venerdì 22 giugno 2012

The city of sail

Auckland - "the city of sail" - giace su un istmo tra le baie di Waitemata e Manukau; è circondata dal mare da ogni parte. Si affaccia sul Golfo di Hauraki ed è contornata da isole grandi e piccole, mete tradizionali dei velisti nei weekend.
Non è di questa bellissima città che vi racconterò, ma di un uomo nato qui.


Avevo 12 anni quando Steinlager II trionfò vincendo la regata delle regate, la Withbread (ora Volvo Ocean Race) e papà ed io eravamo sempre a caccia di immagini e notizie.
Peter Blake ed il suo equipaggio avevano condotto l’imbattibile ketch rosso alla vittoria di tutte e sei le tappe di questa incredibile regata intorno al mondo.
Il “Big Red” fu il primo maxi yacht costruito in composito, progettato da Bruce Farr appositamente per la Withbread. 
La prima volta che lo vidi ad Antigua mi resi conto di quanto siano cambiate le cose in pochi anni.
Era una barca magnifica ed era portata da uno degli eroi della mia infanzia, Peter Blake appunto.
Di Withbread Peter Black ne fece sei; nel 1994 vinse il trofeo Jules Verne, compiendo il giro del mondo in 74 giorni 22 ore e 17 minuti, prima di diventare l’eroe della Coppa America, ricordato da tutti per i successi e i suoi calzini rossi.

Più di mezzo milione di miglia in tutti gli oceani del mondo…
Dopo l’esperienza della Coppa decise di dedicarsi alla ricerca e alle esplorazioni per la salvaguardia del pianeta, navigando con il suo Seamaster, una barca costruita per questo tipo di navigazioni.
“Good water, good life. Poor water, poor life. No water, no life” recitava il motto della Blakexpedition, da lui stesso fondata.

Peter Blake è stato ucciso con due colpi di pistola alla schiena il 5 dicembre 2001. Sei uomini armati sono saliti a bordo del Seamaster che era alla fonda a Macapà, in Brasile, nella foresta amazzonica e – dopo avere ucciso lui e ferito altre due persone dell’equipaggio – sono scappati rubando un orologio e un motore fuoribordo.

Vi consiglio di guardare qualche video di come si affrontavano i giri del mondo a quell’epoca… un vero spettacolo, un inno alla vela e ai marinai.



Un saluto dalla Nuova Zelanda.
 Susy











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