di
dei
In una occasione il Patti gli aveva detto
di essere stato coinvolto nel procedimento
penale (Anselmo + 46) a causa di una telefonata
attinente ad un pzesunto traffico di droga, ma
effe~tuata per scherzo. In altza occasione,
invece, gli aveva fat~o intendere
con la droga.
che lavorava
Il Patti, sempre secondo l'Anselmo, aveva
contatti anche con Pino D'Arpa con il quale si
incontzava al "Sombrero".
Tali
- Pag.6.473 -
scarne dichiarazioni non sembrano
sufficienti per ancorare un rinvio a giudizio
del Patti. Ed, invero, l'Anselmo che ben
conosceva quell'ambiente, nonche' i personaggi
altri lo frequentavano
che, come lo Scalia, i Lombardo, il D'Arpa ed
non ha mai riferito
correttamente. si e'
specifici episodi riguar.danti il Patti ma,
solo limitato a riferire
come questi gli avesse fatto intendere di
lavorare con la droga.
Il Patti, pertanto, va prosciolto dal
reato ascrittogli alla lettera F) dell'ordine di
cattura n.237/84, per non averlo commesso (Capo
36) .
Tale proscioglimento, inoltre, si impone
alla luce di quanto dichiarato da Salvatore
Coniglio (Vol.206
il Patti, da lui
f.150), il quale riferiva che
personalmente conosciuto, gli
risultava essere solo un rapinatore e lo stesso
Anselmo gli aveva confidato come questi fosse
totalmente estraneo al traffico di stupefacenti.
- Pag.6.1.t74 -
Pedone Michelangelo
1983
Denunciato con
(Vo1.1/RB f.78)
zappozto
quale
dell'8 febbzaio
appaztenente al
g~uppo mafioso facente capo a Rosa~io Riccobono,
venne emesso nei suoi confzonti ozdine di
cattu~a 40/83 del 25 febbzaio 1983, con il quale
gli fu~ono contestati i zeati ·di cui agli
aztt.416 C.P.e 75 legge n.685 del 1975.
Intezvenute quindi le zivelazioni di
Tommaso Buscetta, conceznenti tza l'altro
l'appaztenenza a Cosa Nost~a della suddetta
"famiglia" mafiosa, con mandato di cattuza
323/84 del 29 settemb~e 1984, zicontestatigli i
suddetti zeati, con piu' ampia fozmulazione dei
zelativi capi di imputazione, gli fuzono
ulte~iozmente addebitati quelli di cui
aztt.416 C.P.e 71 legge n.685 del 1975.
agli
Sussistono a suo cazico sufficienti pzove
di colpevolezza in ozdine a tutti i
asczittigli.
zeati
- Pag.6.475 -
Invero il 2 febbraio 1982 personale della
Questura di Catania, nel corso di un servizio
preventivo, transitando pe~ quel viale della
Liberta', notava quatt~o individui intenti a
t~a loro con fare sospetto.confabula~e
identificava in Gaspa~e Mutolo,
Li
Domenico
Condorelli, Giovanni Cusimano e Michelelangelo
Pedone ed accertava che in casa del Condorelli
trovavasi Carlo De Ca~o, nopote del Mutolo.
Essendo quindi eme~si gravi sospetti a
carico dei predetti ed in p~rticolare su Mutolo
Gaspare, che stava usufruendo di un breve
pe~messo concessogli ment~e trovavasi in stato
di semilibe~ta', gli agenti procedevano ad
effettuata anche con l'ausilio di
accurata
predetto,
perquisizione sull'autovettura del
unita' cinofile, che dava esito negativo
nonostante l'animale desse segnali positivi
circa la presenza nel portabagagli di sostanza
stupefacenteCfot.131088).
L'episodio na~~ato appare pa~ticola~mente
significativo se inquadrato nel contesto degli
- Pag.6.476 -
acce~tamenti svolti in o~dine ai t~affici di
sostanze stupefacenti condotti dal Mutolo in
co~~eita' col g~uppo catanese di Benedetto
Santapaola.
Pe~ l'esposizione degli esiti di tali
indagini si ~imanda alla pa~te della sentenza
che analiticamente se ne occupa ed in questa
sede basta ~ico~da~e che sono state acquisite
abbondanti p~ove sia in o~dine ai collegamenti
t~a il g~uppo mafioso pale~mitano e quello
catanese sia sul coinvolgimento di ent~ambi nei
t~affici inte~nazionali di e~oina e mo~fina di
base p~ovenienti dalla Thailandia a mezzo di
va~i co~~ie~i, quali t~a gli alt~i F~ancesco
Gaspa~ini, Fio~avante Pa.lestini e Michele
Abbenante, ~ispettivamente a~~estati con ingenti
ca~ichi di d~oga a Pa~igi, in Egitto ed a Roma.
La p~esenza, pe~tanto, del Pedone in
Catania, in compagnia del Mutolo e del
Condo~elli, in casa del quale contestualmente
t~ovavasi il De Ca~o, in pe~iodo in cui detti
t~affici venivano
- Pag.6.477 -
condotti,intensamente
considerata casuale e
non
comprova
puo'
il
esser
pieno
coinvolgimento in essi anche
esame.
dell'imputato in
Costui, inoltre, in data 21 novembre 1982,
venne sorpreso da personale della Questura di
Palermo in flagranza di furto aggravato, insieme
a Salvatore Graziano, presso i magazzini MAR
S. p. A. , (Fot.131089) ed, avuto riguardo alla
caratura criminale dei due personaggi coinvolti
nell'episodio,
superficialmente liquidato
cont:ro il
come un semplice
pat:rimonio. Infatto criminoso
questo non puo' esse:re
altra spiegazione
realta',
trovare
infatti, il tentato furto non puo'
se non inserendolo
quale momento intimidatorio dei programmi
localizzazione
in considerazione
territoriale
estorsivi
supermercato
della
in
e
danno
cio'
del
anche
proprietario del
dell'esercizio, ricandente nella zona di
influenza del boss mafioso Riccobono.
A confe:rma dei significativi episodi sin
qui riportati e' appena il caso di porre in
- Pag.6.478 -
evidenza che Tommaso Busce~~a ha espressamente
indicato l'imputato (Vol.124 f.12) + <Vol.124/A
f.51) quale componente della famiglia mafiosa di
S.Lorenzo, a~~ribuendogli addiri~~ura un ruolo
non secondario, in quanto, per un certo periodo,
insieme al congiunto Filippo, avrebbe guida~o la
cosca in qualita' di "reggente", succedendo allo
scomparso Filippo Giacalone.
Per le considerazioni suespos~e il Pedone
va rinviato a giudizio per rispondere di tutti i
mandato di
assorbito
reati ascrittigli (capi 1, 10,
dell'epigrafe) contestatigli col
cattura 323/84, che ha integrato ed
13 e zz
l'ordine
confronti.
precedentemente emesso nei suoi
- Pag.6.479 -
Pe:rina Giovanni
Indicato da Genna:ro Totta (Yol.4 f.295) +
(Vol.72 f.67) e segg.) quale
droga ope:rante in collegamento
comme:rciante di
con Rodolfo
Azzoli, venne emesso nei suoi conf:ronti mandato
di cattu:ra 174/84 del 26 maggio 1984, con il
quale gli furono contestati i reati di cui agli
a:rtt.416 C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975.
Del Perina tratta la pa:rte della sentenza
dedicata all'esame dei t:raffici di droga dei
fratelli G:rado e ad essa si :rimanda.
In questa sede basta rico:rda:re le
richiamate dichia:razioni del Totta, le quali
hanno t:rovato confe:rma in quelle di Rodolfo
Azzoli eeYol.19 f.54) e segg.), il quale ha
ammesso di esse:re stato in
contatto,
- Pag.6.4S0 -
unitamente ad Antonino G~ado, nel
1979, con tale" Ciccio ", di ci~ca qO anni e di
co~po~atu~a fo~te, gesto~e di un ~isto~ante nei
col quale aveva avviato unp~essi di Monza,
t~affico di e~oina.
Ha inolt~e p~ecisato l' Azzoli di ave~e
personalmente consegnato al Ciccio, du~ante il
1979 e con cadenza bimest~ale, e~oina in
quantita' di Z o 3 chilog~ammi per volta, al
p~ezzo di li~e 70.000.000 al chilog~ammo. Tale
eroina era di origine tu~ca e, secondo
l'opinione dell' Azzoli, veniva consegnata al
Grado, che gliela fo~niva, da t~e a~abi, che a
loro volta ~ifornivano quest'ultimo anche di
mo~fina di base, destinata alla t~asformazione
in e~oina, che i f~atelli Antonino e Salvatore
Grado t~aspo~tavano in Sicilia occultandola
nelle ~uote di sco~ta delle autovetture.
A suo volta Giovanni Perina, dopo iniziali
tentennamenti (Vol.80 f.6) + (Vol.86 f.3Z), ha
finito con
- Pag.6.481 -
l'ammettez:e di essere chiamato
"Ciccio" e, dichiaz:andosi pentito, ha confermato
che nel 1978, dopo essez:e statò dimesso dalla
Casa Ciz:condaz:iale di Brescia, dove si tz:ovava
detenuto per ricettazione, era stato avvicinato
da alcuni individui, tra cui un certo Azzoli,
che lo avevano convinto a smerciare eroina sulla
piazza di Verona. Ha aggiunto di aver ricevuto
dall' Azzoli in consegna, per un periodo di 3 o
cinque mesi, alcune partite di eroina, venendone
ricompensato a z:agione di circa 1.500.000 per
volta,giacche', a suo diz:e, egli fungeva
soltanto da intermediario nella consegna fatta
direttamente a terzi dell' Azzoli.
Le rifez:ite emez:genze pz:ovano dunque in
maniera irrefutabile la responsabilita' del
Perina in ordine ai reati di cui agli artt.75 e
71 legge n.685 del 1975 contestatigli.
Quanto invece alla contestazione di
associazione per delinquez:e (capo va
osservato che da nessun elemento probatorio
emerge non solo la appaz:tenenza del Pez:ina
- Pag.6.482 -
all'organizzazione criminosa cui facevano capo i
Grado ma addirittura alcun tipo di collegamento
fra l'imputato e personaggi mafiosi diversi dai
Grado. Cio' induce a ritenere che con costoro e
l'Azzoli egli si sia associato all'esclusivo
scopo di commerciare nel campo degli
stupefacenti senza che i suoi rapporti si siano
mai estesi. sembra neanche episodicamente. alla
centrale dell'organizzazione criminale di
appartenenza dai Grado. Ed e' noto, per altro.
che. secondo le rivelazioni di Tommaso Buscetta.
sia ben possibile per gli "uomini d'onore"
associarsi nel commercio di droga con elementi
esterni all'organizzazione mafiosa senza che il
legame contratto faccia questi ultimi divenire
membri dell'organizzazione.
Va, pertanto. l'imputato rinviato a
giudizio per rispondere dei reati di cui ai capi
13 e 26 dell'epigrafe e prosciolto per non aver
commesso il fatto del reato di cui al capo 1.
- Pag.6.483 -
Piazze se Pietro
Piazzese Pietro e' stato raggiunto dal
mandato di cattura n.170 emesso da questo
Ufficio il 25.5.1984.
Deve rispondere dei reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P ..
Il Piazzese e' stato vagamente indicato da
Sinagra Vincenzo, il quale, nel corso di una
ispezione giudiziale dei luoghi nei quali aveva
operato quale adepto della cosca del Marchese,
indicava un portone di via Ponte di Mare n.129 e
dichiarava come li' fosse ubicato un magazzino
di tale "Pino u piddaru", persona lega~a alla
cosca mafiosa cui esso Sinagra apparteneva
(Vol.70 f.352).-
Il "Pino" veniva identificato per Piazze se
Pietro e contro lo stesso veniva emesso il
mandato di cattura di cui sopra.
- Pag.6.484 -
Sentito dal G. L (Vo1.83 f.2.?), il
Piazzese dichiarava di essere da circa 40 anni
titolare
11are 129.
di una conceria uhicata in via Ponte di
Negava di conoscere i suoi coimputati e
solo ammetteva di frequentare il bar di Piazza
S. Erasmo ove era conosciuto come "quello della
conceria".
Negava, in particolare, di conoscere il
il Piazzesedella difesa,
Marchese e Sinagra Vincenzo, Raccuglia Cosimo e
gli Spadaro.
Su istanza
veniva scarcerato per mancanza di sufficienti
indizi. Ed, invero, pur avendo il Sinagra ben
individuato il "piddaro" come titolare, appunto,
di una conceria, non ne aveva specificato alcuna
attivita' criminosa posta in essere in seno alla
cosca.
Se solo si pone mente alla meticolo~a
ricostruzione che il Sinagra ha effettuato delle
centinaia di episodi delittuosi consumati dal
Marchese e dai suoi accoliti, si vede
- Pag.6.485 -
come in nessuno degli stessi sia stato
il Piazzese.
coinvolto
E' molto p:robabile che la assidua
f:requentazione del ba:r di Sant'E:rasmo da pa:rte
del Piazzese abbia convinto il Sinag:ra che
costui, in qualche modo, fosse collegato alla
famiglia di Co:rso dei Mille. Hon essendo, pe:ro',
eme:rso alcun elemento, ne' gene:rico, ne'
specifico, a ca:rico dell'imputato, si :ritiene
dove:r p:roscioglie:re lo stesso dai :reati
asc:rittigli pe:r non ave:rli commessi
10) .
(Capi 1,
- Pag.6.486 ..
Picone Giusto
Indicato da Buscetta Tommaso come uomo
d'ono~e della famiglia della Noce, facente pa~te
dell'o~ganizza2ione mafiosa denominata "Cosa
Nost~a", Picone Giusto veniva colpito dal
mandato di cattu~a n.323/84 del 29/9/1984 con il
quale gli si contestavano i ~eati di cui agli
a~tt.416, 416 bis C.P.,
n.685 del 1975.
71 e 75 della legge
Ha ~ife~ito il Buscetta Tommaso di ben
conoscere il Picone Giusto il quale, in seno
alla famiglia della Noce, aveva assunto la
qualifica di "~app~esentante" lasciata vacante
da Scaglione Salvato~e,
f.10)'
eH pugile eVol.124
Con mandato di cattu~a n.418/84 del
4/12/1984 si faceva ca~ico al Picone Giusto del
conco~so nel t~iplice omicidio del Cap.dei CC.
D'Aleo Ma~io, dell'appuntato Buomma~ito Giuseppe
e del Ca~abinie~e Mo~ici Piet~o, gia' contestato
- Pag.6.487 -
ai componenti della "Commissione" o "cupola" in
ca~ica nel giugno 1983, con il mandato di
cattu~a 323/84 del 29/10/1984.
Tale contestazione muoveva dalle
dichiaxazioni ~ese dal Buscetta Tommaso
da quelle fo~nite da Contorno
Salvatore -secondo cui nessun omicidio puo'
essere commesso nella zona di "influenza" di una
determinata famiglia senza il benestare del capo
della stessa; e poiche' il t~iplice omicidio di
cui sopra era stato commesso in
ricadente nel quartie~e della "Noce", il Picone
Giusto, che e~a il capo della "famiglia" che
controllava la zona, non poteva non essere stato
previamente informato e non avere dato il suo
consenso.
Intel:rogato, il pl:evenuto ha respinto gli
addebiti (Vol.123 f.179), (Vol.178 f.457) ma la
sua genel:ica
accoglimento a
discolpa
fronte
non puo'
delle
trovare
precise
"indicazioni", sul suo conto fornite da Buscetta
Tommaso, che costituiscono certi e
- Pag.6.488 -
sufficienti elementi probatori della
responsabilita' dell'imputato in ordine a tutti
i reati contestatigli come in epigrafe.
Peraltro, la chiamata di correo operata
dal Buscetta ha trovato parziale conferma nelle
dichiarazioni rese da Contorno Salvatore, il
quale, ha ricavato che il Picone Giusto era
stato coimputato del padre Antonino nel processo
di Catanzaro ma, con la lealta' che lo
contraddistingue (che e' garanzia della sua
attendibilita') ha dichiarato di non sapere il
(Volo 12.5 f.1n
Picone sia
"famiglia"
o
della
meno
Noce
"uomo d'onore" della
sulla
scorta delle acquisite risultanze personali.
Va, pertanto, disposto il rinvio a
giudizio del Picone Giusto davanti la competente
Corte di Assise per rispondere dei reati di cui
agli
n.689
artt.416,
del 1975
416 bis C.P., 71 e 75 della legge
(Capi 1, 10, 13, 2.2.). La
posizione processuale del Picone Giusto in
ordine ai reati di cui al mandato di cattura del
4/1Z/1984 e' stata stralciata per consentire un
maggiore
indagini.
approfondimento delle relative
- Pag.6.489 -
PiI o Giovanni
Indicato da Buscetta Tommaso come uomo
d'onore della "famiglia" di S.Lorenzo, facente
parte dell'organizzazione mafiosa denominata
"Cosa Nostra", Pilo Giovanni veniva colpito dal
mandato di cattura n.323/84 del 29/9/1984 con il
quale gli si contestavano i reati di cui agli
artt.416, 416 bis C.P., 71, 74 e 75 della legge
n.685 del 1975.
Riferiva il Buscetta Tommaso di avere
conosciuto PiI o Giovanni, noto costruttore
edile, nel carcere di Palermo dove entrambi
furono detenuti contemporaneamente uno o due
mesi e di avere, successivamente, appreso da
altri uomini d'onore che anche il Pilo Giovanni,
cognato di Gambino Giacomo Giuseppe
rappresentante della famiglia di S.Lorenzo - era
entrato a far parte di quella cosca mafiosa
(VoI. 124 f.12),
- Pag.6.490 -
(Vol.124/A f.62), (Vol.124/A f.63).
In sede di contestazione dei Ieati di cui
in epigrafe,
innocenza,
l'imputato ha pIotestato la sua
ma tale generica discolpa non puo'
tIovaIe accoglimento a fIonte delle pIecise
"indicazioni" sul suo conto fornite dal Buscetta
che hanno, peIaltro, tIovato confronto e
Iiscontro puntuali: a) nelle dichiarazioni Iese
da ContoIno SalvatoIe, il quale ha IifeIito che
il Pilo Giovanni,Iiconosciuto nella fotografia
mostIatagli (Vol.125 f.71), e' uomo d'onore
della famiglia di S.LOIenzo (Vol.125 f.13); b)
nelle asserzioni di Anselmo Salvatore, il quale
ha ricordato che il Pila Giovanni era inseIito,
con Spina Giuseppe, Anselmo Vincenzo e Gambino
Giuseppe, nel tIaffico della droga (Vol.133
f.274), (Vo1.133 f.276), (Vo1.133 f.282),
- Pag.6.491 -
(Yo1.133 f.Z58), (Yo1.133 f.Z60), (Yol.133
f.Z36), (Yol.133 f.257) - (Vol.134 %.169).
Ne' va sottaciuto che, a %ip%ova degli
st%etti %appo%ti e legami t%a la "famiglia" di
appa%tenenza del Pilo Giovanni e il "Clan" dei
Co%leonesi, Baga%ella Leoluca impo%tante
esponente di tale "conso%te%ia mafiosa" - venne
a%%estato, il 6/8/1974, in un appa%tamento al s-
piano di un edificio cost%uito e di p%op%ieta'
del Pilo Giovanni «Yol.1/M f.45) (Yol.1/M
f.9a) (Yo101/M f.1Za) (Volo l/M f.181)
dell'allegato 3 della ca%p.63) il cui cont%atto
di utenza dell'ene%gia elett%ica e%a stato
stipulato da Gambino Giacomo Giuseppe, cognato
del PiI o Giovanni.
- Pag.6.492 -
Ed infine i %appo%ti t%a il p%evenuto ed
altxi coimputati, affiliati a "famiglie" di
Palexmo, sono dimostxati dalla esistenza di
assegni, txatti su conti coxxenti intestati a
societa' che fanno capo al Pilo, gixati o
negoziati da Lo Vexde Giovanni, da Li Voxsi
Gaspaxe, dalla I.C.R.E. S.x.l. (di cui sono soci
G%eco Leonaxdo, Caltagixone F.paolo, Gaxgano
Antonino e Caltagixone Pietxo) da Texesi Caxlo,
dalla "Sicilcalce" S.p.A. (di cui e' socio
Hotaxo Andxea, cognato di Gxeco Michele pex
avexne sposato la soxella Rosa).
Sulla scoxta delle xisultanze pr.ocessuali
come sopxa evidenziate, appa%e di giustizia
dispox%e il xinvio a giudizio dell'imputato PiI o
Giovanni pe% xisponde%e dei reati di cui agli
artt.416, 416 bis C.P., 71, 74 e 75 della legge
685 del 1985 (Capi 1, 10, 13, 22.),
- Pag.6.493 -
Pipi~one Angelo An~onino
Pipi~one Giovanni Ba~~is~a
Pipi~one Vincen20
Con rapporto del 27/11/1983 il Comandante
della Compagnia dei CC; di Par~inico denunciava
i germani Pipi~one Angelo Antonino, Pipitone
Giovanni Ba~~is~a e Pipi~one Vincen20 perche'
ritenu~i responsabili del reato di associa2ione
per delinquere di s~ampo mafioso in concorso con
Proven2ano Bernardo, capo della famiglia mafiosa
di Corleone, Provenzano Salva~ore - fratello del
Bernardo Di Maggio Procopio, Lipari Giuseppe,
i germani Palazzolo Saverio e Paolo, R'andazzo
Giu5eppe, Altadonna Francesco Salvatore e
Impastato Nicolo' (Vol. 1/T f. 60) •
Contro i fratelli Pipitone veniva emesso
ordine di cattura n. 253/83 in data
- Pag.6.494 -
29/11/1983 con il quale si contestava 10%0 il
conco%so nel %eato p. e p. dall'a%t.
C.P. (Vo1.1/T f.269L
~16 bis
%eato contestato, ment%e il
Vincenzo p:rotestavano
T%atti
Battista e
est%aneita' al
in a%%esto, Pipitone
la
Giovan
101:0
ge%mano Angelo Antonino %imaneva latitante.
A seguito delle dichia%azioni %ese dal
coimputato Buscetta Tommaso, secondo cui i t%e
f%atelli Pipitone (dei quali l'Angelo Antonino
e' attivamente inse1:ito nel t%affico di d%oga)
sono "uomini d'ono%e" ed hanno "giu%isdizione"
sulla zona di Villag%azia di Ca1:ini (Vol.124
~.18). (Vol.124/A ~.11), contro gli imputati
veniva emesso mandato di cattu%a n. 323/84 del
si contestavano 10%0,29/9/1984
olt%e al
con il
%eato
quale
di cui all'a%t. 416 bis C.P.
(imputazione gia' elevata con l'ordine di
cattura n. 253/83 del Z9/11/1983), anche i
delitti p. e p. dagli a%tt. 416 cp. 71 e 75
della legge n. 685 del 1975.
- ....'
- Pag.6.495 ..
Mentre nei confronti del Pipitone Angelo
Antonino anche questo secondo provvedimento
restrittivo rimaneva senza effetto, i suoi
germani Giovan Battista, e Vincenzo, hanno
di innocenza edinsistito
estz:aneita'
nelle pz:oteste
ai fatti loz:o contestati (Volo 123
f.48) e (Vol.123 f.192).
Invece, le z:isultanze dell'espletata
formale istruzione hanno evidenziato certi e
sufficienti elementi probatoz:i della
z:esponsabilita' dei tre Pipitone in ordine ai
reati loz:o contestati.
Ed invero, alla luce di gravissimi fatti
di sangue accaduti nei primi mesi del 1981 , e'
stato possibile constataz:e come il disegno
ha causato una "guerra" di mafia tra
egemonico,
corleonesi,
ideato e attuato dal clan dei
le cosche del palermitano, iniziata con
l'uccisione di Bontate Stefano, boss indiscusso
della zona di Villagrazia di Palermo, e
continuata con la soppressione di Inzerillo
Salvatore,
- Pag.6.496 -
capo della famiglia mafiosa di Passo
di Rigano; tale guerra ha sconvolto, anche, gli
equilibri esistenti tra le cosche mafiose che
controllavano, le zone di Cinisi. Carini e
Terrasini ed ha dato vita a nuovi opposti
schieramenti a seguito dell'uccisione di
Baldamenti Antonino, cugino di Gaetano,
incontrastato. sino a quel momento,
capo
della
famiglia di Cinisi.
In seno a tale famiglia si creava un'ampia
frattura e alcuni dei suoi affiliati si
aggregavano al "clan" emergente dei corleonesi,
alleati di alcune cosche mafiose del palermitano
tra cui quella facente capo ai Greco di
Ciaculli.
In questo quadro si inserisce l'ascesa ai
vertici della cosca di Villagrazia di Carini dei
germani Pipitone ed in particolare dell'Angelo
Antonino, pregiudicato per reati di diversa
natura, diffidato dalla P. S. , piu' volte
sottoposto alle misure di prevenzione della
sorveglianza speciale di P.S.
obbligato.
e del soggiorno
Il suo
- Pag.6.497 -
inserimento nell'organizzazione
mafiosa di cui trattasi trova un primo
significativo riscontro nel rapporto della
Squadra Mobile di Palermo che, in data 2/8/1976,
denunciava il Pipitone Angelo Antonino, il di
lui fratello Giovan Battista, Mutolo Gaspare,
Micalizzi Michele, Micalizzi Salvatore, Davi'
Salvatore (questi ultimi affiliati alla famiglia
facente capo a Riccobono Rosario), Passalacqua
Calogero ed altri perche' ritenuti responsabili
del reato di associazione per delinquere
aggravata e concorso in numerosi tentativi di
estorsione in danno di prop~ietari terrieri ..
A seguito di tale rapporto il Tribunale di
Palermo, con decreto del 17/3/1977, applicava al
Pipitone Angelo Antonino la misura di
prevenzione del soggiorno obbligato nel comune
di Setriano (TV) per la durata di anni tre; tale
provvedimento veniva confermato, in data
8/6/1977, dalla Corte di Appello di Palermo che,
tra l'altro, osservava come i fatti attribuiti
- Pag.6.498 -
al Pipitone Angelo Antonino consistesse~o nel
suo acce~tato inse~imento nell'o~ganizzazione
c~iminale carinese a sfondo mafioso in cui egli
primeggiava per la sua personalita' e capacita'
~ilevante e nella ve~osimile ci~costanza di
~appo~ti delittuosi t~a il p~evenuto e il Mutolo
Gaspare, cui vengono attribuiti nume~osi e g~avi
~eati cont~o il pat~imonio e nella denuncia del
2/8/1986 del Pipitone ed alt~e pe~sone pe~
associazione per delinque~e ed estorsioni.-
Pe~altro, i suoi stretti collegamenti con
elementi appartenenti ad altre cosche mafiose si
evidenziano in occasione dell'a~resto di Gambino
Alfonso, colpito da mandato di cattura emesso
nell'ambito del procedimento penale contro
Spatola Rosa~io + 1 19. so~p~eso alla guida
dell'autovettura Wolkswagen tg. PA 582545, di
proprieta' del Pipitone Angelo Antonino che.
sottoposto a procedimento penale pe~ il reato di
favo~eggiamento pe~sonale. veniva condannato
dalla Corte di Appello di Palermo a sei mesi di
reclusione con sentenza eme3sa il 28/10/1982.
- Pag.6.499 -
Infine, il nominativo del Pipitone 'Angelo
Antonino veniva inserito nel rapporto del
13/7/1982 (Volo 1 f.90) con il quale si
denunciavano Greco Michele + 161 persone perche'
ritenute responsabili del reato di associazione
per delinquere di stampo mafioso.
Di pari passo con l'ascesa dell'imputato
nell'ambito della sua cosca e, come conseguenza
di essa, progrediva la posizione
economico-finanziaria del Pipitone Angelo
Antonino che, in origine semplice mandriano di
bovini ed ovini, nel breve giro di qualche anno
acquisisce interessenze nella ditta individuale
intestata alla moglie Pelle rito Francesca, nella
s.d.f. Pellerito Francesca e C., nella ditta
Pipitoneindividuale
GE.CO.T.A. (di cui
Angelo,
sono
nella
soci
S. r; 1.
Pellerito
Francesca, Gallina Francesca, moglie di Pipitone
Giovan Battista - Seminatore Giacoma, moglie di
Pipitone Vincenzo e di Fiore Giuseppe), nella
S.A e z S. r.1. di cui
l'imputato e'
- Pag.6.S00 -
socio alla pari con Di Fiore
Giuseppe. Orbene, tali notevoli disponibilita'
ufficialmente svolta dall'ireputato,
finanziarie, incompatibili con l'attivita'
non possono
che derivare dai lucrosi introiti provenienti
dalle illecite attivita' poste in essere dalla
famiglia cui appartiene il Pipitone Angelo
Antonino e, in particolare, dal traffico della
droga in cui, secondo Buscetta Tommaso, il
e'
l'indicazione
proficuamenteprevenuto
inserito.
Peraltro,
attivamente e
fornita dal
Buscetta sul conto del Pipitone Angelo Antonino,
uomo d'onore della famiglia di Villagrazia di
Carini, ha trovato conferma nelle dichiarazioni
di Contorno Salvatore il quale ha ricordato che
i tre fratelli Pipitone sono uomini d'onore
(VoI. 125 f. 14) .
Appare, pertanto, aderente alle non
equivoche risultanze processuali disporre il
rinvio a giudizio dell'imputato per rispondere
dei reati di cui agli artt. 416, 416 bis C.P.,
71 e 75 della legge n. 685 del 1975, contestati
.'
- Pa.g.6.501 -
con il mandato di cattura n. 323/84 del
29/9/1984 che ha assorbito l'imputazione
ascritta al Pipitone Angelo Antonino' con
l'ordine di cattura n. 253/83 del 29/11/1983
(capi 1, 10, 13, 22).
Ad analoghe considerazioni conduce la
disamina della posizione processuale dei germani
Pipitone Giovanni Battista e Vincenzo il cui
pieno e completo inserimento nella stessa
"famiglia di appartenenza del fratello maggiore
emerge dalle risultanze istruttorie che hanno
evidenziato certi e sufficienti elementi
probatori della loro responsabilita'
ai reati contestati agli stessi.
in ordine
misura
Entrambi
di
diffidati
prevenzione
e
della
sottoposti alla
sorveglianza
speciale della P.S., gli imputati risultano
inseriti a pieno titolo nell'organizzazione
criminosa operante nella zona di Villagrazia di
Carini e collegati ad "amici" del fratello
Angelo Antonino, quali Passacqua Calogero,
Vallelunga Giuseppe e Vincenzo, La Duca Matteo,
il cui "spessore mafioso" e' fuori discussione.
- Pag.6.50~ -
Peraltro, l'improvvisa e repentina ascesa
dei due imputati sul piano patrimoniale appare
indissolubilmente legata al "lievitare",
altrettanto improvviso e repentino, delle
fortune del loro fratello maggiore alla cui
capacita' "manageriale", fondata sulla forza
intimidatrice del gruppo mafioso di
appartenenza, i due Pipitone devono il successo
delle loro sorti economiche.
Ed invero,gli stessi sono interessati,
tramite le rispettive consorti, nella gestione
della s.r.l. GE.CO.T.A. che, nell'ottobre 1981,
ha acquistato l'Hotel Riva Smeralda Beach,
complesso turistico alberghiero sito in
contrada Giumarra Magi di Carini - per il prezzo
di lire 266.800.000 e sono proprietari, insieme
al fratello maggiore, di un terreno,
fittiziamente intestato alle rispettive mogli,
acquistato nel giugno 1980 per il corrispettivo
di lire 43.890.000 .
Tali notevoli disponibilita' finanziarie,
apparentemente svolta
incompatibili
dall'attivita'
con i guadagni derivanti
dagli
imputati sono,
- Pag.6.503 -
in zealta', dovute agli ingenti
pzofitti dezivanti dalle illecite attivita'
poste in esseze dalla famiglia di lozo
appaztenenza e, in pazticolaze. dal tzaffico l di
sostanze stupefacenti in cui
Antonino e. conseguentemente,
il Pipitone Angelo
i pzedetti sono
attivamente inseziti.
Anche, dei Pipitone Giovanni Battista e
Vincenzo. peztanto, va disposto il zinvio a
giudizio pez zispondeze dei zeati lozo
contestati con il mandato di cattuza n. 323/84
del 29/9/1984, che ha assozbito l'imputazione di
cui all'azt. 416 bis Cp. elevata con l'ozdine di
cattuza n.
13, 22)
253/83 del 29/11/1983 (capi 1, 10.
- Pag.6.504 -
PIaneta Pietro
Nei confronti di Pietro PIaneta venne
emesso mandato di cattura 461/82 del 25 novembre
1982, per i reati di cui all'art.75 legge n.685
del 1975, essendo emersa la sua partecipazione
ad associazione per delinquere, operante in zona
di Siracusa e capeggiata da Nunzio Slafia, che
aveva importato dal Marocco 600 Kg. di hashish.
Sulla vicenda indagava questo Ufficio a
seguito delle dichiarazioni di Armando Di
Natale, concernente anche l'omicidio di Alfio
Ferlito, in forza di esse addebitato al Salafia.
Dei fatti tratta ampiamente la parte della
sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito
ed in quella sede si e' rilevato che, dovendo
esser prosciolti da quest'ultima imputazione (e
loro successivamente contestata, dida quella,
omicidio del generale Dalla
- Pag.6.S0S -
Chiesa) i prevenuti Nunzio Salafia, Salvatore
Genovese ed Antonino Ragona, cui anche.era stata
addebitata in forza delle dichiarazioni del Di
Natale, e' venuta meno ogni ragione di
connessione al presente procedimento del fatto
ascritto al Planeta che risulta in Siracusa
commesso.
Va dichiarata, pertanto, l'incompetenza
per territorio del Giudice istruttore di Palermo
in ordine ai reati di cui al capo 18
dell'epigrafe ascritti al Planeta, e trasmessi
al Procuratore della Repubblica di Siracusa gli
atti che lo riguardano (previa acquisizione di
copia dei medesimi a questo procedimento),
specificamente indicati nella richiamata parte
della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio
Ferlito.
- Pag.6.50fi -
Polizzi Francesco
Nei confronti di Francesco Polizzi,
ritenuto implicato in vasto traffico di eroina
fra la Sicilia e gli Stati Unita di America,
gestito da gruppi mafiosi siciliani, venne
emesso mandato di cattura 164/84 del 22 maggio
1984, con il quale gli furono contestati i reati
di cui agli artt.416 bis C.P., 75 é 71 legge
n.685 del 1975.
Intervenute quindi le rivelazioni di
Tommaso Buscetta, concernenti, tra l'altro,
l'appartenenza a Cosa Nostra dei gruppi di mafia
cui risultava affiliato il Polizzi, con mandato
di cattura 323/84 del 29 settembre 1984, tutti i
ulteriormente
predetti reati gli vennero
addebitato
ricontestati,
quello di
ed
cui
all'art.416 C.P., in relazione alla supposta sua
affiliazione a detta associazione mafiosa.
Della posizione del Polizzi si occupa la
parte della sentenza dedicata alla illustrazione
dei traffici di droga con gli USA
- Pag.6.S07 -
ed alla luce delle risultanze di quelle indagini
egli va rinviato a giudizio per rispondere di
tutti i reati ascrittigli come ai capi 1,10,13 e
22 dell'epigrafe.
- Pag.o.S08 -
Prestifilippo Giovanni n.19Z1
Indicato da Tommaso Buscetta «Vol.124
quale autorevole esponente e
della famiglia mafiosa di
f.8) + (Vol.124/A
(Vo1.124/A f.104»
capo sino al 1963
f.10), (Vol.124/A f.13) e
Ciaculli, venne emesso nei suoi confronti
mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984,
con il quale gli furono contestati i reati di
cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge
n.685 del 1975.
Ribadite tali accuse anche da Salvatore
Contorno (Vol.125 f.4), (Vol.125 f.43), (Vol.125
f.54), (Vo1.125 f.55), (Vo1.125 f.58), (Vo1.125
f.63), (Vo1.125 f.126), (Vol.125 f.129),
- Pag.6.509 -
(Volo 125 f. 131), (Volo 125 f.135), (Vol. 125
f.136), (Volo 125 f.139) , (V0lo125 f.142L
(V0lo125 f.143), (Volo 125 f.144), (Volo 12.5
f.149), (V0lo125 f.153), (V0lo125 f.154),
(V0lo125 :f.155) , (V0lo125 f. 159), (Vol.12.5
f.192), (V0lo125 f.194), (V0lo125 f.195),
(Volo 125 f.196) e (V0lo125 f.199), il quale
altresi' :z:ivelava che Antonino G:z:ado e F:z:ancesco
Mafa:z:a nel giorno della lo:z:o scompa:z:sa si erano
allontanati diretti ad un appuntamento in casa
del Prestifilippo, con mandato di cattura 361/84
del 24 ottobre 1984, gli furono contestati i
:z:eati di sequestro di persona, omicidio e
soppressione di cadavere dei predetti Grado e
Mafara.
- Pag.6.S10 -
Ritenuto infine per la sua posizione di
spicco in seno alla cosca di Ciaculli, uno dei
responsabili dei vandalici danneggiamenti
verificatisi in quella zona a danno di famiglie
quindi costl:ette ad allontanal:si
l:eputate
mafiosa e
"indesidel:abili" dalla consol:"tel:ia
abbandonando le 10l:0 pl:opl:ie"ta', venne emesso
nei suoi confl:on"ti manda"to di cattul:a 79/85 del
4 mal:ZO 1985, con il quale gli fUl:ono contestati
i l:eati di violenza pl:ivata ed incendio.
E' l:imas"to lati"tante.
Secondo le concol:di dichial:azioni del
Buscetta e del Contorno e' l'elemento di maggiol:
prestigio della pl:opl:ia famiglia, compos"ta anche
dai figli Mario e Giuseppe, anch'essi "uomini
d'onol:e", come il padl:e, della cosca di
Giovanni Pl:estifilippo fu a capo sino
Ciaculli,
Buscetta,
al 1963.
della quale, come riferito dal
In quell'anno, e pl:ecisamente il 30 giugno
1963, sulla stl:adella del fondo Sirena, che
conduce alla casa al "tempo abitata
si verificc'un grave atten"tatodall'imputa"to,
dinamitardo, col sistema dell'esplosivo
:
- Pag.6.511 -
contenuto in una Giulietta apparentemente
abbandonata, nel quale persero la vita molti
militari dell'Arma nel tentativo di disinnescare
l'ordigno.
attentato diretto proprio alla
Trattavasi, secondo il Buscetta,
persona
di
del
Prestifilippo da parte di esponenti di cosche
avverse e che tale lo abbia ritenuto l'imputato
e' dimostrato dal fatto che egli fece perdere
immediatamente le proprie tracce, rendendosi
dapprima irreperibile e quindi dandosi alla
latitanza dopo l'emissione nei suoi confronti di
mandato di cattura per il reato di associazione
per delinquere da parte del Giudice istruttore
di Palermo (Vol.3 f.92).
Sarebbe riapparso solo tre anni do~ol nel
settembre del 1966, costituendosi agli
inquirenti e presenziando al processo a suo
carico presso la Corte di Assise di Catanzaro,
conclusosi con la sua assoluzione con formula
dubitativa.
- Pag. 6.512 -
Ancor prima il suo organico inserimento
nella cosca mafiosa di Ciaculli era emerso dalle
indagini conclusesi con il primo arresto di
favoreggiatori
Luciano Leggio.
principali
nel corso delle quali uno dei
di costui, il
mobilie re Francesco Paolo Marino. aveva riferito
di aver aiutato il Leggio per volonta'dei Greco
di Ciaculli e dei Rimi di Alcamo ed era emerso
che il potente capo dei corleonesi aveva fatto
durante la sua latitanza uso dei locali di Villa
Serena ove la famiglia Prestifilippo aveva una
abitazione (Vol.3 f.93).
Come emerge dai rapporti della Squadra
Mobile e dei Carabinieri di Palermo,
rispettivamente in data 31 dicembre 1982 (Vol.24
f.169) e 31 gennaio 1983 (Vo1.24 f.184), il
Prestifilippo mantenne la sua residenza, quanto
meno anagraficamente, in Milano, luogo ove si
era trasferito anche il fratello Salvatore e
l'affine Giuseppe Ingrassia, sino al 1970,
rientrando quindi in
- Pag.6.513 -
e reinserendosi in un complesso diPalermo
attivita' economiche, tutte gestite in
collegamento con noti esponenti mafiosi, che gli
hanno consentito, nonostante l'inesistenza di
suoi redditi ufficiali, l'acquisizione di un
molto cospicuo patrimonio immobiliare (rapporto
Squadra Mobile del 15 settembre 1983 <Vol.24
f.251)), tanto da far parlare il Contorno di
vera e propria "esplosione economica", per altro
verificatasi in epoca in cui l'imputato, secondo
lo stesso Contorno, aveV8 intrapresò a gesti~e,
insieme ai Greco, una raffineria di droga in
Ciaculli, dapprima installata nelle proprieta'
dei Greco e quindi in edificio degli stessi
Prestifilippo.
Risulta, comunque, che sino al 6 aprile
1981 l'imputato e' stato socio della SOCOPA
S.r.l. insieme a Domenico Federico, nelle cui
imprese e' emerso sono investiti e quindi
riciclati i capitali di altri noti esponenti
con Ludovico e Pietro Bisconti e con
mafiosi,
Federico,
e socio altresi' con lo stesso
il figlio Mario Giovan.ni nella Adriana
Costruzioni.
- Pag.6.514 -
In tali imprese era fortemente
cointeressato stefano Bontate ed appare
sintomatico che da esse il Prestifilippo abbia
receduto proprio alla vigilia della c.d. "guerra
di mafia", scatenatasi proprio con l'uccisione
del "principe di Villagrazia", cioe' del potente
capo della famiglia mafiosa di S.Maria di Gesu'.
Da quel momento gli interessi
dell'imputato si intrecciano esclusivamente se
non addirittura si confondono con quelli dei
Greco di Ciaculli, come emerge dall'esame della
documentazione rinvenuta in possesso, all'atto
del suo arresto, di Antonino La Rosa (rapporto 4
febbraio 1983 a (Vol.3/A f.45», il quale, per
sua stessa ammissione, curava anche durante la
loro latitanza la gestione del patrimonio dei
fratelli Michele e Salvatore Greco e venne
trovato in possesso altresi' di ampia
documentazione concernente le proprieta' del
Prestifilippo.
- Pag.6.515 -
I solidissimi legami coi Greco hanno per
altro trovato conferma addirittura "fotografica"
nel rivenimento in corso di perquisizione presso
la villa di Salvatore Greco di Giuseppe in
Casteldaccia (Fot.079279) - (Fot.079296) di una
fotografia di gruppo ritraente l'imputato in
esame, i figli Mario e Giuseppe, il fratello
Salvatore. Giovanni Di Pace, cognato dei Greco.
nonche' il famigerato Giuseppe Greco di Nicolo'
detto "scarpuzzedda".
Ulteriori elementi di prova a carico del
suddetto emergono dagli accertamenti istruttori
espletati nei confronti dei figli Mario e
Giuseppe e si rimanda pertanto alla pa~te della
per quanto attiene
lorodelleall'esamededicatasentenza
posizioni.
Si rimanda inoltre,
all'omicidio di Antonino Grado e Francesco
Mafara ed agli altri minor.i reati contestati al
Prestifilippo, alle parti della sentenza che
specificamente se ne occupano.
- Pag.6.516 -
In questa sede va aggiunto che, secondo
quanto ulteriormente precisato dal Contorno,
Giovanni Prestifi1ippo era originariamente
cointeressato alla gestione della raffineria 4i
eroina tenuta dai Greco nelle loro proprieta' di
Ciacu11i. Quindi i predetti, temendo di rischiar
troppo e tali rischi volendo dividere, ottennero
dal Prestifi1ippo il trasferimento degli
impianti in un edificio di sua proprieta' nella
piazza di Croce Verde-Giardini, ove continuarono
a lavorare in qua1ita' di chimici i fratelli
Giuseppe e Rocco Marsa1one, il primo dei quali
si occupava anche di trasportare i narcodo11ari
che affluivano in Svizzera dagli U.S.A., ove
parte della droga veniva inviata tramite la
famiglia mafiosa di Bagheria. Altri quantitativi
affluivano a Milano, mascherati in carichi di
agrumi che cola' venivano inviati con automezzi
condotti da Domenico Russo, a Giuseppe
Ingrassia. Costui a sua volta ne riforniva su
quella piazza Gaetano Fidanzati.
- Pag.6.517 -
Le espletate indagini bancarie hanno
offerto indubbio riscontro a quanto dal Contorno
riferito, essendo da esse emersi considerevoli
rapporti tra Giovanni Prestifilippo ed i
fratelli Michele e Salvatore Greco nonche'
Giuseppe Ingrassia e Salvatore Prestifilippo.
Le stesse indagini hanno consentito di
accertare rapporti dell'imputato con Nicolo'
Greco, indicato dal Contorno come persona a lui
molto vicina, con Vincenzo Buffa, con Domenico
Federico e con Giovanni Oliveri della famiglia
di Corso dei Mille, a conferma dei particolari
collegamenti fra i Prestifilippo e detta cosca
mafiosa, riferiti da Stefano Calzetta e dei
quali tratta la parte della sentenza dedicata
all'esame della posizione di Mario Prestifilippo
figlio di Giovanni.
Particolari collegamenti con la cosca di
Corso dei Mille che altresi' emergono dalle
circostanze dell'arresto di Pietro Senapa e
Giorgio Aglieri (Vol.7 f. 35), trovati
- Pag.6.518 -
in possesso di una comunicazione giudizia~ia
notificata al Prestifi1ippo nelle fasi iniziali
del p~esente p~ocedimento, quale indiziato del
reato di associazione per delinquere.
Ulteriori risu1tanze dagli accertamenti
banca~i sono esposti nella pa~te della sentenza
dedicata ai traffici di d~oga condotti da
Tommaso Spadaro ed in questa sede basta
rico~dare che Giovanni Prestifilippo risulta
aver negoziato, senza aver dato c~edibi1i
spiegazioni del loro possesso (Vol.62/B f.39) e
(Vo1.62/B f. 40) , due vaglia banca~i per
complessivi venti milioni di lire, p~ovenienti
da una partita di vaglia di ben 500.000.000 di
li~e, sicu~amente p~ovenienti da traffico di
stata ~ichiesta per conto
sostanze stupefacenti, la cui
dello
emissione
Spadaro e
e~a
che
risultano esse~ stati distribuiti fra tutti gli
esponenti delle famiglie di Cosa Nostra.
- Pag.6.519 -
Va pertanto l'imputato rinviato a giudizio
per rispondere di tutti i reati contestatigli
coi mandati di cattura 323/84,
nei suoi confronti emessi.
361/84 e 79/85
.J
- Pag.6.52.0 -
Prestifilippo Giovanni n.29.3.1927
Indicato da Salvatore Contorno
f.4) e (Vol.12.5 f.143) quale affiliato.
(Vol.125
insieme
ai figli Girolamo e Santo. alla famiglia mafiosa
di Ciaculli. venne emesso nei suoi confronti
mandato di cattura 361/84 del 2.7 ottobre 1984.
con il quale gli furono contestati i reati di
cui agli artt.416 e 416 bis C.P .• 75 e 71 legge
n.685 del 1975.
E' rimasto latitante.
Sussistono a suo carico sufficienti prove
di colpevolezza. avuto riguardo alle reiterate,
circostanziate riscontrate accuse
Contorno, il
e
quale ha riferito che
del
il
Prestifilippo. impiegato presso l'AMNU. e'
persona normalmente adibita dalla organizzazione
consentitigli dalla lecita attivita 1
criminale
copertura.
di appartenenza a compiti di
ufficialmente esercitata e
porto d'armi di cui e' munito.
dalla licenza di
Orbene,
- Pag.6.521 -
dall'interrogatorio di Santo
Prestifilippo, figlio di Girolamo, e' emerso che
effet~ivamen~e ques~'ul~imo e' impiega~o presso
l'azienda della nettezza urbana da 22 anni, e la
conoscenza di ~ale circos~anza da parte del
Contorno dimostra l'infondatezza di quanto
sos~enu~o dai figli dell'imputato, secondo cui
non vi sarebbe alcun rapporto. neanche di
Pres~ifilippo ed il sudde~~o Contorno,
semplice conoscenza, fra la famiglia
il quale
per altro ha riferito sui tre ulteriori
particolari, quali il possesso di alcuni terreni
contigui al Fondo Favarella dei Greco. adibiti a
porcilaia; circostanze delle quali e' stata
riscontrata la veridicita' (Vol.1 f.281).
Per altro. i collegamenti del
Prestifilippo con altri esponenti mafiosi della
famiglia di Ciaculli altresi'emergono da
documentazione rinvenuta in casa dell'imputato
in corso di perquisizione domiciliare espletata
il 13 dicembre 1973. In quell'occasione infatti
vennero nell'abitazione del Prestifilippo
- Pag.6.522 -
talune fotogJ:afie J:affiguranti gliJ:invenute
omonimi imputati Salvator~ e Giovanni
PJ:estifilippo di FJ:ancesco, CaJ:lo e Giuseppe
Alfano e Nicolo' GJ:eco, tutti, secondo il
le altJ:e J:isultanze processualiContoJ:no
acquisite,
e
appaJ:tenenti alla suddetta cosca
cJ:iminosa (Vol.3 f.95).
pJ:ecisato il ContoJ:no che
contestato inseJ:imentoQuanto
dell'imputato
stupefacenti,
poi
nel
ha
al
tJ:affico delle sostanze
Giovanni Prestifilippo, insieme ai figli, era
cointeJ:essato a pieno titolo nella rafiineria di
droga gestita dagli omonimi cugini PJ:estifilippo
e dai Greco nella zona di Ciaculli.
Va, peJ:tanto, l'imputato J:inviato a
giudizio peJ: J:ispondeJ:e di tutti i J:eati
contestatigli col mandato di cattuJ:a 361/84.
.'
- Pag.6.523 -
P%estifilippo Gi%olamo
Indicato da Salvator.e Conto%no
f.4) e <Vol.125 f.143) quale affiliato,
<Vol.125
insieme
al pad%e Giovanni ed al f%atello Santo, alla
famiglia mafiosa di Ciaculli, venne emesso nei
suoi conf%onti mandato di cattu%a 361/84 del 24
ottob%e 1984, con il quale gli fu%ono contestati
i %eati di cui agli a%tt.416 e 416 bis C.P., 75
e 71 legge n.685 del 1975.
Si e' p%otestato innocente, asse%endo di
esse%e est%aneo a qualsiasi o%ganizzazione
c%iminale e di non conosce%e il Conto%no.
Con o%dinanza del 5 ap%ile 1985
T%ibunale di Pale%mo Sezione pe% il %iesame dei
p%ovvedimenti %estrittivi della liberta', e'
stato escarcerato per insufficienza di indizi di
da parte di coimputato,
colpevolezza,
indicazione
ritenendosi che la
che lo
accusava di appartenenza a cosca mafiosa, non
- Pag.6.524 -
fosse sufficiente, in quanto non confortata da
idonei riscontri nel prosieguo dell'ist~uzione,
distatoa legittimare il protrarsi dello
custodia cautelare.
In altra parte della presente sentenza si
e'esposto in proposito il contrario indirizzo di
che per altro, proprio nel casoquesto
dei
Ufficio,
Prestifilippo, risulta perfettamente
condiviso dallo stesso Tribunale, come emerge
dalla elaborata ordinanza con la quale il 28
gennaio 1985 venne rigettata impugnazione da
parte di Santo Prestifilippo avverso il rigetto
di istanza di escarcerazione (f.38 fasc.Pers.
Prestifilippo Santo).
Le circostanze e reiterate dichiarazioni
del Contorno, per altro non prive di specifièi
riscontri, appaiono comunque costituire quelle
sufficienti prove di colFevolezza legittimanti
il rinvio a giudizio dell'imputato, non potendo
inoltre sottacersi che l'oz:dinanza di
esca:z:ce:z:azione di Gir:olamo P:z:estifilippo
e'inter:venuta p:z:ima che il Contor:no z:endesse
l'intez:rogatorio in data 16 ap~ile 1985, nel
coz:so del quale piu' ampiamente
- Pag.6.525 -
e con xicchezza di paxticolaxi si soffexmo' su
detto imputato, xifexendo di conoscexlo
pexsonalmente da gxan tempo, di sapexe che egli
exa uso accompagnaxsi agli omonimi cugini Maxio
e Giuseppe Pxestifilippo, a Giuseppe Greco· di
Nicolo' detto "scaxpuzzedda" ed i figli di
Michele e Salvatoxe Gxeco, di conoscexe che
insieme ai suoi cpngiunti possedeva una
fondo
xisultava
alcontiguitexxeniinpoxcilaia
Favaxella.
Quest'ultima cixcostanza gia'
dal xappoxto del 13 luglio 198Z (Vol.1 f.282),
mentxe la confexma che il padxe di Gixolamo
Pxestifilippo fosse impiegato pxesso l'AMNU
(ultexioxe cixcostanza della quale il Contoxno
s' e' mostxato pexfettamente a conoscenza) si
txova nello stesso intexxogatoxio dell'imputato
in esame, sicche' appaxe destituita di qualsiasi
fondamento l'affexmazione di costui di non avere
neanche mai visto il Contorno.
- Pag.6.SZ6 -
Ne' fondamento alcuno ha l'assunto della
difesa dei Prestifilippo, secondo cui lo stesso
Contorno ammetterebbe di non conoscerli
personalmente come "uomini d'onore" poiche'
avrebbe riferito di aver appreso da un cugino.
Calogero Bellino. di tale loro qualita'.
Infatti, sebbene cio' sia stato erroneamente
contestato all'imputato nel corso del suo
interrogatorio. le notizie dal Contorno riferite
come apprese dal cugino concernono altri omonimi
imputati e non quelli in esame eVol.125 f.SS).
personalmente conosciuti dal Contorno quali
affiliati alla cosca mafiosa di Ciaculli ed.
inoltre. cointeressati a pieno titolo, secondo
quanto dallo stesso Contorno rivelato. alla
raffineria di droga gestita in quella localita'
dagli omonimi cugini Prestifilippo e dai Greco.
Va ricordato. infine. quanto gia' esposto
Prestifilippo. padre del Girolamo.
trattando la posizione di Giovanni
circa gli
ulteriori riscontri acquisiti in
rivelati collegamenti
ordine ai
dei
- Pag.6.527 -
Prestifilippo con altri esponenti mafiosi della
zona di Ciaculli, essendo state ritrovate in
casa del predetto imputato, in corso di
perquisizione domiciliare espletata il 13
dicembre 1973, fotografie raffiguranti Salvatore
e Giovanni Prestifilippo di Francesco, Carlo e
Giuseppe Alfano e Nicolo' Greco, tutti, secondo
il Contorno e le altre risultanze processuali
acquisite, appartenenti alla "famiglia" mafiosa
di Ci acuIli (Vol.3 f.95).
L'imputato va, pertanto, rinviato a
giudizio per rispondere di tutti i reati
ascrittigli col mandato di cattura 361/84, che
va nei suoi conf:z:onti :z:iemesso ai sensi
dell'a:z:t. C.P.P ..
- Pag.6.5~~ -
Prestifilippo Giuseppe Francesco
Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982
(Vol.1 f.90) quale affiliato, insieme al
fratello Mario ed al padre Giovanni, alla cosca
mafiosa di Ciaculli, vennero emessi nei suoi
confronti ordine di cattura 170/82 del 26 luglio
1982, mandato di cattura 3q3/82 del 17 agosto
1982 e mandato di cattura 237/83 del 31 maggio
1983, con i quali gli furono contestati i reati
di cui agli artt.Q16 C.P.,
1975.
75 legge n.685 del
A seguito delle dichiarazioni di Tommaso
Buscetta, concernenti tra l'altro l'appartenenza
a Cosa Nostra della "famiglia" mafiosa di
Ciaculli, con mandato di cattura 323/84 del 29
settembre 1984, ricontestatigli i suddetti reati
di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del
1975, gli furono ulteriormente addebitati quelli
di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge n.68S
del 1975.
- Pag.6.529 -
Ritenuto, infine, pe~ la sua posizione di
spicco in seno alla cosca di eiacu11i, uno dei
~esponsabili dei vanda1ici danneggiamenti
ve~ificatisi in quella zona a danno di famiglie
mafiosa e quindi cost~ette
~eputate "indeside~abi1i" dalla
ad
conso~teria
allontanarsi
abbandonando le loro proprieta', venne emesso
nei suoi confronti mandato di cattura 79/85 del
4 marzo 1985, con il quale gli furono contestati
i reati di violenza privata ed incendio.
E' rimasto latitante.
La sua posizione e' analoga a quella del
padre Giovanni e del fratello Mario, essendo
identiche le fonti di prova a ca~ico di tutti i
predetti, e pe:rtanto si rinvia a quanto
ampiamente esposto nella p:resente sentenza nella
parte dedicata all'esame delle posizioni dei
suoi menzionati congiunti.
In questa sede basta aggiunge:re che
Salvatore Conto~no ha esplicitamente indicato
(Vo1.12.5 f.4), (Vo1.12.5 f.56) e (Vo1.12.5 f.189)
l'imputato in esame come "uomo d'ono:re" della
- Pag.6.530 -
famiglia di CiacuIli e che la sua denunciata
appartenenza a Cosa Nostra trova riscontro, tra
l'altro, nel fatto che il 22 maggio 1981 venne
identificato dalla Polizia in compagnia di
Lorenzo Tinnirello, della famiglia di Co~so dei
Mille, e Giuseppe Greco di Salvato~e, della sua
stessa famiglia di Ciaculli (Volo 1 f.8?) +
(Vol.2 f.256). Il successivo 6 febbraio 1982
venne notato dalla Polizia mentre nella zona di
Co~so dei Mille transitava a bo~do di una
Renault con lo stesso Giuseppe Greco di
Salvato~e ed in compagnia di altro giovane che
significativamente si nascondeva il volto con le
mani.
Risulta altresi' socio della U~ania
cost~uzioni insieme
del pad~e Giovanni e
Ad~iana cost~uzioni,
accertato investivano
appartenenti, come
a Domenico Fede~ico, socio
del f~atello Ma~io nella
nelle cui imprese e' stato
notevoli capitali alt~i
lo stesso Federico, alla
consorteria mafiosa (Volo 2. f.256). Ed in
- Pag.6.531 -
assen2a di %edditi dichia%ati %isulta ave%e t%a
il 1979 ed il 1982 acquisito un notevole
pat%imonio immobilia%e, come dagli
acce%tamenti di cui al %appo%to della Questu%a
di Pale%mo del 15 settemb%e 1983 (Vol.24 f.251).
Pe% il %esto, come si e' detto, si %imanda
a quanto esposto t%attando le posi2ioni di
Giovanni e Ma%io P%estifilippo, anche con
%ife%imento al 10%0 coinvolgimento nei t%affici
di droga.
Va pertanto l'imputato rinviato a giudi2io
per risponde%e di tutti i %eati contestatigli
coi mandati di cattura 323/~4, che ha assorbito
ed integrato gli altri p%ecedentemente emessi, e
n.79/85.
- Pag.6.532 -
Prestifilippo Mario Giovanni
Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982
(Vol.1 f.90) quale esponente di spicco della
cosca mafiosa di Ciaculli, vennero emessi nei
suoi confronti ordine di cattura 170/82 del 26
luglio 1982, mandato di cattura 343/82 del 17
agosto 1982 e mandato di cattura 237/83 del 31
maggio 1983, con i quali gli furono contestati i
reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685
del 1975.
Indicato quindi da Stefano Calzetta
(Vol.11 f.13), (VoI. 11 f.Z9), (VoI. 11 f.34),
(Vol.11 f.45), (Vol.11 f.46), (Vol.11 f.47),
(Vol.11 f.52,), (Vol.11 f,68', ('101.11 f.71),
(Vol.11 f.72),
- Pag.6.533 -
(Vol.11 f.73) e (Vol.11 f.Z06) + (fasc. perso 1~
ff.8, 18, 21, 23 e 151) quale pericolosissimo
killer delle cosche mafiose e protagonista de+la
c.d. "guerra di mafia" e ritenuto pertanto
responsabile di numerosi omicidi consumati ai
danni dei c.d."perdenti" nonche' di un grave
danneggiamento subito dai fratelli dello stesso
Calzetta per presumibile reazione delle cosche
mafiose alla collaborazione prestata alla
giustizia dal congiunto, con mandati di cattura
372/83
1983,
1984,
e 373/83, entrambi emessi 1'8 agosto
e mandato di cattura 111/84 del? aprile
gli furono contestati i reati di
danneggiamento, detenzione e porto illegale di
esplosivo, nonche' gli omicidi di Francesco Di
Noto, Giuseppe Genova e numerose altre vittime
della "guerra di mafia", l'omicidio dell'agente
di P.S. Calogero Zucchetto ed altri reati minori
connessi.
Si procedette,
altri procedimenti,
quindi alla riunione di
nel corso dei quali erano
- Pag.6.S34 -
stati emessi nei confronti del Prestifilippo i
seguenti provvedimenti:
- mandato di cattura 162/84 del 22 maggio
1984, con il quale il reato di cui all'art.416
C.P. gli era stato contestato a seguito di
rapporto del 6 maggio 1980 (Vol.12/1 f.43), che
lo indicava come componente della associazione
per delinquere facente capo al c.d. "covo di
Corso dei Mille", alla cui criminosa ·attivita'
si riteneva dovesse farsi risalire l'omicidio
del m~tronotte Sgroi e la rapina alla Cassa di
Risparmio di Palermo, commessi nell'aprile del
1979, nonche' l'omicidio del dr. Giorgio Boris
Giuliano del luglio dello stesso anno.
mandato di cattura 319/83 del 9 luglio
1983, con il quale gli erano stati contestati i
delitti di cui agli artt.416 e 416 bis C.P .• 75
legge n.G8S del 1975. nonche' gli omicidi del
generale Carlo Alberto Dalla Chiesa di Alfio
Ferlito e quelli contestualmente commessi. di
stefano Bontate. Salvatore Inzerillo. Girolamo
Teresi ed altri ed ulteriori altri reati minori
connessi.
- Pag.6.535 -
Tutti i predetti reati, intervenute le
dichiarazioni di Tommaso Buscetta
sull'associazione mafiosa Cosa Nostra,
costituita anche dalla famiglia di Ciaculli, gli
vennero poi ricontestati con mandato di cattura
323/84 del 29 settembre 1984, con il quale gli
furono addebitati numerosi altri omicidi ed
altri reati minori connessi, attribuibili, alla
stregua dalle espletate indagini, alle decisioni
adottate dai vertici di Cosa Nostra.
Con mandato di cattura 418/84 del 4
dicembre 1984 gli venne ancora ricontestato il
delitto di
D'Aleo,
omicidio
con le
in danno
opportune
del Cap.
rettifiche
Mario
delle
erronee indicazioni di d.ata contenute nel
precedente mandato, e, con mandato di cattura
58/85 del 16 febbraio 1985, gli venne contestato
il delitto di omicidio del Prof. Paolo Giaccone.
Ritenuto, infine, per la sua posizione di
spicco in seno alla cosca di Ciaculli, uno dei
responsabili dei vandalici danneggiamenti
verificatisi nella zona a danno di famiglie
zeputate "indesiderabili" dalla conso:r::tezia
mafiosa e
- Pag.6.536 -
quindi costrette ad allontanarsi
abbandonando le loro proprieta', venne emesso
nei suoi confronti mandato di cattura 79/85 del
4 marzo 1985, con il quale gli furono contestati
i reati di violenza privata ed incendio.
E' rimasto latitante.
La sua prepotente personalita' criminale
ed il di lui organico inserimento nella cosca
mafiosa di Ciaculli cominciano gia' a delinearsi
nel decennio precedente all'attuale, come emerge
dal menzionato rapporto del 6 maggio 1980 che
riferisce di una sua identificazione in data 13
marzo 1976 mentre a bordo di un'auto si trovava
insieme in via Giafar a Francesco Buffa,
Vincenzo Buffa e Giovannello Greco
f.89>.
(Vol.12/L
Qualche mese prima era stato arrestato in
flagranza di furto aggravato da agenti del
Commissariato di P.S. di Bagheria unitamente al
fratello Giuseppe, a Nicolo' Greco di Vincenzo
ed a tale Romano Lorenzo (Vol.12/L f.89l.
- Pag.6.537 -
Come poi risulta da rapporto della
Questura di Palermo del 31 dicembre 1982 (Vol.Z4
f.169), i suoi rapporti, al seguito del padre e
nonostante la sua giovanissima eta' , si
estendono anche ai membri di cosche
mafiose, in quanto l'imputato, sino alla vigilia
della "guerra di mafia" e significativamente
recedendone al suo inizio, diviene socio in
talune imprese del gruppo di stefano Bontate,
insieme a Domenico Federico (interessato o
titolare di numerose societa' costituite con
l'apporto di capitali ivi investiti e riciclati
da esponenti mafios i) , Ludovico e Pietro
Bisconti, con un apporto di capitali, soltanto
in una di dette imprese, di ben lire 86.960.000,
certamente non giustificabili in ordine alla
loro provenienza con gli inestenti redditi del
prevenuto.
Procedendo quindi nella sua ascesa
criminale congiuntamente all'altro sanguinario
rampollo della famiglia di eiaculli, il noto
Greco Giuseppe di Nicolo' detto
- Pag.6.538 -
"scarpuzzedda", diviene addirittura "figlioccio"
di Michele Greco, capo della "famiglia" e di
Cosa Mostra (rapporto del 19 luglio 1983 (Vol.14
f.165) . Col suddetto Giuseppe Greco l'agente di
P.S. Zucchetto il 28.10.1982 lo nota fermo a
conversare, insieme ad altri due individui,
all'imbocco della traversa che da via Messina
Montagne conduce alla villa di Montalto
Salvatore ed a poche centinaia di metri da detto
immobile lo stesso Zucchetto ed il Commissario
di P.S. Antonino Cassara'lo scorgono all'interno
di una autovettura insieme allo stesso
"scarpuzzedda" il 1.11.1982, pochi giorni prima
dell'uccisione di Zucchetto
(Vol.10 f.57).
(rapporto 24.3.83
E con lo stesso Giuseppe Greco
"scarpuzzedda" il Mario Prestifilippo appare
ritratto in una fotografia di gruppo, rinvenuta
e sequestrata nella villa di Salvatore Greco di
- Pag.6.539 -
Giuseppe in Casteldaccia, insieme al fxatello
Giuseppe, al padxe Giovanni, allo zio ·Salvatoxe
ed a Giovanni Di Pace, cognato dei Gxeco
((Fot.079279) - (Fot.079296».
La foto ovviamente documenta anche gli
stxetti legami fxa Maxio Pxestifilippo e la
famiglia Gxeco, che xisultano ultexioxmente
compxovati dagli accextamenti bancaxi espletati.
Infatti l'imputato exa titolaxe di un libxetto
di xispaxmio acceso il 14 agosto 1958 pxesso il
Banco di Sicilia di Palexmo, sul quale exa
delegato ad opexaxe addixittuxa lo stesso
Michele Gxeco, capo della famiglia di Ciaculli e
di Cosa Nostxa ((Fot.094125) - (Fot.094129».
Stefano Calzetta, nelle suxxichiamate sue
dichiaxazioni, confexmando sostanzialmente
quanto gia' abbondantemente pxofilatosi nel
corso delle suesposte indagini, ha pxecisato che
in seno all'associazione
- Pag.6.540 -
mafiosa il Prestifilippo era trattato come un
"idolo" e con molto rispetto, in particolare
dagli Zanca, dagli Spadazo, dai Marchese e dai
Tinnirello, nonche' da tutti i componenti piu'
prestigiosi delle altre "famiglie". con cui era
solito abbracciarsi (comportamento questo molto
sognificativo dato che tra mafiosi ci si
delloabbraccia e bacia soltanto quando si e'
stesso livello).
E che il Prestifilippo sia anche un killer
di rango emerge da un episodio riferito dallo
stesso Calzetta, che 10 sospetta di essere uno
degli esecutori materiali
generale Dalla Chiesa.
dell'omicidio del
Invero, due giorni dopo l'uccisione di
costui, il Prestifi1ippo si era recato, in.
compagnia di Pietro Bisconti, presso l'impresa
di Domenico Federico, il quale, vedendo10, 10
aveva abbracciato con notevole espansivita' ed
al tempo stesso deferenza. appartandosi quindi
con lui. In tale occasione aveva notato il
Calzetta, e la cosa 10 aveva impressionato. che
caschetto,
il Prestifilippo aveva i capelli biondi a
mentre,
- Pag.6.541 -
rivedendolo qualche giorno dopo, il giovane era
diventato castano e con diverso taglio di
capelli, con la riga appena accennata e la
fronte scoperta.
Il particolare riveste notevole importanza
stante che, qualche giorno dopo l'omicidio del
generale, la stampa aveva ampiamente riportato
la notizia secondo cui uno dei killer, e
precisamente quello che si trovava a bordo di
una moto di grossa cilindrata, aveva i capelli
biondi ed una pettinatura a caschetto.
Per altro lo stesso Calzetta ha indicato
il Prestifilippo come uno dei killer al servizio
della organizzazione mafiosa ed in particolare
dei Vernengo e dei Greco di Ciaculli, rivelando
che l'imputato e' estremamente rispettato anche
per la sua grande abilita' di tiratore, uso ad
a quelli
allenarsi nei possedimenti di sua proprieta'
nella zona di Ciaculli, in prossimita'
dei Greco.
Ha aggiunto Calzetta di aver notato il
Prestifilippo piu' volte in compagnia di altri
mafiosi presso lo stabilimento balneare
di Salvatore
- Pag.6.542 -
Virzi I , nei locali della
Edilceramica di Gaetano Tinnirello e presso il
distributore di benzina degli Zanca; di averlo
visto partecipare ad un banchetto insieme a
Vincenzo Spadaro, Carmelo Zanca, i figli ed i
nipoti dello Spadaro, Gaetano e Lorenzo
Tinnirello,
arresto fu
Pietro Senapa (che all'atto del
trovato in possesso di
suo
una
comunicazione giudiziaria inviata a Giovanni
Prestifilippo padre di Mario), Paolo Alfano,
Salvatore Rotolo e Mario Abbate, questi ultimi
tutti notissimi killers; di averlo visto ancora
partecipare a riunioni di mafiosi che avvenivano
presso i locali della Edilceramica o presso il
negozio di Anna Spadaro, madre dell'altro killer
Giuseppe Lucchese detto"u lucchiseddu", ovvero
nell'edificio in costruzione di Gaetano Scavone,
cognato dei Savoca.
Ulteriori legami ha rivelato il Calzetta
del Prestifilippo con Paolo Alfano e Francesco
Marino 11annoia,
- Pag.6.543 -
entrambi attivamente dediti al traffico degli
stupefacenti e pericolosi killer al servizio
delle cosche mafiose.
Ha infatti riferito il Calzetta che per
ben due volte il prevenuto. che si trovava in
compagnia dell' Alfano. era riuscito a sfuggire
ad un posto di blocco della Polizia. Una prima
volta i due. che si trovavano a bordo di una
Fiat 12.6. erano riusciti a sfuggire alla
cattura, abbandonando l'autovettura, poi
recuperata da Giovanni Tao~mina. Analogamente in
altra occasione, viaggiando a bordo di una Fiat
11 2. • di proprieta' della moglie di Carmelo
Zanca, erano sfuggiti al posto di blocco,
abbandonando l'automezzo in Corso dei Mille. In
tale circostanza la Polizia li aveva inseguiti
esplodendo dei colpi di arma da fuoco.
Quanto ancora al Marino Mannoia, il
Calzetta, dopo averlo definito elemento
particolarmente pericoloso, ha riferito di
averlo incontrato in compagnia del Prestifilippo
presso la rotonda di Casteldaccia.
''''.'
- Pag.6.544 -
di prova a caricoUlteriori
dell'imputato
elementi
all'esame delle
posizioni, cui si rimanda, del fratello Giuseppe
e soprattutto del padre Giovanni, specie per
quanto attiene al traffico di droga, gestito dai
Prestifilippo, in societa' con i Greco, con una
secondo quanto e' emerso
dalle dichiarazioni di Salvatore Contorno.
Costui eVol.125 f.4), eVol.125 f.36),
<Vol.1Z5 f.40), <Vol.125 f.56), (Vol.125 f.101),
eVo1.125 f.143), <Vo1.1Z5 f.149), <Vo1.125
f.155), <Vo1.125 f.180), <Vo1.125 f.189) e
<Vol.125 f.196) ha ribadito la qualita' di "uomo
d'onore" del Prestifilippo ed il suo prestigioso
ruolo in
- Pag.6.5Q5 -
seno a Cosa Nostra, accusandolo inoltre di
essere uno degli autori materiali dell'attentato
da lui subito il Z5 giugno 1981 e dicendolo
attivamente inserito nel traffico di droga e
cointeressato alla raffineria di eroina del
padre Giovanni e dei Greco,
profitti 10 stesso Mario
dei cui favolosi
Prestifilippo e
Giuseppe Greco di Nicolo' si erano piu' volte
con lui vantati, magnificando anche la facilita'
di tali guadagni.
L'imputato va pertanto rinviato' a giudizio
per rispondere dei reati di cui agli artt.416 e
416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975,
contestatigli col mandato di cattura 323/84, che
ha per questa parte assorbito ed integrato tutti
i provvedimenti precedentemente emessi nei suoi
confronti.
Dei singoli episodi criminosi
addebitatigli si occupano apposite parti della
sentenza.
- Pag.6.546 -
Prestifilippo Nicola
Denunciato con rapporto del 10 dicembre
1983 (Vo1.18 f.16" quale favoreggiatore del
latitante Giovanni Fici, venne emesso nei suoi
confronti mandato di cattura 536/83 del Z
dicembre 1983 (fasc. perso f.S> con il quale gli
fu contestato il reato di cui all'art.378 C.P ..
Si protesto' innocente, asserendo di non
vedere il Fici da alcuni anni e, pertanto, di
non averlo per nulla agevolato nella sua
latitanza, della quale era pero' a conoscenza,
stanti i vincoli di parentela che li legavano.
ottenne, con ordinanza del 10 febbraio
1984 (fasc.pers. f.15), la liberta' provvisoria.
Successivamente indicato da Salvatore
Contorno (Vo1.1Z5 f.72,) e (Vo1.12,5 f.133> quale
"uomo d'onore" della famiglia mafiosa di
Ciaculli, venne emesso nei suoi confronti
- Pag.6.547 -
mandato di cattura 361/84 del Z4 ottobre 1984,
con il quale gli furono contestati i reati di
cui agli artt.416 e 416 bis C.P. 75 e 71 legge
n.685 del 1975.
A seguito di tale mandato si diede alla
latitanza.
Sussistono a suo carico sufficienti prove
di colpevolezza.
Invero all'atto del suo arresto Giovanni
Fici tento' di disfarsi di un borsello (Vol.5/A
f. 5) , contenente, tra l'altro, talune chiavi con
la relativa etichetta, una delle quali recava
l'indicazione "Casa C.A." (Vol.18 f.161).
Le indagini condotto dai Carabinieri
accertarono che la chiave consentiva l'apertura
della porta di ingresso di un villino disabitato
in zona di Ciaculli, che risultava essere nella,
disponibilita' di Nicola Prestifilippo, cognato
del famigerato Giuseppe Greco di Nicolo' detto
"scarpuzzedda"
Giovanni Fici.
ed imparentato con lo stesso
- Pag.6.548 -
Nel presupposto che la chiave di ingresso
dell'immobile fosse stata fornita a quest'ultimo
per trovare nello stabile eventuale
nascondiglio, il Prestifilippo, venne
incriminato per favoreggiamento ed, interrogato,
sosteneva di aver fornito le chiavi di cui
trattasi al padre del Fici perche' questi si
occupasse della coltivazione del giardino
circostante alla villa.
Si e' gia' rilevato nella citata ordinanza
del 10 febbraio 1984, la palese inattendibilita'
di tale assunto, non essendovi ragione alcuna di
consegnare ad un giardiniere chiavi diverse da
quelle di ingresso al terreno, mentre, secondo
gli accertamenti espletati (Vo1.18 f.163),
quelle in possesso del Fici. e comunque non del
di lui padre, consentivano l'ingresso alla
villa, raggiungibile anche per st:r:adelle
interpoderali interne, ma non erano invece
utilizzabili per l'apertura del cancello di
ingresso al giardino circostante.
- Pag.6.549 -
Le circostanze allora accertate vennero
cui all'art.378 C.P.,criminosa di
all'epoca
fattispecie
valutate come integranti la
ma le successive rivelazioni del Contorno e le
ulteriori risultanze processuali acquisite
inducono invece a :r:itene:r:e, con sufficiente
ce:r:tezza, che il P:r:estifilippo, lungi
dall'esse:r:si limitato a favo:r:i:r:e la latitanza di
un associato, faccia egli medesimo pa:r:te
dell'organizzazione c:r:iminosa pe:r: cui si p:r:ocede
ed abbia quindi in tale qualita' prestato
assistenza ad alt:r:o associato.
Le accuse del Conto:r:no, invero, t:r:ovano
:r:iscontro non solo nel menzionato episodio di
favoreggiamento del Fici ma anche nella scoperta
in altro immobile di proprieta' del
Prestifilippo di nascondigli idonei al riparo di
ricercati, quale quello esistente sotto il
piatto-doccia del vano bagno dell'appartamento
sito nel Corso dei Mille n.1507 (Vol.189 f.175)
nonche' nell'accertato intervento del
Prestifilippo, insieme ai mafiosi della cosca
- Pag.6.SS0 -
di Ciaculli Antonino Puccio e Gaspare Finocchio
ed a Giovanna Fici, madre di Giuseppe Greco
"scarpuzzedda", nell'acquisto di vaste
estensioni di terreno in localita' Ciaculli da
rappresentante della SA!
quale grava quanto meno il grosso sospetto di
dell'organizzazione
potere
pesanti
dell'ono
interferenze
Luigi Gioia,
operazione
quale
sulla
capeggiata da Michele e Salvatore Greco (Vol.170
i.Z55) + (Vol.ZOO i.365) (Vol.Z01 i.15).
Va, pertanto, l'imputato rinviato a
giudizio per rispondere dei reati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P., di cui al mandato di
cattura 361/84, in tali imputazioni dovendosi
considerare assorbita quella di cui all'art.378
C.P. di cui al mandato di cattura 531/83 del 23
dicembre 1983.
Nulla e' invece emerso a carico del
Prestifilippo in ordine al contestato traffico
di sostanze stupefacenti e, pertanto, dalle
relative imputazioni di cui agli artt. 75
- Pag.6.551-·
e 71 legge n.685 del 1975 (mandato di cattuza
361/84) va prosciolto per non aver commesso i
fatti.
- Pag.6.55Z -
Prestifilippo Salvatore
Gia' denunciato con rapporto del 13 luglio
198Z (Vol.1 f.90) quale pericoloso esponente
mafioso della cosca di Michele Greco, da tempo
insediatosi a Milano col cognato Giuseppe
Ingrassia ed operante con costui nei traffici di
sostanze stupefacenti, venne successivamente
indicato da Salvatore Contorno (Vol.125 f.3),
(Vo101Z5 f.4), (Vo101Z5 f.41), (Vo10125 f.54),
(Volo 125 f.58), (Volo 12.5 f.63), (Volo 12.5 f.74),
(Vo101Z5 f.79), (Vo101Z5 f.91), (Vo101Z5 f.126),
(Volo 125 f.129), (Vo10125 f.131>,
- Pag.6.553 -
f.149), (VoI.1Z5
(VoI.125 f. 155),
f.159), (VoI.125
(VoI.125 f.192),
f.195) e (Volo 125
(VoI.125 f.135), (VoI.125
f.139), (VoI.1Z5 f.14Z),
(Volo 125
affiliato alla
(VoI.125
f. 154),
(VoI.125
f.191>,
(VoI.125f.194),
f.144),
f.158),
(VoI.125
(VoI.125
f. 153),
(VoI.1Z5
f.162),
(Volo 12.5
f. 196) quale
f.132) ,
(VoI.125
f.143),
(Volo 125
f.136),
(Vol. 125
famiglia mafiosa di Ciaculli.
Fu emesso nei suoi conf%onti mandato di
cattura 361/84 del 24 ottobre 1984, con il quale
gli fu%ono contestati i %eati di cui agli
artt.416 e 416 bis C.P. 75 e 71 legge n.G85 del
1975.
- Pag.6.554 -
E' ~imasto latitante.
Sussistono a suo ca~ico sufficienti p~ove
di colpevolezza, avuto ~igua~do alle ~eite~ate,
delaccuse~iscont~ateeci~costanziate
Conto~no.
Questi ha ~iconosciuto il P~estifilippo in
indicatafotog~afia
l'abitazione
ed
del
ha con
p~edetto
precisione
in Milano, nello
stesso stabile di quella del cognato Giuseppe
Ing~assia e nei cui p~essi in data 7 settembre
1981 (Vol.3 f.90), nel co~so di un cont~ollo di
Polizia, vennero notate le autovetture Fiat
rispettivamente a
1500, targata PA-1417Z9, e
PA-295455, appa~tenentesi
Mercedes, targata
Michele G~eco ed a Maria Cottone, moglie del di
lui fratello Salvato~e.
In Milano, come emerge dalla proposta per
misu~a di p~evenzione in data 27 ottobre 1983 di
quel Procu~atore della Repubblica (Vol.24
f.162) , il Prestifilippo, esercitava
ufficialmente
palesemente
l'attivita'
a
di facchino,
copertura
- Pag.6.555 -
di ben altre e ben piu' lucrose attivita'. se e'
vero che alla data del 31 dicembre 1982 egli
aveva disponibilita' di lire 89.692.923 sul suo
conto corrente n.1366 presso la Banca Popolare
di Milano, filiale di Milano, agenzia n.S.
In realta', gia' nella menzionata proposta
del 27 ottobre 1983 si segnalavano i sospetti
collegamenti in attivita' illecite fra il
Prestifilippo ed i noti trafficanti di droga
fratelli Fidanzati e Salvatore Contorno ha
fornito al sospetto conferma, rilevando che nel
corso dei mesi estivi Gaetano Fidanzati era
abituale ospite del Prestifilippo
nell'abitazione di costui in Ciaculli.
Quanto poi all'effettiva attivita' svolta
dal Prestifilippo a Milano, ha ulteriormente
riferito il Contorno che unitamente ai fratelli
Michele e Salvatore Greco e al di lui fratello
Giovanni l'imputato gestiva in Croce
Verde-Giardini (Ciaculli) una raffineria di
eroina, dapprima ubicata nel fondo Favarella dei
Greco e quindi, per ragioni
- Pag.6.556 -
p~uden2iali, dato il gran nume~o di pe~sone che
ivi usavano accede~e. spostata in immobile del
Prestifilippo nella stessa bo~gata. la cui
ubica2ione e' stata dallo stesso Contorno
indicata alla Polizia (rapporto 1 giugno 1985 a
(Vol.125/A f.240».
Secondo il Contorno, la d~oga ivi p~odotta
veniva esportata in parte negli USA (Vo1.125
f.159), utilizzando quale corriere della valuta
ricavata Giuseppe Marsalone , impiegato anche in
qualita' di chimico nelle operazioni di
raffinazione (Vol.125 f.159), (Vo1.125 f.194),
(Vo1.125 f.195) (Vo1.125 f.196), ed in parte
invata a Milano.
Domenico Russo.
se~vendosi come corrie~i di
Gaspare Lo Cascio ed i f~atelli
Spe~a di Belmonte Mezzagno (Vol.125 f.36),
(Vo1.12.5 f.144) e (Vo1.12.5 f.153), che
- Pag.6.557 -
p~ovvedevano ai ~elativi t~aspo~ti, occultando
l'e~oina in ca~ichi di o~tofzutticoli dizetti a
Giuseppe Ingrassia, impegnato in tale comme~cio
p~esso i me~cati generali di Milano.
Ampio ~iscontzo a tali dichiazazioni e'
banca~ie,
fo~nito
indagini
dalle ~isultanze
dalle
delle
quali
espletate
eme~ge
innanzi tutto un cospicuo gi~o di assegni pe~
~ilevatissimo impo~to concernente l' Ing~assia,
il P~estifilippo e la moglie di costui Filippa
Bonta'. Rappo~ti bancari emezgono altzesi' tra
costei e tale Franco Castaldo, che ha ammesso di
esse~e in rappozti con i fzatelli G~ado ed
Alf~edo Bono, anch'essi noti trafficanti di
droga in Milano, puz sostenendo di averli
conosciuti negli ambienti degli appassionati di
ippica ed ave~e con c:osto~o intrattenuto
soltanto zappo~ti ziguazdanti la compzavendita
di cavalli (Vol.19/B f.196) e (Vol.19/B f.285).
Ma che vi fosse~o, invece, ~appo~ti dizetti tra
i G~ado ed il Prestifilippo, emerge
- Pag.6.558 -
dalle dichia~azioni dello stesso Castaldo, il
quale ha ~ife~ito che un assegno "al po~tatore"
da lui emesso il 27 ma~zo 1981 per li~e
4.500.000 sul suo conto co~~ente p~esso la Banca
Popola~e di Milano venne dal medesimo
pe~sonalmente consegnato a Salvato~e Grado.
O~bene, detto titolo ~isulta versato da Filippa
Bonta' sul suo conto co~~ente p~esso la Banca
Popola~e di Nova~a e cio' dimost~a che il Grado
lo consegno' al P~estifilippo.
~isultanoP~estifilippo,
G~adoTali ~aFPo~ti, t~a i
inolt~e da
ed il
alt~o
assegno da li~e 1.000.000 emesso da Antonina
Conto~no, mad~e dei G~ado, il 17 settembre 1979
all'o~dine di Filippa P~estifilippo, che ~isulta
ve~sato nel solito conto co~rente di Filippa
Bonta' .
Ulte~io~i intensissimi ~appo~ti bancari
eme~gono inoltre tra Salvatore Prestifilippo, il
f~atello Giovanni e Giuseppe Ingrassìa, a
dimostrazione
nell'illecita
dei loro comuni interessi
attivita'
- Pag.6.559 -
rivelata dal Contorno, il quale, come
si e' detto, ha altresi' rivelato che nella
raffineria di droga di Ciaculli i Prestifilippo
erano consoci dei Greco. Ed, infatti,
puntualmente, assegni di Michele Greco risultano
emessi all'ordine di Salvatore Prestifilippo,
del di lui fratello Giovanni e di Giuseppe
Ingrassia.
Quest'ultimo, da parte sua, come esposto
piu' ampiamente nella parte della sentenza
dedicata all'esame della sua posizione, risulta
in diretti rapporti banca~i anche con Salvatore
Greco di Giuseppe e,
Salvatore Ingrassia
come ammesso dal nipote
(Vol.199 f.281), sentito in
qualita' di teste prima che Contorno ne
rivelasse la qualita' di "uomo d'onore", faceva
a Palermo cospicue rimesse di denaro, non
riferibili ad acquisti di prodotti
ortofrutticoli, inviando somme per centinaia di
asseritamente a titolo di regalie, chemilioni,
venivano depositate in libretti bancari
intestati alle sorelle nubili.
- Pag.6.560 -
Dette risultanze pienamente confermano i
rapporti intercorrenti tra i Prestifilippo, i
Greco e l' Ingrassia, sicuramente non spiegabili
con gli imbarazzati chiarimenti forniti da
Salvatore Ingrassia e da Franco Castaldo e ben
riguardocollimanti,
ingentissime
invece,
cifre
avuto
movimentate ed
alle
alla
personalita' degli individui (Grado e Bono) , i
cui nominativi sono emersi da queste indagini,
con le indicazioni del Contorno, la cui
veridicita', anche con riferimento alle accuse
formulate a carico di Salvatore Prestifilippo,
non puo', pertanto, essere messa in dubbio.
dichiarazioni
Vanno
completezza,
infine,
menzionate
pe r
le
mero scrupolo di
rese
dal camorrista Pasquale D'Amico (Vol.Z3 f.40)
(Vol.23 f.43), che ha riferito di aver app:reso
da Raffaele Cutolo che Salvatore P:restifilippo
era pericolosissimo killer. della mafia
palermitana e di ave:re avuto di cio' confe:rma da
Nunzio
- Pag.6.561 -
Salafia. Non puo' escludersi tuttavia che il
Prestifilippo menzionato dal D'Amico, che ne
aveva solo il cognome annotato in una agenda,
esame bensi' uno deifosse non l'imputato in
nipoti, figli del fratello Giovanni, da tempo
sospettati, specie l'imputato Ma:rio
Prestifilippo, di esse:re gli esecutori materiali
d.i gravissimi deli tti, tra cui quello del
Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. E cio'
tenuto conto che il D'Amico ha parlato del
Prestifilippo associandolo a Pietro Senapa,
anch'esso ritenuto pericolosissimo killer, in
termini che poco si adattano al ruolo
nell'organizzazione mafiosa di Salvatore
Prestifilippo, cui, secondo le rivelazioni del
Contorno, deve invece attribuirsi la qualita'
di potente organizzatore di ingenti traffici,
anche internazionali, di sostanze stupefacenti.
L'imputato va, pertanto, rinviato a
giudizio per rispondere di tutti i reati
ascrittigli col mandato di cattura 361/84.
- Pag.6.562 -
P~es~ifilippo San~o
Indicato da Salva~o%e Con~o%no
f.4) e (Vol.125 f.143) quale affiliato,
(Volo 12.5
insieme
al pad%e Giovanni ed al f%atello Gi~olamo, alla
famiglia mafiosa di Ciaculli, venne emesso nei
suoi conf~onti manda~o di cattu%a 361/84 del Z4
o~~ob~e 1984, con il quale gli fu~ono con~esta~i
i %eati di cui agli a%tt. 416 e 416 bis C.P., 75
e 71 legge n.685 del 1975.
Si e' p%otestato innocente asse%endo la
sua es~%aneita' a qualsiasi o~ganizzazione
c:riminosa.
Sussistono a suo ca%ico sufficien~i p~ove
di colpevolezza, avuto %igua~do alle
ci%costanziate, ~eite~ate e riscont:rate accuse
del Conto~not il quale ha rife%ito di conoscere
da gran tempo tutti i PrestifilipPoj di ben
il pad%e Giovanni e'sapere
all'AMNU
che
e che i
impiegato
figli
- Pag.6.563 -
sono gli abituali accompagnatori degli omonimi
cugini Mario e Giovanni Prestifilippo, di
Giuseppe Greco di Nicolo' e dei figli di Michele
e Salvatore GreCOi di sapere ancora che essi
gestiscono una porcilaia in terreni contigui al
fondo Favarella.
Quest'ultima ciroostanza gia' risultava
dal rapporto del 13 luglio 1982 (Vol.1 f.282),
mentre la conferma che il padre di Santo
Prestifilippo fosse impiegato all'AMNU si trova
nell'interrogatorio di Girolamo Prestifilippo,
sicche' appare destituita di fondamento
l'affermazione di costui (per la verita' non
ha taciuto) di non avere col Contorno
ripetuta
proposito
espressamente dal Santo, che in
alcun rapporto neanohe di semplice conoscènza.
Ne' fondamento alcuno ha l'assunto della
difesa dei Prestifilippo, secondo cui lo stesso
Contorno ammetterebbe di non conoscerli
personalmente come "uomini d'onore", poiche'
avrebbe riferito di aver appreso solo
- Pag.6.564 -
dal cugino Caloge~o Bellino di tale lo~o
qualita' . Infatti, sebbene cio' sia stato
e~~oneamente contestato dall'istruttore nel
co~so dell'inte~~ogatorio di Girolamo
P~estifilippo, le notizie dal Conto~no rife~ite
come app~ese dal Bellino concernono altri
omonimi imputati e non quelli in esame (Volo 125
f. 55), personalmente conosciuti dal Contorno
quali affiliati alla cosca mafiosa di Ciaculli
ed, inoltre, cointeressati a pieno titolo alla
~affine~ia di d~oga gestita in quella localita'
dagli omonimi cugini Prestifilippo e dai Greco.
Va ~icordato, infine, quanto gia' esposto
trattando la posizione di Giovanni
P~estifilippo, padre di Santo, ci~ca gli
ulte~iori riscont~i acquisiti in ordine ai
~ivelati collegamenti dei Prestifilippo con
altri esponenti mafiosi della zona di Ciaculli,
essendo state ritrovate in casa del predetto
imputato, in corso di pe~quisizione domiciliare
espletata il 13 dicembre 1973,
- Pag.6.565 -
fotografie raffiguranti Salvatore e Giovanni
Prestifilippo di Francesco. Carlo e Giuseppe
Contorno e le altre risultanze
Alfano e Nicolo' Greco. tutti, secondo il
processuali
acquisite, appartenenti alla famiglia mafiosa di
Ci acuIli <Vol.3 f.95).
L'imputato va, pertanto, rinviato a
giudizio per rispondere di tutti i reati
ascrittigli col mandato di cattura 361/84.
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[Maxiprocesso di Palermo, Istruttoria] - Volume 34
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[Maxiprocesso di Palermo, Istruttoria] - Volume 31

  • 1. TRIBUNALE DI PALERMO UFFICIO ISTRUZIONE PROCESSI PENALI N. 2289/82 R.G.U.I. ORDINANZA - SENTENZA emessa nel procedimento penale CONTRO ABBATE GIOVANNI + 706 VOLUME N. 31
  • 2. - Pag.6.449 - Palestini Fiozavante Nei confzonti di Fiozavante Palestini venne emesso mandato di cattuza 233/83 del 27 maggio 1983, con il quale gli fuzono contestati i zeati di cui agli aztt.416 C.P., 75 e 71 legge n.G85 del 1975 (capi 7, 17 e 40 dell'epigzafe). Eza stato tzatto in azzesto dalla Polizia egiziana il 24 maggio 1983 pezche' sozpzeso a bozdo della nave Alexandzos G. pzoveniente dalla Thailandia con un cazico di ben 233 chilogzammi accertavano di ezoina, condotte, che le indagini eza in stato proposito inviato dall'ozientale Koh Bak Kin all'organizzazione siciliana capeggiata da Rosario Riccobono e Gaspare Mutolo. Del Palestini tzatta ampiamente la parte della sentenza dedicata ai traffici di droga condotti dal Mutolo e dal Riccobono.
  • 3. - Pag.6.450 - In questa sede giova sinteticamente ricordare che egli, originario di Giulianova, ove il Gaspare Mutolo era stato in soggiorno obbligato, venne per. la prima volta all'attenzione degli inquirenti allorche' in data 22 aprile 1982 fu trovato a casa del Mutolo durante una perquisizione ivi effettuata. Le indagini immediatamente condotte dopo il suo arresto consentivano di accertare che aveva effettuato diversi viaggi in Thailandia nell'aprile, nel luglio, nell'ottobre e nel dicembre 1982 (Yol.65/R f.279) e che era stato in contatti anche telefonici col Mutolo risultando fra gli appunti sequestratigli un recapito telefonico di una abitazione attigua a quella del . coimputato (Yol.2/R f.183) + (Vol.65/R f.203) e (Yol.65/R f.308). La sua convivente Luana De Angelis, inoltre, riferiva che si era recata con lui a
  • 4. - Pag.6.451 - Pale~mo in casa del Mutolo f~a l'ottob~e ed il novemb~e 1981 (Vol.65/R f.35Z), in significativa coincidenza tempo~ale con l'a~~esto a Pa~igi di F~ancesco Gaspa~ini, co~~ie~e dell'o~ganizzazione sicili~na. Aggiungeva che qualche mese dopo il Palestini le aveva telefonato da Pale~mo e p~op~io dalla casa del Mutolo e si acce~tava, t~attandosi di telefonata che e~a stata intercettata, che la data di essa e' il 29 ap~ile 1982, cioe' pochi giorni prima che l'imputato facesse il suo primo viaggio in Thailandia (Vol.1/R f.238). Rife~iva ancora la De Angelis che il Palestini le aveva p~esentato un o~ientale dal nome simile ad una ma~c~ di siga~ette e cioe' "Kim" (e palese il ~ife~imento a Koh Bak Kin) e che nel 1983 l'aveva condotta ad Atene, lasciandola a lungo sola in albe~go.
  • 5. - Pag.6.li52 - Nel corso di altra testimonianza, resa dal tenente della Polizia greca Paulos Bograkos, costui riferiva eVo1.78/R f.69) + eVol.94/R f. 1) , riportando in gran parte notizie fornitegli dal comandante della nave Alexandros G., a bordo della quale era stato arrestato il Palestini, che costui era salito sulla nave al largo della Thailandia allorche' sul natante era stato trasbordato il carico di droga e con lo specifico incarico di sorvegliarlo. Il Palestini, da parte sua, avvicinato nelle carceri egiziane, dove e' ristretto per scontare la pena dell'ergastolo ivi inflittagli, dal Magg. Pitino e del dr. Portaccio (Vol.76/R f.l) + eVol.103/R f.9l) + (Vo1.107/R f.7), spontaneamente riferiva a costoro di aver conosciuto il Mutolo a Giulianova e di avere frequentato la sua abitazione di Palermo. l'arresto del predetto, era Dopo stato
  • 6. contattato, - Pag.6.453 - nel novembze dèl 1982, dai fzatelli Michele e Salvatoze Micalizzi. i quali gli avevano proposto di trasportaze in Sicilia dalla Thailandia un carico di ezoina a bordo di una nave. Successivamente era stato contattato da Giovanni Mutolo, fzatello di Gaspaze, che, nel gennaio 1983, lo aveva presentato a tze pezsonaggi molto autozevoli, che non sapeva (o voleva) identificaze, i quali lo avevano convinto a poztare a compimento il progetto pzima espostogli dal Micalizzi. Si eza pertanto nel mazzo 1983 poztato in Atene, dove, previ contatti con i coimputati Dimitzios Ghezokunas e Fotios Palmos, aveva ricevuto l'incarico di recarsi in Thailandia in apzile. Ivi giunto, dopo qualche giorno i trafficanti locali lo avevano condotto a bordo di un peschezeccio vicino all'isola di Findordr, dove era avvenuto il trasbordo sull' G •• Ale><andzos Concludeva, riconoscendo in alcune delle fotografie mostrategli il Mutolo, RosaJ::io Riccobono e, forse, Benedetto Santapaola.
  • 7. - Pag.6. lf54 - Nel corso del suo interrogatorio giudiziale (Vol.131/R f.258) si mostrava molto piu' reticente, ma ammetteva comunque di essersi che gli aveva recato in Thailandia su incarico del Palmos (quello incontrato ad Atene), pagato il biglietto aereo. Le suesposte risultanze della istruzione ricevevano clamorosa conferma proprio ad opera rendendo ampie edel Koh Bak Kin, particolareggiate il quale, dichiarazioni sui suoi rapporti col gruppo palermitano del Mutolo, riferiva in particolare sul Palestini, che costui gli era stato dal primo presentato a Roma dopo l'arresto a Parigi del corriere Gasparini e che con lo stesso Palestini aveva effettuato diversi viaggi a Palermo proprio al fine di organizzare il trasporto della droga via mare. Nel frattempo gli aveva consegnato piu' modici quantitativi di eroina, personalmente o a mezzo di altri corrieri, uno dei quali veniva identificato in Michele Abbenante. stante il riferimento del Kin al fatto che era stato arrestato a Roma, ed altro in Thomas Alan.
  • 8. - Pag.6.455 - Le modalita' del t:raspo:rto del piu' ingente quantitativo di d:roga e:rano state poi piu' volte discusse in Pale:rmo in casa del Mutolo, nonostante costui fosse stato nelle mo:re t:ratto in a:r:resto. Stabilito finalmente l'acco:rdo, si e:ra incont:rato col Palestini e con alt:ri siciliani a Zu:rigo, :ricevendo parte del dena:ro spettantegli pe:r la fo:rnitu:ra. Quindi aveva atteso in Thailandia il Palestini consegnandogli la d:roga ed accompagnandolo fino all'imbarco sulla Alexandros G.. Quanto sop:ra sinteticamente esposto e quanto piu' analiticamente riferito nella richiamata parte della sentenza dimostra la :responsabilita' del Palestini quale componente della associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga facente capo al Mutolo ed il suo coinvolgimento nel traffico medesimo, conclusosi per lui con l'arresto in territorio egiziano ed il sequestro del carico trasportato. Va, pertanto, rinviato a giudizio per :rispondere dei :reati contestatigli ai capi 17 e 40 della epigrafe.
  • 9. - Pag.6.456 - Non sussistono invece seri elementi per ritenere che col Mutolo ed i suoi complici egli si sia associato per commettere piu' delitti anche diversi dal traffico di eroina ed anzi la specifica attivita' posta in essere e le stesse modalita' di "reclutamento" da parte del Mutolo inducono ad escludere che dell'associazione mafiosa di costui sia egli organicamente entrato a far parte. Trattasi con ogni evidenza di uno di quei trafficanti con i quali. secondo le concordi dichiarazioni del Buscetta e del Contorno, possono nel commercio della droga associarsi gli "uomini d'onore". senza che cio' comporti loro organico inserimento nell'associazione mafiosa. Va, pertanto, il Palestini prosciolto dal contestatogli come al capo non aver commesso il fatto. reato di associazione 7 per delinquere dell'epigrafe per
  • 10. - Pag.G.457 - Palmos Fotios Nei confronti di Fotios Palmos venne emesso mandato di cattura 389/83 del 27 agosto 1983, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 C.P., 75 e 71 del 1975. legge n.685 Dell'imputato tratta ampiamente la parte della sentenza dedicata, tra l'altro, in data 24 maggio 1983,all'arresto in Egitto, di Fioravante Palestini ed al contestuale sequestro della nave Alexandros G., a bordo della quale egli si trovava con un ca~ico di ben 233 chilogrammi di eroina purissima di origine thailandese. In questa sede giova ricordare che, secondo la deposizione del tenente della Polizia ellenica Paulus Bograkos (Vo1.78/R f.69) + organizzato~i (Vol.94/R f.1),il Palmos del fu uno degli carico
  • 11. sicilianaall'organizzazione spedito - Pag.6.458 - dall'orientale Koh Bak capeggiata Kin da Gaspare Mutolo. Nel marzo del 1983 si reco' infatti in Svizzera col comandante della nave Gherokunas per ricevere il denaro occorrente per il viaggio. A sua volta il Gherokunas ha spontaneamente riferito al Magg. stefano Pitino (Vo1.82/R f.l) che il Palmos gli fece intendere che aveva dietro di se' in Svizzera persone "molto grosse", delle quali era meglio non cercasse lo stesso Gherokunas di fare conoscenza. Da parte sua il Fioravante Palestini, in altre dichiarazioni spontaneamente rese , allo stesso Magg. Pitino ed al dr. Portaccio (Vol.76/R f.2) + (Vol.103/R f.92) + (Vo1.107/R ha riferito di avere in Atene nel marzof.7) , 1983 incontrato il Gherokunas ed il
  • 12. Palmos, - Pag.6.l.f59 - ricevendo da costoro l'incarico di recarsi a Bangkok e contattare il fornitore dell'eroina per preannunciargli l'arrivo della nave sulla quale doveva essere trasportato il carico. E dallo stesso Pa.lestini risultano effettuate mentre si trovava in Thailandia ben tre telefonate all'utenza di Atene intestata all'imputato in esame (Vol.122/R f.242). Nel corso del suo piu' reticente interrogatorio giudiziale, inoltre, il Palestini ha comunque ammesso di essersi recato in Thailandia su invito del Palmos, che gli aveva anche regalato il biglietto aereo f.259L (Vo1.131/R Del Palmos ha altresi' Sebastiano Dattilo in parlato relazione l'imputato ad altro traffico di eroina, questa volta proveniente dalla Turchia, di cui si tratta nella stessa richiamata parte della sentenza. Il Dattilo ha infatti riferito (Vol.16/RA f.40) + (Vo1.17/RA f.185) +
  • 13. - Pag.6.460 - (Vol.~~/RA i.4) + (Vol.2~/RA i.10) + (Vol.41/RA f.82)che anche il Palmos, da lui definito "longa G%ecia, si occupavamanus" delle dei pale%mitani modalita' tecniche in del t%aspo%to del ca%ico, ma, essendo nel i%attempo giunta notizia del sequest%o in Egitto della Alexand%os G., si era %eso i%%epe%ibile ingiungendo p%ima ai suoi complici di disfa%si degli appunti con i suoi %ecapiti telefonici da lui p%ima fo%niti. Sussistono, pe%tanto, a ca%ico dell'imputato sufficienti prove di colpevolezza in o%dine alla contestata sua pa%tecipazione all'associazione pe% delinque%e finalizzata al t%aifico di sostanze stupefacenti facente capo al Gaspa%e Mutolo ed al Koh Bak Kin ed al contestato t%affico di d%oga conclusosi con il piu' sopra menzionato sequestro di 233 kg.Di e%oina. Non sussiste invece elemento alcuno che induca a %itenere si sia l'imputato coi p%edetti associato al fine di commettere delitti anche diversi dal t%affico di d%oga e va, egli prosciolto dal %elativo addebito. pertanto,
  • 14. Deve - Pag.6.461 - conseguentemente il Palmos esser rinviato a giudizio per rispondere'dei reati di cui ai capi 17 e 40 dell'epigrafe e prosciolto per non aver commesso il fatto dal reato ascrittogli al capo 7.
  • 15. - Pag.6.~62 - Pandolfo Sebastiano Nei conf~onti di Sebastiano Pandolfo venne~o emessi mandato di cattu~a 388/82 del 7 ottob~e 1982, pe~ i ~eati di cui agli artt.416 C.P.e 71 legge n.685 del 1975; mandato di cattura 416/82 del 26 ottobre 1982, per i reati di sequest~o di persona, minaccia grave, detenzione e po~to illegal~ d'a~mi; e mandato di cattura 461/82 del 25 novembre 1982, per il reato di cui all'art.75 legge n.G85 del 1975, essendo emerso dalle dichiarazioni' rese da Armando Di Natale che egli apparteneva ad associazione per delinquere, operante nella zona di Siracusa e capeggiata da Nunzio Salafia, che aveva importato dal Marocco 600 Kg.di hashish, e èhe lo stesso Di Natale, reo di essersi appropriato di una parte dello stupefacente importato, era stato in Florida trattenuto contro la sua volonta' all'interno di un villino e gravemente minacciato con armi da parte di alcuni esponenti dall'associazione, Pandolfo. fra cui il
  • 16. - Pag.6.Q63 - In ordine a tali fatti procedeva questo Ufficio in quanto, in forza delle stesse dichiarazioni del Di Natale, l'omicidio di Alfio Ferlito, commesso in Palermo, era stato addebitato al Nunzio Salafia e ad altri membri dell'associazione. Dei fatti tratta ampiamente la parte della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito e si e' in quella sede rilevato che, dovendo esser prosciolti da quest'ultima imputazione (e da quella, loro successivamente contestata, di omicidio del generale Dalla Chiesa) i preve~uti Nunzio Salafia, Salvatore Genovese ed Antonino Ragona, cui anche era stata addebitata in forza delle dichiarazioni del Di Natale, e' venuta meno ogni ragione di connessione al presente procedimento dei fatti ascritti al Pandolfo, "il piu' grave dei quali (associazione per delinquere finalizzata al traffico della sostanza commesso. stupefacente) risulta in Siracusa
  • 17. - Pag.6.LJ64 - Va dichiarata, pertanto, l'incompetenza per territorio del Giudice istruttore di Palermo in ordine ai reati di cui ai capi 8, 18, 27, Pandolfo 407, 408, e 409 e 410 dell'epigraie ascritti al trasmessi al Procuratore della Repubblica di Siracusa i relativi atti (previa acquisizione di copia dei medesimi a questo procedimento), specificamente indicati nella richiamata parte della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito.
  • 18. - Pag.6.465 - Papastavru stavros Nei confronti di stavros Papastavru venne emesso mandato di cattura 389/83 del 27 agosto 1983, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975 (capi 7, 17 e 40 dell'epigrafe). Dell'imputato tratta la parte della sentenza dedicata, tra l'altro, all'arresto in Egitto in data 24 maggio 1983 di Fioravante Palestini ed al contestuale sequestro della nave Alexandros G. , a bordo della quale egli si trovava con un carico di ben 233 chilogrammi di eroina purissima di origine thailandese. Il Papastavru era uno dei componenti dell'equipaggio 'del natante, identificato ed arresto dalI Polizia egiziana. Nella richiamata parte della sentenza e' stato dimostrato che il carico di eroina era dall'orientale capeggiata stato inviato all'organizzazione siciliana Koh Bak Kin da
  • 19. - Pag.6.466 - Gaspare Mutolo e, pertanto, sussistono a carico dell'imputato sufficienti prove di colpevolezza in ordine alla contestata sua partecipazione all'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti comprendente i menzionati Mutolo e Kin ed al contestato traffico di droga conclusosi con suddetto sequestro di 233 Kg.di eroina. Non sussiste invece alcun elemento che induca a ritenere si sia l'imputato con i predetti associato al fine di commettere delitti anche diversi dal traffico di droga e va, pertanto, prosciolto dal relativo addebito. Deve conseguentemente essere il Papastavru rinviato a giudizio per rispondere dei reati di cui ai capi 17 e 40 dell'epigrafe e prosciolto invece per non aver commesso il fatto dal reato ascrittogli al capo n.7.
  • 20. - Pag.6.467 - Patricola Stefano Patricola Stefano e' seguenti provvedimenti stato raggiunto dai restrittivi della liberta' personale: a) mando di cattura n.237 del 31.5.83 per i reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685/75i b) mando di cattura n.373 del'8.8.83 per il reato di cui all'art.71 legge n.685/75; c) mando di cattura n.323/84 nel quale si intendono assorbiti i provvedimenti di cui alle lettere a) e b). Il Patricola, pertanto, deve rispondere dei reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71 e 75 legge n.685/75. Calzetta Stefano (Vol.11 f.22) indicava il Patricola come legato a Giovanni Matranga nel traffico della cocaina e precisava: " Frequentando assiduamente
  • 21. - Pag.6.468 - i Bagni Virzi' e conversando con le persone che abitualmente vi si riuniscono, poiche' godo della fiducia di tutti, ho appreso che Toto' Virzi' e Matranga Giovanni, quest'ultimo nativo di Piana degli Albanesi, da circa 4 anni trafficano in stupefacenti e cioe' eroina e cocaina. Quella che io ho visto con i miei occhi e' cocaina ma so che il Matranga commerciava prima con Stefano Patricola in eroina. Per inciso devo dire che il padre di Stefano di indicare ove Patricola venne ucciso perche' gli avversari del Bontate volevano rintracciare Stefano Patricola e il di lui padre si rifiut Stefano si trovasse ... ". Dell'omicidio di Pat~icola Francesco si e' gia' specificamente trattato. In un successivo interrogatorio, il Calzetta indicava anche "l'americano" (Romano Giuseppe) come altro associato al Matranga ed al Patricola nel traffico di stupefacenti e precisava come quèsti ed il Patricola si fossero allontanati da
  • 22. - Pag.6.469 - Palermo perche' f.SO). legati al clan Bontate (Vol.11 Anche del Romano si e' ampiamente detto trattando della sparatoria di CiacuIli (la c.d. "tufiata") in danno di Pino Greco "scarpuzzedda" ed i riferimenti sono rinvenibili nella parte che tratta l'omicidio di Ficano Michele. Gaspare e Sinagra Vincenzo confermava la causale dell'omicidio di Patricola Francesco, reo di non aver voluto indicare a Filippo Marchese il luogo ove si nascondeva il figlio Stefano (Vo1.1/F f.133), precisando che l'intenzione del Marchese era. in realta', quella di sopprimere il Patricola proprio perche' frequentava "l'americano" (Vol.1/F f.192). Il Sinagra poi riconosceva nella foto n.89 Patricola Stefano. Le concordanti dichiarazioni del Sinagra e del Calzetta, la perfetta conoscenza che i due avevano dei
  • 23. - Pag.6.470 - fosse ozganicamente insezito Patzicola, padze come il Patzicola e figlio, poztano a ziteneze nel tzaffico di stupefacenti e come fosse legato al gzuppo di Stefano Bontate. Non altzimenti, infatti, potzebbe spiegazsi la spietata caccia datagli dal Mazchese e la delusione dello stesso pez non pote:z:lo scova:z:e,' tanto da o:z:dina:z:e la soppzessione del di lui pad:z:e. Il Calzetta, poi, ben conosceva gli spacciato:z:i di e:z:oina e cocaina che si davano convegno p:z:esso i Bagni Vi:z:zi' e tra questi, senza omb:z:a di dubbio, ha annove:z:ato il Patzicola. Pat:z:icola Stefano, pe:z:tanto, va :z:inviato a giudizio pez rispondere di tutti i reati asc:z:ittigli con il mandato di cattu:z:a n.323/84 (Capi 1, 10, 13, 22).
  • 24. - Pag.6.471 - Patti Antonino Patti Antonino, detto "u Rita", gia' coinvolto nel pIOC. penale c/ Anselmo Vincenzo + 46 (Volo225/A) e pIosciolto in istIutto~ia, e' stato raggiunto dal ordine di cattura n.237 del 23.10.1984 e deve rispondere del reato di cui alla letteIa F), artt.81 C. P . , 71 e 74 legge n.685/75, in concorso con Scalia Nunzio e Lombardo SalvatoIe, gia' Iinviati a giudizio (e condannati in primo grado) nel citato eracome detto,procedimento penale dal quale, stato prosciolto. Degli illeciti traffici del Patti riferiva Anselmo Salvatore (Volo7/Z f.275) (Volo 7/Z f.277) il quale, in sintesi, precisava che il primo, abitante nei pressi Qell!abitazione di Nunzio Scalia, soleva con questo spesso intrattenersi presso il bar Lombardo. "Sornbrero" dei
  • 25. - Pag.6.1.j72 - Con lo Scalia lo aveva visto aveze una accesa discussione den~zo la auto BMW in suo possesso, come puze insieme li aveva visti all'Ucciazdone. Il Pat~i soleva aveze con~at~i anche con Mazsalone Rocco e con Toti Lombardo, insieme ai quali, una seza, uni~amente allo Scalia, si eza intza~tenu~o champagne e pzincipi". cio' bevendo nel mol~e locale "Il bo~tiglie giazdino di dei In una occasione il Patti gli aveva detto di essere stato coinvolto nel procedimento penale (Anselmo + 46) a causa di una telefonata attinente ad un pzesunto traffico di droga, ma effe~tuata per scherzo. In altza occasione, invece, gli aveva fat~o intendere con la droga. che lavorava Il Patti, sempre secondo l'Anselmo, aveva contatti anche con Pino D'Arpa con il quale si incontzava al "Sombrero".
  • 26. Tali - Pag.6.473 - scarne dichiarazioni non sembrano sufficienti per ancorare un rinvio a giudizio del Patti. Ed, invero, l'Anselmo che ben conosceva quell'ambiente, nonche' i personaggi altri lo frequentavano che, come lo Scalia, i Lombardo, il D'Arpa ed non ha mai riferito correttamente. si e' specifici episodi riguar.danti il Patti ma, solo limitato a riferire come questi gli avesse fatto intendere di lavorare con la droga. Il Patti, pertanto, va prosciolto dal reato ascrittogli alla lettera F) dell'ordine di cattura n.237/84, per non averlo commesso (Capo 36) . Tale proscioglimento, inoltre, si impone alla luce di quanto dichiarato da Salvatore Coniglio (Vol.206 il Patti, da lui f.150), il quale riferiva che personalmente conosciuto, gli risultava essere solo un rapinatore e lo stesso Anselmo gli aveva confidato come questi fosse totalmente estraneo al traffico di stupefacenti.
  • 27. - Pag.6.1.t74 - Pedone Michelangelo 1983 Denunciato con (Vo1.1/RB f.78) zappozto quale dell'8 febbzaio appaztenente al g~uppo mafioso facente capo a Rosa~io Riccobono, venne emesso nei suoi confzonti ozdine di cattu~a 40/83 del 25 febbzaio 1983, con il quale gli fu~ono contestati i zeati ·di cui agli aztt.416 C.P.e 75 legge n.685 del 1975. Intezvenute quindi le zivelazioni di Tommaso Buscetta, conceznenti tza l'altro l'appaztenenza a Cosa Nost~a della suddetta "famiglia" mafiosa, con mandato di cattuza 323/84 del 29 settemb~e 1984, zicontestatigli i suddetti zeati, con piu' ampia fozmulazione dei zelativi capi di imputazione, gli fuzono ulte~iozmente addebitati quelli di cui aztt.416 C.P.e 71 legge n.685 del 1975. agli Sussistono a suo cazico sufficienti pzove di colpevolezza in ozdine a tutti i asczittigli. zeati
  • 28. - Pag.6.475 - Invero il 2 febbraio 1982 personale della Questura di Catania, nel corso di un servizio preventivo, transitando pe~ quel viale della Liberta', notava quatt~o individui intenti a t~a loro con fare sospetto.confabula~e identificava in Gaspa~e Mutolo, Li Domenico Condorelli, Giovanni Cusimano e Michelelangelo Pedone ed accertava che in casa del Condorelli trovavasi Carlo De Ca~o, nopote del Mutolo. Essendo quindi eme~si gravi sospetti a carico dei predetti ed in p~rticolare su Mutolo Gaspare, che stava usufruendo di un breve pe~messo concessogli ment~e trovavasi in stato di semilibe~ta', gli agenti procedevano ad effettuata anche con l'ausilio di accurata predetto, perquisizione sull'autovettura del unita' cinofile, che dava esito negativo nonostante l'animale desse segnali positivi circa la presenza nel portabagagli di sostanza stupefacenteCfot.131088). L'episodio na~~ato appare pa~ticola~mente significativo se inquadrato nel contesto degli
  • 29. - Pag.6.476 - acce~tamenti svolti in o~dine ai t~affici di sostanze stupefacenti condotti dal Mutolo in co~~eita' col g~uppo catanese di Benedetto Santapaola. Pe~ l'esposizione degli esiti di tali indagini si ~imanda alla pa~te della sentenza che analiticamente se ne occupa ed in questa sede basta ~ico~da~e che sono state acquisite abbondanti p~ove sia in o~dine ai collegamenti t~a il g~uppo mafioso pale~mitano e quello catanese sia sul coinvolgimento di ent~ambi nei t~affici inte~nazionali di e~oina e mo~fina di base p~ovenienti dalla Thailandia a mezzo di va~i co~~ie~i, quali t~a gli alt~i F~ancesco Gaspa~ini, Fio~avante Pa.lestini e Michele Abbenante, ~ispettivamente a~~estati con ingenti ca~ichi di d~oga a Pa~igi, in Egitto ed a Roma. La p~esenza, pe~tanto, del Pedone in Catania, in compagnia del Mutolo e del Condo~elli, in casa del quale contestualmente t~ovavasi il De Ca~o, in pe~iodo in cui detti t~affici venivano
  • 30. - Pag.6.477 - condotti,intensamente considerata casuale e non comprova puo' il esser pieno coinvolgimento in essi anche esame. dell'imputato in Costui, inoltre, in data 21 novembre 1982, venne sorpreso da personale della Questura di Palermo in flagranza di furto aggravato, insieme a Salvatore Graziano, presso i magazzini MAR S. p. A. , (Fot.131089) ed, avuto riguardo alla caratura criminale dei due personaggi coinvolti nell'episodio, superficialmente liquidato cont:ro il come un semplice pat:rimonio. Infatto criminoso questo non puo' esse:re altra spiegazione realta', trovare infatti, il tentato furto non puo' se non inserendolo quale momento intimidatorio dei programmi localizzazione in considerazione territoriale estorsivi supermercato della in e danno cio' del anche proprietario del dell'esercizio, ricandente nella zona di influenza del boss mafioso Riccobono. A confe:rma dei significativi episodi sin qui riportati e' appena il caso di porre in
  • 31. - Pag.6.478 - evidenza che Tommaso Busce~~a ha espressamente indicato l'imputato (Vol.124 f.12) + <Vol.124/A f.51) quale componente della famiglia mafiosa di S.Lorenzo, a~~ribuendogli addiri~~ura un ruolo non secondario, in quanto, per un certo periodo, insieme al congiunto Filippo, avrebbe guida~o la cosca in qualita' di "reggente", succedendo allo scomparso Filippo Giacalone. Per le considerazioni suespos~e il Pedone va rinviato a giudizio per rispondere di tutti i mandato di assorbito reati ascrittigli (capi 1, 10, dell'epigrafe) contestatigli col cattura 323/84, che ha integrato ed 13 e zz l'ordine confronti. precedentemente emesso nei suoi
  • 32. - Pag.6.479 - Pe:rina Giovanni Indicato da Genna:ro Totta (Yol.4 f.295) + (Vol.72 f.67) e segg.) quale droga ope:rante in collegamento comme:rciante di con Rodolfo Azzoli, venne emesso nei suoi conf:ronti mandato di cattu:ra 174/84 del 26 maggio 1984, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli a:rtt.416 C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975. Del Perina tratta la pa:rte della sentenza dedicata all'esame dei t:raffici di droga dei fratelli G:rado e ad essa si :rimanda. In questa sede basta rico:rda:re le richiamate dichia:razioni del Totta, le quali hanno t:rovato confe:rma in quelle di Rodolfo Azzoli eeYol.19 f.54) e segg.), il quale ha ammesso di esse:re stato in
  • 33. contatto, - Pag.6.4S0 - unitamente ad Antonino G~ado, nel 1979, con tale" Ciccio ", di ci~ca qO anni e di co~po~atu~a fo~te, gesto~e di un ~isto~ante nei col quale aveva avviato unp~essi di Monza, t~affico di e~oina. Ha inolt~e p~ecisato l' Azzoli di ave~e personalmente consegnato al Ciccio, du~ante il 1979 e con cadenza bimest~ale, e~oina in quantita' di Z o 3 chilog~ammi per volta, al p~ezzo di li~e 70.000.000 al chilog~ammo. Tale eroina era di origine tu~ca e, secondo l'opinione dell' Azzoli, veniva consegnata al Grado, che gliela fo~niva, da t~e a~abi, che a loro volta ~ifornivano quest'ultimo anche di mo~fina di base, destinata alla t~asformazione in e~oina, che i f~atelli Antonino e Salvatore Grado t~aspo~tavano in Sicilia occultandola nelle ~uote di sco~ta delle autovetture. A suo volta Giovanni Perina, dopo iniziali tentennamenti (Vol.80 f.6) + (Vol.86 f.3Z), ha
  • 34. finito con - Pag.6.481 - l'ammettez:e di essere chiamato "Ciccio" e, dichiaz:andosi pentito, ha confermato che nel 1978, dopo essez:e statò dimesso dalla Casa Ciz:condaz:iale di Brescia, dove si tz:ovava detenuto per ricettazione, era stato avvicinato da alcuni individui, tra cui un certo Azzoli, che lo avevano convinto a smerciare eroina sulla piazza di Verona. Ha aggiunto di aver ricevuto dall' Azzoli in consegna, per un periodo di 3 o cinque mesi, alcune partite di eroina, venendone ricompensato a z:agione di circa 1.500.000 per volta,giacche', a suo diz:e, egli fungeva soltanto da intermediario nella consegna fatta direttamente a terzi dell' Azzoli. Le rifez:ite emez:genze pz:ovano dunque in maniera irrefutabile la responsabilita' del Perina in ordine ai reati di cui agli artt.75 e 71 legge n.685 del 1975 contestatigli. Quanto invece alla contestazione di associazione per delinquez:e (capo va osservato che da nessun elemento probatorio emerge non solo la appaz:tenenza del Pez:ina
  • 35. - Pag.6.482 - all'organizzazione criminosa cui facevano capo i Grado ma addirittura alcun tipo di collegamento fra l'imputato e personaggi mafiosi diversi dai Grado. Cio' induce a ritenere che con costoro e l'Azzoli egli si sia associato all'esclusivo scopo di commerciare nel campo degli stupefacenti senza che i suoi rapporti si siano mai estesi. sembra neanche episodicamente. alla centrale dell'organizzazione criminale di appartenenza dai Grado. Ed e' noto, per altro. che. secondo le rivelazioni di Tommaso Buscetta. sia ben possibile per gli "uomini d'onore" associarsi nel commercio di droga con elementi esterni all'organizzazione mafiosa senza che il legame contratto faccia questi ultimi divenire membri dell'organizzazione. Va, pertanto. l'imputato rinviato a giudizio per rispondere dei reati di cui ai capi 13 e 26 dell'epigrafe e prosciolto per non aver commesso il fatto del reato di cui al capo 1.
  • 36. - Pag.6.483 - Piazze se Pietro Piazzese Pietro e' stato raggiunto dal mandato di cattura n.170 emesso da questo Ufficio il 25.5.1984. Deve rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P .. Il Piazzese e' stato vagamente indicato da Sinagra Vincenzo, il quale, nel corso di una ispezione giudiziale dei luoghi nei quali aveva operato quale adepto della cosca del Marchese, indicava un portone di via Ponte di Mare n.129 e dichiarava come li' fosse ubicato un magazzino di tale "Pino u piddaru", persona lega~a alla cosca mafiosa cui esso Sinagra apparteneva (Vol.70 f.352).- Il "Pino" veniva identificato per Piazze se Pietro e contro lo stesso veniva emesso il mandato di cattura di cui sopra.
  • 37. - Pag.6.484 - Sentito dal G. L (Vo1.83 f.2.?), il Piazzese dichiarava di essere da circa 40 anni titolare 11are 129. di una conceria uhicata in via Ponte di Negava di conoscere i suoi coimputati e solo ammetteva di frequentare il bar di Piazza S. Erasmo ove era conosciuto come "quello della conceria". Negava, in particolare, di conoscere il il Piazzesedella difesa, Marchese e Sinagra Vincenzo, Raccuglia Cosimo e gli Spadaro. Su istanza veniva scarcerato per mancanza di sufficienti indizi. Ed, invero, pur avendo il Sinagra ben individuato il "piddaro" come titolare, appunto, di una conceria, non ne aveva specificato alcuna attivita' criminosa posta in essere in seno alla cosca. Se solo si pone mente alla meticolo~a ricostruzione che il Sinagra ha effettuato delle centinaia di episodi delittuosi consumati dal Marchese e dai suoi accoliti, si vede
  • 38. - Pag.6.485 - come in nessuno degli stessi sia stato il Piazzese. coinvolto E' molto p:robabile che la assidua f:requentazione del ba:r di Sant'E:rasmo da pa:rte del Piazzese abbia convinto il Sinag:ra che costui, in qualche modo, fosse collegato alla famiglia di Co:rso dei Mille. Hon essendo, pe:ro', eme:rso alcun elemento, ne' gene:rico, ne' specifico, a ca:rico dell'imputato, si :ritiene dove:r p:roscioglie:re lo stesso dai :reati asc:rittigli pe:r non ave:rli commessi 10) . (Capi 1,
  • 39. - Pag.6.486 .. Picone Giusto Indicato da Buscetta Tommaso come uomo d'ono~e della famiglia della Noce, facente pa~te dell'o~ganizza2ione mafiosa denominata "Cosa Nost~a", Picone Giusto veniva colpito dal mandato di cattu~a n.323/84 del 29/9/1984 con il quale gli si contestavano i ~eati di cui agli a~tt.416, 416 bis C.P., n.685 del 1975. 71 e 75 della legge Ha ~ife~ito il Buscetta Tommaso di ben conoscere il Picone Giusto il quale, in seno alla famiglia della Noce, aveva assunto la qualifica di "~app~esentante" lasciata vacante da Scaglione Salvato~e, f.10)' eH pugile eVol.124 Con mandato di cattu~a n.418/84 del 4/12/1984 si faceva ca~ico al Picone Giusto del conco~so nel t~iplice omicidio del Cap.dei CC. D'Aleo Ma~io, dell'appuntato Buomma~ito Giuseppe e del Ca~abinie~e Mo~ici Piet~o, gia' contestato
  • 40. - Pag.6.487 - ai componenti della "Commissione" o "cupola" in ca~ica nel giugno 1983, con il mandato di cattu~a 323/84 del 29/10/1984. Tale contestazione muoveva dalle dichiaxazioni ~ese dal Buscetta Tommaso da quelle fo~nite da Contorno Salvatore -secondo cui nessun omicidio puo' essere commesso nella zona di "influenza" di una determinata famiglia senza il benestare del capo della stessa; e poiche' il t~iplice omicidio di cui sopra era stato commesso in ricadente nel quartie~e della "Noce", il Picone Giusto, che e~a il capo della "famiglia" che controllava la zona, non poteva non essere stato previamente informato e non avere dato il suo consenso. Intel:rogato, il pl:evenuto ha respinto gli addebiti (Vol.123 f.179), (Vol.178 f.457) ma la sua genel:ica accoglimento a discolpa fronte non puo' delle trovare precise "indicazioni", sul suo conto fornite da Buscetta Tommaso, che costituiscono certi e
  • 41. - Pag.6.488 - sufficienti elementi probatori della responsabilita' dell'imputato in ordine a tutti i reati contestatigli come in epigrafe. Peraltro, la chiamata di correo operata dal Buscetta ha trovato parziale conferma nelle dichiarazioni rese da Contorno Salvatore, il quale, ha ricavato che il Picone Giusto era stato coimputato del padre Antonino nel processo di Catanzaro ma, con la lealta' che lo contraddistingue (che e' garanzia della sua attendibilita') ha dichiarato di non sapere il (Volo 12.5 f.1n Picone sia "famiglia" o della meno Noce "uomo d'onore" della sulla scorta delle acquisite risultanze personali. Va, pertanto, disposto il rinvio a giudizio del Picone Giusto davanti la competente Corte di Assise per rispondere dei reati di cui agli n.689 artt.416, del 1975 416 bis C.P., 71 e 75 della legge (Capi 1, 10, 13, 2.2.). La posizione processuale del Picone Giusto in ordine ai reati di cui al mandato di cattura del 4/1Z/1984 e' stata stralciata per consentire un maggiore indagini. approfondimento delle relative
  • 42. - Pag.6.489 - PiI o Giovanni Indicato da Buscetta Tommaso come uomo d'onore della "famiglia" di S.Lorenzo, facente parte dell'organizzazione mafiosa denominata "Cosa Nostra", Pilo Giovanni veniva colpito dal mandato di cattura n.323/84 del 29/9/1984 con il quale gli si contestavano i reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71, 74 e 75 della legge n.685 del 1975. Riferiva il Buscetta Tommaso di avere conosciuto PiI o Giovanni, noto costruttore edile, nel carcere di Palermo dove entrambi furono detenuti contemporaneamente uno o due mesi e di avere, successivamente, appreso da altri uomini d'onore che anche il Pilo Giovanni, cognato di Gambino Giacomo Giuseppe rappresentante della famiglia di S.Lorenzo - era entrato a far parte di quella cosca mafiosa (VoI. 124 f.12),
  • 43. - Pag.6.490 - (Vol.124/A f.62), (Vol.124/A f.63). In sede di contestazione dei Ieati di cui in epigrafe, innocenza, l'imputato ha pIotestato la sua ma tale generica discolpa non puo' tIovaIe accoglimento a fIonte delle pIecise "indicazioni" sul suo conto fornite dal Buscetta che hanno, peIaltro, tIovato confronto e Iiscontro puntuali: a) nelle dichiarazioni Iese da ContoIno SalvatoIe, il quale ha IifeIito che il Pilo Giovanni,Iiconosciuto nella fotografia mostIatagli (Vol.125 f.71), e' uomo d'onore della famiglia di S.LOIenzo (Vol.125 f.13); b) nelle asserzioni di Anselmo Salvatore, il quale ha ricordato che il Pila Giovanni era inseIito, con Spina Giuseppe, Anselmo Vincenzo e Gambino Giuseppe, nel tIaffico della droga (Vol.133 f.274), (Vo1.133 f.276), (Vo1.133 f.282),
  • 44. - Pag.6.491 - (Yo1.133 f.Z58), (Yo1.133 f.Z60), (Yol.133 f.Z36), (Yol.133 f.257) - (Vol.134 %.169). Ne' va sottaciuto che, a %ip%ova degli st%etti %appo%ti e legami t%a la "famiglia" di appa%tenenza del Pilo Giovanni e il "Clan" dei Co%leonesi, Baga%ella Leoluca impo%tante esponente di tale "conso%te%ia mafiosa" - venne a%%estato, il 6/8/1974, in un appa%tamento al s- piano di un edificio cost%uito e di p%op%ieta' del Pilo Giovanni «Yol.1/M f.45) (Yol.1/M f.9a) (Yo101/M f.1Za) (Volo l/M f.181) dell'allegato 3 della ca%p.63) il cui cont%atto di utenza dell'ene%gia elett%ica e%a stato stipulato da Gambino Giacomo Giuseppe, cognato del PiI o Giovanni.
  • 45. - Pag.6.492 - Ed infine i %appo%ti t%a il p%evenuto ed altxi coimputati, affiliati a "famiglie" di Palexmo, sono dimostxati dalla esistenza di assegni, txatti su conti coxxenti intestati a societa' che fanno capo al Pilo, gixati o negoziati da Lo Vexde Giovanni, da Li Voxsi Gaspaxe, dalla I.C.R.E. S.x.l. (di cui sono soci G%eco Leonaxdo, Caltagixone F.paolo, Gaxgano Antonino e Caltagixone Pietxo) da Texesi Caxlo, dalla "Sicilcalce" S.p.A. (di cui e' socio Hotaxo Andxea, cognato di Gxeco Michele pex avexne sposato la soxella Rosa). Sulla scoxta delle xisultanze pr.ocessuali come sopxa evidenziate, appa%e di giustizia dispox%e il xinvio a giudizio dell'imputato PiI o Giovanni pe% xisponde%e dei reati di cui agli artt.416, 416 bis C.P., 71, 74 e 75 della legge 685 del 1985 (Capi 1, 10, 13, 22.),
  • 46. - Pag.6.493 - Pipi~one Angelo An~onino Pipi~one Giovanni Ba~~is~a Pipi~one Vincen20 Con rapporto del 27/11/1983 il Comandante della Compagnia dei CC; di Par~inico denunciava i germani Pipi~one Angelo Antonino, Pipitone Giovanni Ba~~is~a e Pipi~one Vincen20 perche' ritenu~i responsabili del reato di associa2ione per delinquere di s~ampo mafioso in concorso con Proven2ano Bernardo, capo della famiglia mafiosa di Corleone, Provenzano Salva~ore - fratello del Bernardo Di Maggio Procopio, Lipari Giuseppe, i germani Palazzolo Saverio e Paolo, R'andazzo Giu5eppe, Altadonna Francesco Salvatore e Impastato Nicolo' (Vol. 1/T f. 60) • Contro i fratelli Pipitone veniva emesso ordine di cattura n. 253/83 in data
  • 47. - Pag.6.494 - 29/11/1983 con il quale si contestava 10%0 il conco%so nel %eato p. e p. dall'a%t. C.P. (Vo1.1/T f.269L ~16 bis %eato contestato, ment%e il Vincenzo p:rotestavano T%atti Battista e est%aneita' al in a%%esto, Pipitone la Giovan 101:0 ge%mano Angelo Antonino %imaneva latitante. A seguito delle dichia%azioni %ese dal coimputato Buscetta Tommaso, secondo cui i t%e f%atelli Pipitone (dei quali l'Angelo Antonino e' attivamente inse1:ito nel t%affico di d%oga) sono "uomini d'ono%e" ed hanno "giu%isdizione" sulla zona di Villag%azia di Ca1:ini (Vol.124 ~.18). (Vol.124/A ~.11), contro gli imputati veniva emesso mandato di cattu%a n. 323/84 del si contestavano 10%0,29/9/1984 olt%e al con il %eato quale di cui all'a%t. 416 bis C.P. (imputazione gia' elevata con l'ordine di cattura n. 253/83 del Z9/11/1983), anche i delitti p. e p. dagli a%tt. 416 cp. 71 e 75 della legge n. 685 del 1975. - ....'
  • 48. - Pag.6.495 .. Mentre nei confronti del Pipitone Angelo Antonino anche questo secondo provvedimento restrittivo rimaneva senza effetto, i suoi germani Giovan Battista, e Vincenzo, hanno di innocenza edinsistito estz:aneita' nelle pz:oteste ai fatti loz:o contestati (Volo 123 f.48) e (Vol.123 f.192). Invece, le z:isultanze dell'espletata formale istruzione hanno evidenziato certi e sufficienti elementi probatoz:i della z:esponsabilita' dei tre Pipitone in ordine ai reati loz:o contestati. Ed invero, alla luce di gravissimi fatti di sangue accaduti nei primi mesi del 1981 , e' stato possibile constataz:e come il disegno ha causato una "guerra" di mafia tra egemonico, corleonesi, ideato e attuato dal clan dei le cosche del palermitano, iniziata con l'uccisione di Bontate Stefano, boss indiscusso della zona di Villagrazia di Palermo, e continuata con la soppressione di Inzerillo
  • 49. Salvatore, - Pag.6.496 - capo della famiglia mafiosa di Passo di Rigano; tale guerra ha sconvolto, anche, gli equilibri esistenti tra le cosche mafiose che controllavano, le zone di Cinisi. Carini e Terrasini ed ha dato vita a nuovi opposti schieramenti a seguito dell'uccisione di Baldamenti Antonino, cugino di Gaetano, incontrastato. sino a quel momento, capo della famiglia di Cinisi. In seno a tale famiglia si creava un'ampia frattura e alcuni dei suoi affiliati si aggregavano al "clan" emergente dei corleonesi, alleati di alcune cosche mafiose del palermitano tra cui quella facente capo ai Greco di Ciaculli. In questo quadro si inserisce l'ascesa ai vertici della cosca di Villagrazia di Carini dei germani Pipitone ed in particolare dell'Angelo Antonino, pregiudicato per reati di diversa natura, diffidato dalla P. S. , piu' volte sottoposto alle misure di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. obbligato. e del soggiorno
  • 50. Il suo - Pag.6.497 - inserimento nell'organizzazione mafiosa di cui trattasi trova un primo significativo riscontro nel rapporto della Squadra Mobile di Palermo che, in data 2/8/1976, denunciava il Pipitone Angelo Antonino, il di lui fratello Giovan Battista, Mutolo Gaspare, Micalizzi Michele, Micalizzi Salvatore, Davi' Salvatore (questi ultimi affiliati alla famiglia facente capo a Riccobono Rosario), Passalacqua Calogero ed altri perche' ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere aggravata e concorso in numerosi tentativi di estorsione in danno di prop~ietari terrieri .. A seguito di tale rapporto il Tribunale di Palermo, con decreto del 17/3/1977, applicava al Pipitone Angelo Antonino la misura di prevenzione del soggiorno obbligato nel comune di Setriano (TV) per la durata di anni tre; tale provvedimento veniva confermato, in data 8/6/1977, dalla Corte di Appello di Palermo che, tra l'altro, osservava come i fatti attribuiti
  • 51. - Pag.6.498 - al Pipitone Angelo Antonino consistesse~o nel suo acce~tato inse~imento nell'o~ganizzazione c~iminale carinese a sfondo mafioso in cui egli primeggiava per la sua personalita' e capacita' ~ilevante e nella ve~osimile ci~costanza di ~appo~ti delittuosi t~a il p~evenuto e il Mutolo Gaspare, cui vengono attribuiti nume~osi e g~avi ~eati cont~o il pat~imonio e nella denuncia del 2/8/1986 del Pipitone ed alt~e pe~sone pe~ associazione per delinque~e ed estorsioni.- Pe~altro, i suoi stretti collegamenti con elementi appartenenti ad altre cosche mafiose si evidenziano in occasione dell'a~resto di Gambino Alfonso, colpito da mandato di cattura emesso nell'ambito del procedimento penale contro Spatola Rosa~io + 1 19. so~p~eso alla guida dell'autovettura Wolkswagen tg. PA 582545, di proprieta' del Pipitone Angelo Antonino che. sottoposto a procedimento penale pe~ il reato di favo~eggiamento pe~sonale. veniva condannato dalla Corte di Appello di Palermo a sei mesi di reclusione con sentenza eme3sa il 28/10/1982.
  • 52. - Pag.6.499 - Infine, il nominativo del Pipitone 'Angelo Antonino veniva inserito nel rapporto del 13/7/1982 (Volo 1 f.90) con il quale si denunciavano Greco Michele + 161 persone perche' ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Di pari passo con l'ascesa dell'imputato nell'ambito della sua cosca e, come conseguenza di essa, progrediva la posizione economico-finanziaria del Pipitone Angelo Antonino che, in origine semplice mandriano di bovini ed ovini, nel breve giro di qualche anno acquisisce interessenze nella ditta individuale intestata alla moglie Pelle rito Francesca, nella s.d.f. Pellerito Francesca e C., nella ditta Pipitoneindividuale GE.CO.T.A. (di cui Angelo, sono nella soci S. r; 1. Pellerito Francesca, Gallina Francesca, moglie di Pipitone Giovan Battista - Seminatore Giacoma, moglie di Pipitone Vincenzo e di Fiore Giuseppe), nella S.A e z S. r.1. di cui
  • 53. l'imputato e' - Pag.6.S00 - socio alla pari con Di Fiore Giuseppe. Orbene, tali notevoli disponibilita' ufficialmente svolta dall'ireputato, finanziarie, incompatibili con l'attivita' non possono che derivare dai lucrosi introiti provenienti dalle illecite attivita' poste in essere dalla famiglia cui appartiene il Pipitone Angelo Antonino e, in particolare, dal traffico della droga in cui, secondo Buscetta Tommaso, il e' l'indicazione proficuamenteprevenuto inserito. Peraltro, attivamente e fornita dal Buscetta sul conto del Pipitone Angelo Antonino, uomo d'onore della famiglia di Villagrazia di Carini, ha trovato conferma nelle dichiarazioni di Contorno Salvatore il quale ha ricordato che i tre fratelli Pipitone sono uomini d'onore (VoI. 125 f. 14) . Appare, pertanto, aderente alle non equivoche risultanze processuali disporre il rinvio a giudizio dell'imputato per rispondere dei reati di cui agli artt. 416, 416 bis C.P., 71 e 75 della legge n. 685 del 1975, contestati .'
  • 54. - Pa.g.6.501 - con il mandato di cattura n. 323/84 del 29/9/1984 che ha assorbito l'imputazione ascritta al Pipitone Angelo Antonino' con l'ordine di cattura n. 253/83 del 29/11/1983 (capi 1, 10, 13, 22). Ad analoghe considerazioni conduce la disamina della posizione processuale dei germani Pipitone Giovanni Battista e Vincenzo il cui pieno e completo inserimento nella stessa "famiglia di appartenenza del fratello maggiore emerge dalle risultanze istruttorie che hanno evidenziato certi e sufficienti elementi probatori della loro responsabilita' ai reati contestati agli stessi. in ordine misura Entrambi di diffidati prevenzione e della sottoposti alla sorveglianza speciale della P.S., gli imputati risultano inseriti a pieno titolo nell'organizzazione criminosa operante nella zona di Villagrazia di Carini e collegati ad "amici" del fratello Angelo Antonino, quali Passacqua Calogero, Vallelunga Giuseppe e Vincenzo, La Duca Matteo, il cui "spessore mafioso" e' fuori discussione.
  • 55. - Pag.6.50~ - Peraltro, l'improvvisa e repentina ascesa dei due imputati sul piano patrimoniale appare indissolubilmente legata al "lievitare", altrettanto improvviso e repentino, delle fortune del loro fratello maggiore alla cui capacita' "manageriale", fondata sulla forza intimidatrice del gruppo mafioso di appartenenza, i due Pipitone devono il successo delle loro sorti economiche. Ed invero,gli stessi sono interessati, tramite le rispettive consorti, nella gestione della s.r.l. GE.CO.T.A. che, nell'ottobre 1981, ha acquistato l'Hotel Riva Smeralda Beach, complesso turistico alberghiero sito in contrada Giumarra Magi di Carini - per il prezzo di lire 266.800.000 e sono proprietari, insieme al fratello maggiore, di un terreno, fittiziamente intestato alle rispettive mogli, acquistato nel giugno 1980 per il corrispettivo di lire 43.890.000 . Tali notevoli disponibilita' finanziarie, apparentemente svolta incompatibili dall'attivita' con i guadagni derivanti dagli
  • 56. imputati sono, - Pag.6.503 - in zealta', dovute agli ingenti pzofitti dezivanti dalle illecite attivita' poste in esseze dalla famiglia di lozo appaztenenza e, in pazticolaze. dal tzaffico l di sostanze stupefacenti in cui Antonino e. conseguentemente, il Pipitone Angelo i pzedetti sono attivamente inseziti. Anche, dei Pipitone Giovanni Battista e Vincenzo. peztanto, va disposto il zinvio a giudizio pez zispondeze dei zeati lozo contestati con il mandato di cattuza n. 323/84 del 29/9/1984, che ha assozbito l'imputazione di cui all'azt. 416 bis Cp. elevata con l'ozdine di cattuza n. 13, 22) 253/83 del 29/11/1983 (capi 1, 10.
  • 57. - Pag.6.504 - PIaneta Pietro Nei confronti di Pietro PIaneta venne emesso mandato di cattura 461/82 del 25 novembre 1982, per i reati di cui all'art.75 legge n.685 del 1975, essendo emersa la sua partecipazione ad associazione per delinquere, operante in zona di Siracusa e capeggiata da Nunzio Slafia, che aveva importato dal Marocco 600 Kg. di hashish. Sulla vicenda indagava questo Ufficio a seguito delle dichiarazioni di Armando Di Natale, concernente anche l'omicidio di Alfio Ferlito, in forza di esse addebitato al Salafia. Dei fatti tratta ampiamente la parte della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito ed in quella sede si e' rilevato che, dovendo esser prosciolti da quest'ultima imputazione (e loro successivamente contestata, dida quella, omicidio del generale Dalla
  • 58. - Pag.6.S0S - Chiesa) i prevenuti Nunzio Salafia, Salvatore Genovese ed Antonino Ragona, cui anche.era stata addebitata in forza delle dichiarazioni del Di Natale, e' venuta meno ogni ragione di connessione al presente procedimento del fatto ascritto al Planeta che risulta in Siracusa commesso. Va dichiarata, pertanto, l'incompetenza per territorio del Giudice istruttore di Palermo in ordine ai reati di cui al capo 18 dell'epigrafe ascritti al Planeta, e trasmessi al Procuratore della Repubblica di Siracusa gli atti che lo riguardano (previa acquisizione di copia dei medesimi a questo procedimento), specificamente indicati nella richiamata parte della sentenza dedicata all'omicidio di Alfio Ferlito.
  • 59. - Pag.6.50fi - Polizzi Francesco Nei confronti di Francesco Polizzi, ritenuto implicato in vasto traffico di eroina fra la Sicilia e gli Stati Unita di America, gestito da gruppi mafiosi siciliani, venne emesso mandato di cattura 164/84 del 22 maggio 1984, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 bis C.P., 75 é 71 legge n.685 del 1975. Intervenute quindi le rivelazioni di Tommaso Buscetta, concernenti, tra l'altro, l'appartenenza a Cosa Nostra dei gruppi di mafia cui risultava affiliato il Polizzi, con mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984, tutti i ulteriormente predetti reati gli vennero addebitato ricontestati, quello di ed cui all'art.416 C.P., in relazione alla supposta sua affiliazione a detta associazione mafiosa. Della posizione del Polizzi si occupa la parte della sentenza dedicata alla illustrazione dei traffici di droga con gli USA
  • 60. - Pag.6.S07 - ed alla luce delle risultanze di quelle indagini egli va rinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati ascrittigli come ai capi 1,10,13 e 22 dell'epigrafe.
  • 61. - Pag.o.S08 - Prestifilippo Giovanni n.19Z1 Indicato da Tommaso Buscetta «Vol.124 quale autorevole esponente e della famiglia mafiosa di f.8) + (Vol.124/A (Vo1.124/A f.104» capo sino al 1963 f.10), (Vol.124/A f.13) e Ciaculli, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975. Ribadite tali accuse anche da Salvatore Contorno (Vol.125 f.4), (Vol.125 f.43), (Vol.125 f.54), (Vo1.125 f.55), (Vo1.125 f.58), (Vo1.125 f.63), (Vo1.125 f.126), (Vol.125 f.129),
  • 62. - Pag.6.509 - (Volo 125 f. 131), (Volo 125 f.135), (Vol. 125 f.136), (Volo 125 f.139) , (V0lo125 f.142L (V0lo125 f.143), (Volo 125 f.144), (Volo 12.5 f.149), (V0lo125 f.153), (V0lo125 f.154), (V0lo125 :f.155) , (V0lo125 f. 159), (Vol.12.5 f.192), (V0lo125 f.194), (V0lo125 f.195), (Volo 125 f.196) e (V0lo125 f.199), il quale altresi' :z:ivelava che Antonino G:z:ado e F:z:ancesco Mafa:z:a nel giorno della lo:z:o scompa:z:sa si erano allontanati diretti ad un appuntamento in casa del Prestifilippo, con mandato di cattura 361/84 del 24 ottobre 1984, gli furono contestati i :z:eati di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere dei predetti Grado e Mafara.
  • 63. - Pag.6.S10 - Ritenuto infine per la sua posizione di spicco in seno alla cosca di Ciaculli, uno dei responsabili dei vandalici danneggiamenti verificatisi in quella zona a danno di famiglie quindi costl:ette ad allontanal:si l:eputate mafiosa e "indesidel:abili" dalla consol:"tel:ia abbandonando le 10l:0 pl:opl:ie"ta', venne emesso nei suoi confl:on"ti manda"to di cattul:a 79/85 del 4 mal:ZO 1985, con il quale gli fUl:ono contestati i l:eati di violenza pl:ivata ed incendio. E' l:imas"to lati"tante. Secondo le concol:di dichial:azioni del Buscetta e del Contorno e' l'elemento di maggiol: prestigio della pl:opl:ia famiglia, compos"ta anche dai figli Mario e Giuseppe, anch'essi "uomini d'onol:e", come il padl:e, della cosca di Giovanni Pl:estifilippo fu a capo sino Ciaculli, Buscetta, al 1963. della quale, come riferito dal In quell'anno, e pl:ecisamente il 30 giugno 1963, sulla stl:adella del fondo Sirena, che conduce alla casa al "tempo abitata si verificc'un grave atten"tatodall'imputa"to, dinamitardo, col sistema dell'esplosivo :
  • 64. - Pag.6.511 - contenuto in una Giulietta apparentemente abbandonata, nel quale persero la vita molti militari dell'Arma nel tentativo di disinnescare l'ordigno. attentato diretto proprio alla Trattavasi, secondo il Buscetta, persona di del Prestifilippo da parte di esponenti di cosche avverse e che tale lo abbia ritenuto l'imputato e' dimostrato dal fatto che egli fece perdere immediatamente le proprie tracce, rendendosi dapprima irreperibile e quindi dandosi alla latitanza dopo l'emissione nei suoi confronti di mandato di cattura per il reato di associazione per delinquere da parte del Giudice istruttore di Palermo (Vol.3 f.92). Sarebbe riapparso solo tre anni do~ol nel settembre del 1966, costituendosi agli inquirenti e presenziando al processo a suo carico presso la Corte di Assise di Catanzaro, conclusosi con la sua assoluzione con formula dubitativa.
  • 65. - Pag. 6.512 - Ancor prima il suo organico inserimento nella cosca mafiosa di Ciaculli era emerso dalle indagini conclusesi con il primo arresto di favoreggiatori Luciano Leggio. principali nel corso delle quali uno dei di costui, il mobilie re Francesco Paolo Marino. aveva riferito di aver aiutato il Leggio per volonta'dei Greco di Ciaculli e dei Rimi di Alcamo ed era emerso che il potente capo dei corleonesi aveva fatto durante la sua latitanza uso dei locali di Villa Serena ove la famiglia Prestifilippo aveva una abitazione (Vol.3 f.93). Come emerge dai rapporti della Squadra Mobile e dei Carabinieri di Palermo, rispettivamente in data 31 dicembre 1982 (Vol.24 f.169) e 31 gennaio 1983 (Vo1.24 f.184), il Prestifilippo mantenne la sua residenza, quanto meno anagraficamente, in Milano, luogo ove si era trasferito anche il fratello Salvatore e l'affine Giuseppe Ingrassia, sino al 1970, rientrando quindi in
  • 66. - Pag.6.513 - e reinserendosi in un complesso diPalermo attivita' economiche, tutte gestite in collegamento con noti esponenti mafiosi, che gli hanno consentito, nonostante l'inesistenza di suoi redditi ufficiali, l'acquisizione di un molto cospicuo patrimonio immobiliare (rapporto Squadra Mobile del 15 settembre 1983 <Vol.24 f.251)), tanto da far parlare il Contorno di vera e propria "esplosione economica", per altro verificatasi in epoca in cui l'imputato, secondo lo stesso Contorno, aveV8 intrapresò a gesti~e, insieme ai Greco, una raffineria di droga in Ciaculli, dapprima installata nelle proprieta' dei Greco e quindi in edificio degli stessi Prestifilippo. Risulta, comunque, che sino al 6 aprile 1981 l'imputato e' stato socio della SOCOPA S.r.l. insieme a Domenico Federico, nelle cui imprese e' emerso sono investiti e quindi riciclati i capitali di altri noti esponenti con Ludovico e Pietro Bisconti e con mafiosi, Federico, e socio altresi' con lo stesso il figlio Mario Giovan.ni nella Adriana Costruzioni.
  • 67. - Pag.6.514 - In tali imprese era fortemente cointeressato stefano Bontate ed appare sintomatico che da esse il Prestifilippo abbia receduto proprio alla vigilia della c.d. "guerra di mafia", scatenatasi proprio con l'uccisione del "principe di Villagrazia", cioe' del potente capo della famiglia mafiosa di S.Maria di Gesu'. Da quel momento gli interessi dell'imputato si intrecciano esclusivamente se non addirittura si confondono con quelli dei Greco di Ciaculli, come emerge dall'esame della documentazione rinvenuta in possesso, all'atto del suo arresto, di Antonino La Rosa (rapporto 4 febbraio 1983 a (Vol.3/A f.45», il quale, per sua stessa ammissione, curava anche durante la loro latitanza la gestione del patrimonio dei fratelli Michele e Salvatore Greco e venne trovato in possesso altresi' di ampia documentazione concernente le proprieta' del Prestifilippo.
  • 68. - Pag.6.515 - I solidissimi legami coi Greco hanno per altro trovato conferma addirittura "fotografica" nel rivenimento in corso di perquisizione presso la villa di Salvatore Greco di Giuseppe in Casteldaccia (Fot.079279) - (Fot.079296) di una fotografia di gruppo ritraente l'imputato in esame, i figli Mario e Giuseppe, il fratello Salvatore. Giovanni Di Pace, cognato dei Greco. nonche' il famigerato Giuseppe Greco di Nicolo' detto "scarpuzzedda". Ulteriori elementi di prova a carico del suddetto emergono dagli accertamenti istruttori espletati nei confronti dei figli Mario e Giuseppe e si rimanda pertanto alla pa~te della per quanto attiene lorodelleall'esamededicatasentenza posizioni. Si rimanda inoltre, all'omicidio di Antonino Grado e Francesco Mafara ed agli altri minor.i reati contestati al Prestifilippo, alle parti della sentenza che specificamente se ne occupano.
  • 69. - Pag.6.516 - In questa sede va aggiunto che, secondo quanto ulteriormente precisato dal Contorno, Giovanni Prestifi1ippo era originariamente cointeressato alla gestione della raffineria 4i eroina tenuta dai Greco nelle loro proprieta' di Ciacu11i. Quindi i predetti, temendo di rischiar troppo e tali rischi volendo dividere, ottennero dal Prestifi1ippo il trasferimento degli impianti in un edificio di sua proprieta' nella piazza di Croce Verde-Giardini, ove continuarono a lavorare in qua1ita' di chimici i fratelli Giuseppe e Rocco Marsa1one, il primo dei quali si occupava anche di trasportare i narcodo11ari che affluivano in Svizzera dagli U.S.A., ove parte della droga veniva inviata tramite la famiglia mafiosa di Bagheria. Altri quantitativi affluivano a Milano, mascherati in carichi di agrumi che cola' venivano inviati con automezzi condotti da Domenico Russo, a Giuseppe Ingrassia. Costui a sua volta ne riforniva su quella piazza Gaetano Fidanzati.
  • 70. - Pag.6.517 - Le espletate indagini bancarie hanno offerto indubbio riscontro a quanto dal Contorno riferito, essendo da esse emersi considerevoli rapporti tra Giovanni Prestifilippo ed i fratelli Michele e Salvatore Greco nonche' Giuseppe Ingrassia e Salvatore Prestifilippo. Le stesse indagini hanno consentito di accertare rapporti dell'imputato con Nicolo' Greco, indicato dal Contorno come persona a lui molto vicina, con Vincenzo Buffa, con Domenico Federico e con Giovanni Oliveri della famiglia di Corso dei Mille, a conferma dei particolari collegamenti fra i Prestifilippo e detta cosca mafiosa, riferiti da Stefano Calzetta e dei quali tratta la parte della sentenza dedicata all'esame della posizione di Mario Prestifilippo figlio di Giovanni. Particolari collegamenti con la cosca di Corso dei Mille che altresi' emergono dalle circostanze dell'arresto di Pietro Senapa e Giorgio Aglieri (Vol.7 f. 35), trovati
  • 71. - Pag.6.518 - in possesso di una comunicazione giudizia~ia notificata al Prestifi1ippo nelle fasi iniziali del p~esente p~ocedimento, quale indiziato del reato di associazione per delinquere. Ulteriori risu1tanze dagli accertamenti banca~i sono esposti nella pa~te della sentenza dedicata ai traffici di d~oga condotti da Tommaso Spadaro ed in questa sede basta rico~dare che Giovanni Prestifilippo risulta aver negoziato, senza aver dato c~edibi1i spiegazioni del loro possesso (Vol.62/B f.39) e (Vo1.62/B f. 40) , due vaglia banca~i per complessivi venti milioni di lire, p~ovenienti da una partita di vaglia di ben 500.000.000 di li~e, sicu~amente p~ovenienti da traffico di stata ~ichiesta per conto sostanze stupefacenti, la cui dello emissione Spadaro e e~a che risultano esse~ stati distribuiti fra tutti gli esponenti delle famiglie di Cosa Nostra.
  • 72. - Pag.6.519 - Va pertanto l'imputato rinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati contestatigli coi mandati di cattura 323/84, nei suoi confronti emessi. 361/84 e 79/85 .J
  • 73. - Pag.6.52.0 - Prestifilippo Giovanni n.29.3.1927 Indicato da Salvatore Contorno f.4) e (Vol.12.5 f.143) quale affiliato. (Vol.125 insieme ai figli Girolamo e Santo. alla famiglia mafiosa di Ciaculli. venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 361/84 del 2.7 ottobre 1984. con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P .• 75 e 71 legge n.685 del 1975. E' rimasto latitante. Sussistono a suo carico sufficienti prove di colpevolezza. avuto riguardo alle reiterate, circostanziate riscontrate accuse Contorno, il e quale ha riferito che del il Prestifilippo. impiegato presso l'AMNU. e' persona normalmente adibita dalla organizzazione consentitigli dalla lecita attivita 1 criminale copertura. di appartenenza a compiti di ufficialmente esercitata e porto d'armi di cui e' munito. dalla licenza di
  • 74. Orbene, - Pag.6.521 - dall'interrogatorio di Santo Prestifilippo, figlio di Girolamo, e' emerso che effet~ivamen~e ques~'ul~imo e' impiega~o presso l'azienda della nettezza urbana da 22 anni, e la conoscenza di ~ale circos~anza da parte del Contorno dimostra l'infondatezza di quanto sos~enu~o dai figli dell'imputato, secondo cui non vi sarebbe alcun rapporto. neanche di Pres~ifilippo ed il sudde~~o Contorno, semplice conoscenza, fra la famiglia il quale per altro ha riferito sui tre ulteriori particolari, quali il possesso di alcuni terreni contigui al Fondo Favarella dei Greco. adibiti a porcilaia; circostanze delle quali e' stata riscontrata la veridicita' (Vol.1 f.281). Per altro. i collegamenti del Prestifilippo con altri esponenti mafiosi della famiglia di Ciaculli altresi'emergono da documentazione rinvenuta in casa dell'imputato in corso di perquisizione domiciliare espletata il 13 dicembre 1973. In quell'occasione infatti vennero nell'abitazione del Prestifilippo
  • 75. - Pag.6.522 - talune fotogJ:afie J:affiguranti gliJ:invenute omonimi imputati Salvator~ e Giovanni PJ:estifilippo di FJ:ancesco, CaJ:lo e Giuseppe Alfano e Nicolo' GJ:eco, tutti, secondo il le altJ:e J:isultanze processualiContoJ:no acquisite, e appaJ:tenenti alla suddetta cosca cJ:iminosa (Vol.3 f.95). pJ:ecisato il ContoJ:no che contestato inseJ:imentoQuanto dell'imputato stupefacenti, poi nel ha al tJ:affico delle sostanze Giovanni Prestifilippo, insieme ai figli, era cointeJ:essato a pieno titolo nella rafiineria di droga gestita dagli omonimi cugini PJ:estifilippo e dai Greco nella zona di Ciaculli. Va, peJ:tanto, l'imputato J:inviato a giudizio peJ: J:ispondeJ:e di tutti i J:eati contestatigli col mandato di cattuJ:a 361/84. .'
  • 76. - Pag.6.523 - P%estifilippo Gi%olamo Indicato da Salvator.e Conto%no f.4) e <Vol.125 f.143) quale affiliato, <Vol.125 insieme al pad%e Giovanni ed al f%atello Santo, alla famiglia mafiosa di Ciaculli, venne emesso nei suoi conf%onti mandato di cattu%a 361/84 del 24 ottob%e 1984, con il quale gli fu%ono contestati i %eati di cui agli a%tt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975. Si e' p%otestato innocente, asse%endo di esse%e est%aneo a qualsiasi o%ganizzazione c%iminale e di non conosce%e il Conto%no. Con o%dinanza del 5 ap%ile 1985 T%ibunale di Pale%mo Sezione pe% il %iesame dei p%ovvedimenti %estrittivi della liberta', e' stato escarcerato per insufficienza di indizi di da parte di coimputato, colpevolezza, indicazione ritenendosi che la che lo accusava di appartenenza a cosca mafiosa, non
  • 77. - Pag.6.524 - fosse sufficiente, in quanto non confortata da idonei riscontri nel prosieguo dell'ist~uzione, distatoa legittimare il protrarsi dello custodia cautelare. In altra parte della presente sentenza si e'esposto in proposito il contrario indirizzo di che per altro, proprio nel casoquesto dei Ufficio, Prestifilippo, risulta perfettamente condiviso dallo stesso Tribunale, come emerge dalla elaborata ordinanza con la quale il 28 gennaio 1985 venne rigettata impugnazione da parte di Santo Prestifilippo avverso il rigetto di istanza di escarcerazione (f.38 fasc.Pers. Prestifilippo Santo). Le circostanze e reiterate dichiarazioni del Contorno, per altro non prive di specifièi riscontri, appaiono comunque costituire quelle sufficienti prove di colFevolezza legittimanti il rinvio a giudizio dell'imputato, non potendo inoltre sottacersi che l'oz:dinanza di esca:z:ce:z:azione di Gir:olamo P:z:estifilippo e'inter:venuta p:z:ima che il Contor:no z:endesse l'intez:rogatorio in data 16 ap~ile 1985, nel coz:so del quale piu' ampiamente
  • 78. - Pag.6.525 - e con xicchezza di paxticolaxi si soffexmo' su detto imputato, xifexendo di conoscexlo pexsonalmente da gxan tempo, di sapexe che egli exa uso accompagnaxsi agli omonimi cugini Maxio e Giuseppe Pxestifilippo, a Giuseppe Greco· di Nicolo' detto "scaxpuzzedda" ed i figli di Michele e Salvatoxe Gxeco, di conoscexe che insieme ai suoi cpngiunti possedeva una fondo xisultava alcontiguitexxeniinpoxcilaia Favaxella. Quest'ultima cixcostanza gia' dal xappoxto del 13 luglio 198Z (Vol.1 f.282), mentxe la confexma che il padxe di Gixolamo Pxestifilippo fosse impiegato pxesso l'AMNU (ultexioxe cixcostanza della quale il Contoxno s' e' mostxato pexfettamente a conoscenza) si txova nello stesso intexxogatoxio dell'imputato in esame, sicche' appaxe destituita di qualsiasi fondamento l'affexmazione di costui di non avere neanche mai visto il Contorno.
  • 79. - Pag.6.SZ6 - Ne' fondamento alcuno ha l'assunto della difesa dei Prestifilippo, secondo cui lo stesso Contorno ammetterebbe di non conoscerli personalmente come "uomini d'onore" poiche' avrebbe riferito di aver appreso da un cugino. Calogero Bellino. di tale loro qualita'. Infatti, sebbene cio' sia stato erroneamente contestato all'imputato nel corso del suo interrogatorio. le notizie dal Contorno riferite come apprese dal cugino concernono altri omonimi imputati e non quelli in esame eVol.125 f.SS). personalmente conosciuti dal Contorno quali affiliati alla cosca mafiosa di Ciaculli ed. inoltre. cointeressati a pieno titolo, secondo quanto dallo stesso Contorno rivelato. alla raffineria di droga gestita in quella localita' dagli omonimi cugini Prestifilippo e dai Greco. Va ricordato. infine. quanto gia' esposto Prestifilippo. padre del Girolamo. trattando la posizione di Giovanni circa gli ulteriori riscontri acquisiti in rivelati collegamenti ordine ai dei
  • 80. - Pag.6.527 - Prestifilippo con altri esponenti mafiosi della zona di Ciaculli, essendo state ritrovate in casa del predetto imputato, in corso di perquisizione domiciliare espletata il 13 dicembre 1973, fotografie raffiguranti Salvatore e Giovanni Prestifilippo di Francesco, Carlo e Giuseppe Alfano e Nicolo' Greco, tutti, secondo il Contorno e le altre risultanze processuali acquisite, appartenenti alla "famiglia" mafiosa di Ci acuIli (Vol.3 f.95). L'imputato va, pertanto, rinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati ascrittigli col mandato di cattura 361/84, che va nei suoi conf:z:onti :z:iemesso ai sensi dell'a:z:t. C.P.P ..
  • 81. - Pag.6.5~~ - Prestifilippo Giuseppe Francesco Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982 (Vol.1 f.90) quale affiliato, insieme al fratello Mario ed al padre Giovanni, alla cosca mafiosa di Ciaculli, vennero emessi nei suoi confronti ordine di cattura 170/82 del 26 luglio 1982, mandato di cattura 3q3/82 del 17 agosto 1982 e mandato di cattura 237/83 del 31 maggio 1983, con i quali gli furono contestati i reati di cui agli artt.Q16 C.P., 1975. 75 legge n.685 del A seguito delle dichiarazioni di Tommaso Buscetta, concernenti tra l'altro l'appartenenza a Cosa Nostra della "famiglia" mafiosa di Ciaculli, con mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984, ricontestatigli i suddetti reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del 1975, gli furono ulteriormente addebitati quelli di cui agli artt.416 bis C.P. e 71 legge n.68S del 1975.
  • 82. - Pag.6.529 - Ritenuto, infine, pe~ la sua posizione di spicco in seno alla cosca di eiacu11i, uno dei ~esponsabili dei vanda1ici danneggiamenti ve~ificatisi in quella zona a danno di famiglie mafiosa e quindi cost~ette ~eputate "indeside~abi1i" dalla ad conso~teria allontanarsi abbandonando le loro proprieta', venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 79/85 del 4 marzo 1985, con il quale gli furono contestati i reati di violenza privata ed incendio. E' rimasto latitante. La sua posizione e' analoga a quella del padre Giovanni e del fratello Mario, essendo identiche le fonti di prova a ca~ico di tutti i predetti, e pe:rtanto si rinvia a quanto ampiamente esposto nella p:resente sentenza nella parte dedicata all'esame delle posizioni dei suoi menzionati congiunti. In questa sede basta aggiunge:re che Salvatore Conto~no ha esplicitamente indicato (Vo1.12.5 f.4), (Vo1.12.5 f.56) e (Vo1.12.5 f.189) l'imputato in esame come "uomo d'ono:re" della
  • 83. - Pag.6.530 - famiglia di CiacuIli e che la sua denunciata appartenenza a Cosa Nostra trova riscontro, tra l'altro, nel fatto che il 22 maggio 1981 venne identificato dalla Polizia in compagnia di Lorenzo Tinnirello, della famiglia di Co~so dei Mille, e Giuseppe Greco di Salvato~e, della sua stessa famiglia di Ciaculli (Volo 1 f.8?) + (Vol.2 f.256). Il successivo 6 febbraio 1982 venne notato dalla Polizia mentre nella zona di Co~so dei Mille transitava a bo~do di una Renault con lo stesso Giuseppe Greco di Salvato~e ed in compagnia di altro giovane che significativamente si nascondeva il volto con le mani. Risulta altresi' socio della U~ania cost~uzioni insieme del pad~e Giovanni e Ad~iana cost~uzioni, accertato investivano appartenenti, come a Domenico Fede~ico, socio del f~atello Ma~io nella nelle cui imprese e' stato notevoli capitali alt~i lo stesso Federico, alla consorteria mafiosa (Volo 2. f.256). Ed in
  • 84. - Pag.6.531 - assen2a di %edditi dichia%ati %isulta ave%e t%a il 1979 ed il 1982 acquisito un notevole pat%imonio immobilia%e, come dagli acce%tamenti di cui al %appo%to della Questu%a di Pale%mo del 15 settemb%e 1983 (Vol.24 f.251). Pe% il %esto, come si e' detto, si %imanda a quanto esposto t%attando le posi2ioni di Giovanni e Ma%io P%estifilippo, anche con %ife%imento al 10%0 coinvolgimento nei t%affici di droga. Va pertanto l'imputato rinviato a giudi2io per risponde%e di tutti i %eati contestatigli coi mandati di cattura 323/~4, che ha assorbito ed integrato gli altri p%ecedentemente emessi, e n.79/85.
  • 85. - Pag.6.532 - Prestifilippo Mario Giovanni Denunciato con rapporto del 13 luglio 1982 (Vol.1 f.90) quale esponente di spicco della cosca mafiosa di Ciaculli, vennero emessi nei suoi confronti ordine di cattura 170/82 del 26 luglio 1982, mandato di cattura 343/82 del 17 agosto 1982 e mandato di cattura 237/83 del 31 maggio 1983, con i quali gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 C.P. e 75 legge n.685 del 1975. Indicato quindi da Stefano Calzetta (Vol.11 f.13), (VoI. 11 f.Z9), (VoI. 11 f.34), (Vol.11 f.45), (Vol.11 f.46), (Vol.11 f.47), (Vol.11 f.52,), (Vol.11 f,68', ('101.11 f.71), (Vol.11 f.72),
  • 86. - Pag.6.533 - (Vol.11 f.73) e (Vol.11 f.Z06) + (fasc. perso 1~ ff.8, 18, 21, 23 e 151) quale pericolosissimo killer delle cosche mafiose e protagonista de+la c.d. "guerra di mafia" e ritenuto pertanto responsabile di numerosi omicidi consumati ai danni dei c.d."perdenti" nonche' di un grave danneggiamento subito dai fratelli dello stesso Calzetta per presumibile reazione delle cosche mafiose alla collaborazione prestata alla giustizia dal congiunto, con mandati di cattura 372/83 1983, 1984, e 373/83, entrambi emessi 1'8 agosto e mandato di cattura 111/84 del? aprile gli furono contestati i reati di danneggiamento, detenzione e porto illegale di esplosivo, nonche' gli omicidi di Francesco Di Noto, Giuseppe Genova e numerose altre vittime della "guerra di mafia", l'omicidio dell'agente di P.S. Calogero Zucchetto ed altri reati minori connessi. Si procedette, altri procedimenti, quindi alla riunione di nel corso dei quali erano
  • 87. - Pag.6.S34 - stati emessi nei confronti del Prestifilippo i seguenti provvedimenti: - mandato di cattura 162/84 del 22 maggio 1984, con il quale il reato di cui all'art.416 C.P. gli era stato contestato a seguito di rapporto del 6 maggio 1980 (Vol.12/1 f.43), che lo indicava come componente della associazione per delinquere facente capo al c.d. "covo di Corso dei Mille", alla cui criminosa ·attivita' si riteneva dovesse farsi risalire l'omicidio del m~tronotte Sgroi e la rapina alla Cassa di Risparmio di Palermo, commessi nell'aprile del 1979, nonche' l'omicidio del dr. Giorgio Boris Giuliano del luglio dello stesso anno. mandato di cattura 319/83 del 9 luglio 1983, con il quale gli erano stati contestati i delitti di cui agli artt.416 e 416 bis C.P .• 75 legge n.G8S del 1975. nonche' gli omicidi del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa di Alfio Ferlito e quelli contestualmente commessi. di stefano Bontate. Salvatore Inzerillo. Girolamo Teresi ed altri ed ulteriori altri reati minori connessi.
  • 88. - Pag.6.535 - Tutti i predetti reati, intervenute le dichiarazioni di Tommaso Buscetta sull'associazione mafiosa Cosa Nostra, costituita anche dalla famiglia di Ciaculli, gli vennero poi ricontestati con mandato di cattura 323/84 del 29 settembre 1984, con il quale gli furono addebitati numerosi altri omicidi ed altri reati minori connessi, attribuibili, alla stregua dalle espletate indagini, alle decisioni adottate dai vertici di Cosa Nostra. Con mandato di cattura 418/84 del 4 dicembre 1984 gli venne ancora ricontestato il delitto di D'Aleo, omicidio con le in danno opportune del Cap. rettifiche Mario delle erronee indicazioni di d.ata contenute nel precedente mandato, e, con mandato di cattura 58/85 del 16 febbraio 1985, gli venne contestato il delitto di omicidio del Prof. Paolo Giaccone. Ritenuto, infine, per la sua posizione di spicco in seno alla cosca di Ciaculli, uno dei responsabili dei vandalici danneggiamenti verificatisi nella zona a danno di famiglie zeputate "indesiderabili" dalla conso:r::tezia
  • 89. mafiosa e - Pag.6.536 - quindi costrette ad allontanarsi abbandonando le loro proprieta', venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 79/85 del 4 marzo 1985, con il quale gli furono contestati i reati di violenza privata ed incendio. E' rimasto latitante. La sua prepotente personalita' criminale ed il di lui organico inserimento nella cosca mafiosa di Ciaculli cominciano gia' a delinearsi nel decennio precedente all'attuale, come emerge dal menzionato rapporto del 6 maggio 1980 che riferisce di una sua identificazione in data 13 marzo 1976 mentre a bordo di un'auto si trovava insieme in via Giafar a Francesco Buffa, Vincenzo Buffa e Giovannello Greco f.89>. (Vol.12/L Qualche mese prima era stato arrestato in flagranza di furto aggravato da agenti del Commissariato di P.S. di Bagheria unitamente al fratello Giuseppe, a Nicolo' Greco di Vincenzo ed a tale Romano Lorenzo (Vol.12/L f.89l.
  • 90. - Pag.6.537 - Come poi risulta da rapporto della Questura di Palermo del 31 dicembre 1982 (Vol.Z4 f.169), i suoi rapporti, al seguito del padre e nonostante la sua giovanissima eta' , si estendono anche ai membri di cosche mafiose, in quanto l'imputato, sino alla vigilia della "guerra di mafia" e significativamente recedendone al suo inizio, diviene socio in talune imprese del gruppo di stefano Bontate, insieme a Domenico Federico (interessato o titolare di numerose societa' costituite con l'apporto di capitali ivi investiti e riciclati da esponenti mafios i) , Ludovico e Pietro Bisconti, con un apporto di capitali, soltanto in una di dette imprese, di ben lire 86.960.000, certamente non giustificabili in ordine alla loro provenienza con gli inestenti redditi del prevenuto. Procedendo quindi nella sua ascesa criminale congiuntamente all'altro sanguinario rampollo della famiglia di eiaculli, il noto Greco Giuseppe di Nicolo' detto
  • 91. - Pag.6.538 - "scarpuzzedda", diviene addirittura "figlioccio" di Michele Greco, capo della "famiglia" e di Cosa Mostra (rapporto del 19 luglio 1983 (Vol.14 f.165) . Col suddetto Giuseppe Greco l'agente di P.S. Zucchetto il 28.10.1982 lo nota fermo a conversare, insieme ad altri due individui, all'imbocco della traversa che da via Messina Montagne conduce alla villa di Montalto Salvatore ed a poche centinaia di metri da detto immobile lo stesso Zucchetto ed il Commissario di P.S. Antonino Cassara'lo scorgono all'interno di una autovettura insieme allo stesso "scarpuzzedda" il 1.11.1982, pochi giorni prima dell'uccisione di Zucchetto (Vol.10 f.57). (rapporto 24.3.83 E con lo stesso Giuseppe Greco "scarpuzzedda" il Mario Prestifilippo appare ritratto in una fotografia di gruppo, rinvenuta e sequestrata nella villa di Salvatore Greco di
  • 92. - Pag.6.539 - Giuseppe in Casteldaccia, insieme al fxatello Giuseppe, al padxe Giovanni, allo zio ·Salvatoxe ed a Giovanni Di Pace, cognato dei Gxeco ((Fot.079279) - (Fot.079296». La foto ovviamente documenta anche gli stxetti legami fxa Maxio Pxestifilippo e la famiglia Gxeco, che xisultano ultexioxmente compxovati dagli accextamenti bancaxi espletati. Infatti l'imputato exa titolaxe di un libxetto di xispaxmio acceso il 14 agosto 1958 pxesso il Banco di Sicilia di Palexmo, sul quale exa delegato ad opexaxe addixittuxa lo stesso Michele Gxeco, capo della famiglia di Ciaculli e di Cosa Nostxa ((Fot.094125) - (Fot.094129». Stefano Calzetta, nelle suxxichiamate sue dichiaxazioni, confexmando sostanzialmente quanto gia' abbondantemente pxofilatosi nel corso delle suesposte indagini, ha pxecisato che in seno all'associazione
  • 93. - Pag.6.540 - mafiosa il Prestifilippo era trattato come un "idolo" e con molto rispetto, in particolare dagli Zanca, dagli Spadazo, dai Marchese e dai Tinnirello, nonche' da tutti i componenti piu' prestigiosi delle altre "famiglie". con cui era solito abbracciarsi (comportamento questo molto sognificativo dato che tra mafiosi ci si delloabbraccia e bacia soltanto quando si e' stesso livello). E che il Prestifilippo sia anche un killer di rango emerge da un episodio riferito dallo stesso Calzetta, che 10 sospetta di essere uno degli esecutori materiali generale Dalla Chiesa. dell'omicidio del Invero, due giorni dopo l'uccisione di costui, il Prestifi1ippo si era recato, in. compagnia di Pietro Bisconti, presso l'impresa di Domenico Federico, il quale, vedendo10, 10 aveva abbracciato con notevole espansivita' ed al tempo stesso deferenza. appartandosi quindi con lui. In tale occasione aveva notato il Calzetta, e la cosa 10 aveva impressionato. che caschetto, il Prestifilippo aveva i capelli biondi a mentre,
  • 94. - Pag.6.541 - rivedendolo qualche giorno dopo, il giovane era diventato castano e con diverso taglio di capelli, con la riga appena accennata e la fronte scoperta. Il particolare riveste notevole importanza stante che, qualche giorno dopo l'omicidio del generale, la stampa aveva ampiamente riportato la notizia secondo cui uno dei killer, e precisamente quello che si trovava a bordo di una moto di grossa cilindrata, aveva i capelli biondi ed una pettinatura a caschetto. Per altro lo stesso Calzetta ha indicato il Prestifilippo come uno dei killer al servizio della organizzazione mafiosa ed in particolare dei Vernengo e dei Greco di Ciaculli, rivelando che l'imputato e' estremamente rispettato anche per la sua grande abilita' di tiratore, uso ad a quelli allenarsi nei possedimenti di sua proprieta' nella zona di Ciaculli, in prossimita' dei Greco. Ha aggiunto Calzetta di aver notato il Prestifilippo piu' volte in compagnia di altri mafiosi presso lo stabilimento balneare
  • 95. di Salvatore - Pag.6.542 - Virzi I , nei locali della Edilceramica di Gaetano Tinnirello e presso il distributore di benzina degli Zanca; di averlo visto partecipare ad un banchetto insieme a Vincenzo Spadaro, Carmelo Zanca, i figli ed i nipoti dello Spadaro, Gaetano e Lorenzo Tinnirello, arresto fu Pietro Senapa (che all'atto del trovato in possesso di suo una comunicazione giudiziaria inviata a Giovanni Prestifilippo padre di Mario), Paolo Alfano, Salvatore Rotolo e Mario Abbate, questi ultimi tutti notissimi killers; di averlo visto ancora partecipare a riunioni di mafiosi che avvenivano presso i locali della Edilceramica o presso il negozio di Anna Spadaro, madre dell'altro killer Giuseppe Lucchese detto"u lucchiseddu", ovvero nell'edificio in costruzione di Gaetano Scavone, cognato dei Savoca. Ulteriori legami ha rivelato il Calzetta del Prestifilippo con Paolo Alfano e Francesco Marino 11annoia,
  • 96. - Pag.6.543 - entrambi attivamente dediti al traffico degli stupefacenti e pericolosi killer al servizio delle cosche mafiose. Ha infatti riferito il Calzetta che per ben due volte il prevenuto. che si trovava in compagnia dell' Alfano. era riuscito a sfuggire ad un posto di blocco della Polizia. Una prima volta i due. che si trovavano a bordo di una Fiat 12.6. erano riusciti a sfuggire alla cattura, abbandonando l'autovettura, poi recuperata da Giovanni Tao~mina. Analogamente in altra occasione, viaggiando a bordo di una Fiat 11 2. • di proprieta' della moglie di Carmelo Zanca, erano sfuggiti al posto di blocco, abbandonando l'automezzo in Corso dei Mille. In tale circostanza la Polizia li aveva inseguiti esplodendo dei colpi di arma da fuoco. Quanto ancora al Marino Mannoia, il Calzetta, dopo averlo definito elemento particolarmente pericoloso, ha riferito di averlo incontrato in compagnia del Prestifilippo presso la rotonda di Casteldaccia. ''''.'
  • 97. - Pag.6.544 - di prova a caricoUlteriori dell'imputato elementi all'esame delle posizioni, cui si rimanda, del fratello Giuseppe e soprattutto del padre Giovanni, specie per quanto attiene al traffico di droga, gestito dai Prestifilippo, in societa' con i Greco, con una secondo quanto e' emerso dalle dichiarazioni di Salvatore Contorno. Costui eVol.125 f.4), eVol.125 f.36), <Vol.1Z5 f.40), <Vol.125 f.56), (Vol.125 f.101), eVo1.125 f.143), <Vo1.1Z5 f.149), <Vo1.125 f.155), <Vo1.125 f.180), <Vo1.125 f.189) e <Vol.125 f.196) ha ribadito la qualita' di "uomo d'onore" del Prestifilippo ed il suo prestigioso ruolo in
  • 98. - Pag.6.5Q5 - seno a Cosa Nostra, accusandolo inoltre di essere uno degli autori materiali dell'attentato da lui subito il Z5 giugno 1981 e dicendolo attivamente inserito nel traffico di droga e cointeressato alla raffineria di eroina del padre Giovanni e dei Greco, profitti 10 stesso Mario dei cui favolosi Prestifilippo e Giuseppe Greco di Nicolo' si erano piu' volte con lui vantati, magnificando anche la facilita' di tali guadagni. L'imputato va pertanto rinviato' a giudizio per rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975, contestatigli col mandato di cattura 323/84, che ha per questa parte assorbito ed integrato tutti i provvedimenti precedentemente emessi nei suoi confronti. Dei singoli episodi criminosi addebitatigli si occupano apposite parti della sentenza.
  • 99. - Pag.6.546 - Prestifilippo Nicola Denunciato con rapporto del 10 dicembre 1983 (Vo1.18 f.16" quale favoreggiatore del latitante Giovanni Fici, venne emesso nei suoi confronti mandato di cattura 536/83 del Z dicembre 1983 (fasc. perso f.S> con il quale gli fu contestato il reato di cui all'art.378 C.P .. Si protesto' innocente, asserendo di non vedere il Fici da alcuni anni e, pertanto, di non averlo per nulla agevolato nella sua latitanza, della quale era pero' a conoscenza, stanti i vincoli di parentela che li legavano. ottenne, con ordinanza del 10 febbraio 1984 (fasc.pers. f.15), la liberta' provvisoria. Successivamente indicato da Salvatore Contorno (Vo1.1Z5 f.72,) e (Vo1.12,5 f.133> quale "uomo d'onore" della famiglia mafiosa di Ciaculli, venne emesso nei suoi confronti
  • 100. - Pag.6.547 - mandato di cattura 361/84 del Z4 ottobre 1984, con il quale gli furono contestati i reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P. 75 e 71 legge n.685 del 1975. A seguito di tale mandato si diede alla latitanza. Sussistono a suo carico sufficienti prove di colpevolezza. Invero all'atto del suo arresto Giovanni Fici tento' di disfarsi di un borsello (Vol.5/A f. 5) , contenente, tra l'altro, talune chiavi con la relativa etichetta, una delle quali recava l'indicazione "Casa C.A." (Vol.18 f.161). Le indagini condotto dai Carabinieri accertarono che la chiave consentiva l'apertura della porta di ingresso di un villino disabitato in zona di Ciaculli, che risultava essere nella, disponibilita' di Nicola Prestifilippo, cognato del famigerato Giuseppe Greco di Nicolo' detto "scarpuzzedda" Giovanni Fici. ed imparentato con lo stesso
  • 101. - Pag.6.548 - Nel presupposto che la chiave di ingresso dell'immobile fosse stata fornita a quest'ultimo per trovare nello stabile eventuale nascondiglio, il Prestifilippo, venne incriminato per favoreggiamento ed, interrogato, sosteneva di aver fornito le chiavi di cui trattasi al padre del Fici perche' questi si occupasse della coltivazione del giardino circostante alla villa. Si e' gia' rilevato nella citata ordinanza del 10 febbraio 1984, la palese inattendibilita' di tale assunto, non essendovi ragione alcuna di consegnare ad un giardiniere chiavi diverse da quelle di ingresso al terreno, mentre, secondo gli accertamenti espletati (Vo1.18 f.163), quelle in possesso del Fici. e comunque non del di lui padre, consentivano l'ingresso alla villa, raggiungibile anche per st:r:adelle interpoderali interne, ma non erano invece utilizzabili per l'apertura del cancello di ingresso al giardino circostante.
  • 102. - Pag.6.549 - Le circostanze allora accertate vennero cui all'art.378 C.P.,criminosa di all'epoca fattispecie valutate come integranti la ma le successive rivelazioni del Contorno e le ulteriori risultanze processuali acquisite inducono invece a :r:itene:r:e, con sufficiente ce:r:tezza, che il P:r:estifilippo, lungi dall'esse:r:si limitato a favo:r:i:r:e la latitanza di un associato, faccia egli medesimo pa:r:te dell'organizzazione c:r:iminosa pe:r: cui si p:r:ocede ed abbia quindi in tale qualita' prestato assistenza ad alt:r:o associato. Le accuse del Conto:r:no, invero, t:r:ovano :r:iscontro non solo nel menzionato episodio di favoreggiamento del Fici ma anche nella scoperta in altro immobile di proprieta' del Prestifilippo di nascondigli idonei al riparo di ricercati, quale quello esistente sotto il piatto-doccia del vano bagno dell'appartamento sito nel Corso dei Mille n.1507 (Vol.189 f.175) nonche' nell'accertato intervento del Prestifilippo, insieme ai mafiosi della cosca
  • 103. - Pag.6.SS0 - di Ciaculli Antonino Puccio e Gaspare Finocchio ed a Giovanna Fici, madre di Giuseppe Greco "scarpuzzedda", nell'acquisto di vaste estensioni di terreno in localita' Ciaculli da rappresentante della SA! quale grava quanto meno il grosso sospetto di dell'organizzazione potere pesanti dell'ono interferenze Luigi Gioia, operazione quale sulla capeggiata da Michele e Salvatore Greco (Vol.170 i.Z55) + (Vol.ZOO i.365) (Vol.Z01 i.15). Va, pertanto, l'imputato rinviato a giudizio per rispondere dei reati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P., di cui al mandato di cattura 361/84, in tali imputazioni dovendosi considerare assorbita quella di cui all'art.378 C.P. di cui al mandato di cattura 531/83 del 23 dicembre 1983. Nulla e' invece emerso a carico del Prestifilippo in ordine al contestato traffico di sostanze stupefacenti e, pertanto, dalle relative imputazioni di cui agli artt. 75
  • 104. - Pag.6.551-· e 71 legge n.685 del 1975 (mandato di cattuza 361/84) va prosciolto per non aver commesso i fatti.
  • 105. - Pag.6.55Z - Prestifilippo Salvatore Gia' denunciato con rapporto del 13 luglio 198Z (Vol.1 f.90) quale pericoloso esponente mafioso della cosca di Michele Greco, da tempo insediatosi a Milano col cognato Giuseppe Ingrassia ed operante con costui nei traffici di sostanze stupefacenti, venne successivamente indicato da Salvatore Contorno (Vol.125 f.3), (Vo101Z5 f.4), (Vo101Z5 f.41), (Vo10125 f.54), (Volo 125 f.58), (Volo 12.5 f.63), (Volo 12.5 f.74), (Vo101Z5 f.79), (Vo101Z5 f.91), (Vo101Z5 f.126), (Volo 125 f.129), (Vo10125 f.131>,
  • 106. - Pag.6.553 - f.149), (VoI.1Z5 (VoI.125 f. 155), f.159), (VoI.125 (VoI.125 f.192), f.195) e (Volo 125 (VoI.125 f.135), (VoI.125 f.139), (VoI.1Z5 f.14Z), (Volo 125 affiliato alla (VoI.125 f. 154), (VoI.125 f.191>, (VoI.125f.194), f.144), f.158), (VoI.125 (VoI.125 f. 153), (VoI.1Z5 f.162), (Volo 12.5 f. 196) quale f.132) , (VoI.125 f.143), (Volo 125 f.136), (Vol. 125 famiglia mafiosa di Ciaculli. Fu emesso nei suoi conf%onti mandato di cattura 361/84 del 24 ottobre 1984, con il quale gli fu%ono contestati i %eati di cui agli artt.416 e 416 bis C.P. 75 e 71 legge n.G85 del 1975.
  • 107. - Pag.6.554 - E' ~imasto latitante. Sussistono a suo ca~ico sufficienti p~ove di colpevolezza, avuto ~igua~do alle ~eite~ate, delaccuse~iscont~ateeci~costanziate Conto~no. Questi ha ~iconosciuto il P~estifilippo in indicatafotog~afia l'abitazione ed del ha con p~edetto precisione in Milano, nello stesso stabile di quella del cognato Giuseppe Ing~assia e nei cui p~essi in data 7 settembre 1981 (Vol.3 f.90), nel co~so di un cont~ollo di Polizia, vennero notate le autovetture Fiat rispettivamente a 1500, targata PA-1417Z9, e PA-295455, appa~tenentesi Mercedes, targata Michele G~eco ed a Maria Cottone, moglie del di lui fratello Salvato~e. In Milano, come emerge dalla proposta per misu~a di p~evenzione in data 27 ottobre 1983 di quel Procu~atore della Repubblica (Vol.24 f.162) , il Prestifilippo, esercitava ufficialmente palesemente l'attivita' a di facchino, copertura
  • 108. - Pag.6.555 - di ben altre e ben piu' lucrose attivita'. se e' vero che alla data del 31 dicembre 1982 egli aveva disponibilita' di lire 89.692.923 sul suo conto corrente n.1366 presso la Banca Popolare di Milano, filiale di Milano, agenzia n.S. In realta', gia' nella menzionata proposta del 27 ottobre 1983 si segnalavano i sospetti collegamenti in attivita' illecite fra il Prestifilippo ed i noti trafficanti di droga fratelli Fidanzati e Salvatore Contorno ha fornito al sospetto conferma, rilevando che nel corso dei mesi estivi Gaetano Fidanzati era abituale ospite del Prestifilippo nell'abitazione di costui in Ciaculli. Quanto poi all'effettiva attivita' svolta dal Prestifilippo a Milano, ha ulteriormente riferito il Contorno che unitamente ai fratelli Michele e Salvatore Greco e al di lui fratello Giovanni l'imputato gestiva in Croce Verde-Giardini (Ciaculli) una raffineria di eroina, dapprima ubicata nel fondo Favarella dei Greco e quindi, per ragioni
  • 109. - Pag.6.556 - p~uden2iali, dato il gran nume~o di pe~sone che ivi usavano accede~e. spostata in immobile del Prestifilippo nella stessa bo~gata. la cui ubica2ione e' stata dallo stesso Contorno indicata alla Polizia (rapporto 1 giugno 1985 a (Vol.125/A f.240». Secondo il Contorno, la d~oga ivi p~odotta veniva esportata in parte negli USA (Vo1.125 f.159), utilizzando quale corriere della valuta ricavata Giuseppe Marsalone , impiegato anche in qualita' di chimico nelle operazioni di raffinazione (Vol.125 f.159), (Vo1.125 f.194), (Vo1.125 f.195) (Vo1.125 f.196), ed in parte invata a Milano. Domenico Russo. se~vendosi come corrie~i di Gaspare Lo Cascio ed i f~atelli Spe~a di Belmonte Mezzagno (Vol.125 f.36), (Vo1.12.5 f.144) e (Vo1.12.5 f.153), che
  • 110. - Pag.6.557 - p~ovvedevano ai ~elativi t~aspo~ti, occultando l'e~oina in ca~ichi di o~tofzutticoli dizetti a Giuseppe Ingrassia, impegnato in tale comme~cio p~esso i me~cati generali di Milano. Ampio ~iscontzo a tali dichiazazioni e' banca~ie, fo~nito indagini dalle ~isultanze dalle delle quali espletate eme~ge innanzi tutto un cospicuo gi~o di assegni pe~ ~ilevatissimo impo~to concernente l' Ing~assia, il P~estifilippo e la moglie di costui Filippa Bonta'. Rappo~ti bancari emezgono altzesi' tra costei e tale Franco Castaldo, che ha ammesso di esse~e in rappozti con i fzatelli G~ado ed Alf~edo Bono, anch'essi noti trafficanti di droga in Milano, puz sostenendo di averli conosciuti negli ambienti degli appassionati di ippica ed ave~e con c:osto~o intrattenuto soltanto zappo~ti ziguazdanti la compzavendita di cavalli (Vol.19/B f.196) e (Vol.19/B f.285). Ma che vi fosse~o, invece, ~appo~ti dizetti tra i G~ado ed il Prestifilippo, emerge
  • 111. - Pag.6.558 - dalle dichia~azioni dello stesso Castaldo, il quale ha ~ife~ito che un assegno "al po~tatore" da lui emesso il 27 ma~zo 1981 per li~e 4.500.000 sul suo conto co~~ente p~esso la Banca Popola~e di Milano venne dal medesimo pe~sonalmente consegnato a Salvato~e Grado. O~bene, detto titolo ~isulta versato da Filippa Bonta' sul suo conto co~~ente p~esso la Banca Popola~e di Nova~a e cio' dimost~a che il Grado lo consegno' al P~estifilippo. ~isultanoP~estifilippo, G~adoTali ~aFPo~ti, t~a i inolt~e da ed il alt~o assegno da li~e 1.000.000 emesso da Antonina Conto~no, mad~e dei G~ado, il 17 settembre 1979 all'o~dine di Filippa P~estifilippo, che ~isulta ve~sato nel solito conto co~rente di Filippa Bonta' . Ulte~io~i intensissimi ~appo~ti bancari eme~gono inoltre tra Salvatore Prestifilippo, il f~atello Giovanni e Giuseppe Ingrassìa, a dimostrazione nell'illecita dei loro comuni interessi
  • 112. attivita' - Pag.6.559 - rivelata dal Contorno, il quale, come si e' detto, ha altresi' rivelato che nella raffineria di droga di Ciaculli i Prestifilippo erano consoci dei Greco. Ed, infatti, puntualmente, assegni di Michele Greco risultano emessi all'ordine di Salvatore Prestifilippo, del di lui fratello Giovanni e di Giuseppe Ingrassia. Quest'ultimo, da parte sua, come esposto piu' ampiamente nella parte della sentenza dedicata all'esame della sua posizione, risulta in diretti rapporti banca~i anche con Salvatore Greco di Giuseppe e, Salvatore Ingrassia come ammesso dal nipote (Vol.199 f.281), sentito in qualita' di teste prima che Contorno ne rivelasse la qualita' di "uomo d'onore", faceva a Palermo cospicue rimesse di denaro, non riferibili ad acquisti di prodotti ortofrutticoli, inviando somme per centinaia di asseritamente a titolo di regalie, chemilioni, venivano depositate in libretti bancari intestati alle sorelle nubili.
  • 113. - Pag.6.560 - Dette risultanze pienamente confermano i rapporti intercorrenti tra i Prestifilippo, i Greco e l' Ingrassia, sicuramente non spiegabili con gli imbarazzati chiarimenti forniti da Salvatore Ingrassia e da Franco Castaldo e ben riguardocollimanti, ingentissime invece, cifre avuto movimentate ed alle alla personalita' degli individui (Grado e Bono) , i cui nominativi sono emersi da queste indagini, con le indicazioni del Contorno, la cui veridicita', anche con riferimento alle accuse formulate a carico di Salvatore Prestifilippo, non puo', pertanto, essere messa in dubbio. dichiarazioni Vanno completezza, infine, menzionate pe r le mero scrupolo di rese dal camorrista Pasquale D'Amico (Vol.Z3 f.40) (Vol.23 f.43), che ha riferito di aver app:reso da Raffaele Cutolo che Salvatore P:restifilippo era pericolosissimo killer. della mafia palermitana e di ave:re avuto di cio' confe:rma da Nunzio
  • 114. - Pag.6.561 - Salafia. Non puo' escludersi tuttavia che il Prestifilippo menzionato dal D'Amico, che ne aveva solo il cognome annotato in una agenda, esame bensi' uno deifosse non l'imputato in nipoti, figli del fratello Giovanni, da tempo sospettati, specie l'imputato Ma:rio Prestifilippo, di esse:re gli esecutori materiali d.i gravissimi deli tti, tra cui quello del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. E cio' tenuto conto che il D'Amico ha parlato del Prestifilippo associandolo a Pietro Senapa, anch'esso ritenuto pericolosissimo killer, in termini che poco si adattano al ruolo nell'organizzazione mafiosa di Salvatore Prestifilippo, cui, secondo le rivelazioni del Contorno, deve invece attribuirsi la qualita' di potente organizzatore di ingenti traffici, anche internazionali, di sostanze stupefacenti. L'imputato va, pertanto, rinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati ascrittigli col mandato di cattura 361/84.
  • 115. - Pag.6.562 - P~es~ifilippo San~o Indicato da Salva~o%e Con~o%no f.4) e (Vol.125 f.143) quale affiliato, (Volo 12.5 insieme al pad%e Giovanni ed al f%atello Gi~olamo, alla famiglia mafiosa di Ciaculli, venne emesso nei suoi conf~onti manda~o di cattu%a 361/84 del Z4 o~~ob~e 1984, con il quale gli fu~ono con~esta~i i %eati di cui agli a%tt. 416 e 416 bis C.P., 75 e 71 legge n.685 del 1975. Si e' p%otestato innocente asse%endo la sua es~%aneita' a qualsiasi o~ganizzazione c:riminosa. Sussistono a suo ca%ico sufficien~i p~ove di colpevolezza, avuto %igua~do alle ci%costanziate, ~eite~ate e riscont:rate accuse del Conto~not il quale ha rife%ito di conoscere da gran tempo tutti i PrestifilipPoj di ben il pad%e Giovanni e'sapere all'AMNU che e che i impiegato figli
  • 116. - Pag.6.563 - sono gli abituali accompagnatori degli omonimi cugini Mario e Giovanni Prestifilippo, di Giuseppe Greco di Nicolo' e dei figli di Michele e Salvatore GreCOi di sapere ancora che essi gestiscono una porcilaia in terreni contigui al fondo Favarella. Quest'ultima ciroostanza gia' risultava dal rapporto del 13 luglio 1982 (Vol.1 f.282), mentre la conferma che il padre di Santo Prestifilippo fosse impiegato all'AMNU si trova nell'interrogatorio di Girolamo Prestifilippo, sicche' appare destituita di fondamento l'affermazione di costui (per la verita' non ha taciuto) di non avere col Contorno ripetuta proposito espressamente dal Santo, che in alcun rapporto neanohe di semplice conoscènza. Ne' fondamento alcuno ha l'assunto della difesa dei Prestifilippo, secondo cui lo stesso Contorno ammetterebbe di non conoscerli personalmente come "uomini d'onore", poiche' avrebbe riferito di aver appreso solo
  • 117. - Pag.6.564 - dal cugino Caloge~o Bellino di tale lo~o qualita' . Infatti, sebbene cio' sia stato e~~oneamente contestato dall'istruttore nel co~so dell'inte~~ogatorio di Girolamo P~estifilippo, le notizie dal Conto~no rife~ite come app~ese dal Bellino concernono altri omonimi imputati e non quelli in esame (Volo 125 f. 55), personalmente conosciuti dal Contorno quali affiliati alla cosca mafiosa di Ciaculli ed, inoltre, cointeressati a pieno titolo alla ~affine~ia di d~oga gestita in quella localita' dagli omonimi cugini Prestifilippo e dai Greco. Va ~icordato, infine, quanto gia' esposto trattando la posizione di Giovanni P~estifilippo, padre di Santo, ci~ca gli ulte~iori riscont~i acquisiti in ordine ai ~ivelati collegamenti dei Prestifilippo con altri esponenti mafiosi della zona di Ciaculli, essendo state ritrovate in casa del predetto imputato, in corso di pe~quisizione domiciliare espletata il 13 dicembre 1973,
  • 118. - Pag.6.565 - fotografie raffiguranti Salvatore e Giovanni Prestifilippo di Francesco. Carlo e Giuseppe Contorno e le altre risultanze Alfano e Nicolo' Greco. tutti, secondo il processuali acquisite, appartenenti alla famiglia mafiosa di Ci acuIli <Vol.3 f.95). L'imputato va, pertanto, rinviato a giudizio per rispondere di tutti i reati ascrittigli col mandato di cattura 361/84.